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Marcello Pamio

Quando uno è disperato e non sa più che pesci pigliare, le minchiate sgorgano dalla bocca come l’acqua da una fonte di montagna…
Le ultime sparate del «diversamente umile» sono memorabili.
Voli pindarici - senza portare nulla di scientifico come sempre - che però precipitano in un vero e proprio negazionismo, che non ha nulla a che vedere con gli ebrei, anche se è riuscito a tirare in ballo il rabbino capo di Roma...
Mi riferisco ovviamente all’immarcescibile Roberto Burioni e al suo ultimo articolo intitolato: «L’ultima scemenza dei no-vax: i vaccini sono contro la religione».
«Gli antivaccinisti non sanno più cosa inventarsi, pur di sostenere le loro teorie indifendibili e così tirano in ballo anche la spiritualità. A rispondergli per le rime ci pensa Riccardo Di Segni, medico e Rabbino Capo della Comunità ebraica di Roma».
Innanzitutto diciamo al genialoide che ha trovato una cattedra come docente SOLO al San Raffaele (il che è tutto dire), che il tema vaccinale non è teorico e indifendibile, ma un argomento serissimo che merita ogni dibattito anche aspro, visto che tali farmaci vengono inoculati in neonati sani e indifesi. Ma d’altronde avere il rispetto per la salute e per la Vita da chi è abituato ad offendere tutto e tutti, è impensabile.

Comitato di Bioetica
Di errori il nostro virolprodigo ne compie a iosa, ma quello di tirare in ballo il rabbino Riccardo Di Segni solo per esacerbare l’annoso problema dei vaccini e i feti abortiti, non ha eguali.
Nell’intervista (da lui stesso citata) del 31 gennaio scorso dal titolo: «Bioetica. Supersoldati, umani e robot: forzare i limiti della natura si può? Fino a dove?» pubblicata dal Bet Magazine Mosaico, il sito ufficiale della Comunità ebraica di Milano, il rabbino NON parla minimamente di vaccini, ma del suo lavoro nel Comitato di Bioetica.
Dal 2006 infatti egli fa parte del «Comitato Nazionale di Bioetica», un organo del governo italiano che fa consulenze. Il CNB ha negli anni affrontato numerosi argomenti, dalle questioni legate all’inizio e fine vita ai problemi connessi a emergenze sociali, come le vaccinazioni, tematiche inerenti la farmacologia ecc.
Per esempio, quando è stato chiesto loro un parere sul rinnovo dell’autorizzazione all’immissione in commercio dei prodotti omeopatici, il CNB stesso ha espresso l’indicazione che il termine “medicinale” fosse sostituito da “preparato” e che le etichette indicassero: «Preparato omeopatico di efficacia non convalidata scientificamente e senza indicazioni terapeutiche approvate».
Il dottor Di Segni ha espresso la sua convinta contrarietà non solo dal punto di vista scientifico, ma affermando che chi assumesse questi preparati trasgredirebbe il divieto della Torah di compiere atti magici. Avete purtroppo letto bene: «i preparati omeopatici infatti si basano su sostanze che, diluite, dovrebbero continuare ad assicurare risultati benefici. Tali sostanze sono però così estremamente diluite da risultare di fatto inesistenti configurando quindi la loro assunzione come ricorso a un atto magico».


Quindi un ebreo che usasse un omeopatico sarebbero eretico, in piena violazione delle sacre scritture!
Cosa direbbero oggi i revisori della Torah se sapessero che la Food and Drug Administration sostiene l’utilizzo del placebo per testare l’efficacia delle terapie farmacologiche?
Il dottor Di Segni sa che il placebo è lo standard di riferimento negli studi di nuovi farmaci, basati sulla prova di efficacia («Evidence-based Medicine»)?
Quindi l’autorizzazione dei farmaci chimici che tutti gli ebrei del mondo usano, è concessa solo in funzione di un atto magico (placebo). Come infatti i rabbini possono spiegare l’effetto placebo?
Ma torniamo al discorso vaccini e religioni, usato indiscriminatamente da Burioni per poi partire con la ridicola filippica sull’omeo-magia.

