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Marcello Pamio

Secondo la "prestigiosa" rivista Famiglia Cristiana, al prete «è affidata la stessa missione che Gesù ha dato agli apostoli». E grazie all’aiuto dello Spirito Santo il prete «può essere guida e capo di una comunità: in questo assomiglia a Gesù».
Quindi secondo il settimanale cattolico, oggi un prete assomiglia a Gesù!!!
Una responsabilità enorme, anche se sarebbe più corretto parlare di ipocrisia magistrale.
Se teniamo conto che nella comunità odierna i bambini non vaccinati vengono illegittimamente e incostituzionalmente lasciati a casa dalle scuole gestite dai preti, viene da sé che se Gesù duemila anni fa scacciò i mercanti dal tempio, oggi prenderebbe a calci nel culo gli apostoli della fede!
Non solo, ma visto che tali violenze nei confronti dei bambini, cioè dei destinatari del Regno-di-Dio, vengono perpetrate per non perdere le priorità acquisite (scuole paritarie), cioè per non perdere gli agognati finanziamenti pubblici, l’affare assume una connotazione a dir poco vomitevole!

Questo racconto di Natale sarà ancora più indicativo della incoerenza dei preti cattolici…

Pecora nera alla Grotta di Betlemme

C’era una volta una pecora diversa da tutte le altre: era nera. Veniva derisa perché in un gregge tutto bianco spiccava come una macchia di inchiostro su un lenzuolo!
Le altre pecore le gridavano dietro: «pecora sbagliata, non sai che le pecore devono essere tutte uguali, tutte avvolte di bianca lana?».
La pecora nera non ne poteva più e decise di uscire dal gregge andandosene sui monti da sola. Una sera vide lontano una grotta illuminata da una debole luce.
«Chi sei?», le domandò una voce appena fu entrata.
«Sono una pecora che nessuno vuole: una pecora nera! Mi hanno buttata fuori dal gregge».
«La stessa cosa è capitata a noi! Anche per noi non c'era posto con gli altri nell'albergo. Abbiamo dovuto ripararci qui, io Giuseppe e mia moglie Maria. Proprio qui ci è nato un bel bambino. Eccolo!».
La pecora nera era piena di gioia. «Avrà freddo; lasciate che mi metta vicino per riscaldarlo!».
La pecora si avvicinò stretta al bambino e lo accarezzò con la sua lana.
Gesù si svegliò e le bisbigliò nell’orecchio: «Proprio per questo sono venuto: per le pecore smarrite!».
La pecora si mise a belare di felicità. Dal cielo gli angeli intonarono il «Gloria»…

Oggi la pecora nera è rappresentata dai bambini i cui genitori hanno deciso consapevolmente di non vaccinare. Ma mentre Gesù è venuto proprio per le “pecore smarrite”, oggi i preti, per infimi interessi economici, portano al massacro queste povere pecore!

 

Pubblico l'articolo tratto dalla pagina Facebook del Corvelva

LA SOLIDARIETA' ECCLESIASTICA ALLE DISCRIMINAZIONI DI LEGGE

Anche oggi non si smentiscono i vertici clericali e don Lorenzo Celi, direttore dell'ufficio diocesano pastorale della scuola di Padova, tiene a rassicurare moralmente i propri parroci. Egli infatti esprime loro "vicinanza e piena solidarietà" nel compito di esclusione dalle scuole materne Fism.
Se ne deduce che, invece, ai bambini non siringati a dovere e per questo esclusi dal sistema scolastico, non ritenga di esprimere alcunché; d'altra parte egli tiene a ribadire che sarebbero i genitori ad auto-escludersi perchè rei di opporsi "a quanto dispone la legge", e aggiunge "per ragioni personali".
Ribadisce, il don, che all'art.3 la legge prevede l'esclusione (??? dov'è scritto nella legge, don ???), più in là si corregge parlando di espulsione e poi di sospensione (eh! la chiarezza della Legge!), ma soprattutto si premura di utilizzare un bel giro di parole per ricordare il rischio di "perdita della parità scolastica con tutte le conseguenze a ciò correlate" (leggasi contributi economici).
Credo che questo sia lo snodo fondamentale che spiega tutto il comportamento della chiesa e delle fism dal 2017 ad oggi...
Personalmente preferisco non esprimermi sulla condotta dei preti in tutta questa
vicenda dei vaccini obbligatori, dico solo che la storia insegna, a chi vuole intendere.
Mi auguro però che le persone possano imparare molto da questa condotta; d'altra parte, se le vaccinazioni sono diventate dogma, se la scienza è divenuta fideismo, quali attori migliori dei preti in campo, per difendere la sacralità della magica soglia di immunizzazione?
Ieri come oggi, oscurantismo è la parola chiave: si oscurano i diritti, il libero pensiero, la libertà di espressione e quando c'è bisogno di seppellire la libera coscienza (le "ragioni personali"), si trovano sempre buoni alleati in chi è allenato agli "atti di fede".
Mi raccomando: la dottrina, il catechismo, la messa la domenica.
La COERENZA, soprattutto.

