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Marcello Pamio – 21 settembre 2023

Pian piano, un passo alla volta, il ciclo annuale fa il suo giro nella Ruota della Vita, e in questo periodo raggiunge l’Equinozio d'Autunno (23 settembre) sotto il segno della Bilancia, che simboleggia guarda caso proprio l'equilibrio.

Giorno e notte, luce e ombra hanno lo stesso peso: il momento dell'equilibrio tra le due forze che governano il mondo.

Il ciclo vitale naturale, iniziato nel segno dell'Ariete in primavera, giunge così al termine con la Bilancia, come l’Alfa e l’Omega, asse verticale che collega l'alto e il basso.
L'asse Ariete-Bilancia e quello Cancro-Capricorno formano la croce della Vita: simboleggiano rispettivamente l'inizio (Ariete), l'equilibrio (Bilancia), la culla della Vita (Cancro) e la procreazione (Capricorno).

L'equinozio d'autunno è la penultima porta dell'anno agricolo, quella che indica la chiusura della stagione dei frutti e l'imminente avvicinarsi della stagione della morte: l'inverno. Per questo è un momento di preparazione dove si tirano le somme su ciò che si è seminato durante l'anno. I frutti sono ormai maturi e quello che si è raccolto servirà a tenerci vivi durante la stagione fredda: se avremo raccolto molto, sarà un inverno buono, se invece avremo raccolto poco sarà povero e affamato, e questo non solo dal punto di vista fisico ma anche spirituale.
In agricoltura è la fine del raccolto e la festa del secondo raccolto (dell'ultima frutta e degli ortaggi, in particolare dell'uva).

Il periodo che va dall’Equinozio di autunno al Solstizio d’inverno ha a che fare con il mondo oscuro del buio, dei morti, dell’aldilà presso cui i vivi non possono agire direttamente se non con una presa di coscienza della dimensione invisibile che esiste parallelamente alla nostra.
Per celebrare al meglio questo passaggio sarebbe interessante puntare all’aspetto meditativo, non in senso passivo, ma semmai di bilancio delle cose fatte e di presa di coscienza verso il ringraziamento, la speranza e soprattutto l’attesa per un nuovo ciclo!

Ancora una volta - dopo l’Equinozio primaverile - il giorno e la notte sono in perfetto equilibrio, ma dal 24 settembre in poi l’oscurità inizierà a crescere fino al culmine del Solstizio invernale (circa il 21 dicembre) con il massimo del buio e il minimo della Luce...

Guido Reni, 1636

Estremamente connessa ai significati dell’Equinozio d’autunno il 29 settembre è la festa di Michele, l’Arcangelo legato alle forze cristiche, alla forza Solare, sinonimo della volontà necessaria ad attraversare il buio della stagione invernale. Non a caso nell’iconografia è rappresentato come il difensore della Luce con una spada fiammeggiante in mano che tiene a bada il diavolo (mostro tellurico) accasciato ai suoi piedi e simbolo delle forze del male (tenebra).
Nonostante le forze della natura si affievoliscano in questo periodo, il senso dell’Arcangelo Michele è proprio quello di attingere al coraggio, alla forza, alla Luce interiore che sconfigge la paura che cresce con l’avvicinarsi del buio e del freddo.
Simbolicamente è la forza interiore che ognuno di noi ha e che ci permette di attraversare l’abisso del buio, per ricominciare un nuovo ciclo, fino alla rivincita della Luce...

Marcello Pamio - March 23, 2022

Nel 2014 esce in Israele un Rapporto dove si riconoscono come ebrei di fatto i khazari e dall’altra per la prima volta si inizia a parlare di una migrazione giudea verso l’Ucraina… Attenti alle date.
In pratica ci sarebbe la volontà di Israele di ricollocare gli insediamenti in Ucraina, paese che ha stipulato questo accordo non solo sulla base dei legami storici (terra madre della Khazaria) ma anche in cambio dell’assistenza militare necessaria contro la Russia, il nemico acerrimo...
Tra l’VIII e il IX secolo, i Khazari, un popolo turco guerriero e molto bellicoso furono costretti dall’imperatore russo a convertirsi al giudaismo e da allora si mescolarono con i veri e pochi ebrei sefarditi. I Khazari governarono un vasto territorio oggi collocato tra la Russia meridionale e l’Ucraina: si estendeva dall’attuale Kiev fino alla Mongolia, compresa la Crimea.

Mar Nero. Mostra la presenza khazara in Crimea e nelle regioni costiere. Ucraina e Kiev in alto a sinistra. A destra: Mar Caspio, anche etichettato, come era consuetudine, come il Mar dei Cazari

Dopo la distruzione del loro impero per opera dei russi nel XI secolo, i khazari si sparpagliarono in Europa e una coltre di mistero li avvolse, fino ai nostri giorni...

Nel 2012 il ricercatore israeliano Eran Elhaik ha pubblicato uno studio sostenendo che l’ascendenza khazara è l’elemento più importante nel pool genetico degli ashkenaziti (Noè ebbe tre figli: Sem, Cam e Jafè. Askenaz era nipote di Jafè e quindi pronipote di Noè).

Nel 2014 un gruppo di studiosi provenienti da importanti istituti di ricerca e musei ha rilasciato un rapporto segreto al governo riconoscendo gli ebrei europei come khazari.

Notizia dirompente: in pratica la maggior parte degli ebrei del mondo, stiamo parlando di circa l’85-90% non discendono dai patriarchi biblici ma dal popolo turco-khazaro.
In questa ottica l’invito ucraino per gli ebrei a ritornare nel vecchio Impero arriva come una manna dal cielo.

Tutti gli ebrei che desiderano tornare (in Ucraina) saranno accolti come cittadini a maggior ragione se prenderanno parte alla promessa di assistenza militare israeliana, comprese truppe, equipaggiamento e costruzione di nuove basi.

Se il trasferimento iniziale funzionerà, altri coloni della Cisgiordania sarebbero incoraggiati a trasferirsi nella storica terra. Quando l’Ucraina, forte di questo sostegno, avrà ristabilito il controllo su tutto il suo territorio, l’attuale Repubblica Autonoma di Crimea (storico porto controllato dai khazari) tornerà ad essere un dominio ebraico.

Ecco il piano secolare degli ebrei-khazari di vendicare la sconfitta di Khazaria da parte dei russi nel Medioevo tornando ad occupare la propria terra madre.

Sempre nel 2014 a febbraio arriva la rivoluzione ucraina (finanziata dai soliti noti, uno per tutti il khazaro George Soros), nota anche come rivoluzione di Maidan che porta alla fuga del presidente eletto e la conseguente caduta del governo. Il 18 marzo 2014 c’è il riconoscimento (non casuale) da parte di Vladimir Putin della Crimea come “Stato sovrano e indipendente”. A seguire le forze in gioco hanno posizionato a capo del governo in Ucraina un loro uomo, il khazaro Zelensky, il quale fa massacrare dai battaglioni nazisti il suo stesso popolo (Donbass), i russofoni rei di non aver accettato il regime golpista e di essere troppo vicini agli odiati russi. Questa situazione aggravata dalla folle ma millimetrica volontà provocatoria di voler entrare nella Nato e i numerosi laboratori di armi chimiche gestiti dal Pentagono in terra di Ucraina hanno fatto precipitare i rapporti con il Cremlino. Il resto è una storia triste...

A breve un approfondimento/libro sui Khazari...

https://blogs.timesofisrael.com/leaked-report-israel-acknowledges-jews-in-fact-khazars-secret-plan-for-reverse-migration-to-ukraine/