Feti e linee cellulari
L’anti-somaro per eccellenza, dovrebbe girare le sue offese ai dirigenti e ai ricercatori delle industrie chimiche, perché sono loro stessi che confermano l’esistenza delle linee cellulari derivate da feti abortiti. Sono le lobbies che producono i vaccini che lo scrivono nel veritino (detto anche bugiardino).
Il dottor Stanley Plotkin, chiamato «godfather of vaccines» cioè il «padrino dei vaccini» è la massima autorità mondiale in questo campo ed è stato consulente per molti anni alla Sanofi.
In una dichiarazione giurata il medico ha spiegato che sono 76 i feti abortiti che utilizzati nelle sperimentazioni che hanno dato origine alle cosiddette «linee cellulari» usate per coltivare successivamente i virus vaccinali.
Da questi feti, tutti abortiti al terzo mese o più di gravidanza le industrie hanno prelevato campioni di tessuto, come per esempio ghiandola pituitaria, polmoni, pelle, milza, cuore, ecc.

Terreni di coltura
I terreni di coltura cellulari umani e animali più utilizzati sono: WI-38, MRC-5 e VERO.
WI-38 (Winstar Institute 38) indica cellule fibroblasti di polmone umano espiantate nel 1964 da un feto femmina svedese abortito perché la famiglia riteneva di avere già troppi figli. Questa linea cellulare viene utilizzata per far crescere i virus di morbillo, parotite, rosolia, varicella ed herpes zoster.
MRC-5 (Medical Research Council 5) indica cellule polmonari umane provenienti da un feto maschio di 14 settimane abortito nel 1966 perché la mamma ventisettenne inglese era internata per “motivi psichiatrici”. Questa linea viene usata per epatite A, epatite B, tifo, polio, difterite-tetano-pertosse, vaiolo, rabbia ed herpes zoster, morbillo, parotite, rosolia, varicella.
VERO è l’unica linea non umana ma animale, le cellule infatti derivano dai reni di una scimmia verde africana.
Oltre alle cellule di feti umani, i vaccini presentano moltissime sostanze di origine animale.
Per esempio la gelatina derivata dalla pelle di maiale in alcuni vaccini a virus vivi serve da stabilizzatore per proteggere i virus contro gli effetti della temperatura (troppo freddo o troppo caldo).
L’albumina umana sierica è la proteina del sangue utilizzata come stabilizzatore in uno dei vaccini per la varicella (Varilrix).
I vaccini inoltre possono contenere tracce di proteine d’uovo, e questo perché il virus dell’influenza viene coltivato su uova di galline.
Va ricordato infine che ai microrganismi usati poi per la produzione di vaccini è necessario fornire loro sostanze nutritive alla crescita: derivati da prodotti ovini e bovini (aminoacidi, glicerolo, gelatina, enzimi, siero del sangue, latte, ecc.)

Conclusione
Ringrazio il dottor Burioni di esserci, perché la sua esistenza bipolare è importantissima: da una parte egli è funzionale al Sistema, e dall’altra alimenta la crescita del contro-Sistema. Ogni volta che parla e/o scrive, cresce il numero delle persone che capiscono e discernono la Verità dalle minchiate.
Al capo rabbino di Roma, nonché medico allopata, auguriamo di continuare a occuparsi di bioetica, di «atti magici» come per esempio l’omeopatia, perché così facendo quei 10-13 milioni di blasfemi eretici italiani potranno diventare 15-20 a breve.
Eticamente parlando, farebbe invece una migliore figura se avvertisse gli ebrei della presenza nei vaccini di terreni di coltura cellulari da feti umani abortiti e pezzi di animali come suino, bovino, scimmia e ovino.
I cattolici sono già stati rassicurati dalle parole dei santissimi intermediari tra loro e Dio: non serve infatti darsi pena se si inocula nel corpo del figlio dei virus coltivati su cellule di feti abortiti, perché non sono stati mica loro a costringere ad abortire quelle donne, quindi il male è stato commesso da qualcun altro...
Anche gli ebrei e i musulmani non devono darsi pena se dentro i vaccini vi sono, oltre ai feti abortiti pure i derivati di animali come suini, bovini e pollame, perché i vaccini mica si mangiano, vengono solo iniettati nel sangue dei loro figli...

