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Movisol http://www.movisol.org/znews218.htm

Le agenzie di rating, nate agli inizi del Novecento negli Stati Uniti, analizzano la solidità finanziaria di soggetti quali stati, enti, governi, imprese, banche, assicurazioni. Le principali agenzie sono tutte statunitensi: Moody's, Standard & Poor's e Fitch. Il rating, che valuta l'entità del rischio di credito, si divide in due principali categorie: il rischio commerciale ed il rischio paese, ma non misura altri tipi di rischi quale il rischio di tasso o di cambio, ecc. La valutazione della capacità del debitore di far fronte al rimborso del proprio debito finanziario viene fornita ricorrendo ad una scala alfabetica, che va da un valore massimo ad uno minimo.

Un monitoraggio effettato dall'Adusbef su oltre 1.000 “report” (consigli per gli acquisti o per le vendite su titoli e/o azioni) emessi a pagamento (quindi con un potenziale conflitto di interessi, a volte anche quando non è stato richiesto) dalle maggiori agenzie di rating, anche di origine bancaria, ha rappresentato la prova provata che tali rapporti sono risultati sballati al 91 per cento,efficaci al 9 per cento. Quando le agenzie diffondono su internet, tramite lettere finanziarie o stampa specializzata,i loro reports su società quotate, i consigli (ad acquistare: buy; vendere: sell; o tenere: hold ) 9 volte su 10 si sono rilevati vere e proprie bufale a danno dei risparmiatori i quali, seguendo quei non proprio disinteressati consigli,hanno messo a repentaglio il frutto del loro sudato risparmio, con perdite maggiori rispetto alla loro normale capacità di investimento.
Le società di rating,poiché sono pagate dai committenti e non dagli investitori,sono portatrici di un conflitto di interessi, che ha mostrato tutta la sua evidenza negli scandali finanziari mondiali: dalle Enron e Worldcom alla Parmalat.

Il 19 ottobre 2006, 2 delle 3 agenzie di rating internazionali che agiscono in regime di oligopolio, hanno deciso di declassare l'Italia, hanno dato voluto cioè dare un voto negativo alla capacità dell'Italia di gestire la sua economia. Non è la prima volta che questo accade, anche in presenza di governi di differente orientamento politico. E' un voto che solitamente ha drammatiche conseguenze economiche e sociali. Delle tre agenzie, la Standard & Poors, la Fitch e la Moody's , questa volta le prime due hanno ritoccato negativamente il loro voto, mentre per il momento la terza lo ha mantenuto invariato. Le motivazioni della “pagella” sono sempre di una ripetitività e di una banalità quasi disarmanti: i tagli nelle spese di bilancio non sono sufficienti e la “riforma delle pensioni” (leggi privatizzazione delle pensioni) va troppo a rilento. Sono giudizi, ripetuti in salse un po' diverse, che sono stati emessi per tutti, siano questi paesi industrializzati o nazioni in via di sviluppo. L'effetto immediato del voto negativo è un aumento dei tassi di interesse per “ricomprare” la fiducia dei sottoscrittori di obbligazioni e di altre forme di credito, per cui tutto il debito pubblico e privato di una nazione costa subito di più (la stima del declassamento italiano, calcolata da Adusbef,è pari a circa 3,3 miliardi di euro), con ricadute negative sul bilancio statale e con l'aggiunta di ulteriori tagli alla spesa sociale. Per le nazioni più deboli, queste decisioni provocano anche una caduta del valore di scambio della moneta, con effetti devastanti sulle importazioni (che costano di più), sulle esportazioni (che valgono di meno) del paese, sul suo bilancio statale e sui livelli di vita della popolazione.
Con la deregolamentazione dell'economia, soprattutto dall'inizio degli anni novanta, queste agenzie sono diventate il “grande fratello” finanziario e hanno progressivamente accumulato un potere immenso, superiore a quello degli stati e delle banche centrali, sia nella valutazione delle politiche dei governi che dell'andamento economico di qualsiasi entità privata, determinando le decisioni di tutti gli attori economici. All'inizio le agenzie offrivano, a pagamento, ai detentori di titoli di credito i loro giudizi sul comportamento dei debitori. Adesso persino i debitori pagano per avere un “voto” prima di emettere un'obbligazione o attingere a qualsiasi altra forma di credito. Senza il voto delle agenzie, economicamente non si esiste più. Per poter comprare o vendere, per prendere o dare a prestito, bisogna pagare il “pizzo” per ricevere la protezione o il semplice riconoscimento da parte di questi nuovi potentati.
Prima di tutto va sottolineato che le tre maggiori agenzie di rating (le 3 sorelle) sono delle entità private strutturate come società per azioni e quindi parte della logica di mercato e sottoposte al principio del massimo profitto possibile. Inoltre, e risulterà chiaro da una sintetica analisi delle loro strutture dirigenziali, le “tre sorelle” hanno partecipazioni dirette, anche attraverso i membri dei loro consigli direttivi, Board of Directors, delle più grandi corporations internazionali e delle più grandi banche internazionali, pesantemente coinvolte nelle operazioni di finanza derivata, cioè in quelle speculazioni finanziarie principalmente responsabili delle bolle speculative e dell'attuale crisi finanziaria sistemica globale.

