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Marcello Pamio

Finalmente la maternità surrogata a fini commerciali è diventata illegale!
Purtroppo una simile rivoluzione morale e sociale non è avvenuta nel democratico ed evoluto Occidente, ma in India.
Il Parlamento indiano ha infatti approvato un provvedimento che vieta in tutto il Paese la maternità surrogata per scopi commerciali: è permessa solo tra persone della stessa famiglia e solo per le coppie di indiani sposate da almeno cinque anni che non abbiano altri figli viventi. 
De facto, in un sol colpo la bacchetta legislativa ha messo illegali e fuorilegge oltre 30.000 cliniche private! 
Una straordinaria lezione di civiltà e amore per la Vita, in tutti i suoi aspetti, arriva dal mistico e leggendario paese. Un segnale di Luce che poteva arrivare solo da una terra lontana molto complessa e sfuggente pregna di contraddizioni.
L’India era una meta tra le più ambite al mondo per le coppie in cerca di figli, perché le povere donne indiane affittavano l’utero a prezzi molto più bassi rispetto ad altri paesi.
Non è un caso infatti che più ci si sposta nei Paesi poveri e meno le donne guadagnano per una gestazione su commissione.
Ma di cosa stiamo parlando?

Donne disperate che a causa dell’indigenza (molte hanno diversi figli e nulla da mangiare) vendono il proprio utero per denaro.
Questa è l’amara realtà che si spiaccica sulla faccia di tutti quegli idioti che continuano ancora a parlare di gesto d’amore e di altruismo.

Donne disperate che firmano un contratto legale che le costringe a cedere agli acquirenti UNA CREATURA SANA dopo la gravidanza. Se invece disgraziatamente il bambino non risulta essere sano o abortiscono oppure se lo tengono senza l’ombra di un soldino!

Donne disperate alle quali vengono impiantati fino a cinque embrioni (fecondati in vitro) alla volta, e se per caso vivono tutti, i Mengele della clinica selezionano il numero in base alle scelte dei compratori (uno, due o più figli) uccidendo con l’aborto tutti gli altri, anche se la madre surrogante è disposta a tenerseli!

Donne disperate prive di alcuna assicurazione sanitaria sono costrette al parto cesareo per ridurre i rischi del parto naturale che potrebbe danneggiare la “merce” (bambini).

Donne disperate vengono ogni anno reclutate dalle cliniche illegali per “donare”, in cambio di qualche bigliettone verde, i propri ovuli che saranno impiantati alle fattrici. Sono ragazze giovanissime senza alcuna tutela medica, costrette per mesi a cure ormonali pesantissime che mettono a rischio non solo la loro salute ma anche la stessa vita.

Il business dietro la maternità surrogata è tanto considerevole quanto drammatico, e dovrebbe spingere l’opinione pubblica a riflettere sulle derive dell’attuale politica. 
Dietro il “gesto d’amore” o il “gesto altruistico” si nascondono invece tragedie umane inenarrabili.
Sofferenze, dolori, morti, abbandoni e condizioni di vita devastanti spingono donne disperate ad accettare di affittare il proprio corpo per fare figli per i ricchi del mondo.
Il corpo sacro di una donna viene sfruttato per ottenere il massimo profitto, e la Vita sacra che cresce dentro il grembo è diventato un semplice pacco da consegnare integro al mittente!

 

Per approfondire

«Utero in affitto: l’India ferma il business della surrogata. Fuorilegge oltre 3000 cliniche private», https://revoluzione.unoeditori.com/utero-in-affitto-lindia…/

Marcello Pamio

La Corte europea sancisce: «Riconoscere i figli nati all’estero con la gpa», cioè con la «gestazione per altri».
Secondo la Cedu, «Corte europea dei diritti umani», il diritto del bambino ad avere entrambi i genitori è più forte del divieto della maternità surrogata.
Un bambino che viene partorito all’estero mediante la maternità surrogata, in un Paese in cui la gpa è legale, deve essere riconosciuto anche negli altri paesi in cui tale pratica non è consentita!

