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Pryska Ducoeurjoly

Tratto dalla rivista belga «Néosanté», n. 139, Settembre 2020.
Tradotto per Disinformazione.it dalla prof.ssa italo-francese Sonia Sonda Zaniol

E se la vaccinazione antinfluenzale avesse provocato l’epidemia di Coronavirus?
Ultimamente Ted Kuntz, presidente dell’Associazione Vaccine Choice Canada, ha osato porre questa domanda scottante in una tribuna1 pubblicata sul sito americano Children Health Defense di Robert F. Kennedy Jr. Questo articolo presenta vari studi che descrivono il fenomeno poco noto dell’interferenza virale. Quest’ultima designa la capacità di un’immunizzazione vaccinale per un certo virus di agire, in senso positivo o negativo, sulla nostra immunità nei confronti di altri virus.

«Un prova randomizzata e controllata contro un placebo presso bambini ha mostrato che il vaccino antinfluenzale ha moltiplicato per 5 il rischio di infezioni respiratorie acute, causate da un gruppo di virus non influenzali, compreso il coronavirus» osserva angosciato Ted Kuntz. Si riferisce allo studio di Benjamin Cowling (2) (2012), cha ha fatto scalpore nel mondo scientifico e trova un significato particolare oggigiorno, perché mostra (anche se si tratta qui di bambini) che una immunizzazione contro l’influenza mediante un vaccino può accrescere il rischio di prendere un coronavirus. Questo studio non è l’unico. Nel 2018 la rivista Vaccine ha pubblicato il lavoro di Sharon Rikin, basato nell’arco di tre stagioni su mille persone, di cui il 68% bambini. Esso dimostra lo stesso fenomeno di interferenza virale con dei virus polmonari non influenzali a seguito della vaccinazione contro l’influenza, ma solo nei soggetti con meno di 18 anni. Finanziata dai Centers for Disease for Control and Prevention americani (CDC), la pubblicazione cita un rischio moltiplicato per 4,8 presso i bambini con meno di quattro anni. La rivista Vaccine ha ugualmente pubblicato nel gennaio 2020 uno studio3 effettuato da GG. Wolf sul personale militare americano, che descrive un analogo fenomeno presso gli adulti. Le migliaia di militari americani che hanno ricevuto il vaccino contro l’influenza hanno presentato una sensibilità accresciuta al coronavirus (+ 36%) e al metapneumovirus (+51 %). Molti altri studi ancora (Kelly et al. 2011, Mawson et al. 2017, Diering et al. 2014) testimoniano la recrudescenza di infezioni acute non influenzali dopo una vaccinazione contro l’influenza, principalmente nei bambini4.

Un’interferenza controversa

Questa ipotesi che la vaccinazione antinfluenzale possa favorire le infezioni da coronavirus o da altro virus respiratorio è contestata dai partigiani della vaccinazione, che forniscono pure loro una serie di studi, come quello di Sundaram et al (2013) o ancora Skowronski et al. (2020).5 Sul primo di tali studi gravano però conflitti di interesse col laboratorio MedImmune (oggi AstraZeneca), il secondo è finanziato dal Ministero della Salute canadese ma sono numerosi gli autori che hanno conflitti di interesse con diversi laboratori di fama.

Allo stato attuale delle conoscenze scientifiche, il fenomeno dell’interferenza virale del vaccino antinfluenzale con altri virus, come i coronavirus, resta per il momento allo stato di ipotesi. Le autorità sanitarie mantengono dunque le loro raccomandazioni in favore della vaccinazione antinfluenzale: essere protetti contro l’influenza e le sue complicazioni può contribuire a ridurre il carico di lavoro sugli ospedali, assicurando che le installazioni siano disponibili per altri pazienti.

Tuttavia questo fenomeno di interferenza virale appare sempre più credibile, come lo sottolinea uno studio inglese6 del 2019 dedicato particolarmente alle interazioni da virus a virus, studio realizzato nel Centro di Ricerche sui virus dell’Università di Glasgow: «il nostro Studio fornisce un sostegno statistico solido per l’esistenza di interazioni tra dei gruppi geneticamente ampi di virus respiratori sia su scala della popolazione sia su quella del soggetto individuale. I nostri risultati implicano che l’incidenza delle infezioni influenzali è legata a quella delle infezioni virali non influenzali». I ricercatori osservano, per esempio, che il rinovirus scompare ogni volta che sopravviene il picco dell’influenza stagionale, poi riappare poco dopo. Essi documentano altri fenomeni di interazioni complesse, con certi virus che agiscono simultaneamente, mentre altri lo fanno al contrario. I coronavirus sembrano così agire in modo sincronizzato con L’adenovirus, la parainfluenza con il VRS (virus respiratorio sinciziale). Tale articolo prova soprattutto la nostra ignoranza delle multiple interazioni virali, su scala individuale o comunitaria.

Ci si può dunque legittimamente chiedere se la protezione influenzale attribuita al vaccino non penalizzi l’immunità di gruppo acquisita naturalmente, a causa di interferenze tra virus. Un vaccino contro l’influenza stagionale generalizzato potrebbe davvero contribuire a perturbare la risposta naturale a un virus lasciando il posto alla circolazione di altri virus non influenzali.

Imbarazzante studio brasiliano

Mentre la vaccinazione antinfluenzale si appresta a ripartire, uno studio brasiliano (7) (e svizzero) arriva a fagiolo per alimentare le argomentazioni provaccinali. Pubblicato in anteprima sul sito MedRxiv (dunque per il momento senza revisione da parte di altri esperti), tale studio sostiene che i pazienti che hanno ricevuto l’ultimo vaccino antinfluenzale presentano in media l’8% di probabilità in meno di aver bisogno di cure intensive, il 18%, sempre in meno, di assistenza respiratoria invasiva e il 17% di soccombere (nella fascia di età compresa tra i 10 e i 18 anni). Da notare che i soggetti sotto i 18 anni rappresentano solo il 2% del gruppo e sono i meno vaccinati, a differenza delle persone più anziane che alla fin fine hanno, secondo detto studio, solo il 3% di beneficio in fatto di mortalità. Si tratta di uno studio di tipo “Big Data” (una tecnica di analisi decisamente criticata dal celebre Didier Raoult) (8). Lo studio si basa su 90 000 casi presi in esame nei Centri di Salute brasiliani, e il gruppo conta in media il 30% di vaccinati contro l’influenza nel 2020. Esso mette in evidenza soprattutto il 47% di decessi, di cui il 15% nei bambini con meno di 10 anni, ciò che appare enorme e non riflette affatto la situazione nella popolazione in generale. Il 66% dei casi avevano infine altre altre patologie. È difficile insomma fidarsi di questo studio, ma si può nondimeno notare che esso sostiene il concetto di interferenza virale, questa volta però a favore della vaccinazione.

La mortalità è maggiore nei paesi più vaccinati?

I dati dell’Unione Europea sulla vaccinazione antinfluenzale e i decessi dovuti ai coronavirus sembrano contraddire lo studio brasiliano. È quello che sottolineano due personalità inglesi, Niall McCrae e David Kurten, in una tribuna pubblicata nel sito evidencenotfear.com (9); il primo è un ricercatore, il secondo un uomo politico. Con l’aiuto dei registri nazionali, essi hanno messo a confronto i tassi di vaccinazione con quelli di mortalità attribuiti al coronavirus.

«Malgrado alcuni casi contrari, è interessante notare che i paesi col tasso di mortalità più elevato - ossia il Belgio, la Spagna, l’Italia, il Regno Unito, la Francia, i Paesi Bassi, la Svezia, l’Irlanda e gli Stati Uniti - hanno tutti vaccinato almeno la metà della loro popolazione anziana contro l’influenza. La Danimarca e la Germania, con un uso minore del vaccino antinfluenzale, hanno per contro una mortalità da Covid-19 alquanto ridotta. Certo, la correlazione non è la causalità, e il numero sproporzionato di decessi da Covid-19 potrebbe spiegarsi con altri fattori. (…). Tuttavia la causa della mortalità dovuta al Covid-19 è probabilmente multifattoriale, mentre il vaccino antinfluenzale va considerato nel quadro di un’inchiesta post mortem più ampia su tale pandemia». Tra le eccezioni si distinguono la Corea del Sud e la Nuova Zelanda, molto vaccinate, le quali vantano un tasso di mortalità decisamente più basso. Esse si distinguono tuttavia per una presa in carico dei pazienti assai diversa.

Per confermare una tale ipotesi, «sarebbe interessante sapere quanti dei decessi attribuiti al Covid-19 sono sopravvenuti in persone cui era stato somministrato, negli ultimi anni, il vaccino antinfluenzale» spiega per parte sua Ted Kuntz, presidente dell’associazione “Vaccine Choice”. È in effetti una domanda cruciale, che meriterebbe uno studio retrospettivo approfondito. Un’idea per Didier Raoult e i suoi 4000 pazienti?

