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Marcello Pamio - 5 aprile 2023
Nel 2021 i camici bianchi hanno avuto in regalo lo Scudo Penale, cioè la non punibilità per omicidio colposo e/o lesioni personali colpose durante la fase di emergenza epidemiologica. Ora hanno licenza di uccidere anche fuori da psicominchiate varie…
Il ministro della Salute Schillaci, perfetto successore dei dementi emissari di Big Pharma (Stronzettin, Grillo e Speranza) vuole infatti depenalizzare la responsabilità medica!
La scusante risibile sarebbe la medicina difensiva: in pratica la sovra-prescrizione di esami e visite quasi sempre inutili, per non dire pericolose che farebbe spendere alla sanità pubblica qualcosa come 10 miliardi l’anno.
La medicina difensiva, chi difende? Il culo dei medici of course.
Se infatti uno muore per un eccesso di terapie va tutto bene; se invece muore perché non ha voluto fare il napalm (chemio e/o sieri genici), allora il medico viene indagato!
Ricordo che i medici sono una delle prime tre cause di morte e invalidità nel mondo occidentale (assieme a malattie cardiovascolari e tumori). Vi figurate cosa accadrà ora che hanno carta bianca?
Pregate di stare sempre bene o studiate attentamente le 5 Leggi Biologiche!!!
https://www.ilsole24ore.com/art/l-errore-medico-non-sara-piu-reato-cosi-governo-combatte-medicina-difensiva-AER1KZDD

Video a cura del dottor Joseph Mercola sulla condizione della Sanità occidentale.
Nonostante il terrorismo mediatico e gli allarmismi su meningite, morbillo, influenza, solo negli States oltre 400.000 persone muoiono a causa di ERRORI MEDICI (cause iatrogene). Ogni giorno 1 paziente su 25 contrae almeno una infezione in ospedale, stiamo parlando di quasi 2 milioni di individui ogni anno! Circa il 70% di tutti gli americani assume un farmaco da prescrizione. Una persona su 5 prende psicofarmaci, e 1 anziano su 4 ogni giorno ingolla da 10 a 19 pillole!

[embedyt] https://www.youtube.com/watch?v=Kw2AVkW65gM[/embedyt]


Marcello Pamio

Nel mondo più di 138 milioni di pazienti vengono danneggiati ogni anno, e di questi ben 2,6 milioni se ne vanno aldilà della soglia per colpa dei medici…
A denunciarlo qualche giorno fa proprio l’Organizzazione Mondiale della sanità (OMS).
Errori nella diagnosi, nelle prescrizioni e trattamenti, e l’uso inappropriato dei farmaci sono le tre principali cause che provocano danni anche mortali nei pazienti: così il coordinatore della sicurezza dei pazienti dell’OMS, il dottor Neelam Dhingra-Kumar ha detto venerdì 13 settembre 2019 in una conferenza stampa.
Quindi utilizzo sbagliato di farmaci, errori nelle trasfusioni di sangue, nell’utilizzo dei Raggi X, nelle operazioni chirurgiche, ecc.

Simili errori «si verificano perché i sistemi sanitari non sono progettati in modo adeguato per affrontare questi errori e imparare da essi», ha detto l’esperto, ammettendo che molte strutture mediche nascondono tali errori, il che spesso non solo impedisce di prendere provvedimenti per evitare che tali errori si ripetano in futuro, ma anche impedisce un conteggio corretto degli errori medici.

Non a caso le cifre fornite dall’OMS si riferiscono SOLO a paesi con uno stato economico medio e basso (cioè dove vive l’80% della popolazione globale), quindi il numero reale è molto ma molto più alto, tenendo conto anche del fatto che anche nei paesi sviluppati, almeno 1 su 10 dei pazienti sono vittime iatrogene (da «iatros» che significa «medico» e «genos» che vuol dire «che è nato». Quindi errori causati dai medici).
Sempre secondo l’organizzazione sovranazionale con sede a Ginevra, SOLO gli errori relativi a errate prescrizioni di medicinali costano ai sistemi sanitari in tutto il mondo oltre 42 miliardi di dollari, cioè 37 miliardi di euro. Una vera e propria ecatombe sociale, umana ed economica, che però è solo la puntina dell’iceberg.

