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Carol Watkins

Nel 1920 alla John Hopkins University lo psichiatra Dr. J.B. Watson compie alcuni esperimenti su bambini piccoli di età dai 3 mesi a 1 anno. Gli esperimenti sono straordinari nella loro semplicità. In uno di questi presenta ad un bambino una candela accesa per vedere se ha paura del fuoco. In un altro introduce degli animali nell'ambiente per vedere se il bambino è spaventato.

Uno di questi esperimenti viene chiamato il “Little Albert Experiment” dove accanto ad un bambino di 3 mesi di nome Albert viene messo un coniglio. Dopo un po' il bambino si affeziona all'animale e comincia anche ad accarezzarlo. Poi il Dr. Watson decide di modificare l'ambiente producendo un forte rumore di martellamento ogni volta Albert tocca il coniglio, col risultato di spaventare il bambino. Alla fine, Albert prova repulsione per il coniglio, gridando terrorizzato ogni volta che gli viene messo vicino.

Cambiando l'ambiente Watson scopre che la mente non ancora sviluppata del bambino può essere controllata, insegnandole come comportarsi di volta in volta con possibilità e combinazioni infinite. Dai suoi esperimenti Watson raggiunge una conclusione radicale che getterà le basi dell'ingegneria politica e sociale del 20° secolo.
Dalle sue ricerche conclude che la forza dominante nella società non è l'amore ma la paura.

Quindi miliardi e miliardi di dollari delle multinazionali vengono iniettati nel tempo nei campi dell'istruzione, della ricerca scientifica e politica per un piano prestabilito di ingegneria sociale e umana.

“Datemi un bambino e posso trasformarlo in qualsiasi tipo di uomo.”

Queste sono le parole dello psichiatra Dr. J.B. Watson, il fondatore del comportamentismo.

Secondo questa visione del mondo, il comportamento degli organismi, inclusi gli esseri umani, è facilmente prevedibile e scontato quindi controllabile, e da allora i governi e gli scienziati con massicci finanziamenti corporativi hanno lavorato con fervore nel condizionare l'essere umano ad essere quel perfetto ingranaggio di quella macchina chiamata oggi “il mercato”.

L'amore per il potere è la forza trainante dell'economia globale e l'installazione della paura nelle menti delle persone è lo strumento usato per manipolare la società, utilizzando i media mainstream per mantenere il gioco. La gente ha paura per il proprio lavoro, per i propri mezzi di sostentamento, impegni familiari, status finanziario e posizione sociale. Ha paura per la sua comunità, per le risorse pubbliche, il crimine, la sicurezza nazionale e l'assistenza sanitaria.

Molti cittadini oggi sono diventati schiavi arrendevoli e compiacenti, tolleranti verso l'obbedienza graduale, pronti a scambiare una schiavitù fisica per una psicologica. La cosa che più mi preoccupa non sono tanto le limitazioni che ci imporranno ma la remissività e arrendevolezza che sta sfornando una nazione di depressi sorridenti.

L'unica cosa che sta velocemente scomparendo nella società oggi è l'abilità di essere umani, l'abilità di discernere, ragionare, pensare criticamente e usare l'intuizione. Le persone in questi giorni fanno affidamento sui loro pari, sulle istituzioni governative e strizzano l'occhio verso i loro idoli che gli diano uno scopo, disperatamente alla ricerca di un corrimano per aggrapparsi, di significati e comprensione fuori dalle proprie menti. Hanno delegato il proprio pensare ad altri, spalancando la porta a qualsiasi psicopatico che allegramente assumerà il ruolo di leader, giocando a suonare il pifferaio magico per la mandria.

Carol Watkins (traduzione di Stefano Fiore)


Marcello Pamio

Cosa sta succedendo realmente in Italia? Siamo di fronte ad una vera emergenza sanitaria, o ci stanno prendendo ancora una volta per il didietro?
Siamo veramente ad un passo dalla fine della civiltà umana, o il virus dagli occhietti a mandorla rientra nella classica manovra di controllo economico e sociale?
Una cosa è certa: sono bastati pochi casi qua e là per innescare, come un effetto domino, la paura più recondita dell'essere umano.
Per essere onesti, il “qua e là” non è proprio corretto, visto che stranamente ne sono state interessate le due locomotive economiche del Paese: la Lombardia con 47 casi e il Veneto con 12.
L'analisi della distribuzione dei focolai indica che le comunità cinesi si sono stanziate solo al Nord.
Ma se sono i cinesi (e le persone andate in viaggio in Asia) a portare il virus, è molto strano che non ci siano casi a Roma o in altre grandi città ben compartecipate da lavoratori cinesi e/o viaggiatori...

La gente è letteralmente terrorizzata dagli avvoltoi che lavorano nei media maistream, squallidi esseri abituati a sguazzare nella melma emotiva ogni giorno. Ma altri problemi si affiacciano all'orizzonte per l'uomo moderno: i social e gli smartphone.
Basta infatti accedere a Facebook o avere un semplice account Whatsapp per essere letteralmente infettati da messaggi terroristici della peggiore specie.
Quello che sta girando sotto forma di byte è sicuramente molto più pericoloso del virus stesso!
A buttare benzina sul fuoco e alimentare la paura ci hanno pensato le amministrazioni comunali e regionali facendo chiudere attività commerciali, negozi e addirittura scuole.

Pensieri ed Egregora
Quando molti pensieri si focalizzano in una unica direzione, e quando questi pensieri sono associati e potenziati da forti emozioni, come per esempio la paura, si viene a generare una “forma-pensiero” che va sotto il nome di “Egregora” o “Eggregora”.
L'Egregora è assai ben conosciuta sia dalla massoneria che da tutte le religioni e i movimenti spiritualisti del globo. E' una specie di “creatura immateriale” che può crescere se viene alimentata costantemente dall'attività psichica. Il nutrimento d'eccellenza che il Sistema ha scelto è ovviamente la paura!
Pensieri ed Egregora sono creatori a loro volta...

Quale mondo si potrà mai creare se vengono nutriti costantemente?
La paura è una emozione funzionale importantissima e vitale, ma quando viene usata fuori dal suo contesto naturale e fisiologico, induce una cascata di problemi tra cui l'immunodepressione che rende l'uomo più fragile e cagionevole di salute.
Miliardi di persone fragili o facilmente predisposte alle patologie sono grasso che cola per chi vuole ridurre la popolazione globale, guadagnando montagne di soldi dalla riduzione stessa...

