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Marcello Pamio

I dogmi ufficiali stanno saltando uno alla volta.
Nella nutrizione collegata allo sport era impensabile, fino all’altro giorno, un atleta professionista che non si nutrisse esclusivamente di proteine e grassi animali. Fantascienza.
Nulla di nuovo, d’altronde all’università il mantra è sempre lo stesso: l’uomo è una macchina proteica, una specie di caldaia dove si mette dentro il carburante per produrre dell’energia.
Semplice matematica.

Se con l’attività e lo sport consumiamo le riserve proteiche (aminoacidi), queste le troviamo nelle nobili proteine che gli animali sacrificandosi ci mettono gentilmente a disposizione. Il discorso non fa una piega, anche se tale discorso è completamente falsato all’origine.
A causa di queste devianze la maggior parte degli sportivi agonistici ingollano quantità industriali di zozzerie inenarrabili, solo perché il loro nutrizionista e/o preparatore trasuda ortodossia.
Per fortuna nel mondo sempre più persone (per scelta o per necessità) e sempre più atleti hanno capito che qualcosa non torna in questa visione materialista e nichilista e lo stanno dimostrando al mondo.

Ironman Triathlon
Una delle competizioni più disumane che esista è il cosiddetto Ironman.
Si tratta di un triathlon che contempla tre sport: nuoto, ciclismo e corsa. Stiamo parlando di quasi 4 km a nuoto, 180 km in bici e 42 km a piedi: tutto nella stessa gara!
Alle Hawaii si disputano dal 1978 i Campionati del mondo di Ironman.
Quest’anno a vincerlo è stato il superman Patrick Lange che ha frantumato il record del 2017, con un tempo di 7h 52min e 39s contro le 8h 1min e 40s della precedente edizione.
Fin qui la notizia non c’è, anche perché ogni anno qualcuno vince il trofeo; la cosa interessante è che Lange non mangia carne! Ebbene sì, l’atleta tedesco è vegetariano da oltre 8 anni!

«Quando scopri - ha dichiarato in una recente intervista - gli effetti di una dieta sana sul tuo corpo, non hai bisogno di nient’altro». E i risultati gli danno ragione.
A colazione, invece di ingurgitare bacon fritto con uova strapazzate, il tutto irrorato da un bicchiere di latte vaccino, Lange mangia «fiocchi di grano e avena, noci, cocco tritato e semi di girasole» irrorati da latte di mandorla.
Nel periodo prima delle preparazioni alle Hawaii, cioè quando si doveva allenare duramente per sei o sette ore di fila ogni giorno, ha usato molti «frullati, barrette energetiche e integratori di proteine», ovviamente vegetali.
Alla stampa ha spiegato i motivi della sua scelta di vita: «mio zio ha una macelleria dove lavoravo spesso durante le vacanze e quindi vedevo macellare i maiali. E - come diceva Paul McCartney - chiunque abbia mai visto l’interno di un macello prima o poi diventa vegetariano».
Anche il grande Leone Tolstoi soleva dire che se i macelli avessero le pareti di vetro, quindi trasparenti, tutti diventerebbero vegetariani. Ma siccome l’industria della morte non ci fa vedere nulla, e trasmuta degli animali in pezzi che non ricordano la loro origine, l’uomo miope continua imperterrito con l’ecatombe, ammalando se stesso e la Natura…

Il caso di Peter Lange però non è certo l’unico.
Come non ricordare il grandissimo Dave Scott, chiamato la “leggenda sportiva” perché per ben sei volte (1980-1982-1983-1984-1986-1987) vinse la competizione alle Hawaii dell’Ironman.

Si dà il caso che pure Scott in quel periodo era vegetariano!
Come la mettiamo a questo punto? Rimaniamo fermi e ancorati alle idiozie di una scienza della nutrizione di stampo medioevale che considera primario il conteggio delle calorie e delle proteine? Ci mettiamo col bilancino radicati in una visione disumanizzante che ancora distingue i 21 aminoacidi in essenziali e non essenziali, collocando guarda caso i primi nelle proteine animali?
Oppure iniziamo a cestinare le bilance comprendendo che l’organismo umano non è una pentola a pressione statica ma un organismo dinamico complessissimo; che in Natura c’è tutto quello che serve all’uomo e all’animale per stare bene e in salute. I casi (emblematici per la scienza) di Dave Scott e Peter Lange rappresentano la prova vivente, la dimostrazione inequivocabile che l’uomo nutrendosi a base vegetale non solo è in grado di raggiungere uno stato di salute e benessere ottimali, ma è in grado anche di vincere la più massacrante gara sportiva che esista al mondo!
Ovviamente questo per Big Pharma e Big Food non è una buona notizia…
La bella notizia invece è che dopo aver smantellato il record mondiale, pochi metri dopo il traguardo, Lange ha avuto ancora il fiato per chiedere alla fidanzata di sposarlo.

