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Marcello Pamio

I cinesi sono di costituzione piccola, eppure la loro storia ci ha abituato a cose grandiose: una muraglia lunga più di 20.000 chilometri e vecchia di 2300 anni, e una Medicina Tradizionale che da millenni viene utilizzata, ancora oggi.
I cinesi odierni però ci stanno abituando a cose grandiosamente oscene...

Pig Hotels
Gli «hotel per i maiali» non sono strutture dedicate a pervertiti che così possono sfogare le loro brame sessuali, bensì enormi palazzoni di cemento armato dai 5 a 13 piani, adibiti ad allevamenti, dove alloggiano anche 1.000 suini per piano!
Non è una pensione per animali, ma un carcere dove le povere bestie vengono messe all’ingrasso per poi essere massacrate, il tutto per soddisfare il sempre più vorace appetito dei cinesi moderni.


Li chiamano «Pig hotels», e sono situati sul Monte Yaji, nella Cina meridionale.
La società Guangxi Yangxiang Co Ltd, gestisce sei allevamenti dai sette ai 13 piani.
Stiamo parlando degli edifici più alti del mondo di questo genere.

Qui in Europa sono stati costruiti allevamenti di maiali che si sviluppano su due o al massimo tre piani, ma non grattacieli.
La Cina avanza con l’industrializzazione dell'allevamento intensivo di maiali più grande del mondo, forte dell’idea che i suini siano un’ottima fonte di reddito, anche perché sempre più sudditi gialli vogliono ingrassare mangiando carne, ricalcando esattamente lo stile di vita occidentale
Questi mostri si innalzano su una valle in cui vi è una fittissima foresta, che la Yangxiang vorrebbe sviluppare come attrazione turistica! La disumanità è sempre un’attrazione indiscutibile! 


Attualmente la zona ospita 30.000 scrofe su un’area di 11 ettari e produce fino a 840.000 suinetti all’anno: si tratta dell’allevamento più grande e più intensivo a livello globale.

Stile di vita inaccettabile
Possiamo noi occidentali, con il nostro stile di vita incentrato nella sofferenza animale, criticare simili oscenità? Ovviamente no.
Quello che stanno facendo le popolazioni orientali è esattamente quello che abbiamo fatto noi dopo la Seconda guerra mondale, e cioè dopo le ricostruzioni e il successivo boom economico.
Da un’alimentazione parca e sana, costituita esclusivamente dai prodotti che la terra donava, siamo passati infatti a un regime innaturale, in cui i prodotti animali non rappresentavano solo una proteina (tra le più tossiche e acidificanti), ma un vero e proprio simbolo di benessere sociale! Il superamento di un periodo difficile dove le privazioni erano la “normalità”.
Ma così facendo, persone sane e soprattutto longeve, si sono lentamente trasformate nei sudditi ideali per le industrie alimentari e farmaceutiche! La conferma di ciò è nella crescita esponenziale di tutte le malattie infiammatorie, croniche e degenerative…

Il punto nodale è che attualmente un uomo occidentale (americano o europeo) mangia mediamente 100 kg di carne all’anno. Essendo una media, e tenendo conto che sempre più persone consapevoli abbracciano regimi come quello vegetariano o vegano, significa che in circolazione ci sono individui che ingurgitano 150 o 200 kg di carne all’anno
Ricordo che attualmente i 2/3 delle terre fertili sono usate per coltivare mangimi per animali o per allevare direttamente bestiame, anziché per produrre cibo per gli umani.[1]
La metà dei cereali (in Europa il 77% e in USA l’87%) e il 90% della soia coltivati nel mondo non va a nutrire persone, ma animali da macello[2].
Anche un bambino capirebbe che uno stile di vita del genere è destinato al totale fallimento perché impossibile da conciliare con un solo pianeta.

Se infatti simili aberrazioni venissero praticate dal miliardo e mezzo di cinesi, il pianeta Terra non sarebbe in grado di sostenere l’impatto ecologico di una simile alimentazione, neppure con i Pig Hotels.
Non a caso il Dragone per assicurarsi le materie prime ha investito 60 miliardi di euro in Africa, in pratica il Continente nero è diventato una colonia cinese
Questa operazione si esprime con il termine «Land Grabbing»: accaparramento di terre.