Incidenza e mortalità del coronavirus
Cerchiamo di capire cosa sta realmente succedendo a livello globale.
Secondo i dati del Worldmeter sul Coronavirus, costantemente aggiornati, ci sarebbero in totale: 

- 78.880 contagiati
- 2.466 morti.

Se su 79.000 persone infette 2.400 sono morte, stiamo parlando di un virus la cui mortalità è pari al 3% circa. Ricordo che la Sars viaggiava attorno al 9%!

Mortalità del coronavirus: 3%

Come mai viene decretato per sei mesi in Italia lo stato di “Emergenza sanitaria”, vengono isolati ospedali e intere città, chiuse scuole, per una banale influenza? Come mai non è stato fatto per la sars, l'aviaria, la mucca pazza? Ovviamente ci devono essere altre spiegazioni...

Sembreranno queste delle eresie per chi si informa solo tramite la televisione.
Forse a chi sta arraffando nei supermercati scatolette di tonno pinna gialla e fagioli borlotti; a chi sta riempiendo il carrello di acqua in bottiglia e confezioni di pile tripla A per la nuova torcia acquistata su Amazon assieme all'immancabile best seller: “Come sopravvivere ad un confluitto nucleare”, sfugge un piccolo particolare. 
Nessuno ha detto loro che ogni anno muoiono in Italia per influenza stagionale moltissime persone. Ma tutti quanti stanno attendendo con trepidazione il vaccino!

Secondo il dottor Fabrizio Pregliasco, virologo dell'Università di Milano, “in Italia i virus influenzali causano direttamente all'incirca 300-400 morti ogni anno, con circa 200 morti per polmonite virale primaria. A seconda delle stime dei diversi studi, vanno aggiunti tra le 4.000 e le 10.000 morti 'indiretti', dovute a complicanze polmonari o cardiovascolari, legate all'influenza”.

Ogni anno in Italia muoiono 10.000 persone
per complicanze da virus influenzale

Se teniamo conto che ogni anno muoiono 10.000 persone anche per infezioni prese in ospedale, il quadro assume una connotazione paradossale.
Quindi in Italia ogni anno più di 20.000 persone se ne vanno al creatore per un virus stagionale o per una infezione ospedaliera e per UN morto in Veneto siamo quasi alla Legge Marziale?
Qualcosa sfugge alla logica, anche perché il morto in questione, come la maggioranza delle persone interessate da infezioni simili, non era proprio un giovanotto: aveva 78 anni e non godeva proprio di perfetta salute.
Infatti l'altro tassello che manca a quelli che girano disperati per i centri commerciali alla ricerca dell'ultima bottiglia di Amuchina, è che nessuno muore per un virus, ma sempre per l'aggravamento di patologie pregresse.
Una persona in perfetta salute può morire per un virus? Assolutamente si, se il patogeno è appiccicato al paraurti del camion che la investe!

La paura alimenta la paura
Per essere mantenuti in uno stato di terrore e ipnosi oltre alla televisione ci hanno messo a disposizione Whatsapp, una app sicuramente utile, il cui rovescio della medaglia però è inquietante...
I messaggi sulla diffusione del coronavirus che viralmente girano in tutti i cellulari sono molto pericolosi, sicuramente più del virus stesso (se mai esistesse), sia per la pervasività che per la carica e forza creatrice del nostro pensiero, che se come detto diventa collettivo (eggregora), rafforza e amplifica ulteriormente la paura.

La Paura alimenta la Paura

Per accendere la televisione, normalmente, bisogna trovarsi a casa; mentre Facebook e WhatApp sono sempre con noi, perennemente con noi. Il cellulare ce lo portiamo sia in cesso che a letto, e a breve non potremo separarlo dal corpo perché lo avremo impiantato come protesi potenziatrice.
Quindi i dispositivi digitali sono onnipervasivi...

Fisiologia della paura
Vediamo ora cosa accade all'organismo quando si è in preda della paura.
Quando respiriamo e mangiamo paura da mattina a sera, il Sistema Nervoso Simpatico istantaneamente e istintivamente produce una cascata ormonale, liberando catecolamine come «noradrenalina» e «adrenalina» e ormoni come «estrogeno», «testosterone» e «cortisolo».
L'organismo reagisce con l'aumento del tono muscolare per l’azione (attacco o fuga) e con l'aumento della frequenza cardiaca (per far scorrere più velocemente il sangue) e del ritmo respiratorio per aumentare l’apporto di ossigeno.
Il fegato genera lo zucchero (leggasi diabete) partendo dal glicogeno, il tutto per avere energia per l'attacco o la fuga. Aumenta perfino il fattore di coagulazione del sangue per minimizzare eventuali perdite da ferite, e i vasi si restringono nell’apparato gastro-intestinale (non dobbiamo digerire se stiamo rischiando la vita).

Questo sconvolgimento elettro-chimico-fisico è totale e assolutamente funzionale in natura (per gli animali) cioè quando si vive realmente un pericolo. Ma tutto torna alla normalità quando il pericolo è finito.
L'uomo rispetto agli animali è dotato della mente: uno straordinario strumento che se viene usato male, lo inguaia.
Gli animali per esempio non hanno paura dei virus, perché non sanno cosa siano; i bambini piccoli non hanno paura della morte perché non la conoscono!
La mente dell'uomo invece è in grado di generare i problemi semplicemente pensando e vedendo un messaggio al cellulare. Poi la mente continua ad alimentarli rimuginandoli...
Oltre a quanto detto, una delle prime cose che il cervello dell'uomo attiva quando c'è paura sono i Tubuli Collettori dei reni! Lo scopo è trattenere il liquido più importante e prioritario per la Vita umana: l'acqua. Quindi ci gonfiamo e potenziamo gli edemi, anche quelli cerebrali.

Infine l'ultimo tassello da conoscere è che nel cervello esiste una piccolissima ghiandola detta ipofisi (pituitaria) che svolge un ruolo centrale in tutto questo. La sua parte anteriore si chiama “adenoipofisi”, quella posteriore “neuroipofisi”
L'adenoipofisi secerne: FSH e LH (ormoni mestruali), TSH (ormone tiroideo), GH (ormone della crescita), Prolattina, ACTH (cortisolo). Mentre la neuroipofisi secerne solo due ormoni: Ossitocina (l'ormone dell'amore) e ADH (l'ormone della paura).
L'Ossitocina viene prodotta durante l'atto sessuale, durante il parto e l'allattamento, ecc. e viene chiamata l'ormone dell'Amore, perché indica che si sta provando piacere.
L'ADH è invece l'ormone della paura, e funge da antidiuretico, cioè fa trattenere liquidi.