1) La Standard & Poor's (S&P) è sussidiaria della multinazionale McGraw-Hill Companies, con sede centrale a New York, colosso delle comunicazioni, dell'editoria, delle costruzioni e presente in quasi tutti i settori economici. La multinazionale, proprietaria anche di Business Week, nel 2005 vantava un fatturato di 6 miliardi e un profitto di 844 milioni di dollari. Il presidente di McGraw-Hill è Harold McGraw III, che è, tra le altre cose, contemporaneamente membro del Board of Directors della United Technology (multinazionale degli armamenti) e della ConocoPhillips (petrolio ed energia). È stato anche membro del “Transition Advisory Committe on Trade” del presidente George W. Bush, padre dell'attuale capo della Casa Bianca.
Tra i membri del Board of Directors della McGraw-Hill, che decidono quindi anche dell'attività della S&P, troviamo:

- Sir Winfried Bishoff, presidente della Citigroup Europa e uomo di punta della Henry Schroder Bank di Londra;
- Dougals N. Daft, presidente della Coca Cola Co.;
- Hilde Ochoa-Brillenmbourg, alto responsabile della Credit Union del FMI-World Bank;
- James H. Ross, della British Petroleum;
- Edward B. Rust Jr., presidente dell'assicurazione State Farm Insurance Company (gigante del settore assicurativo, bancario e immobiliare, sotto scrutinio per le politiche troppo disinvolte dopo l'urgano Katrina), direttore della Helmyck & Payne, colosso del settore petrolifero e già membro del Transition Advisory Team Committee on Education della presidenza di George W.
- Bush (padre);
- Sidney Taurel, presidente della farmaceutica Eli Lilly (che in passato ha vantato tra i suoi dirigenti anche Kenneth Lay, condannato per la bancarotta della Enron) e direttore dell'IBM, già membro nel 2002 dell'Homeland Security Advisory Council (l'apparato dell'antiterrorismo).

2) L'agenzia di rating Fitch di New York è sussidiaria della multinazionale dei servizi finanziari Fimalac, con sede centrale a Parigi. Nel 2005 la multinazionle americana delle comunicazioni Hearst Corporation ha rilevato il 20% del pacchetto azionario.
Il suo presidente è Marc Ladreit de Lacharriere, uomo della Renault e della Banque Suez.
Tra i membri del Board of Directors troviamo:
- David Dautresme della banca Lazard Freres;
- Philippe Lagayette della JP Morgan & Cie;
- Bernard Mirat della Cholet-Dupont (finanza);
- Bernard Pierre della Fremapi (metalli preziosi).

La Fimalac vanta anche un International Advisory Board per dare più lustro e potere alla multinazionale, che nel 2002 annoverava tra gli altri: Felix Rohatyn della Lazard Freres, l'uomo che ha recentemente smantellato l'industria americana dell'auto, Sholley della UBS Warburg, Reimnits della Kommerz Bank, Peberan della Parisbas, rappresentanti della Nestlè, della Bentelsmann e anche l'ex presidente della Federal Reserve americana Paul Volker e l'italiano Lamberto Dini.