E se si trattasse semplicemente dell’influenza?

Santé Publique France” [Salute Pubblica di Francia], da noi contattata, ci spiega che non dispone di dati definitivi sull’influenza stagionale di quest’anno. Come nella maggior parte dei paesi europei10, si è rapidamente smesso di contabilizzare i morti di tale patologia, per prendere in considerazione solo i morti da Covid-19. L’influenza consueta fa 60.000 morti all’anno in Europa. Ora, in Francia, quest’anno se ne sono registrati meno di 100…, dato per nulla coerente, stante soprattutto il fatto che l’influenza dell’inverno 2019-2020 era annunciata come “severa” dall’OMS, tanto che all’ultimo momento ha persino modificato la composizione dei ceppi vaccinali (11).

Altro punto importante è che la maggioranza dei test PCR è stata orientata per testare il Covid-19 e non più i ceppi di virus influenzali, come era il caso ogni anno in passato. Finora non è stato prodotto alcuno studio per definire nell’epidemia del 2019-2020 la proporzione tra il coronavirus e i virus influenzali.

Sappiamo d’altra parte che i test PCR non sono abbastanza specifici da evitare interferenze con i virus dell’influenza, e questo è un fenomeno ben noto. È il motivo per cui, quando si cerca la presenza di virus non influenzali, gli studi scientifici non prendono in considerazione i test realizzati nei 14 giorni seguenti a una vaccinazione antinfluenzale.

L’affidabilità di tali test resta in ogni caso un vero problema, come abbiamo documentato in un articolo consultabile nel sito di Néosanté (12). Più recentemente tre studiosi inglesi (13) hanno pubblicato il risultato delle loro ricerche nella letteratura scientifica dedicata ai test PCR per il Covid-19: «I risultati della PCR sono in sé scarsamente idonei a predire la coltura virale, partendo da campioni umani. Un’attenzione insufficiente è stata accordata alla relazione tra i risultati della PCR e la malattia. Il rapporto con l’infettività non è chiaro e servono più dati su questo argomento». In altri termini, se abbiamo quest’anno un’influenza stagionale severa o se siamo stati vaccinati contro la normale influenza, possiamo risultare positivi al test per il Covid-19 (e ritornare in quarantena…).

Nulla permette in definitiva di affermare formalmente che l’epidemia che abbiamo conosciuta è esclusivamente un’epidemia legata al coronavirus. D’altra parte, il vaccino 2019-2020 può benissimo aver contribuito alla fiammata epidemica mondiale. Esiste un precedente documentato da studi scientifici: l’influenza H1N1 del 2009. «Dei ricercatori canadesi (14) (Skowronski et al. 2010) hanno dimostrato, partendo da parecchi studi successivi (di qualità variabile), che le persone che avevano ricevuto nel 2008-2009 un vaccino antinfluenzale inattivato trivalente (per premunirsi contro l’influenza stagionale) avevano avuto, rispetto ai non vaccinati, un rischio maggiore (dal 40 al 250% secondo i diversi studi) di essere infettati dal virus pandemico A/H1N1, a riprova di un indebolimento post-vaccinale del sistema immunitario», ricorda Michel De Lorgeril, medico e ricercatore, autore di una collezione di opere sui vaccini (15).

Immunità individuale versus immunità di gruppo

Questo studio condotto da Skowronski nel 2010 ha sollevato molte controversie. Esso rafforza oggi l’ipotesi che la vaccinazione antinfluenzale possa aver provocato quest’anno un’epidemia più severa. Per Skowronski e altri, ciò può essere dovuto, tra altri ipotesi, a una mancanza di immunità incrociata di fronte alle varianti del virus dell’influenza nelle persone vaccinate. Questa immunità incrociata è il risultato dell’immunizzazione naturale e non dell’immunizzazione vaccinale, riconosciuta come assai più limitata. Un altro articolo (16), apparso nel 2009 in The Lancet Infectious Diseases, conferma tale fenomeno e afferma che esso può anche penalizzare l’immunità di gruppo, vale a dire la nostra resistenza comunitaria a dei ceppi pandemici. L’équipe olandese definisce la vaccinazione «spada a doppio taglio», giacché la contaminazione naturale prodotta dall’influenza conferisce un’immunità più «larga» riguardo alla forme ulteriori di virus.

La nozione di vaccini “altruisti” è oggi rimessa in questione. Risulta in effetti che la vaccinazione di una parte della popolazione può paradossalmente favorire l’apparizione di nuove epidemie (17). È ciò che si definisce la “tossicità comunitaria”.

Il peccato antigenico originale

Un altro fenomeno poco conosciuto, ma comunque ben documentato dalla ricerca, può aver contribuito all’impennata epidemica a seguito della vaccinazione antinfluenzale. Si tratta del “peccato antigenico originale” e degli “anticorpi facilitatori”, scoperti da Halstead (18) nella febbre gialla. Per riassumere in termini semplici, una prima infezione da un virus può mettere in moto una reazione immunitaria normale, ma una seconda infezione può metterne in moto una severa, con una tempesta di citochine (19) (o tempesta immunitaria). Il peccato antigenico originale designa dunque la propensione del sistema immunitario a prendere di mira solo un antigene preciso, quello legato all’infezione originaria, mentre gli anticorpi “facilitatori” (in inglese antibody-dependent enhancement, ADE) (20) sono responsabili dello scombussolamento immunitario. È un fenomeno che è stato ben documentato con la vaccinazione (21).

«Quando gli immunologi parlano di ricerca vaccinale contro i coronavirus, lo spettro degli anticorpi detti “facilitanti” fa nascere immediatamente in loro un brivido di ansietà. (…). Degli anticorpi facilitanti sono stati identificati tra l’altro nella febbre gialla, nell’influenza, nell’infezione da HIV, ebola e… SARS. Nella SARS è solo 8 anni dopo l’episodio del 2003 che questi anticorpi sono stati messi in evidenza», spiega Stéphane Korsia-Meffre, nel sito Vidal.fr, in un articolo (22) istruttivo dedicato alla ricerca del vaccino anti-covid (vi raccomando vivamente di leggerlo).

Fino ad oggi, gli anticorpi “facilitatori” (detti anche “non neutralizzanti”) sono largamente responsabili dell’insuccesso della vaccinazione contro il coronavirus, la SARS o la MERS. Sono la bestia nera di certi vaccini, come quello della pertosse. Uno studio del 2019 riferisce così che, quando incontreranno il virus in tempi successivi (23), «tutti i bambini che sono stati immunizzati col vaccino DTaP (contro difterite, tetano e pertosse, commercializzato negli Stati Uniti dal 1997 - Nota della Redazione) saranno più sensibili alla pertosse per tutta la vita, e non esiste un mezzo facile per diminuire questa accresciuta sensibilità». Un vero peccato vaccinale! Un altro studio del 2018 (24), del Centro di Ricerca Biomedica dell’Università del Qatar, si interessa più particolarmente dell’influenza da coronavirus o ancora dal virus respiratorio sinciziale. Esso elenca tutta una serie di studi che, tanto negli animali quanto nell’uomo, mostrano come la vaccinazione possa provocare una reazione più severa nel caso di una seconda infezione, specialmente di fronte a una variante del ceppo utilizzato nel vaccino. Il dibattito è in ogni caso al centro delle preoccupazioni dei laboratori che cercano la soluzione vaccinale anti-covid…(25).

Un cocktail vaccinale 2019 piuttosto sperimentale…

L’ultima campagna (al pari delle precedenti) avrebbe dunque potuto rendere la popolazione più sensibile a un altro ceppo dell’influenza stagionale, come Skowronski e altri (2010) hanno documentato per l’influenza H1N1 del 2009. Questa ipotesi è sfortunatamente lungi dall’essere una fissazione no vax, tanto più che la tempesta di citochine riferita dai medici nell’epidemia attribuita al coronavirus porta anche la firma dei tanto temuti anticorpi facilitatori. Il cocktail vaccinale 2019-2020 ha subito delle modifiche notevoli. Oltre ai ceppi impiegati, che cambiano ogni anno e possono indurre delle reazioni immunitarie specifiche e sconosciute, il supporto di coltura è stato modificato in certi preparati messi in commercio nel 2019. La Gran Bretagna e l’Italia, che hanno pagato un pesante tributo all’epidemia, hanno sperimentato Flucelvax Tetra, un vaccino per l’influenza stagionale coltivato per la prima volta su cellule renali canine (e non su uova embrionali di gallina). Esso è stato autorizzato in Europa all’inizio del 2019, e, secondo il sito www.mesvaccins.net, sarà disponibile in Francia per la stagione 2020/2021.