Marcello Pamio

In data 16 luglio 2018 la storica Associazione Corvelva per il sostegno della libertà di scelta vaccinale ha inviato all’EMA (European Medicines Agency), l’Agenzia europea che controlla i farmaci, una lettera in cui esprimeva preoccupazione per i risultati delle analisi effettuate.
Facciamo un salto indietro nel tempo, al mese scorso, quando il Coordinamento a proprie spese ha commissionato ad un Ente scientifico altamente qualificato e specializzato nel sequenziamento del materiale genetico, l’analisi di eventuali contaminazioni biologiche in alcuni vaccini attualmente commercializzati in Italia. I vaccini analizzati sono stati sette.
Non sto qua a sottolineare le difficoltà che hanno dovuto superare per trovare un laboratorio serio che analizzi il contenuto vaccinale, e questo non certo per mancanza di laboratori. Stranamente alla parola “vaccini” moltissimi centri interpellati si sono letteralmente glissati.
Strano atteggiamento visto che le analisi erano a pagamento e non a titolo gratuito, ma forse il tema è troppo caldo e pericoloso... Come mai si ha così paura del contenuto dei vaccini pediatrici?

Comunque sia, superata l’impasse, gli esiti sono arrivati e i risultati a dir poco inquietanti.
Le analisi dimostrano che nei vaccini esaminati è presente DNA FETALE UMANO proveniente da un genoma intero in misura superiore ai limiti che EMA ed FDA hanno suggerito alla comunità scientifica. Sono, altresì, presenti modificazioni genetiche rispetto ai ceppi che i produttori indicano nella scheda tecnica del vaccino. Il quantitativo di DNA fetale contenuto nel tetravalente Priorix Tetra (morbillo, parotite, rosolia e varicella) risulta circa 140 volte superiore al limite massimo di 10 ng, e ben 140.000 volte superiore al limite minimo di 10 pg. Non solo, ma tale vaccino presenta molte più varianti genetiche degli antigeni, che potrebbero alterare significativamente sia la sicurezza che la sua efficacia.
Le conclusioni riportate dalla lettera che il Corvelva ha inviato all’EMA erano chiare e prive di fraintendimenti: vista la presenza di contaminazioni significative (DNA fetale) e di importanti varianti genetiche degli antigeni, si pongono dei dubbi sulla sicurezza dei vaccini analizzati.
I riscontri laboratoristici conferiscono ai vaccini analizzati carattere di palese NON CONFORMITA’, e di POTENZIALE NOCIVITA’!
Preoccupazioni molto serie e soprattutto più che legittime, visto che questi farmaci vengono inoculati nel corpo di neonati...

Risposta dell’EMA
L’EMA qualche giorno fa ha risposto alla missiva, facendo subito notare «che come per tutti i medicinali biologici, i vaccini possono contenere quantità residuali di frammenti di DNA che originano dal processo usato per la loro produzione e che non sono considerati contaminanti ma sostanze residue».
Una differenziazione da filo di lana caprina, che denota la chiara presa di posizione dell’ente.
Che c’azzecca sapere che non sono «contaminanti» ma «residui»? Il discorso non cambia di un nanometro il problema: questi «residui» sono legittimi o no? E soprattutto sono innocui alla salute pubblica? Tutto qua.

Precisano poi che «ogni sostanza residua risultante dalla produzione viene attentamente valutata dai regolatori durante la revisione delle autorizzazioni al commercio e ridotti a livelli accettabili».
Anche qui non specificano quali sarebbero i «livelli accettabili». Invece di fornire dati e parametri seri, si sono limitati a dire che tutto viene valutato dai «regolatori»…
L’EMA a questo punto ribadisce che «prende molto seriamente il suo ruolo nella Protezione della salute pubblica». E ci mancherebbe altro, anche perché sono pagati dai sudditi europei proprio per questo motivo. Però dato che «monitora tutti i medicinali già sul mercato, e così pure per la qualità, sicurezza ed efficacia di tutti i vaccini che sono costantemente monitorate dopo l’autorizzazione», qualche piccola perplessità nasce spontanea, visti i sempre più numerosi scandali di farmaci pericolosi ritirati dal mercato dopo aver danneggiato e ucciso persone. Qualche banale esempio?