3) L'agenzia di rating Moody's è sussidiaria della Moody's Corporation, con sede centrale a New York. Il presidente è Raymond W. McDaniel Jr.
Tra i membri del Board of Directors troviamo:

- Basil L. Anderson della Stables Inc. e della Hasbro Inc (due giganti del settore vendite e servizi);
- Robert Glauber della ING Group (settore bancario e assicurativo con base in Olanda), già sottosegretario del ministero delle finanze americano nel periodo 1989-92;
- Henry Mc Kinnell, della multinazionale farmaceutica Pfizer e della Exxon Mobil (petrolio);
- Nancy S. Newcomb della Citigroup e della Sysco Corporation (settore alimentare);
- John K. Wulff, della multinazionale chimica Herculer, della KPMG (la multinazionale di consulenza finanziaria e di certificazione dei bilanci), della Sunoco (petrolio) e della Fannie Mae (che insieme alla Freddie Mac detiene quasi per intero il pacchetto ipotecario immobiliare americano la cui bolla è al punto di esplodere).

Le “tre sorelle” del rating quindi, non sono solamente l'espressione dell'intreccio dominante delle multinazionali, ma in particolar modo sono una struttura organizzata delle principali banche del pianeta che controllano il sistema finanziario e debitorio delle nazioni e di tutti i settori dell'economia sia privata che pubblica. Ma la cosa che si vuole con precisione sottolineare è l'influenza determinante esercitata sulle “tre sorelle” da quella finanza altamente speculativa che è responsabile della gigantesca bolla in derivati finanziari che ha precipitato il mondo intero in un processo di crisi sistemica.

Secondo i rapporti della Banca dei Regolamenti Internazionale (BRI) di Basilea, la banca di coordinamento di tutte le banche centrali, alla fine di dicembre 2005 solamente il totale del valore nozionale di tutti i derivati finanziari Over The Counter (OTC), cioè quelli che non appaiono sui bilanci delle banche e finanziarie che li sottoscrivono, aveva raggiunto i 284.819 miliardi di dollari, cioè sette volte il PIL mondiale ( alla fine del 2003 era di 197.167 miliardi, cioè quasi 100.000 miliardi in più solamente in 24 mesi!). Queste sono operazioni finanziarie altamente speculative, soprattutto scommesse sugli andamenti futuri dei tassi di interesse, che hanno già portato l'intero sistema in crisi con il fallimento del fondo LTCM nel 1998 e continuano a scuotere quotidianamente il sistema finanziario e monetario, ultimo il fallimento per 6,5 miliardi di dollari del fondo americano Amaranth (con ricadute negative anche sui fondi gestiti italiani,dal san Paolo Imi alle Generali). Si noti che alla vigilia della crisi del 1998 il totale dei derivati OTC era di 28.000 miliardi di dollari.

Secondo l'ente statale di controllo sul denaro circolante negli USA, il Comptroller of the Currency, a fine giugno 2006 la JPMorgan vantava da sola un valore nominale di derivati OTC pari a 57.300 miliardi di dollari (cinque volte il PIL americano) e la Citigroup vantava 25.327 miliardi di dollari in derivati OTC. Anche le altre banche sono pesantemente coinvolte in queste operazioni sebbene seguano a grande distanza questi due colossi della speculazione finanziaria.
Tutto questo ci porta a concludere che le “tre sorelle” non sono solamente squalificate nella pretesa di valutare la solidità economica e finanziaria degli stati e delle imprese, ma che sono parte integrante del problema che sta portando il mondo economico verso il crack e la crisi sistemica con conseguenze devastanti per l'intera vita economica, sociale e politica del pianeta. Questa riflessione non si deve fermare al rifiuto delle ricette imposte dalle agenzie, ma deve sollecitare un'azione, coordinata internazionalmente, per ridefinire le regole e i progetti per un nuovo sistema monetario e finanziario internazionale, per una nuova Bretton Woods [vedi nota] capace di promuovere un nuovo ordine economico mondiale più giusto. Lo scorso 6 aprile 2005 la Camera dei Deputati ha approvato una mozione per una nuova Bretton Woods presentata dall'On. Mario Lettieri della Margherita,attuale sottosegretario all'Economia, sostenuta da cinquanta parlamentari di tutti i partiti. Bisogna continuare con queste iniziative fino ad arrivare ad un coordinamento internazionale e convocare una conferenza di capi di stato e di governo che rimetta l'economia sui binari dello sviluppo reale, che ridia al credito il suo ruolo produttivo, mettendo la speculazione e la deregolamentazione in una situazione di non nuocere.

