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Dal 5 maggio 2025 Skype non sarà più disponibile e Microsoft suggerisce agli utenti di passare a Microsoft Teams Free dove è possibile trasferire chat e contatti.
Per chi vuole stare fuori dal sistema ecco alcune soluzioni…

WIRE

Wire è una piattaforma Svizzera di messaggistica sicura e collaborazione aziendale sviluppata da Wire Swiss GmbH.
Il suo punto di forza è l'approccio alla privacy e alla sicurezza con un sistema di crittografia end-to-end su tutti i contenuti scambiati, inclusi i messaggi di testo, chiamate vocali, videochiamate e condivisione di file. A differenza di molte altre piattaforme di comunicazione Wire è Open Source e conforme alle normative europee sulla protezione dei dati come GDPR.
Disponibile su Linux, Android, Windows, macOS, iOS e attraverso una versione web può accompagnarvi su tutti i vostri dispositivi. Supporta chat individuali e di gruppo, oltre a tutte le funzioni citate, quindi è utile sia per l'uso personale sia per la collaborazione aziendale. Inoltre offre la possibilità di fare il self-hosting su server privati per un controllo totale sui dati, un opzione interessante per chi ha bisogno della massima riservatezza.
Può andare a sostituire sia Skype sia Slack, anche se meno ricco di quest'ultimo dal punto di vista degli strumenti avanzati di collaborazione e integrazione con altre piattaforme di lavoro.

KCHAT


Un'altra soluzione interessante è KChat, un servizio di messaggistica istantanea aziendale sviluppato dalla Svizzera Infomaniac.
È progettato per offrire una soluzione di comunicazione conforme alle normative europee sulla privacy con particolare attenzione alle protezioni dei dati e all’hosting esclusivamente in Svizzera. Si basa su Mattermost, un progetto Open Source per la comunicazione aziendale che offre funzionalità avanzate di chat, organizzazione in canali tematici e collaborazione tra team. Il codice sorgente della versione desktop è disponibile su GitHub.
Il programma inoltre ha l'interfaccia in italiano anche se per creare l'account dovrete gestire qualche frase in francese.

OLVID

Un'alternativa migliore di WhatsApp è Olvid, un'applicazione di messaggistica sviluppata in Francia e progettata per offrire la massima privacy e protezione dei dati.
A differenza di altre piattaforme come Signal e la stessa WhatsApp non utilizza server di autenticazione centralizzati né numeri di telefono per identificare gli utenti. Questo approccio garantisce che solo i partecipanti alle conversazioni possono conoscere l'identità reciproca eliminando qualsiasi possibilità di tracciamento da parte di terze parti.
La sua architettura si basa su un modello crittografico avanzato che garantisce l'integrità e la riservatezza delle comunicazioni senza bisogno di un'infrastruttura esterna per gestire le chiavi di sicurezza. Questo significa che non esistono metadati tracciabili e che nessun intermediario può accedere alle conversazioni. Olvid è conforme alle normative europee sulla privacy, come GDPR. E' disponibile su Android, iOS e come applicazione desktop per Linux, Windows e macOS.
Potete infine creare un account senza fornire alcuna informazione personale.

SKRED

Molto interessante anche Skread (nonostante il logo inquietante) sempre francese per Android e iOS. Non richiede un indirizzo email o numero di telefono per l'utilizzo e non necessita di abbonamenti, non richiede neppure una scheda SIM e non lascia tracce delle comunicazioni.
Utilizza la crittografia end-to-end e funziona su un modello peer-to-peer assicurando che solo i partecipanti alla conversazione possono accedere ai contenuti scambiati. L’interfaccia è progettata per facilitare lo scambio di messaggi, immagini, video, chiamate vocali e videochiamate. A differenza di Olvid, Skred è pensato per un anonimato totale senza alcun sistema di verifica dell'identità rendendolo particolarmente adatto per chi desidera una comunicazione privata senza lasciare alcuna traccia digitale.