La cosa interessantissima è che la neuroipofisi può secernere SOLO UNO dei due ormoni contemporaneamente.
Il significato di questo è molto profondo: l'uomo può scegliere se vivere nell'Amore e nel piacere (ossitocina), oppure nella paura (ADH).
Contemporaneamente, queste due condizioni sono impossibili: da qui possiamo comprendere che il contrario dell'amore è proprio la paura!

Paura e Amore sono in antitesi!

In quale stato d'animo vogliamo vivere? Quale mondo vogliamo lasciare ai nostri figli?
La strada imboccata sta alimentando l'egregora, cioè quel mostro che a sua volta fomenterà il terrore per autoalimentarsi, se invece si vuole un mondo migliore allora è arrivato il momento di cambiare!
Piuttosto che far girare video e/o messaggi che abbassano il livello e la vibrazione delle coscienze - partecipando de facto al gioco del Sistema - facciamo girare materale utile al risveglio delle coscienze.

Messaggi che illustrano per esempio che i microrganismi non sono esseri demoniaci pronti a sterminare il pianeta, ma esseri viventi che popolano la Terra da milioni di anni, ben prima che il bipede chiamato uomo facesse la sua apparizione. Oggi questi vivono all'interno e all'esterno dell'uomo nel cosiddetto Microbiota, e il loro numero è 10 volte superiore a quello di tutte le cellule organiche. Da questo punto di vista la guerra al microbo è follia allo stato puro: combattere i microbi significa uccidere l'uomo stesso. Ecco perché la parola chiave non dovrebbe essere guerra ma simbiosi.
Messaggi quindi che spiegano che il microbo non è nulla a confronto del terreno biologico dell'uomo. Se il suo terreno è in salute non c'è trippa per gatti!

E se siamo nell'amore e nel piacere, non possiamo avere paura, e se non si ha paura si è fuori dal Sistema: si è Uomini Liberi...

PS: per questa breve analisi non importa sapere se il virus è uscito accidentalmente dal laboratorio cinese di Wuhan per un errore umano, o se è stato ingegnerizzato e messo in circolazione dall'America come atto di guerra economica alla Cina, o se invece si tratta delle prove generali di una futura pandemia, con l'intento di verificare le reazioni delle masse...
Cambiano gli scenari (addendi) ma il risultato non cambia: lo scopo è sempre il controllo dell'uomo!
Il Sistema si nutre di odio, paura e terrore, per cui se interrompiamo questo circolo vizioso e perverso lo faremo morire d'inedia...

Dal libro: "Cavie umane nel Nuovo Millennio", ed. Medea

Più della metà dei farmaci approvati presentano gravi reazioni avverse non scoperte nelle fasi di sviluppo e ricerca precedenti alla commercializzazione (1).
I soli Stati Uniti registrano più di due milioni di casi di gravi reazioni avverse ogni anno con più di centomila casi di morte (2).
Questi dati non vengono quasi mai diffusi dai media che, di solito, si concentrano esclusivamente sugli scandali del singolo farmaco, che viene ritirato dal mercato, oppure sulla spregiudicatezza delle sperimentazioni nel terzo mondo.
Si tratta di dati che si prestano ad una doppia lettura: da una parte vi è chi sostiene l’abolizione di pratiche altamente insicure e con potenziali devastanti, dall'altra vi sono i sostenitori della ricerca farmacologica, per i quali i danni collaterali sono inevitabili sacrifici sull'altare della scienza.

Quel che conta, però, è che in entrambi i casi stiamo parlando, di farmaci che avevano passato tutti i test di sicurezza previsti dalle legislazioni nazionali e internazionali.
Più di centomila casi di morte nei soli Stati Uniti a causa di quei farmaci considerati abbastanza sicuri da essere commercializzati.

Ebbene: si consideri che nel mio lavoro vengo a contatto molto spesso con farmaci così devastanti da non ricevere neanche l’autorizzazione al commercio.
E scordatevi la sperimentazione animale come metodica di valutazione della sicurezza di un nuovo farmaco: non funziona e, in seguito, capirete il perché.
Le vere cavie sono uomini e donne talmente disperati da prestarsi alle sperimentazioni.
Questi uomini e donne si affidano a me, o a persone come me, per essere sottoposti a esperimento.
In alcuni casi si tratta di persone sane che, in cambio di soldi, assumono, le nuove molecole sviluppate in laboratorio affinché ne sia valutata l’efficacia o la pericolosità; in altri casi si tratta di persone già malate che si offrono gratuitamente per alimentare una speranza.

Dopo una prima fase di prove su animali, che non fornisce dati utili ma che è necessaria esclusivamente ad ottenere le autorizzazioni per procedere alle sperimentazioni successive, iniziano, per un obbligo di legge, le sperimentazioni umane.

Il vero scandalo non sono i morti da farmaci in commercio che, rispetto a qualche decennio fa, sono molto minori. Non sono i farmaci che vengono ritirati dal mercato perché più dannosi che benefici. Non sono i singoli casi di reazioni allergiche.
Il vero scandalo sono le sperimentazioni prima della messa in commercio.
Il vero scandalo sono le prove su uomini e donne di molecole nuove di cui non si sa praticamente nulla; sono le false speranze che si danno ai malati che si offrono come cavia; sono gli uomini tranquillizzati da inutili dati su animali.

E sono le leggi che permettono tutto questo. Le legislazioni che regolamentano la sperimentazione sull'uomo sono sostanzialmente simili per l’Unione Europea, da cui derivano poi le singole leggi nazionali, e per gli Stati Uniti. In Svizzera, patria di molte multinazionali del farmaco, la legge attuale sostanzialmente trascura la tutela delle cavie umane, tanto che è al vaglio un nuovo progetto di legge sulla ricerca sull’essere umano.
(…)

Le Investigator's Brochure
Al cambio attuale si parla di circa 700 euro = 1043 dollari = 1200 franchi svizzeri.
Tanto vale la vita di una cavia umana.
Un cane beagle (razza canina utilizzata nei laboratori) costa circa 300 euro.