STRUMENTI DERIVATI: 350 TRILIONI DI DOLLARI USA (IN ITALIA 5 MILIARDI DI EURO 3 VOLTE IL PIL), DEVONO SUSCITARE ALLARME DELLE AUTORITA' MONETARIE MONDIALI. LA “BOMBA ATOMICA” FUORI CONTROLLO DELLA FINANZA DERIVATA (VERE E PROPRIE SCOMMESSE CLANDESTINE CON BANCHE ALLIBRATRICI CHE LUCRANO, CON LA SPECULAZIONE 25 MILIARDI DI DOLLARI ANNUI DI COMMISSIONI), RISCHIA DI SEPPELLIRE CON L'ESPLOSIONE LE ECONOMIE PIU' SANE DEGLI STATI.
L'INTRODUZIONE DELLA TOBIN TAX (*) POTREBBE: REGOLAMENTARE SCOMMESSE CLANDESTINE FUORI CONTROLLO E FINANZIARE I PAESI POVERI DEPREDATI.

Le economie degli Stati nei mercati globali poggiano sulla “bomba atomica” dei derivati, strumenti di finanza speculativa rispetto a cui le banche sono esposte per circa 350 mila miliardi di dollari, secondo l'ultimo rapporto disponibile del Comitato di Basilea per la supervisione bancaria e su Iosco. Non è ancora possibile definire con esattezza il giro d'affari che tale Business può generare in un anno - perché le banche d'affari non pubblicano i flussi derivanti dai singoli clienti di hedge funds - ma è possibile capire da dove sono arrivati consistenti flussi di cassa per le banche d'affari .Il mondo Hedge, allo stato attuale, dovrebbe possedere una dote pari a circa 1.000 miliardi di dollari di Assets Under Management che generano 25 miliardi di dollari in commissioni bancarie o il 2.5% per il patrimonio gestito; se a tutto questo aggiungiamo le commissioni di gestione ci si aggira attorno ad un 5% l'anno. Un altro elemento da non sottovalutare, viste le cifre, è quello dell'ormai eccessiva interdipendenza - in termini di profitti - tra banche d'affari e modo degli Hedge Funds, un evidente ed eclatante conflitto d'interessi: le banche d'affari vendono Hedge Funds, gestiscono Hedge Funds, concedono prestiti per investirvi e operano in hedge attraverso i propri trading desk, le banche d'affari sembrano più che altro una sorta di investitori geneticamente modificati: investono con se stesse.

Il volume delle operazioni finanziarie derivate continua ad aumentare. La Federal Deposit Insurance Corp. (FDIC, l'ente che garantisce i depositi bancari USA) ha calcolato il valore nozionale delle operazioni in derivati delle banche commerciali USA a 101.900 miliardi di dollari, mentre la sovrintendenza sul denaro circolante, Office of the Comptroller of the Currency (OCC), riferisce che le prime 25 banche USA detenevano alla fine del 2005 contratti derivati per 105.000 miliardi di dollari.

La Banca per i Regolamenti Internazionali (BRI) di Basilea ha reso noto il 30 giugno 2005 che i derivati trattati over-the-counter, cioè non registrati, ammontavano a 270 mila miliardi e i derivati trattati in borsa ammontavano a 58 mila miliardi. Il totale era dunque di 328 mila miliardi di dollari, e per la fine dell'anno la proiezione lineare della BRI prospettava un totale di 360-365 mila miliardi. In testa c'è sempre la JP Morgan , con 48.600 miliardi (valore nozionale dei contratti aperti). Nel corso del 2005 l 'aumento sarebbe stato di “soli” 3.600 miliardi, cioè l'8%, rispetto ai 7.600 miliardi (20%) del 2004. Al secondo posto c'è Citigroup con 23.200 miliardi a fine del 2005 (+ 18% sull'anno precedente), meno del 54% registrato nel 2004. I derivati della Bank of America erano 22.200 miliardi all'inizio dell'anno, con un aumento del 24% nel 2005 e del 18% nel 2004.

