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Marcello Pamio

Luca Zaia, il diversamente-statista che occupa Palazzo Balbi, dopo aver distrutto e devastato il Veneto dal punto di vista economico, ora vorrebbe costringere 5 milioni di veneti (o almeno il 60% del totale) a scaricare l'app per tracciare i contatti! La scusa: gestire al meglio la Fase 2 del ritorno alla cosiddetta “normalità”.

Il genio leghista è passato da “Roma ladrona” al modello Corea che “permetterà di tracciare i contatti di tutte le persone che nella difficoltà della fase due risulteranno positive al Coronavirus”.
Dopo il distanziamento e l'isolamento sociale, i guantini in lattice, l'amuchina e le ridicole mascherine di cartone Zaia annuncia di voler fare un ulteriore passo in avanti. Passo che certamente lo farà precipitare nel baratro sociale e politico. Vuole l'app per i residenti in Veneto per seguire gli spostamenti delle persone al fine di tracciare i contatti di chi risultasse positivo.

Il Veneto, da “paroni a casa nostra” è diventato lo zerbino del governo illegittimo e golpista di Roma.
Sarà estremamente interessante vedere come riuscirà nell'intento, tenendo conto che da una parte non tutti hanno uno smartphone e dall'altra non può certo costringere le persone a farlo, come pure non può mantenere sequestrati i cittadini dentro il proprio domicilio.

Dovrà utilizzarla il 60% delle persone e in quanto dispositivo volto a garantire la salute pubblica per quanto mi riguarda sarà obbligatoria. Se noi passeggiamo per strada un vigile può controllare che abbia guanti e mascherine e poi chiedere di vedere il telefono, per verificare che la app sia accesa”.

Avete capito? Avremo per le strade vigili-sceriffo che in dialetto che potranno ordinare al pensionato fermo ad osservare i lavori in cantiere con le mani dietro la schiena, di estrarre lentamente dai pantaloni, e con solo due dita guantate, il telefono.
Questa applicazione funziona con tecnologia Bluetooth quindi è in grado di registrare gli incontri di due smartphone di una durata maggiore di 15 minuti a una distanza inferiore ai due metri.
Qualora una persona risultasse positiva sarà possibile avere nomi e cognomi dei suoi contatti per sottoporli a tampone.

Traduco uno dei possibili scenari: Mario è una persona sanissima che cammina tranquillamente per le vie di Treviso e disgraziatamente in piazza incontra l'amica Rosaria che, più di un mese fa è risultata positiva al tampone (senza però avere alcun sintomo). Automaticamente parte dal cellulare la segnalazione alle istituzioni sanitarie e alle forze di polizia che andranno a casa dell'ignaro Mario, il quale bestemmiando (sempre in lengua veneta), aprirà la bocca per farsi prelevare un campione di saliva dall'infermiere scortato dai militare. Stessa fine anche tutti i suoi parenti!

Forse il governatore Zaia ha confuso il modello coreano con quello di uno Stato di polizia perenne!
Un futuro squallido in cui le persone si autoisoleranno sempre di più, evitando qualsiasi relazione e contatto umani.
E' questo il futuro che Zaia vuole per i suoi cittadini.

Bill Gates sta lavorando ad una criptovaluta globale: il suo numero è 666

di Cesare Sacchetti - https://lacrunadellago.net/2020/04/18/bill-gates-sta-lavorando-ad-una-criptovaluta-globale-il-suo-numero-e-666/

Una centrale operativa che crea una criptovaluta che viene distribuita alle persone in base alla loro attività corporea.
Non si tratta di un prodotto della fantasia letteraria di Isaac Asimov, ma di un progetto al quale sta lavorando la Microsoft di Bill Gates.
Gli scienziati della multinazionale americana hanno difatti recentemente depositato il brevetto per sviluppare una valuta digitale di questo tipo.
L’idea alla base di questa invenzione è quella di creare una criptovaluta che sia collegata ai corpi fisici delle persone.

Come funzionano le criptovalute?
Prima di capire a cosa sta lavorando la Microsoft, è necessario spiegare brevemente cosa sono le criptovalute.
Le criptovalute sono delle valute digitali piuttosto differenti dalle tradizionali monete fiat che larga parte del pubblico è abituato a conoscere.
Per monete fiat si intendono tutte quelle valute, ad esempio l’euro e il dollaro, che vengono emesse direttamente da una banca centrale che ha il monopolio esclusivo di creazione di questa valuta.

Le criptovalute invece si basano generalmente sul principio opposto, ovvero quello della decentralizzazione, dove non esistono degli istituti che detengono la capacità esclusiva di creare moneta.
Molte di queste si basano sulla tecnologia della blockchain, ovvero delle catene di blocchi che sono collegate le une alle altre.
All’interno di questa catena, esiste una sorta di grande libro contabile, chiamato ledger, che riporta tutte le transazioni effettuate dagli utenti.
Chi volesse creare bitcoin dal nulla, può farlo solamente estraendo bitcoin da questa catena di transazioni.