«EMA ferma la vendita e ritira il farmaco contro la sclerosi. La decisione dell’agenzia europea del farmaco dopo i casi di infiammazione cerebrale, di cui tre mortali».

«Aifa, oltre 700 lotti di farmaci per ipertensione ritirati da commercio».

«Valsartan, l’AIFA dispone il ritiro di alcuni lotti di medicinali»…

L’elenco di farmaci ritirati è lunghissimo, e rappresenta la prova che non esiste alcuna sicurezza quando si parla di farmaci e vaccini.
Andando avanti con la risposta EMA, la chicca arriva quando nella descrizione dei vaccini Priorix Tetra, Vivotif, e Measles live vaccine BP, specificano che il rilascio dell’autorizzazione all’immissione in commercio nei paesi membri, avviene «tramite procedura di autorizzazione nazionale e non via EMA». Tradotto: non è un problema dell’EMA ma dell’ente nazionale, in pratica se ne lavano le mani e passano rapidamente il cerino acceso nelle mani dell’AIFA
Staremo a vedere se l’Agenza italiana del farmaco, ripasserà la palla all’EMA in un balletto vergognoso.

Linee cellulari
L’EMA dopo aver scaricato il barile, entra nel dettaglio sulle linee cellulari usate per far crescere e proliferare i virus che saranno usati nei vaccini.
Tali cellule (usate dalle industrie) possono essere tumorigeniche, cioè possono scatenare un tumore.
Secondo «la Farmacopea Europea le MRC-5 sono riconosciute come non tumorigeniche, come dimostrato da decenni di utilizzo e controlli, quindi ad esse non si applica un limite superiore».
Affermare che le linee cellulari MRC-5 («Medical Research Council-5», derivanti da cellule estratte dai polmoni di un feto di 14 settimane abortito nel 1966 perché la mamma ventisettenne inglese era internata per “disturbi mentali”), non sono tumorali semplicemente perché vengono utilizzate da decenni, è come dire che il fumo non fa male perché vi sono persone che tabaccano una vita senza ammalarsi. Negli anni Cinquanta erano i medici stessi che consigliavano ai pazienti di fumare sigarette, forse perché il principale sponsor del JAMA, il giornale dell’Associazione dei Medicini americani era la Philip Morris?
Come possono affermare scientificamente che non esiste nesso di causalità tra vaccino e tumore? Dove sono gli studi e i trials clinici?
Come possono stabilire se un tumore o una patologia autoimmune viene slatentizzato dal DNA umano inoculato con i vaccini?
L’oggettiva realtà è che le patologie degenerative, tumorali e autoimmuni sono oramai una vera e propria pandemia: i tumori in età pediatrica sono in crescita esponenziale, e l’Italia ha il triste primato europeo. Per quale motivo i tumori infantili e le malattie autoimmuni erano patologie rarissime ed ora un vero e proprio flagello?
Ovviamente i vaccini non c’entrano nulla perché le linee cellulari non sono «tumorigeniche»: ce lo dice l’EMA!