Ecco la lettera di Lorenzo Celi

Marcello Pamio

Gentile Ministro Grillo,
l’emozione che milioni di italiani hanno provato nel vedere la Lorenzin uscire dal dicastero della salute con la scatola dei quadretti e delle foto di famiglia, non ha nulla da invidiare a quello che hanno vissuto i francesi dopo la finale del campionato del mondo di calcio.
Il tripudio nazionale aveva un suo perché: dare un ministero così delicato e importante ad una persona completamente ignorante e soprattutto incompetente in ambito sanitario è un crimine contro lo stato di diritto e contro le libertà.
Ecco perché la Sua elezione a Ministro, ha reso felici praticamente tutti gli italiani, anche coloro che non hanno votato il Movimento 5 stelle.

Fatto questo preambolo obbligatorio, e nonostante l’attenzione e la memoria del popolo-bue siano sempre più labili, devo ricordarLe che nel web, nel bene o nel male, vengono conservate tutte le cose scritte e/o dette. Molti non si soffermano su questo piccolo particolare, e poi si scontrano con l’amara realtà dei fatti.
Prima che Ministro della salute, Lei è un onorevole, e prima ancora un Medico che ha fatto il Giuramento di Ippocrate, il cui motto centrale è sempre stato il «Primum non nocere».
Per cui dovrebbe spiegare agli italiani per quale motivo ha cambiato drasticamente la Sua visione in tema vaccini. In un solo anno.
Per rinfrescarLe la memoria, Le riporto le Sue parole, a giugno 2017…

«E’ da irresponsabili pensare di tutelare la sanità pubblica, calando dall’alto un provvedimento che prevede coercizione, multe fino a 7.500 euro e addirittura l’intervento del Tribunale dei minori. La Lorenzin, così facendo, ha dimostrato una volta per tutte la sua totale inadeguatezza a rivestire il ruolo di Ministro della Salute. Fermeremo questo decreto in Parlamento»

Ancora presente nel suo sito (http://www.giuliagrillo.it/fermeremo-decreto-lorenzin/) un articolo datato 16 giugno 2017, dal titolo: «Vaccini, fermeremo il decreto Lorenzin».
Alla fine del pezzo c’è un video nel quale Lei dice le testuali parole:

«Il mercato dei vaccini è un mercato molto grosso a livello mondiale.
E’ un mercato che ha portato ad un fatturato di 23 miliardi di euro nel 2014, stimato nel 2020, a 35 miliardi. Questi sono dati dell’Anti-Trust.
Esiste - secondo le parole sempre dell’Anti-Trust - un oligopolio perché ci sono 4 grandi multinazionali chimiche che effettuano strategie commerciali globali che sono: Merck, Sanofi, Glaxo e Pfizer.
Quindi l’Anti-Trust dedica 100 pagine per spiegare quanto sia complesso il sistema di negoziazione del prezzo di vendita dei vaccini, e quanto sia complesso per gli acquirenti, che in questo caso sono le Aziende sanitarie e le Regioni (perché non si sta facendo una procedura nazionalizzata per l’acquisto di vaccini e questo dobbiamo dirlo).§
Per questo abbiamo chiesto proprio all’Aifa quali fossero i singoli prezzi di negoziazione, prezzi ExFactory si dice, dei vaccini e se in qualche modo fosse intervenuta per ridurre questi prezzi visto che saranno necessarie una grande quantità di vaccini.
Sull’aspetto economico mi soffermo perché noi eravamo convinti che il ministro della salute avrebbe trovato delle coperture economiche per questo decreto. Chiaramente si passa da una condizione in cui sono previsti 4 vaccini obbligatori, ad una introduzione obbligatoria fino a 12 vaccini. (..)
Dico questo perché il decreto sui vaccini, così come è stato presentato, a nostro avviso, non avrà assolutamente la copertura sufficiente per introdurre l’obbligatorietà, ma quello che fa sommessamente un riso amaro, per non trovare le coperture, il decreto introduce l’obbligatorietà della varicella a partire dai nati del 2017, la cui prima dose deve essere fatta al secondo di vita, cioè nel 2018, quindi quando si farà la nuova legge di bilancio e si dovranno trovare le coperture per la varicella.
Questo lo dico perché NON si può ammettere di fare un decreto in questa maniera, in cui è evidente la deficitarietà, diciamo anche la scarsa qualità dei contenuti indicati, soprattutto da un punto di vista economico e commerciale, ignorando 100 pagine dell’Anti-Trust, che aveva messo in evidenza tutte le difficoltà del mercato locale di affrontare con adeguati mezzi, l’acquisto da parte di venditori così grossi come le multinazionali, che agiscono a livello mondiale»