Il funzionamento quindi è decentralizzato a differenza di quanto avviene per le classiche valute fiat, dove l’emissione è appunto centralizzata.
Ma questo non esclude che sia possibile creare una criptovaluta la cui emissione sia esclusivamente regolata da un istituto centralizzato, come ha proposto recentemente il ministro delle Finanze francesi, Bruno Le Maire.
Ma perchè a Bill Gates interessa tanto la creazione di una criptovaluta?

L’idea di Microsoft: la criptovaluta collegata al corpo umano
Nel brevetto depositato dagli scienziati di Microsoft, l’idea è quella di creare una criptovaluta che interagisca direttamente con il corpo umano.

A pagina 4 della presentazione tecnica del progetto è spiegato sostanzialmente come funzionerebbe questa valuta digitale.
“Ad esempio, un’onda celebrale o il calore corporeo emesso da un utente quando questo esegue il compito assegnato da un fornitore di server, come guardare la pubblicità o utilizzare alcuni servizi di Internet, può essere usato nel processo di estrazione della criptovaluta. Piuttosto che il massiccio lavoro computazionale richiesto da alcuni sistemi di criptovalute convenzionali, i dati generati basati sulla attività del corpo possono diventare una prova del lavoro svolto, e pertanto, un utente può risolvere inconsciamente il difficile problema di calcolo computazionale.”

In altre parole, in base a questa idea le persone quando fanno una qualsiasi attività quotidiana, dall’andare al lavoro o fare la spesa, riceverebbero automaticamente questa criptovaluta.
Sostanzialmente, il sistema centralizzato che crea questa valuta rileva le attività corporee delle persone e distribuisce moneta in base ai compiti svolti dalla persona.
Tutti quanti nel mondo quindi potrebbero essere virtualmente allacciati a questa sorta di Matrix che assegnerebbe criptovalute solamente a chi esegue le attività assegnate ed esclusivamente a chi è collegato al sistema.

Nella spiegazione tecnica di come funzionerebbe il sistema operativo, c’è allegato persino una sorta di schema esplicativo.
Le persone, in basso a sinistra, sono collegate alla centrale, in alto a destra, definita “sistema della criptovaluta” che produce appunto la valuta digitale e la distribuisce attraverso una rete di comunicazione.

Lo schema allegato nel brevetto della criptovaluta di Microsoft

Ma come fa il sistema in pratica a dare questa moneta agli utenti collegati?
La risposta arriva nelle righe successive della relazione.
“Un sensore legato comunicativamente o inserito nell’apparecchio dell’utente può rilevare l’attività corporea della persona. L’attività corporea della persona può essere generata in base a quella rilevata della persona. Un sistema di criptovaluta collegato all’apparecchio (telefoni cellulari, computer o laptop ndr) di una persona può verificare se l’attività corporea soddisfa le condizioni richieste dal sistema, e assegnare la criptovaluta alla persona la cui attività corporea è stata verificata.”

In altre parole, il sistema che crea la criptovaluta può decidere se pagare ad una persona una quantità di moneta digitale in base alla sua attività corporea.
Se il sistema, per una qualsiasi ragione, ritiene che qualcuno non stia eseguendo correttamente l’attività assegnata, quella persona non riceverebbe nulla.
Così, ad esempio, se qualcuno va a lavorare ma non soddisfa i requisiti della centrale operativa, non avrà nessuna quantità di valuta digitale.

Oppure, come citato dalla stessa relazione, se qualcuno non guarda abbastanza pubblicità in TV, resta a secco di moneta.
Tutti dipenderebbero da questo sistema digitale che potrebbe essere la futura base per creare una valuta globale digitale.
Per essere collegati alla centrale occorre un cellulare o un computer, ma dal momento che si sta parlando di Bill Gates il pensiero non può non andare a ID2020, il progetto di identità digitale basato sul microchip finanziato proprio dal padre di Microsoft e dai Rockefeller di cui si è parlato in un precedente contributo.

Il microchip sottocutaneo potrebbe essere lo strumento ideale per collegare una persona a questo sistema che produce valuta globale.
Chi vuole spendere la moneta del futuro, dovrà pertanto essere collegato al computer centrale altrimenti non avrà la possibilità nè di vendere nè di comprare.
Ma l’aspetto più inquietante che riguarda il progetto sta nel suo numero di brevetto: 060606. 666.

Può sembrare incredibile, ma è proprio questo il numero che è stato scelto.
Per chi non avesse familiarità con questo numero, è opportuno citare il celebre passo di Giovanni dall’Apocalisse.