Ora non esiste alcun dato disponibile concernente la somministrazione concomitante del Flucelvax Tetra con altri vaccini. E “la tolleranza di Flucelvax Tetra non è stata valutata nelle popolazioni particolari come i soggetti immuno-depressi, le donne incinte o che allattano, come pure i bambini colpiti da malattie che li espongono a un rischio di complicazioni influenzali”, precisa l’Alta Autorità di Salute in Francia.

Questo vaccino è senza adiuvanti (come i vaccini tetravalenti antinfluenzali in Francia Influvax o Vaxigrip Tetra), ma non è così nel resto del mondo. Certi vaccini (siano essi prodotti da colture su uova di gallina o cellule canine) contengono dello squalene (vaccino Chiromas in Spagna e Fluad in Canada) altri contengono del thimerosal/mercurio (vaccino Afluria in Spagna, Agriflu e Flucelvax Quad in Canada). Questi due adiuvanti sono fortemente sospttati di provocare degli effetti secondari pericolosi.

Secondo il dr. Michel de Lorgeril, al di là di una tossicità a livello individuale dei vaccini antinfluenzali (la cui efficacia clinica non è dimostrata, ricorda il suddetto medico) (26), si sono registrati molteplici effetti contrari comunitari (o “tossicità sociale”). Prima di acconsentire all’iniezione di richiamo stagionale vi consiglio di leggere il suo libro, specialmente dedicato ai vaccini antinfluenzali (27). Esso verrà pubblicato nell’ottobre 2020 e l’Autore insiste ugualmente sugli studi che documentano i fenomeni di interferenza virale dopo una vaccinazione contro l’influenza.

Riassumendo: la vaccinazione antinfluenzale annuale, con cui la metà della popolazione occidentale è vaccinata, ha potuto da una parte favorire l’emergere di ceppi pandemici (influenzali o di altro tipo) e dall’altra indebolire la nostra capacità di resistenza immunitaria di gruppo. Due eventualità meritevoli quanto meno di essere studiate a fondo, prima che nuovi vaccini “covid” suscitino ancora il fenomeno dell’interferenza virale, gettando in tal modo benzina sul fuoco.

NOTE

NB - Ho preferito non tradurre le note in italiano per facilitare il loro reperimento in Internet e avere così immediato accesso alle fonti originali citate qui [La traduttrice].

(1) Is There a Relationship Between Influenza Vaccination and COVID-19 Mortality?,

18 juin 2020. https://childrenshealthdefense.org/

(2) COWLING BJ, FANG VJ, NISHIURA H, et al. Increased risk of noninfluenza respiratory virus infections associated with receipt of inactivated influenza vaccine. Clin Infect Dis. 2012.

(3) WOLFF GG. Vaccination contre la grippe et interférence des virus respiratoires chez

le personnel du ministère de la Défense pendant la saison grippale 2017-2018. Vaccine 2020.

(4) Pentagon Study: Flu Shot Raises Risk of Coronavirus by 36% (and Other Supporting

Studies), 16 avril 2020, https://childrenshealthdefense.org/

(5) SUNDARAM et al. (2013) Influenza Vaccination Is Not Associated With Detection

of Noninfluenza Respiratory Viruses in Seasonal Studies of Influenza Vaccine Effectiveness. Clinical Infectious Diseases. SKOWRONSKI et al. (2020) Influenza vaccine does not increase the risk of coronavirus or other non-influenza respiratory viruses: retrospective analysis from Canada, 2010-11 to 2016-17. Clinical Infectious Diseases.

(6) NICKBAKHSH SEMA et al. Virus-virus interactions impact the population dynamics of influenza and the common cold. Proc Natl Acad Sci USA. 2019.

(7) Inactivated trivalent influenza vaccine is associated with lower mortality among

Covid-19 patients in Brazil. GUENTHER FINK et al. medRxiv 2020.

(8) Le Professeur Raoult fustige l'usage du Big Data pour démontrer l'inefficacité de

l'hydroxychloroquine, 25 mai 2020. La Revue du Digital.

(9) Covid-19 et vaccination contre la grippe: y a-t-il un lien? 8 mai 2020. https://evidencenotfear.com

(10) Saison grippale 2019-2020 : réorientation des systèmes de surveillance pour la

COVID-19, site de l'OMS. www.euro.who.int.

(11) Grippe 2019 : le vaccin modifié pour faire face à une épidémie virulente, Louise

BALLONGUE, 23/09/2019. www.medisite.fr.

(12) Où est passée la grippe saisonnière ? Enquête sur les statistiques du nombre de

décès liés au coronavirus. Pryska DUCOEURJOLY, 15 mai 2020. www.neosante.eu.

(13) Are you infectious if you have a positive PCR test result for COVID-19? 5 aout 2020,

Tom JEFFERSON, Carl HENEGHAN, Elizabeth SPENCER, Jon BRASSEY. www.cebm.net.

(14) SKOWRONSKI DM, et al., Association between the 2008-09 Seasonal Influenza Vaccine and Pandemic H1N1 Illness during Spring-Summer 2009: Four Observational Studies from Canada, PLoS Med, 2010.

(15) Editions Le Chariot d'Or.

(16) Yearly influenza vaccinations : a double-edged sword ? BODEWES et coll. Lancet Infect Dis. 2009.

(17) Voir Néosanté Mai 2020, dossier : Vaccination, la cause cachée de nouvelles épidémies.

(18) HALSTEAD S. 2014. Dengue antibody-dependent enhancement: knowns and unknowns. Microbiolspec. 2014.

(19) Ensemble de protéines impliquées dans la réaction immunitaires qui jouent

le rôle de signaux permettant aux cellules d'agir a distance sur d'autres cellules

pour en réguler l'activité et la fonction.

(20) Lire aussi sur Wikipedia l'article Facilitation de l'infection par des anticorps.

(21) Vaccine-induced enhancement of viral infections (Augmentation des infections

virales induite par le vaccin). W. HUISMAN et al. Vaccine. 22 janvier 2009.

(22) Vers un vaccin COVID-19 : les leçons du SARS, du MERS et des données récentes

sur la réponse immunitaire au SARS-CoV-2. 14 avril 2020.

(23) The 112-Year Odyssey of Pertussis and Pertussis Vaccines – Mistakes Made and

Implications for the Future, James D. CHERRY, Journal of the Pediatric Infectious

Diseases Society. September 2019.

(24) Viral-Induced Enhanced Disease Illness. Maria K. SMATTI et al. Front. Microbiol., 05 December 2018.

(25) Anuj SHARMA, It is too soon to attribute ADE to COVID-19, Microbes and Infection,5 avril 2020.

(26) DE SERRES G, et al., Influenza Vaccination of Healthcare Workers: Critical Analysis of the Evidence for Patient Benefit Underpinning Policies of Enforcement, PloS One, 2017.

(27) Collection Vaccins et Société, Le Chariot d'Or.

Nonostante il vergognoso terrorismo mediatico e politico, i numeri in Veneto parlano chiaro: non c'è alcuna necessità di chiusura.
Ecco i dati del ministero della Salute aggiornati al 1 novembre 2020 alle ore 17.10.

Il grafico qui sopra mette in evidenza la variazione (in percentuale) del numero di morti avvenuti in Veneto dal 1 marzo 2020 al 1 novembre del 2020.
E' lampante che dal mese di aprile in poi il numero dei decessi ha iniziato a calare esponenzialmente, e la curva ancora oggi viaggia appena sopra lo zero. I morti infatti avvenuti il primo di novembre 2020 sono stati 17, assolutamente nella media.

Qui sopra il numero di pazienti in terapia intensiva. Il Veneto (indicato dalla freccia rossa) si piazza al penultimo posto a livello nazionale, quindi molto al di sotto della cosiddetta "soglia di allerta" , rappresentata dalla linea rossa orizzontale.

Il grafico qui sopra invece mostra la variazione giornaliera dei casi "positivi".
Di primo acchito sembra che il numero dei contagi sia schizzato alle stelle da settembre in poi, e invece rappresenta solo sono il numero di persone a cui un tampone (inaffidabile e ascientifico) ha "diagnosticato" la positività! Tutto qua.
Da quando hanno iniato a eseguire migliaia e migliaia di test era ovvio che il numero dei "casi" salisse proporzionalmente. Ma NON si tratta di malati e neppure di contagiosi, perché la quasi totalità sono persone oggettivamente sane senza sintomi!
E infatti i dati parlano da soli. Attualmente in Veneto abbiamo:

Casi totali sono 59.253, di cui 2.418 decessi (dall'inizio dell'anno), 832 ricoverati con sintomi, 132 in terapia intensiva e 25.421 dimessi/guariti.
Se dai casi totali togliamo i decessi, le persone ancora ricoverata e tutti i dimessi, risulta che i "positivi" a casa sono 30.450.