 

Marcello Pamio

Quando oggi si tira in ballo il termine «vegano» (esattamente come avviene per il tema «vaccini») la popolazione e anche la scienza si dividono in due schieramenti contrapposti, da una parte coloro che ne capiscono la valenza e la rispettano, dall’altra quelli in preda ad una strana isteria che attaccano senza mezze misure e senza minimamente sapere di cosa si sta parlando.
Una buona parte della popolazione generale, grazie a decenni di lavaggio del cervello e trasmissioni televisive fatte ad arte, è stata addestrata e allevata (ecco il vero «effetto gregge») non a ragionare con la propria testa e avere un pensiero lineare, ma a reagire comandati.
Quando il discorso tocca tematiche delicatissime e personali (vaccini, alimentazione, salute, ecc.), è come se la gente sentisse messa in discussione la propria visione delle cose e della stessa vita, per cui reagisce attaccando senza mezzi termini e in ogni modo.

L’alimentazione è un argomento la cui importanza non può essere messa in discussione da nessuno, come pure non possono essere giudicate le motivazioni che spingono una persona a intraprendere una scelta piuttosto che un’altra. Quello che muove una persona sono sempre motivazioni interiori (etiche, morali, salutistiche o altro) non criticabili a prescindere, perché andrebbero viste nel loro insieme e nella loro globalità. Viene da sé che se di mezzo ci sono bambini tali scelte si caricano di una maggiore responsabilità; ma ogni scelta, se fatta consapevolmente (e non per emulare o copiare qualcuno o una moda), deve essere rispettata. 
Purtroppo continuano invece i rigurgiti e gli attacchi scandalosi nei confronti dell’ormai irreprensibile regime vegano. Oltre a medici, perfino esponenti della politica nazionale sono intervenuti con arroganza e ignoranza sul tema, facendo passare i genitori che adottano un regime naturale, come dei malati di mente da incarcerare e multare.

Mi riferisco alla folle proposta di legge presentata nel 2016 dalla deputata Elvira Savino di Forza Italia, il cui testo prevedeva fino a un anno di carcere (arrivando a 2 se il minore aveva meno di 3 anni) per i genitori che adottavano una dieta «priva di elementi essenziali per la crescita».
Ci sarebbero mille domande da porre alla deputata, ma purtroppo non servirebbe a nulla visto che a monte necessiterebbe avere delle conoscenze nutrizionali, che la forzaitaliota non ha.
Per esempio a quali «elementi essenziali» si riferisce? Alle intoccabili «proteine nobili», cioè quelle di origine animale? Oppure alle vitamine e minerali...?
La fortuna vuole che ce lo spieghi lei stessa: «molte volte, infatti, soprattutto ai figli di genitori che seguono diete vegane o vegetariane, viene imposta a minori un’alimentazione che esclude categoricamente e imprudentemente alimenti di origine animale e loro derivati».
Secondo la Savino, per gli adolescenti e i bambini l’alimentazione vegana o anche vegetariana «è carente di zinco, ferro tipo eme (contenuto in carne e pesce), vitamina D, vitamina B12 e omega-3».
Qui se c’è una carenza è di tipo culturale…

Il paradosso - non comprensibile per la maggior parte dei politicanti della domenica - è che la dieta onnivora, cioè quella ricchissima degli «elementi essenziali» tanto osannati e propagandati dalla giovine deputata, è esattamente la dieta che sta trasformando i nostri bambini in piccole creature mostruosamente obese. Sarà un caso infatti che i bambini italiani sono tra i più obesi d’Europa?[1]
Alla Savino sono sfuggiti gli ultimi dati della «Childhood Obesity Surveillance initiative» (2015-17) dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, perché era tutta intenta a dare la caccia ai genitori vegani.
Come pure non avrà letto le pubblicazioni che sbugiardano le sue aberranti posizioni, ad esempio l’ennesimo documento dell’ADA, l’«American Dietetic Association».
L’Associazione dei Dietisti Americani ha pubblicato una valanga di documenti sull’argomento, affermando ogni volta la propria posizione ufficiale a favore dei regimi alimentari vegetariani e vegani.