Ormai ogni volta che mi arriva in mano una nuova Investigator's Brochure mi vengono i sudori freddi.
Le Investigator's Brochure sono tra le cose più segrete che possano esistere.
Sono dei dossier delle industrie del farmaco che raccolgono TUTTE le informazioni su una nuova molecola non ancora in commercio, le proprietà chimico-fisiche e farmaceutiche, gli studi eseguiti con i primi metodi di screening in vitro, i risultati delle sperimentazioni sugli animali, i risultati delle sperimentazioni sull'uomo, gli effetti collaterali, la validità presunta o verificata del trattamento terapeutico, ecc.

Allegato alla Investigator's Brochure c'è un contratto della stessa società che garantisce la copertura economica della sperimentazione sull'uomo.
In altre parole, la società che paga il tutto, nella Investigator's Brochure, è definita "Sponsor".
Ad esempio, un contratto tipico di una importante società che chiede di trovare e sperimentare su almeno 400-450 cavie già malate che si offrono gratis, offre in cambio circa 300 mila euro divisi tra versamenti subito, dopo l’arruolamento di un determinato numero di cavie e alla fine dello studio.
Quindi, in totale, più di 650 euro a cavia.

Le Investigator's Brochure variano nel tempo all’aumentare delle informazioni.
Ad esempio una Brochure Versione 1 di una nuova molecola in prova è una documentazione di vari risultati, ottenuti principalmente su animali, e con nessuna informazione per l’uorno. Quindi è la più pericolosa perché qui le cavie umane dovranno testare una molecola di cui praticamente non si sa nulla rispetto alle reazione dell'organismo umano. E’ il massimo rischio possibile.
(…)

La prima Brochure di cui vi svelo il contenuto è una Versione 1, cioè una di quelle che ci arrivano per testate per la prima volta su un uomo una molecola nuova.
Sono poche pagine in quanto non esistono risultati validi da considerate.
Le prove su animali indicano che esistono reazioni avverse leggere e/o moderatamente gravi sia nei ratti che nelle scimmie soprattutto nei polmoni e nel fegato.
Già a pagina 2 dell'introduzione viene però specificato il nostro compito: cercare la Maximum Tolerate Dose (MTD), la dose massima tollerata (3).
In parole comprensibili anche ai non addetti ai lavori, quello che dovremo fare è:

1) trovare e convincere cavie umane a testare su di sé sostanze di cui non si sa praticamente nulla;

2) iniziare a sperimentare su di loro, aumentando la dose finché non si trova quella che uccide o fa rischiare la vita.

Prima ancora di addentrarci in studi specifici, dobbiamo capire fino a quanto possiamo "spingere" con le dosi, fino a quanto possiamo infierire. E per farlo non c 'è altro, modo se non quello di aumentare le dosi fino ad arrivare al punto in cui si manifestano significativi o devastanti effetti collaterali utili per le nostre annotazioni statistiche.

Informazioni: nessuna.
Rischio: massimo.

Attenzione, il rischio non è massimo solo perché non esistono informazioni utili; il rischio è massimo perché, andando quasi alla cieca, dobbiamo continuamente aumentare le dosi dell’esperimento fino a trovare la massima dose tollerata.
Se un primo esperimento non dà grossi effetti né positivi né negativi, dobbiamo rifarlo aumentando le dosi e cercare di "trovare" il limite.

Note
1)      Moore T.J., Psaty B.M. & Furberg C.D. Time to act on drug safety. JAMA, 279: 1571-1573, 1998.
2)      Lazarou J, Pomeranz B.H., Corey PN. Incidence of adverse drug reactions in hospitalized patients. A meta-analysis ofprospective studies. JAMA, 279:1200-1205, 1998.
3)      The anticipated first-in-patient study will be a ... parallel-arm escalation study designed to access safety and tolerability, and to determine wheter the maximum tolerated dose (MTD) of... is reached ...


Marcello Pamio

Siamo stati - dicono - sulla Luna, abbiamo inviato sonde su alcuni pianeti del sistema solare e la tecnologia sta facendo letteralmente sognare l’uomo. Nonostante questi indubitabili passi da gigante, c’è una parte della scienza che è rimasta ferma al Medioevo e forse ancor prima: la ricerca in ambito medico.
Nell’epoca dei computer tascabili, ogni anno vengono uccisi milioni di animali per sperimentare farmaci, vaccini e nello sviluppo di apparecchiature! Centinaia di milioni di esseri viventi, tra cui topi, ratti, e cavie, ma anche conigli, cavalli, pecore, uccelli, cani, gatti e primati, vengono per così dire, immolati ogni anno, sull’altare della cosiddetta scienza, il tutto ovviamente per il nostro benessere, almeno questo è quello che ci dicono. Ma è proprio così?
Forse no, visto che, nonostante i 58.000 farmaci, gentilmente messi a disposizione dall’industria farmaceutica, per le 40.000 malattie diverse, continuiamo a morire per patologie cardiovascolari, tumorali e cronico-degenerative.
Per capirne di più, siamo andati ad intervistare il dottor Stefano Cagno, alla presentazione del suo ultimo libro Tutto quello che dovresti sapere sulla vivisezione, organizzata a Padova dalla Lav (Lega anti-vivisezione), con la presenza della d.ssa Maria Concetta Digiacomo.
Cagno è un medico chirurgo specializzato in psichiatria e lavora a Milano come dirigente ospedaliero.

Dottor Cagno, perché un libro simile? Com’è nata l’idea…
L’idea non è stata mia ma di Viviana Ribezzo, l’editrice delle Edizioni Cosmopolis. Un giorno mi propose di scrivere un libro semplice sull’argomento, ma all’inizio, per via dei troppi impegni, declinai. Poi col passare del tempo, mi sembrò una buona idea e alla fine accettai.
La sperimentazione animale - basata su preconcetti - è nata in tempi lontanissimi, dove la maggior parte delle persone non sapevano neanche leggere, ed è sopravvissuta grazie all’ignoranza, cioè alla non conoscenza delle persone. Perché non offrire a tutti uno strumento snello per cominciare ad informarsi correttamente sulla vivisezione?

