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A cura del dottor Gabriele Prinzi

Nei giorni scorsi ha scatenato "polemiche" aver detto che PER ASSORBIRE LA VITAMINA C bisogna escludere i carboidrati.
Oggi lo spiego meglio (e ognuno prende le sue considerazioni).

1) L'assorbimento di L-ascorbato (vitamina C) e della sua forma ossidata acido deidro-L-ascorbico (DHAA), avviene nel duodeno, digiuno e ileo degli esseri umani adulti.

2) Esistono alcune notevoli somiglianze tra l' assorbimento intestinale della vitamina C e del glucosio. Quest'ultimo è mediato dal co-trasportatore del glucosio SGLT1, e dai trasportatori facilitatori dell'esoso, GLUT2 e GLUT5 (ricordali per dopo).

3) il glucosio compete direttamente con il DHAA per la proteine trasportatrici, il che significa che alti livelli di glucosio possono inibire l'assorbimento della vitamina C nelle cellule.

4) Il fruttosio presente nella frutta - d'altra parte - viene assorbito tramite il trasportatore GLUT5, e non compete direttamente con il glucosio e nemmeno con il DHAA.

5) Tuttavia, un consumo eccessivo di fruttosio può aumentare indirettamente la domanda di vitamina C a causa dello stress ossidativo che può generare.

6) In sintesi, esiste una relazione inversa tra un elevato apporto di carboidrati/zuccheri (glucosio) e lo stato della vitamina C nell'organismo.

Se hai dubbi o vuoi approfondire, inizia da qui: https://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S0022316622143385

Se i tuoi dubbi permangono, ri-corda che SEI LIBERO/A CITTADINO/A e della tua vita e della tua salute puoi farne ciò che vuoi.

Io rimango nella mia posizione di dare "indicazioni", spunti di riflessione ragionati e LETTERATURA che puoi approfondire Liberamente.

Un abbraccio da #Palermo
🍋‍🟩T.me/dottgabrieleprinzi🥝

Traduzione di Corrado Penna dell’articolo “Metabolic Inflexibility Is Key Risk Factor for COVID-19” pubblicato il 4 ottobre 2020 sul sito del dottor Mercola (https://articles.mercola.com/sites/articles/archive/2020/10/04/why-is-metabolic-inflexibility-problematic.aspx?)

Riassunto
Mentre il SARS-CoV-2 è un virus dilagante che può causare gravi problemi a individui vulnerabili, la vera pandemia - la causa sottostante che rende le persone suscettibili alle complicazioni dell'infezione in primo luogo - è la cattiva regolazione metabolica
A parte la vecchiaia, l'obesità è stata identificata come uno dei principali fattori di rischio per essere ricoverati in ospedale con COVID-19, raddoppiando il rischio di ospedalizzazione nei pazienti di età inferiore ai 60 anni.
Un'ipotesi sul perché l'obesità sta peggiorando i sintomi del COVID-19 ha a che fare con il fatto che l'obesità causa infiammazione cronica. Avere più citochine pro-infiammatorie in circolazione aumenta il rischio di subire una tempesta di citochine.
La resistenza all'insulina è un altro importante fattore di rischio per il COVID-19 che peggiora il quadro cinico e aumenta il rischio di morte. Esistono cinque parametri principali della salute metabolica: circonferenza alla vita, sensibilità all'insulina, pressione sanguigna e livelli di trigliceridi e HDL. Avere tre o più parametri anormali è indicativo di sindrome metabolica

Mentre il SARS-CoV-2 è un virus dilagante che può causare gravi problemi in individui vulnerabili, la vera pandemia - ovvero la causa sottostante che rende le persone suscettibili alle complicazioni dell'infezione in primo luogo - è l'inflessibilità metabolica o la resistenza all'insulina.
In questa intervista (7), il dottor Aseem Malhotra, un cardiologo britannico e autore del libro The 21-Day Immunity Plan (8) approfondisce le suddette questioni e spiega il ruolo che gioca la resistenza all'insulina nella pandemia da COVID-19.
La vera pandemia è la cattiva salute metabolica, o l'inflessibilità metabolica”, dice Malhotra. “Mi ero reso conto, già a marzo, quando ricevevamo dati da Cina e Italia, che c'era un chiaro legame tra le condizioni legate all'eccesso di grasso corporeo, in termini semplici definiti come cattiva salute metabolica, e gli esiti peggiori di COVID-19.
Stiamo parlando di condizioni come il diabete di tipo 2, ipertensione, malattie cardiache e, naturalmente, obesità. E quei dati continuavano a emergere. Quel collegamento era così chiaro, e non è stata certo una scoperta improvvisa.
Come persona che è stata un medico praticante per quasi due decenni, è molto chiaro: sappiamo che le persone che hanno una cattiva salute metabolica tendono certamente ad avere esiti peggiori da qualsiasi infezione, ma il COVID-19 lo ha evidenziato maggiormente e ci ha fatto riflettere su questa problematica.
Stiamo parlando di infezioni al torace, ricoveri ospedalieri con polmonite nei quali casi i diabetici di tipo 2 tendono a stare molto peggio. Stavo guardando quei dati e ho pensato: ‘C'è qualcosa che manca in questa informazione che passa per i mass media’. La questione del covid stava ricevendo molta attenzione in tutto il mondo, nel Regno Unito, negli Stati Uniti, ma nessuno parlava di stile di vita
”.

L’obesità è un fattore di rischio significativo per il COVID-19
A parte la vecchiaia, l’obesità è stata identificata come uno dei principali fattori di rischio per essere ricoverati in ospedale con COVID-19 – essa raddoppierebbe il rischio di ospedalizzazione nei pazienti di età inferiore ai 60 anni secondo uno studio scientifico (9) - anche se l’individuo non ha altri problemi di salute correlati con l’obesità. Anche Uno studio francese (10) ha rilevato che i pazienti obesi trattati per COVID-19 avevano maggiori probabilità di richiedere la ventilazione meccanica.
Un’ipotesi sul perché l'obesità sta peggiorando i sintomi del COVID-19 ha a che fare con il fatto che l'obesità causa infiammazione cronica (11). Avere più citochine pro-infiammatorie in circolazione aumenta il rischio di subire una “tempesta di citochine”.
Una tempesta di citochine (12) in risposta all’infezione virale, è in genere il motivo per cui le persone muoiono per infezioni, che si tratti di influenza stagionale, Ebola, infezione del tratto urinario o COVID-19. L'obesità ti rende anche più vulnerabile alle malattie infettive riducendo la tua funzione immunitaria (13).