Dato che il totale in Veneto dei positivi è 31.414 e di questi 30.450 è a casa, risulta che circa il 97% dei casi sono persone asintomatiche, cioè totalmente senza sintomi, o con sintomi talmente lievi (influenzali o para influenzali) che non necessitano neppure di un ricovero!!!

In Veneto il 97% dei casi sono persone asintomatiche o con sintomi talmente lievi che non necessitano di cure ospedaliere!

Il governatore Zaia quindi non ha i numeri per poter chiudere la regione e devastare ancor di più l'economia locale. Se lo dovesse fare è perché ha piegato la testa e aperto il portafogli "Roma Ladrona", e per tanto sarà da ritenere personalmente responsabile di tutto quello che vivremo, socialmente ed economicamente, nelle prossime settimane. Mi auguro che le categorie del settore (commercianti, turismo, ristorazione, avvocati, ecc.) si sveglino dal come letargico e si coalizzino per reagire a un simile soppruso.... Il governatore Zaia quindi non ha i numeri per poter chiudere la regione e devastare ancor di più l'economia locale!

L’autunno inoltrato con l’arrivo delle nebbie e dei primi freddi è un altro punto di svolta della grande Ruota dell’Anno.
In questo periodo infatti tra il 31 ottobre e il 1° novembre cade la grande festa celtica di Samhain che in gaelico irlandese indica il mese di novembre e il corrispondente gaelico scozzese Samhuin è la festività di Ognissanti. Questa ricorrenza il cui nome significa “fine dell’estate” rappresenta la controparte di Beltan (primo maggio), l’arrivo della parte oscura dell’anno e l’inizio stagionale dell’inverno.
Gli antichi Celti avevano in origine due sole stagioni.

Samhain corrisponde al capodanno celtico perché infatti per loro l’anno iniziava con la sua parte oscura, allo stesso modo in cui il giorno iniziava con le ore notturne. Non è un caso che le feste celtiche iniziavano sempre al crepuscolo del giorno precedente: ancora oggi nei paesi anglosassoni si celebra Halloween cioè All Hallow’s Eve o Vigilia di Ognissanti.

Sempre nella loro tradizione il giorno che segna la fine di un ciclo e l’inizio di un altro non appartiene a nessuno dei due, ma è un un “tempo oltre il tempo”: mezzanotte per esempio è un’ora magica perché è al confine fra due giorni!
Il momento in cui una stagione cede alla successiva è particolarmente significativo: Samhain è ancora più cruciale perché è l’inizio di un nuovo anno e per questo motivo più di ogni altra festa annuale è un momento critico, non appartenendo al vecchio anno e neppure al nuovo, costituisce un passaggio fra la realtà del nostro mondo e altre dimensioni. Il velo del tempo si solleva e si può comunicare con altri livelli di esistenza in maniera più chiara che mai. In questo giorno i vivi possono visitare il mondo dei morti e i morti possono tornare tra i vivi.

Secondo un’antica concezione pagana si festeggiava la vita nella morte con una celebrazione che non aveva nulla di triste, anzi, quasi a ricordare che ogni fine è un nuovo inizio e ogni morte in questo mondo è una nascita nell'altro mondo.
L’esistenza per gli antichi era una ruota in cui la morte intesa come fenomeno naturale precedeva necessariamente qualsiasi nuova nascita.
Samhain, preceduto dalla notte conosciuta ancora oggi in Scozia come Nos Galan-Gaeaf (Notte delle Calende d’Inverno) era una festa celebrata in maniera solenne con banchetti e festini che potevano durare anche una settimana.

Si celebrava la fine dell’ultimo raccolto dell’anno, quello delle mele frutto sacro per molte tradizioni (Avalon significa infatti “Isola delle mele”), e le nocciole frutto simbolo della Sapienza magica.

Isola di Avalon

Come in molte altre feste il fuoco aveva un ruolo importante perché è considerato simbolo della scintilla della Vita futura che rifiorirà in primavera. Per questo motivo alla vigilia della festa tutti i fuochi delle case venivano spenti e la gente si raccoglieva sulle cime delle Colline dove era stato preparato un grande falò.
Tutti attendevano in silenzio e nell’oscurità che trascorresse l’ora fatale tra le due stagioni e che gli spiriti si fossero allontanati, poi il sacro fuoco veniva acceso dai druidi, e passato il pericolo la gente festeggiava con grande gioia.
Il fuoco nella notte di Samhain era anche un faro e una guida per le anime perdute le quali potevano usare la sua luce per andare a tornare nel loro luogo di riposo.
Gli echi dei fuochi di Samhain permangono nelle candele collocate all'interno di zucche intagliate a forma di testa umana...

Tratto dal libro: "Feste pagane" di Roberto Fattore

LETTERA APERTA

al Presidente degli Stati Uniti d’America Donald J. Trump

Domenica 25 Ottobre 2020 Solennità di Cristo Re

Signor Presidente,
mi consenta di rivolgermi a Lei, in quest’ora in cui le sorti del mondo intero sono minacciate da una cospirazione globale contro Dio e contro l’umanità. Le scrivo come Arcivescovo, come Successore degli Apostoli, come ex-Nunzio apostolico negli Stati Uniti d’America.

Le scrivo nel silenzio delle autorità civili e religiose: voglia accogliere queste mie parole come la «voce di uno che grida nel deserto» (Gv 1, 23).

Come ho avuto modo di scriverLe nella mia Lettera dello scorso Giugno, questo momento storico vede schierate le forze del Male in una battaglia senza quartiere contro le forze del Bene; forze del Male che sembrano potenti e organizzate dinanzi ai figli della Luce, disorientati e disorganizzati, abbandonati dai loro capi temporali e spirituali.

Sentiamo moltiplicarsi gli attacchi di chi vuole demolire le basi stesse della società: la famiglia naturale, il rispetto per la vita umana, l’amore per la Patria, la libertà di educazione e di impresa. Vediamo i capi delle Nazioni e i leader religiosi assecondare questo suicidio della cultura occidentale e della sua anima cristiana, mentre ai cittadini e ai credenti sono negati i diritti fondamentali, in nome di un’emergenza sanitaria che sempre più si rivela come strumentale all’instaurazione di una disumana tirannide senza volto.

Un piano globale, denominato Great Reset, è in via di realizzazione. Ne è artefice un’élite che vuole sottomettere l’umanità intera, imponendo misure coercitive con cui limitare drasticamente le libertà delle persone e dei popoli. In alcune nazioni questo progetto è già stato approvato e finanziato; in altre è ancora in uno stadio iniziale. Dietro i leader mondiali, complici ed esecutori di questo progetto infernale, si celano personaggi senza scrupoli che finanziano il World Economic Forum e l’Event 201, promuovendone l’agenda.

Scopo del Great Reset è l’imposizione di una dittatura sanitaria finalizzata all’imposizione di misure liberticide, nascoste dietro allettanti promesse di assicurare un reddito universale e di cancellare il debito dei singoli. Prezzo di queste concessioni del Fondo Monetario Internazionale dovrebbe essere la rinuncia alla proprietà privata e l’adesione ad un programma di vaccinazione Covid-19 e Covid-21 promosso da Bill Gates con la collaborazione dei principali gruppi farmaceutici.

Aldilà degli enormi interessi economici che muovono i promotori del Great Reset, l’imposizione della vaccinazione si accompagnerà all’obbligo di un passaporto sanitario e di un ID digitale, con il conseguente tracciamento dei contatti di tutta la popolazione mondiale. Chi non accetterà di sottoporsi a queste misure verrà confinato in campi di detenzione o agli arresti domiciliari, e gli verranno confiscati tutti i beni.

Signor Presidente, immagino che questa notizia Le sia già nota: in alcuni Paesi, il Great Reset dovrebbe essere attivato tra la fine di quest’anno e il primo trimestre del 2021. A tal scopo, sono previsti ulteriori lockdown, ufficialmente giustificati da una presunta seconda e terza ondata della pandemia. Ella sa bene quali mezzi siano stati dispiegati per seminare il panico e legittimare draconiane limitazioni delle libertà individuali, provocando ad arte una crisi economica mondiale.

