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Toscana tra massoni, piddini e vaccini…


Marcello Pamio

La Toscana, si sa, è sempre stata una regione molto particolare, gestita da partiti politici non casuali…
Per esempio è qui che, nel 2015, esplodono i primi casi di meningite che danno il via alla ribalta mediatica della questione vaccini. Si saprà poi che la maggioranza di questi casi si era verificato in soggetti regolarmente vaccinati…
Nello stesso anno, a dicembre, la multinazionale britannica GSK dice di voler chiudere la società di Verona licenziando oltre 300 ricercatori, per poi dichiarare il 13 aprile 2016 di voler investire 1 miliardo di euro in Italia, o per essere più precisi, in Toscana...

E sempre qui pulsa il cuore del business dei vaccini: a Siena per la R&S (Ricerca & Sviluppo) e a Pisa per la produzione vera e propria di queste droghe.
Infine con oltre 26.000 iscritti, la Toscana detiene il record nazionale di fratellini massoni...
Interessante come regione, non c’è che dire!

GSK parla toscanaccio …
Notizia fresca di ieri (28 marzo 2019): la multinazionale britannica GSK, ha inaugurato a Rosia (immagine sotto), vicino a Siena dove possiede il polo mondiale di produzione dei vaccini, un centro controllo qualità hi-tech, che permetterà di ridurre drasticamente i tempi e il numero dei controlli sui vaccini (passeranno in media da 120-125 a 20-25). Il tutto ovviamente senza intaccare la qualità, anche perché quando GSK parla di qualità, è meglio non proferire parola…


L’investimento è assai corposo: stiamo parlando di 42 milioni di euro!

Il dottor Rino Rappuoli, colui che ha inventato il vaccino anti-meningococco B e amministratore delegato GSK Vaccines Italia ha dichiarato che «investire più di 40 milioni in un centro di questo genere vuol dire avere fiducia nel futuro: il nuovo edificio è all’avanguardia per i vaccini di adesso, ma soprattutto è pronto per la qualità del futuro».
La fiducia nel futuro va letta come la totale e assoluta consapevolezza che i governi italiani continuino supinamente ad agevolare gli interessi di Big Pharma, a discapito della salute pubblica.
Un futuro certamente distopico quello sognato e agognato dagli azionisti delle multinazionali del farmaco, un domani scintillante dove al posto delle stelle vi sono infezioni, focolai e vere e proprie epidemie, in modo tale da avere uno stato di tensione continuo che giustifichi, da una parte leggi sempre più repressive e obblighi anticostituzionali che violano ogni sacrosanto diritto, e dall’altra garantire lo spaccio sistemico e cronico dei loro vaccini...
Ricordiamo sempre che la multinazionale GSK guadagna miliardi ogni anno vendendo farmaci e vaccini, per cui se non esistessero malattie e infezioni, chiuderebbe all’istante.
Vaccini, sempre meno sicuri e sfornati a ritmo sempre più accelerato, perché se il nuovo centro in Toscana, per quanto hi-tech, ridurrà i tempi e il numero dei controlli, è ovvio che la sicurezza verrà meno!

Prima rete nazionale
Nasce sempre in Toscana, la prima rete di industrie farmaceutiche: un importante esperimento di politica industriale territoriale, ideato da Kpmg.
Kpmg non è una onlus, ma un network olandese di società indipendenti affiliate alla svizzera KPMG International Cooperative, specializzato nella revisione ed organizzazione contabile, che fornisce servizi professionali alle imprese.
La Kpmg fa parte delle Big Four, cioè delle quattro grandi società che si spartiscono a livello mondiale il mercato delle revisioni.
I fondatori di questa nuova rete sono Molteni, Kedrion, Eli Lilly e GSK Vaccines.
Il presidente piddino della Toscana Enrico Rossi gongola, visto che la regione ha avuto un ruolo importante nel facilitare questo risultato.
Questo è solo uno dei tasselli di un progetto completo a più ampio respiro che si chiama Pharma Valley and Devices. Guarda caso un progetto proposto sempre dalla Kpmg di cui sopra...

Alla firma del contratto erano presenti: il presidente di Confindustria Firenze Luigi Salvadori; il presidente della Fondazione Toscana Life Sciences e di RetImpresa, Fabrizio Landi; per Eli Lilly Italia Huzur Devletsah, upcoming President and General Manager Italy Hub, e Cristiano Demolli, Sesto Manufacturing Site Senior Director; per Molteni l’ad Giuseppe Seghi Recli; per Kedrion Biopharma Danilo Medica (Italy Country Manager); per GSK Vaccines l’ad, Rino Rappuoli.
L’intesa nasce nell’ambito dell’iniziativa Toscana Pharma & Devices Valley, che coinvolge una trentina di imprese farmaceutiche presenti in Toscana.
Tutte queste imprese concorreranno alla realizzazione della terza e più innovativa piattaforma logistica italiana, che troverà posto all’interno dell’interporto livornese Amerigo Vespucci.

Con un investimento di circa 60-80 milioni di euro, verrà attrezzata un’area di 125.000 metri quadrati di superficie, la metà dei quali verranno edificati, per realizzarvi tra l’altro 21.000 metri quadrati di magazzini con ambienti a temperatura controllata, adatti allo stoccaggio dei prodotti farmaceutici, come i vaccini.
La capacità di immagazzinamento è stimata in 38.000 posti pallet iniziali, tre quarti dei quali capaci di tenere temperature tra i 15 e i 25° ed un quarto tra i 2 e gli 8°.
Il 70% delle scorte riguarderà le materie prime e il confezionamento, il 30% i prodotti finiti, che verranno movimentati al ritmo di 52.000 pallet l’anno.
Interessante sapere che l’80% è destinato ad essere esportato fuori dall’Italia mentre il 20% interesserà il mercato nazionale.
Il 23% del totale sarà movimentato per via area, attraverso l’aeroporto pisano Galileo Galilei.

Questo è senza dubbio un colpo industriale a dir poco geniale: con ben sedici baie tra carico e spedizione merci, e circa 6.000 metri quadrati di uffici, la Toscana si avvia a diventare uno dei poli industriali più importanti d’Italia.
Certamente ad alti livelli sanno perfettamente che le politiche nazionali spingeranno verso la crescita esponenziale della vendita di farmaci e soprattutto di vaccini. Anche perché le dirigono loro.
D’altronde, non dobbiamo dimenticare che l’Italia è stata designata «Capofila mondiale per le vaccinazioni», guarda caso nel settembre 2014 (l’allora governo del premier Matteo Renzi che in Toscana è nato e cresciuto anche come politico) quando l'ex ministro Beatrice Lorenzin si recò a Washington per siglare l’accordo.
I risultati ottenuti da allora sulle politiche sanitarie italiane sono sotto gli occhi di tutti, ora stiamo assistendo ai risultati in politica economica…o forse è tutto un caso, e chi vede qualcos’altro è il solito complottista?

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