“Faceva sì che tutti, piccoli e grandi, ricchi e poveri, liberi e schiavi ricevessero un marchio sulla mano destra e sulla fronte; e che nessuno potesse comprare o vendere senza avere tale marchio, cioè il nome della bestia o il numero del suo nome. Qui sta la sapienza. Chi ha intelligenza calcoli il numero della bestia: essa rappresenta un nome d’uomo. E tal cifra è seicentosessantasei.”

Giovanni descrive una società dove non sarà possibile nè comprare nè vendere senza indossare il marchio che assomiglia molto al microchip sottocutaneo. Questo sistema totalitario sarà contraddistinto da un numero di riferimento: 666.
Bill Gates e le élite quindi stanno lavorando alla moneta globale che sarà possibile usare solo attraverso il microchip?
La risposta sta ai lettori, ma il mondo globalista contemporaneo inizia a mostrare delle similitudini inquietanti con quelle descritte dall’apostolo di Cristo.

A cura di Cesare Sacchetti - https://lacrunadellago.net/2020/04/18/bill-gates-sta-lavorando-ad-una-criptovaluta-globale-il-suo-numero-e-666/

Marcello Pamio

Il 4 maggio l’UE ospiterà una Conferenza internazionale per finanziare il vaccino”.
L’annuncio arriva dalla presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, proprio colei che vorrebbe tener segregati i vecchi pensionati italiani in casa fino all'anno prossimo!
I burocrati ci tengono a fare sapere ai sudditi che “ci vorrà ancora del tempo perché tutto possa tornare alla normalità”. Semmai torneremo alla “normalità”...

La Commissione ragiona alla rimozione delle misure d’emergenza prese dagli Stati membri, ma è evidente (per loro) che senza un vaccino non si potrà ritornare al punto di partenza.
Proprio per questo motivo il 4 maggio prossimo ci sarà una videoconferenza “per il finanziamento delle spese per il vaccino”.
Gli ospiti invitati: Global Preparedness Monitoring Board, Wellcome Trust, Gavi e CEPI e l'immancabile Fondazione Bill and Melinda Gates.
Li abbiamo già conosciuti più volte in passato, ma è bene capire chi sono:

  • Global Preparedness Monitoring Board (GPMB) è un organismo indipendente nato per gestire le crisi sanitarie globali e composto da leader politici, direttori di agenzia ed esperti a livello mondiale. Tra i membri figurano il dott. Chris Elias, presidente del Programma di Sviluppo Globale della Fondazione Bill & Melinda Gates che mira ad accelerare la consegna di vaccini. Tale programma si concentra su cinque aree: Pianificazione familiare (leggasi aborti); salute materna, neonatale e infantile; nutrizione; polio e ovviamente vaccini per tutti. Il dottor Anthony S. Fauci, direttore dell'Istituto nazionale di allergie e malattie infettive (NIAID) presso il National Institutes of Health degli Stati Uniti. È uno dei principali consiglieri della Casa Bianca e del Dipartimento della salute e dei servizi umani e uno dei massimi esperti che spinge alla vaccinazione di massa.
  • Wellcome Trust è una fondazione politicamente e finanziariamente indipendente che supporta le ricerche sulla salute. Dispone di un portafoglio di investimenti di 26,8 miliardi di sterlire. Nel 2017, il Trust ha stretto una partnership con il BARDA, Ricerca biomedica avanzata del governo degli Stati Uniti e Autorità per lo sviluppo, con il Ministero federale tedesco per l'Educazione e la ricerca (BMBF), con il Dipartimento di Sanità e assistenza sociale (DHSC) del governo britannico e con la Fondazione Bill & Melinda Gates
  • Gavi the Vaccine Alliance è un'organizzazione internazionale nata nel 2000 con lo scopo ufficiale di vaccinare l'intero pianeta. I suoi principali partner sono l'OMS, l'UNICEF, la Banca mondiale e la Fondazione Bill & Melinda Gates.
  • CEPI (Coalition for Epidemic Preparedness Innovations) è una fondazione nata a Davos nel 2017 che usa i finanziamenti di organizzazioni pubbliche, private, filantropiche per finanziare progetti di ricerca indipendenti per lo sviluppo di vaccini. Viene finanziato dalla Fondazione Bill and Melinda Gates.

Ricapitolando e riassumento, le cinque organizzazioni invitate alla conferenza internazionale per finanziare il vaccino sono: Bill Gates, Bill Gates, Bill Gates, Bill Gates e infine Bill Gates.
Quindi un unico e pericoloso individuo è praticamente in mezzo a tutti i gruppi e organizzazioni che lavorano per sfornare un vaccino che sarà poi inoculato a miliardi di persone in tutto il mondo!


