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Marcello Pamio

È in atto - e sarà compiuto entro i prossimi 20 - 30 anni un mostruoso complotto che con la frode, l’inganno, la menzogna, la manipolazione di dati e statistiche, e la violenza, vuole annientare l’umanità e distruggere il pianeta.
Stiamo infatti assistendo alla realizzazione di tale progetto, messo in atto da governi di burattini goym. Gli scopi sono:

- Distruggere la salute umana, la biodiversità e l'ambiente;

- Realizzare una diluizione sociale di un meticciato che affogherà nella sub-umanità africana l'intera cultura, religione e civiltà occidentali, creando una popolazione informe dalle inesistenti capacità cognitive;

- Eliminare ogni residua forma di identità distruggendo la famiglia e i valori, con fecondazione e uteri artificiali, clonazioni e creazioni di chimere uomo-animale. Post-umani senza radici, ne identità che diverranno merce, bene di consumo;

- Distruggere la base di ogni forma di vita: la fotosintesi clorofilliana delle piante, con un aerosol stratosferico (le cosiddette scie chimiche), in nome dell’inesistente Global warming. Il tutto per lasciare spazio a “cibi” clonati e geneticamente manipolati;

- Creare una gabbia planetaria di onde elettromagnetiche che ingloberà uomini e cose rendendo gli umani, grazie alle nanoparticelle inoculate con i vaccini, marionette telecomandate.

Virus e nanoparticelle metalliche nelle vaccinazione
Nel 2017 arriva la distopica Global Health Security Agenda gestita dai vari psicocriminali quali George Soros, Bill Gates, Rockefeller, proprietari di Big Pharma, conseguente al Global Vaccine Action Plan 2011- 2025 dell'ONU che prevede la vaccinazione obbligatoria per tutto il mondo.

I vaccini contengono nanoparticelle metalliche (alluminio, mercurio e grafene) che hanno la peculiarità (lipofila) di depositarsi nei corpi grassi, in particolare nel sistema nervoso e nel cervello.

Geoingegneria e aerosol stratosferico
La ionizzazione dell'atmosfera con nanoparticelle di alluminio e altri metalli non solo amplificherà la trasmissione di onde elettromagnetiche, ma con la ricaduta al suolo, percolando nel terreno e nelle falde freatiche, entrerà nella catena alimentare di piante, animali umani inglobando tutto il mondo vivente nella rete 5G.

5G: rete elettromagnetica mostruosa che avvolgerà l'intero pianeta!

Servirà a creare “l'internet delle cose” capace di mettere in connessione un milione di soggetti/oggetti per km quadrato. L'enorme massa di dati che sarà in grado di veicolare però ha forti limiti di distanza e di penetrabilità. Costruzioni, pioggia e fogliame ad esempio ne impediscono la diffusione, e le superfici metalliche la possono riflettere. Per questo si dovrà creare una immensa rete di ripetitori/antenne da piazzare ogni 60-100 metri a formare una rete fittissima per trasmettere i segnali.

Umani, animali e piante saranno non solo bersagli di questo meccanismo demoniaco, ma anche e soprattutto amplificatori del sistema.

La nostra pelle non è uno scafandro inerte, bensì il tessuto terminale del sistema nervoso (interamente ricoerta di organelli esterocettori, capillari, dotti linfatici e soprattutto dotti sudoripari) tutto in diretta connessione con il cervello: perfetti amplificatori di segnali elettromagnetici. L'effetto del riscaldamento molecolare prodotto dalle microonde influenza il metabolismo, gli ormoni, il DNA, l'antibiotico resistenza dei batteri e lo stesso cervello!

Nell'immediato futuro quando il sistema 5G consentirà l'internet delle cose, le “cose” saremo proprio noi, oramai post-umani...

Il 5G lavorerà in congiunzione con l'internet delle cose cancellando ogni oggetto materiale presente - umani compresi - ciascuno dei quali sarà un ripetitore grazie a microchip, a nano-particelle inalate oppure inoculate con i vaccini.
Una immensa, spaventosa griglia di controllo che coprirà tutto il pianeta cui nessuno potrà sottrarsi!
Influirà col Brain hacking da remoto sulla nostra struttura energetica alterandola a comando, sui nostri sentimenti, emozioni e comportamenti rendendoci burattini tecnologici...

Tratto dal libro "Benvenuti all'inferno" di Giovanni Angelo Cianti

Marcello Pamio

Il dottor Thomas Cowan, laureato in medicina al Michigan State University College of Human Medicine e vicepresidente della Fondazione Weston A. Price, da una spiegazione molto interessante dei virus e delle infezioni, e lo fa partendo dal pensiero del grande filosofo e scienziato Rudolf Steiner.

Nel 1918, dopo l’enorme pandemia dell’influenza spagnola hanno chiesto a Steiner a cosa fosse dovuta. Lui rispose: ‘i virus sono semplicemente le escrezioni di una cellula avvelenata’.
I virus sono delle parti di DNA o RNA, o di qualche altra proteina, che vengono espulsi dalla cellula. Si formano quando la cellula è avvelenata, non sono la causa di niente”.

Siamo di fronte ad una vera e propria rivoluzione copernicana della biologia.
Quando sono intossicate e/o avvelenate, le cellule cercano con ogni mezzo di ripulirsi eliminando all’esterno i detriti (esosomi). Questi “detriti” (frammenti variegati di DNA ricoperti da una proteina) vengono riconosciuti dalla medicina allopatica come “virus”.

I virus sono difficilmente inquadrabili dalla medicina ufficiale e il motivo è semplice: non hanno un apparato digestivo, respiratorio, riproduttivo e motorio, come invece hanno i batteri per esempio.
Quindi i virus non sono esseri viventi e questo è confermato anche dalla virologia!Ma allora se non sono vivi, come si fa ad ucciderli, e soprattutto
come fanno a essere la causa di quello che viene loro imputato: infezioni ed epidemie?

Ebbene sì, i virus (un pezzettino microscopico di DNA) nonostante siano morti, sarebbero così astuti e infingardi da riuscire a moltiplicarsi, causando infezioni, prendendo possesso del nucleo cellulare e dando specifici ordini.
Dal punto di vista del presente approfondimento invece, le malattie virali sarebbero il risultato di avvelenamenti più o meno profondi delle cellule, causati da agenti fisici, chimici e purtroppo anche elettromagnetici.

Per quanto riguarda questa ultima, la componente elettromagnetica, è molto interessante osservare che ogni pandemia negli ultimi 150 anni corrisponde perfettamente ad un salto di qualità nell’elettrificazione della Terra.
Tale meccanismo si può spiegabile perfettamente con la biologia: quando un essere vivente (animale o uomo) viene esposto ad un nuovo campo elettrico e/o magnetico, le cellule non abituate si intossicano velocemente reagendo a questo avvelenamento come possono: liberando esosomi...

Elettrificazione

L’andamento epidemiologico delle malattie è cruciale in questa analisi, perché i dati non lasciano spazio a molti dubbi: alcune patologie (quelle che oggi stanno flagellando la società moderna) erano pressoché sconosciute prima dell’arrivo dell’elettricità. Ma andiamo per ordine...
Nel 1859 Londra subì una trasformazione che non si era mai verificata prima. Un groviglio di cavi elettrici venne portato sulle strade, nei negozi e sui tetti. Nel 1869 qualcosa come 2500 miglia di cavi attraversavano la metropoli.

Casualmente nel 1869 apparve dal nulla una nuova malattia chiamata “nevrastenia”, cioè nervi deboli. Diagnosticata per la prima volta dal medico George Miller Beard.
I medici non hanno mai realmente compreso la causa biologica di questa patologia, pensando fosse un problema della civiltà moderna (stress), arrivando alla fine a tirare in ballo la psicologia. Freud diede il colpo di grazia riclassificando la nevrastenia come un disagio mentale (“nevrosi d’ansia”).

Oggi sappiamo invece che è causata dalla sensibilità dell’apparato neurosensoriale alle onde elettriche, quindi un problema organico e non psichiatrico!
La prima fase è stata l’installazione delle linee telegrafiche dal 1875: una ragnatela di 700.000 miglia di cavi di rame (una mole tale da poter circumnavigare il globo almeno 30 volte). Un dedalo di fili che ha iniziato a irradiare una forma sconosciuta di energia…

Ufficialmente il 1889 fu l’anno in cui iniziò l’era elettrica moderna, e proprio in quel periodo apparve la prima grande pandemia di influenza mortale. Diciamo che fu l’anno in cui i disturbi elettrici assunsero un carattere globale.
Alla fine dell’autunno del 1917 è avvenuta l’introduzione delle onde radio intorno al mondo, e pochi mesi dopo scoppiò la tristemente nota Influenza Spagnola.
Nel 1957 è iniziata l’era dei radar che hanno ricoperto la Terra di nuove e sconosciute radiazioni. Era la prima volta che gli esseri umani subivano questo tipo di esposizione, e poco dopo è apparsa l’influenza Asiatica che durò un anno.

Nel 1968 è stata la volta dell’influenza di Hong-Kong, immediatamente dopo aver posizionato in orbita 28 satelliti (nella Fascia di Van Allen) come parte del Programma Iniziale di Comunicazione Satellitare della Difesa (IDCSP) che emettevano radiazioni. Circa sei mesi dopo ecco una nuova epidemia “virale”.

Fascia di Van Allen

Ricapitolando i passaggi epocali: nel 1889, 1918, 1957 e 1968 l’involucro elettrico della Terra viene improvvisamente e profondamente disturbato da campi elettrici e magnetici nuovi.
Ovviamente la medicina allopatica non presta minimamente attenzione all’ingerenza di questi campi per l’uomo, e il motivo è semplice: non si considera la natura elettrica dell’organismo umano. Se si facesse un minimo sforzo, si scoprirebbe che deboli correnti governano praticamente tutto quello che accade a livello chimico e biochimico: dalla coagulazione del sangue, al funzionamento del muscolo cardiaco e del cervello, alla produzione energetica dei mitocondri, alla quantità di rame nelle ossa che creano correnti utili al loro mantenimento, ecc.
Oggi per esempio sappiamo che ogni cellula ha una propria corrente elettrica (differenza di potenziale di membrana va da 60 a 120 mV circa), mantenuta dall’acqua strutturata all’esterno e all’interno della membrana cellulare.

Importanza dell’acqua

L’acqua ha delle proprietà a dir poco strabilianti. Questo liquido mirabolante sostiene letteralmente la Vita.
Oltre ai tre consueti stati della materia (solido, liquido e gassoso), l’acqua ne ha anche un quarto: quello di gel (EZ, acqua coerente o strutturata). Questa quarta fase si struttura contro una superficie idrofila ed è costituita da una specie di gelatina con carica elettrica negativa, mentre la rimanente acqua - quella esterna al gel - ha carica positiva. Questa differenza crea un potenziale elettrico.

Il gel struttura sta attorno alle membrane cellulari ed è negativo, l’altra acqua meno strutturata ma ricca di minerali e ioni è positiva.
Questa differenza di potenziale rende l’acqua una vera e propria “batteria”, caricata dal calore e dalla luce, elementi che tendono a far crescere la zona di esclusione, cioè il gel (EZ). Questo è il motivo per cui il calore generato dalla febbre è sempre guarigione!

Per la precisione l’acqua EZ si forma quando viene esposta alla luce infrarossa di 1200 nanometri di lunghezza d’onda. Le molecole d’acqua assorbendo la luce infrarossa iniziano a vibrare e poiché hanno legami molto forti tra di loro, l’energia vibrazionale si trasferisce da una molecola all’altra, proprio come un’ondulazione attraverso uno stagno.
Risultato: finiscono per avvicinarsi e stabilizzarsi, diventano più dense e viscose e immagazzinano energia sotto forma di una carica negativa.