Hanno iniziato nel lontano 1987, per poi riaffermarlo nel 1992, nel 1997 (J Am Diet Assoc. 1997;97:1317-1321) e nel 2000. Nel 2003 («Journal American Dietetic Association» 2003;103:748-765) addirittura si sono aggiunti pure i medici canadesi dell’Associazione dei Dietisti. 
Nel 2009 («Journal of The Academy of Nutrition and Dietics» 2009;109:1266-1282) la penultima, per giungere al 30 agosto 2018 con la pubblicazione sul «Journal of The Academy of Nutrition and Dietics».
La loro posizione, nonostante i decenni trascorsi, è sempre la medesima: «l’American Dietetic Association ed i Dietitians of Canada affermano che le diete vegetariane correttamente bilanciate sono salutari, adeguate dal punto di vista nutrizionale e che comportano benefici per la salute nella prevenzione e nel trattamento di alcune patologie».

Quindi a differenza delle sciocchezze esposte da alcuni politicanti, ciarlatani e medicastri, le associazioni che riuniscono i dietisti americani e canadesi affermano da oltre trent’anni che la dieta vegetariana è in grado di apportare «benefici per la salute» sia nella prevenzione che nel «trattamento di alcune patologie».
Non si sono limitati a questo, perché oltre a quella vegetariana i dietisti si sono occupati anche di quella vegana, e il motivo è semplice: negli anni il numero di persone che hanno abbracciato questa scelta è aumentato moltissimo. Era d’obbligo per loro, per cui hanno allargato la loro posizione ufficiale nella seguente maniera: «le diete vegetariane correttamente pianificate, comprese le diete totalmente vegetariane o vegane, sono salutari, adeguate dal punto di vista nutrizionale, e possono conferire benefici per la salute nella prevenzione e nel trattamento di alcune patologie. Le diete vegetariane ben pianificate sono appropriate per individui in tutti gli stadi del ciclo vitale, ivi inclusi gravidanza, allattamento, prima e seconda infanzia e adolescenza, e per gli atleti».

Sfatiamo un volta per tutte il mito della dieta onnivora, assai comodo a un certo tipo di Sistema, che ci vuole invece all’ingrasso come i maiali, predisponendoci a tutte le malattie moderne.
La dieta onnivora-carnivora non a caso fa aumentare il PIL (industrie lattiero-casearie-macellatorie, farmaceutiche, chimiche, ecc.), perché rende le persone maggiormente vulnerabili alle malattie, con la logica conseguenza dell’aumento degli introiti farmaceutici. Mentre un regime sano a base vegetale, predisponendo alla salute, non produce lo stesso effetto…
Oggi si può affermare senza paura di smentita che una dieta vegetariana (intelligente) e/o vegana ben pianificata, è adatta in TUTTE le fasi della vita, anche nell’infanzia e gravidanza, soddisfacendo il fabbisogno di TUTTI i nutrienti e microelementi.
Per cui basta, non ci sono più scusanti! Mai più nessuno potrà attaccarsi al ridicolo, quanto ascientifico carrozzone del Ferro-eme, della Vitamina D e delle «proteine nobili».
La conclusione è scontatissima: se ci si vuole mantenere sani, rispettando al contempo la Natura, gli animali e l’ambiente, la strada verso un regime vegetale è quasi obbligatoria.
Esattamente come ha scritto nel 1891 il grandissimo Leone Tolstoi nell’introduzione del volume di Howard Williams «The ethics of Diet», poi divenuta un vero e proprio libro dal titolo «Il primo gradino».

«Così non si può pensare di voler cuocere sul serio il pane, se prima non si è impastata la farina e scaldato il forno. Allo stesso modo non si può credere di poter arrivare a condurre una vita morale, se non si rispetta un ben preciso ordine nell’acquisizione progressiva delle virtù necessarie».[2]

Per il Leone russo infatti, il primo gradino che permette la salita nella scala dell’evoluzione spirituale è la non violenza in senso assoluto, tra cui ovviamente non creare sofferenza animale con le proprie scelte alimentari….
Per cui se oggi un medico, un dietista o un nutrizionista sconsiglia i regimi alimentari vegetali, li ridicolizza, o peggio ancora li usa per fare del facile terrorismo, salutatelo lasciandolo nel suo triste brodo culturale. Diamo un segnale a quegli individui che non si aggiornano, che non aprono la mente e il cuore e che sono impantanati (senza nessuna scala) nelle sabbie mobili dell’ignoranza!

 

[1] «Bambini italiani tra i più obesi d'Europa, il 38% delle femmine», www.ansa.it/canale_saluteebenessere/notizie/salute_bambini/medicina/2018/05/24/bambini-italiani-tra-i-piu-obesi-deuropa-il-38-delle-femmine_010d90c6-32d0-44d8-be1e-aa6b0813a1c3.html

[2] https://www.sololibri.net/Il-primo-gradino-Lev-Tolstoj.html