Vai al contenuto

Opere d’arte ingegneristiche senza tempo

Marcello Pamio - 4 maggio 2025

Era da un po' che volevo parlare di tempo e soprattutto di orologi.
Negli ultimi anni sono passato da un interesse equiparabile a zero ad una vera e propria attrazione verso gli orologi meccanici. Non saprei spiegarne i motivi, anche se spesso me lo sono chiesto.
Più questa ammirazione cresceva e più si alimentava una profonda repulsione per gli obbrobri digitali (come gli smartwatch), che reputo un insulto non solo all'intelligenza ma anche alla bellezza! Perfetti esempi che rappresentano il momento attuale, dove il falso e l'orrido la fanno da padrone.
L'orologio meccanico non è un semplice misuratempo ma un'opera d'arte ingegneristica senza-tempo. Potremmo definirlo il trionfo dell’energia cinetica e questo nonostante la tecnologia al loro interno sia ormai vecchia di centinaia di anni...

Sulla concezione del tempo gli esperti hanno consumato fiumi di inchiostro; è stato oggetto di riflessione da parte di filosofi e scienziati fin dalla notte dei tempi.
Flusso continuo, direbbe Eraclito (6-5 sec. a.C.), mentre per Kant (1724-1804) era la struttura fondamentale per la percezione del mondo. La fisica ovviamente ha detto la sua ed Einstein (1879-1955) ha disintegrato tutto con il concetto di spazio-tempo.
Morale, nessuno sa con esattezza cosa sia e forse non c'è proprio nulla da comprendere...

Quindi, nonostante sia una mera invenzione dell'uomo, la sua misurazione è sempre stata una esigenza!
Le prime civiltà avevano buoni motivi per scandire il tempo. Era importante calcolare la durata di qualcosa (come per esempio un viaggio), come pure sapere quando si fossero verificati eventi fondamentali per la sopravvivenza della specie: il momento giusto per la semina, per la raccolta, ecc.
Questo bisogno coincide con il passaggio epocale della rivoluzione agricola del neolitico (10.000 e 8.000 a.C.). Periodo questo in cui l’uomo è passato dalla caccia e la raccolta ad uno stile di vita basato sull'agricoltura e la sedentarietà. Per la prima volta era possibile accumulare cibo e risorse, per cui era di vitale importanza prevedere momenti di siccità e/o di fertilità della terra.
Ma all'epoca per unità di tempo più brevi del giorno non erano stati identificati ritmi naturali cui appoggiarsi.

Né greci, né romani, né cinesi suddivisero il giorno. La rivoluzione delle ore arrivò dal Medio Oriente. In Mesopotamia, durante il regno di Hammurabi nel 1800 a.C. i babilonesi suddivisero il giorno e la notte in 6 ore ciascuna, ma fu grazie agli egizi se il giorno venne definito in cicli di 24 ore (12 diurne e 12 notturne).
Fu così che oltre 5.000 anni fa gli egiziani adottarono il più antico modo per calcolare il tempo osservando l’ombra proiettata dal sole mediante l’uso delle meridiane, il cui disegno circolare ritorna ancora oggi negli orologi che abbiamo al polso.

Ma per rendersi indipendenti dalla luce solare sempre gli egiziani usarono l’orologio ad acqua: un recipiente munito di un forellino attraverso il quale il liquido fuoriusciva lentamente; il livello d’acqua rimanente, misurato per mezzo di tacche sulla parete interna del vaso, indicava il tempo trascorso.
Un miglioramento fu fatto nel 250 a.C. da Archimede (287-212 a.C.). Il grandissimo genio matematico siracusano collegò un galleggiante all’ingranaggio per far muovere un indicatore su ciò che oggi riconosceremmo come il classico quadrante di un orologio.
Dall'acqua siamo passati alla clessidra (dal greco klepsydra e cioè kleps “ruba”, ydra “acqua”) e infine al segnatempo a ruota.
Già nel XIII secolo grandi orologi erano a disposizione di tutti perché venivano sistemati nei campanili delle chiese per fornire le informazioni sullo scorrere del tempo.

La professione dell'orologiaio lentamente cominciava a prendere forma, ma fu solo nel XV secolo che vennero inventati il bilanciere e la molla a spirale che resero gli orologi molto più precisi e meno ingombranti del pendolo.

Christiaan Huygens

Christiaan Huygens (1629-1695) matematico, astronomo e fisico olandese (fra i protagonisti della rivoluzione scientifica e colui che brevettò l'orologio a pendolo) realizzò nel 1673 un esemplare con molla a spirale e bilanciere che si può considerare uno dei primi orologi portatili al mondo.
A nessuno però venne in mente di agganciare un bracciale per portarli al polso. Per lo più infatti venivano portati dall'uomo in un taschino del gilet, e al collo come un gioiello dalle donne.

Fu Maria Annunziata Carolina Bonaparte (1782-1839), detta Carolina Murat, Regina di Napoli e sorella di Napoleone, a commissionare nel 1810 all'inventore e orologiaio svizzero Abraham-Louis Breguet (1747-1823) fondatore nel 1775 della celebre manifattura Breguet, ancora oggi attiva, un orologio a ripetizione che fosse possibile portare al polso.

Abraham-Louis Breguet

Di questo orologio si è persa ogni traccia, per cui bisogna aspettare almeno mezzo secolo per avere il primo orologio ufficialmente da polso.
Il merito va ad Antoine Norbert Patek (1812-1877) fondatore con Jean Adrien Philippe nel 1851 di una delle manifatture orologiaie indipendenti di Ginevra più prestigiose al mondo: la famosissima Patek Philippe & Co.