Quindi l’acqua EZ è una batteria biologica che trasporta energia vibrazionale sempre pronta ad erogarla. Per esempio distribuisce più elettroni ai mitocondri cellulari ed energia fondamentale per far lavorare al meglio le proteine organiche.
Quando per esempio una tossina viene a trovarsi nel gel, il corpo cerca subito di sbarazzarsene e lo fa appunto attraverso la febbre. Il calore scioglie e liquefa il gel in modo che tale tossina possa uscire attraverso il muco. Alzare la temperatura quindi è una tecnica perfetta per detossificare.

L’enorme problema è che le tossine chimiche e i campi elettromagnetici danneggiano questo gel, interferendo anche con tutti i processi fisiologici.
Oggi sappiamo che un segnale Wi-Fi fa diminuire la dimensione del gel anche del 15%.
Se un router vicino all’organismo provoca questo, cosa farà il 5G?

Virus o esosomi?
La teoria dei germi propugnata nel XIX secolo dal farmacista Louis Pasteur è completamente falsa e ne stiamo pagando ancora lo scotto dopo oltre un secolo. E’ una teoria che va a nozze con la cupidigia dell’industria chimico-farmaceutica. Se infatti la causa della malattia è un germe che arriva dall’esterno, solo i farmaci possono annientarlo e i vaccini prevenirlo.
Poi con la scoperta del microscopio la situazione si è decisamente incancrenita, perché hanno iniziato a vedere e trovare nelle malattie determinati germi. La spiegazione era perfettamente logica: se in un tessuto malato ci sono dei batteri, è ovvio che sono loro la causa.

Purtroppo non è così! I batteri non sono causa di nulla ma si trovano sul luogo della malattia per lo stesso motivo per cui i pompieri si trovano sul luogo dell’incendio.

I batteri sono la squadra di pulizia con il compito di digerire e sbarazzarsi dei tessuti morti e putrefatti, esattamente come i vermi che si trovano nel cadavere per ripulire i tessuti.

Gli esosomi sono componenti semplici delle cellule. Quando un organismo è minacciato (fame, avvelenamento, tossicità, ecc.) le cellule mettono in moto un meccanismo di impacchettamento, propagazione e rilascio di questi veleni. Gli esosomi hanno caratteristiche identiche ai “virus”: stesse dimensioni, contengono le stesse cose e agiscono sugli stessi recettori.

Esosomi

Eccolo qua l’inghippo del secolo: gli esosomi sono indistinguibili dai “virus”.
Le cellule e/o tessuti buttano fuori i veleni sotto forma di esosomi e questo è un meccanismo perfetto della Natura per ripulire dalle sostanze che potrebbero arrecare danno.
Maggiore è la tossicità, più esosomi saranno prodotti e più “virus” saranno trovati…

Infine un’altra cosa molto interessante da sapere è che gli esosomi agiscono da messaggeri, avvisando altre cellule e tessuti del pericolo imminente e per ultimo forniscono l’adattamento genetico ai cambiamenti ambientali (inquinamenti chimici ed elettromagnetici).
Se siamo ancora vivi (seppur malatissimi) dall’inizio dell’elettrificazione è merito degli esosomi.

La guerra ai virus, è una guerra alla Vita

Le porfirine
La “porfirina” è uno dei più importanti componenti per la vita, senza di essa le piante non potrebbero crescere e l’uomo non potrebbe respirare!
Ovunque si trasformi energia, scorrono elettroni solo se ci sono le porfirine.
Tecnicamente sono pigmenti sensibili alla luce. Nelle piante una porfirina (la clorofilla) si lega all’atomo di magnesio per realizzare l’alchimia chiamata fotosintesi. Nel grande ciclo della vita, le porfirine vegetali assorbono l’energia solare (energia luminosa) e trasportano elettroni che trasformano l’anidride carbonica e l’acqua in zucchero (energia chimica) e ossigeno.

Negli animali e nell’uomo è sempre una porfirina (eme) che si lega al ferro e permette all’emoglobina di trasportare la molecola più importante in assoluto: l’ossigeno!
Detto in soldoni: le porfirine sono molecole (enzimi) che si interfacciano tra ossigeno e Vita e grazie a loro è possibile la respirazione.

La loro alta reattività (trasformatrici di energia) e la loro alta affinità con i metalli pesanti le rende però anche tossiche quando si accumulano in eccesso in un tessuto.
In un mondo inquinato come il nostro da sostanze chimiche e purtroppo anche elettromagnetiche, il percorso della porfirina è sempre sollecitato, e solo chi ha un serio corredo enzimatico tollererà bene l’inquinamento.

Nell’organismo umano le porfirine risiedono un po’ dappertutto ma principalmente si trovano nel sistema nervoso, dove gli elettroni scorrono, ma non nei neuroni: nelle guaine mieliniche che avvolgono i nervi. Quando le sostanze chimiche ambientali avvelenano il percorso delle porfirine, queste si accumulano in eccesso, legate ai metalli e questo può perturbare la conducibilità elettrica dei nervi, alterando la loro eccitabilità (dando origine o aggravando patologie molto importanti).

Mitocondri e respirazione cellulare
Parlando di respirazione non è possibile non parlare dei mitocondri. Nelle nostre cellule all’interno di piccoli corpuscoli chiamati “mitocondri”, aminoacidi, acidi grassi e glucosio vengono scomposti in modo che possano combinarsi con l’ossigeno per produrre anidride carbonica, acqua e soprattutto energia. Questo processo si chiama Ciclo di Krebs, e l’ultimo componente di questo processo di combustione, la catena di trasporto degli elettroni, riceve appunto elettroni dal ciclo e li consegna alle molecole di ossigeno permettendo la respirazione.

Mitocondri cellulari

L’inquinamento dei campi elettromagnetici esterni modifica sia la velocità che il percorso di questo processo vitale, e il risultato è una combustione finale del cibo compromessa. In questo modo proteine, grassi e zucchero iniziano a competere tra loro risalendo nel flusso sanguigno: i grassi si depositano, lo zucchero rimane in circolo senza essere assorbito e il cervello (assieme a tutti gli altri organi) va in carenza importante di ossigeno. La Vita rallenta!
L’elettrificazione quindi causa una seria carenza nella respirazione cellulare e organica, con tutti i risvolti negativi di una simile condizione.
Un serio difetto della respirazione cellulare potrebbe essere il problema di fondo dell’epidemia moderna di patologie e “pandemie”...

Conclusione
La conclusione è semplice, ma non viene presa in considerazione dalla medicina: tutta la vita degli animali e dell’uomo viene influenzata dalla presenza di elettricità nell’atmosfera.
Per migliaia di anni l’umanità e il mondo animale hanno vissuto con il cervello sintonizzato sulla risonanza di Schumann della Terra (8Hz circa) e immersa in un campo elettrico statico di 130 volt per metro.

Ora però è cambiato tutto: la sinfonia elettrica naturale che da la vita e la mantiene, è inquinata come non era mai successo prima nella storia dell’umanità, da onde elettromagnetiche “sporche” generate dalla tecnologia (prima telegrafo, corrente elettrica, oggi satelliti, Wi-fi, radio, telefonia, tv, ecc.).
L’ultimo salto nell’elettrificazione pericolosissima della Terra si chiama 5G e queste radiazioni sono incompatibili con la Vita e la Salute! Stiamo parlando di una tecnologia in grado di destrutturare l’acqua di cui siamo formati e impedire una corretta e sana respirazione cellulare.
Ricordiamo anche che la sensibilità delle persone ai campi elettromagnetici dipende dalla qualità e quantità dell’acqua interna, e dalla presenza o meno di metalli tossici conduttivi nel corpo.

Quando l’organismo è infatti pregno di metalli (alluminio, mercurio, ossido di ferro, grafene, ecc.) diventa un perfetto conduttore in grado di assorbire meglio i campi...

Sarà un caso che la prima città al mondo interamente coperta dal 5G è Wuhan?

Coltivare lo Spirito
Da una parte è necessario usare con parsimonia e coscienza queste tecnologie, cercando con ogni mezzo di bloccare il 5G, le cui conseguenze sull’uomo sarebbero devastanti. Dall’altra parte è necessario coltivare e rinforzare l’aspetto spirituale.
Rudolf Steiner nel 1917 disse che: “ai tempi in cui non c’era ancora la corrente elettrica, quando l’aria non brulicava di influenze elettriche, era più facile essere umani. Per questo motivo, al fine di essere interamente umano oggi, è necessario sviluppare delle capacità spirituali più forti di quanto ce ne fosse bisogno un secolo fa”.

Importantissimo quindi è sviluppare capacità spirituali, perché è veramente difficile essere umani ai giorni nostri, e lo sarà sempre di più: le forze in gioco stanno lavorando per meccanizzare l’uomo facendolo sprofondare nel più becero materialismo (le energie e gli istinti più bassi), che grazie a nanotecnologia, robotica, genetica e Intelligenza Artificiale sfocerà nell’uomo-macchina.
A questo serve la profonda materializzazione che include digitalizzazione, meccanizzazione e magnetizzazione: andare verso il transumano detto anche antiumano.
L’attuale psicopandemia non a caso sta consacrando il mondo al transumanesimo, ma questo non si può dire!

Per approfondire

“Il mito del contagio” Thomas S. Cowan
“La tempesta perfetta” Arthur Firstenberg


Marcello Pamio

Grazie all'emergenza sanitaria il controllo delle masse ha ricevuto linfa vitale come non era mai accaduto prima nella storia dell'umanità.
La chiamano “pandemia” anche se nel sito del CDC (Centro di controllo delle malattie di Atlanta) vengono elencate come “Pandemics” la Spagnola del 1918, l'Asiatica (H2N2 - morti da 50 a 100 milioni) del 1957-1958, l'Influenza di Hong Kong (H3N2 - oltre 1 milione di morti) del 1968 e infine la cosiddetta Influenza Suina (H1N1 - da 100 a 400 mila morti solo il primo anno) del 2009.
Nessun riferimento al Coronavirus. Forse perché devono ancora aggiornare il sito proprio a causa del lockdown imposto per la pandemia?

Comunque sia, quando finiranno di installare il 5G (e non a caso gli operatori delle telecomunicazioni hanno potuto lavorare indisturbati durante la gravissima "pandemia") si potranno attivare telecamere con sensori biometrici a riconoscimento facciale, scanner termici e tutto quello che serve per il controllo elettronico, tra cui, come scritto più volte anche le app per lo smartphone.

Detto fatto, eccola qua e si chiamerà Immuni,un'applicazione “contact tracing”, in grado di tracciare i contatti. La definiscono necessaria per tenere sotto controllo la diffusione del virus durante la cosiddetta Fase 2.

Leggendolo da un'ottica differente servirà per tracciare le masse.

La società Bending Spoons di Milano, spuntata dal nulla, ha ceduto gratuitamente la licenza d'uso al governo italiano, e il commissario straordinario per l'emergenza sanitaria Domenico Arcuri ha quindi subito firmato l'ordinanza con cui dispone la stipula del contratto.
Ovviamente si sono affrettati a dire che “non sarà obbligatoria” ma scaricabile in modo volontario.

Immuni si compone di due parti, la prima è un sistema di tracciamento dei contatti che sfrutta il Bluetooth.
Non tutti sanno che attraverso la tecnologia Bluetooth è possibile infatti rilevare la vicinanza tra due smartphone entro un metro. Poi l'app ripercorrerà a ritroso tutti gli incontri di una persona risultata positiva al Covid-19, così da poter rintracciare e isolare i potenziali contagiati.