La resistenza all'insulina aumenta i rischi di infezione
L’obesità è spesso radicata nella resistenza all’insulina, causata da una dieta imperfetta, e la resistenza all'insulina è un altro fattore di rischio importante per il COVID-19 che peggiora gli esiti della patologia e aumenta il rischio di morte. Un articolo (14) del 15 aprile 2020 su The Scientist esamina le prove15 che mostrano come i livelli più elevati di glucosio nel sangue influenzano la replicazione virale e lo sviluppo di tempeste di citochine.
Sebbene la ricerca in questione abbia esaminato le tempeste di citochine indotte dall'influenza A, questi risultati potrebbero essere applicabili anche al COVID-19. In un comunicato stampa di Science Advances, il coautore Shi Liu ha dichiarato (16):
Riteniamo che il metabolismo del glucosio contribuisca a vari esiti della patologia COVID-19 poiché sia l’influenza che il COVID-19 possono indurre una tempesta di citochine e poiché i diabetici malati di COVID-19 hanno mostrato una mortalità più elevata”.

I fattori di rischio per il COVID-19 possono essere rapidamente migliorati
La buona notizia, come sottolinea Malhotra, è che i fattori dello stile di vita che ti rendono più incline a una grave forma di COVID-19 e alla morte possono essere modificati e migliorati in appena 21 giorni, semplicemente cambiando la tua dieta. Come me, Malhotra sente che questa informazione è stata gravemente assente dai messaggi di risposta alle pandemie.
Avrebbero dovuto dire: 'Ascolta, non c'è momento migliore per te per pensare davvero a cercare di migliorare la tua salute e guardare cosa mangi, [fare] esercizio moderato, dormire, tutte queste cose”, dice Malhotra. “Ma non è successo.
Per colmare il vuoto informativo, Malhotra ha iniziato a scrivere. Inizialmente, ha scritto una serie di articoli per i giornali britannici. Ha anche avuto l'opportunità di parlare di questo su Sky News.

L’ho detto molto chiaramente. Ho detto: 'Ascolta, c'è una possibilità che a un certo punto tutti contrarremo questo virus e vogliamo assicurarci di essere nella posizione migliore per essere in grado di affrontarlo, in modo che non ci dobbiamo ammalare a causa di esso quando dovesse succedere.
Penso di essere stato probabilmente l'unico medico in tutto il mondo che ha avuto l'opportunità di dirlo in quei giorni in un media mainstream; penso che nessun altro lo abbia detto”
.

Man mano che più dati sono diventati disponibili, gli scritti di Malhotra si sono trasformati nel libro The 21 Day Immunity Plan. Malhotra ha anche avuto l'opportunità di condividere informazioni con il Segretario di Stato britannico per la salute, Matt Hancock, e quando il libro è stato terminato, il primo ministro Boris Johnson è uscito dicendo che bisogna fare qualcosa, a livello politico, sull'epidemia di obesità.

Detto questo, non dobbiamo disporre di politiche governative per implementare personalmente queste strategie di stile di vita. L'informazione è disponibile. È ben documentato, non controverso e relativamente semplice da fare. Sorprendentemente, il messaggio di Malhotra è stato ampiamente ben accolto e non è stato censurato nella misura in cui è successo a molti altri.

Uno dei semplici consigli con cui iniziare è che dovresti eliminare il cibo ultraprocesso e i carboidrati di bassa qualità. È proprio da lì che dobbiamo iniziare. Se lo elimini, ridurrai automaticamente anche i carboidrati raffinati, lo zucchero e gli oli omega-6.
Sfortunatamente, stiamo ancora combattendo quotidianamente contro uno tsunami di disinformazione alimentare e di pubblicità falsa, il che rende difficile trasmettere questo messaggio e farcelo imprimere nella mente. “Se ogni giorno il governo emettesse un messaggio che dice: ‘La salute metabolica è la chiave’, avremmo un impatto davvero grande”, dice Malhotra.

La maggior parte delle persone ha una cattiva salute metabolica
La tesi centrale del libro di Malhotra è che abbiamo una pandemia di inflessibilità metabolica o cattiva salute metabolica. Ci sono cinque parametri principali della cattiva salute metabolica, che includono:

  • Una grande circonferenza alla vita (17)
  • Prediabete o diabete di tipo 2
  • Pre-ipertensione o ipertensione (pressione sanguigna alta)
  • Trigliceridi nel sangue alti
  • Colesterolo HDL basso

Se tutti questi cinque parametri rientrano negli intervalli normali, sei in buona salute metabolica. Avere tre o più parametri anormali è indicativo di sindrome metabolica. L'inflessibilità metabolica può essere ulteriormente suddivisa in due sottoinsiemi primari, vale a dire:

1. Insulino-resistenza, i cui segni includono tipicamente ipertensione, trigliceridi alti, colesterolo alto, obesità e altre variabili collegate a tutto ciò.
Negli Stati Uniti, i dati NHANES18 pubblicati nel 2016 rivelano che l’87,8% degli americani hanno un metabolismo alterato, sulla base di questi cinque parametri. Questi dati hanno più di quattro anni ormai, quindi la cifra è probabilmente superiore al 90% della popolazione odierna.
Secondo un aggiornamento del gennaio 2019 dei Centri statunitensi per il controllo e la prevenzione delle malattie, più di 122 milioni di adulti americani hanno il diabete o il prediabete19 , condizioni che hanno dimostrato di aumentare le tue possibilità di contrarre e persino di morire a causa di COVID-19 (20).