A cosa servono tutte queste terre? Innanzitutto per le materie prime come petrolio, oro, diamanti, uranio, coltan, ecc. che servono alle industrie, ma poi anche per coltivare legumi e cereali che finiranno nello stomaco degli animali da “smontaggio”, le quali carni finiranno nello stomaco di umani.
Cosa appunto potrà mai succedere al mondo se i cinesi vorranno ingozzarsi, come noi, di proteine animali? Qualcuno, per il bene proprio, lo impedirebbe…
«Il nostro stile di vita non è in discussione» continuavano a ripetere prima di ogni guerra George W. H. Bush senior, il povero figliuolo George W. Bush e anche Tony Blair.
Ma se il nostro stile di vita NON è in discussione, e se in siffatta maniera non possiamo andare avanti ancora tanto, cosa potrà succedere, o meglio, come si potrà impedire ai cinesi di dare il colpo di grazia al mondo?
Sistemi in realtà ce ne sono tantissimi per chi gioca con il clima e con i batteri…
Prima di arrivare ad assistere a sconvolgimenti provocati da guerre climatiche e/o guerre batteriologiche, sarebbe meglio iniziare a modificare in meglio il nostro attuale stile di vita, abbracciando quei regimi che rispettano l’ambiente e gli animali, e che ci predispongono in un terreno di salute ottimale.

 

https://www.nonsoloanimali.com/prosperano-in-cina-i-pigs-hotels-edifici-di-sette-piani-con-1-000-maiali-per-piano-da-macellare/

[1] Fonte: FAO e USA Agency for International Development

[2] Fonte: Database FAO, Food Balance Sheet, 2001

Marcello Pamio

Sono passati solo cinque anni da quando fu presentato al mondo il primo abominevole hamburger ricavato da cellule staminali di vacca. Eravamo nell’agosto del 2013 a Londra, e qui nella capitale dell’Impero i Frankenstein con la traversa da chef lo hanno cucinato e pure mangiato.
Venti mila cellule di manzo sono state sviluppate una a una in vitro (in brodo-gel di coltura) in circa 3 mesi.
Il settore della carne sintetica sta facendo passi da gigante e non a caso è diventato una miniera di soldi, e sempre non a caso tra i principali finanziatori del progetto troviamo il co-fondatore di Google…
Stanno sfruttando molto sapientemente (per meri scopi commerciali) il discorso ambientale (per altro verissimo), degli allevamenti intensivi, della produzione di carne bovina che avrebbero un impatto enorme sull’ambiente (produzione di metano, disboscamento di intere foreste per ricavarne praterie, ecc.). Per cui stanno studiando metodiche di sintesi per produrre qualcosa che assomigli alla carne, ma senza gli inconvenienti della stessa, non tanto dal punto di vista salutistico (chissenefrega) ma dal punto di vista della natura.

Stampare “carne”
L’ultima novità è la stampa di un “pezzo di carne”…
Avete letto bene: si tratta di una nuovissima tecnica che riesce a organizzare a livello nanometrico le proteine vegetali, come se fossero delle fibre muscolari.
«Si può così ottenere una bistecca stampata in 3D con la consistenza fibrosa tipica della carne animale. Del tutto priva di OGM».[1]
Ciascuna fibra muscolare è il risultato della fusione di più cellule ed è rivestita da un sottile strato di tessuto connettivo, e questo è possibile grazie alle biostampanti tridimensionali.
«La stampa di un petto di pollo da 100 grammi richiede 40 minuti ma una volta che il processo sarà ingegnerizzato a grande scala ne basteranno 5. Il suo costo? In linea con quello della carne di allevamento ma è destinato a ridursi drasticamente, fino a raggiungere i 20 centesimi al chilo».[2]
Applausi dal mondo industriale e startup che nascono come i funghi.