L'aumento più vistoso è quello dei derivati sul credito, che sono quasi raddoppiati tra la metà del 2004 e la metà del 2005, secondo le cifre della International Swaps and Derivatives Association (IDSA). Al 30 giugno 2006 gli swaps e le options sui tassi d'interesse e sulla moneta riferiti dall'ISDA ammontavano a 213 mila miliardi, con un aumento annuo del 16% (29.600 miliardi). Nello stesso periodo gli swaps sulle insolvenze creditizie (derivati sul credito) sono aumentati di 4.000 miliardi, ovvero del 48%. Quattro anni prima i derivati sul credito ammontarono a 919 miliardi. Mentre il Presidente della SEC americana ha annunciato di aver messo sotto controllo il mercato dei derivati e degli hedge fund USA e Bce, Adusbef ha inviato numerose richieste a Bankitalia e Consob volte ad approfondire, alcune segnalazioni ricevute, secondo cui anche il sistema bancario italiano sembra stia facendo un massiccio ricorso agli strumenti derivati per ricoprire esposizioni finanziarie assunte sui mercati internazionali, anche su quelli obbligazionari di Stati sovrani a rischio di insolvenza,e di tenere quindi sotto stretta osservazione un fenomeno potenzialmente pericoloso che potrebbe provocare, soprattutto nella attuale fase di recessione economica, effetti a catena indesiderati tali da travolgere, in un effetto domino, l'economia reale e il sudato risparmio impiegato.

L'Isda (International Swaps and Derivatives Association) ha infatti calcolato che a giugno 2006 l 'ammontare nominale dei derivati di credito ammontava a 26 mila miliardi di dollari, in crescita del 109% rispetto all'anno precedente. Più consistente la dimensione del mercato dei derivati sui tassi (interest rate swap e cross-currency swap) che raggiunge la cifra astronomica di 250 mila miliardi di dollari. Anche la Banca d'Italia ha segnalato che dalla fine del 2004 a quella del 2005 l 'ammontare nozionale dei contratti derivati è passato da 5.285 a 5.899 miliardi di dollari. Si tratta di numeri da capogiro che rischiano di rendere più esposte le borse mondiali ad eventi imprevedibili e occasionali.

La situazione si fa ancora più preoccupante se si considera che i più grandi istituti di credito del mondo sono esposti notevolmente alle fluttuazioni di questo mercato. Secondo i dati forniti dalla Comptroller of the Currency, l'esposizione dell'americana Jp Morgan Chase raggiunge i 57 mila miliardi di dollari: una cifra pari a 350 volte la capitalizzazione di borsa della società e a più di quattro volte il Pil degli Stati Uniti. Nella classifica delle banche più esposte in contratti derivati figurano però anche Citibank (25 mila miliardi di dollari), Bank of America (24 mila mld), Wachovia Bank (4 mila mld) e Hsbc (4 mila mld di dollari). A questo punto la domanda è: cosa succederebbe se un evento inatteso (come già se ne sono visti nel Novecento) procurasse un crollo di questo mercato ? Il rischio è un effetto domino che potrebbe colpire i mercati finanziari internazionali e arrivare a piegare l'economia di molte nazioni.

Non si tratta neanche di uno scenario di fantasia se si ricorda il caso di Long Term Capital Management. Si trattava di un hedge fund gestito da due premi Nobel che fu messo in ginocchio dalla crisi del debito russo in virtù della sua esposizione in derivati da 1.300 miliardi di dollari. Alla fine ci pensò Alan Greenspan che chiamò a raccolta le maggiori banche internazionali per salvare la baracca. Ma oggi, vista l'esposizione da ben 57 mila miliardi di dollari della JPMC, chi potrebbe salvare la finanza mondiale da una nuova crisi del mercato dei derivati?


Marcello Pamio

Cattolici, ebrei e musulmani sapete cosa state inoculando ai vostri figli?
Le religioni sono forme di controllo sociale. Non mi riferisco ovviamente all’aspetto spirituale, che va assolutamente rispettato, ma alle strutture politico-ecclesiastiche inventate dagli uomini.
Uomini che poi si sono arrogati il diritto di interporsi tra noi e Dio e di mediare con il divino.
Da quando in qua serve una intercessione per comunicare con i mondi spirituali?
L’uomo prima scrive i libri sacri (Bibbia, Talmud, Corano, ecc.) e poi ne dà l’interpretazione.
Interpretazione che cambia a seconda del periodo storico e a seconda delle evenienze!
Esistono il prete, il rabbino e il mujaheddin che ci dicono quello che va bene e quello che non va bene: tutto il resto è eresia.
In ambito vaccinale cosa ci dicono la chiesa cattolica, l’islam e il giudaismo? Il discorso è molto interessante visto che la produzione dei vaccini pediatrici contempla l’utilizzo di cellule di feti abortiti, gelatina di maiale, derivati del latte e del sangue bovino…