Carenza di vitamina D.
La sindrome metabolica triplica il rischio di morte per COVID-19
Malhotra osserva:
I dati di COVID-19 mostrano che i più alti rischi di morte e ospedalizzazione si presentano nelle persone con sindrome metabolica, non nell'obesità. L'obesità probabilmente raddoppia il rischio di morte, ma con la sindrome metabolica il rischio di morte è circa 3,5 volte maggiore, ed è e circa cinque volte maggiore il rischio di ospedalizzazione se si contrae il COVID-19.
Quindi questo è il problema principale. E il motivo per cui è importante è che colpisce anche molte, molte persone. Questo è il motivo per cui l’indice di massa corporea, ad essere onesti, penso che dovrebbe essere lasciato perdere; voglio dire, è inutile, è obsoleto.
Dovremmo guardare alla salute metabolica, perché fino al 40% delle persone con un cosiddetto indice di massa corporea normale, a cui potrebbe essere detto di avere un peso corretto, in realtà sono metabolicamente malate. Questa è un'enorme percentuale di persone e ci sono disparità a seconda dell'etnia di provenienza.
Ma il problema di base con l’indice di massa corporea, che è un calcolo basato sul tuo peso in chilogrammi diviso per la tua altezza in metri elevata al quadrato, è che non prende in considerazione la tua percentuale di grasso corporeo, la tua massa muscolare, la tua etnia...
Manca un enorme gruppo di persone che sono probabilmente vulnerabili e potrebbero intraprendere dei cambiamenti nel proprio stile di vita per migliorare il proprio stato di salute se venisse loro consigliato di farlo. Ma a molti di loro questo non viene consigliato, anzi viene loro riferito che hanno un peso corretto
Se tutti conoscessero i propri indicatori di salute metabolica e poi ricevessero i consigli relativi, allora, come ho sottolineato nel libro, entro poche settimane probabilmente noterebbero cambiamenti significativi. Naturalmente, varierà da persona a persona.
Per quanto riguarda la vitamina D, è ancora una volta qualcosa che abbiamo ignorato per molto tempo. Nel Regno Unito, una percentuale significativa delle persone è carente o gravemente carente di vitamina D, la quale ha un ruolo così importante nella funzione immunitaria. La maggior parte dei recettori cellulari nel tuo corpo hanno recettori della vitamina D e tale sostanza è coinvolta nel potenziamento dell'immunità innata e adattativa
".

La cosa fondamentale da sapere è che devi avere i cinque parametri metabolici sopra elencati entro gli intervalli normali, e hai bisogno di un livello ematico ottimale di vitamina D, che ora si pensa sia compreso tra 40 ng/mL e 60 ng/mL
C'è stato uno studio in Indonesia che ha dimostrato che nelle persone ricoverate a causa del COVID-19 - quelle che avevano una grave carenza di vitamina D rispetto a quelle che avevano livelli normali di vitamina D nel sangue - c'era una differenza di dieci volte nei tassi di mortalità, il che è straordinario. Quindi essa sicuramente svolge un ruolo molto importante", dice Malhotra.
La cosa ideale è ottenere la vitamina D dalla luce solare, perché così in realtà rimane più a lungo nel flusso sanguigno. Ma, certamente, almeno durante i mesi invernali, dovresti prendere un integratore. E la cosa buona è che costa poco ...
Sospetto che ottenere una buona salute in realtà deriverà solo dal mangiare cibo vero, dall'essere fuori nella natura (21), dal fare più esercizio fisico e ridurre il nostro stress nonché dalla connessione sociale (22); tutte queste cose, penso, sono la chiave per la longevità e la buona qualità della vita.
"

Come migliorare la tua salute metabolico
Quindi, come si migliorano questi cinque parametri metabolici? Malhotra affronta questo problema nel suo libro, ovviamente. In sintesi, per ottimizzare la salute metabolica e invertire la sindrome metabolica, ti consigliamo di:

- Limitare o eliminare gli alimenti che promuovono la resistenza all'insulina – In cima a questo elenco ci sono alimenti processati ricchi di oli di semi industriali (23) , zuccheri aggiunti e carboidrati raffinati (ad esempio, pane, pasta e riso bianco).
Lo zucchero è probabilmente uno dei principali responsabili dei danni indotti della dieta", dice Malhotra . "Inoltre è certo che, al di là del suo apportare troppe calorie, sembra avere altri effetti negativi sulla salute metabolica ...
Quindi, lo zucchero è una delle prime cose di cui parlo sempre, che affermo che le persone debbano eliminare dalla propria dieta ... La maggior parte delle persone può interrompere queste dipendenze nel giro di tre o sei settimane
".

Come spiegato nella mia intervista con il Dr Chirs Knobbe (24), gli oli di semi lavorati industrialmente come la colza, il mais e l'olio di soia (la maggior parte dei quali sono anche geneticamente modificati) sembrano essere al centro della maggior parte se non di tutte le malattie croniche del mondo moderno.
Le prove disponibili suggeriscono che potrebbero essere una minaccia per la salute ancora maggiore rispetto allo zucchero aggiunto ai cibi. Malhotra ha affrontato questo problema anche nel suo libro, The Pioppi Diet (25), pubblicato nel 2017. A parte i danni più diretti, uno dei modi in cui questi oli danneggiano la salute è che alterano il rapporto tra omega-3 e omega-6, poiché sono eccessivamente ricchi di acido linoleico omega-6.
Quando vengono utilizzati in cucina, producono anche aldeidi tossiche e cancerogene. Al posto degli oli di semi, usa grassi saturi sani come olio di cocco, burro di erbe, burro chiarificato biologico o strutto (26).

- Essere più attivo fisicamente -Anche questo può migliorare e ridurre i marker di rischio di malattie metaboliche. Fai solo attenzione a non esagerare, poiché un esercizio eccessivo ridurrà effettivamente la tua funzione immunitaria e aumenterà il rischio di infezioni respiratorie.

- Ottimizzare il sonno.

-Ridurre lo stress.

Come notato da Malhotra:
Combinare tutti questi elementi insieme - quella sinergia della dieta e di tutti gli altri fattori dello stile di vita - ha effetti rapidi e profondi sulla salute. Quindi è qui che dobbiamo cambiare la narrazione dei fatti.
Uno dei consigli con cui iniziare è che dovresti eliminare il cibo ultraprocesso ed i carboidrati di bassa qualità. Almeno mangiate tacchino freddo per alcune settimane. Puoi reintrodurli o assumerli come dolcetti occasionali, ma questo non dovrebbe costituire la maggior parte del tuo consumo calorico.
È proprio da lì che dobbiamo iniziare. Se lo elimini (27), ridurrai automaticamente anche i carboidrati raffinati, lo zucchero e gli oli omega-6. Tutte queste cose verranno significativamente ridotte dalla tua dieta”.