Questo dovrà avvenire con la trascrizione immediata all’anagrafe, oppure con un’adozione piena che riconosca tutti i diritti-doveri anche alla madre non biologica (o al secondo padre).
Precisiamo che tale corte NON è un organismo dell’Unione Europea, e vi aderiscono i 47 paesi del Consiglio d’Europa, Italia ovviamente inclusa.
I fautori dei diritti umani, o per meglio dire le associazioni che partecipano alla mercificazione della vita, applaudono e brindano!

Benefit surrogazione
Casualmente, nello stesso periodo in cui la corte ha sancito e legalizzato la surrogazione, si sono mobilitati anche i colossi di internet.
Tra i benefit per i dipendenti dei colossi di Internet spunta quindi anche la maternità surrogata.
I lavoratori di Facebook a tempo indeterminato per esempio possono avere il rimborso delle spese sostenute per la gpa. E questo vale anche per i dipendenti del social con sede in Italia, dove la surrogazione è invece vietata dalla legge.

Stanno forse lavorando per scardinare, a spizzichi e bocconi, il blocco legislativo italiano?
Sembra proprio di sì, e quindi coloro che si recano nei paesi dove è consentita, potranno ricevere un rimborso fino a un massimo di 17.000 euro. Non proprio spiccioli.
Secondo quanto riportato dal Corriere, tra i costi coperti ci sarebbero l’assistenza legale, i costi delle agenzie che assistono i genitori, la compensazione per la donatrice dell’utero, e perfino quelli che hanno fornito ovuli e spermatozoi, per giungere alle spese mediche per visite e analisi.
In pratica i colossi della Silicon Valley, come Apple, Google e ovviamente Facebook, per tenersi stretti i dipendenti, e soprattutto per potenziare e amplificare il «pensiero unico dominante», inizialmente hanno rimborsato il congelamento degli ovuli, ora passano alla surrogazione.
Detto così, sembrano società umanitarie e filantropiche invidiabili...

Non tutti infatti hanno compreso quanto sia aberrante l’incentivazione al congelamento degli ovuli
Queste società non lo fanno come gesto altruistico per venire incontro alle esigenze dei lavoratori, ma solo per posticipare il più possibile una gravidanza! Avete capito? Dov’è la moralità di una società nella quale si è costretti a lavorare duramente e così tanto da non potersi permettere di far nascere e crescere i propri figli?

Quindi al Mario Rossi di turno, viene detto di non rompere le palle, ma semmai di congelarsele in azoto liquido, assieme agli ovuli della moglie, per riparlarne un domani…

Per non parlare della corte europea dei diritti che sancisce la legalità di una pratica come la surrogazione che tra le altre cose incentiva la mercificazione della Vita umana!
Nessuno lo dice, perché non è politicamente corretto uscire dal pensiero unico, ma la maternità surrogata induce e alimenta miseria e sfrutta l’ignoranza di donne relegate ai margini della società. Si tratta di un’attività ad altissimo rischio per l’insorgenza di gravi patologie psichiatriche sia per la madre che surroga, sia per il bambino che le verrà poi strappato dalle mammelle…

