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Le distorsioni causate dalla moneta Fiat nel sistema universitario hanno avuto conseguenze devastanti.
Tutti pensano erroneamente che le moderne universitarie siano libere, in realtà dipendono quasi tutte dai finanziamenti pubblici.
Lo Stato fornisce loro fondi sotto forma di "finanziamenti alla ricerca".
Dopo un secolo possiamo affermare che la moneta Fiat ha distrutto le moderne università: da luoghi di insegnamento e ricerca sono diventate agenzie pubblicitarie per governi e multinazionali.
Un libero mercato garantirebbe la fedeltà alla missione educativa: far avanzare la conoscenza, e l'università non in grado di rispettare tale impegno verrebbe spazzata via. La ricerca universitaria sarebbe orientata a soddisfare i bisogni del mondo reale, dal momento che l'istituto stesso potrebbe permettersi di finanziare solo che i progetti in grado di offrire alla società significativi e tangibili benefici.
Oggi per una università il successo non si basa sull'offrire insegnamento di qualità, quanto nel soddisfare i desideri dei finanziatori.
L'effetto collaterale più grave dell'ingerenza dello Stato nelle università americane, grazie alla moneta fiat, è la distruzione del "metodo scientifico". Quello che oggi viene fatto passare per scienza è un mix di propaganda statale e pubblicità a grandi aziende.
Dato che i fondi alla ricerca vengono assegnati principalmente dai burocrati del governo, il risultato finale è un cumulo di laureati senza alcuna utilità sociale. I dipartimenti sono popolati infatti da nani intellettuali semi-alfabeti di stampo marxista, la cui ideologia è promuovere il potere del governo e della sua parassitaria e in produttiva classe dirigente.
Ricordo che la visione del mondo di Marx si basava sull'assunto che lo Stato prendesse il controllo sia della creazione di denaro che della gestione del credito, con una avanguardia rivoluzionarie incaricata di prendere tutte le decisioni economiche e sociali per conto degli schiavi.
Dato che i finanziamenti pubblici costituiscono una parte importante dei budget universitari, ciascun istituto si trova costretto non a servire i bisogni dei propri studenti, quanto i favori dei pianificatori del sistema.
I ricercatori di successo sono quelli che riescono a farsi pubblicare con maggiore frequenza articoli e ricerche nelle riviste importanti. La mania delle pubblicazioni ha portato alla completa corruzione dell'industria delle riviste accademiche, abominio di cui si alimentano tutti i professori.
Gli editori sono i nuovi dominatori dell'intero mondo universitario!
Le loro riviste determinano chi verrà assunto, promosso e riceverà un nuovo incarico nelle rispettive università. Le pubblicazioni scientifiche si sono consolidate nelle mani di poche case editrici, vero e proprio cartello mafioso.
Gli accademici non vengono remunerati né per scrivere gli articoli né per revisionare. Addirittura molte riviste chiedono loro un compenso per pubblicarne gli articoli!
La vera ricerca con la pubblicazione accademica si è ridotta a un circolo autoreferenziale che apporta benefici solo alle carriere di chi vi partecipa. L'obiettivo è essere pubblicati, non giungere a importanti conclusioni.
Gli studiosi vogliono farsi pubblicare il più possibile per ottenere maggiori finanziamenti, mentre le riviste vogliono avere più materiale da vendere direttamente all'università e il pubblico.
Così facendo la maggior parte delle ricerche e delle scoperte scientifiche siano false. Essendoci fortissime incentivi alla pubblicazione, la probabilità di vendere pubblicati risultati e conclusioni sbagliate cresce drasticamente. Similmente, venendo eseguiti tanti esperimenti si pubblicano solo i risultati desiderabili.
La scienza, nel momento in cui i finanziamenti vengono sottratti alla concorrenza di mercato, è diventata una religione!
Avete compreso la causa dell'attuale situazione?
Oggi grazie all'effluvio di moneta Fiat sono riusciti a fagocitare le università e la ricerca, in una parola: la Scienza!

Tratto da "Il Fiat Standard" di Saifedean Ammous


Marcello Pamio

I promotori della SCIENZA, quella con la esse maiuscola o cikappiana per intendersi, stanno ultimamente passando notti assai movimentate e non certo per il caldo africano o le zanzare.
Difficile immaginare anche la situazione di quei poveretti che hanno firmato il ridicolo «Patto trasversale per la Scienza», perdendo tempo e denari per costituire un’associazione il cui scopo è - pensate -  la «promozione e la diffusione della scienza e del metodo scientifico sperimentale in Italia al fine di superare ogni ostacolo e/o azione che generi disinformazione su temi scientifici».
Scrivono nello Statuto: «Scienza e Metodo Scientifico», avete letto bene? Quella che va sotto il nome di «Scienza basata sulle evidenze».