Quanto è importante la conoscenza del fenomeno?
Se le persone sapessero realmente cosa accade nei laboratori di sperimentazione; se sapessero solo alcune cose, probabilmente sarebbero tutti contrari a tale abominio, e non mi riferiscono solo gli animalisti, ma a tutti quanti, anche a coloro che detestano gli animali.
Se queste persone venissero a sapere che il 92% delle sostanze chimiche che superano brillantemente la sperimentazione sugli animali NON superano poi la sperimentazione umana (obbligatoria per legge), come si comporterebbero?
Questi sono dati FDA (Food and Drug Administration).
Nel 92% dei casi, le sostanze chimiche che risultano ‘sicure’ per gli animali, non diventeranno MAI un farmaco, e questo perché nell’uomo risultano essere tossiche o non funzionano, o entrambe le cose.
Rimane un banale 8%.
Ma il 51% di questo 8%, cioè oltre la metà delle sostanze che superano la sperimentazione animale e anche quella umana, secondo l’Associazione dei medici americani, presentano gravi reazione avverse.
In pratica il 51% dei farmaci che vengono commercializzati inducono pericolosi problemi sanitari. Tradotto in numeri: 100.000 statunitensi muoiono ogni anno per quei farmaci che risultano essere sicuri negli animali!
Questo le persone devono sapere.

Perché parla di preconcetti?
La vivisezione sopravvive oggi grazie ai preconcetti che i mass-media hanno trasmesso nei decenni e nei secoli passati alle persone.
Uno di questi preconcetti è che grazie al “sacrificio” degli animali, si può procedere a scoperte scientifiche che potranno fare il bene della nostra specie. Quindi è giusto e doveroso sacrificare gli animali per il bene dell’uomo!
Questo è un vero e proprio preconcetto: non solo non c’è alcuna dimostrazione scientifica di questa affermazione, ma esistono sempre più studi che affermano il contrario, ossia che dal sacrificio degli animali si ottiene un danno agli animali stessi, e poi un danno all’uomo.

E’ più corretto parlare di vivisezione o sperimentazione animale?
Sperimentazione animale e vivisezione sono due sinonimi.
Paradossalmente molte persone che sperimentano su animali dicono di essere contrari alla vivisezione perché loro “sperimentano su animali”, “non sezionano gli animali da vivi”, quindi questo non li farebbe soffrire.
Ma la sofferenza di un animale non la si provoca solo sezionandolo dal vivo: ci sono mille modi diversi per farlo soffrire. Stare in una gabbia, spesso minuscola, senza relazioni sociali con la stessa specie, con la luce sempre accesa, e già questa una forma di sofferenza.
Altra cosa che dicono i ricercatori è che durante gli esperimenti “gli animali non soffrono perché vengono applicate tutte le precauzioni”...
Questo è molto interessante, perché gli stessi dati ufficiali britannici smentiscono tali affermazioni: nel 70% dei casi non viene dato né anestesia, né analgesia e nella maggioranza del rimanente 30% viene dato solo un antidolorifico.

Dopo quello che ha appena detto, come fanno i vivisettori a studiare sugli animali un farmaco contro il dolore senza farli soffrire?
Per studiare i farmaci antidolorifici, si deve studiare il dolore, e come si fa a studiare il dolore senza indurlo nell’animale?
E’ così ovvio che è perfino banale: se non fanno soffrire un animale, non riescono a valutare se il farmaco funziona oppure no! Per esempio, per studiare le fratture, vengono spezzate le zambe agli animali. Come si fa a dire che non soffrono?
Io faccio lo psichiatria e detto tra noi, psichiatri, psicologi e fisiologi sono le categorie peggiori, quelli che fanno gli esperimenti più perversi.
Uno degli esperimenti classici in psichiatria e psicologia consiste nel prendere un animale, di solito un gatto, e impiantargli elettrodi nella testa e successivamente fargli passare la corrente elettrica.
Possiamo ancora negare che quell’animale soffra?

I vivisettori per studiare gli antidolorifici inducono il dolore negli animali, ma cosa fanno per studiare gli psicofarmaci? Come possono estrapolare dati utili per l’uomo, studiando un farmaco per il disturbo bipolare, schizofrenia o depressione su dei poveri animali?
Gli scienziati odierni hanno la presunzione di estrapolare i dati dagli animali agli esseri umani, o da una specie ad un’altra. Questo è, per usare le parole del grande Pietro Croce, un ‘errore metodologico’.
Io in ambito psichiatrico parlo di doppio errore metodologico, perché non solo non si ha lo stesso substrato biologico, ma con gli animali non condividiamo neppure la stessa modalità di comunicazione. Non siamo in grado di comprendere il linguaggio degli animali, quindi non possiamo capire esattamente cosa vogliono comunicarci quando miagolano, ragliano, ecc.
Come fanno a studiare le patologie psichiatriche negli animali che non parlano?
Vi spiego un trucco da vero prestigiatore che finora ha funzionato bene…
Vengono date agli animali delle sostanze chimiche, per esempio allucinogeni, che fanno cambiare il loro comportamento, e poi si presume che tale cambiamento del comportamento sia indice di una malattia mentale paragonabile a quella umana.
Da sempre ci continuano a dire che i vivisettori utilizzano gli animali perché sono differenti da noi, perché non hanno lo stesso sviluppo cognitivo, ecc.
Ma quando studiano per esempio la depressione, schizofrenia, l’ansia negli animali non gli riconoscono un mondo emotivo? Se questi animali non hanno un mondo emotivo, non vivono emozioni e non soffrono, allora il discorso decade da solo. Viceversa, se ce l’hanno, allora bisogna anche porsi il problema della sofferenza.
Ma non finisce qua, perché la cosa veramente incredibile è che tutti gli psichiatri del mondo per fare una diagnosi usano il DSM, il Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali.
In tale manuale c’è scritto che per ogni diagnosi devono essere soddisfatti certi criteri. Alla fine sono riportati i cosiddetti “criteri di esclusione”. Questi criteri escludono la diagnosi quando vengono soddisfatti. Sapete qual è il criterio di esclusione uguale per tutte le patologie psichiatriche? “Bisogna escludere l’assunzione di sostanze psicoattive o malattie internistiche che possono essere responsabili di quei sintomi”.
E’ chiaro? In pratica, i criteri stessi attraverso i quali si creano degli animali psicotici, depressi o ansiosi, in realtà per i clinici, sono esattamente i criteri per escludere quelle stesse malattie!
In parole povere se un essere umano è allucinato perché ha assunto un allucinogeno dico che è drogato e non schizofrenico, se invece ad un animale somministro un allucinogeno dico che è schizofrenico.
Che tipo di rapporto, vicinanza o relazione c’è tra un modello che viene creato utilizzando dei criteri che sono escludenti la stessa condizione nell’uomo?
Questa, visto l’argomento, è follia pura o totale irrazionalità.