La Cedu, dunque, non prende minimamente in considerazione i traumi infantili dovuti alla separazione dalla madre biologica, perché per loro il punto cruciale è «il diritto del bambino ad avere entrambi i genitori».
E dove sarebbero questi “diritto del bambino”? Non stiamo parlando di orfani salvati ad una vita infelice, neppure di bambini che hanno bisogno di qualcuno che doni loro amore perché, a causa di sventure di vario genere, sono rimasti soli: qui si sta parlando di gestazione per altri, ovverosia di gravidanze commissionate, ordinate e pagate.
Il bambino che viene al mondo a seguito di queste pratiche è sostanzialmente un prodotto: dove sta la tutela del suo diritto?
Infine non specificano quali sarebbero questi “genitori”. La giovane ragazza che è stata bombardata da cure ormonali rischiosissime per poi vendere i propri ovuli alla clinica, oppure il maschio che si è svuotato i testicoli cedendo qualche milionata dei propri spermatozoi?
O invece si riferiscono a quella disperata che si è fatta crescere dentro la vita -altrui- per poi, dopo dieci lune, consegnarla ai compratori come da contratto? O infine i genitori sono questi ultimi, cioè quelli che dopo aver sfogliato il catalogo, hanno cacciato la pecunia?

Marcello Pamio

Il disease mongering è la strategia principe della creazione di malati e rappresenta un business inimmaginabile per le lobbies del farmaco. Far credere a persone sane di essere malate e di dover prendere farmaci è veramente geniale e altamente lucrativo.
All’interno di questa strategia di marketing figura da non molto tempo anche la medicalizzazione della gravidanza. Il periodo per eccellenza più meraviglioso per una donna è diventato un vero e proprio incubo costellato da esami e controlli, ma soprattutto intriso di paura (malformazioni fetali, toxoplasmi, batteri, carenze di acido folico, ferro, ecc.).
Oltre alla medicalizzazione della gravidanza oggi si assiste anche alla mercificazione della stessa, quindi non solo il periodo magico è diventato una malattia da “curare”, ma si è trasformato in una vacca grassa da mungere….
Partendo dalla vendita di ovuli, dello sperma, della fecondazione in vitro si arriva all’utero in affitto, che se anche vogliono farci credere si tratti di un gesto altruistico in realtà altro non è che la vendita di un bambino: l cessione di un neonato a terzi. Ne più ne meno una merce da scambiare e/o vendere.
In Italia l’utero in affitto è una pratica illegale anche se effettuata a titolo gratuito, però non è punibile se effettuata all’esterno. Quindi sempre più coppie italiane escono dai confini nazionali e vanno all’estero spendendo cifre fra i 30.000 e i 120.000 euro, dove questa pratica è lecita. Paesi dove la disperazione è all’ordine del giorno.

Parola alla giurisprudenza
La letteratura giuridica definisce “maternità surrogata” un accordo fra due o più parti, in forza del quale una donna (definita “madre surrogante”) per soddisfare esigenze di maternità e paternità altrui, dietro un corrispettivo o a titolo gratuito, contrattualmente noleggia il proprio utero a una coppia o a singoli, e si fa fecondare oppure impiantare un uovo fecondato, un embrione. Conduce a termine la gravidanza e si impegna a consegnare ai committenti il figlio, rinunciando a ogni diritto su di esso.
Se l’oggetto in discussione, cioè il bambino nato, ha un legame biologico con l’uomo committente e con la madre surrogante si parla di “maternità surrogata” vera e propria, se invece l’embrione è stato fecondato all’esterno dell’organismo surrogante (ovulo quindi fornito dalla madre committente o da un’altra donna ancora) e successivamente trasferito nell’utero della surrogante si parla allora di “utero in affitto”.
Trattasi di quisquilie giuridiche se si tiene conto che di mezzo c’è la Vita umana, la vita di una creatura innocente e pura che viene venduta al miglior offerente.