Marcello Pamio

Grazie all'emergenza sanitaria il controllo delle masse ha ricevuto linfa vitale come non era mai accaduto prima nella storia dell'umanità.
La chiamano “pandemia” anche se nel sito del CDC (Centro di controllo delle malattie di Atlanta) vengono elencate come “Pandemics” la Spagnola del 1918, l'Asiatica (H2N2 - morti da 50 a 100 milioni) del 1957-1958, l'Influenza di Hong Kong (H3N2 - oltre 1 milione di morti) del 1968 e infine la cosiddetta Influenza Suina (H1N1 - da 100 a 400 mila morti solo il primo anno) del 2009.
Nessun riferimento al Coronavirus. Forse perché devono ancora aggiornare il sito proprio a causa del lockdown imposto per la pandemia?

Comunque sia, quando finiranno di installare il 5G (e non a caso gli operatori delle telecomunicazioni hanno potuto lavorare indisturbati durante la gravissima "pandemia") si potranno attivare telecamere con sensori biometrici a riconoscimento facciale, scanner termici e tutto quello che serve per il controllo elettronico, tra cui, come scritto più volte anche le app per lo smartphone.

Detto fatto, eccola qua e si chiamerà Immuni,un'applicazione “contact tracing”, in grado di tracciare i contatti. La definiscono necessaria per tenere sotto controllo la diffusione del virus durante la cosiddetta Fase 2.

Leggendolo da un'ottica differente servirà per tracciare le masse.

La società Bending Spoons di Milano, spuntata dal nulla, ha ceduto gratuitamente la licenza d'uso al governo italiano, e il commissario straordinario per l'emergenza sanitaria Domenico Arcuri ha quindi subito firmato l'ordinanza con cui dispone la stipula del contratto.
Ovviamente si sono affrettati a dire che “non sarà obbligatoria” ma scaricabile in modo volontario.

Immuni si compone di due parti, la prima è un sistema di tracciamento dei contatti che sfrutta il Bluetooth.
Non tutti sanno che attraverso la tecnologia Bluetooth è possibile infatti rilevare la vicinanza tra due smartphone entro un metro. Poi l'app ripercorrerà a ritroso tutti gli incontri di una persona risultata positiva al Covid-19, così da poter rintracciare e isolare i potenziali contagiati.

Quando il suddito la scarica, infatti, il software conserva sul cellulare una lista di codici identificativi anonimi di tutti gli altri dispositivi ai quali è stato vicino.

Ecco come dovrebbe funzionare nella pratica: se per esempio Luigi di Maio risultasse positivo al tampone, non solo tutti i contatti della sua rubrica ma anche tutte le persone che si sono avvicinate a lui nel raggio di un 1 metro (magari in treno, in Parlamento o al Ministero, in un ristorante o per le vie di Roma) verranno gentilmente e gratuitamente avvisate da un messaggino che ricorda loro di essere state potenzialmente a rischio virus!

A questo punto entra in gioco la seconda funzione della app: un registro di tutte le informazioni sensibilissime dell'utente: sesso, età, addirittura malattie pregresse, assunzione di farmaci, ecc.
Tale diario deve essere aggiornato costantemente da parte dell'utente con qualsiasi eventuale sintomo e/o malattia.

Avete capito cosa stanno combinando? Dopo che ti è arrivato il messaggino con il warming della possibile esposizione (per colpa di Luigi), se ti viene un colpetto di tosse, è ovvio che non è un banale colpo di tosse ma una potenziale infezione polmonare letale. Quindi dovrai correre dal medico a fare il tampone o l'esame sierologico (per la modica cifra di 49 euro), il tutto per la tua sicurezza. Oppure se un giorno dopo aver visto Burioni in tv ti viene una fetida scarichetta diarroica, la causa non è la faccia da sberle del virologo, ma il virus che potrebbe dai polmoni essere sceso a colonizzare il Sistema Nervoso Enterico, cioè gli intestini. Quindi dovrai correre di nuovo a fare in questo caso DUE tamponi, quello fecale e quello per il Sars-Cov-2.

Eccolo qua il sistema geniale per controllare la diffusione del virus nella Fase 2!

Complimenti agli esperti governativi, i quali ci dicono che per essere efficace, Immuni dovrà essere scaricata almeno dal 60% degli italiani (anche per l'app quindi esiste una immunità di gregge?), non specificando se il riferimento è all'intera popolazione o ai possessori di uno smartphone.

Si sono dimenticati di dirci infine che la terza funzione dell'app inizierà quando sarà pronto il vaccino...
Questa terza fase potremo chiamarla, per usare un linguaggio cinematografico, la “mietitura del gregge”, perché tutte le pecore iscritte al programma saranno sicuramente le prime a mettersi in coda per essere vaccinate...

Marcello Pamio
Centinaia di milioni di persone chiuse dentro casa da settimane per impedire una epidemia, che stando ai numeri sta facendo molti meno morti di tantissime altre epidemie e/o malattie.

Stiamo parlando di persone sane che sono state segregate dentro le mura domestiche per impedire la pandemia. Non era mai era successo prima: la quarantena infatti riguardava i malati e tutt'al più i parenti dei malati. Non certo un intero paese!