Mangiare in una finestra di tempo limitato aumenta la salute metabolica
Nel suo libro, Malhotra raccomanda anche di implementare un programma di alimentazione con restrizioni orarie28 o un digiuno intermittente in cui limiti il ​​tuo mangiare a una finestra di, idealmente, da sei a otto ore al giorno.
Mio cugino, che vive in California, ha lottato per la maggior parte della sua infanzia e della prima età adulta con il suo problema del sovrappeso”, dice Malhotra. “Ora, è probabilmente il membro più magro e forse più in forma di tutta la famiglia perché ha cambiato la sua dieta.
Rispetta religiosamente le indicazioni di mangiare in un periodo orario limitato. Voglio dire, lo fa tutti i giorni, e ora ha letteralmente la pancia piatta, ha una salute metabolica ottimale ed è fantastico. Ma mi ha detto che gli ci è voluto del tempo per vedere davvero gli enormi benefici di questo suo impegno. Gli ci è voluto circa un anno per sbarazzarsi dell'ultima fascia o di grasso intorno alla pancia.”

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Riflessione del traduttore: ci hanno presentato il virus come un nemico, ma non ci hanno dato consigli su come rafforzare il sistema immunitario tramite modifiche allo stile di vita, alle nostre abitudini alimentari. Hanno invece affermato che non ci fossero prove dell’utilità della vitamina D, ma sono stati smentiti dai fatti (1). Hanno fatto lo stesso con la vitamina C, facendo riferimento ad articoli scientifici in cui l’efficacia della vitamina C era valutata dal suo utilizzo in dosi “da 200 mg in su” (invece che in dosi giornaliere da decine di grammi secondo le testimonianze del dottor Cathcart (2) ). Più in generale ci hanno tolto ogni responsabilità personale nella lotta alle infezioni, come se il nostro corpo potesse stare bene o stare male indipendentemente dal “carburante” che introduciamo in esso per alimentarne le funzioni vitali. Non hanno insistito su un adeguato apporto di vitamine da frutta e verdura fresca, e non hanno detto niente sull’abuso si carboidrati raffinati, sul problema dell’indice glicemico, dell’obesità, men che mai sull’esercizio fisico, sulla gestione dello stress e dell’ansia per rafforzare il sistema immunitario.

L’unica “responsabilità” che ci hanno lasciato è quella per la quale ci siamo visti l’un l’altro come nemici, come possibili fonti di contagio, invece che come fratelli coi quali condividere questa esistenza terrena nella gioia e nel dolore. La responsabilità di cui il potere e le informazioni dei mass media ci hanno caricato è stata invece quella “di stare lontani dalle altre persone”, anche dai propri cari, anche da quelle persone con le quali stare insieme è una gioia e un piacere, anche da chi con i suoi sorrisi e i suoi abbracci ha sempre riempito di serenità la nostra vita. Eppure ben noto che il sistema immunitario si deprime quando siamo soli e tristi, condizione che può fare aumentare anche l’infiammazione, ovvero uno di quei meccanismi la cui cattiva regolazione in molti anziani ha portato a gravissime complicanze, talora mortali (3). Se sull’importanza della regolazione metabolica leggere qui una lunga traduzione, a conferma di quanto appena detto possiamo citare, tra i tanti, i seguenti 3 articoli scientifici:

1) “Loneliness in healthy young adults predicts inflammatory responsiveness to a mild immune challenge in vivo” (La solitudine in giovani adulti sani predice la risposta infiammatoria a una lieve sfida immunitaria in vivo) (4). Nel quale leggiamo non solo che la risposta infiammatoria alla vaccinazione è stata maggiore nelle persone che soffrivano di solitudine, ma anche che “I risultati attuali sono in linea con le prove che la solitudine può modificare la reattività del sistema immunitario, suggerendo un potenziale percorso bio-comportamentale che collega la solitudine a problemi di salute”.

2) “Affective immunology: where emotions and the immune response converge” (Immunologia affettiva: quando emozioni e risposta immunitaria convergono) (5) che contiene un intero paragrafo su “Disturbi emotivi acuti e cronici e loro impatto sul sistema immunitario”.

3) “Psychological Stress and the Human Immune System: A Meta-Analytic Study of 30 Years of Inquiry” (Stress psicologico e sistema immunitario umano: uno studio meta-analitico di 30 anni di indagine) (6) una analisi comprensiva dei risultati di 30 anni di indagine sul campo, all’interno della quale leggiamo “Brevi fattori di stress naturalistici (come gli esami) tendevano a sopprimere l'immunità cellulare preservando l'immunità umorale. I fattori di stress cronici erano associati alla soppressione delle misure sia cellulari che umorali.” Dove si ricorda che l’immunità umorale è quella specifica degli anticorpi, mentre l’altra è quella a-specifica.

Maggiori informazioni e note

Per saperne di più, assicurati di prendere una copia del libro di Malhotra, The 21 Day Immunity Plan. È una lettura facile che enfatizza e riassume le basi fondamentali dello stile di vita che devi comprendere e applicare per migliorare la tua salute metabolica, il che a sua volta ridurrà il tuo rischio di complicazioni se dovessi soffrire di sintomi da COVID-19.
Le informazioni sui social media per il dottor Malhotra possono essere trovate sul suo sito su https://doctoraseem.com/.

1 Vedi l’articolo scientifico A cohort study to evaluate the effect of combination Vitamin D, Magnesium and Vitamin B12 on progression to severe outcome in older COVID-19 patients, pubblicato su Nutrition (pubblicazione on line precedente quella su carta stampata) 2020, autori Chuen WenTan, Liam PockHo, et al.; https://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S0899900720303002?via%3Dihub.

2 Vitamin C, titrating to bowel tolerance, anascorbemia, and acute induced scurvy, pubblicato su Medical Hypotheses 1981 Nov;7(11):1359-76, autore R F Cathcart; https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/28224112/.

3 La cosiddetta “tempest di citochine”.

4 Pubblicato su Brain Behaviour and Immunity. 2019 Nov;82:298-301, autori JT Balter J E Raymond et al.; https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/31476413/.

5 Pubblicato su Dialogues in Clinical Neuroscience. 2017 Mar; 19(1): 9–19, autore Fulvio D’acquisto; https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC5442367/.

6 Pubblicato su Psychologica Bullettin 2004 Jul; 130 (4): 601–630, autori Suzanne C. Segerstrom e Gregory E. Miller; https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC1361287/.