I media italiani sono stati costretti a parlarne perché l’avvertimento era uscito dall’OMS, ma guarda caso, sono riusciti a sbagliare clamorosamente i calcoli. Quasi tutti hanno infatti titolato: «1 morto ogni 5 minuti per errori medici», ma 2.600.000 di morti ogni anno fanno 5 morti al minuto e NON uno ogni cinque!
Si potrebbe obiettare che si tratta di una quisquilia, ma 1 morto ogni 5 minuti fanno 105.000 morti all’anno, una bella differenza se paragonati ai 2,6 milioni.

Sappiamo benissimo che nel Sistema odierno la “legge è uguale per tutti, ma per qualcuno è un po’ più uguale”, come pure la matematica che è solo un’opinione…
Mettendo nel conteggio pure i milioni di morti causati non da errori nella prescrizione, ma solo dagli effetti collaterali dei farmaci e vaccini, arriviamo ad una conclusione sconvolgente ma assolutamente scontata e facilmente dimostrabile: la medicina allopatica, con tutto l’armamentario chimico e con i suoi emissari di bianco vestiti, sono la prima causa di morte nel mondo!!!


Marcello Pamio

Ce ne siamo già occupati altre volte in passato: gli errori medici sono la terza cause di morte nel mondo Occidentale, dopo le malattie cardiovascolari e il cancro.
Quello che esce da un recente studio pubblicato dal British Medical Journal ha però dell’incredibile: l’errore medico non è incluso nei certificati medici e nelle statistiche riguardanti le cause di morte! Questo significa una sola cosa: i numeri delle morti che noi tutti conosciamo sono sottostimati. Quindi le cause iatrogene potrebbero risalire il podio diventando la seconda o addirittura la prima causa di morte al mondo.
Ovviamente i media tacciono. Argomento tabù, gli sponsor sono sacri. Farmaci killer spietati? Assolutamente no, le droghe non si toccano, gli interessi economici sotterrano le morti che passano in secondo piano. Esattamente come i morti civili nelle guerre: danni collaterali.
Oggi la realtà è la seguente: probabilmente i farmaci uccidono più delle guerre.
A fare un po’ di luce due ricercatori Martin Makary Michael Daniel che hanno cercato di stimare il contributo dell’errore medico sul tasso di mortalità americano.
La loro ricerca è stata pubblicata il 3 maggio scorso dal prestigiosa e accreditata rivista britannica (British Medical Journal, 3 maggio 2016; 353).

La lista annuale delle cause più comuni di morte negli Stati Uniti è stilata dal CDC, il Centro di Controllo e Prevenzione delle Malattie.
Tale lista utilizza i certificati di morte compilati da medici, agenzie funebri e medici legali.
Uno dei maggiori limiti del certificato di morte è che esso fa affidamento al codice ICD di assegnazione internazionale della Classificazione delle Patologie che causano la morte.
Ciò che ne risulta è che le cause di morte non associate ad un codice ICD, come ad esempio fattori legati a errori dell’uomo o del sistema, non vengono menzionati!
I due ricercatori hanno analizzato la letteratura scientifica sugli errori medici per identificare il loro contributo nella mortalità negli USA in relazione alle cause elencate dal CDC.

Morte da attenzioni mediche
L’errore medico è stato definito un atto inconsapevole o un processo che non raggiunge il risultato aspettato (errore di esecuzione), o l’utilizzo di un piano di azione errato per raggiungere uno scopo (errore di pianificazione) o una deviazione del processo di cure che può o meno causare danno al paziente.
Il danno al paziente può provenire da un errore medico a livello individuale o di sistema.
Ci focalizziamo su eventi letali evitabili per sottolineare il range dei potenziali miglioramenti da mettere in atto.
Il ruolo dell’errore può essere complesso.

Mentre molti errori sono non-consequenziali (non portano cioè a conseguenze gravi per la salute), in altri casi un solo errore può determinare la morte in qualcuno con un’aspettativa di vita lunga o può accelerarne la fine.
Il seguente caso dimostra come un errore possa contribuire alla morte di una persona.