Dopo poco meno di un mese, a luglio 2017, in una diretta dal Parlamento ha detto:

«Abbiamo finito ora in Commissione, in questo fatidico giorno di discussione sul Decreto vaccini. Stiamo facendo questa diretta giusto per spiegare, anche perché molti di voi ce lo stanno chiedendo, cosa succederà. 
Noi siamo abbastanza incavolati, perché abbiamo presentato tutta una serie di emendamenti per migliorare il decreto, che come avete capito tutti è assolutamente inutile, oltre ad essere medievale.
Inutile perché non interviene su quella che è eventualmente l’unica emergenza, cioè il morbillo, per altro su una popolazione di età compresa tra i 15 e i 39 anni, età che rappresenta il 56% dei “contagiati” oggi. Quindi un decreto sbagliato.
Abbiamo fatto tantissime domande e non abbiamo avuto alcuna risposta.
Ma la cosa gravissima è stata quando il relatore, nel parlare sui pareri degli emendamenti, ha detto con nonchalance (per quanto secondo lui alcuni emendamenti avrebbero meritato un parere favorevole), non può dare il parere favorevole perché significherebbe cambiare il decreto, e per problemi di temporalità, ha dato tutti pareri contrari. Per cui il decreto non verrà modificato, nonostante scadesse in agosto».

In conclusione riporto solo alcune delle SUE frasi sul decreto/legge vaccini.

«E’ da irresponsabili pensare di tutelare la sanità pubblica, calando dall’alto un provvedimento che prevede coercizione».
«Fermeremo questo decreto in Parlamento»
«Il decreto sui vaccini, così come è stato presentato, a nostro avviso, non avrà assolutamente la copertura sufficiente per introdurre l’obbligatorietà»
«NON si può ammettere di fare un decreto in questa maniera, in cui è evidente la deficitarietà, diciamo anche la scarsa qualità dei contenuti»
«Il decreto, che come avete capito tutti, è assolutamente inutile, oltre ad essere medievale».
«Un decreto sbagliato».

Posizione decisa e chiara la Sua, da onorevole; da Ministro le cose sono state un po’ “edulcorate”.
Confrontando la posizione che aveva a giugno/luglio del 2017 con quella di luglio 2018, sorgono alcune inquietanti domande, in vista del fatto che Lei è stata anche un membro dell’ultima Commissione Parlamentare sull’Uranio impoverito e vaccini ai militari, le cui conclusioni, che Lei conosce perfettamente, sono estremamente preoccupanti e non lasciano spazio a dubbi.
Arriviamo infine alla sua memorabile dichiarazione: «vaccini, obbligo flessibile».
Siamo in presenza di un ossimoro: può un «obbligo» (che rappresenta un vincolo giuridico, una imposizione) essere anche «flessibile» (che significa capacità di adattarsi)? Si può flessibilmente obbligare i genitori a vaccinare i propri figli?

Alla luce di quanto detto, Le chiedo: potrebbe spiegare la motivazione del Suo drastico e repentino cambiamento nei confronti delle vaccinazioni di massa?
«Un decreto sbagliato, inutile, medievale che va fermato»: perfetto, gli strumenti legislativi ci sono e avete pure la maggioranza in Parlamento: come mai non lo avete cestinato?
Ha per caso ricevuto pressioni o minacce? E’ stata avvicinata da qualcuno di potente che Le ha “consigliato” di mantenere la linea politica vaccinale precedente? Magari fino al 2020 quando decadrà la direzione delle Linee guida mondiali in ambito vaccinale?
Oppure è l’aria “condizionata” che si respira al Ministero della salute, che proprio bene non fa alla salute di chi ci lavora?
Rimaniamo in attesa di Sue spiegazioni

In fede
Marcello Pamio

 


Marcello Pamio e Nassim Langrudi 

L’eresia è «la negazione di alcuni dogmi o verità di fede insegnati dalla Chiesa» (1)
In un passato non molto remoto chi veniva macchiato di “eresia” finiva molto male, perché l’eresia andava estirpata con ogni mezzo, soprattutto violento.
E’ San Tommaso che oltre a dare le basi fondamentali dell’insegnamento scolastico odierno definisce il termine “eresia”. Definizione poi formulata dai teologi.
L’eresia «si può manifestare in una negazione o in un dubbio positivo che riduca la certezza a semplice opinione», ma il vero problema è nel dubbio «perché scrolla l’adesione all’insegnamento della Chiesa».
In soldoni l’eresia minava le fondamenta di tutta la costruzione religiosa. Dice il saggio: «chi la fa l’aspetti» e l’umorismo cosmico non ha impiegato tanto nel dare una lezione di vita.