IL CONTENUTO DEI VACCINI
Tralasciamo volutamente gli adiuvanti (sali di alluminio, mercurio, formaldeide, antibiotici, ecc.) contenuti nei vaccini i cui effetti neurotossici sono noti da tempo, per occuparci esclusivamente degli aspetti morali di alcune sostanze contenute in questi farmaci speciali.
Non tutti i cattolici, ebrei e musulmani sanno che nella produzione della maggior parte dei vaccini vengono utilizzati terreni di coltura cellulari umani e animali (WI-38, MRC-5 e VERO).
La sigla WI-38 (Winstar Institute 38) indica cellule fibroblasti di polmone umano espiantate nel 1964 da un feto femmina svedese abortito perché la famiglia riteneva di avere già troppi figli. Questa linea cellulare viene utilizzata ancora oggi per far crescere i virus utilizzati nei vaccini morbillo, parotite, rosolia, varicella ed herpes zoster.
La linea cellulare MRC-5 (Medical Research Council 5) indica cellule polmonari umane provenienti da un feto maschio di 14 settimane abortito nel 1966 perché la mamma ventisettenne inglese era internata per “motivi psichiatrici”. Questa linea viene usata per epatite A, epatite B, tifo, polio, difterite-tetano-pertosse, vaiolo, rabbia ed herpes zoster.
La linea cellulare VERO non è umana ma animale, le cellule infatti derivano dai reni di una scimmia verde africana.
Ce ne sono altre, però queste sono le principali linee cellulari usate dalle industrie.
Ma nella crescita e nella produzione dei virus e dei batteri vaccinali entrano in gioco molte altre sostanze di origine animale…

PERCHE' I PRODOTTI ANIMALI SONO UTILIZZATI NELLA FABBRICAZIONE DI VACCINI?
I vaccini contengono forme uccise o indebolite di batteri o virus.
Alla fine del XIX secolo, i microbiologi hanno cominciato a coltivare i batteri in laboratorio. I primi batteriologi hanno cercato di imitare quanto più possibile l’ambiente e i tessuti di una persona infetta utilizzando soluzioni contenenti zuccheri, sali e vari estratti di carne (proteine) per creare «mezzi di crescita».
Queste condizioni erano ottimali per far crescere batteri e virus in laboratorio, perché tali supporti organici fornivano le sostanze nutritive necessarie.
Nonostante siano stati sviluppati supporti sintetici per la crescita di molti microrganismi attualmente si usano ancora nutrienti supplementari forniti da prodotti derivati dall'animale come il siero e il sangue.

VACCINI E GELATINA DI MAIALE (stabilizzatore)
La gelatina è una proteina formata dalla pelle si maiale bollita o dal tessuto connettivo.
Tutta la gelatina contenuta nei vaccini è di origine suina.
La gelatina viene utilizzata in alcuni vaccini vivi come stabilizzatore per proteggere i virus contro gli effetti della temperatura (troppo freddo o troppo caldo).
La gelatina nei vaccini è altamente purificata e idrolizzata quindi diversa dalla gelatina naturale utilizzata negli alimenti.
La gelatina si trova in questi vaccini: MMR (MMRVaxPro), Zostavax, Varivax.

Ecco il contenuto di gelatina suina nei principali vaccini pediatrici.
Trivalente MMRII: 14,5mg per dose
Quadrivalente MMRV (ProQuad): 11 mg per dose
Varicella (Varivax): 12,5 mg per dose
Zooster (Zostavax): 15,58 mg

Ecco cosa riporta il sito del Children’s Hospital of Philadelphia (vedere fonti bibliografiche) a proposito della gelatina suina.
«Anche se l’incidenza di anafilassi alla gelatina è estremamente bassa, la gelatina è la causa più comune di reazioni allergiche gravi ai vaccini.
(…) Pertanto, sarebbe bene sapere di eventuali allergie alla gelatina prima di usare un vaccino contenente gelatina».

ALBUMINA UMANA (stabilizzatore)
L’albumina umana sierica è la proteina più comune nel sangue umano.
Attualmente viene utilizzata in quantità molto piccole come stabilizzatore in uno dei vaccini per la varicella (Varilrix). Proviene da donatori di sangue che vengono sottoposti a screening e il processo di fabbricazione toglie qualsiasi rischio di passaggio di virus dal siero.