Caso: ruolo svolto dall’errore medico nella morte di una paziente
Una giovane donna guarì dopo aver subito un intervento di trapianto andato a buon fine. Successivamente, venne ricoverata nuovamente per alcuni disturbi non specificati che vennero studiati sottoponendola ad un iter di esami intensivi, alcuni dei quali non necessari, inclusa una pericardiocentesi. Giorni dopo, in seguito ai suddetti esami, dovette tornare in ospedale per un’emorragia intra-addominale e un arresto cardiopolmonare. L’autopsia rivelò che l’ago inserito durante la pericardiocentesi aveva escoriato il fegato causando un pseudoaneurisma che sfociò in una rottura dello stesso e nella conseguente morte della donna.
Il certificato di morte riportò che la causa del decesso era da ricondursi ad una patologia cardiovascolare della paziente.

Quanto è grande il problema?
Negli Stati Uniti la più comune fonte che riporta stime di decessi annuali causati da errori medici è un report datato 1999 molto limitato e obsoleto dell’Istituto di Medicina (IOM).
Tale report descrive una media di 44.000 – 98.000 decessi annuali.
La conclusione non si basava su una ricerca primaria condotta dall’istituto stesso ma su uno studio di pratica medica condotto ad Harvard nel 1984 e su uno studio del 1992 condotto in Utah e in Colorado.
Già nel 1993, Leape, un investigatore che si occupava dello studio di Harvard pubblicò un articolo secondo il quale le stime riportate in tale studio erano troppo basse, sostenendo che il 78% anziché il 51% delle 180.000 morti iatrogene effettivamente riscontrate erano evitabili (alcuni sostengono che tutte le morti iatrogene siano evitabili).
Questa incidenza più elevata è stata conseguentemente supportata da studi che affermano che il report IOM del 1999 ha sottostimato l’entità del problema.

Un altro report del 2004 riguardante i decessi di pazienti ricoverati associati all’Agenzia per la Qualità nella Sanità e per la Verifica della Sicurezza del Paziente riferita alla popolazione con assistenza sanitaria, stimò che 575.000 decessi sono stati causati da errori medici tra il 2000 e il 2002 che sono circa 195.000 morti all’anno (tavola 1).
Allo stesso modo il Ministero della Salute degli Stati Uniti esaminando gli archivi dei ricoverati nel 2009 riportò che 180.000 decessi tra coloro aventi assicurazione sanitaria erano dovuti a errori medici. 12
Utilizzando metodi simili, le pubblicazioni mediche di D.C. Classen descrivono una media di 1,13%. 13
Se questa media venisse applicata a tutte le ammissioni registrate negli ospedali statunitensi nel 2013 15  il numero delle morti diventerebbe più di 400.000 all’anno, e cioè 4 volte maggiore alle morti stimate dal IOM.

Similarmente, pubblicazioni di C.P. Landrigan (Classes e Landrigan hanno cooperato a pubblicazioni riguardanti la Sicurezza del Paziente) hanno riportato che lo 0,6% delle ammissioni ospedaliere in un gruppo di ospedali della Carolina del Nord nell’arco di 6 anni (2002-2007) sono risultate letali a causa di eventi avversi ed è stato stimato che il 63% fosse causato da errori medici. 14
Riportati ad una media nazionale questi dati si traducono in 134.581 morti annuali di pazienti a causa di una scarsa cura del paziente.
Da notare che nessuno di questi studi menziona le morti di pazienti curati esternamente, ovvero quelle risultanti da errori su pazienti curati a casa o assistiti nelle loro case oppure di pazienti curati in ambulatori esterni o cliniche private.

Una rivista specializzata redatta da James stimò gli inconvenienti in campo medico utilizzando una analisi ponderata e descrisse un range pari a 210.000 – 400.000 di morti annuali associate ad errori medici tra i pazienti ricoverati negli ospedali. 16
Noi abbiamo calcolato una media di decessi causati da errori medici di 251.454 per anno, utilizzando gli studi sviluppati sul report dell’IOM del 1999, valutando anche le ammissioni ospedaliere registrate nel 2013 negli Stati Uniti.
Crediamo che anche la nostra ricerca non sia del tutto realistica e sia molto riduttiva, in quanto si basa per lo più su documenti o ricerche che comunque riguardano esclusivamente i decessi di pazienti in ospedale.
Nonostante le nostre supposizioni fatte estrapolando dati di studi effettuati sul più ampio range di popolazione statunitense possibile, emerge sempre di più la quasi totale assenza di dati nazionali evidenti e la conseguente necessità di una sistematica analisi di questo problema.
Confrontando le nostre stime con quelle del Centro Clinico di Controllo e Prevenzione (CDC) nazionale se ne deduce che gli errori medici sono la terza causa più comune di decessi negli Stati Uniti. (fig 1).2