Ovviamente lo sanno anche i bambini che se tiri troppo la coperta da una parte, l'altra si scopre, e la gente infatti ha iniziato a mangiare la foglia...

Le persone iniziano a capire che sotto-sotto ci sono altre motivazioni che hanno spinto alla chiusura totale di un paese come l'Italia, facendolo precipitare nelle fauci di una dittatura spaventosa. Motivazioni che poco ci azzeccano con un piccolissimo esponente della famiglia dei coronavirus.

Ma grazie a questa "agente" e soprattutto grazie alla paura del contagio e quindi al panico della morte, infatti stanno cercando di cambiare la mente, il cervello e lo stile di vita dell'uomo. Desiderano un cambio antropologico e spirituale.

Sta a noi accettare o meno questa narrazione da film di fantascienza.

Vogliamo un mondo dove le persone sono sempre più isolate con mascherine e guanti perenni e dove i bambini studiano a casa grazie al 5G.

Un mondo ipertecnologico dove miliardi di persone vengono tracciate da app, e tramite scanner termici e telecamere con riconoscimento facciale (controllo elettronico grazie al 5G) vengono anche identificate?

Un mondo simile ad uno stato di polizia, dove le forze dell'ordine, l'esercito e i droni saranno in grado di controllare le strade e i cieli per far rispettare le quarantene che saranno applicate periodicamente (ai primi colpi di tosse...)?

E' questo che vogliamo per noi e per i nostri figli? Un futuro dove una persona che non ha il libretto vaccinale apposto e il certificato di negatività ai virus non potrà andare dove vuole e non potrà neppure lavorare...

Ricordo che un mondo in preda all'ansia e alla paura è un mondo destinato ad estinguersi...

Per fortuna, come dicevo, la gente non è tutta anestetizzata e in alcuni paesi le persone hanno iniziato a scendere nelle strade per far capire al Sistema che oramai il Re è nudo, che la gente inizia a vedere il trucco e la magia degli "illusionisti".

Dalla Francia alla Germania passando per l'America. Negli States per esempio migliaia tra automobili, camion e veicoli commerciali si sono uniti nella protesta chiamata “#OperationGridlock”, organizzata da un gruppo conservatore chiamato Michigan Conservative Coalition Wednesday.

Lo scopo della manifestazione era bloccare le strade di Lansing, capitale dello Stato del Michigan andando contro l'ordine “Stay Home” della quarantena del coronavirus.

Siamo tutti preoccupati per chi è affetto da Covid-19. Si, molti dei comportamenti che ci hanno ricordato di usare sono buone pratiche: lavati le mani, copriti la bocca in caso di tosse e restare a casa se sei malato”, si legge in un post sul sito web del gruppo. “Detto questo Michiganders è stufo!" (ndt “michiganders” sono demoni per i nativi dello Stato del Michigan).
Migliaia di persone provenienti da tutto lo Stato si sono dirette nel Municipio per protestare contro il restrittivo ordine del governatore di “rimanere a casa” e hanno fatto sentire la loro voce e le trombe delle macchine.

Per il momento sempre più persone stanno facendo sentire il proprio malumore, ma cosa accadrà quando la perseveranza del regime supererà il limite di sopportazione dell'uomo?


Marcello Pamio

Una interessantissima newsletter di Bloomber datata 10 aprile 2020 ci racconta qual è l'impatto del Covid-19 sull'industria tecnologica globale.

Sembra proprio che l'emergenza coronavirus sia riuscita a mettere assieme i colossi rivali della Silicon Valley: Apple Inc. e Google Inc. hanno infatti rivelato la loro partnership per aggiungere tecnologia alle piattaforme smartphone in grado di avvisare gli utenti se sono entrati in contatto con una persona con Covid-19.

Le persone in teoria devono aderire volontariamente al sistema, ma il giochetto è potenzialmente in grado di monitorare almeno un terzo della popolazione planetaria!

La tecnologia, nota come “traccia-contatti” è progettata per frenare la diffusione del coronavirus avvisando gli utenti di mettersi in quarantena o di isolarsi dopo il contatto con un individuo infetto.

Venerdì le sue aziende hanno dichiarato di voler costruire la tecnologia nei loro sistemi operativi iOS e Android in due passaggi. A metà maggio aggiungeranno la possibilità per iPhone e telefoni Android di scambiare informazioni anonime in modalità wireless tramite app gestite da autorità sanitarie pubbliche. Questo significa che se un utente risulta positivo al Covid-19 gli utenti che sono entrati in prossimità con questo nei giorni precedenti verranno informati con messaggino. Tale periodo potrebbe essere di 14 giorni, ma le agenzie sanitarie potranno impostare l'intervallo di tempo a proprio piacimento...

Il secondo preoccupante passo richiede più tempo. Nei prossimi mesi aggiungeranno la tecnologia direttamente nei loro sistemi operativi in ​modo tale che il software di tracciamento dei contatti funzioni senza dover scaricare nessuna app. Avete capito?