ALBUMINA UMANA RICOMBINANTE (stabilizzatore)
Uno dei vaccini MMR, MMRVaxPro, contiene una piccola quantità di albumina umana ricombinante (0,3 mg per dose). L’albumina è prodotta da cellule (per esempio di lievito) a cui viene inserito il gene dell’albumina umana mediante la tecnica di DNA ricombinante.
Così facendo le cellule sono in grado di generare grandi quantità di albumina umana senza alcuna necessità di estrarla dal sangue.
Sembra interessante tutto ciò ma attenzione perché si tratta di una pericolosissima ingerenza e modifica genica (del DNA) con conseguenze impensabili. DNA umano inserito dentro il DNA di un lievito (fungo)…

PROTEINE D'UOVO (ovalbumina)
L’allergia all’uovo è abbastanza comune nei bambini al di sotto dei 5 anni e molto più comune nei bambini rispetto agli adulti. Solo in Gran Bretagna sono circa 60.000 i bambini con allergia alle uova.
I vaccini possono contenere tracce di proteine d’uovo, e questo perché il virus dell’influenza per esempio viene coltivato su uova di galline.
Naturalmente per il sistema sanitario la maggior parte dei bambini con allergia all’uovo può essere vaccinata tranquillamente poiché il contenuto di ovalbumina sarebbe molto basso. L’unica eccezione, dicono, sono i bambini che hanno una grave anafilassi sulle uova.
Come si può accertare questa allergia in un neonato di pochi mesi che non ha mai mangiato uova?
Fino a poco tempo fa, le persone allergiche alle uova non potevano ricevere per esempio il vaccino trivalente MMR. Tutto è cambiato da circa dieci anni, da quando i virus di morbillo e parotite vengono coltivati in un terreno di cellule embrionali di polli (e non più sulle uova).
Quindi non ci sarebbe abbastanza proteina d'uovo nel vaccino MMR per causare reazioni allergiche.
Altri vaccini, come quello contro la febbre gialla, possono contenere proteine d'uovo.

PRODOTTI DI ORIGINE BOVINA
S’intendono tutti i prodotti derivati da una mucca o da un vitello (latte, siero bovino proveniente dal sangue della mucca).
Come detto i microrganismi per la produzione di vaccini vengono coltivati in condizioni controllate in un mezzo (medium) che fornisce le sostanze nutritive necessarie alla crescita: tali sostanze nutritive derivano da prodotti ovini e bovini.
I componenti della mucca vengono spesso utilizzati perché le mucche essendo animali molto grandi usati per il cibo mettono a disposizione molti materiali.
I prodotti derivati possono includere aminoacidi, glicerolo, gelatina, enzimi e sangue.
Il latte della mucca è una fonte di aminoacidi e zuccheri come il galattosio, altri derivati includono il glicerolo. La gelatina e alcuni aminoacidi provengono da ossa di mucca. L’apparato scheletrico viene utilizzato per preparare brodi utilizzati in alcuni medium.
Le cellule che vengono utilizzate per propagare i virus richiedono l’aggiunta di siero da sangue.

COME SI GIUSTIFICANO LE RELIGIONI?
I cattolici, quelli veri, dovrebbero essere preoccupati perché per produrre i virus vaccinali si usano ancora delle linee cellulari di feti abortiti.
Lo stesso vale per i musulmani e gli ebrei circa l’uso di derivati animali, come sangue bovino e gelatina di maiale nella produzione di vaccini.
Ovviamente le gerarchie religiose sminuiscono il problema.
Secondo l’interpretazione (umana) delle leggi ebraiche, non esisterebbe nessun problema con la gelatina o altra sostanza animale se viene usata in un prodotto che non entra in bocca.
Medesima cosa per i leader musulmani i quali avrebbero stabilito che l’uso della gelatina suina nei vaccini non rompe le leggi alimentari religiose, perché è altamente purificato e viene iniettato, non ingerito!
Secondo il rabbino Abraham Adler: «non esiste alcun problema con i suini o altri ingredienti derivanti da animali nei prodotti non orali. Ciò include vaccini, inclusi quelli somministrati attraverso il naso, iniezioni, supposte, creme e pomate».
Quindi gli ebrei ortodossi e i musulmani doc possono fare sonni tranquilli se i derivati del maiale vengono inoculati, respirati, introdotti nel retto mediante supposta, perché la cosa fondamentale è che non vengano mangiati. Solo allora si può gridare allo scandalo.
I vertici della chiesa cattolica in quanto voli pindarici non sono da meno.
Nel 2005 il documento della Pontificia Academia Pro Vita dal titolo: «Riflessioni morali circa i vaccini preparati a partire da cellule provenienti da feti umani abortiti» poneva alcune interessanti riflessioni.
«I vaccini, poiché sono preparati a partire da virus raccolti nei tessuti fetali infettati e volontariamente abortiti, e successivamente attenuati e coltivati mediante ceppi di cellule umane ugualmente provenienti da aborti volontari, non mancano di porre importanti problemi etici.
Se una persona respinge ogni forma di aborto volontario di feti umani, tale persona non sarebbe in contraddizione con se stessa ammettendo l’uso di questi vaccini di virus vivi attenuati sulla persona dei propri figli? Non si tratterebbe in questo caso di una vera (ed illecita) cooperazione al male?».