Ma cos’è successo in questi giorni? E’ arrivato l’ennesimo scandalo nella ricerca scientifica, proprio quella «Evidence-based Medicine».
La Procura di Milano ha infatti appena concluso un’indagine giudiziaria che fornisce un quadro a dir poco allucinante: mega direttori galattici (con l’abat-jour fantocciana in pelle umana), super professoroni e luminari della scienza, manipolavano i dati e documenti ufficiali per intascare milioni di euro da fondi pubblici, donazioni private e raccolta del 5 per mille.
Anche se le dita erano quasi totalmente immerse nella dolce marmellata vedremo purtroppo, alla fine, che i manigoldi se le sono leccate e ripulite prima dell’arrivo della magistratura…
La cosa ancor più incredibile è gli studi “taroccati” e “falsificati”, sono stati pubblicati dalle più prestigiose riviste scientifiche del mondo! Chiaro? Ecco qua la SCIENZA DELLE EVIDENZE.

Cosa comunque non rara, stando alle parole del dottor Richard Horton, capo-redattore della rivista «Lancet», in merito alle pubblicazioni scientifiche, in pratica ridotte ad una mera «operazione di marketing travestita da scienza legittima. Le società farmaceutiche hanno trovato il modo di eludere le norme di controllo della revisione paritaria. In troppi casi riescono a seminare letteratura settoriale di lavori scientifici di bassa qualità che possono poi usare per promuovere i loro prodotti presso i medici. Le case farmaceutiche ci stanno imbrogliando. Ci arrivano articoli con su i nomi dei medici e spesso scopriamo che alcuni di loro sanno poco o niente di quanto hanno scritto».

Qualche nome
Gli ultimi luminari indagati sono: Pier Paolo Di Fiore (dell’IFOM, il centro di ricerca dedicato allo studio della formazione e dello sviluppo dei tumori a livello molecolare), Alberto Mantovani (dell’Humanitas, l’istituto di ricerca e cura della famiglia Rocca, già trattato nell’articolo precedente), Pier Giuseppe Pelicci (dello IEO, l’Istituto Europeo di Oncologia fondato da Umberto Veronesi), Marco Pierotti, Maria Angela Greco, Elena Tamburini e Silvana Pilotti (dell’Istituto Nazionale dei Tumori).

Le milionate provenivano dal Ministero della Ricerca, dal Ministero della Salute, dall’Istituto Superiore di Sanità e dal CNR (Consiglio Nazionale delle Ricerche), quindi dalle nostre tasche, dai nostri risparmi!
Soltanto nel periodo tra il 2005 e il 2012, le cifre movimentate sono state decine di milioni: 9,37 milioni Di Fiore; 3,06 milioni Mantovani; 1,48 milioni Pelicci e 3,60 milioni Pierotti.

«Dalla prima analisi di polizia giudiziaria sui centri di ricerca milanesi», scrivono i PM, «emergevano nove pubblicazioni, consultabili liberamente, che contengono manipolazioni, più o meno gravi, delle immagini attestanti i presunti esperimenti». Altre indagini scoprivano «ulteriori 17 pubblicazioni che contenevano manipolazioni delle immagini».
La conclusione è shoccante: «sulle 32 analizzate, 25 pubblicazioni scientifiche sono risultate oggetto di manipolazione». Stiamo parlando di una percentuale attorno al 78%: a dir poco sconvolgente.

Ma in Italia non esiste il reato
Gli scienziati iscritti nei registri dei reati dai PM Francesco Cajani e Paolo Filippini sono stati indagati per «falso in scrittura privata, falsità ideologica commessa dal privato in atto pubblico e truffa».
Dopo tre anni di inchiesta, i PM hanno concluso che i fatti sono stati accertati, le manipolazioni sono state provate, ma NON esiste in Italia un reato che permetta di mandarli a giudizio.
Quindi hanno dovuto chiedere al giudice dell’indagine preliminare, Sofia Fioretta, l’archiviazione del caso!

L’Italia è colonia dell’Impero, e difatti negli States, i giudici hanno spesso condannato e mandato in carcere ricercatori che avevano manipolato gli studi. Non a caso le più pesanti multe comminate alle case farmaceutiche sono state firmate da giudici americani. Da noi invece i delinquenti accademici, quelli esperti in “matematica creativa”, non solo non vengono licenziati, ma ricevono premi andando ad occupare posizioni professionali e sociali migliori di prima.
Scrivono in chiusura i due PM: «Le accertate manipolazioni, sia pure preoccupanti dal punto di vista dell’impatto scientifico, rimangono per l’attuale legislazione prive di rilevanza penale».
Sarà priva di rilevanza per l’attuale legislazione, ma queste sono gravità altamente rilevanti per la società umana: gli studi falsificati infatti permettono a Big Pharma di far entrare in commercio farmaci e veleni pericolosi.