Cause di decessi negli Stati Uniti, anno 2013
Basandoci sulle nostre stime gli errori medici sono la 3° causa di morte negli Stati Uniti

Elenco delle principali cause di morte nel 2013:

-        Malattie cardiache: 611.000

-        Cancro:                  585.000

-        Errori medici:          251.000 (tra gli errori medici non sono registrate le morti al di fuori degli ospedali).

-        Suicidi:                   41.000

-        Incidenti:               34.000

-        Armi da fuoco:        34.000

Le priorità della Salute
Abbiamo stimato che gli errori medici siano la 3a causa di decessi negli Stati Uniti e pertanto ciò richiede la dovuta attenzione. Gli errori medici che conducono alla morte del paziente sono sottostimati e poco conosciuti anche in molti altri paesi, incluso il Regno Unito e il Canada. 20 21
Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (WHO) 117 nazioni codificano i decessi utilizzando la classifica standard ICD (che esclude l’errore umano) come metodo primario di valutazione. 22
Il metodo ICD ha una ridotta capacità di individuare l’errore umano. Al massimo ci sono alcuni codici che includono un qualche aspetto legato al ruolo di eventuali errori che possano aver influenzato l’evoluzione della patologia, come ad esempio la codifica legata a patologie anti-coagulanti possibilmente sviluppatesi come effetto collaterale di un’overdose di farmaci.
Quando un errore medico sfocia nella morte del paziente, sia l’aspetto psicologico della morte che i problemi legati alla somministrazione della cura dovrebbero essere analizzati.
La questione degli errori medici non deve essere svincolata dall’approccio scientifico. Una più appropriata analisi tecnica del ruolo dell’errore medico nella morte del paziente potrebbe aumentare la consapevolezza e guidare alla collaborazione tra diverse realtà nonché ad un maggiore investimento su Ricerca e Prevenzione.

Contributi e Fonti:  Martin Makary è lo sviluppatore della checklist post operatoria, precursore della checklist chirurgica istituita dall’Organizzazione Mondiale della Sanità.
Makary è un chirurgo oncologo al John Hopkins Hospital e autore di “Unaccountable”, libro che tratta la trasparenza di informazioni nella sanità.
Micheal Daniel è un allievo specializzato nella Ricerca per la Sicurezza del Paziente al John Hopkins ed è particolarmente coinvolto nella Ricerca e Analisi dei Servizi Sanitari.
Questo articolo è nato da una discussione tra loro riguardante la scarsità di fondi a disposizione per supportare un servizio di qualità e di sicurezza relativo alle “altre” cause di morte (ovvero l’errore medico).

Marcello Pamio

“Le aziende farmaceutiche non meritano più la nostra fiducia
per la loro arroganza e per il loro palese disinteresse
per la salute della popolazione”
Drummond Rennie, vicepresidente del JAMA

L’ultimo libro del dottor Peter C. Gøtzsche, “Medicine letali e crimine organizzato” è inquietante.
Se non fosse stato scritto da uno scienziato di fama internazionale il cui curriculum professionale è inossidabile e inattaccabile verrebbe da non crederci.
Due lauree (medicina e chimica) hanno permesso a Gøtzsche di lavorare direttamente per le aziende farmaceutiche sia come informatore impegnato a lanciare i nuovi farmaci sia come responsabile del prodotto. Quindi uno che conosce molto bene come funziona il Sistema dal di dentro…
Ha diretto inoltre il prestigioso e indipendente Nordic Center della Cochrane Collaboration (1).