Limiti consentiti
«Un limite superiore accettabile per i residui di DNA cellulare estraneo deve essere stabilito solo quando il processo di produzione utilizza certe linee cellulari con capacità di moltiplicazione illimitata in vitro». Qui si riferiscono alle cosiddette «linee cellulari continue» (CCLs, Continuous cell lines), cioè a quelle usate nei vaccini dagli anni Ottanta in poi.
Queste cellule particolari, a differenza delle precedenti (non continue) possono potenzialmente mantenersi in vita indefinitamente, in pratica sono cellule immortali.
Derivano direttamente da cellule tumorali umane o animali, oppure dalla trasformazione di una cellula normale (con durata di vita finita) mediante un virus oncogeno o sequenza virale.[1]
Sapere che i medici stanno inoculano nei neonati delle cellule immortali, rese tali grazie a «fattori di crescita tumorali», dovrebbero far venire i brividi a tutti.
Quali sono i rischi dell’utilizzo di queste cellule? Ce lo dice il documento dell’OMS dal titolo: «Raccomandazioni per la valutazione delle colture di cellule animali come substrati per la produzione di medicinali biologici prodotti e per la caratterizzazione di banche di cellule»[2]
Le CCLs possono esprimere virus endogeni e alcuni tumorigenici (nei modelli di animali immunodepressi). Rischi teorici identificati dal gruppo di studio del 1986 (ad esempio acidi nucleici, trasformazione di proteine ​​e virus) devono essere presi in considerazione.
Queste sono le raccomandazioni del WHO.
Nel capitolo «Tumorigenicity» dello stesso documento, molti CCLs (ad esempio BHK-21, CHO, HeLa) sono classificati come tumorigenici perché possiedono la capacità di formare tumori in animali immunodepressi come i roditori. Quindi gli studi dicono semplicemente che sono state testate sui topi, ma non sull’uomo: come mai? Esistono studi seri che vanno oltre la ridicola, disumana e ascientifica sperimentazione sugli animali? Un neonato di qualche mese di vita è paragonabile a un topo cresciuto e vissuto negli stabulari?
Se invece di un topo immunodepresso queste cellule tumorigeniche vengono inoculate nell’organismo di un bambino immunodepresso, qual è il risultato?
Non lo sapremo mai perché i camici bianchi all’unisono sconsigliano quegli esami prevaccinali che potrebbero invece fugare il dubbio di una qualche soppressione del sistema immunitario...

Conclusione
Nessuno sperava nel ritiro immediato di alcuni lotti vaccinali, ma certamente le risposte fornite dall’Agenzia europea non sono sufficienti a garantire quella sicurezza che farmaci biologici come i vaccini, dovrebbero avere. Sembra quasi che l’EMA stia giocando al classico «gioco delle tre carte». Le carte in questo caso non c’entrano, ma il truffaldino giochetto è oramai diventato un modo di dire, ci si riferisce infatti a qualcuno in grado di parlare di una cosa negativa presentandola come positiva e quasi sempre per un tornaconto personale….
Stiamo parlando qui di farmaci iniettati nell’organismo di neonati, quindi non ingeriti per bocca ma somministrati per via parenterale, bypassando le normali vie di entrata del corpo, cioè saltando l’importantissimo MALTmucose-associated lymphoid tissue»), il tessuto linfoide delle mucose (presente sul tratto gastrointestinale, uro-genitale, nei polmoni, occhi e pelle).
Un virus, un batterio o un microrganismo patogeno penetra naturalmente nel corpo attraverso il MALT, quando viene mangiato, bevuto o respirato. Solo l’uomo in camice bianco ha trovato il modo di andare contro natura, saltando questa via naturale di entrata usando una siringa e impendendo quindi l’intervento corretto e sano del sistema immunitario, con tutti i rischi che possiamo solo immaginare.
Attendiamo con trepidazione la risposta dell’AIFA, in vista anche dell’esposto in Procura che verrà depositato a breve, dal momento che gli enti regolatori sembrano assai poco interessati ai gravi problemi evidenziati dalle analisi.
Nella speranza che in Italia vi sia ancora in qualche Procura un magistrato onesto intellettualmente, contrario ai soprusi che stanno vivendo i nostri bambini con la vergognosa imposizione coercitiva della legge 119/2017, e soprattutto che abbia il coraggio di andare contro gli interessi delle lobbies chimico-farmaceutiche.
La speranza, come si dice, è l’ultima a morire…

 

[1]http://www.who.int/biologicals/vaccines/TRS_978_Annex_3.pdf?ua=1

[2]«Recommendations for the evaluation of animal cell cultures as substrates for the manufacture of biological medicinal products and for the characterization of cell banks», http://www.who.int/biologicals/vaccines/TRS_978_Annex_3.pdf?ua=1