Distruzione della figura materna
E’ in atto la distruzione totale della figura materna e dell’atto stupendo del concepimento.
La scintilla di una nuova vita si accende quando lo spermatozoo feconda l’ovulo. Gli ovuli della madre vengono rilasciati dalle ovaie e viaggiano, circa uno ogni mese, attraverso le tube di Falloppio fino all’utero.
Gli spermatozoi del padre si spingono fino alla cervice e attraverso le tube raggiungono l’ovulo.
In un passato recente gli esperti pensarono che la fecondazione avvenisse quando gli enzimi posizionati sulla punta di ogni spermatozoo, agendo come dinamite, facevano esplodere il guscio esterno dell’ovulo in modo da far penetrare in esso il liquido seminale. Oggi sappiamo che ogni uovo seleziona lo spermatozoo con cui vuole avere a che fare compiendo così la prima irrevocabile decisione della vita. L’ovulo invece di partecipare passivamente apre il suo guscio e abbraccia lo spermatozoo dal quale si sente attratto (1).
In pratica l’ovulo sano e maturo, in grado di essere fecondato, “seduce” letteralmente lo spermatozoo disperdendo nell’apparato sessuale sottili molecole. Questo si chiama AMORE!
Il concepimento quindi non è un banale atto meccanico ma è un atto magico, un puro atto di amore cosmico. E’ l’ovulo che viene attratto dalla vibrazione di uno specifico spermatozoo.
Quindi alla fine è la donna che sceglie e non l’uomo, attirando a sé il seme prescelto che gli serve, quello la cui vibrazione è perfetta….
Oggi l’incontro magico e alchemico tra spermatozoo e ovulo è stato trasformato in un protocollo laboratoristico che avviene in una fredda e sterile provetta. Magari dopo un periodo di conservazione nel gelo assoluto dell’azoto liquido (2)
Per questo si parla di bambini venuti dal freddo!

Non esiste più lo scambio, la relazione, l’amore: viene a mancare completamente il calore affettivo e l’incontro amoroso dei corpi di un uomo e una donna che si amano e che vogliono costruire una famiglia.
Non è un caso infatti che la fecondazione in vitro provochi la morte della quasi totalità degli embrioni. E’ come se la Natura cercasse se non di impedire ma certamente di limitare tale pratica innaturale.
Da che mondo e mondo si nasce nel corpo di una donna: la mamma.
La mamma è tutto: la certezza necessaria ad ogni bambino, la continuità con la sua vita prenatale, un prolungamento di sé da cui man mano impara a staccarsi, prendendo coscienza della propria identità (3).
Oggi la mamma in quanto tale non esiste più, perché ce ne possono essere anche quattro o cinque: due venditrici di ovuli (una il nucleo e una magari il mitocondrio), una che affitta l’utero e porta avanti la gravidanza e infine la committente, la madre legale che sgancia i soldi a tutte le altre.
Se le committenti sono due lesbiche, magicamente le mamme diventano anche cinque, se invece i committenti sono una coppia di omosessuali, il bambino sintetico non ne ha neppure una.
Stiamo inesorabilmente perdendo la basilare figura della madre, e questo non è un caso.

Business da capogiro
La commercializzazione del corpo delle donne e dei bambini rappresenta un business impressionante: uteri in affitto, cellule riproduttive (ovuli e sperma), fecondazione artificiale, fecondazione assistita, cure ormonali, esami, ecc. rappresentano solo la punta dell’iceberg di una industria multimiliardaria. Una industria che gioca in borsa con la Vita, una industria che vende la Vita!
Soltanto in India e soltanto per il mercato dell’utero in affitto il giro di affari supera i 2,3 miliardi di dollari. Solo per l’affitto uterino.
Secondo il Wall Street Journal nel 2000 il solo mercato dello sperma valeva 100 milioni di dollari, oggi molto di più.
L’industria della fecondazione artificiale viaggia a 6,5 miliardi di dollari all’anno.
Diciamo che l’intero mercato sviluppa parecchi miliardi di dollari ogni anno ed è in continua crescita.
Una madre surrogante negli USA viene pagata dai 20.000 ai 130.000 dollari, in Cina da 63.000 a 125.000 euro, in Ucraina 30-40.000 euro, in Messico 7.000 euro e in India tra i 4.500 e i 5.000 dollari. Nell’isola di Creta addirittura la gestazione è fissata per legge a 9.000 euro.
Quasi 40.000 dollari per la donazione degli ovuli.
Un mercato in costante crescita. In Gran Bretagna per esempio, secondo il quotidiano The Indipendent il numero dei bambini nati da madri surrogate è salito negli ultimi 6 anni del 255% e il trend continua a salire.
Digitando su google la parola “surrogacy”, il motore trova oltre 1.3000.000 pagine web collegate.