7 Vedi il video incorporato nell’articolo.

8 https://www.amazon.com/21-Day-Immunity-Plan-bestseller-transforming-ebook/dp/B089Q81QQ1#ace-g2342880709.

9 Obesity in Patients Younger Than 60 Years Is a Risk Factor for COVID-19 Hospital Admission, pubblicato su Clinical Infectious Diseases, Volume 71, Issue 15, 1 August 2020, Pages 896–897, autori Lighter J, Phillips M, et al.; https://academic.oup.com/cid/advance-article/doi/10.1093/cid/ciaa415/5818333.

10 High Prevalence of Obesity in Severe Acute Respiratory Syndrome Coronavirus-2 (SARS-CoV-2) Requiring VentilationArthur pubblicato su Obesity Society Volume28, Issue7 July 2020 Pages 1195-1199, autori Simmonet A, Chetboun M, et al.; https://onlinelibrary.wiley.com/doi/epdf/10.1002/oby.22831. Obesity Linked to Severe Coronavirus Disease, Especially for Younger Patients, pubblicato sul New York Times il 16 aprile 2020 e scritto da Roni Caryn Rabin; http://archive.is/rUYmq.

11 Vedi articolo del New York Times stampa alla nota precedente: http://archive.is/rUYmq .

12 Vedi l’articolo https://articles.mercola.com/sites/articles/archive/2019/06/29/scary-signs-of-sepsis.aspx o più in dettaglio il “dossier sul coronavirus” nell’apposita sezione sulla “tempesta di citochine” liberamente scaricabile dal seguente link: https://drive.google.com/drive/u/0/folders/1zvoutChdJSLCHh3YDWI9Uf-L6E-PZPfh.

13 Vedi i seguenti siti e articoli scientifici:

https://www.obesityaction.org/community/article-library/obesity-and-the-immune-system/

Influence of obesity on immune function pubblicato su Journal of American Dietetic Association 1999 Mar;99(3):294-9, autori D C Nieman, D A Henson, et al; https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/10076580/

Obesity and immune function relationships pubblicato su Obesity Reviews 2001, autore Alfredo Martinez; https://www.academia.edu/8492850/Obesity_and_immune_function_relationships

The Role of the Immune System in Obesity and Insulin Resistance pubblicato su Journal of Obesity, 2013;2013:616193, autori Payal S. Patel, Eric D. Buras, Ashok Balasubramanyam; https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/23577240/

Role of innate and adaptive immunity in obesity-associated metabolic disease, pubblicato su Journal of Clinical Investigation. 2017 Jan 3;127(1):5-13, autori Tracey McLaughlin, Shelley E Ackerman, Lei Shen, Edgar Engleman; https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/28045397/

Impact of Obesity and Metabolic Syndrome on Immunity, pubblicato su Advances in Nutrition, Volume 7, Issue 1, January 2016, Pages 66–75, autori Catherine J Andersen, Kelsey E Murphy, Maria Luz Fernandez; https://academic.oup.com/advances/article/7/1/66/4524061

14 https://www.the-scientist.com/news-opinion/discovered-metabolic-mechanism-of-cytokine-storms--67424

15 https://advances.sciencemag.org/content/6/16/eaaz7086 e https://www.eurekalert.org/pub_releases/2020-04/aaft-hbg041320.php .

16 https://www.eurekalert.org/pub_releases/2020-04/aaft-hbg041320.php -.

17 Obesità.

18 https://www.liebertpub.com/doi/10.1089/met.2018.0105 .

19 https://www.cdc.gov/diabetes/library/socialmedia/infographics.html

20 Vedi gli articoli:

Factors associated with hospital admission and critical illness among 5279 people with coronavirus disease 2019 in New York City: prospective cohort study, pubblicato su British Medical Journal BMJ 2020;369:m1966, autori Christopher M Petrilli, Simon A Jones, et al.; https://www.bmj.com/content/369/bmj.m1966

Obesity and COVID-19 Severity in a Designated Hospital in Shenzhen, China, pubblicato su Diabetes Care . 2020 Jul;43(7):1392-139, autori Qingxian Cai, Fengjuan Chen et al.; https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/32409502/

Clinical characteristics and outcomes of 112 cardiovascular disease patients infected by 2019-nCoV, pubblicato su Zhonghua Xin Xue Guan Bing Za Zhi. 2020 Jun 24;48(6):450-455, autori Y D Peng, K Meng, et al.; https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/32120458/

Hospitalization Rates and Characteristics of Patients Hospitalized with Laboratory-Confirmed Coronavirus Disease 2019 — COVID-NET, 14 States, March 1–30, 2020; https://www.cdc.gov/mmwr/volumes/69/wr/mm6915e3.htm?s_cid=mm6915e3_w.

21 E quindi stare al sole e fare il pieno di vitamina D.

22 Fare vita sociale, allentare così lo stress, aprirsi al sorriso, potenziare il sistema immunitario grazie al benessere psichico che influenza quello fisico. Il contrario insomma del “lockdown”.

23 https://articles.mercola.com/sites/articles/archive/2014/08/31/trans-fat-saturated-fat.aspx .

24 https://articles.mercola.com/sites/articles/archive/2020/07/26/macular-degeneration-foods-to-avoid.aspx .

25 https://www.amazon.com/Pioppi-Diet-21-Day-Lifestyle-Jeremy/dp/1405932635 .

26 https://articles.mercola.com/sites/articles/archive/2019/11/04/lard-nutritional-benefits.aspx .

27 Il cibo processato, quello pronto da mangiare e impacchettato, il cibo che spesso contiene oli industriali, addirittura idrogenati, zucchero e farina vecchia e raffinata.