Questo delinquente gira con il lettore POS Mobile in mano

Marcello Pamio - 5 luglio 2023

Lo sapete cos'ha in mano l'individuo della foto? Si tratta di un POS mobile che legge le carte di credito e i bancomat contactless.
Questo personaggio, uno dei tanti, si aggira nei luoghi affollati appoggiandolo a borse, giacche e pantaloni di ignari utenti, alla ricerca di una carta che esegue transazioni al solo avvicinamento dell'apparato.

Come possiamo difenderci?
Personalmente pago sempre in contanti, e lo farò fino alla fine dei tempi. Non voglio essere schiavo della tecnologia e della moneta elettronica, e soprattutto voglio avere la percezione dei soldi che fisicamente escono…
Ovviamente il Sistema vuole imporre la cashless society, la società priva di contanti e totalmente smart! E sta facendo di tutto per arrivarci in tempi ragionevoli.
Detto questo, per quelli che usano la carta di credito per pagare il caffè non dico nulla, continuate così. A tutti gli altri che ce l'hanno in tasca ma la usano con intelligenza, ecco alcuni banali consigli…

1) non tenere la carta vicino a magneti e/o calamite perché si può smagnetizzare;

2) non conservare il PIN assieme alla carta;

3) non perderla mai di vista al momento dei pagamenti. Prenderlo nel tortellino è un lampo…

4) visto che girano i coglioni con in mano il "Pos mobile" è necessario schermare le carte di credito contactless per evitare furti.
Basta un portacarte isolante, un portafoglio o uno zaino anti-RFID. In commercio se ne trovano moltissimi, per ogni fascia di prezzo e stile.

Altrimenti è possibile con materiale metallico di scarto (alluminio, rame, ecc.) farselo in casa!
La protezione RFID è una barriera tra la carta e l'esterno che blocca i segnali radio che permettono il collegamento con i lettori.

I dati che viaggiano su internet non sono sicuri e possono essere intercettati da chiunque si trovi sul loro percorso. Questa è la premessa: la sicurezza nel web non esiste!
Per fortuna possono venirci in aiuto le VPN (Virtual Private Network), cioè delle reti private virtuali che garantiscono privacy, anonimato e sicurezza attraverso un canale riservato (tunnel).

Il termine “virtuale” sta a indicare che tutti i dispositivi appartenenti alla rete non devono essere necessariamente collegati ad una stessa rete LAN locale, ma possono essere dislocati in qualsiasi punto del globo.
Una VPN quindi è un servizio che può essere utilizzato da chiunque per criptare il traffico internet e proteggere la propria identità online.
A nessuno piace essere spiato, per non parlare del rischio che i propri dati personali vengano trafugati o che la propria identità utilizzata per truffe e raggiri.
Navigare senza una rete privata virtuale significa essere costantemente in pericolo.

Il funzionamento è semplice: quando si accede a un sito web il fornitore di servizi internet riceve la richiesta e reindirizza l'utente alla destinazione desiderata. Ma quando ci sii connette a una VPN, questa reindirizza il tuo traffico internet attraverso un server virtuale prima di inviarlo a destinazione. Si può così selezionare in qualsiasi parte del mondo uno dei server messi a disposizione da un servizio VPN e questa cambia l’indirizzo IP e maschera la nostra posizione virtuale. In pratica navighiamo nascondendoci da qualche altra parte.

VPN e sicurezza
Purtroppo le VPN non sono tutte sicure. Capita spesso infatti che le reti virtuali non solo siano lente ma che controllino anche i nostri dati!
Le VPN funzionano costringendo tutto il traffico in entrata e in uscita da un device (desktop, portatile, smartphone, tablet) a passare attraverso una connessione criptata e a un server esterno prima di collegarsi a qualsiasi sito web. Questo dovrebbe impedire a chiunque di tenere traccia dei siti internet visitati. Il compito della VPN è anche quello di mascherare il nostro indirizzo IP di origine, utilizzando quello del server VPN o di un altro punto di uscita, aggirando così i blocchi di geolocalizzazione e della censura.

Purtroppo alcune VPN, soprattutto quelle gratuite, spesso si rivelano delle trappole perfette per ottenere proprio quello che volevamo evitare: i nostri dati.
Circa il 20% dei client appartenenti ai maggiori servizi VPN sono soggetti a questi bug che consentono di essere controllati.
Se utilizziamo una VPN, l’IP attraverso il quale effettuare le transazioni dovrebbe essere quello del server dietro cui ci “nascondiamo”, ma questi bug permettono di risalire all’IP assegnatoci dal nostro provider, facendo saltare la copertura e rendendo molto più agevole risalire alla nostra identità.