Per i farmaci tradizionali c’è la sperimentazione su animali e poi sull’uomo: vale la stessa cosa per gli psicofarmaci?
L’iter della sperimentazione degli psicofarmaci è identica a quella per i farmaci.
Se una casa farmaceutica vuole mettere sul mercato un nuova sostanza chimica, prima la sperimenta negli animali, dopo su persone che hanno un disturbo specifico e su volontari sani, che accettano di diventare “cavie umane” per denaro...

Alla fine la sperimentazione a chi serve?
La sperimentazione su animali serve soprattutto alle industrie farmaceutiche, perché possono cambiare specie animale e cambiando specie, ottengono tutto e il contrario di tutto, quindi selezionando la specie giusta possono sempre ottenere ciò che vogliono.
Possono dimostrare che la diossina è tossica, come nell’uomo, oppure totalmente innocua. Per il porcellino d’india per esempio la diossina è letale come per l’uomo, mentre per il criceto è innocua. Quale animale le case farmaceutiche utilizzeranno per studiare la diossina: il criceto o il porcellino?
Razionalmente e fisiologicamente siamo più vicino ad un porcellino d’India o a un criceto? Quando si hanno dati decisamente opposti, come si fa a stabilire qual é il modello per l’uomo? Si sperimenta sull’uomo che diventa così la vera “cavia” sulla quale otteniamo le informazioni corrette!

Dire NO alla sperimentazione animale ha quindi un valore etico e morale nei confronti del mondo animale, da una parte, e dall’altra salutare per l’essere umano. Ma quali sono le alternative alla vivisezione?
Gli strumenti sono moltissimi, la farmaco-genomica è una.
La farmaco-genomica è quella branca della scienza che associa l’assetto genetico di una persona ad una possibile risposta ad una determinata sostanza.
Se ho un gene di un tipo piuttosto che un altro, con questa tecnica posso capire se potrò avere un vantaggio o uno svantaggio da quella sostanza specifica. Attraverso la farmaco-genomica potrei stabilire a priori chi è allergico o no alla penicillina tanto per fare un banale esempio.

Ringraziamo il dottor Stefano Cagno per la gentile disponibilità, ma soprattutto per la competenza e semplicità con cui ha spiegato queste delicatissime tematiche.
Da questa intervista sorgono alcune domande: l’attuale crescita esponenziale di patologie è forse il prezzo che stiamo pagando per uno stile di vita innaturale? La sofferenza che infliggiamo a miliardi di innocenti esseri, sia tramite assurde abitudini alimentari, sia attraverso la sperimentazione e i prodotti di quest’ultima: i farmaci, ci sta tornando indietro come un boomerang?
Sembra proprio di sì: l’italiano medio in un anno mangia oltre 250 Kg di proteine di animali, tra cui carne, uova, pesce, latte e derivati, e ingolla oltre 30 scatole di medicinali (434 euro all’anno, dati Osmed 2011).
E’ arrivato il momento di prendere coscienza del gravissimo problema, iniziando a comportarsi di conseguenza, e cioè vivendo con coerenza, in maniera naturale e semplice, senza creare inutile sofferenza!

Nel suo ultimo libro (“Colesterolo: menzogne e propaganda”), un cardiologo e ricercatore al CNRS, il dottor Michel de Lorgeril mette un bastone tra le ruote. Secondo lui, far abbassare il colesterolo non serve a niente, buono e cattivo non avrebbe alcun senso e le statine sarebbero addirittura inutili.
In breve secondo lui, il colesterolo permetterebbe soprattutto alle industrie di fare un sacco di soldi...

  1. Colesterolo redditizio per i laboratori

D: Perché il colesterolo è così diffamato?
R: Dr. Michel de Lorgeril:  "Il colesterolo è diventato il nemico numero uno nella prevenzione delle malattie cardiovascolari, perché fa comodo a tutti. Gli interessi economici in gioco sono enormi, soprattutto dopo l’arrivo delle statine. Le aziende farmaceutiche hanno fatto di gran lunga i loro conti. I farmaci anti colesterolo rappresentano uno dei più grandi affari del mercato mondiale.
Contribuiscono a oltre 1 miliardo di euro nel deficit della previdenza sociale.
Anche le industrie agroalimentari beneficiano di questo, con le loro margarine e yogurt presumibilmente anticolesterolo.
Interessa anche molti medici che così possono praticare una medicina per così dire sistematica"

2. Colesterolo buono e cattivo "di altezza"

D: I termini buono e cattivo, o tasso normale che senso hanno?
R: Dr. Michel de Lorgeril:  "Il concetto di colesterolo 'buono' e 'cattivo' è una panzana.
Pure Walt Disney con la strega cattiva e la fata bella cercano di nascondere le debolezze della teoria del colesterolo. Vi sono studi clinici come Illuminate del 2007, che mostrano come l'aumento del colesterolo buono e l’abbassamento di quello cattivo non proteggono dalle malattie cardiovascolari!
Quanto al tasso normale di colesterolo, si parla sempre di una media. Per i parametri biologici o fisiologici, ci sono le medie e delle differenze. Una persona può avere dei valori medi verso l’alto odei valori medi verso il basso, senza avere per questo un problema di salute.
"

  1. I pericoli del colesterolo sono una credenza?

D: Perché siete contrari alla teoria comunemente accettata sui pericoli del colesterolo?
R: Dr. Michel de Lorgeril: "Secondo questa teoria, il colesterolo è tossico per le arterie.
Rappresenterebbe  la principale causa di infarti, ictus e complicanze cardiovascolari.
Più il colesterolo aumenta e maggiore è il rischio. Viceversa più il suo tasso è basso e più il pericolo diminuisce. Alcuni fautori di questa teoria, raccomandano quindi di abbassare al massimo il colesterolo. Ma queste sono solo delle ipotesi senza validazione scientifica. Sono credenze indotte  dalle industrie farmaceutiche e alimentari. E non hanno una base razionale.
"

  1. Colesterolo e infarto: nessun rapporto?

D: Il colesterolo alto non è sinonimo di malattia cardiovascolare?
R: Dr. Michel de Lorgeril: "L’aumento del colesterolo non è di per sé una causa di problemi cardiovascolari. Esso può per contro essere letto come una alterazione dello stile di vita nei parametri biologici, vera e unica cause della malattie cardiovascolari.
Chiaramente, il colesterolo è un semplice indicatore di rischio.
Numerosi studi vanno in questa direzione.
Dagli anni '70, i dati mostrano che la mortalità cardiaca rimane generalmente la stessa, a prescindere dal livello di colesterolo nel sangue.
Il nostro stile di vita e le nostre condizioni di esistenza, diminuiscono l’aspettativa e speranza di vita, non il colesterolo.
"