Eugenetica
Dalla vendita della vita all’eugenetica il passaggio è sottilissimo…
Con il termine eugenetica s’intende lo studio e la disciplina che si prefiggono di favorire e sviluppare le qualità innate di una razza umana attraverso selezioni artificiali operate tramite la promozione di caratteri fisici e mentali ritenuti positivi.
Il termine eugenetica fu coniato da Francis Galton (cugino di Charles Darwin) nel 1883 e non è nata nella Germania nazista ma si diffuse inizialmente proprio nei democratici paesi anglosassoni: Inghilterra e Stati Uniti in primis.
Adolf Hitler venne in contatto con le teorie razziali durante la sua prigionia nel carcere di Landsberg leggendo proprio i trattati razziali dei ricercatori inglesi e americani.
Oggi è possibile visionando un catalogo scegliere i caratteri positivi della mamma surrogata in base alle caratteristiche e qualità genetiche (colore occhi, capelli, pelle, ecc.) o alle caratteristiche mentali (studi, quoziente intellettivo, hobby, ecc.).
Si sta facendo una selezione genetica o eugenetica?

Cataloghi on-line
E’ possibile vedere in cataloghi specializzati i profili delle madri surrogate. Le madri temporanee che porteranno il bambino in pancia per nove mesi e poi lo cederanno per soldi ad altri. Le donne in catalogo sono bionde, more, ricce, lisce, bianche, nere, asiatiche: per ogni donatrice è elencata altezza, peso, scuole frequentate e hobby (4). Un vero e proprio catalogo eugenetico.
Addirittura vi sono le donne “premium”, cioè portatrici che hanno già fatto da surrogata e per questa esperienza il prezzo sale di molto.
Si decide tutto a monte, in un ufficio, magari sorseggiando un caffè bollente. La vita non ha più senso. Si decide se far abortire la surrogata per un qualsiasi motivo, si decide cosa deve mangiare.
Addirittura molti acquirenti preferiscono e scelgono la madre surrogata lesbica per essere sicuri di che questa non abbia rapporti sessuali con penetrazione durante l’attesa! Non si sa mai. Ovviamente il tutto per il bene del nascituro.

I vip scelgono l’utero in affitto
I vip sembrano avere la predilezione per l’affitto dell’utero.
Non avendo problemi di soldi il giochetto è semplicissimo, esattamente come fare la spesa al supermercato.
Dopo Sarah Jessica Parker ed Elton John hanno fatto uso della cicogna a pagamento anche gli attori Nicole Kidman e Dennis Quaid. Robert de Niro è stato uno dei primi, perché già nel 1995 aveva pagato per due gemelli maschi.
I cantanti Miguel Bosè e Ricky Martin sono entrambi papà di due gemellini comprati al supermercato della vita, per arrivare al giovanissimo calciatore Cristiano Ronaldo.
Tutti questi testimonial famosi possiedono un potere di persuasione enorme perché le persone li adorano, rispettano ed emulano. Quindi invece di dare segnali educativi ed evolutivi alle masse, mostrano loro che se hai i soldi puoi fare quello che vuoi, anche comprarti un bambino.