28 https://fitness.mercola.com/sites/fitness/archive/2019/08/09/time-restricted-eating-science.aspx

Tratto da http://www.nutrizionenaturale.org/alimentazione-zucchero-killer-silenzioso/

Fino ad alcuni anni fa consideravo lo zucchero come un componente energetico e salutare della nutrizione, molto utile per la muscolatura e per il funzionamento del cervello. Poi ebbi modo di conoscere:

Il procedimento di produzione
"Dalla barbabietola o dalla canna da zucchero viene estratto il succo zuccherino grezzo che è sottoposto a complesse trasformazioni industriali.
Per la prima depurazione viene fatta l'aggiunta di latte di calce che ne provoca la perdita e la distruzione di sostanze organiche, proteine, enzimi e sali di calcio.
In seguito il prodotto viene trattato con anidride carbonica per eliminare la calce che è rimasta in eccesso, quindi subisce ancora un trattamento con acido solforoso per eliminare il colore scuro. Successivamente viene sottoposto a cottura, raffreddamento, cristallizzazione e centrifugazione.
Si arriva così allo zucchero grezzo.
Nella seconda fase di lavorazione, lo zucchero viene filtrato e decolorato con carbone animale e poi, per eliminare gli ultimi riflessi giallognoli, viene colorato con il colorante blu oltremare o con il blu idantrene (proveniente dal catrame e quindi cancerogeno).
Il prodotto finale è una bianca sostanza cristallina che non ha più nulla a che fare con il ricco succo zuccherino di partenza e viene venduta per dolcificare gli alimenti".

Alcuni dati significativi:
Negli Usa gli zuccheri costituiscono una delle maggiori fonti di calorie per la nutrizione.
La crescita nel consumo  di zuccheri negli ultimi 300 anni è impressionante:

- nel 1700 il consumo annuo pro capite è stato di 1,8 Kg-
- nel 1800 il consumo annuo pro capite è stato di circa 8 kg-
- nel 1900 il consumo pro capite annuo è salito a 40 Kg-
- nel 2009 il 50% degli americani ha consumato in media oltre gli 8o Kg di zucchero all'anno.

I casi di diabete dalla fine del 1800 ad oggi sono passati da 3 casi su 100.000 persone a 8.000 sempre su 100.000 persone.
Dalla fine del 1800 ad oggi, si è passati dal 3,4% di persone obese al 32%. Va poi aggiunto un altro 33% di persone in sovrappeso.
Ciò significa che i 2/3 degli americani attualmente sono a rischio di gravi patologie e devono ricorrere a medici nutrizionisti, diete alimentari, palestre cure mediche e medicine che spesso non funzionano e a volte sono solo dannose.

Quanto zucchero si consuma in Italia
In Italia da diversi anni viene registrato un consumo medio annuo pro capite pressochè costante di 25 kg. ma, l'esperienza ci insegna che con il tempo anche noi italiani seguiamo i comportamenti americani.

Un dato che fa riflettere.
Fino agli anni '70 in Italia si consumava il 60% di zucchero semplice acquistato nei negozi mentre il 40% proveniva da alimenti confezionati.
Oggi le proporzioni si sono invertite per cui si assume prevalentemente zucchero contenuto nei cibi elaborati, in particolare dall'industria.
Certamente non ci rendiamo conto di quanto zucchero è contenuto nei cibi largamente pubblicizzati e destinati sopratutto ai bambini ed ai ragazzi.
E' una buona abitudine quella di leggere gli ingredienti riportati sulle etichette applicate ai prodotti che acquistiamo: troveremo delle belle sorprese (non solo per il glucosio, il destrosio, il fruttosio, il saccarosio, il maltosio  ...........in essi contenuto).
Spesso occorre una certa attenzione per scovarli poichè sono scritti con caratteri molto piccoli o ben nascosti.

Cosa provoca il consumo di zucchero nel nostro organismo?
L'assunzione di zuccheri semplici, con l’alimentazione, innalza rapidamente i livelli di glucosio nel sangue (glicemia).
Un normale livello di glicemia è utile per fornire l'energia al nostro corpo ed al cervello ma, livelli elevati scatenano molte reazioni negative.
La più conosciuta è l'aumento dell'insulina che viene prodotta dal nostro organismo per evitare che gli zuccheri nel sangue raggiungano livelli di tossicità pericolosi.

Cosa provoca l'aumento dell'insulina?
Trasforma gli zuccheri sottratti al sangue in glicogeno il quale viene immagazzinato nel fegato come riserva energetica stimola la produzione di grassi saturi a partire da zuccheri favorisce l'accumulo di grassi saturi nel tessuto adiposo.
Impedisce l'utilizzo dei grassi presenti nel nostro corpo.
Con l'assunzione degli zuccheri semplici ad alto indice glicemico, si verifica un immediato picco nella quantità di insulina prodotta dal pancreas; questa abbassa repentinamente la glicemia, per cui compare lo stimolo della fame e inizia un circolo vizioso che vanifica quasi tutte le diete che vengono adottate.
Soprattutto le diete che raccomandano di eliminare i grassi a favore dei carboidrati (vedremo come i farinacei ad alto contenuto di amido siano trasformati in zuccheri) non hanno possibilità di funzionare in quanto gli zuccheri vengono comunque trasformati in grasso e depositati nel tessuto adiposo.
Vedremo nelle prossime newsletters che la demonizzazione di tutti i grassi nelle diete costituisce un falso mito.

Ma l'utilizzo degli zuccheri semplici provoca anche altri danni
Per poter essere assimilato e digerito, lo zucchero bianco ruba al nostro corpo vitamine e sali minerali (in particolare il Calcio e il Cromo) per ricostituire almeno, in parte, quell'armonia di elementi distrutta dalla raffinazione.
Le conseguenze di tale processo digestivo sono la perdita di calcio nei denti e nelle ossa, con l'indebolimento dello scheletro e della dentatura.
Ciò favorisce la comparsa di malattie ossee (artrite, artrosi, osteoporosi, ecc.) e delle carie dentarie che affliggono gran parte della civiltà occidentale.

Cosa provoca lo zucchero bianco iper raffinato a livello intestinale?
Provoca processi fermentativi con la produzione di gas, tensione addominale e l'alterazione della flora batterica con tutte le conseguenze che ciò comporta.

I  pericoli dell'abitudine al consumo di zuccheri raffinati sono provati:

  • riduzione delle difese immunitarie,
  • aggravamento dell'asma,
  • acidificazione del nostro corpo,
  • peggioramento delle malattie cardiache, del diabete, dei calcoli biliari, dell'ipertensione, delle artriti, di alcuni tipi di cancro....... in definitiva accorcia la vita.

E' sorprendente anche lo studio di un medico inglese ricercatore in psichiatria, Malcolm Peet, che ha riscontrato un forte legame fra l'elevato consumo di zucchero e malattie mentali come la depressione e la schizofrenia.