Ricordo che l'iOS di Apple e Android di Google hanno circa 3 miliardi di utenti!

Ufficialmente il “traccia-contatti” è fondamentale per il cosiddetto “ritorno alla normalità”, perché potrà aiutare le autorità a contenere la riattivazione del virus man mano che le persone riprenderanno le normali attività. D'altronde chi non vuole tornare alla normali? Chi non vuole tornare a fare quello che faceva prima?

Per cui se anche perdiamo un po' della miserrima libertà che avevamo prima del lockdown, dov'è il problema, giusto?

La triste verità è che questo inquietante connubio tra i due mostri, dimostra senza alcun dubbio che l'era del totale e pervasivo controllo delle masse è iniziata!

Tratto da

https://www.bloomberg.com/news/articles/2020-04-10/apple-google-bring-covid-19-contact-tracing-to-3-billion-people

Marcello Pamio

Walter Ricciardi ex presidente dell'Istituto Superiore di Sanità nonché ex attore, oggi insegna Igiene alla Cattolica di Roma, figura nel comitato esecutivo dell'OMS ed è consulente del governo per l'emergenza.
Il baby attore prodigio che lavorò accanto a Mario Merola nella trilogia napoletana inaugurata da “L'ultimo guappo”, aveva lasciato la guida dell'ISS perché in odore di conflitto d'interesse con la lobby farmaceutica...

Intervistato da quasi tutti quotidiani nazionali, egli ci illumina affermando che per lui e anche per gli altri “scienziati” consulenti del ministro della salute, occorre più tempo per la ripresa.
Secondo Ricciardi la seconda fase (convivenza col virus) proseguirà per tutto il 2020 e sarà caratterizzata dal “distanziamento fisico e lavaggio delle mani fino a che non si troverà una terapia o un vaccino. Al ristorante sì, ma larghi”.
Non solo, “ora bisogna fare test allargati e mirati e col tracciamento tecnologico individuale potremmo liberare le persone che non hanno problemi”.

Interessante è osservare le peripezie e acrobazie dell'esperto dell'OMS...
Qualche settimana fa ha minimizzato i dati dell'evoluzione dei contagi, e per questo è stato criticato dal virologo Andrea Crisanti, mentre oggi il nostro, ci sta preparando psicologicamente al tracciamento elettronico, al distanziamento sociale e alla “patente di immunità”. Passeremo infatti dalla patente di guida a quella immunitaria: una certificazione che dovrebbe attestare l'immunità al coronavirus di una persona, rilevandone gli anticorpi nel sangue. Mille a questo punto sono le domande che sorgono spontanee: “Come è possibile verificare con certezza assoluta che un individuo è immune al coronavirus?”. E al contrario, se una persona non presentasse gli anticorpi siamo assolutamente certi che questa si ammalerà?...


Marcello Pamio

Nei dati ufficiali di morti per Sars-CoV-2 qualcosa non torna. Tante sono le cose che non tornano, partendo dai paesi vicini all'Italia.

  • In Francia (popolazione 67 milioni) i casi totali sono 83.080 con 10.869 morti
  • In Italia (popolazione 60 milioni) i casi totali sono 139.422 con 17.669 morti.
  • In Spagna (popolazione 47 milioni) i casi totali sono 152.446 con 15.238 morti.
  • In Germania (popolazione 83 milioni) i casi totali sono 113.296 con soli 2.349 morti

In Italia su circa 60 milioni di individui ci sono stati oltre 17.000 morti mentre i deceduti in Germania, su una popolazione di 80 milioni, sono stati solo 2300!
Rapportando il numero di morti all'intera popolazione risulta che in Germania c'è 1 morto ogni 35.000 persone, mentre in Italia 1 ogni 3400 persone.
Com'è possibile una così enorme differenza? Non può certo dipendere da virtuosismi nel contenimento e isolamento delle masse, visto che hanno anche loro tanti positivi, e allora da cosa dipende?

Se oltre 100 mila tedeschi sono risultati positivi al tampone ma ne sono morti solo 2300 le possibili ipotesi sono le seguenti:

  1. L'apparato sanitario tedesco funziona molto meglio del nostro?

Su questo non ci piove, visto che con 28.000 posti letto in terapia intensiva la Germania è la nazione che può contare del rapporto più favorevole rispetto alla popolazione. Stiamo parlando di 6 posti letto per ogni 1.000 abitanti. In Italia con soli 2,6 posti letto per ogni 1.000 abitanti, l'Ocse ci ha rifilati al 19° posto su 23 paesi europei...
Ma è solo una questione di posti letto?

  1. Forse i medici teutonici non catalogano tutti i morti come Covid-19 ma solo quelli che quasi sicuramente sono deceduti per il virus?