  1. Far abbassare il colesterolo non serve a niente

D: Il livello di colesterolo non fornisce alcuna protezione?
R: Dr. Michel de Lorgeril:  "No, far abbassare il tasso di colesterolo non serve a niente.
Tutti gli studi clinici pubblicati dopo il 2005 sono stati negativi sulla questione. Il tasso di colesterolo si può ridurre con la dieta o l'assunzione di farmaci. Ma se contemporaneamente, lo stile di vita non cambia, il rischio rimane lo stesso. Se per esempio una persona continua a fumare, pensando di essere protetto dalla statina, essa andrà verso il disastro"

  1. Statine: nessuna prevenzione

D: Le statine aiutano a proteggere dalle malattie cardiovascolari?
R: Dr. Michel de Lorgeril: "No, non forniscono alcuna protezione. Abbassano il colesterolo ma senza alcun effetto sulla mortalità. Molti studi su questi farmaci restano sospetti a causa del coinvolgimento delle industrie farmaceutiche.
Il programma ALLHAT del 2002, il solo sponsorizzato da istituzioni pubbliche indipendenti, non mostra alcuna protezione malgrado il colesterolo basso.
Tutti gli studi dopo il 2005 non mostrano alcun effetto sulla mortalità, a parte il recente e molto controverso studio Jupiter. Sul rischio di ictus, non c’è nessuna prova o dato scientifico dell’utilità delle statine. Stessa cosa nell’insufficienza cardiaca
"

  1. Gli effetti collaterali delle statine

D: Ci sono rischi per i pazienti che assumono le statine?
R: Dr. Michel de Lorgeril: "Le statine hanno numerosi effetti collaterali. Per le persone attive, sembrano influenzare la qualità della vita causando dolori muscolari e depressione.
A lungo termine, esiste anche un aumentato rischio di cancro, specialmente nelle persone con più di 60 anni. Lo studio PROSPER del 2002 mostra maggior incidenza di cancro e numero di morti per cancro nei pazienti che usavano la pravastatina, rispetto alle persone senza trattamento.
Attenzione però, i pazienti non devono interrompere il trattamento farmacologico senza prima parlarne con il loro medico.
Ma la prescrizione di statine sembra peggiore del sangue infetto in termini di numeri. Ben 7 milioni di francesi prendono questi farmaci inutilmente
. "

  1. Le vere cause delle malattie cardiovascolari

D: Se il colesterolo non c’entra, cosa provoca gli infarti?
R: Dr. Michel de Lorgeril: "L’infarto viene quando c’è un’arteria coronaria completamente bloccata. Nella maggioranza dei casi, la causa è un coagulo di sangue. La formazione del coagulo dipende da tre fattori: l'aggregazione delle piastrine sanguigne, la coagulazione e la fibrinolisi, un meccanismo anti coagulo. Il colesterolo interviene in uno di questi fenomeni.
Quanto alle lesioni aterosclerotiche, esse intasano le arterie in parte, ma mai completamente. Il colesterolo rappresenta al massimo il 10% di queste lesioni. Quindi 10% di una parziale ostruzione, che non è essa stessa responsabile dell’infarto. "

  1. Come proteggere il cuore e le arterie

D: Quali misure dovrebbero essere prese per proteggersi dalle malattie cardiovascolari?
R: Dr. Michel de Lorgeril: "Tutte le malattie cardiovascolari sono malattie legate allo stile di vita. Da qui l'importanza di agire in particolare su tre fattori: fumo, esercizio fisico e dieta.
Chiaramente, non fumare e cercare di respirare aria pulita. Si dovrebbe anche effettuare una adeguata attività fisica.
Per l’alimentazione, la dieta mediterranea ha dimostrato la sua efficacia clinica. In sintesi, una dieta ricca di cereali non raffinati, frutta e legumi freschi, legumi secchi, noci e frutta essiccata, olio d'oliva e erbe aromatiche
.

  1. Perché il mondo medico rimane in silenzio

D: Perché molti medici non condividono i loro dubbi sul colesterolo e statine?
R: Dr. Michel de Lorgeril: "In primo luogo, non hanno accesso ai media. Ma se molti medici non dicono nulla, è anche per paura. Uno dei più grandi epidemiologi mondiali ha appena letto il mio lavoro sullo studio Giove, che riguarda l'uso preventivo delle statine. Ha detto che approva e mi sostiene. Ma si rifiuta di co-firmare il mio articolo. Il motivo: l'università per cui lavora ha contratti con l'industria farmaceutica…
Per quanto riguarda i medici di base, molti non hanno il coraggio di esprimere i loro dubbi a pazienti per paura di essere criticati dal cardiologo dell’ospedale. "

Fonti:

-  Colesterolo, bugie e la propaganda, il dottor Michel de Lorgeril, ed. Thierry Souccar 2008 delorgerilm20071001ent1

- Effetti del Torcetrapib nei pazienti ad alto rischio di eventi coronarici, Barter PJ et al, N Engl J Med 2007 ..

- colesterolo HDL, livelli molto bassi di colesterolo LDL ed eventi cardiovascolari, Barter PJ et al, N Engl J Med, 2007.

- i risultati principali in pazienti ipertesi moderatamente ipercolesterolemici randomizzati a pravastatina vs consueta attenzione: l'ALLHAT-LLT, ALLHAT Collaborative Research Group, JAMA, 2002.

- Rosuvastatina nei pazienti anziani con insufficienza cardiaca sistolica, Kjekhus J et al, N Engl J Med 2007

- Pravastatin in individui anziani a rischio di malattia vascolare (PROSPER): un trial randomizzato controllato, Pastore J et al, Lancet, 2002 ..

- Alte dosi di atorvastatina vs simvastatina a dosaggio standard per la prevenzione secondaria efficace infarto del miocardio. Lo studio IDEAL: uno studio controllato randomizzato, Pedersen TR et al, JAMA, 2005 ..

- è relazione betweens colesterolo e rischio di morte prematura per malattia coronarica continuo e graduale? Accertamenti 356,222 screenees primarie del MRFIT, Stamler J et al, JAMA, 1986 ..