Questa crisi serve per rendere irreversibile, nelle intenzioni dei suoi artefici, il ricorso degli Stati al Great Reset, dando il colpo di grazia a un mondo di cui si vuole cancellare completamente l’esistenza e lo stesso ricordo. Ma questo mondo, Signor Presidente, porta con sé persone, affetti, istituzioni, fede, cultura, tradizioni, ideali: persone e valori che non agiscono come automi, che non obbediscono come macchine, perché dotate di un’anima e di un cuore, perché legate tra loro da un vincolo spirituale che trae la propria forza dall’alto, da quel Dio che i nostri avversari vogliono sfidare, come all’inizio dei tempi fece Lucifero con il suo «non serviam».

Molti – lo sappiamo bene – considerano con fastidio questo richiamo allo scontro tra Bene e Male, l’uso di toni “apocalittici”, che secondo loro esasperano gli animi e acuiscono le divisioni. Non c’è da stupirsi che il nemico si senta scoperto proprio quando crede di aver raggiunto indisturbato la cittadella da espugnare.

C’è da stupirsi invece che non vi sia nessuno a lanciare l’allarme. La reazione del Deep State a chi denuncia il suo piano è scomposta e incoerente, ma comprensibile. Proprio quando la complicità dei media mainstream era riuscita a rendere quasi indolore e inosservato il passaggio al Nuovo Ordine Mondiale, vengono alla luce inganni, scandali e crimini.

Fino a qualche mese fa, sminuire come «complottisti» coloro che denunciavano quei piani terribili, che ora vediamo compiersi fin nei minimi dettagli, era cosa facile. Nessuno, fino allo scorso febbraio, avrebbe mai pensato che si sarebbe giunti, in tutte le nostre città, ad arrestare i cittadini per il solo fatto di voler camminare per strada, di respirare, di voler tenere aperto il proprio negozio, di andare a Messa la domenica.

Eppure avviene in tutto il mondo, anche in quell’Italia da cartolina che molti Americani considerano come un piccolo paese incantato, con i suoi antichi monumenti, le sue chiese, le sue incantevoli città, i suoi caratteristici villaggi.

E mentre i politici se ne stanno asserragliati nei loro palazzi a promulgare decreti come dei satrapi persiani, le attività falliscono, chiudono i negozi, si impedisce alla popolazione di vivere, di muoversi, di lavorare, di pregare. Le disastrose conseguenze psicologiche di questa operazione si stanno già vedendo, ad iniziare dai suicidi di imprenditori disperati, e dai nostri figli, segregati dagli amici e dai compagni per seguire le lezioni davanti a un computer.

Nella Sacra Scrittura, San Paolo ci parla di «colui che si oppone» alla manifestazione del mistero dell’iniquità, il kathèkon (2Tess 2, 6-7). In ambito religioso, questo ostacolo è la Chiesa e in particolare il Papato; in ambito politico, è chi impedisce l’instaurazione del Nuovo Ordine Mondiale.

Come ormai è evidente, colui che occupa la Sede di Pietro, fin dall’inizio ha tradito il proprio ruolo, per difendere e promuovere l’ideologia globalista, assecondando l’agenda della deep church, che lo ha scelto dal suo grembo.

Signor Presidente, Ella ha chiaramente affermato di voler difendere la Nazione – One Nation under God, le libertà fondamentali, i valori non negoziabili oggi negati e combattuti. È Lei, Caro Presidente, «colui che si oppone» al deep state, all’assalto finale dei figli delle tenebre.

Per questo occorre che tutte le persone di buona volontà si persuadano dell’importanza epocale delle imminenti elezioni: non tanto per questo o quel punto del programma politico, quanto piuttosto perché è l’ispirazione generale della Sua azione che meglio incarna – in questo particolare contesto storico – quel mondo, quel nostro mondo, che si vorrebbe cancellare a colpi di lockdown. Il Suo avversario è anche il nostro: è il Nemico del genere umano, colui che è «omicida sin dal principio» (Gv 8, 44).

Attorno a Lei si riuniscono con fiducia e coraggio coloro che La considerano l’ultimo presidio contro la dittatura mondiale. L’alternativa è votare un personaggio manovrato dal deep state, gravemente compromesso in scandali e corruzione, che farà agli Stati Uniti ciò che Jorge Mario Bergoglio sta facendo alla Chiesa, il Primo Ministro Conte all’Italia, il Presidente Macron alla Francia, il Primo Ministro Sanchez alla Spagna, e via dicendo.

La ricattabilità di Joe Biden – al pari di quella dei Prelati del “cerchio magico” vaticano – consentirà di usarlo spregiudicatamente, consentendo a poteri illegittimi di interferire nella politica interna e negli equilibri internazionali. È evidente che chi lo manovra ha già pronto uno peggiore di lui con cui sostituirlo non appena se ne presenterà l’occasione.

Eppure, in questo quadro desolante, in questa avanzata apparentemente inesorabile del «Nemico invisibile», emerge un elemento di speranza. L’avversario non sa amare, e non comprende che non basta assicurare un reddito universale o cancellare i mutui per soggiogare le masse e convincerle a farsi marchiare come capi di bestiame.

Questo popolo, che per troppo tempo ha sopportato i soprusi di un potere odioso e tirannico, sta riscoprendo di avere un’anima; sta comprendendo di non esser disposto a barattare la propria libertà con l’omologazione e la cancellazione della propria identità; sta iniziando a capire il valore dei legami familiari e sociali, dei vincoli di fede e di cultura che uniscono le persone oneste. Questo Great Reset è destinato a fallire perché chi lo ha pianificato non capisce che ci sono persone ancora disposte a scendere nelle strade per difendere i propri diritti, per proteggere i propri cari, per dare un futuro ai propri figli.

L’inumanità livellatrice del progetto mondialista si infrangerà miseramente dinanzi all’opposizione ferma e coraggiosa dei figli della Luce. Il nemico ha dalla sua parte Satana, che non sa che odiare. Noi abbiamo dalla nostra parte il Signore Onnipotente, il Dio degli eserciti schierati in battaglia, e la Santissima Vergine, che schiaccerà il capo dell’antico Serpente. «Se Dio è per noi, chi sarà contro di noi?» (Rm 8, 31).

Signor Presidente, Ella sa bene quanto gli Stati Uniti d’America, in quest’ora cruciale, siano considerati l’antemurale contro cui si è scatenata la guerra dichiarata dai fautori del globalismo. Riponga la Sua fiducia nel Signore, forte delle parole dell’Apostolo: «Posso tutto in Colui che mi dà forza» (Fil 4, 13). Essere strumento della divina Provvidenza è una grande responsabilità, alla quale corrisponderanno certamente le grazie di stato necessarie, ardentemente implorate dai tanti che La sostengono con le loro preghiere.
Con questo celeste auspicio e l’assicurazione della mia preghiera per Lei, per la First Lady, e per i Suoi collaboratori, di tutto cuore Le giunga la mia Benedizione.

God bless the United States of America!

Carlo Maria Viganò
Arcivescovo Titolare di Ulpiana, già Nunzio Apostolico negli Stati Uniti d’America

Secondo voi i “terroristi” sono quelli che scendono per strada a lottare contro la dittatura, per salvare il proprio lavoro e salvaguardare i propri diritti o quelli che da otto mesi stanno terrorizzando gli italiani e devastando l’economia nazionale?

Secondo voi è normale usare carabinieri e forze di polizia non per scovare spacciatori, criminali o pedofili ma per controllare i bambini delle elementari e dare multe ai ristoratori che non rispettano le regole anti-Covid?

Secondo voi è corretto eseguire giornalmente centinaia di migliaia di tamponi a persone sanissime, prive di sintomi solo per gonfiare le statistiche e giustificare i soprusi?

Può essere chiamata emergenza una situazione nella quale il 95% dei “contagiati” sono “positivi asintomatici”, cioè persone in perfetta salute?

Siete d’accordo con l’ultimo illegittimo e anti-costituzionale Dpcm che condanna a morte i proprietari di bar, ristoranti, palestre, centri culturali e associazioni?

Ricordate che hanno sancito la condanna a morte del Paese e tutti coloro che rimangono a casa seduti sul divano o che si nascondono dietro le leggi o dietro gli ordini da eseguire, stanno avallando la dittatura e avranno mani e coscienza sporche di sangue innocente.

Se non ci ribelliamo ora al regime sarà tardi e non potremo poi lamentarci.
E’ questa dittatura che rappresenta la vera minaccia per tutti i popoli, non il virus!!!

Stiamo vivendo un momento storico unico nel suo genere. Mai prima d’ora infatti l’umanità è stata così a rischio di estinzione, e non c’entra l’asteroide o lo sbarco degli Annunaki dal Decimo Pianeta.
Ogni libertà individuale e ogni diritto stanno per essere azzerati da un virus influenzale.

Un virus così letale che per trovarlo devono fare milioni di tamponi ogni giorno a persone sanissime senza sintomi. Un virus che ha invertito l’andamento delle malattie: ieri era il malato che andava dal medico, oggi sono i medici che vanno a caccia dei malati! Follia allo stato puro.