Quando il suddito la scarica, infatti, il software conserva sul cellulare una lista di codici identificativi anonimi di tutti gli altri dispositivi ai quali è stato vicino.

Ecco come dovrebbe funzionare nella pratica: se per esempio Luigi di Maio risultasse positivo al tampone, non solo tutti i contatti della sua rubrica ma anche tutte le persone che si sono avvicinate a lui nel raggio di un 1 metro (magari in treno, in Parlamento o al Ministero, in un ristorante o per le vie di Roma) verranno gentilmente e gratuitamente avvisate da un messaggino che ricorda loro di essere state potenzialmente a rischio virus!

A questo punto entra in gioco la seconda funzione della app: un registro di tutte le informazioni sensibilissime dell'utente: sesso, età, addirittura malattie pregresse, assunzione di farmaci, ecc.
Tale diario deve essere aggiornato costantemente da parte dell'utente con qualsiasi eventuale sintomo e/o malattia.

Avete capito cosa stanno combinando? Dopo che ti è arrivato il messaggino con il warming della possibile esposizione (per colpa di Luigi), se ti viene un colpetto di tosse, è ovvio che non è un banale colpo di tosse ma una potenziale infezione polmonare letale. Quindi dovrai correre dal medico a fare il tampone o l'esame sierologico (per la modica cifra di 49 euro), il tutto per la tua sicurezza. Oppure se un giorno dopo aver visto Burioni in tv ti viene una fetida scarichetta diarroica, la causa non è la faccia da sberle del virologo, ma il virus che potrebbe dai polmoni essere sceso a colonizzare il Sistema Nervoso Enterico, cioè gli intestini. Quindi dovrai correre di nuovo a fare in questo caso DUE tamponi, quello fecale e quello per il Sars-Cov-2.

Eccolo qua il sistema geniale per controllare la diffusione del virus nella Fase 2!

Complimenti agli esperti governativi, i quali ci dicono che per essere efficace, Immuni dovrà essere scaricata almeno dal 60% degli italiani (anche per l'app quindi esiste una immunità di gregge?), non specificando se il riferimento è all'intera popolazione o ai possessori di uno smartphone.

Si sono dimenticati di dirci infine che la terza funzione dell'app inizierà quando sarà pronto il vaccino...
Questa terza fase potremo chiamarla, per usare un linguaggio cinematografico, la “mietitura del gregge”, perché tutte le pecore iscritte al programma saranno sicuramente le prime a mettersi in coda per essere vaccinate...

Gentile Sindaco,
si ritiene di fondamentale importanza da parte Sua leggere con molta attenzione la seguente ORDINANZA (n.7 del 20 settembre 2019) firmata da un Suo collega del Comune di Camponogara in provincia di Venezia, sul divieto di installazione e diffusione di nuovi impianti di telefonia mobile con tecnologia 5G.
Non si tratta, come qualcuno pensa, di voler bloccare l’innovazione delle telecomunicazioni: nessuno vuole tornare al Medioevo, ma non si può nemmeno accettare ad occhi chiusi una tecnologia che, per interessi industriali, metta a repentaglio la salute pubblica, come in questo caso.
Stiamo parlando infatti di una tecnologia sconosciuta e soprattutto MAI testata sulla popolazione!
Conviene fare molta attenzione, anche perché «spetta al Sindaco la responsabilità penale, civile, amministrativa, di accertarsi nelle competenti sedi, per le conseguenze di ordine sanitario che dovessero manifestarsi a breve, medio e lungo termine nella popolazione residente nel territorio comunale».
Spetta inoltre sempre al Sindaco «nella Sua veste di ufficiale di Governo e massima autorità sanitaria locale in ossequio all’art. 32 della Costituzione ed al principio di precauzione sancito dal diritto comunitario (art. 3 ter del D. L.vo n. 152/2006), al fine di fronteggiare la minaccia di danni gravi ed irreversibili per i cittadini, di adottare le migliori tecnologie disponibili e di assumere ogni misura e cautela volta a ridurre significativamente e, ove possibile, eliminare l’inquinamento elettromagnetico».
Deve sapere che nel 2011 la IARC (International Agency for Research on Cancer) ha classificato i campi elettromagnetici delle radiofrequenze come «possibili cancerogeni per l’uomo», mentre a novembre 2018 il National Toxicology Program, e a marzo dello stesso anno l’Istituto Ramazzini di Bologna (Centro di ricerca sul cancro Cesare Maltoni), hanno entrambi confermato l’associazione tra esposizione alle radiofrequenze della telefonia mobile e la manifestazione di vari tipi di tumori (cervello, ghiandole surrenali, tumori rari delle cellule nervose del cuore, gliomi, ecc.).
Esporre quindi la popolazione del Suo Comune ad un rischio di patologie gravi e/o invalidanti (vedasi l’aumento delle persone elettrosensibili), data la Vostra posizione come responsabili della salute pubblica, è una faccenda assai critica!
Le ricordiamo infine che, se un giorno uno o più cittadini del suo Comune dovessero manifestare una qualche patologia legata all’emissione di onde elettromagnetiche, essi si potranno rifare penalmente, civilmente e anche amministrativamente direttamente sulla Sua persona!
Ringraziamo per la Sua attenzione e la invitiamo a informarsi adeguatamente per approfondire l’argomento, tramite le numerose associazioni che se ne occupano: Apple (Associazione per la prevenzione e la lotta all’elettrosmog - www.applelettrosmog.it), Associazione Amica (www.infoamica.it), Alleanza italiana Stop 5G (www.alleanzaitalianastop5g.it).


ORDINANZA DEL SINDACO
Nr. 7 del 20/09/2019 Reg. Gen. 92 del 20-09-2019

Oggetto: ORDINANZA DI DIVIETO DI INSTALLAZIONE E DIFFUSIONE SUL TERRITORIO COMUNALE DI NUOVI IMPIANTI DI TELEFONIA MOBILE (ART. 37 BIS DEL D.Lgs 259/2003 e s.m.i.), CON TECNOLOGIA 5G.

PREMESSO CHE:

• il Consiglio dell’Unione Europea ha emanato in data 12 luglio 1999 la Raccomandazione n. 1999/519/CE relativa alla limitazione dell’esposizione della popolazione ai campi elettromagnetici da 0 Hz a 300 GHz, affermando come sia imperativo proteggere i singoli cittadini dagli effetti negativi sulla salute che possono derivare dall’esposizione ai campi elettromagnetici, come si ritenga necessario istituire un quadro comunitario in relazione alla protezione della popolazione con aggiornamenti, valutazioni e analisi periodiche degli impatti sulla salute anche in funzione dell’evoluzione tecnologica, chiedendo agli Stati membri di considerare anche i rischi nel decidere strategie e promuovendo la più ampia diffusione dell’informazione alla popolazione su effetti e provvedimenti di prevenzione adottati;

• la protezione dalle esposizioni è regolamentata dalla Legge Quadro n. 36 del 22 febbraio 2001 che si pone l’obiettivo di tutelare la salute, promuovere sia la ricerca scientifica sugli effetti sulla salute sia l’innovazione tecnologica per minimizzare intensità ed effetti;

• con Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri dell’8 luglio 2003 sono stati fissati limiti di esposizione e valori di attenzione, applicando l’insieme completo delle restrizioni stabilite nella Raccomandazione n. 1999/519/CE con una riduzione dei valori limite e di attenzione per tenere in conto, almeno a livello macroscopico, anche degli effetti a lungo termine non presi in considerazione nella raccomandazione;

• la Direttiva Europea 2013/35/UE del 26 giugno 2013, recepita in Italia con D.Lgs. n. 159 del 1° agosto 2016 con la modifica D.Lgs. n. 81 del 9 aprile 2008, sulle disposizioni minime di sicurezza e salute relative all’esposizione dei lavoratori ai rischi derivanti dagli agenti fisici (campi elettromagnetici) con lo scopo di assicurare salute e sicurezza individuale di ciascun lavoratore e definire una piattaforma minima di protezione per i lavoratori nell’Unione Europea;

• il Decreto 28 gennaio 2017 del Ministero dell’Ambiente, sui criteri minimi ambientali da rispettarsi per gli edifici della pubblica amministrazione, richiede che si prediliga sempre la connessione via cavo o mediante Powerline rispetto al WiFi;

PRESO ATTO CHE:

• il cosiddetto Principio di Precauzione è stato adottato dall’Unione Europea nel 2005 riportando che “Quando le attività umane possono portare a un danno moralmente inaccettabile, che è scientificamente plausibile ma incerto, si dovranno intraprendere azioni per evitare o diminuire tale danno”;

• la Legge 36/2001 chiede al Ministero della Sanità di promuovere un programma pluriennale di ricerca epidemiologica e di cancerogenesi sperimentale e di concerto con Ministero dell’Ambiente e MIUR lo svolgimento di campagne di informazione e di educazione ambientale, alle Regioni di concorrere all’approfondimento delle conoscenze scientifiche e indica che è competenza dei comuni adottare un regolamento per assicurare il corretto insediamento urbanistico e territoriale degli impianti allo scopo di minimizzare l’esposizione ai campi elettromagnetici;

• la sentenza del TAR Lazio n. 500 del 15 gennaio 2019 ha imposto l’obbligo di procedere a campagne di informazione ed educazione ambientale previste dall’articolo 10 comma 1 della Legge 36/2001, condannando i Ministeri Ambiente, Salute e Istruzione ad ottemperare;

• secondo l’OMS circa il 3% della popolazione è affetta da problemi di elettrosensibilità (per l’Istituto di medicina sociale e preventiva dell’Università di Berna gli elettrosensibili arrivano al 5% degli elvetici mentre in Svezia studi indicano tale valore nel 10%);

• a ottobre 2013 la Regione Basilicata considera elettrosensibilità come malattia rara e la inserisce nell’elenco delle esenzioni per i costi delle prestazioni sanitarie;

TENUTO CONTO CHE:

• la Legge 36/2001 prevede all’articolo 8 comma 5 il finanziamento delle attività di controllo e monitoraggio, finanziamento integrato mediante la destinazione delle somme derivanti dalle sanzioni previste dall’articolo 15;

• la Raccomandazione Europea n. 1999/519/CE per le frequenze 5G nel range 3.6-3.8 GHz e 26.5-27.5 GHz prevederebbe che il periodo di misura dovrebbe essere compreso rispettivamente nell’intervallo 16.7-17.7 minuti e 2.0-2.2 minuti;

• nel DPCM 8 luglio 2003 si definisce un limite più stringente di intensità di campo elettrico rispetto alla Raccomandazione Europea n. 1999/519/CE e pari a 6 V/m in un periodo pari a 6 minuti e divieto di superamento del valore di 20 V/m mentre con l’articolo 14 comma 8 del Decreto Legge n. 179/2012 è stato definito che i valori devono essere mediati nell’arco delle 24 ore e non più nei 6 minuti previsti in origine, passando da una verifica per misura diretta a una verifica attraverso stima previsionale fatta da ARPA e basata sui dati forniti dagli operatori;

VISTO il documento pubblicato nel 2019 dal Comitato scientifico sui rischi sanitari ambientali ed emergenti (SCHEER) della Commissione Europea, affermando come il “5G lascia aperta la possibilità di conseguenze biologiche” ha evidenziato un chiaro segnale agli Stati membri, soprattutto all’Italia, sui pericoli socio-sanitari derivabili dall’attivazione ubiquitaria del 5G (che rileva gravissime criticità, in parte sconosciute sui problemi di salute e sicurezza dati) confermando l’urgente necessità di un intervento normativo nei riguardi della diffusione di tale nuova tecnologia 5G;

PRESO ATTO che:

• è stato dimostrato in quattro studi (Rea 1991 Havas 2006, 2010, McCarty et al. 2011) che è possibile identificare persone con ipersensibilità elettromagnetica e dimostrare che possono essere testati usando risposte obiettive, misurabili, dimostrando che questi soggetti sono realmente ipersensibili se confrontati con i normali controlli;

Ordinanza N° 7 del 20-09-2019 Pag. 3

• che altri studi dimostrano che ci sono veri e propri cambiamenti fisiologici nei soggetti con Elettrosensibilità e che due studi (De Luca, Raskovic, Pacifico, Thai, Korkina 2011 e Irigaray, Caccamo, Belpomme 2018) hanno dimostrato che le persone elettrosensibili hanno alti livelli di stress ossidativo e una prevalenza di alcuni polimorfismi genetici, che potrebbero suggerire una predisposizione genetica;

• il Parlamento Europeo nella Risoluzione del 2009 e I° Assemblea del Consiglio d’Europa con la Risoluzione n° 1815 del 2011 hanno richiamato gli stati membri a riconoscere l’Elettrosensibilità come una disabilità, al fine di dare pari opportunità alle persone che ne sono colpite;

RISCONTRATI:
gli “effetti nocivi sulla salute umana”, il 15 Gennaio 2019 il TAR del Lazio ha quindi condannato i Ministeri di Salute, Ambiente e Pubblica Istruzione a promuovere un’adeguata campagna informativa “avente ad oggetto l’individuazione delle corrette modalità d’uso degli apparecchi di telefonia mobile”, mentre una serie di sentenze emesse nell’ultimo decennio dalla magistratura internazionale e italiana attestano il danno da elettrosmog, l’elettrosensibilità e il nesso causale  telefonino-cancro, anche oltre ogni ragionevole dubbio (Cassazione 2012), tanto che note compagnie internazionali di assicurazione come Swiss Re e Llyoid’s non ne coprono più il danno;

PRESO ATTO inoltre che i gestori di telefonia mobile stanno provvedendo alla richiesta di rilascio di autorizzazione per l’installazione di un nuovi impianti di telefonia mobile (art. 87 bis del D.Lgs 259/2003 e smi), con tecnologia 5G;

CONSIDERATO CHE:

• il 5G è una tecnologia potenzialmente pericolosa perché si basa su microonde a frequenze più elevate delle precedenti versioni, anche dette onde millimetriche, il che ha due implicazioni ovvie: maggiore energia trasferita ai mezzi in cui le radiofrequenze vengono assorbite (in particolare i tessuti umani) e minore penetrazione nelle strutture solide, per cui vi è la necessità di più ripetitori (a parità di potenza) per garantire il servizio indoor (negli USA hanno stimato un impianto ogni 12 edifici);

• gli studi sugli effetti biologici di questo tipo di radiazione elettromagnetica sono appena agli inizi e indicazioni preliminari (le sperimentano in Russia per le terapie del dolore) paiono mostrare effetti sulle terminazioni nervose periferiche (stanchezza, sonnolenza e parestesia).

VALUTATO CHE:

proprio per il carattere di novità, sperimentazioni del genere dovrebbero valutare l’impatto e prendere in considerazione il rischio attribuibile a tale intervento prima che lo stesso sia realizzato, potendo fare ancora valutazioni ex-ante sul se e come realizzarlo;

VALUTATO INOLTRE:

il progetto stesso, che contestualmente all’attivazione, dovrebbe prevedere uno stretto monitoraggio sanitario su un campione di popolazione residente e non per individuare l’insorgenza di possibili effetti collaterali indesiderati; per la valutazione ex-ante viene utilizzata la Valutazione di Impatto sulla Salute (VIS) che rappresenta una combinazione di procedure, metodi e strumenti con i quali si possono stimare gli effetti potenziali complessivi, diretti o indiretti, di una politica, di un piano, di un programma o di un progetto sulla salute di una popolazione.

CONSIDERATO che:

malgrado la sperimentazione del 5G sia già stata avviata, non esistono studi che, preliminarmente alla fase di sperimentazione, dovrebbero doverosamente fornire una valutazione del rischio sanitario e per l’ecosistema derivabile da una massiccia, multipla e cumulativa installazione di milioni di nuove antenne che, inevitabilmente, andranno a sommarsi a quelle esistenti;

CONFERMATO che:

• spetta al Sindaco la responsabilità penale, civile, amministrativa, di accertarsi nelle competenti sedi, per le conseguenze di ordine sanitario, che dovessero manifestarsi a breve, medio e lungo termine nella popolazione residente nel territorio comunale;

• spetta al Sindaco, nella Sua veste di ufficiale di Governo e massima autorità sanitaria locale in ossequio all’art. 32 della Costituzione ed al principio di precauzione sancito dal diritto comunitario e dall’art. 3 ter del D. L.vo n. 152/2006, al fine di fronteggiare la minaccia di danni gravi ed irreversibile per i cittadini, di adottare le migliori tecnologie disponibili e di assumere ogni misura e cautela volte a ridurre significativamente e, ove possibile, eliminare l’inquinamento elettromagnetico e le emissioni prodotte ed i rischi per la salute della popolazione;

PRESO ATTO che:

• nel 2011 la IARC (International Agency for Research on Cancer) ha classificato i campi elettromagnetici delle radiofrequenze come possibili cancerogeni per l’uomo e che i1 l° novembre 2018 il National Toxicology Program ha diffuso il rapporto finale di uno studio su cavie animali dal quale è emersa una «chiara evidenza che i ratti maschi esposti ad alti livelli di radiazioni da radiofrequenza, come 2G e 3G, sviluppino rari tumori delle cellule nervose del cuore». Il rapporto aggiunge anche che esistono anche «alcune evidenze di tumori al cervello e alle ghiandole surrenali». Precisando che trattasi ancora a situazioni connesse a 2G e 3G, mentre ora il progetto delle compagnie è quello di introdurre in modo ubiquitario, capillare e permanente il 5G;

• nel marzo 2018, inoltre, sono stati diffusi i primi risultati dello studio condotto in Italia dall’Istituto Ramazzini di Bologna (Centro di ricerca sul cancro Cesare Maltoni), che ha considerato esposizioni alle radiofrequenze della telefonia mobile mille volte inferiori a quelle utilizzate nello studio sui telefoni cellulari del National Toxicologic Program, riscontrando gli stessi tipi di tumore. Infatti, sono emersi aumenti statisticamente significativi nell’incidenza degli schwannomi maligni, tumori rari delle cellule nervose del cuore, nei ratti maschi del gruppo esposto all’intensità di campo più alta, 50 V/m. Inoltre, gli studiosi hanno individuato un aumento dell’incidenza di altre lesioni, già riscontrate nello studio dell’NTP: iperplasia delle cellule di Schwann e gliomi maligni (tumori del cervello) alla dose più elevata;

VISTA la Delibera del Consiglio Comunale di Camponogara n° 43 del 30 luglio 2019, “Mozione.

Installazione di nuovi impianti di telefonia mobile (art. 87 bis D.Lgs 259/2003 e smi) con tecnologia 5G”, approvata all’unanimità;

VALUTATO quanto sopra,

ORDINA
Il divieto a chiunque dell’installazione e della diffusione sul territorio Comunale di impianti con tecnologie 5G:

– in attesa della nuova classificazione della cancerogenesi annunciata dall’International Agency for Research on Cancer, applicando il principio precauzionale sancito dall’Unione Europea, prendendo in riferimento i dati scientifici più aggiornati, indipendenti da legami con l’industria e già disponibili sugli effetti delle radiofrequenze, estremamente pericolose per la salute dell’uomo;

– in attesa della metodologia per le valutazioni preventive definite da ISPRA/ARPA.

AVVISA
Gli obblighi, i divieti e le limitazioni saranno resi di pubblica conoscenza mediante pubblicazione della presente all’albo pretorio on line.
In relazione al disposto dell’art. 3, comma 4, della Legge 241/’90, si indica che avverso il presente
provvedimento è possibile presentare ricorso:

 Entro 60 giorni dalla data della pubblicazione, del presente provvedimento, è ammesso ricorso giurisdizionale al T.A.R. competente nella fattispecie al tribunale amministrativo Regionale del Veneto;
 Entro 120 giorni dalla data della pubblicazione, del presente provvedimento, è ammesso ricorso straordinario al Presidente della Repubblica.

DISPONE
L’invio della presente ordinanza a:
* Presidente della Repubblica
* Autorità per le Garanzie nelle comunicazioni
* Presidente del Consiglio dei Ministri
* Ministro della Salute
* Ministro dello Sviluppo Economico
* Ministro delle infrastrutture e dei trasporti
* Ministero dell’Ambiente
* Regione del Veneto
* ULSS n° 3 “Serenissima”

IL SINDACO FUSATO ANTONIO
FUSATO ANTONIO

 


Marcello Pamio

Il termine 5G è l’acronimo di «5th (Fifth) Generation» e sta ad indicare tutte le tecnologie e gli standard di quinta generazione (dopo 1G, 2G, 3G e 4G) delle trasmissioni di dati nelle reti di telecomunicazione.
La fascia in cui andrà ad operare il 5G è lo spettro di banda corrispondente alle microonde: da 3 GHz a 300 GHz, la frequenza dei radar militari…
Fin qui le cose che conosciamo, perché gli effetti che tali radiazioni avranno sull’organismo umano sono sconosciuti e non vengono minimamente presi in considerazione.
Il 5G deve assolutamente entrare in funzione, perché è uno dei passaggi cruciali per il Nuovo Ordine Mentale.

Proprio in questo terreno nasce il «5G-MoNArch»: un progetto europeo sulla quinta generazione, testato per la prima volta ad Amburgo e Torino.
Nel capoluogo piemontese, l’evento del 22-23 maggio scorso ha offerto una panoramica sulle diverse opportunità delle reti 5G sia per gli operatori di settore sia per i progetti relativi alle «smart cities», le città “intelligenti”.
Questo progetto è coordinato da Nokia Solutions and Networks Management International GmbH (Germania), la Direzione Tecnica è dell’Universidad Carlos III de Madrid (Spagna) e la gestione dell’innovazione è a cura della Deutsche Telekom AG (Germania). Mentre i partner del progetto sono: Nokia Bell Labs France (Francia), Huawei Technologies Duesseldorf GmbH (Germania), Telecom Italia, Samsung Electronics Limited (Inghilterra), ATOS SE (Spagna), Hamburg Port Authority (Germania), CEA LETI (Francia), Centre for Research & Technology Hellas (Grecia), Mobics Ltd (Grecia), Real Wireless (Inghilterra), Nomor Research (Germania), University of Kaiserslautern (Germania).[1]

5G-MoNArch
MoNArch sarebbe l’acronimo di «Mobile Network Architecture», ma è a dir poco inquietante che lo stesso nome indichi anche un terribile progetto, il «Project Monarch», di controllo mentale creato tra gli anni Cinquanta e Sessanta dalla CIA, in America e Canada e sperimentato sulla popolazione civile e militare (almeno 2 milioni di persone). Altrettanto inquietante è la scelta del logo: la lettera A della parola MonΛrch è rappresentata da un compasso. Ora mi chiedo, con tutti i simboli che il mondo della grafica ha a disposizione, proprio quello più usato dalla massoneria dovevano scegliere?

Il compasso infatti è uno dei più importanti strumenti simbolici della massoneria, preposto a tracciare la rotta del percorso iniziatico. Dal latino «Cum passus», misurare a passo, come metafora della “diritta via” e del “viaggio”. E’ l’utensile del G.A.D.U., del Grande Architetto Dell’Universo dato in dono all’uomo, proprio per congiungere il Divino e l’Umano, il Sopra e il Sotto.
E’ il medium fra l’idea-progetto e la realtà.[2] 
Quindi 5G MonΛrch è il mezzo tra il progetto e la realtà, ma quale realtà, forse quella virtuale?