Il caso del dottor Scott Reuben
Quello che la Procura ha scoperto è semplicemente il classico giochetto o meccanismo di truffa scientifica, e queste sono cose risapute e sempre accadute. Dire “normalità” è una parola grossa, ma non siamo tanto distanti...
Il caso del dottor Scott S. Reuben è l’emblema di tutto questo.

Scott Reuben è stato professore di anestesiologia e medicina del dolore alla Tuft University di Boston, e capo del Dipartimento per il dolore acuto al Baystate Medical Center di Springfield prima di essere condannato al carcere per frode sanitaria.
Il 7 gennaio 2010 ha ammesso candidamente di NON aver mai effettuato nessuna delle ricerche pubblicate a suo nome. La cosa strana è che ne ha pubblicate moltissime!
La Pfizer per esempio ha dato al medico ben 5 borse di ricerca tra il 2002 e il 2007, e i suoi studi hanno sostenuto l’antidepressivo Efexor come antidolorifico...
Si stima che i suoi “articoli scientifici” e le sue “ricerche” (mai fatte, ma) pubblicate dalle principali riviste scientifiche del globo, abbiano fatto da una parte incassare alle case farmaceutiche miliardi di dollari per farmaci come Vioxx, Celebrex, Efexor, Bextra, Arcoxia, Lyrica, Neurontin, e dall’altra milioni di morti per complicanze cardiache e non solo...
La rivista Scientific American ha chiamato Reuben, il Bernie Madoff in camice bianco (Madoff è il banchiere americano condannato per una delle più grandi frodi finanziarie di tutti i tempi: 65 miliardi di dollari).

E’ questa la Scienza basata sulle evidenze? Ma evidenze di chi?
L’unica cosa ampiamente evidente è che la «ricerca scientifica» è gestita e controllata da chi ha i soldi per farla: le società private. Solo queste a livello planetario hanno i denari per finanziare la maggior parte degli studi, i cui risultati saranno successivamente pubblicati nelle riviste che contano, quelle con il più alto “fattore d’impatto”.
Ma se la lobby paga, i risultati non potranno discostare dalla linea generale: dovranno infatti allinearsi al volere dei padroni…
Quindi sarebbe più corretto passare dalla «Scienza basata sulle evidenze», alla «Scienza basata sulle convenienze», dove però la convenienza non è nostra, ma di qualcun altro!

 

Per approfondire

“Ricerca sul cancro, risultati ritoccati per ottenere milioni”, Gianni Barbacetto, “Il fatto Quotidiano”, 30 giugno 2019


Marcello Pamio

Ieri pomeriggio all’Aula Magna della Statale di Milano è avvenuta la presentazione del «Patto trasversale per la Scienza».
Un progetto voluto da Guido Silvestri e Roberto Burioni e avallato da personaggi come Mentana, Lorenzin, Di Grazia, Matteo Renzi e perfino Beppe Grillo.
Stiamo parlando di un patto antidemocratico ed estremamente pericoloso per le libertà di questo Paese.
Un patto molto desiderato anche da Big Pharma.

A rischio ci sono la libertà di cura, di pensiero, di espressione, di critica e di confronto scientifico.
Un patto che puzza di zolfo e che preannuncia una dittatura ancor più serrata dell’attuale.
Le foto del congresso dimostrano che il Patto si è trasformato in un bel Pacco: la partecipazione è stata un totale fallimento su tutta la linea, e le pochissime persone in sala saranno state parenti e/o amici degli ospiti…

La super affluenza alla presentazione ufficiale!

Ed ecco le poltrone dei vip intervenuti...

«Il Patto trasversale per la scienza - dice Roberto Burioni - punta a diventare una sentinella nei confronti della società, al fine di verificare che alla base di ogni decisione ci sia il rispetto delle evidenze scientifiche».
Lo dice candidamente il "diversamente-umile": vogliono “diventare una sentinella”. Ecco il vero scopo.

Il pensiero unico dei promotori è quello di respingere l’oscurantismo scientifico, e cioè estirpare con ogni mezzo la folle mania di mettere in discussione i vaccini, per non parlare delle cure alternative al cancro prive di ogni fondamento, per giungere alle resistenze nei confronti delle biotecnologie in ambito alimentare (leggasi OGM), e al negazionismo adottato nei confronti di alcune malattie.
Tutto questo, se fosse vivo George Orwell, lo chiamerebbe il “Ministero della Verità“.

Questi attori, tra comparsate a congressi a dir poco ridicoli, stanno rieditando il «Malleus Maleficarum 2.0» (Il Martello delle streghe): il più famoso trattato medievale sulla stregoneria, divenuto il manuale dell’Inquisizione e cioè il testo ecclesiastico ufficiale della persecuzione contro le streghe!
Solo che le streghe moderne sono incarnate da tutto quello che esce dal paradigma ufficiale....