Tutto ruota attorno al tampone. Dopo aver creato una psico-pandemia mediatica e inoculato nelle masse non-senzienti il virus della paura, sono riusciti a far credere che il test è in grado di stanare i contagiosi. Tutti allora felici e orgogliosi in coda per ore, bambini inclusi, al drive-in per guardarsi The Truman Show, senza rendersi conto che sono proprio loro gli attori non protagonisti della sceneggiata.

Il tampone è la guest star indiscussa, perché come ripeto dai primi mesi dell’anno, serve solo a gonfiare i numeri con i falsi positivi così da giustificare la dittatura!
Per completare il quadretto non potevano mancare i testimonial d’eccezione.
In tv infatti le star e i personaggi famosi stanno facendo a gara per raccontare ai sudditi sbigottiti con la bocca spalancata, la dolorosissima esperienza della positività al Covid.

Abbiamo visto alternarsi personaggi come Nicola Zingaretti, Silvio Berlusconi, Gabriele Salvatores, Rocco Siffredi, Cristiano Ronaldo, Federica Pellegrini, Valentino Rossi, Nicola Porro, Piero Chiambretti, Alba Parietti, Fabrizio Corona, Flavio Briatore, Gerry Scotti, Carlo Conti, Fiordaliso, Madonna, Andrea Bocelli, Ornella Vanoni, Aida Yespica, ecc.

La sub-umanità ha sofferto e pianto con loro, perché le testimonianze hanno toccato le corde più profonde dell’animo umano. Addirittura c’è chi miracolosamente è riuscito a scrivere la sua sofferenza direttamente dalla terapia intensiva, come Massimo Giannini il direttore de La Stampa. Come abbia fatto rimane uno dei tanti misteri del SARS-CoV-2, un “virus infido”, come lo ha giustamente definito il grande e soprattutto libero giornalista Giannini.

Sono tutti testimonial e quindi il loro lavoro è appunto testimoniare facendo passare il messaggio del pensiero unico. Il messaggio perfettamente incorporato dai sudditi è che il virus è infido e colpisce tutti, indistintamente dalla fama e dal conto corrente.
Peccato che nessuno abbia colto l’unica cosa che c’era da cogliere: nessuno dei personaggi famosi è morto! Non è un po’ strano, visto che ci martellano quotidianamente sui morti per Covid?

Se si tratta di un virus letale, come mai di tutti i numerosi personaggi famosi, anche molto anziani e debilitati come Berlusconi (rimasto solo 12 giorni in ospedale) nessuno è deceduto?
Il virus forse risparmia i volti noti e ricchi e uccide gli sconosciuti morti di fame?
Siamo arrivati al punto di svolta epocale: alziamo la testa ora, buttiamo nel cesso il copione scritto da altri, e ci riprendiamo in mano la nostra vita, facendo rispettare tutti i diritti inviolabili, oppure queste menti criminali ci condurranno al macello. A noi la decisione.

Dopo aver fatto spendere ai ristoratori soldi per le ridicole norme anti-Covid, ora li fanno chiudere.
Spero sia chiaro a tutti che questo pseudogoverno eterodiretto vuole una ecatombe economica in Italia, perché se non si fosse capito a breve chiuderanno centinaia di migliaia di attività commerciali e non riapriranno mai più. Ovviamente sono agnelli sacrificati sull’altare della sicurezza nazionale...

Quindi cosa possiamo fare? Usciamo di casa a testa alta, perché abbiamo il diritto di farlo: siamo esseri umani e non schiavi decerebrati. Siamo persone sane e pensanti, non contagiosi come dice la becera propaganda mediatica. Cerchiamo di mantenere una vita sana e “normale” aiutando economicamente proprio quelle realtà soffocate e in difficoltà, come appunto i locali ma anche i centri culturali, le associazioni, ecc. Se non lo facciamo e rimaniamo sigillati in casa per paura (ricordo che l’ultimo Dpcm NON vieta le uscite, le sconsiglia soltanto) daremo un chiaro segnale di sudditanza al Sistema, il quale si sentirà forte nel continuare la devastazione…

Facciamo rispettare i nostri sacrosanti diritti, ora o mai più!

Marcello Pamio

Ecco i dati ufficiali al 25 ottobre 2020

- 525.782 contagiati totali
- 266.203 dimissioni/guarigioni
- 37.338 deceduti
- 222.241 infezioni in corso
- Elaborati 161.880 tamponi con 21.273 positivi
- Ricoverati con sintomi 12.006
- Terapie intensive 1.208.

Se togliamo dal totale 525.782 le persone guarite (266.203) e quelle decedute (37.338) otteniamo il numero di persone ancora contagiate: 222.241.
In Italia quindi ci sono 222.241 persone “contagiate”, di cui 12.600 ricoverati con sintomi e 1.208 in terapia intensiva.
Se dai 222.241 “contagiati” togliamo quelli con sintomi e quelli in terapia intensiva, viene fuori che 211.033 persone sono “asintomatiche” o con banalissimi sintomi (influenzali) che non necessitano di alcun ricovero.

Questo significa una cosa:
la percentuale di asintomatici è del 95%!

Ricordiamo che il 25 marzo scorso le autorità hanno eseguito 22.701 tamponi riscontrando 5.210 positivi. Ieri 25 ottobre, esattamente sette mesi dopo, hanno elaborato 161.880 tamponi (con un aumento del 600%) riscontrando 21.273 “positivi” (con un aumento del 320% circa).

Il risultato finale indica chiaramente che stanno inventando la seconda ondata grazie a centinaia di migliaia di tamponi giornalieri per scovare gli asintomatici, cioè “positivizzare i sani” e avere i numeri fittizi per mantenere l’emergenza e distruggere economicamente il paese!

E' così difficile da capire che stiamo vivendo una emergenza illusoria?

Dati ufficiali https://lab24.ilsole24ore.com/coronavirus/

Influenza, periodo di rilevamento (1-42 settimane) anno 2020

Marcello Pamio
I media e le autorità ci stanno dicendo all’unisono che l’influenza stagionale è completamente SPARITA dalla faccia della terra. Possiamo quindi brindare con lo spumante per la stupenda notizia, se siete però riusciti ad accaparrarvi una bottiglia prima della chiusura dei reparti alcolici nei supermercati. Il merito ovviamente va alle procedure di sicurezza anti-covid messe in atto dai bravi e responsabili cittadini dell’Impero. Un plauso quindi alle autorità!
I periodi di rilevamento del “Sistema di sorveglianza globale – Influenza” impostati sono limitati alla 42ma settimana, cioè da gennaio 2020 a circa metà ottobre.
Osservando il grafico sopra sembra effettivamente così: in pratica dalla 14ma - 15ma settimana di quest'anno, cioè dalla seconda/terza settimana di aprile 2020, gli agenti influenzali hanno deciso di cambiare pianeta! Come dare torto ai virus se hanno optato per un nuovo globo terracqueo, si sono accorti perfino loro che il QI medio degli umani sta scivolando verso valori a due cifre…

Medesimo periodo di rilevamento (1-42 settimane) nell'anno 2019

Naturalmente è tutto un immenso bluff e non corrisponde affatto alla realtà delle cose, ma anzi dimostra ancora una volta la falsità dei dati ufficiali, le menzogne degli enti sovranazionali e la farsa che ci impongono di vivere.
La spiegazione logica di un simile andamento forse risiede nel fatto che da svariati mesi qualunque sintomatologia influenzale e/o parainfluenzale (per non dire anche i morti per cancro e/o malattie cardiovascolari e/o dismetaboliche, ecc.) viene etichettata come COVID-19.
Non c'entrano nulla le mascherine, i disinfettanti e i vari distanziamenti, qui siamo di fronte ad una semplice ma efficacissima tecnica di marketing che si chiama re-branding.
Fare rebranding infatti vuol dire dare vita a una nuova identità (nome, dati e numeri) che possa orientare la comunicazione di un marchio (o di una situazione) verso una direzione desiderata…
Hanno manipolato i dati affinché la gente pensi che la strada intrapresa e le norme anti-COVID sono quelle giuste.

Link al sito dell'OMS https://www.who.int/influenza/gisrs_laboratory/updates/summaryreport/en/

Qui sotto i due grafici: stagione 2018/2019 e 2019/2020 a confronto

Marcello Pamio

Molti sono dell’idea che la vita sia un film, un bellissimo lungometraggio la cui trama viene decisa giornalmente da ognuno di noi. Stupenda visione che è tanto vera quanto più ci si riferisce a persone coscienti e pensanti, ma quando si ha a che fare con esseri privati dell’intelletto allora le cose stanno diversamente. Il film infatti che il Sistema sta proiettando dentro la coscienza di tanti esseri umani è un vero e proprio fantahorror! Milioni di persone che non vivono ma vengono vissute e non pensano perché vengono pensate da qualcun altro...