Da sinistra Antoine Norbert Patek e Jean Adrien Philippe

Patek nel 1868 realizzò il primo orologio da polso per la Contessa Koscowicz d'Ungheria, da sempre affascinata dagli oggetti tecnicamente all'avanguardia e di raffinata bellezza.
Nonostante mi trovi anni luce dalla regalità, rimango anche io sempre affascinato da queste opere di un'arte sopraffine!
Ricordo infine che i segnatempo sono un investimento a lungo termine!
La domanda sale e l'offerta rallenta, ecco perché collezionare orologi diventa una forma sempre più diffusa di investimento, che va considerata sul medio e lungo periodo. Esattamente come l'oro rappresentano un bene rifugio.
In questo periodo c'è un rialzo per i modelli in acciaio, ma i classici, in metallo pregiato come l'oro, conservano sempre il loro valore.
Ma come per tutti i tipi di collezionismo servono gusto, conoscenza e passione, senza mirare al mero guadagno.
Ovviamente questo discorso vale per i brand più prestigiosi, per le marche più famose e importanti al mondo (Patek Philippe, Vacheron Constantin, Audemars Piguet, Breguet, Rolex, TAG-Heuer, Omega, Jaeger-LeCoultre, Cartier, Zenith, Hublot, Blancpain, Lange & Söhne, Panerai, Glashütte Original, IWC Schaffhausen).

Ecco alcuni modelli da sogno, montati a mano dai migliori orologiai e costituiti da centinaia di componenti meccaniche...


PATEK PHILIPPE

Grand Complications Celestial dedica il suo quadrante a una carta rotante dei corpi celesti. In qualsiasi momento si può ammirare l'esatta configurazione del cielo notturno nell'emisfero settentrionale, con il movimento apparente delle stelle, le fasi e l'orbita della Luna e il tempo di passaggio meridiano di Sirio.
Una ellisse incornicia la porzione di cielo visibile da Ginevra e da tutte le altre città situate alla stessa latitudine.
Cassa e lunetta in platino.

Grand Complications Celestial

Patek Philippe 5002P Sky Moon Tourbillon ha il quadrante opalino con goffratura incrociata Patek Philippe Calatrava, numeri romani in oro bianco, quattro quadranti secondari che indicano giorno, mese, anno bisestile ed età della luna, data retrograda in smalto rosso. Realizzato in vetro zaffiro con scala argentata di 24 ore e numeri arabi nel bordo interno per il tempo siderale, piano dell'emisfero settentrionale che ruota in senso antiorario sopra il quadrante.

Patek Philippe 5002P Sky Moon Tourbillon

VACHERON CONSTANTIN

Elegante interpretazione del calendario perpetuo, questo orologio in oro rosa 18K racchiude un movimento automatico ultra-piatto dello spessore di soli 4,05 millimetri, che indicherà l’ora esatta fino al 2100.

Vacheron Constantin Patrimony Perpetual Calendar

BREGUET

La sua complicazione consente di visualizzare la data esatta tenendo conto della lunghezza variabile dei mesi e del ciclo degli anni bisestili. Tale opera tecnica in oro bianco 18K è possibile in virtù della “memoria” meccanica di 4 anni, ossia 1461 giorni, del movimento. Eppure una complessità del genere non ha impedito a Breguet di realizzare anche un movimento tra i più sottili mai prodotti, caratterizzato dallo spessore di soli 4,5 mm. Le fasi lunari sono martellate a mano: il cielo scintilla grazie all’utilizzo di una laccatura blu satinata.

Breguet Classique Perpetual Calendar 7327. Costituito da 294 componenti meccanici!

IWC

Questo di IWC in oro 18K è il primo calendario perpetuo secolare e tiene conto automaticamente delle eccezioni del calendario gregoriano per gli anni bisestili (saltando tre anni bisestili in 400 anni). E' dotato di un’indicazione delle fasi lunari con una precisione matematica di 45 milioni di anni. Composto da 386 parti meccaniche!

IWC Portugieser Perpetual Calendar


L'OROLOGIO PIU' COMPLESSO AL MONDO

Ecco l'orologio più complesso mai realizzato da mano umana.

The Berkley Grand Complication prodotto da Vacheron Constantin, una delle più antiche manifatture di orologi al mondo, con sede a Ginevra.
Hanno impiegato qualcosa come 11 anni di sviluppo, di cui un intero anno dedicato solo al suo assemblaggio. Questo segnatempo è una pietra miliare nella storia dell’orologeria contemporanea!
Stiamo parlando del primo orologio al mondo a presentare un calendario perpetuo cinese, caratterizzato dal ciclo complesso e irregolare tipico del calendario lunisolare: il calibro di Manifattura utilizzato (3752) è stato programmato fino al 2200, compiendo un’impresa impossibile.
Questa opera è composta da 2.877 componenti meccanici diversi!


Non c'è nulla da aggiungere.

"La bellezza salverà il mondo"

Chiudo con questa frase di Fëdor Michajlovič Dostoevskij (1821-1881), tratta dal suo romanzo "L'idiota".
Questa frase è da interpretare come la promessa di salvezza tramite la bellezza, ma è anche un invito a cercarla in tutte le sue forme, sia quella più profonda e spirituale che nell'estetica materiale, come per esempio indossando al polso un segnatempo meccanico

Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy. Se vuoi saperne di più o negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie, consulta la cookie policy. Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all’uso dei cookie. OK Ok