Project Monarch
Il “progetto Monarch” prevedeva l’ausilio di tecniche quali elettroshock, ipnosi, suoni e parole ripetute per ore, il tutto condito da droghe psichedeliche (tipo LSD) per indurre una disgregazione psichica del soggetto, tale da trasformarlo in uno schiavo obbediente: il suddito perfetto, o il soldato ideale.
La sua natura è statunitense, ma i primissimi studi sul controllo della psiche e del comportamento sono avvenuti in Gran Bretagna e Germania molto tempo prima.

Un passo indietro..
Il primo lavoro nel campo della ricerca della scienza comportamentale è avvenuto in Inghilterra nel 1882, mentre in origine gli interventi psichiatrici sul controllo mentale sono stati effettuati al Kaiser Wilhelm Institute in Germania.

L’«Istituto Tavistock» è nato successivamente a Londra nel 1921 proprio per studiare il «punto di rottura» degli esseri umani…

In quel periodo storico la ricerca era focalizzata sull’eugenetica, e più in particolare sul miglioramento della specie (o razza) umana attraverso il controllo dei fattori ereditari nell’accoppiamento.

Si possono citare a tal proposito squallidi figuri come Heinrich Himmler e Josef Mengele: entrambi ufficiali nazisti, il primo a capo del progetto denominato «Lebersborn», che aveva lo scopo di allevare selettivamente i bambini per formare l’esercito perfetto. Un gruppo di ariani che avrebbe giurato fedeltà totale alla causa del Terzo Reich. Il dottor Mengele, invece, aveva il compito di manipolare sperimentalmente le cavie, mediante interventi di ingegneria genetica e modifica del comportamento. Mengele, noto come l’Angelo della morte, ha lavorato nel campo di concentramento di Auschwitz, mentre il «lavaggio del cervello» è stato condotto sui detenuti di Dachau (hanno studiato le reazioni a ipnosi e mescalina).
Vanno anche ricordate le ricerche condotte durante la Seconda Guerra mondiale dal dottor George Estabrooks (Presidente del Dipartimento di psicologia alla Colgate University), uno psicologo canadese considerato un’autorità mondiale nel campo dell’ipnosi.
Il lavoro di Estabrooks consisteva nella creazione di agenti militari «programmati» e personalità con psiche ipnoticamente indotta (vedere il bellissimo film «Manchurian candidate» con il premio oscar Denzel Washington).

Dopo la guerra, il Dipartimento della Difesa statunitense ha segretamente importato molti degli scienziati nazisti e fascisti, sia italiani che tedeschi, attraverso il Sudamerica e grazie all’appoggio del Vaticano, nell’operazione chiamata «Progetto Paperclip». Tali scienziati furono importantissimi per la successiva creazione di agenzie come CIA, NSA, NASA, ecc.


Non a caso la CIA da quando è stata fondata ha sempre dedicato molti sforzi economici alle ricerche volte alla modifica e al controllo del comportamento umano, e il «Progetto BLUEBIRD», approvato dal Direttore Allen Dulles nel 1950, ne è la prova. Gli obiettivi erano: perfezionare una tecnica di condizionamento personale per impedire l’estrazione di informazioni dai soggetti, con mezzi conosciuti; valutare la possibilità di controllo di un individuo mediante l’applicazione di tecniche di interrogatorio speciali; indagare il miglioramento della memoria e istituire dei mezzi di difesa per prevenire il controllo ostile del personale dell’Agenzia.

MKULTRA
Nell’agosto dell’anno seguente il progetto BLUEBIRD è stato rinominato «ARTICHOKE», e tra le altre cose prevedeva l’utilizzo offensivo delle tecniche di ipnosi e droghe sugli interrogatori, per diventare poi il famoso «Project MKULTRA», dove «MK» sta per «Mind Kontrolle».
Come detto i medici e gli scienziati nazisti hanno giocato un ruolo fondamentale nello sviluppo di progetti come MKULTRA, e la correlazione tra gli esperimenti effettuati nei campi di concentramento e quelli negli States, sono chiaramente evidenti.

Anche in questo caso l’ingerenza sul comportamento umano avveniva per mezzo di tecniche tra cui radiazioni, elettroshock, interventi psicologici e psichiatrici, uso di sostanze stupefacenti psichedeliche (LSD) e altri dispositivi paramilitari.
Il Progetto è stato esposto pubblicamente nel 1970 grazie ad azioni legali presentate da sopravvissuti canadesi e dalle loro famiglie.
Ovviamente il governo americano e canadese fecero un accordo stragiudiziale in modo da non essere tenuti ad ammettere ufficialmente gli illeciti.
Tra i vari sotto-progetti di MkUltra c’è il nostro «Project MONARCH», ufficialmente inaugurato dall’esercito degli Stati Uniti nei primi anni ’60, che sembra essere il più importante e che è ancora classificato come top secret con la scusa della «sicurezza nazionale».

Il nome Monarch si riferisce alla farfalla monarca, perché si dice che una persona che subisce traumi indotti da elettroshock, avrebbe una sensazione di leggera vertigine, come se si sentisse fluttuare nell’aria, appunto come una farfalla…
Ma vi è anche una rappresentazione simbolica relativa alla trasformazione e/o metamorfosi dell’insetto: da bruco dentro un bozzolo (dormienza, inattività), diventa una farfalla (nuova creazione, nuova vita).

Va infine fatto notare che il significato etimologico della parola «Psiche» vuol dire sia «anima» che anche «farfalla», forse per la credenza che le anime siano farfalle alla ricerca di una nuova reincarnazione…

In definitiva il Progetto Monarch potrebbe essere descritto come una forma di dissociazione strutturata, con il fine di creare nella mente del soggetto compartimenti stagni, che rispondono a personalità multiple. La maggioranza delle vittime del progetto provengono, non a caso, da condizioni complesse e conflittuali, quali situazioni incestuose, storie di pedofilia: orfanotrofi, case famiglia, case di cura, adozioni, ecc.
E’ molto più facile infatti modificare il comportamento e la psiche di bambini violentati, abusati, strappati alle famiglie naturali e allevati in condizioni disumane…

Il Metodo Monarch
Il progetto inizia con la creazione di una “dissociazione” all’interno del soggetto, e di solito si agisce dal momento della nascita fino a circa sei/sette anni. Il cervello entro il primo settennio, essendo in formazione, è totalmente plastico e quindi facilmente manipolabile…
Ora sarà più chiaro a tutti il motto dei gesuiti: «dateci un bambino fino ai 7 anni, e sarà nostro per sempre!».
Attraverso l’uso dell’elettroshock, abusi sessuali e altre metodiche, i traumi provocano la scissione della mente in più personalità, gestibili a proprio piacimento dal «programmatore». Il «Disturbo di Personalità Multipla» o «Disturbo Dissociativo di Identità» sono alla base della programmazione Monarch.
Altri condizionamenti della mente sono rafforzati attraverso l’ipnosi, la coercizione, le inversioni di piacere-dolore, privazione di cibo, acqua, sonno e la deprivazione sensoriale, insieme a vari farmaci e psicofarmaci che modificano le funzioni cerebrali.
La seconda fase è quella di incorporare i «comandi» o i «messaggi» all’interno dello specifico nucleo di alterazione. Questo risultato è ottenuto attraverso l’ausilio di cuffie hi-tech, in combinazione con computer che emettono onde sonore non udibili o armoniche che influenzano i percorsi neurali che vanno al subconscio e inconscio.

I dispositivi di Realtà VirtualeVirtual Reality») e i vari dispositivi ottici vengono utilizzati in contemporanea con i generatori di armoniche e luci pulsanti colorate.
Anche la musica gioca un ruolo fondamentale nella programmazione, attraverso combinazioni di tonalità variabili, ritmi e parole.
Dagli anni Cinquanta ad oggi la tecnologia e l’informatica hanno fatto passaggi mostruosi, per cui non possiamo minimamente sapere quali sono le tecniche odierne di condizionamento mentale di simili progetti. Possiamo solo fare delle supposizioni…

Conclusioni
Dopo quanto detto, il progetto europeo denominato (non a caso) «5G-MoNArch» assume una connotazione molto più occulta e inquietante.
Il logo scelto non lascia spazio ad alcun dubbio: pensare che il nome Monarch e il compasso massonico siano solo un caso, sarebbe un’offesa all'intelligenza umana.
Ma se non è una banale coincidenza, allora potrebbe rappresentare un piano voluto dall'alto con lo scopo di realizzare il Project Monarch di controllo mentale e sociale.

Un controllo che non si avvale più come in passato di scariche elettriche e droghe psichedeliche, ma di onde e vibrazioni: frequenze mirate che riescono a penetrare direttamente nella rete neurale, modificandone la struttura neurochimica…
Ora è tutto molto più subdolo e pervasivo.
Oggi i nuovi Mengele hanno a disposizione un arsenale fisico e chimico impensabile (microchip, scie chimiche, frequenze, 5G, ecc.) e miliardi di persone rinchiuse e isolate nei loro hangar cerebrali, ma interconnesse con quella Rete creata dal Sistema. Quella finta libertà (anche se si tratta di gulag con le pareti trasparenti!) molto funzionale.
Immaginiamo ora che questo Sistema voglia rendere il mondo invivibile.
Si tratta solo di una visione ovviamente!
E immaginiamo che questo fantomatico Sistema abbia creato anche dei mondi virtuali dove la gente potrebbe passarci tanto, tanto tempo.

Problema > Reazione > Soluzione

La Soluzione ce l’hanno (ecco perché gli serve il 5G): rete di interconnessione globale e globalizzante, controllo elettronico assoluto, internet delle cose, intelligenza artificiale, “mondi virtuali” iper-realistici, ecc.
Il Problema ora è rendere il ”mondo reale” così abbruttito e violento, da spingere le persone a cercare, desiderare e richiedere maggior sicurezza (telecamere e sensori dappertutto, microchip e altro), e mondi virtuali, finti ma belli e sicuri...
Siamo nella pura fantascienza? Può essere, anche se fa riflettere assai il manifesto (vedi foto sotto) della presentazione del progetto «5G-MoNArch» avvenuta a Torino e pubblicato nel sito della Telecom.[3]
Si vede una ragazza che indossa un visore, tenendo in mano un joystick, e grazie alla super connettività 5G sta sperimentando la modifica della realtà: è proiettata in una pura Realtà Virtuale.
Per essere più precisi, una visita immersiva nella camera di Madama Reale: «Il visitatore, con gli occhiali per la realtà virtuale e i comandi in mano, attraverso una connessione 5G ha controllato il suo avatar interagendo con una guida remota che lo ha accompagnato dentro la camera di Madama Reale, coinvolgendolo in un’attività di restauro». [4]

Dovrebbe essere abbastanza chiaro che il 5G, oltre al discorso dei pericolosi campi elettromagnetici, apre scenari a dir poco apocalittici!
Sembrerà un luogo comune, ma la fantascienza sta diventando sempre più realtà, o meglio la nostra realtà sta superando la fantasia più spinta...
E' risaputo che i campi elettromagnetici sono in grado di influenzare sia il cervello che i pensieri umani: cosa potrà fare la nuova tecnologia 5G? Creare nuovi mondi virtuali dove rinchiudere le persone?
Oggi sempre più giovani vivono scollegati dal mondo reale preferendo il cyberspazio, ma il limite attuale è la qualità e quantità delle informazioni che si possono scambiare. Con il 5G (e il fratello 6G già pronto) questi limiti verranno letteralmente disintegrati: saranno possibili un'interattività e una pervasività totale, ma sarà possibile anche creare mondi virtuali indistinguibili da quello reale…
A tal proposito, l’incipit del film indipendente «Virtual Revolution» del 2016 calza a pennello e con esso quindi concludo:

«E’ l’anno 2047 e siamo nel pieno di un secolo di rivoluzione tecnologica. La rivoluzione è avvenuta, ma non nel modo in cui la gente si aspettava.
Le persone immaginavano robot, macchine volanti, grandi esplorazioni spaziali, tutto questo si è realizzato, ma nulla di ciò ha rappresentato il cambiamento tanto atteso.
La rivoluzione non è servita per controllare meglio la nostra realtà, ma per fuggire da essa.
Tutto è cominciato sotto forma di videogiochi, mondi virtuali chiamati “universi”, in cui i giocatori possono interpretare avatar in diverse epoche, condizioni e ambienti: dal medioevo alla fantascienza, al western. Questi universi sono diventati sempre più realistici, e di conseguenza è diventato sempre più difficile distinguere la realtà dalla fantasia.
Quando sono venuti meno i motivi per restare nel mondo reale, la società ha subìto un cambiamento.
Il 75% della popolazione è noto come i “connessi”: si è staccato dalla realtà e trascorre tutto il proprio tempo on-line, lasciando il mondo reale a una piccola minoranza.
La rivoluzione è avvenuta, ma non nel modo in cui la gente si aspettava».