Nel libro Gøtzsche spiega dettagliatamente, studio dopo studio come le aziende farmaceutiche sono riuscite a nascondere il fatto che i farmaci, al pari del tabacco, sono uno dei killer più spietati al mondo.
Le industrie grazie a comportamenti fraudolenti sia nel campo della ricerca che della promozione commerciale hanno sempre nascosto la letalità dei loro prodotti, e non appena emergono dati convincenti sulla loro pericolosità, vengono puntualmente realizzate ricerche di scarsissima qualità, spesso falsificandole, che arrivano a conclusioni opposte, generando volutamente confusione sia nell’opinione pubblica che nel mondo medico.
Così facendo le aziende guadagnano tempo e le persone continuano a prendere farmaci e a morire…

Le organizzazioni criminali
Per comprendere i livelli di corruzione e amoralità che circolano nelle sale ovali delle principali multinazionali ecco un elenco incompleto di condanne che hanno ricevuto.
Questo è solo uno dei tantissimi motivi delineati magistralmente nel libro che permettono al dottor Gøtzsche di paragonare le lobbies della chimica e farmaceutica alle organizzazioni criminali. Anzi, queste ultime uccidono di meno.
Le multe sono state affibbiate per truffe vere e proprie, corruzione di medici, omissioni volontarie di eventi avversi, prescrizioni off-label (fuori dalle indicazioni terapeutiche), promozioni illegali e informazioni ingannevoli.

Pfizer: 2,3 miliardi di dollari nel 2009; Novartis: 423 milioni di dollari nel 2010; Sanofi-Aventis: 95 milioni di dollari nel 2009; Glaxo-SmithKline: 3 miliardi di dollari nel 2011; AstraZeneca: 520 milioni di dollari nel 2010; Johnson & Johnson: 1,1 miliardi di dollari nel 2012; Merck: 670 milioni di dollari; Eli Lilly: 1,4 miliardi di dollari nel 2009; Abbott: 1,5 miliardi di dollari nel 2012.

Dei 165 procedimenti giudiziari conclusisi con un patteggiamento (dal 1991 al 2010) le lobbies hanno sborsato 20 miliardi di dollari di sanzioni. A questi si devono aggiungere fino a luglio 2012 altri patteggiamenti per un totale di 10 miliardi di dollari.
Negli ultimi 15 anni, solo di patteggiamenti le cifre si aggirano sui 30 miliardi di dollari!

Guerra ai generici
I farmaci generici (stesso principio chimico ma molto meno cari perché il brevetto è scaduto) possono essere tenuti fuori dal mercato con una strategia in stile mafioso. Basta che un’azienda avvii una causa legale contro il produttore del generico, accusandolo di aver violato la legislazione sui brevetti, anche se l’accusa è del tutto priva di fondamento. L’autorizzazione per il generico slitta negli Stati Uniti automaticamente di ben 30 mesi.
In questo modo riescono a tenere per diversi anni l’esclusiva sulle proprie molecole anche dopo la scadenza dei brevetti. Impediscono di fatto l’utilizzo commerciale dei farmaci generici provocando un danno economico enorme ai vari sistemi sanitari e alle persone.
Un’altra strategia commerciale sfrutta la stereoisomericità delle molecole. I farmaci infatti sono stereoisomeri, cioè composti da due metà speculari, dal punto di vista chimico, di cui solo una metà è farmacologicamente attiva.

Quando il brevetto del farmaco originale sta per scadere la società mette sotto brevetto la metà attiva delle due. Modificano il nome, aggiungendo per esempio una o più lettere davanti al nome vecchio, e il farmaco-fotocopia viene immesso nel mercato per altri decenni. In questo modo ogni singolo farmaco viene brevettato per almeno due volte.
Il citalopram (scaduto) è diventato escitalopram.

Un’altra strada è rimettere il farmaco in commercio ma per un altro disturbo.
L’olanzapina era un principio attivo molto datato e quando il suo brevetto era prossimo alla scadenza, la Eli Lilly riuscì ad ottenere un nuovo brevetto dimostrando che il farmaco induce un aumento del colesterolo nei cani inferiore però a quello di un altro farmaco che non è mai stato autorizzato. Tutto questo è folle, anche perché l’olanzapina aumenta il colesterolo più di quasi tutti i farmaci in commercio!
Ma questo poco importa perché grazie ad una campagna di marketing spietata lo Zyprexa (nome commerciale dell’olanzapina) è divenuto l’antipsicotico più usato al mondo e nel 2005 ha portato ricavi per 4,2 miliardi di dollari.