I registi e gli sceneggiatori ovviamente non sono i pagliaccetti e le marionette che si alternano nei parlamenti, perché i veri burattinai sono sempre ben nascosti nell’ombra dietro le quinte, e manovrando a distanza la politica, le forze dell’ordine e i media, legiferano, bloccano e controllano le masse. Un meccanismo perfettamente oliato.
Dopo aver segregato in casa la popolazione per mesi e devastato l’economia nazionale non possono certo mollare la presa, e infatti nonostante i numeri parlino chiaro (non esiste alcuna emergenza perché non si muore più come prima e soprattutto le cure sono note) i sudditi con l’anello al naso continuano a fare quello che vien loro detto perché trasudano paura da ogni cellula.
Sono in totale dissonanza cognitiva per cui gli emisferi cerebrali non comunicando correttamente, impediscono alla maggior parte delle persone di vedere il film. In effetti basterebbe leggere attentamente i loro dati ufficiali che confermano in pieno la gigantesca presa per il culo.

Dati aggiornati al 18 ottobre 2020
Ieri sono stati eseguiti 146.541 tamponi che hanno evidenziato 11.705 positivi, mentre il giorno prima ne sono stati fatti 165.237 con un riscontro di 10.900 positivi.
Il rapporto positivi/tamponi viaggia da un 6,58% ad un 7,98%, cioè ogni 100 tamponi da 6 a 8 persone risulteranno positive.
La spietata e ferrea logica è banale: più test fanno e più troveranno positivi! Ma questi positivi sono persone realmente ammalate, contagiate o contagiose come continuano a martellare scandalosamente i media mainstream? Assolutamente no, sono persone nella quasi totalità dei casi asintomatiche, cioè oggettivamente sane senza alcun sintomo e non possono infettare nessuno!

La conferma arriva dai numeri dei ricoveri in terapia intensiva e degli isolamenti a casa.

  • Numero in terapia intensiva: 750 (pari al 0,59%)
  • Isolamento ai domiciliari: 118.356 pari (al 93,76%)
  • Numero dei ricoverati con sintomi: 7.131 (pari al 5,65%)

Quindi il 94% delle persone risultate positive ad un tampone sono comodamente a casa perché totalmente asintomatici o nella peggiore delle ipotesi con banali sintomi influenzali e/o da raffreddamento, cosa normalissima in questo periodo.

L’altro dato interessante sono le fasce di età più colpite (dati aggiornati al 13 ottobre 2020).

  • Da 60-69 anni: 8,6%
  • Da 70-79 anni: 23,3%
  • Da 80-89 anni: 32,2%
  • Da > 90 anni: 32,3%

Il tasso di letalità è esattamente il medesimo dell’inizio di questa situazione emergenziale: più alto tra le persone anziane. Dai 70 anni in su infatti la mortalità è quasi del 88%.
Le persone che muoiono in questo periodo sono quelle con la salute più cagionevole, con patologie pregresse e con terapie farmacologiche già in corso.
E’ così difficile da comprendere il giochetto?

Hanno aumentato i test (fatti non a caso anche preventivamente a scuola) arrivando a centinaia di migliaia ogni santo giorno con lo scopo di far aumentare i casi “positivi” (asintomatici) così da giustificare le assurde norme, i decreti illegittimi di un governo oramai allo sbando.
Ma sapete qual è il vero problema? Non tanto che ci siano dei delinquenti patentati che mettono in atto un piano diabolico ben preciso, ma la gente che ancora crede alle loro narrazioni, alle favolette, e purtroppo alle ricette!
Tante persone accettano supinamente delle folli restrizioni che colpiscono guarda caso le attività commerciali (chiusura contingentata e non più di 6 persone al tavolo in ristoranti, bar, pub, ecc.), le scuole (bambini che non possono toccarsi con mascherina in classe, disinfettanti tossici e tamponi farlocchi preventivi, ecc.), palestre, centri culturali, fiere, sagre, sport a contatto dilettantistico, ecc.

Fortuna vuole che i calciatori miliardari possano tranquillamente giocare, abbracciarsi e perfino baciarsi perché il virus contagia solo gli sport dilettantistici! Quando si dice il caso...

Roma's Edin Dzeko (L) celebrates withhis  teammates after scoring the 2-1 lead during the Serie A soccer match between AS Roma and Benevento Calcio at the Olimpico stadium in Rome, Italy, 18 October 2020. ANSA/RICCARDO ANTIMIANI

Oltre all’economica hanno congelato - anche questo non a caso - il divertimento e lo svago dei giovani, la cosiddetta “Movida”. Peccato che il termine Movida originariamente indicava l’importante movimento sociale/artistico diffuso in Spagna dopo la caduta della dittatura franchista, utilizzato successivamente per l’animazione e il “divertimento”. Oggi questo importante movimento di coscienze lo hanno trasformato in un termine dispregiativo: una serata col fine ultimo di sballarsi. Ovviamente il Sistema non poteva dire alla plebe che per meglio controllare la popolazione dovevano bloccare il contatto, le relazioni e il divertimento.

Come cresceranno infatti le nuove leve (bambini e giovani uomini) in una società deprivata totalmente del contatto e delle relazioni sociali?
Ci hanno accompagnato a manina nella “guerra santa dei pezzenti”, come la chiama magistralmente Francesco Guccini nella stupenda canzone “La locomotiva”.
Il “Divide et Impera” è sotto gli occhi di tutti i risvegliati: una triste guerra dei poveri dove mamme attaccano altre mamme (Lorenzin docet) e bambini attaccano altri bambini. Sta diventano “normale” e “spontaneo” guardare l’altro come un nemico o un pericolo (Ha la mascherina? Ha fatto il vaccino? Quanti sono in quel tavolo? Ecc.) e controllarsi a vicenda.

Marcello Pamio

Cosa servirebbe per far sì che un governo totalitario globale salisse al potere indefinitamente? Esiste o no il pericolo che una tecnologia schiavizzi il mondo?
Questo scenario da incubo è così vicino che la BBC se ne è occupata con un reportage il 16 ottobre 2020.

Come sarebbero stati i governi totalitari del passato se non fossero mai stati sconfitti? Per esempio, per fermare i nazisti che operavano con la tecnologia del XX secolo è servita una guerra mondiale. Oggi quanto sarebbero stati potenti i gerarchi se avessero sconfitto gli Stati Uniti con la bomba atomica? Il controllo della tecnologia più avanzata dell’epoca avrebbe permesso al potere nazista di cambiare il corso della storia.
Quando pensiamo ai rischi esistenziali vengono in mente eventi come la guerra nucleare o l’impatto di un asteroide. Eppure c’è una minaccia futura che è molto meno nota e, sebbene non implichi una vera e propria estinzione, potrebbe essere anche più grave.

Questo scenario è chiamato “Mondo in catene”: un futuro governato da uno Stato totalitario globale che utilizza una nuova tecnologia per schiavizzare la maggioranza del mondo tenendola in una sofferenza perpetua.
Ricercatori e filosofi stanno riflettendo su come ciò potrebbe accadere e, cosa più importante, cosa possiamo fare per evitarlo.
Toby Ord
, ricercatore senior presso il Future of Humanity Institute (FHI) dell’Università di Oxford ritiene che le probabilità che accada una catastrofe naturale sono inferiori a 1 su 2.000, perché gli esseri umani sono sopravvissuti per 2.000 secoli senza vederne una. Ma la probabilità di un disastro causato dall’uomo è di 1 su 6! Non a caso il dottor Ord si riferisce a questo secolo come “al precipizio” poiché il rischio di perdere il nostro futuro non è mai stato così alto.

I ricercatori del Center on Long-Term Risk, un istituto di ricerca senza scopo di lucro a Londra, hanno ampliato i cosiddetti “rischi X”: pericoli oggettivi per il pianeta.
Questi “rischi” sono definiti come “sofferenza su scala astronomica che supera di gran lunga tutte le sofferenze che sono esistite finora sulla Terra”.
In questi scenari la vita continua per miliardi di persone, ma la qualità è così bassa e le prospettive così cupe che sarebbe preferibile morire. Quindi stanno ipotizzando un futuro così negativo da preferire l’estinzione, ed è proprio qui che entra in gioco lo scenario del “mondo in catene”.