 

Per maggiori informazioni

«Il Progetto 5G-Monarch», www.nogeoingegneria.com/librifilms/il-progetto-5g-monarch/

[1] «5G Mobile Network Architecture», https://5g-monarch.eu/about-the-project/consortium/

[2] «Il compasso: la congiunzione iniziatica», www.loggiagiordanobruno.com/20110513-il-compasso-la-congiunzione-iniziatica.html

[3] https://www.telecomitalia.com/tit/it/innovazione/la-rete-5G-in-italia/5G-MoNArch.html

[4] idem

[e le dubbie rassicurazioni degli enti istituzionali]
Corrado Penna

La presunzione che esista la possibilità di utilizzare in sicurezza i dispositivi che ci permettono di telefonare e di comunicare via internet senza cavi (wire-less), che viene diffusa dalle agenzie statali e internazionali, si basa su un’analisi superficiale e frettolosa della letteratura scientifica. In realtà gli articoli scientifici sui danni biologici delle radiazioni non ionizzanti[1] sono tantissimi e costituiscono la prova schiacciante che i vari enti ICNIRP[2], SCENIHR[3], FCC[4], FDA[5], National Cancer Institute[6], e via dicendo mostrano atteggiamenti fin troppo amichevoli nei confronti di un business in continua espansione, quello delle aziende di telefonia mobile. Alcune di queste organizzazioni si spingono ad affermare che non esiste nessun meccanismo noto che possa indurre degli effetti sulla salute. Per fare questo spesso scelgono, tra i tanti lavori scientifici (sull’effetto biologico di tali campi elettromagnetici) quelli che ignorano gli effetti non termici, quelli che ignorano l’importanza dei segnali pulsati, quelli che ignorano l’importanza della polarizzazione delle onde elettromagnetiche o della particolare intensità del segnale che viene utilizzato. Insomma, per assolvere queste radiazioni che ormai saturano l’aria intorno a noi, occorre fare riferimento a lavori scientifici che appaiono alquanto discutibili.

Per esempio le radiazioni elettromagnetiche utilizzate per questo genere di comunicazioni sono sempre radiazioni pulsate, perché è proprio la pulsazione di tali onde elettromagnetiche che porta il segnale, che veicola i dati, e molte ricerche scientifiche hanno mostrato che l’effetto biologico delle radiazioni pulsate è maggiore di quello delle radiazioni non pulsate. Inoltre gli effetti non termici (cioè effetti ben diversi dal semplice riscaldamento dei tessuti) sono stati studiati e dimostrati da un numero impressionante di lavori scientifici. Si tratta qui di danni riscontrati e riportati su lavori scientifici pubblicati su giornali a revisione paritaria, la “bibbia” della scienza moderna, molti dei quali sono reperibili sul database (archivio) governativo statunitense pubmed.

Per comprendere appieno quanto appena affermato possiamo leggere l’articolo Scientific evidence contradicts findings and assumptions of Canadian Safety Panel 6: microwaves act through voltage-gated calcium channel activation to induce biological impacts at non-thermal levels, supporting a paradigm shift for microwave/lower frequency electromagnetic field action, scritto da Martin L Pall, (Professore Emerito di Biochimica e di Scienze Mediche di Base all’università di Washington) e pubblicato su Reviews on Environmental Health 2015;30(2):99-116. L’articolo è reperibile su pubmed[7], dove troviamo solo il riassunto, https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/25879308, mentre l’articolo per intero si può leggere al link  https://www.degruyter.com/view/j/reveh.2015.30.issue-2/reveh-2015-0001/reveh-2015-0001.xml. Se consultiamo questo ultimo link possiamo vedere (in fondo) tutti gli altri articoli, gli altri studi scientifici, (83 in tutto) realizzati da numerosi altri scienziati, che servono da giustificazioni alle affermazioni dell’autore.

Nell’articolo leggiamo che un effetto (non termico) di questi campi elettromagnetici avviene attraverso l’attivazione del canale del calcio dipendente dal voltaggio (VGCC). È noto infatti in biologia che il livello di calcio nelle cellule è molto minore del livello presente al di fuori delle cellule (nella matrice extracellulare) e che variazioni di tali livelli possono essere utilizzate per “mandare dei segnali”: si tratta dell’importantissimo meccanismo di segnalazione del calcio[8] che è rilevante anche per mandare il segnale che induce l’apoptosi (“suicidio” cellulare). Quando tale meccanismo funziona bene la vita cellulare scorre serena, ma quando questo meccanismo è inibito impropriamente, le cellule del cancro diventano immortali invece che suicidarsi, oppure al contrario cellule che dovrebbero ancora restare in vita vengono spinte alla morte[9].

Il dottor Pall cita a sostegno delle sue affermazioni due dozzine di studi sugli effetti non termici delle radiazioni elettromagnetiche nella banda delle microonde che si manifestano per via dell’attivazione del VGCC (canale del calcio dipendente dal voltaggio), anche in caso di radiazioni a bassa intensità. Inoltre afferma (sempre sulla base degli studi citati in fondo all’articolo) che nella maggior parte dei casi I campi elettromagnetici pulsate sono più attivi di quelli non pulsate e che ci sono alcune finestre di intensità che corrispondono al massimo dell’effetto biologico, la qual cosa sarebbe impossibile nel caso di un meccanismo basato sul puro effetto termico (riscaldante) delle radiazioni. Come effetti secondari delle alterazioni a livello della concentrazione del calcio intracellulare ci sono alterazioni dei livelli di ossido nitrico (NO), alterazioni delle segnalazioni dell’ossido nitrico, formazione di radicali liberi e stress ossidativo. Questi effetti secondari a loro volta possono spiegare danni al DNA, infertilità, minore produzione di melatonina, disturbi del sonno, cambiamenti nel ritmo cardiaco compresa la tachicardia l’aritmia e la morte improvvisa; effetti neuropsichiatrici compresa la depressione, ma anche alcuni effetti terapeutici.

L’autore quindi analizza un documento ufficiale realizzato da una commissione di esperti canadesi, che riconosce solo effetti termici delle radiazioni, ignorando tutto quanto su esposto, e scartando alcuni studi sui danni da radiazioni in quanto tacciati di inconsistenza. A ben vedere però non si tratta di inconsistenza, ma di semplice diversificazione degli effetti quando alle stesse radiazioni vengono esposte cellule differenti, o quando le stesse cellule vengono esposte a radiazioni differenti per intensità, pulsazione, frequenza.

Sembra quindi che ci si trovi di fronte ad una nuova emergenza simile a quella del fumo del tabacco, la cui pericolosità per la salute è stata scoperta fin dagli anni ’20 del secolo scorso (100 anni fa), ma riconosciuta ed affrontata seriamente solo in tempi molto recenti (pian piano, in maniera sempre più decisa, nel corso degli ultimi 30 anni). Allora abbiamo visto fenomeni di “convinzione” e di corruzione da parte delle aziende che producevano tabacco e vendevano sigarette, che sono stati ampiamente documentati. Adesso non abbiamo ancora elementi per dimostrare che stia succedendo la stessa cosa, ma lascia alquanto perplessi l’atteggiamento di tutti questi enti istituzionali che continuano a rassicurarci che esistano dei valori soglia al di sotto dei quali il danno da radiazioni è assente o quanto meno minimizzabile.

Iniziamo ad analizzare nel dettaglio uno degli effetti più spaventosi di tali radiazioni, ovvero la capacità di danneggiare il DNA delle nostre cellule, producendo rotture alla singola elica, alla doppia elica e causando l’ossidazione delle basi azotate del DNA. SI tratta come tutti comprenderanno di fenomeni che possono indurre mutazioni e concorrere al fenomeno del cancro. Per entrare più nello specifico, le rotture della doppia elica del DNA producono a livello cromosomico a riarrangiamenti[10], delezioni[11], duplicazioni[12], mutazioni del numero di copie[13] e amplificazione genica[14]. L’ossidazione delle basi azotate del DNA causa invece le cosiddette mutazioni puntuali[15].  Al di là della possibilità di indurre o quanto meno concorrere alla genesi, alla progressione, alla metastatizzazione del cancro, immaginate quello che può succedere quando questi danni si manifestano nelle cellule che servono alla riproduzione sessuale: ovuli e spermatozoo, inducendo quindi potenzialmente mutazioni nelle generazioni future.

Per mostrare concretamente alcuni di questi lavori scientifici ecco il primo, tratto nuovamente dal sito pubmed: Impact of radio frequency electromagnetic radiation on DNA integrity in the male germline[16] (il link su pubmed e le altre informazioni sono d’ora in poi presenti nelle note). Facendo click su Author information (sotto il nome degli autori) possiamo scoprire che uno degli scienziati che ha firmato tale articolo lavora presso ARC Centre of Excellence in Biotechnology and Development and Discipline of Biological Sciences, University of Newcastle, Australia, giusto per avere conferma che si tratta di un lavoro che proviene da un ente ufficiale (università australiana) e non dal sito internet di un buontempone che si diverte a denigrare l’uso dei cellulari e del 5g. Facendo click sul nome dell’autore si può vedere inoltre il lungo elenco degli altri lavori scientifici firmati da tale autore, e verificare che non è un crociato della battaglia contro le radiazioni da cellulari, ma un serio studioso delle funzionalità riproduttive, che ha studiato in particolar modo il danno a livello spermatico indotto dai radicali liberi (vedi per esempio il suo articolo A free radical theory of male infertility[17])

Nell’abstract dell’articolo, ovvero nel suo riassunto disponibile on line, leggiamo che dei topi sono stati esposti alle radiofrequenze (frequenza di 900 MegaHertz) per 7 giorni di seguito, 12 ore al giorno. Diverse tecniche hanno permesso di valutare l’assenza di danni macroscopici al DNA, così il permanere di condizioni di salute generalmente buone degli animali, ma un’analisi più dettagliata dell’integrità del DNA ha rivelato la presenza di danno al DNA statisticamente rilevante sia per il genoma mitocondriale[18] che per il locus nucleare beta-globinico[19].

Faccio notare che utilizzando il link in alto a destra, full text links, possiamo leggere il testo intero dell’articolo sul sito https://onlinelibrary.wiley.com/doi/full/10.1111/j.1365-2605.2005.00531.x e verificare tutte le fonti citate dall’autore.   