Ecco alcune soluzioni interessanti.

Browser vulnerabili (web RTC abilitato in maniera predefinita)
Brave, DuckDuckGo, Edge, Epiphany, Firefox, Google Chrome, Internet (Samsung Browser), Opera, Safari, Vivaldi

Questi programmi di navigazione appena visti non vanno male, ma bisogna impostare la configurazione ad hoc, perché di default hanno dei bug.

Browser non vulnerabili (web RTC abilitato in maniera predefinita)
Internet Explorer, Konqueror, NetSurf, Tor Browser

VPN vulnerabili
Astrill, Betternet Addons (Browser Plugin), BlackVPN, ChillGlobal, CyrenVPN, Glype, hide-me.org, Hola!VPN, Hola!VPN Chrome Extension, Hoxx VPN (firefox Browser Addons), HTTP PROXY in browser that support Web RTC, IBVPN Browser Addon, PHP Proxy, phx.piratebayproxy.co, psiphon3, SmartHide Proxy, SOCKS PROXY on browsers with Web RTC enabled, SumRando Web Proxy, TOR as PROXY on browsers with Web RTC enabled, Windscribe Addons (Browser Extension/Plugin)

Tra tutte le altre VPN molte sono sicure (diciamo quelle a pagamento) altre non è stato possibile testarle, per cui rimane il dubbio. Il mio consiglio spassionato è quello di investire qualche soldino, perché la sicurezza in Rete non ha prezzo. Personalmente avendo già il servizio email della società svizzera Proton, ho implementato anche la loro VPN.
Per esempio anche Mozilla (Firefox) ha reso disponibile in Italia il proprio servizio VPN a soli 4.99 euro al mese. Il suo funzionamento si basa su una rete globale di (oltre 400 in 30 Paesi).

VPN sicure
AirVPN, AnonVPN, Anonymizer, AutoVPN, Avast Secureline, Avira Phantom VPN, AzireVPN BeeVPN, Betternet, Blockless, BolehVPN, Boxpn, BTGuard, CactusVPN, Celo, CryptoStorm, CyberGhost, Disconnect.me, EarthVPN, Encrypt.me, ExpressVPN, FinchVPN, flter.me VPN, FlyVPN, Freedome, FrootVPN, GetFlix, Hide My IP, Hide.me, HideALLIP, HideIPVPN, hideman.net, HideMyAss, HideMy.name, Hotspot Shield, IBVPN, IntroVPN, Ipinator, Ipredator, IPVanish, Ironsocket, Ivacy, IVPN, LiquidVPN, Mullvad, NordVPN, OctaneVPN, Opera (Browser) VPN, OverPlay, oVPN.com, Perfect Privacy, Private Internet Access, PrivateTunnel, PrivateVPN, ProtonVPN, ProXPN, Proxy.sh, PureVPN, Qnap NAS, RA4W VPN, RootVPN, SaferVPN, SecureVPN.com, SecureVPN.to, SecurityKISS, Seed4.Me, ShadeYou, SlickVPN, SmartHide, Steganos, StrongVPN, SumRando VPN, Surfeasy, Surfeasy Addons, SwitchVPN, Synology NAS, Tails, TigerVPN, TopVPN, Torguard, TorVPN, Trust.Zone, TunnelBear, TunnelBear Addons, Tunnelr, Unblock VPN, VPN Gate, VPN Unlimited, VPN.ac, VPNArea, VPNbook, VPNJack, VPNSecure, vpnstaticip.com, VPNTunnel, VyprVPN!, WASEL Pro, Windscribe VPN, WiTopia Personal, WorldVPN, X-VPN, zenmate.com Addons, zenmate.com VPN, zenvpn.net, ZoogVPN, ZorroVPN.