Un altro grave pericolo: il fruttosio
Il nome riporta all'immagine del prodotto sano derivato dalla benefica frutta ma in realtà lo troviamo spesso come sciroppo di fruttosio che viene ricavato dal mais (quasi sempre transgenico negli USA) con un processo che lo priva di ogni principio vitale come le vitamine, gli enzimi, i sali minerali e tutti i fitonutrienti capaci di ridurne gli effetti metabolici nefasti.
Lo sciroppo di fruttosio viene impiegato nella produzione delle bevande gassate, succhi di frutta e molti prodotti industriali e preparati dietetici sic!
Diversamente dal saccarosio (zucchero bianco da cucina), chimicamente, le molecole di fruttosio e glucosio non sono legate fra di loro per cui vengono assorbite immediatamente  e vanno direttamente al fegato e trasformate in grassi.

Robert Lustig, professore nella Divisione di Endocrinologia dell' Università della California, ha svolto un ottimo lavoro sul metabolismo degli zuccheri che ha messo in luce i disastri causati dall'eccessivo consumo di fruttosio:

  • aumento dell'acido urico che è in stretta relazione con l'obesità, con l'elevata pressione arteriosa, le malattie cardiache, le malattie renali
  • appesantimento del fegato con il rischio di serie patologie con danneggiamenti simili a quelli dovuti all'abuso di alcol.
  • inganna il sistema di regolazione dello stimolo della fame e della sazietà; porta alla insulino-resistenza e non fa abbassare la grelina (ormone della fame scoperto solo una decina di anni fa) e non fa aumentare la leptina (ormone della sazietà) si è portati  ad assumere molto cibo
  • aumento dell'obesità con l'accumulo del grasso principalmente nella pancia e la comparsa della tipica forma dell'abituale bevitore di birra.

Negli USA il fruttosio è considerato il primo fattore che contribuisce all'obesità.
La quantità massima giornaliera da assumere dovrebbe essere inferiore ai 25 grammi e, per coloro che sono in sovrappeso, inferiore ai 15 grammi (conteggiando anche il fruttosio che troviamo nella frutta).

In quali alimenti troviamo lo zucchero?
Non solo nei dolci e nelle bevande gassate ma ormai in quasi tutti i cibi elaborati, trasformati e confezionati. Si trova anche negli hamburger, nei wurstel, nelle salse come il ketchup, nella senape, nella worchester sauce, in molti tipi di pane, nei cibi in scatola o in quelli precotti......... etc.
Ricordarsi di leggere con attenzione gli ingredienti indicati nelle confezioni anche se scritti con caratteri piccolissimi e difficili da trovare.
Ovviamente lo zucchero è anche contenuto nella frutta e in minor parte nella verdura ma legato a tantissime sostanze vitali come le fibre, le vitamine, i sali minerali, gli enzimi, e molti altri fitonutrienti che ne attutiscono gli effetti negativi.
Tuttavia anche la frutta e certi ortaggi ricchi di zuccheri o amidi come le patate e le carote, vanno consumati con moderazione.

Una ulteriore minaccia  per la salute dello zucchero: l'acido urico
Lo zucchero  provoca un aumento di acido urico il quale, oltre a danneggiare i reni e aumentare la pressione arteriosa, può portare ad una infiammazione cronica con conseguenze anche gravi come l'ictus e altre malattie.
Oltre 3000 articoli su studi scientifici, mettono in relazione l'aumento dell'acido urico con molti dei mali dell'attuale periodo.
Negli Usa i livelli medi dell'acido urico dall'inizio del secolo scorso sono passati da 3,5 ml/dl a 6,5 ml/dl alla fine dello stesso secolo.
Se pensiamo che livelli di acido urico superiori a 5,5 ml/dl mettono a rischio la salute, possiamo credere che il consumo elevato di zucchero costituisce una delle cause principali dei nostri mali, invecchiamento precoce e morte prematura.
Craig Thompson, direttore del Memorial Sloan-Kettering Cancer Center in New York, è convinto che "molte cellule pre-cancerose, non raggiungerebbero mai le mutazioni che li trasformano in tumori maligni se non fossero guidate dall'isulina a utilizzare e metabolizzare sempre più zucchero dal sangue".

Cosa succede con gli edulcoranti dietetici polioli ?
Gli edulcoranti (o dolcificanti) polioli sono sostanze che conferiscono un sapore dolce agli alimenti. Non sono considerati degli additivi, ma sono comunque sostanze chimiche estranee alla normale composizione degli alimenti.
I polioli hanno un potere edulcorante uguale o leggermente inferiore allo zucchero ma apportano meno calorie. Si tratta di sostanze ottenute per idrogenazione di alcune specie vegetali.

I polioli più conosciuti sono:

- Sorbitolo (E420) - La sua assunzione non ha solitamente effetti collaterali, ma siccome il sorbitolo non viene assorbito, può causare gas, gonfiore di pancia, crampi, e diarrea (se si superano giornalmente circa  i 20 gr).

- Mannitolo (E421) -  Non è pericoloso per la salute, essendo un carboidrato a tutti gli effetti, è facilmente gestito dal nostro organismo. Può causare disturbi gastrici tra cui flatulenze e diarrea se consumato in quantità superiore alle dosi massime consigliate di 50 grammi al giorno. Ha un potere dolcificante  pari a circa la metà di quello dello zucchero comune ed un potere calorico del 50% in meno per cui non vi sono particolari vantaggi con il suo impiego.

- Xilitolo (E967) - Al momento non sono stati accertati effetti dannosi alla salute. Tuttavia è da utilizzare con cautela poichè alcuni studi hanno evidenziato che, come tutti i polioli, determina un aumento dell'acido ossalico e causa la formazione di calcoli nei ratti.

- Isomalto (E953) - Adatto a chi ha problemi di diabete per il suo basso impatto sul livello di glucosio nel sangue - ha metà delle calorie dello zucchero comune può causare disturbi intestinali se consumato in quantità superiori ai 20 gr. al giorno .

- Maltitolo (E965)- Ha il 75% della dolcezza del saccarosio e il  60% del potere calorico. Crea effetti gastrici, in quanto pur essendo meno dannoso se comparato ad altri polialcoli, è usato in grosse quantità dall'industria del cibo grazie alla sua somiglianza al saccarosio, portando il consumatore ad un consumo che eccede le quantità raccomandate. Resta non adatto per chi soffre di diabete.