Oggi molti preti sono in odore di eresia, e non c’entra minimamente l’osceno mondo della pedofilia, degli abusi sessuali e tutto quello che ruota attorno...
Il riferimento è al rovesciamento delle sacre scritture, alla negazione di quello che è scritto nel Nuovo Testamento.
I Ministri di Dio in teoria sono qui per compiere l’alta missione che Gesù avrebbe affidato a loro. Questi uomini di fede dovrebbero possedere amore per tutte le anime, mitezza, umiltà di cuore, zelo e abnegazione.
Si identificano con il pastore pronto a lottare per salvare le sue pecorelle grazie alla Luce delle Verità eterne.
Il servizio dei preti è trasmettere la tradizione che viene da Gesù stesso: vegliare sull’unità della comunità che gli è stata affidata.

In pratica il prete «occupa il posto di Gesù in mezzo ai suoi fratelli» (2).
Un posto molto scomodo, perché se Gesù tornasse sicuramente prenderebbe a calci nel didietro molti degli attuali pastori.
Oggi abbiamo preti che nascondendosi dietro una legge vergognosa, classista e incostituzionale buttano letteralmente e fisicamente fuori dalle loro scuole delle piccole creature innocenti, la cui colpa è avere dei genitori che hanno rifiutato le vaccinazioni.
Mentre Gesù cacciava i mercanti dal tempio, i suoi emissari moderni cacciano i bambini da scuola! Effettivamente qualcosa è cambiato…
I preti che dovrebbero «vegliare sull’unità della comunità che gli è stata affidata», stanno fomentando l’odio, il rancore e le divisioni tra genitori della comunità.
I preti che dovrebbero amare «tutte le anime» e lottare «per salvare le pecorelle», stanno mandando delle anime purissime al macello.
Eppure nel vangelo è scritto chiaramente: «lasciate stare i bambini e non impedite che vengano a me, perché Dio dà il suo Regno a quelli che sono come loro».

Magiche sono le parole di Gesù riportate nel vangelo di Matteo.
I preti così facendo stanno allontanando le famiglie dall’insegnamento della chiesa e stanno disconoscendo il Regno dei Cieli, che secondo il Cristo è dei bambini!
Come d’altronde dovrebbero reagire quei genitori che si vedono rifiutare nella scuola del parroco il proprio figlio? Dovrebbero porgere l’altra guancia o capire l’assoluta e vergognosa incoerenza di colui che dovrebbe essere il portavoce dell’Amore personificato?
Numerose sono le testimonianze di questi giorni di genitori che riportano fatti incresciosi che si svolgono in quelle scuole d’infanzia ed asili nido parrocchiali, federati Fism (Federazione Italiana Scuole Materne, ovvero Cei: «La FISM è componente della Consulta per la Pastorale della Scuola e del Consiglio Nazionale della Scuola Cattolica della Conferenza Episcopale Italiana»).

Dunque, la Fism sembra avere voce in capitolo per quanto riguarda “l’indirizzo” che la scuola cattolica deve avere.
Evidentemente qualcuno ha deciso che la scuola cattolica debba avere tra i suoi precetti anche la fedeltà al piano vaccinale imposto da un governo non eletto.
Poco importa che i vaccini contengano, tra le altre cose, materiale biologico proveniente da feti abortiti: questo è ritenuto di secondaria importanza, infatti la Pontifica Accademia per la Vita, la CEI e all’Associazione Medici Cattolici Italiani, ritengono che «in considerazione del fatto che le linee cellulari attualmente utilizzate sono molto distanti dagli aborti originali e non implicano più quel legame di cooperazione morale indispensabile per una valutazione eticamente negativa del loro utilizzo» (3).
Come parlare di prescrizione di peccato!