Vincenzo D’Anna

All’insaputa di molti, nel nostro Paese si sta consumando una vera e propria battaglia tra coloro i quali invocano la libertà di proteggere il proprio corpo dalle ingerenze dello Stato etico, e quanti, all’opposto, sostengono questa specie di tiranno che pretende di stabilire quale sia il bene da garantire al popolo. Un’espropriazione forzosa, insomma, del diritto di auto-determinazione con i cittadini trasformati in “sudditi obbedienti”, ancorché in nome del bene che la Nazione intende garantire loro anche con la prassi della vaccinazione obbligatoria.

A nulla vale che ci sia un aperta violazione dell’art.32 della Costituzione che pure vieta l’imposizione di trattamenti sanitari. In questo caso però si tratta di ben altro, perché qui si paventa un imminente quanto inesistente pericolo epidemico che renderebbe obbligatoria la pratica vaccinale volta a proteggere la salute pubblica, che, in quanto tale, gode della priorità rispetto alle singole libertà individuali. Un ragionamento ineccepibile se fosse vera la premessa.

Fortunatamente, infatti, l’epidemia di morbillo di cui tanto si è parlato nei mesi scorsi, è del tutto inventata e come fattore epidemico e pericoloso per la salute pubblica, è del tutto irrisoria. Non esiste la definizione di epidemia per patologie come il morbillo, malattia esantematica a prognosi fausta che ha infettato milioni di bambini e che ha indici di morbilità (numero di casi) e di complicanze gravi e/o mortali al di sotto di decine di altre ben più gravi patologie che pure falcidiano l’umanità. Allora da cosa discende questa “forzatura” scientifica e politica giunta addirittura a consentire all’Ordine dei Medici di radiare coloro i quali nutrivano perplessità e dubbi sulla sicurezza, non sulla efficacia si badi bene, della pratica vaccinale? Perché stuoli di medici sono stati zittiti con il bastone quando la Scienza, fin dal giorno in cui è nata, si è sempre basata sul dubbio, sull’indagine, sull’accertamento continuo fatto di studio, approvazione o confutazione dei saperi acquisiti o tramandati da studiosi di epoche precedenti? Perché per i vaccini si dovrebbe tornare alla teoria Aristotelica dello Ipse Dixit, cioè della verità assoluta ed immutabile, in aperto contrasto con la scienza moderna?

Eppure l’Epistemologia (ricerca della verità) scientifica ci insegna che tutto progredisce per conferme oppure falsificazioni dei risultati.

Perché, allora, si ha paura di quanti avvertono che i vaccini non sono sicuri fino a quando non si scoprirà la loro esatta composizione, quella degli additivi, dei conservanti, degli adiuvanti e degli scarti di produzione di cui essi sono composti? Perché iniettarli nei corpi di bimbi appena nati oppure ad appena tre mesi di vita, quando il loro sistema immunitario e le difese organiche sono notoriamente immaturi ed incompleti? Perché, nonostante le polemiche, l’Aifa (Agenzia per il Farmaco) non pubblica gli esami di certificazione e di qualità che sono per legge propedeutici alla commercializzazione di medicinali come, appunto, i vaccini che presentano eventi avversi anche gravi e mortali, come le stesse avvertenze allegate ammoniscono? Perché sostanze come alluminio (nelle creme) e formaldeide sono state ritirate dal commercio in quanto tossiche ma intanto continuano ad essere presenti nei vaccini?

Di recente ricerche commissionate e pagate da un’associazione di genitori contrari all’obbligo vaccinale, hanno evidenziato che alcuni di questi prodotti conterrebbero decine di impurità e di sostanze potenzialmente tossiche e/o nocive e tuttavia gli scienziati hanno pensato bene di irridere tali analisi senza tuttavia esibire gli esami che pure gli organi di controllo di qualità e sicurezza avrebbero dovuto realizzare!

Come mai? E come mai il presidente dell’istituto superiore di Sanità si è dimesso perché in aperto conflitto d’interesse con decine di consulenze ben retribuite dai produttori di vaccini ed il tutto è stato fatto passare come una forma di protesta contro il governo reo di aver assunto posizioni anti-scientiste? Perché nonostante le varie denunce né le procure, né i Nas hanno agito per rendere pubbliche le procedure dei controlli di legge? Perché si continua a tollerare un lacuna giuridica che consente ai produttori di vaccini di non dover eseguire tutti gli esami sul prodotto finito?