Questo è un punto cruciale perché se le tantissime persone ricoverate in ospedale e poi morte per gravissime patologie come cancro, malattie cardiovascolari, renali e dismetaboliche venissero registrate come Covid-19, allora starebbero scientemente e delinquenzialmente facendo lievitare i numeri! Se questo fosse vero, e stando ai numeri assurdi italiani probabilmente lo è, la domanda cruciale è per quale motivo lo fanno?
Tali manovre sono dovute a semplice ignoranza o c'è invece dolo?
Tutto questo baillame qui prodest? A chi giova distruggere completamente il tessuto industriale dell'Italia, facendoci passare per la culla infettiva del pianeta?


Marcello Pamio

Il nome può ingannare perché suona morbido e sofficioso, in realtà il “cloud” è una vera e propria fortezza. A dirlo è Brad Smith Presidente di Microsoft.
Il termine “cloud” in italiano significa letteralmente “nuvola” ed è uno spazio di archiviazione personale che risulta essere accessibile in qualsiasi momento e luogo attraverso una connessione a internet.
Il cloud storage e cloud computing sono il servizio e l'utilizzo della conservazione e sincronizzazione di tutti i nostri dati, file e documenti nella nuvola, con il vantaggio di poterli visionare, scaricare, modificare, senza il bisogno di un hard disk esterno o penna USB.

Servizio permesso da un insieme di computer o server che possono anche essere sparsi nel mondo, in grado di sfruttare al massimo le possibilità offerte dalla rete e la capacità dei calcolatori.
Ma ogni cosa utile nasconde sempre il suo rovescio...
E' possibile avere uno spazio pressoché illimitato presso i server di alcuni gestori come Dropbox, Amazon Cloud Drive, Google Drive, Microsoft One Drive, Mega, iCloud.

Questi sono i più diffusi data center del mondo, anche se i Big Three sono Google, Microsoft e Amazon. Milioni di metri quadri di impianti, controllati climaticamente da colossali generatori elettrici, batterie e accumulatori, con porte e recinzioni a prova di proiettile e muri a prova di bomba. Sono più simili a basi militari supersegrete che a strutture informatiche. Forse perché siamo nel “tempio dell’epoca dell’informazione e la pietra angolare delle nostre vite digitali”? Così viene descritto il tempio da Brad Smith, presidente e general counsel di Microsoft e Carol Ann Browne nel loro libro: “Strumenti e armi: la promessa e il pericolo dell'era digitale”.
Stiamo parlando di migliaia di potentissime macchine connesse alla velocità più elevata possibile a internet

La nuvola è sempre più grande
Il mondo continua a generare volumi massicci di dati digitali: nel 2018 ne sono stati creati 33 Zettabyte e tale boom di dati è destinato a proseguire senza soste!
La previsione è che nel 2035 la quantità totale mondiale arriverà a 2.100 zettabyte.
Chi conserverà mai tutti questi dati? Ovviamente i cloud!
La scala dell'unità di misura dei bit è la seguente: Kilobyte, Megabyte, Gigabyte, Terabyte, Petabyte, Exabyte, Zettabyte e Yottabyte.

Tanto per capirci 1 Zettabyte corrisponde a 1 trilione di Gigabyte, cioè mille miliardi di Gigabyte (1000.000.000.000 Gb.
I 33 zettabyte raggiunti a fine 2018 equivalgono allo spazio contenuto in 660 miliardi di dvd Blu-Ray o a 330 milioni dei maggiori hard drive oggi esistenti.
Come potete immaginare stiamo parlando di una nuvola immensa...

Sicurezza e privacy dove le mettiamo?
Tutti questi dati sono fisicamente dentro il computer di qualcun altro, quindi come possono i clienti stare tranquilli? Ovviamente la risposta è semplice: non si può stare tranquilli.
Anche se i venditori di cloud storage, per ovvi motivi, si impegnano a preservare l’integrità dei file, può sempre succedere qualcosa ai server...
Questi colossi incubano nelle viscere dei super serve attività di ogni tipo, anche quelle di un potenziale concorrente. L'esempio di Netflix è illuminante, dato che la sua piattaforma video usa i servizi di Amazon Web Services, il quale ha il suo servizio di streaming video, Prime Video, dichiaratamente concorrente di Netflix...

Se un giorno Amazon decidesse che per Netflix non c’è più posto, per cui se vuole continuare a usare i suoi servizi dovrà pagare molto di più?
E se un giorno in piena emergenza globale i CEO dei Big Three ricevessero dall'alto l'ordine di cancellare nei loro server tutti i dati e i video contenenti certe informazioni o certe parole?
La cosa certa è che chi controllerà la nuvola in internet controllerà il web e quindi l'intero mondo!