Carne sintetica e fame nel Terzo mondo
Perfino la FAO, l’inutile e costosissimo carrozzone sovranazionale, si sta interessando alla carne sintetica, e il motivo è presto detto: tale obbrobrio infatti può essere fortificato con l’aggiunta di vitamine e/o minerali sintetici che potranno andare a contrastare la carenza di nutrienti nei paesi in via di sviluppo.
Applausi anche dal mondo filantropico e umanitario.

Cambiamento della visione e dello stile di vita
Tutti battono le mani senza capire che stiamo parlando di un abominio.
L’uomo occidentale invece di modificare il proprio stile di vita e aiutare le popolazioni africane a sganciarsi dal neocolonialismo (francese e non solo), tornando così a sfruttare le riserve e le risorse che hanno, fa crescere sintetizzando in laboratorio della “carne” in vitro, dentro una provetta, oppure stampandola in 3D, per risolvere la fame di quelle popolazioni!
Strano modo di affrontare il problema.

Ci dimentichiamo che le popolazioni africane sono mantenute in uno stadio larvale da noi occidentali. La colonizzazione del continente nero per esempio è opera nostra, e non è mai terminata. Oggi la Francia mantiene il controllo su buona parte di esso, quello più produttivo (caffè, cacao…) e quello più ricco (oro, diamanti, coltan, uranio, ecc.).
Chissenefrega se muoiono ogni giorno 30.000 bambini per mancanza di una sana nutrizione, mica vediamo i cadaverini per la strada o fotografati nei giornali.
No questo non è politicamente corretto, ma se un bambino vegano finisce al pronto soccorso, oppure se muore un bambino di una malattia infettiva, allora apriti cielo e i giornalisti-cazzari possono andare a nozze. Ipocrisia all’ennesima potenza.

Va detto che i bambini (che non vediamo) muoiono anche per responsabilità nostra: che ci piaccia o meno.
Circa 2/3 delle terre emerse sono usate per coltivare cereali e legumi che non saranno consumati dall’uomo bianco o dal neretto, ma dagli animali che finiranno macellati per il gusto di noi occidentali.
Siamo a livelli parossistici: l’85% dei cereali coltivati sono destinati agli “animali da carne”, e infatti per ogni chilo di carne servono circa 16 kg di cereali.
Milioni di bambini non hanno accesso all’acqua (fonte prima di vita e diritto inalienabile) eppure per produrre soltanto 1 kg di carne di manzo (mangiato poi nel nord del mondo) vengono buttati almeno 15.000 litri di oro blu.
In termini di deforestazione, un solo hamburger costa 5 metri quadrati di foresta. Un solo piccolissimo dischetto di carne. Foreste sottratte ovviamente alle popolazioni autoctone.

Conclusione
La soluzione è nota da tempo ed è semplicissima: se le persone cambiassero modo di vedere la vita e modificassero il proprio regime alimentare si potrebbero risolvere a livello mondiale moltissimi problemi legati all’inquinamento, al consumo delle risorse, e perché no, anche umanitarie.
Ben 7 persone potrebbero nutrirsi in maniera corretta e sana con l’equivalente in vegetali di quello che mangia 1 solo carnivoro americano.
Ecco perché non serve nessuna biostampante in 3D, e neppure delle pseudo-fibre collagenose fatte crescere dentro una provetta, partendo da cellule staminali di una vacca.
Per stare in salute e collateralmente aiutare miliardi di persone affamate è necessario cambiare, dando un forte e chiaro segnale al Sistema.
Però è molto più semplice e meno impegnativo stamparsi una bella bistecchetta in 3D... 

«Sono diventato vegetariano per ragioni etiche, oltre che salutistiche.
Credo che il vegetarismo possa incidere in modo favorevole sul destino dell’umanità».
Albert Einstein

 

[1] «Petti di pollo e bistecche stampati in 3D, così mangeremo in futuro», https://www.repubblica.it/salute/medicina-e-ricerca/2018/09/20/news/il_petto_di_pollo_e_vegetale_e_stampato_in_3d-206925069/?ref=RHPPRT-BS-I0-C4-P1-S1.4-T1

[2] Idem