Sono questi i quesiti sistematicamente ignorati da stampa e mondo accademico in Italia dove una schiera di pseudo esperti dà per vero e provato quel che forse vero e sicuramente provato non è. È nell’interesse dei cittadini ignorare queste cose?

Nel nostro Paese c’è molta gente che teme per la libertà ma essendo la libertà una conquista di tutti i giorni, non possiamo accettare che essa venga delegata agli interessi della politica politicante e della scienza finanziata e perciò tacitata dalla Big Pharma di turno.

Vincenzo D'Anna, Presidente Ordine Nazionale Biologi

 Marcello Pamio

Amazon compra per un miliardo di dollari la società Ring!
Come mai il mostro dell’e-commerce compra sganciando una cifra colossale un’azienda che produce campanelli e videocamere connessi ad Internet? Si tratta di una delle maggiori acquisizioni fatte dal gruppo di Seattle.
La risposta sarà chiarissima alla fine del presente articolo.

Amazon intende connettere prodotti e servizi legati al suo assistente vocale Alexa, nello stesso tempo sta sfidando l’altro colosso Google, e infine c’è tutto il discorso del controllo globale mascherato sotto la voce «sicurezza».
Il disegno inizia a prendere forma leggendo il nuovo brevetto depositato proprio da Amazon qualche mese fa su un sistema integrato di «sicurezza intelligente».
La domanda di brevetto (US 2018/0341835), resa disponibile a fine novembre, avrebbe accoppiato tecnologie di riconoscimento facciale come «Amazon Rekognition» appunto con Ring.

Amazon Rekognition
Tanto per capacitarsi della situazione, con «Amazon Rekognition» è sufficiente fornire un’immagine o un video all’API Rekognition e il servizio può identificare oggetti, persone, testo, scene e attività, oltre che rilevare eventuali contenuti non appropriati.
Amazon Rekognition offre inoltre analisi facciale ad elevata precisione su immagini e video.


È possibile rilevare, analizzare e confrontare volti per diversi casi d’uso, ad esempio verifica degli utenti, conteggio delle persone e pubblica sicurezza, ma anche ovviamente per controllare le persone.

Si basa sulla stessa tecnologia di apprendimento profondo, collaudata e altamente scalabile, sviluppata dagli esperti di visione artificiale di Amazon, che permette di analizzare quotidianamente miliardi di immagini e video e che per l’uso non richiede esperienza nell’apprendimento automatico.
Il sistema può anche identificare migliaia di oggetti (una bicicletta, un telefono, un edificio) e scene (un parcheggio, una spiaggia, una città…), e attività specifiche che si svolgono in un singolo fotogramma, ad esempio «consegnare un pacco» o «giocare a calcio»…

Analisi facciale da fantascienza
È possibile analizzare gli attributi dei volti nelle immagini e nei video per determinare elementi come lo stato d’animo, la fascia di età, se la persona ha gli occhi aperti, ha gli occhiali o la barba. Non solo, è possibile anche valutare come cambiano questi fattori nel corso del filmato, creando una sequenza temporale delle emozioni di una persona.
Tutto meraviglioso. In banca o in un negozio sarà possibile stabilire dai cambiamenti del volto di un individuo se il soggetto si trova lì per acquistare o per fare una rapina.
Stiamo giungendo sempre più velocemente all’inquietante «Sistema Precrimine» del film Minority Report, dove gli omicidi e i furti sono stati quasi debellati grazie a questo sistema che li blocca prima che avvengano.

Tornando al brevetto Amazon, la CNN, il megafono del Sistema, rassicura tutti scrivendo che «l’applicazione di Amazon porta a quartieri più sicuri e più connessi, oltre a proprietari e forze dell’ordine più informati su quello che sta succedendo».[1]
Quindi tutti più felici e tranquilli ovviamente, parola di CNN.
Secondo invece l’avvocato Jacob Snow (ex giurista di brevetti), i dettagli del brevetto sono ancora approssimativi, ma l’applicazione descrive un sistema che la polizia potrà utilizzare per abbinare i volti delle persone che camminano ripresi dalle telecamere dei campanelli con la banca dati fotografica delle persone per così dire «scomode» o «sospette».
Sarà possibile anche per i proprietari delle case aggiungere le foto di persone “sospette” nel sistema, e il programma di riconoscimento facciale del campanello controllerà chiunque passi davanti alla loro abitazione.
In entrambi i casi, se si verifica una corrispondenza, il volto della persona potrà essere automaticamente inviato alle forze dell’ordine e la polizia potrebbe arrivare in pochissimi minuti.