Gli alcoli dello zucchero come il sorbitolo e lo xilitolo  contribuiscono a prevenire la carie per cui sono usati nella produzione di caramelle e di gomme da masticare.

Cosa succede con i dolcificanti artificiali
Tutti abbiamo sentito parlare di saccarina di aspartame e altri, spesso indicati con allettanti nomi commerciali, considerati come sostituti dello zucchero e destinati ai diabetici o a coloro che devono ridurre il loro peso corporeo o non vogliono ingrassare.
Ho sempre creduto fosse un'ottima soluzione! Ma è proprio così?

Vediamo quali sono i principali dolcificanti artificiali
Aspartame - E951
- è il dolcificante sintetico più noto e controverso, il cui potere dolcificante è 200 volte maggiore rispetto a quello dello zucchero comune. Questa sostanza non esercita effetti metabolici sulla glicemia, quindi può essere utilizzata anche dai soggetti diabetici. La dose giornaliera ammissibile è di 40 mg/kg di peso corporeo. L’aspartame si trova in centinaia di alimenti: oltre che nei prodotti "light", è contenuto anche in bibite gassate, dolciumi, gomme da masticare, caramelle e farmaci.
Quando l’organismo metabolizza l’aspartame, si formano acido aspartico, fenilalanina e metanolo. Quest’ultima sostanza può indurre effetti indesiderati quali emicranie e reazioni allergiche.
In merito, da diverse fonti si considera l'Aspartame come una minaccia per la salute umana, anche più pericolosa dell'utilizzo del fruttosio, e viene associato a difetti nei neonati, cancro (pricipalmente del cervello), alzaimer e aumento del peso corporeo. L'approvazione da parte della FDA viene considerata come un'operazione poco chiara intrapresa dalla Searle e dalla Monsanto (proprietaria dei diritti sull'Aspartame).

- Saccarina - E954 - molto conosciuta , è una sostanza che non viene metabolizzata dal nostro organismo e che non fornisce calorie. Il suo potere dolcificante risulta fino a 500 volte superiore a quello dello zucchero, mentre il suo retrogusto è piuttosto amaro. Non aumenta la glicemia, quindi è adatta anche ai diabetici.
Negli anni Settanta del secolo scorso, alcuni studi condotti sugli animali avevano insinuato il dubbio che la saccarina potesse essere cancerogena, ma nessuna ricerca svolta su esseri umani ha mai confermato tali dubbi. La dose giornaliera accettabile è di 2.5 mg/kg di peso corporeo.
In rari casi, il consumo di saccarina può provocare manifestazioni allergiche, orticaria, diarrea, dispnea, tachicardia. Questo dolcificante è controindicato durante la gravidanza, l’allattamento e nei primi tre anni di vita. Alcuni studi hanno di recente dimostrato che il dolcificante è un fattore di rischio per tumori che colpiscono diversi tipi di organo dei topi. Sarà necessario verificare se questi rischi interessino anche l'uomo.

- AcesulfameK - E950 - è un altro edulcorante sintetico di largo utilizzo nei cibi per diabetici, nelle bevande gassate e nei prodotti per l’igiene orale, è una sostanza dotata di un potere dolcificante 200 volte superiore a quella dello zucchero comune. L’acesulfame K non viene metabolizzato dall’uomo, quindi viene espulso attraverso le urine senza aver subito modifiche, non apporta calorie e non ha influenza sulla glicemia. La dose giornaliera assimilabile ammonta a 9 mg/kg di peso corporeo.Contiene cloruro di metilene DCM. L'esposizione per lunghi periodi al DCM può provocare mal di testa, depressione,nausea, confusione mentale, disturbi alla vista, al fegato e ai reni.
Se ci si attiene alle dosi raccomandate, l'Acesulfame K è considerato ufficialmente sicuro dal punto di vista tossicologico, ma se ne sconsiglia l’utilizzo in caso di gravidanza e allattamento.

Pur essendo controverse le deduzioni e le convinzioni, senza abbracciare la tesi che tutti i dolcificanti artificiali sono da considerarsi veleni, credo che tali edulcoranti debbano essere totalmente evitati e che i dolcificanti polioli debbano essere utilizzati con molta prudenza.

Ma cosa si può fare per stare meglio e prevenire molte malattie ?
Risulta evidente, senza alcun dubbio, che per allontanare i rischi malattie come il diabete, le malattie cardiache, il cancro e tanti altri problemi per la propria salute, occorre adottare uno stile di vita sano dove l'eliminazione dello zucchero in tutte le varie forme è fondamentale.
Il modo più facile per diminuire l'assunzione di zuccheri è quello di eliminare tutte le bevande dolci compresi i succhi di frutta (le spremute fresche vanno bene), e tutti i cibi elaborati industrialmente.
E' una buona regola assumere esclusivamente gli zuccheri necessari al funzionamento del proprio corpo solo da fonti naturali quali la frutta e la verdura tenendo conto che non si dovrebbero superare i 25 grammi al giorno di fruttosio.
Se proprio dobbiamo dolcificare degli alimenti, è preferibile utilizzare, con molta moderazione il miele, lo zucchero grezzo di canna oppure anche il glucosio. Il glucosio tutto sommato viene utilizzato direttamente dalle cellule del nostro corpo e non scatena i disastri metabolici del fruttosio.

Un dolcificante naturale poco conosciuto è la Stevia ricavato dalle foglie dell'omonima pianta e utilizzata da secoli dai popoli dell'America Latina.
L'Unione Europea (EFSA) il 14 aprile 2010 ha approvato l'uso della Stevia come Food Additive, così come la Svizzera e tutti Paesi latino-americani.
Ha un potere dolcificante da 150 a 250 volte quello del comune zucchero ed ha zero calorie: potrebbe rappresentare la migliore alternativa per dolcificare senza andare incontro agli effetti negativi dello zucchero e degli edulcoranti in genere.

IMPORTANTE: abituiamoci a leggere la composizione dei cibi in etichetta e informiamoci sui componenti o additivi con nomi sconosciuti: quando non riusciamo a trovarli evitiamo di acquistare l'alimento! E' una buona abitudine che ci porterà a scegliere i cibi consapevolmente evitando quelli che possono danneggiare la nostra salute nel tempo