Siccome questo documento poneva grossissimi interrogativi, il 31 luglio 2017 l’Ufficio Nazionale per la Pastorale della Salute (CEI) e l’associazione Medici Cattolici Italiani hanno ben pensato di aggiornarlo. In peggio ovviamente.
Ecco l’attuale parere della chiesa: «nel passato i vaccini possono essere stati preparati da cellule provenienti da feti umani abortiti, ma al momento le linee cellulari utilizzate sono molto distanti dagli aborti originali».
Quindi gli esperti della CEI confermano che i virus odierni sono coltivati su cellule di feti abortiti, ma essendo passato mezzo secolo il problema morale si è cancellato! Et voilà.
Un aborto fatto 50 anni fa non è più un aborto.
Chiederemo agli esperti morali della chiesa dopo quanti anni un aborto, da abominio diventa una cosa socialmente utile.
Le chicche purtroppo non finiscono qua: «per quanto riguarda la questione di vaccini che nella loro preparazione potrebbero impiegare o avere impiegato cellule provenienti da feti abortiti volontariamente, va specificato che il “male” in senso morale sta nelle azioni, non nelle cose o nella materia in quanto tali».
Quindi il “male in senso morale” secondo la Santa Chiesa è stato commesso solo dalla madre che “volontariamente” ha abortito il feto. L’industria che ha fisicamente prelevato le cellule dai polmoni del feto morto per coltivare in vivo i virus vaccinali speculandoci sopra miliardi; le case farmaceutiche che acquistano questi virus per spacciare vaccini; i medici che li inoculano nel corpo di neonati e i genitori che portano i loro figli alle Asl non hanno nessuna colpa morale.
Ecco lavate in un sol colpo, nascondendosi dietro interpretazioni delle sacre scritture, tutte le responsabilità morali di una pratica medica aberrante e rischiosissima.
Voi cattolici non datevi pena se i virus vengono coltivati ancora oggi su cellule di feti abortiti, perché non avete costretto voi ad abortire le donne, quindi il male è stato commesso da qualcun altro...
Voi ebrei e musulmani non datevi pena se dentro i vaccini vi sono derivati animali tra cui suini, bovini e pollame vario, perché mica li dovete mangiare, li dovete soltanto iniettare nel sangue di vostro figlio...
Finalmente il Re è nudo.
Il vescovo di Roma, i portavoce di Maometto e i discendenti di Abramo, cioè le strutture gerarchiche piramidali che gestiscono e controllano le principali religioni monoteistiche, hanno manifestato la loro vera natura…

Fonti ufficiali:
Vaccine Knowledge Project
http://vk.ovg.ox.ac.uk/vaccine-ingredients
Department of Health, Medicine or Pharmaceuticals of animal origin
https://www.health.qld.gov.au/…/…/0024/147507/qh-gdl-954.pdf
Vaccine allergies
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC3890451/
Vaccine excipient & media summary
https://www.cdc.gov/…/do…/appendices/b/excipient-table-2.pdf
Vaccines and porcine gelatine
http://www.nhsdirect.wales.nhs.uk/pdfs/WGGe.pdf
Vaccine Ingredients – gelatin. Children’s Hospital of Philadelphia
http://www.chop.edu/…/vaccine-e…/vaccine-ingredients/gelatin