- Dieta mediterranea, tradizionale factoring rischio e il tasso di complicanze cardiovascolari efficace infarto del miocardio - Relazione finale del Lyon Diet Heart Study, De Lorgeril M et al ., Circulation, 1999

Di Olivier Bonnet - Tuttouno.blogspot.it.
Originale pubblicato su alterinfo.net con il titolo “La grande escroquerie du Téléthon. Le professeur Testard dénonce une mystification”. Traduzione a cura di Giuditta

Sono 20 anni che questa “grande fiera” televisiva continua… Ecco cosa ne pensa un ricercatore, uno specialista in biologia della riproduzione.

È scandaloso. Il Telethon raccoglie annualmente tanti euro quanto il bilancio di funzionamento di tutto l’Inserm. La gente pensa di donare soldi per la cura. Ma la terapia genica non è efficace. Se i donatori sapessero che il loro denaro, prima di tutto è utilizzato per finanziare le pubblicazioni scientifiche, ma anche i brevetti di poche imprese, o per eliminare gli embrioni dai geni deficienti, cambierebbero di parere.
Il professor Marc Peschanski, uno dei architetti di questa terapia genica, ha dichiarato che abbiamo intrapreso una strada sbagliata. Si stanno facendo progressi nella diagnosi, ma non per guarire. Inoltre, anche se progrediamo tecnicamente, noi non comprendiamo molto di più la complessità della vita. Poiché non possiamo guarire le malattie, sarebbe preferibile cercare di scoprirne l’origine, prima che si verifichino. Ciò consentirebbe l’assoluta comprensione dell’uomo, di una certa definizione di uomo”. Da un’intervista con Medicina-Douces.com

Jacques Testard, è direttore della ricerca presso l’Istituto Nazionale della Sanità e della Ricerca Medica (Inserm), specialista in biologia della riproduzione, “padre scientifico” del primo bebè-provetta francese, e autore di numerose pubblicazioni scientifiche che dimostrano il suo impegno per una “scienza contenuta entro i limiti della dignità umana”.
Testard scrive sul suo blog, fra l’altro:
Gli OGM (organismi geneticamente modificati) sono disseminati inutilmente, perché non hanno dimostrato il loro potenziale, e presentano un reale rischio per l’ambiente, la salute e l’economia. Essi non sono che degli avatar dell’agricoltura intensiva che consentono ai produttori di fare fruttificare i brevetti sulla Natura e la Vita.
Al contrario, i test terapeutici sugli esseri umani sono giustificati quando sono l’unica possibilità, anche piccola, per salvare una vita. Ma è assolutamente contraria all’etica scientifica (e medica) far credere a dei successi imminenti di uno o di un altro farmaco. Nonostante i numerosi errori, i fautori della terapia genica (spesso gli stessi fra quelli degli OGM) sostengono che “finiremo per arrivarci”, e hanno creato un tale aspettativa sociale che il “misticismo del gene” si impone ovunque, sino nell’immaginario collettivo.
Il successo costante del Telethon dimostra questo effetto, poiché a forza di ripetute promesse, e grazie alla complicità di personalità mediatiche e scientifiche, questa operazione raccoglie donazioni per un importo vicino al bilancio di funzionamento di qualsiasi ricerca medica in Francia. Questa manna influisce drammaticamente sulla ricerca biologica in quanto la lobby del DNA dispone del quasi monopolio dei mezzi finanziari (finanziamenti pubblici, dell’industria e della beneficenza) e intellettuali (riviste mediche, convenzioni, contratti, man bassa sugli studenti…).
Quindi, la maggior parte delle altre ricerche sono gravemente impoverite – un risultato che sembra sfuggire ai generosi donatori di questa enorme operazione caritativa…

Per completare, ultima citazione estratta dal libro di Testard “La bicicletta, il muro e il cittadino”:

Tecnoscienza e mistificazione: il Telethon
Da due decenni, ogni anno, due giorni di programmazione della televisione pubblica sono esclusivamente riservati ad un’operazione orchestrata, alla quale contribuiscono tutti gli altri mezzi di comunicazione: il Telethon. Col risultato che, delle patologie, certamente drammatiche ma che, per fortuna, interessano relativamente poche persone (due o tre volte inferiore alla sola trisomia 21, per esempio), mobilitano molto di più la popolazione e raccolgono molti più soldi rispetto ad altrettante terribili malattie, un centinaio o un migliaio di volte più frequenti.

Possiamo solo constatare un meritato successo di una efficace attività di lobbying e consigliare a tutte le vittime, di tutte le malattie, di organizzarsi per fare altrettanto.
Ma si dimenticherebbe, per esempio, che:

  • il potenziale caritativo non è illimitato. Quello che ci donano oggi contro la distrofia muscolare, non lo doneranno domani contro la malaria (2 milioni di decessi ogni anno, quasi tutti in Africa);
  • quasi la metà dei fondi raccolti (che sono equivalenti al bilancio annuale di funzionamento di tutta la ricerca medica francese) alimentano innumerevoli laboratori che influenzano fortemente le linee guida. Contribuendo in tal modo alla supremazia finanziaria dell’Associazione francese contro la distrofia muscolare (l’AFM che raccoglie e ridistribuisce a suo piacimento i fondi raccolti), sarebbe anche e soprattutto impedire ai ricercatori (statutari per la maggior parte, e quindi pagati dallo Stato, ma anche laureati e, soprattutto, studenti, sicuramente raccomandati, post-dottorato che vivono sul finanziamento della AFM) di contribuire alla lotta contro altre malattie, e/o di aprire nuove strade;
  • non è sufficiente disporre di mezzi finanziari per guarire tutte le patologie. Lasciar credere a questo strapotere della medicina, come lo fa il Telethon è indurre in errore i pazienti e le loro famiglie;
  • dopo venti anni di promesse, la terapia genica, non sembra essere la buona strategia per curare la maggior parte delle malattie genetiche;
  • quando delle somme così importanti sono raccolte, e portano a tali conseguenze, il loro utilizzo dovrebbe essere deciso da un comitato scientifico e sociale che non sia sottomesso all’organismo che le colletta.

Ma anche, come non domandarsi sul contenuto di una “magica” operazione in cui le persone, illuminate dalla fede scientifica, corrono fino ad esaurimento o fanno nuotare i loro cani nella piscina comunale… per “vincere la miopatia”? Alla fine della tecnoscienza, spuntano gli oracoli e i sacrifici di un tempo che credevamo finito…
In conclusione: Non fate donazioni al Telethon!