Riuscite a comprenderne le potenzialità? Sarà finalmente possibile aggiungere nel database governativo la foto della suocera o del negretto dietro casa che rompe ogni giorno durante i pasti per qualche spicciolo, e quando questi sgraditi ospiti suoneranno il campanello, partirà una scarica da 1000 volt che li fulminerà sull’uscio!
Scherzi a parte, secondo l’avvocato che ha passato molto tempo a studiare i brevetti la cosa è molto inquietante, in base alla sua esperienza infatti «è raro che le domande di brevetto presentino, con dettagli da incubo, il mondo che un’azienda vorrebbe vedere. Amazon sogna un futuro pericoloso, con la sua tecnologia al centro di una massiccia rete di sorveglianza decentralizzata, che esegue il riconoscimento facciale in tempo reale su membri del pubblico utilizzando telecamere installate sul campanello della gente.»[2]
Dalla domanda di brevetto si evince anche che Amazon non ha intenzione di identificare le persone solo in base ai loro volti, ma la società prevede di utilizzare anche i dati biometrici, tra cui impronte digitali, analisi della texture della pelle, del DNA, della geometria della mano, della scansione dell’iride, del riconoscimento vocale, dell’odore/profumo e perfino delle caratteristiche comportamentali.
Immaginiamo un quartiere «sicuro» e «protetto» in cui ogni abitazione ha in dotazione queste telecamere nei campanelli. Basta avvicinarsi alla casa di un amico o passeggiare nelle vicinanze per andare in un negozio, e il nostro volto o la nostra impronta digitale o la voce possono venire registrati e magari contrassegnati come «sospetti» dal database governativo a nostra insaputa e soprattutto senza il nostro consenso.

Amazon, che vende simili dispositivi e gestisce i server, spinge le forze dell’ordine ad adottare questa tecnologia.
Sempre nella domanda di brevetto si dice che qualsiasi dispositivo audio-visivo può essere dotato delle appropriate funzioni di sorveglianza biometrica, e che Amazon sta spingendo la tecnologia verso l’automazione, rimuovendo il giudizio umano dal processo d’identificazione, e affidandosi esclusivamente ai dati (le foto di arresto, ecc.).
L’Associazione californiana ACLU, assieme ad altri gruppi per i diritti continuano ripetutamente ad avvertire che la sorveglianza facciale pone una minaccia senza precedenti alle libertà e ai diritti civili, che deve essere fermata quanto prima.

Conclusioni
La risposta alla domanda di partenza è chiarissima: con la solita scusante della “sicurezza”, Amazon (ma anche Google, Facebook, ecc.) stanno invece lavorando per il progetto di controllo globale.
Costruendo pezzo dopo pezzo tutta una rete pervasiva di sorveglianza elettronica!
Lo scopo è il tracciamento di tutti e ovunque, e simili dati sensibili saranno gestiti dal governo di turno e dalle società private che partecipano all’operazione.
Stanno semplicemente realizzando quello che moltissimi film di fantascienza hanno preconizzato…

Fonti:

"I nuovi e raccapriccianti sistemi di riconoscimento facciale Amazon, spieranno il vicinato dalla porta di entrata di casa".
https://neovitruvian.wordpress.com/2018/12/23/i-nuovi-e-raccapriccianti-sistemi-di-riconoscimento-facciale-amazon-spieranno-il-vicinato-dalla-porta-di-entrata-di-casa/ 

[1] «Amazon may want to identify burglars with facial recognition tech»

https://edition.cnn.com/2018/11/30/tech/amazon-patent-doorbell-facial-recognition/index.html

[2] https://www.commondreams.org/views/2018/12/13/amazons-disturbing-plan-add-face-surveillance-your-front-door