 

Vincenzo D'Anna

E’ notizia di ieri il varo di un improvvisato “Patto Trasversale per la Scienza”, rivolto a tutte le forze politiche, per sostenere la ricerca scientifica e contrastare la pseudomedicina. A confezionarlo non un politico e neanche uno scienziato, nel senso vero del termine. Il patto è tra politica di potere, quello passato (Renzi) e quello presente (Grillo), e quella parte di Accademia Italiana che da sempre è contigua al potere politico e che, per benevolenza dello stesso potere, finisce per occupare le principali Istituzioni sanitarie statali. È infatti raro che ai vertici di Aifa e dell’Istituto Superiore di Sanità si possa arrivare per concorso, titoli e meriti. L'ultimo che ci arrivò, col governo Monti (parliamo dell’ISS), fu Fabrizio Oleari, defenestrato poi dal ministro Lorenzin che indicò Walter Ricciardi, suo successore.

In quel ”Patto” tutto c’è tranne la Scienza. Seguitemi. Partiamo da Big Farma, la potentissima associazione delle industrie farmaceutiche, colosso capace di finanziare la politica attraverso associazioni, think tank, convegni e meeting. Tutto chiaro, tutto scritto nei resoconti di bilancio. A questo potere incontrastato e suadente nessuno offre più un minimo contrasto, finanche lo Stato che, imponendo l'obbligo vaccinale, assume su sé stesso gli oneri delle chiamate in giudizio per gli eventuali eventi avversi provocati dai trattamenti sanitari obbligatori. Soldi pubblici, insomma, per risarcire i danni provocati dai privati delle case farmaceutiche!! Ecco allora che chi è contiguo con gli interessi di Big Farma e con il potere politico, si ingegna per saldare e tutelare i due interessi, politico ed economico, tappando la voce del dissenso con leggi che vietino di distinguersi dalle verità della “Sanità ufficiale”, ovvero decretata da quelle istituzioni sanitarie occupate dai rappresentanti designati dalla politica. Ma non basta. Occorrono mezzi di repressione per scongiurare che la Scienza e la Ricerca indipendente, ribattezzate pseudo scienza, siano bandite da ogni luogo tacciando chiunque si proponga di capire di cosa si componga un vaccino di essere un adoratore della falsa scienza.

Leggete attentamente i punti 2 e 3 del “patto scellerato” e capirete la dimensione del bavaglio che si tenta di imporre alla libertà di dissenso. Eppure, da quando esiste, la Scienza, quella con la "S" maiuscola, mette in discussione anche sé stessa e non sta mai ferma. La Scienza cerca, dubita, s'interroga per progredire, non certo per regredire. Nei primi punti del patto si configura l'intento di impedire quella prassi che si fonda sulla conferma e/o la falsificazione di qualunque teoria o convincimento. Altro che «libere l’Arte e la Scienza» e «libero il loro insegnamento», come recita l’Articolo 33 della nostra Costituzione!!

Che c'entrano scienza e politica? I patti, quelli veri, si fanno tra scienziati su progetti di scienza, non tra scienziati e politici su questioni che non hanno alcuna attinenza con la scienza. Scienziati ed istituzioni, se proprio vogliono collaborare, lo facciano tirando fuori dai cassetti - sempre se le hanno - queste benedette analisi della farmacovigilanza, e ci dicano una volta per tutte, cosa c'è nei vaccini! Su di una scatola di Yogurt sono indicate tutte le sostanze che compongono l’alimento da ingerire, paradossalmente per un farmaco, che viene iniettato direttamente nel corpo di un bimbo, le autorità non esibiscono gli esami sulla sua esatta composizione.

Questo patto vuole mettere il bavaglio a tutti coloro che non si inchinano alla ragion di Stato ed alle verità precostituite. Negli Usa, Robert Kennedy Jr. ha smascherato la mancata farmacovigilanza sui vaccini, dimostrando che la politica seria sceglie gli interessi dei consumatori non i guadagni dei produttori. Ed è qui che deve entrare in gioco la nostra politica, evitando lo scontro ideologico tra pro-vax e no-vax, utilizzando gli strumenti per rassicurare la popolazione, intervenga finanziando studi e controlli terzi sui vaccini, accerti se funzionano i controlli di ISS ed AIFA su tutti i farmaci in commercio. Mi ripeto, in assenza di pandemie vere, si smetta con un obbligo che conculca la libertà dei cittadini di poter scegliere. L’unica teoria di gregge che risulta vera è quella della greppia, alla quale si alimentano interessi di boriosi venditori di allarmi e dei produttori di farmaci inutili e costosi. In nome di Dio tenete giù le mani dalla Scienza.

Vincenzo D'Anna, Presidente Ordine Nazionale dei Biologi