Il caso thailandese
Una coppia australiana ha affittato per 12.000 dollari l’utero di una giovane thailandese.
Alla fine della gravidanza, la ventunenne surrogata partorisce una coppia di gemelli, uno dei quali però ha la Sindrome di Down.
Apriti cielo…. Gli acquirenti lasciano alla mamma il bambino down per portarsi in Australia la sorellina sana e senza difetti.
La coppia australiana aveva chiesto alla donna di abortire al quarto mese, dopo la scoperta del difetto cromosomico, ma la mamma per motivi religiosi (è buddista) si è rifiutata e ora il figlio handicappato le è rimasto in custodia.
Quanto lontani siamo dalla legge per “La salvaguardia della salute ereditaria del popolo tedesco”, emanata l’8 ottobre 1935 in cui si autorizzava l’aborto nel caso in cui uno dei genitori fosse affetto da malattie ereditarie?
Questo caso emblematico purtroppo non è certo l’unico: accadono sempre più spesso quando si compra e si vende la vita umana.

Natura docet
La scelta omosessuale, cioè di vivere assieme ad una persona dello stesso sesso va assolutamente rispettata. Della propria vita si è liberi di fare ciò che si vuole, nel rispetto però degli altri e della vita stessa. Proprio per questi motivi non ci si può dimenticare le conseguenze e le responsabilità che questa scelta comporta. Bisogna infatti ricordare e accettare una realtà inequivocabile: il concepimento e quindi la nascita di un figlio richiedono sempre la partecipazione di una donna e un uomo.
Questo avviene in Natura da millenni e avverrà anche in futuro se l’uomo non interverrà modificando e sconvolgendo le leggi perfette.
Si può andare contro le leggi perfette e armoniose della natura, ma bisogna ricordare che il rovesciamento di principi e regole (antinatura) ha sempre conseguenze inevitabili e poco piacevoli…

Conclusione
Quello che manca in tutto il mercato materialistico-egoistico è una concezione spirituale.
Possedere una visione che trascende la mera materia, che trascende l’egoismo umano di avere per forza un figlio, anche quando tutte le condizioni lo impediscono, farebbe comprendere che la Vita è sacra e va rispettata, e il bambino è un essere spirituale frutto dell’amore tra un uomo e una donna.
Dal punto di vista spirituale i genitori (madre e padre) fanno avvicinare e richiamano un’anima piuttosto che un’altra. Ma è l’anima del bambino che dai mondi spirituali decide di incarnarsi e scendere in questa esperienza terrena scegliendo quei genitori in linea con la propria interiorità perché gli servono per fare determinate esperienze di vita.
Se questo è vero, ciò che sta accadendo oggi apre uno scenario molto interessante per non dire inquietante...
Se una donna e un uomo non riescono ad avere un figlio dipende dal caso, dalla sfortuna o ci sono delle motivazioni più sottili? Motivazioni che sempre più spesso non vengono prese in considerazione… Stessa cosa nel caso di due donne lesbiche o due uomini gay che non possono per ovvi motivi avere un figlio naturale.
In questi casi è possibile invertire il processo di incarnazione?
Cosa accadrebbe infatti se le attuali tecniche innaturali di concepimento forzassero la mano e facessero scendere anime non ancora pronte per tale esperienza? Quali sarebbero le conseguenze se queste anime venissero letteralmente strappate e fatte precipitare nel mondo terreno da un uomo e una donna che non erano stati scelti, o addirittura da due uomini o due donne che pagano il noleggiare di un utero inseminato?
Chi ne paga le conseguenze ovviamente sono i bambini che diventano il gioco egoistico di adulti privi di morale.
Non più il calore e l’amore al centro del creato, ma il bisturi, la provetta, gli ormoni, l’utero affittato e il denaro assieme all’egoismo umano che fanno muovere le fila di tutto.
Ecco perché i bambini sintetici venuti dal freddo rappresentano, non per colpa loro, il degrado e il totale allontanamento della società moderna da una sana visione spirituale della Vita.

(1) "Bambini si nasce”, Thomas Verny, ed. Bonomi
(2) "La fine della maternità” Eugenia Roccella, ed. Cantagalli
(3) Idem
(4) “Non si può sdoganare l’utero in affitto. E’ e resta una compravendita di bambini”, Caterina Giojelli, www.tempi.it