Cosa succederebbe se un gruppo o un governo acquisisse improvvisamente il potere di dominare il mondo attraverso la tecnologia? Potrebbe portare a un lungo periodo di sofferenza e sottomissione.
Un rapporto del 2017 sui rischi esistenziali del Global Priorities Project, in collaborazione con FHI e il Ministero degli Affari Esteri della Finlandia, ha avvertito che “un lungo futuro sotto uno stato totalitario globale particolarmente brutale potrebbe essere probabilmente peggiore della completa estinzione”.

Ipotesi Singleton
I ricercatori nel campo dei rischi esistenziali stanno rivolgendo la loro attenzione alla sua causa più probabile: l’intelligenza artificiale (AI).
Nella sua “Ipotesi Singleton”, Nick Bostrom, direttore dell’FHI di Oxford, ha spiegato come potrebbe formarsi un governo globale con l’intelligenza artificiale o altre potenti tecnologie e perché potrebbe essere impossibile rovesciarlo.
Un mondo con “una singola agenzia decisionale al più alto livello” potrebbe verificarsi se quell’agenzia “ottenesse un vantaggio decisivo attraverso una svolta tecnologica nell’intelligenza artificiale o nella nanotecnologia molecolare”. Una volta in carica controllerebbe i progressi della tecnologia come la sorveglianza e le armi, e grazie a questo monopolio rimarrebbe perennemente al potere.

Anche nei paesi con i regimi totalitari più rigidi le notizie trapelano e le persone possono anche fuggire, ma un governo totalitario globale eliminerebbe queste speranze.
Per essere peggio dell’estinzione significa “che non sentiamo assolutamente nessuna libertà, nessuna privacy, nessuna speranza di fuggire, nessuna agenzia per controllare le nostre vite”, dice Tucker Davey, uno scrittore del Future of Life Institute in Massachusetts.
Potremmo non avere ancora le tecnologie per farlo”, ha detto Ord, “ma sembra che i tipi di tecnologie che stiamo sviluppando lo rendano molto più facile”...

IA e autoritarismo
L’intelligenza artificiale sta già consentendo l’autoritarismo in alcuni paesi e rafforzando le infrastrutture che potrebbero essere usate da un despota opportunista.

Abbiamo assistito a una sorta di resa dei conti con il passaggio da visioni molto utopiche di ciò che la tecnologia potrebbe portare a realtà molto più che fanno riflettere e che sono, per alcuni aspetti, già abbastanza distopiche”, afferma Elsa Kania, senior fellow del Center for New American Security, una no-profit bipartisan che sviluppa politiche di sicurezza e difesa nazionale.
In passato, la sorveglianza richiedeva centinaia di migliaia di persone - un cittadino su 100 nella Germania orientale era un informatore - ma ora può essere attuata tramite la tecnologia. Negli Stati Uniti, la National Security Agency (NSA) ha raccolto centinaia di milioni di registrazioni di chiamate e messaggi di americani prima che interrompessero la sorveglianza domestica nel 2019 e si stima che nel Regno Unito ci siano dai quattro ai sei milioni di telecamere a circuito chiuso.

Diciotto delle 20 città più sorvegliate al mondo si trovano in Cina, ma Londra è la terza.
L’infrastruttura è già pronta per applicarla e l’IA, che l’NSA ha già iniziato a sperimentare, consentirebbe alle agenzie di cercare tra i nostri dati con una velocità mai vista prima.
Oltre a migliorare la sorveglianza, l’IA sostiene anche la crescita della disinformazione online, che è un altro strumento dell’autoritario. I deep fake basati sull’intelligenza artificiale possono diffondere messaggi politici fabbricati ad arte, e il micro-targeting algoritmico sui social sta rendendo la propaganda più persuasiva. Questo mina la nostra capacità di distinguere ciò che è vero da ciò che è falso.

Il rapporto sull’uso dannoso dell’intelligenza artificiale scritto da Belfield e da 25 autori di 14 istituzioni, prevede che tendenze come queste amplieranno le minacce esistenti alla nostra sicurezza politica e ne introdurranno di nuove nei prossimi anni.
Cosa vogliamo fare?

Conclusione
Molto interessante questo approfondimento della BBC. Forse qualcuno ci vuole avvertire sui rischi che stiamo correndo, o ci stanno facendo vedere quello che sarà il nostro inesorabile e distopico futuro?
Comunque sia, è ora il momento per decidere attentamente quali sono gli usi accettabili e inaccettabili della tecnologia in generale, soprattutto dell’IA, perché se permettiamo di controllare tutta la nostra esistenza, domani sarà troppo tardi per tornare indietro. A tal proposito ricordo che il 5G e il 6G risultano fondamentali in questa visione...
Stiamo armando le forze di polizia con il riconoscimento facciale e i vari governi stanno raccogliendo tutti i nostri dati (anche grazie a quello che noi gratuitamente e inconsapevolmente lasciamo nei social), e questo è molto ma molto pericoloso!

https://www.bbc.com/future/article/20201014-totalitarian-world-in-chains-artificial-intelligence

Joe Biden, Barack Obama e Hillary Clinton

Molti ricorderanno le toccanti parole del presidente americano Barack Obama, quando disse al mondo: “questo è un buon giorno per l’America. Il nostro paese ha mantenuto il suo impegno affinché fosse fatta giustizia. Il mondo è più al sicuro, è un posto migliore dopo la morte di Osama bin Laden”. Tutti sappiamo che il mondo è diventato un posto migliore, vero?

Eravamo nel 2011, in un momento storico delicatissimo con una guerra illegittima in Libia e un disastro nucleare senza precedenti a Fukushima, e magicamente dal cilindro spunta una bella notizia: la morte del miliardario saudita!
Secondo l’amministrazione statunitense bin Laden il 2 maggio 2011 sarebbe stato individuato in una villa da un milione di dollari a circa 60 chilometri a nord di Islamabad, e dopo ben 40 minuti di combattimenti sarebbe stato ucciso dai militari, un commando di incursori della Marina, i famosi Navy Seals, chiamati Seals Team 6, che si sarebbero calati dagli elicotteri sopra il tetto della casa nella capitale del Pakistan.

Seals Team Six

Già questo assomiglia alla trama di un film hollywoodiano, ma la cosa ancor più fantasiosa è stata la sepoltura di bin Laden secondo il rito islamico, il terrorista infatti sarebbe stato sepolto in mare gettato dal ponte di una portaerei americana nel nord del mar Arabico dopo essere stato lavato secondo i costumi islamici ed aver ricevuto un funerale religioso.
Neppure Stanley Kubrick avrebbe avuto una tale fervida immaginazione.
Il corpo di bin Laden è stato lavato e avvolto in un lenzuolo bianco e poi un ufficiale ha letto un testo religioso tradotto in arabo da un interprete. Dopo la lettura, il feretro posto su una tavola piatta, ribaltato, e calato in mare. Questa è stata la narrazione ufficiale dell’amministrazione.
Possiamo veramente credere ad una simile storiella? Era ricercato vivo o morto da molti anni e una volta assassinato gli fanno un funerale degno di un capo di Stato?
Ricordo che nel sito del FBI sulla sua testa c’era una taglia di ben 25 milioni di dollari.

Nessun testimone
Pochi mesi dopo, il 7 agosto 2011 disgraziatamente precipita in Afghanistan l’elicottero Chinook con a bordo una trentina di uomini delle forze speciali degli Stati Uniti, casualmente proprio nel momento in cui la versione ufficiale di Washington sull’uccisione di Osama bin Laden vacillava.

Quello che rimande dell'elicottero Chinook

Tra i 38 morti nel disastro vi erano i 17 Navy Seals coinvolti nell’esecuzione del miliardario saudita, soprattutto il Seals Team 6, gli uomini dell’unità speciale (nel frattempo diventati eroi nazionali) che lo avrebbero ucciso.
All’epoca fonti anonime hanno raccontato agli organi di stampa che l’elicottero sarebbe stato abbattuto da un missile, ma di questo i media non ne hanno parlato.
Come mai tirare in ballo dopo tanti anni questa triste vicenda? Il motivo è semplice: qualche giorno fa un agente pentito della CIA avrebbe fornito ad un membro del Congresso statunitense e ad un generale dell’esercito le prove inoppugnabili che Barack Obama (Presidente), Hillary Clinton (Segretaria di Stato) e Joe Biden (vice presidente) sarebbero non solo gli artefici della messinscena legata a Osama bin Laden, ma la cosa ancor più grave, sarebbero i mandanti dell’assassinio del militari del Seals Team 6.
Le forze speciali che parteciparono all’incursione erano gli unici testimoni oculari della più grande presa per il culo americana degli ultimi anni!
Se questa notizia venisse confermata, a poche settimane dalle presidenziali di Trump, sarebbe una bomba atomica dirompente per il Deep State…

Video (censurato dappertutto) dove viene raccontata la storia

https://youtu.be/rCybWf1g9K8