Non tutti sanno che i farmaci fortemente innovativi nascono quasi tutti dalle ricerche pubbliche e non private. Tutta la ricerca di base che ha consentito alla medicina moderna di progredire è stata realizzata dal settore no-profit (università, centri di ricerca, laboratori finanziati dai governi). Circa 15 dei 21 farmaci più importanti entrati nel mercato statunitense dal 1965 al 1992 sono stati sviluppati da finanziamenti federali.
Le aziende farmaceutiche investono nella ricerca di base per la scoperta di nuove molecole e di nuovi vaccini solo l’1% dei loro profitti, la maggior parte dei soldi li usano infatti per il marketing.

Manipolazione degli studi
Attualmente il solo requisito che viene considerato vincolante per stabilire se un farmaco è efficace è la presenza di un effetto statisticamente significativo in soli due studi clinici randomizzati e controllati (dalle aziende stesse) a confronto con il placebo. Questo obiettivo è facilmente raggiungibile, anche perché se l’azienda non raggiunge il proprio obiettivo può continuare a realizzarne altri, fino al momento in cui ce ne sono almeno due che cedono alle sue insistenze…
La comparazione con il placebo non ci dice nulla purtroppo se il nuovo farmaco è migliore o peggiore di un farmaco già in commercio.

Le aziende dispongono di svariate tecniche per manipolare gli studi clinici randomizzati che finanziano. Possiedono vari sistemi per ingannare le agenzie di controllo e far approvare farmaci pericolosissimi per la salute umana.
Per esempio se le dimensioni del campione sono sufficientemente ampie, uno degli effetti del farmaco assumerà valori statisticamente significativi e il farmaco verrà approvato anche se è pericoloso per la salute pubblica.
La storia ci insegna che sono tantissimi i farmaci entrati in commercio e poi ritirati dopo aver causato vere e proprie stragi. Sanno che un farmaco rischia di uccidere centinaia di migliaia di persone? Nessun problema, ai produttori non importa nulla, se quel farmaco farà incassare miliardi di dollari.
Si calcola il Vioxx della Merck abbia ucciso oltre 120.000 persone; il Celebrex della Pfizer circa 80.000, ecc. ecc.
Questi semplici due casi dimostrano che i FANS sono un gruppo di farmaci ad alta letalità, mentre la pubblicità e il marketing hanno spinto i medici, col supporto di reumatologi venduti a prescriverli per qualsiasi forma di dolore.

Poi c’è tutto il mondo delle scorrettezze scientifiche come far sparire i dati raccolti nello studio se non sono in linea con i risultati desiderati.
Negli studi controllati, lo dice il nome stesso, è possibile controllare e manipolare ogni risultato.
I dati infatti sugli studi parlano da soli: i risultati sono più favorevoli per il farmaco valutato se l’azienda che lo produce è quella che finanzia lo studio (20 volte più favorevoli del previsto).
E’ davvero incredibile che si sia arrivati ad accettare un sistema in cui le aziende fanno la parte sia dei giudici che dell’imputato, e chi ne paga le spese siamo noi.

Ghostwriters
Il livello dell’attuale ricerca è così corrotto che esistono autori invisibili direttamente stipendiati dalle aziende farmaceutiche che sfornano revisioni e articoli secondari in modo da inondare e deviare il mondo accademico.
Questa prassi produce gravi danni alla sanità pubblica dal momento che spinge i medici verso conclusioni sbagliate sui benefici e svantaggi dei farmaci. Si tratta di una vera e propria truffa.

In pratica la divisione marketing produce articoli scritti da autori aziendali, ma questi verranno poi firmati da importanti e autorevoli professori e baroni universitari, i quali ricevono una lettera con l’offerta di decine di migliaia di dollari semplicemente per firmare con il proprio nome un articolo che tesse le lodi del nuovo farmaco!
Questi medici venduti avvallano il farmaco basandosi su studi scritti dalle stesse aziende (spesso neppure letti), in un conflitto di interessi pericolo per la salute dei pazienti.
Poi la maggior parte dei medici in buona fede credendo che gli articoli scientifici siano stati scritti dai colleghi più autorevoli, prescriveranno il farmaco….