Il secondo articolo che analizziamo è Single- and double-strand DNA breaks in rat brain cells after acute exposure to radiofrequency electromagnetic radiation, ovvero “Rottura della singola elica e della doppia elica del DNA nelle cellule cerebrali dei ratti dopo un’acuta esposizione a radiazioni elettromagnetiche nella banda delle radiofrequenze”[20].

Nell’articolo si parla di un esperimento concernente l’esposizione acuta (per 2 ore) a radiazioni elettromagnetiche sia pulsate che non pulsate a una frequenza di 2450-MHz (praticamente si tratta di una frequenza di 2 Giga e mezzo). É stato osservato un aumento delle rotture della singola elica e della doppia elica del DNA 4 ore dopo l’esposizione sia della radiazione pulsate che di quella non pulsata. Gli autori suppongono che questo effetto possa derivare o direttamente dall’energia delle radiazioni che danneggiano il DNA oppure dal danneggiamento dei meccanismi di riparazione del DNA nelle cellule cerebrali, o da entrambi i meccanismi. Questi risultati, precisano gli autori, confermano i risultati di precedenti studi in vivo e in vitro sul danneggiamento del DNA da parte delle radiazioni elettromagnetiche nel campo delle radiofrequenze.

Ma quali e quanti lavori precedenti hanno mostrato la realtà di questo danneggiamento del DNA? Andiamo a verificarlo grazie a un articolo di rassegna, ovvero un articolo non di ricerca sperimentale, ma di consultazione e di rassegna dei lavori precedenti: Electromagnetic fields and DNA damage[21]. Gli articoli citati, sulla cui base è stato compilato questo lavoro, si trovano in fondo alla versione integrale dell’articolo: sono ben 110, e quasi tutti (particolarmente dal 16 in poi) sono lavori di ricerca, sperimentazioni che hanno permesso di dimostrare e di misurare il danno al DNA cellulare indotto da radiazioni non ionizzanti (radiofrequenze per lo più). Ecco che in un colpo solo, con semplice click, siamo portati di fronte a una mole di lavoro scientifico che porta alla nostra attenzione risultati davvero preoccupanti. Tra questi ne analizziamo appena tre, per ovvia mancanza di tempo e di spazio.

L’articolo Non-thermal DNA breakage by mobile-phone radiation (1800-MHz) in human fibroblasts and in transformed GFSH-R17 rat granulosa cells in vitro[22] riferisce di un esperimento con cellule di uomo e di ratto esposte a differenti modulazioni di un segnale a 1.800 Hertz (continuo e intermittente) che ha portato all’induzione di rotture della singola e della doppia elica del DNA.

L’articolo Microwaves from GSM mobile telephones affect 53BP1 and gamma-H2AX foci in human lymphocytes from hypersensitive and healthy persons[23] mostra che le micro-onde dei cellulari GSM (per differenti frequenze di quella banda) hanno effetto genotossico (cioè danneggiano i geni) dei linfociti (globuli bianchi) sia delle persone in buona salute che delle persone note per la loro ipersensibilità ai campi magnetici.

Anche l’articolo Genetic damage in mobile phone users: some preliminary findings[24] descrive una ricerca che ha mostrato una correlazione tra l’utilizzo dei cellulari e danno genetico, sempre tramite un’analisi dei linfociti presenti del sangue periferico.

Note bibliografiche

[1] Le radiazioni ionizzanti sono per esempio quelle nucleari, che hanno tale energia da “strappare” gli elettroni esterni dagli atomi creando appunto ioni (atomi non più elettricamente neutri).

[2] International Commission on Non-Ionizing Radiation Protection ovvero Commissione Internazionale sulla protezione dalle radiazioni non ionizzanti, organizzazione internazionale indipendente (almeno dal punto di vista formale, visto che sposa sempre le posizioni più favorevoli agli interessi delle aziende che operano nel campo della telefonia; https://www.icnirp.org/.

[3] Scientific Committee on emerging and Newly Identified Health Risks, ovvero Comitato scientifico sui rischi per la salute emergenti e di recente identificazione, ente dell’Unione Europea; https://ec.europa.eu/health/scientific_committees/emerging_it.

[4] Federal Communications Commission, ovvero Commissione federale per le comunicazioni.

[5] Food and Drug Administration, ovvero Amministrazione dei cibi e dei farmaci; ente federale statunitense che si occupa della regolamentazione dei cibi, additivi alimentari, integratori, farmaci, vaccini.

[6] National Cancer Institute, ovvero Istituto Nazionale per il Cancro, è un ente federale statunitense che fa parte del ministero della sanità, e che si occupa di ricerca, informazione, prevenzione del cancro.

[7] Se guardiamo il sito pubmed, possiamo notare facilmente nella parte superiore sinistra del sito la dicitura “US National Library of Medicine National Institutes of Health” ovvero “Biblioteca nazionale medica statunitense – Istituto Nazionale della Sanità”, e del resto il sito è un sito con dominio .gov, ovvero governativo. Quindi niente di più ufficiale.

[8] Come possiamo leggere in un articolo scientifico intitolato per l’appunto Calcium signaling (pubblicato su Cell,  VOLUME 131, ISSUE 6, P1047-1058, DECEMBER 14, 2007, autore Clapham DE; ; https://www.cell.com/action/showPdf?pii=S0092-8674%2807%2901531-0), e che spiega in dettaglio tale argomento: “Gli ioni di Calcio (Ca2+) influiscono su quasi ogni aspetto della vita cellulare (…) Viene anche discussa la natura altamente localizzata della segnalazione mediata dagli ioni Ca2+ e i suoi specifici ruoli nell’eccitabilità, esocitosi, motilità, apoptosi e trascrizione”.

[9] Una ricerca scientifica sull’importanza della segnalazione del calcio per l’apopotosi delle cellule tumorali è illustrata nell’articolo PTEN counteracts FBXL2 to promote IP3R3- and Ca2+-mediated apoptosis limiting tumour growth, pubblicato su Nature 2017 Jun 22;546(7659):554-558, autori Kuchay S, Giorgi C et al.; https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/28614300.

[10] Parti di uno stesso cromosoma che prendono una il posto dell’altro (riarrangiamento intracromosomico), o parti di differenti cromosomi che prendono una il posto dell’altra (riarrangiamento inter-cromosomico).

[11] Perdita di un pezzo di DNA che viene letteralmente cancellato.

[12] Raddoppiamento di un tratto di un cromosoma.

[13] Delezioni o duplicazioni che portano ad un cambiamento del numero di copie di una specifica regione cromosomica.

[14] La creazione di più copie di uno stesso gene.

[15] Le mutazioni più piccole che si possano verificare nel DNA, che sono causa di molte malattie genetiche, limitate quindi a poche basi (e alle loro coniugate).

[16] Pubblicato sul giornale scientifico International Journal of Andrology[16] 2005 Jun;28(3):171-9, autori Aitken RJ, Bennetts LE, Sawyer D, Wiklendt AM, King BV; https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/15910543.

[17] Pubblicato su Reproductive Fertililty and Development 1994;6(1):19-23; https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/8066217.

[18] Il DNA presente nei mitocondri, organelli all’interno delle cellule, che è diverso dal DNA del nucleo cellulare

[19] Una piccola parte di un cromosoma del nucleo; nell’uomo si tratta di una sezione del cromosoma 11 che è responsabile per la creazione di circa metà della struttura della proteina emoglobina, notoriamente fondamentale per la vita, il trasporto di ossigeno e anidride carbonica all’interno del corpo.

[20] Pubblicato su International Journal of Radiation Biology. 1996 Apr;69(4):513-21, autori Lai H, Singh NP; https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/8627134.

[21] Pubblicato su Pathophysiology 2009 Aug;16(2-3):79-88, autori Phillips JL, Singh NP, Lai H; https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/19264461, articolo intero su https://www.pathophysiologyjournal.com/article/S0928-4680(09)00014-5/fulltext.

[22] Pubblicato su Mutation Research 2005; 583: 178–183, autori Diem E, Schwarz C, et al.; https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/15869902.

[23] Pubblicato su Environmental Health Perspectives 2005; 113: 1172–1177, autori Markova E, Hillert L, Malmgren L, Persson BR, Belyaev IY; https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/16140623.

[24] Pubblicato su Indian Journal of Human Genetics 2005; 11: 99–104, autori Gandhi G, Anita; https://pdfs.semanticscholar.org/2cc3/86343f13444bd7132fa1bf670689fd18a108.pdf.


A cura di Martin L. Pall, tratto da http://www.infoamica.it/otto-rischi-per-la-salute-legati-al-5g/ 

Il Prof. Martin L. Pall, Professore emerito di Biochimica e di Scienze Mediche di Base della Washington State University, ha inviato alle istituzioni europee e statunitensi una revisione di studi che dimostrano la pericolosità della tecnologia 5G.
Secondo la sua analisi della letteratura scientifica pubblicata ci sono almeno otto pericoli dimostrati correlati alle esposizioni alle radiazioni del 5G.

Quello allegato in fondo a questo articolo è una versione breve di un documento originale scritto in risposta a due documenti scritti rispettivamente dal sig. Ryan e dal dott. Vinci in risposta all’appello di un gruppo di associazioni e di esperti sulla sicurezza del 5G. Il Sig. Ryan ha dichiarato che «Ci sono prove consistenti presentati da enti nazionali e internazionali (International Commission on Non Ionising Radiation Protection ICNIRP, Scientific Committee on Emerging and Newly Identified Health Risks (SCENIHR) che l’esposizione a campi elettromagnetici non rappresentano alcun rischio per la salute al di sotto dei limiti stabiliti dalla Raccaomandazione del Consiglio 1999/519/EC1.” Le posizioni dell’ICNIRP e dello SCENIHR, così come quelle dalla Federal Commission Communication, della FDA e dell’Istituto Nazionale sul Cancro degli USA, hanno posizioni molto diverse le une dalle altre. Alcuni di questi enti dichiarano che i meccanismi d’azione dei campi elettromagnetici non sono noti, nonostante l’enorme evidenza di studi pubblicati.

Il documento del Prof. Pall rappresenta una base fondamentale per richiedere la messa al bando dello sviluppo della tecnologia 5G in quanto ci sono sufficienti evidenze di un rischio per concludere che si tratta di frequenze non del tutto sicure per la salute umana e per l’ambiente.
Cliccare qui per scaricarlo.
Attenzione: il documento è in inglese e AMICA si sta attivando per tradurlo in italiano.

Gli otto tipi di danni correlati alle frequenze del 5G sono i seguenti:

  • danni cellulari al DNA – rottura al filamento singolo del DNA, rottura del filamento doppio, ossidazione delle basi del DNA;
  • diminuzione della fertilità maschile e femminile, aumento di aborti spontanei, abbassamento di ormoni come estrogeni, progesterone e testosterone, abbassamento della libido;
  • danni neurologici e neuropsichiatrici;
  • apoptosi e morte cellulare;
  • stress ossidativo e aumento dei radicali liberi (responsabili della maggior parte delle patologie croniche);
  • effetti ormonali;
  • aumento del calcio intracellulare;
  • effetto cancerogeno sul cervello, sulle ghiandole salivari, sul nervo acustico.

Tratto da http://www.infoamica.it/otto-rischi-per-la-salute-legati-al-5g/  

Marcello Pamio

Sarà una delle rivoluzioni tecnologiche più imponenti del nostro tempo e avrà effetti e ripercussioni sulla vita e sulla salute di miliardi di persone.
Mi riferisco al “5G”: la nuovissima generazione di trasmissioni dati, che permetterà di connettere ad altissima velocità miliardi di dispositivi che oggi sono semplici elettrodomestici “passivi”.
A breve gli oggetti dentro e fuori casa si trasformeranno in “esseri attivi”: frigoriferi, tivù, radio, forni, perfino abiti e qualsiasi oggetto elettronico o meno.
Secondo le previsioni, oltre 20 miliardi di dispositivi saranno interconnessi con la Rete entro il 2020.
Attualmente sarebbero “solo” più o meno 6 miliardi.