Marcello Pamio

Nel lontano 1951 Ray Bradbury scrisse il romanzo di fantapolizia “Fahrenheit 451” (uscito poi nel 1953).
Narra di un futuro distopico nel quale leggere o possedere libri è considerato un reato gravissimo.
I pompieri esistono ancora ma non per spegnere incendi, bensì per appiccarli in tutte le case contenenti libri, spesso con i loro proprietari dentro...
La cultura e l'informazione sono abominii da sradicare con le fiamme: “I libri sono soltanto un mucchio di spazzatura, non servono a niente..."
Da qui il titolo “Fahrenheit 451”, che sta a significare la temperatura alla quale brucia la carta secondo la scala usata nei paesi anglosassoni, corrispondente a circa 232° Celsius.

Fahrenheit ha numerose analogie con un altro memorabile romanzo: “1984” di George Orwell scritto nel 1948.
In entrambe le storie vi è la delazione (denuncia) persino tra familiari, anche se in “1984” essa è inculcata fin da bambini e considerata positiva, in Fahrenheit 451 è solo una prassi comune.
In Fahrenheit lungo le strade vi sono le “cassette degli spioni”, dove la gente in totale anonimato denuncia il vicino, l'amico o anche il parente. Le denunce saranno poi prese in carico dai pompieri...

Nei due romanzi hanno un ruolo centrale la censura e la manipolazione dell'informazione, anche se organizzata in modo differente. Nel mondo di Orwell esistono ancora i libri ma tutte le notizie vengono costantemente rimaneggiate da parte di un ministero delegato e la televisione è l'unico mezzo di comunicazione obbligatorio, al punto che non si può nemmeno spegnerla!

La realtà supera la fantascienza
Libri profetici, visionari che descrivono il degrado di una società anestetizzata e totalmente addormentata dalla tecnologia e dalla paura, dove mancano gli ideali e soprattutto i sentimenti.
Ma nemmeno Bradbury e Orwell avrebbero potuto immaginare una realtà come la nostra.
Oggi grazie alla pandemia, il controllo si sta facendo sempre più pervasivo e la censura sempre più pressante sotto tutti i punti di vista. Stanno approfittando della ghiotta occasione per stringere il cappio mortale attorno ad ogni libertà.
Per esempio un medico non può in Scienza e Coscienza esternare il suo pensiero o condividere la propria esperienza, se queste non combaciano perfettamente col paradigma scientista imposto per dogma, pena la radiazione. Bloccando i medici vogliono impedire di fatto la libertà di scelta terapeutica!
Un giornalista oggi non è libero di scrivere un articolo, se il tema trattato non è basato su “fonti accreditate”. Per fonti accreditate si intendono le veline veicolate dalle lobbies della chimica e farmaceutica.

Quindi chiunque condivida su Facebook o su Whatsapp una notizia che esca da quanto appena detto subirà la delazione e la gogna mediatica.
Sembrano esagerazioni? Purtroppo no, è notizia di oggi che l'Agcom, l’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni, (vedi documento ufficiale) ha inserito all’interno del monitoraggio delle iniziative di auto-regolamentazione delle piattaforme on-line volte a contrastare la disinformazione sulle tematiche Covid-19, un progetto proposto da Facebook, basato sulla sperimentazione di un nuovo servizio di fact-checking su WhatsApp relativo a notizie e informazioni riguardanti il nuovo coronavirus.

La proposta esce direttamente da Facebook, che così facendo ha finalmente tolto la maschera sulle vere intenzioni del colosso di Melro Park, e riguarda anche l'applicazione messaggistica Whatsapp, acquisita qualche anno fa per 19 miliardi di dollari.

In breve se una persona riceve un’informazione sul Covid-19 potrà inoltrarlo per una verifica al numero WhatsApp dedicato. Il “fact checker” invierà una notifica all’utente che ha trasmesso la richiesta e, in caso si tratti di una notizia falsa, pubblicherà il risultato dell’analisi sul sito web.
Avete capito come il Regime si sta muovendo? La “cassetta degli spioni” in Fahrenheit 451 si è trasformata in un molto più comodo e veloce messaggino Whatsapp.
Poi sarà il Ministero della Verità a sentenziare se sono Fake o notizie vere quelle trasmesse.
Se si tratta di fake allora spazio al pubblico ludibrio!
Forse è arrivato il momento di abbandonare i social come Facebook e la messaggistica come Whatsapp per trovare nuovi sistemi di comunicazione...


Marcello Pamio

Il momento è catartico: il governo federale statunitense sta nazionalizzando vaste aree dei mercati finanziari e la Fed mette a disposizione i soldi. Si avete letto bene! 
Con questa geniale operazione Trump fonde la Fed e il Tesoro in un'unica organizzazione. Quindi viene da chiedersi se il nuovo presidente della Fed sia Donald J. Trump.
In effetti la Fed sta dando al Tesoro l'accesso alla sua macchina da stampa.
Questo significa che l'amministrazione sarebbe libera di usare il proprio controllo per incaricare la Fed di stampare più denaro in modo da poter acquistare titoli e distribuire prestiti 
Quanto felici saranno i Rothschild?
Accomodatevi, perché ne vedremo delle belle....