Corruzione dei medici
Con l’informatizzazione della vita umana le aziende riescono a sapere ogni settimana tutti i dati relativi alle prescrizioni farmaceutiche effettuate da ogni singolo medico. In questo modo sono in grado di tenere sotto controllo e verificare come stanno lavorando i loro medici. Se lavorano bene oppure no. Se meritano premi, soldi oppure no.
Negli USA le farmacie non forniscono i nomi dei medici, ma solo il loro numero di codice.
Sapete chi vende alle aziende i nominativi dei codici corrispondenti? L’AMA, l’Associazione dei Medici Americani. Solo nel 2005 l’AMA ha dichiarato profitti per 44 milioni di dollari dalla vendita dei propri database. Ecco a cosa serve la casta dei camici bianchi, il sindacato dei medici americani: a vendere i dati personali dei medici.
Non c’è nulla da stupirsi se teniamo conto che per molti decenni l’AMA ha negato il collegamento tra fumo e salute e questo soltanto perché riceveva decine di milioni di dollari dalle lobbies del tabacco.
Le industrie ovviamente puntano tutto sui medici perché sono loro che prescrivono le droghe.
Circa 20 anni fa l’investimento annuale delle lobbies oscillava già tra gli 8000 e i 15000 euro a singolo medico, oggi tale investimento supera il miliardo di dollari, solo negli States.

Promozione illegale dei farmaci
La forma peggiore di prostituzione dei medici è il loro supporto alla promozione illegale dell’utilizzo dei farmaci al di fuori delle indicazioni autorizzate (off-label).
Prescrivere un farmaco fuori dalle indicazioni per il quale è stato autorizzato significa allargare immensamente il mercato, ma tale promozione espone i pazienti ai gravi effetti avversi, senza che vi sia alcuna garanzia di un qualche beneficio. Queste attività criminali che si sono lentamente espanse (come si evince dall’elenco delle condanne), hanno prodotto moltissime vittime, uccise da infarti e ictus o danneggiate in modo permanente a livello di sistema nervoso.

La psichiatria è il gotha delle aziende
La psichiatria è diventata il paradiso delle aziende perché le definizioni dei disturbi psichiatrici sono vaghe e facilmente manipolabili. Gli psichiatri non a caso ricevono dalle aziende farmaceutiche più denaro dei colleghi di qualsiasi altra branca della medicina.
A livello internazionale la psichiatria basa le diagnosi sul DSM, il Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali, in pratica un documento basato sul consenso degli esperti e come tale non ha NULLA di serio e scientifico. Il livello di confusione e incompetenza è tale che il DSM non è in grado di definire neppure quale sia la natura di un disturbo mentale!

Ma il DSM è funzionale al Sistema perché ha contribuito a scatenare svariate epidemie di falsi positivi sulla base di definizioni troppo vaghe, come per esempio l’ADHD e il disturbo bipolare giovanile. Da quando è stato inserito nel manuale il disturbo bipolare nell’infanzia le diagnosi sono aumentate di 35 volte negli ultimi 20 anni negli Stati Uniti.
La situazione è così grave che nel 2009 al primo posto nella classifica dei farmaci più venduti c’erano gli antipsicotici, mentre gli antidepressivi erano al quarto posto, preceduti da quelli per ridurre i colesterolo (statine) e gli inibitori di pompa (antiacidi).
I farmaci a livello psichiatrico sono certamente i più pericolosi di tutti.

Per esempio gli SSRI (inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina) sono simili alle anfetamine, e vengono usati per la depressione e l’ADHD, ma provocano il disturbo bipolare.
Il termine Inibitori Selettivi della Ricaptazione della Serotonina (SSRI) è stato ideato dalla SmithKline Beecham (oggi Glaxo). Nonostante questi farmaci non abbiano nulla di selettivo e nulla di specifico è purtroppo diventata la definizione di queste droghe. La loro funzione è quella di ridurre il numero dei recettori cerebrali della serotonina e quando il farmaco viene bruscamente interrotto le persone iniziano a sentirsi male, esattamente come un drogato o un alcolista in crisi di astinenza. Gli effetti collaterali sono numerosissimi e devastanti (agitazione, irrequietezza, attacchi di panico, insonnia, aggressività, idee suicidarie, allucinazioni, violenza, ecc.).