La connessione di quinta generazione renderà possibile lo sviluppo della telemedicina, dell’auto a guida autonoma e delle cosiddette città intelligenti, dove tutto è costantemente tenuto sotto controllo elettronico.
La “G” sta per “Generation” e infatti è la quinta generazione del cosiddetto standard per la trasmissione dati attraverso una rete di telefonia mobile. I precursori sono stato l’1G (il famoso e obsoleto «TACS») in cui i segnali radio erano “analogici”, il 2G (il GSM), il 3G (UMTS) e l’ultimo 4G (LTE, long term evolution, “evoluzione a lungo termine”).
Attenzione che a differenza delle altre generazioni, il 5G non è solo una nuova “interfaccia radio” perché qui la rete da “fisica” diventa “virtuale”, qui si vuole inglobare tutto…

Rischi elettromagnetici
Qualsiasi tecnologia presenta dei rischi, e quando si è nell’ambito delle onde elettromagnetiche tali rischi sono estremamente pericolosi perché riguardano la salute.
Con la nuova generazione ci potranno essere anche rischi di cyber-attacchi sulle future reti mobili, le quali conterranno informazioni personali e dati sensibili oggi inimmaginabili.
L’intero globo e tutti i dati umani finiranno nei server o nei cloud virtuali, mettendo a rischio la sicurezza planetaria.
Sul fronte dell’inquinamento delle onde elettromagnetiche invece, coloro che speculano e guadagnano stanno chiedendo la revisione delle regole italiane sui limiti elettromagnetici che rappresentano un freno alla realizzazione della futura rete.
Come sempre la follia e la cupidigia umane rasentano il paradosso: invece di diminuire i limiti attuali che sono di per sé troppo alti per garantire la sicurezza della salute, questi sciacalli chiedono di eliminare e/o abbassare tali limiti per far posto alla nuova tecnologia.
Il punto cruciale è il seguente: per raggiungere velocità così elevate è necessario utilizzare uno spettro di frequenza finora mai utilizzato. Il 5G sfrutta le onde millimetriche, vale a dire onde radio tra 30 e 300 GHz. Stiamo parlando di uno spettro di frequenza talmente elevato che nessuno Stato ha ancora assegnato, anche perché fino a qualche anno fa era impensabile utilizzare questo spettro per la comunicazione. Siamo nella fascia delle microonde, la cui frequenza va appunto da 250 MHz a 300 GHz, e la lunghezza d’onda da 1 mm a 10 cm.
Queste onde possono penetrare di qualche millimetro l’epidermide umana. Questa caratteristica particolare, come verrà spiegato tra poco, viene sfruttata nelle armi-non-letali a energia diretta in dotazione al Pentagono.
La caratteristica principale del 5G, che lo differenzierà dai precedenti standard, è la velocità di connessione: secondo gli operatori dovrebbe viaggiare 100-1000 volte più veloce dell’attuale 4G.
Ma come sempre il rovescio della medaglia è molto insidioso e pericoloso…

Italia e le sperimentazioni del 5G
L’Italia è il paese-cavia ideale per le lobbies. Lo sappiamo molto bene.
Con qualche spicciolo è possibile testare di tutto. Non è un caso che siamo l’unico paese al mondo a inoculare sulla popolazione infantile oltre 10 vaccini obbligatori, senza avere nessuno studio o trials clinici che ne garantiscano la sicurezza.
Quindi potevamo perdere anche questa sperimentazione? Ovviamente no, e infatti il nostro Paese è stato tra i primi in Europa e nel mondo ad avviarla.
Sono diverse le città scelte per le sperimentazioni (che sono già avviate): Milano, Prato, l’Aquila, Bari, Matera sono le cinque città dove il Ministero dello Sviluppo Economico ha fatto partire la sperimentazione del 5G, alle quali si sono aggiunte Roma e Genova.  
Città distribuite lungo tutto lo stivale che permetteranno di testare al meglio le potenzialità della nuova tecnologia e mettere alla prova le capacità degli operatori italiani di realizzare un’infrastruttura tecnologicamente all’avanguardia nel giro di pochi mesi.

Frequenze & appalti
Il governo Conte, quello del grande "cambiamento", ha appaltato le frequenze del 5G.
Le frequenze in gioco sono: 700 MHz, 3.700 MHz e 26 GHz.
Ad accaparrarsi i blocchi i soliti noti: Iliad, Telecom, Vodafone, Fastweb e Wind-Tre.
I 700 MHz sono andati a Iliad, Vodafone e Telecom. 
I 3.700 MHz sono andati a Telecom, Vodafone, Wind-Tre e iliad
I 26 GHz invece a Telecom, Iliad, Fastweb e Wind-Tre 

Soltanto Telecom e Vodafon hanno investito 4,8 miliardi di euro!
Il governo ha fatto Bingo perché è stato ampiamente superato l'obiettivo minimo: l'asta per il 5G porterà ben 6,55 miliardi di euro, oltre 4 miliardi in più dei 2,5 miliardi preventivati come soglia minima!

Infrastrutture per 5G
La nuova tecnologia impiegherà un’infrastruttura differente rispetto a quella del passato (a livello d’antenne e non solo) e protocolli comunicativi in grado di garantire una maggior capacità di banda, una maggior velocità di connessione e una minor latenza.
Vi sarà quindi l’implementazione di «piccole cellule», di cui si ignora il numero, ma sicuramente elevatissimo, che non andranno a sostituire le altre, ma a sommarsi alle attuali reti wireless in uso da Telecom (17.000), Vodafone (altrettanti), Wind Tre (26.000).
In Italia complessivamente ci sarebbero già 60.000 antenne di telefonia mobile, con quelle per il 5G raggiungeremo un numero folle.
Le antenne del 5G dovranno per forza di cosa crescere come funghi in ogni dove.
Attualmente le antenne per la telefonia sono distanti tra loro qualche centinaio di metri o qualche chilometro, per la nuova tecnologia dovranno essere presenti ogni cento metri e anche meno.
Le città e le campagne saranno invase da antenne: tetti, alberi, lampioni, campanili, ecc.

Ma tutto questo è per il nostro stile di vita, per il nostro ben-essere.
Pensate: potremo guidare la nostra autovettura seduti comodamente sul water di casa, mentre sorseggiamo una tazzina di caffè macchiato. Oppure potremo farci controllare a distanza la prostata dal medico urologo, grazie ad una app dello smartphone e un piccolo sensore che va infilato nel retto collegato al cellulare con cavo usb, e questo anche se il dottore è in vacanza e si sta rilassando alle isole Fiji. Ma sarà anche possibile, sempre dal cesso ma questa volta dell’ufficio, controllare se nel frigo di casa vi sono alimenti scaduti; se per esempio dobbiamo fermarci a comprare il latte parzialmente scremato con il quale macchiamo il caffè che beviamo alla mattina sopra il water…
Questa sì che è tecnologia!

Armi ad energia diretta
L’esercito statunitense ha sviluppato un sistema di controllo della folla non letale, chiamato «Active Denial System» (ADS). Dei veri e propri cannoni portatili montati su camion sparano onde millimetriche a radiofrequenza nella frequenza dei 95 GHz (esattamente lo spettro che rientra nel 5G) in grado di penetrare l’epidermide di 0,4 mm delle persone, producendo istantaneamente un’intollerabile sensazione di riscaldamento che li porta alla fuga.

Esattamente come il forno a microonde che purtroppo ancora molte persone usano in cucina, questi cannoni militari vanno a scaldare gli strati di acqua contenuta sotto la pelle…
Quindi per dare avvio al «Progetto 5G», migliaia di antenne, cioè piccoli cannoni («armi non letali»), saranno disseminati nelle città di tutto il mondo.
Quale sarà l’effetto sulla salute pubblica di un bombardamento costante di microonde? L’effetto sugli animali lo sappiamo già…

5G e la strage degli innocenti (uccelli)
In giro per il mondo si stanno verificando delle cose molto strane.
Casualmente nelle città scelte per la sperimentazione del 5G avvengono delle morie di uccelli da film di Hitchcock.
A Roma oramai lo hanno definito «l’incubo storni», in pratica uccelli dal cielo cadono stecchiti in terra come le mosche. Un vero e proprio disastro sia per i residenti che per gli automobilisti.
La stessa stranissima cosa sta avvenendo anche a l’Aquila.
Sono in corso indagini, ma al momento gli esperti interpellati non sanno dare nessuna spiegazione, anche perché forse non stanno seguendo la pista giusta, quella delle microonde!
La realtà è che migliaia di uccelli precipitano dal cielo…
Sappiamo benissimo che le onde possono disturbare seriamente l’orientamento spaziale degli animali che usano da sempre il campo magnetico terrestre (uccelli migratori, cetacei, delfini, ecc.).
Qui però gli uccelli vengono letteralmente stecchiti sul colpo!

Il mistero della Smart-Dust
Si chiama «Polvere intelligente» (smart-dust) e il Pentagono l’ha definita «la tecnologia strategica dei prossimi anni».[1]
Si tratta di un “pulviscolo intelligente” composto da miliardi di microscopici computer, della dimensione di un millimetro cubo, in grado però di incorporare sensori elettronici, capacità di comunicare via onde radio, software e batterie.
Questa “polvere” in grado di captare calore, suoni e anche movimenti, si può disperdere su territori immensi, anche grazie all’avio dispersione in cielo (tramite le scie chimiche).

Quando si parla di ricerche militari fantascientifiche il nome DARPA, braccio scientifico del ministero della Difesa, non manca mai. Dietro la smart-dust infatti c’è la «Defense Aduanced Research Projects Agency» (Darpa), l’Agenzia potentissima che ha inventato, tra le altre cose, Internet.
Per la polvere magica la Darpa si è affidata al dipartimento di ingegneria elettronica e informatica di Berkeley!
La rivoluzione di questi microsensori diffusi nell’ambiente «diventerà la primaria fonte di superiorità nei sistemi di armamento», come hanno candidamente dichiarato nel sito ufficiale www.darpa.mil.
Il problema è che la smart-dust abbinata sinergicamente alla tecnologia 5G potrà rappresentare il pericolo numero uno per la libertà, perché fornirà gli strumenti perfetti per il controllo globale assoluto.
Come sempre, purtroppo la realtà supera ogni più fervida immaginazione…

Conclusione
Dopo quanto detto diventa di vitale importanza impedire lo sviluppo della quinta generazione.
Rifiutiamo telefoni, smartphone e qualsiasi altro apparecchio e/o elettrodomestico nato per il 5G, o anche solo predisposto e implementabile alla nuova tecnologia militare!
Il nostro futuro e quello dei nostri figli lo abbiamo nelle nostre mani oggi.
Ricordiamo che i bambini sono gli esseri (come gli animali) più a rischio di ammalarsi, proprio perché si trovano nella fase delicata di crescita e di sviluppo.
Sarà un caso ma nel nostro paese i tumori in età pediatrica stanno crescendo a ritmo pandemico, e l’Italia vanta il triste primato a livello europeo.
Se non vogliamo avere il primato di mortalità infantile anche a livello mondiale, pensiamoci molto seriamente e subito…

 

Per maggiori informazioni

http://www.tankerenemy.com/2007/09/smurt-dust-ecco-la-polvere-che-spia.html?m=1

http://www.nogeoingegneria.com/tecnologie/sistemi-radar/smart-dust-una-griglia-di-controllo-globale/

[1] «Smart-Dust: ecco la polvere che spia», Federico Rampini «La Repubblica» del 31 ottobre 2002