La bufala dello squilibrio chimico
La psichiatria invece di comprendere le esperienze dei propri pazienti si è trasformata in una disciplina fondata sui questionari. Per una diagnosi basta una breve visita di 10-15 minuti al termine della quale al paziente verrà detto che dovrà prendere un farmaco per rimettere a posto lo “squilibrio chimico cerebrale” per tutto il resto della vita.
La favola dello squilibrio chimico viene raccontata per spiegare l’azione degli psicofarmaci, ma si tratta di una bufala perché NON è mai stato dimostrato che una qualsiasi delle principali patologie psichiatriche sia determinata da un difetto biochimico e infine NON esiste alcun test biologico che lo dimostri.
Gli psicofarmaci quindi non correggono uno squilibrio ma lo provocano, ecco perché è così difficile sospenderli. Infine possono favorire azioni violente, suicidi e omicidi compresi.

I farmaci uccidono più della malavita
Sono almeno 100.000 le persone che ogni anno solo negli Stati Uniti muoiono a causa dei farmaci che assumono. Ce ne sono altri 100.000 che muoiono per errori, quali l’eccessivo dosaggio o l’utilizzo di un farmaco in presenza di controindicazioni specifiche.
Poiché almeno un terzo delle morti avviene in ospedale, queste percentuali ci portano a una stima sicuramente in difetto, di almeno 200.000 americani che muoiono ogni anno per i farmaci.
Anche in Europa la Commissione ha stimato attorno ai 200.000 i cittadini europei che muoiono per eventi avversi dei farmaci.
Questi dati significano solo una cosa: negli Stati Uniti e in Europa i farmaci sono la terza più importante causa di morte dopo le patologie cardiovascolari e il cancro!
E’ probabile che il numero reale sia superiore, anche perché nelle schede di morte degli ospedali e dei medici legali, le morti che derivano dai farmaci prescritti (vedi chemio) sono spesso attribuite a cause naturali o sconosciute, visto che non sono facili da dimostrare.

Se un’epidemia letale delle stesse dimensioni fosse stata provocata da un batterio avremmo fatto di tutto per riportarla sotto controllo. Con i farmaci no, come mai?
Inoltre va tenuto presente che oltre ai morti ci sono milioni di persone che ogni anno vengono colpite da eventi avversi molto gravi e invalidanti.
Quella dei farmaci antitumorali è una delle aree cui si verifica una vera e propria situazione disastrosa. In questo campo i vincoli che le agenzie impongono sono pressoché nulli: questi farmaci (tra i più tossici e pericolosi in commercio) vengono autorizzati sulla base di studi clinici con un solo braccio di trattamento (quando il minimo sarebbe due). Questo non consente di avere un’idea precisa della capacità di aumentare o diminuire la mortalità.
Una ricerca che ha preso in esame i 12 farmaci antitumorali che sono stati autorizzati in Europa dal 1995 al 2000 ha dimostrato che nessuno di essi portava a risultati decisamente migliori, ma che in compenso costavano centinaia di volte di più rispetto a farmaci già disponibili.
Il tutto per la gioia delle industrie produttrici.

Conclusione
La strategia messa in atto dalle lobbies è perfetta e diabolica: controllano e manipolano gli studi clinici, corrompono le agenzie di controllo, comprano i giornalisti e i medici, e infine riescono a convincere le persone sane che sono malate e che hanno bisogno di prendere sempre più farmaci.
Il motivo per cui assumiamo sempre più farmaci è che le aziende farmaceutiche non vendono farmaci, ma bugie sui farmaci! Quasi tutto quello che possiamo sapere infatti su un farmaco è quello che le stesse aziende produttrici hanno deciso di far sapere a noi e ai medici...

(1) La Cochrane Collaboration è un’organizzazione senza fini di lucro nata a Oxford nel 1993 che coinvolge circa 30.000 persone e le revisioni sono diventate oltre 5000.