E’ imbarazzante constatare dunque come le vaccinazioni di massa siano ormai divenute un nuovo dogma anche religioso.
Cos’abbia a che fare il paventato “effetto gregge” delle vaccinazioni con la Chiesa Cattolica non si sa. Forse si tratta di un fraintendimento sul significato dell’attività pastorale...
Stride parecchio la faccenda a chi frequenta le istituzioni e la comunità religiosa da sempre: e difatti molti genitori di bambini ingiustamente ed illecitamente allontanati da scuola, hanno chiesto se dunque si dovessero ritenere allontanati, per le stesse motivazioni, anche dai vari appuntamenti religiosi imprescindibili: la comunione, la cresima, il catechismo…..

«Mi scusi Don, mi sta forse dicendo che mio figlio rappresenta un pericolo per la comunità ma solo entro le mura dell’asilo? Com’è possibile che lei stesso mi dica che invece non ci sono problemi entro le mura dell’aula di catechismo?».
Spiazzate le reazioni dei parroci, forse un barlume di razionalità che li fa rendere conto dell’assurdità e dell’incoerenza del loro messaggio, ma subito spazzato via dalla consapevolezza che chi “comanda” ha ormai deciso: i bambini non in regola vanno espulsi dalle scuole!
Costi quel che costi. Forse costerà più di quanto messo in preventivo, perché ormai anche chi inizialmente difendeva Fism e preti («devono seguire la legge»…) ha dovuto aprire gli occhi: il Presidente regionale FISM Veneto Stefano Cecchin, bacchetta le Ulss dalle pagine dei quotidiani veneti, perché queste ultime dovrebbero smettere di consigliare la via della mediazione, per consentire ai bambini di finire l’anno scolastico, ormai quasi al termine, e lancia accuse di disobbedienza civile! (4)

Dunque oggi è un presidente Fism a decidere se e quando i vaccini siano essenziali ed in quale misura possa esistere un pericolo, non più un dirigente dell’ente preposto alla salute; è un componente delle istituzioni ecclesiastiche ad accusare, puntare il dito e decidere di discriminare.
Piccola precisazione: la legge 119 non indica da nessuna parte che i bambini vadano espulsi in corso d’anno, né incarica le scuole d’infanzia di assumersi tale onere!
Quindi quale disobbedienza civile?
Disobbedienza al nuovo Dogma, semmai. E allora farebbe meglio a parlare di condanna per ideologie non condivise.
Come reagiranno le famiglie cattoliche che hanno come unica colpa quella di esercitare il diritto al libero pensiero e alla libertà individuale, dinanzi a questi comportamenti e contraddizioni?

Sono passati 80 anni esatti e purtroppo la storia si sta ripetendo: nel 1938 con le leggi razziali hanno espulsi i bambini dalle scuole in quanto ebrei; nel 2018 con la legge Lorenzin hanno espulso dalla scuola i bambini perché non vaccinati.
Sembra che nel 1938 papa Pio XI inviò prima una lettera a Mussolini e poi al re Vittorio Emanuele III per fermare le leggi razziali. Ovviamente senza risultati.
«Ma questo è enorme! Ma io mi vergogno… mi vergogno di essere italiano. Io, non come Papa, ma come italiano mi vergogno! Il popolo italiano è diventato un branco di pecore stupide» (5)
Oggi Papa Bergoglio non solo fa pubblicamente dichiarare dal portavoce del vaticano che i vaccini «sono un dovere sociale» (6) ma si fa anche fotografare mentre instilla il vaccino contro la poliomielite a un ragazzino di 5 anni in Messico.
Il dovere sociale non è quello di difendere i più deboli, le anime innocenti, coloro a cui è destinato il Regno dei Cieli?
«Ma questo è assurdo! Io mi vergogno… mi vergogno di essere italiano. E i cattolici, quelli veri, dovrebbero vergognarsi di avere una chiesa tanto asservita ai poteri quanto lontana dai bambini»
Però non tutto il male viene per nuocere, e il lato positivo è che i preti e la chiesa hanno oramai svelato il loro vero volto…

Note

1) «Eresia» secondo l’enciclopedia Treccani 2) «Il prete chi è?», www.famigliacristiana.it/articolo/il-prete-chi-e.aspx 3) http://www.academiavita.org/_articles/324195660-vaccini_nota_amci_pav_cei.php 4) http://tribunatreviso.gelocal.it/treviso/cronaca/2018/05/06/news/bimbi-non-vaccinati-sospesi-da-domani-1.16802870 5) Annotazione dell’udienza accordata al padre Tacchi Venturi dal Papa Pio XI il 23 ottobre 1938. 6) «Vaticano: no all’eutanasia, i vaccini sono “un dovere sociale”», www.lastampa.it/2017/02/06/vaticaninsider/vaticano-no-alleutanasia-i-vaccini-sono-un-dovere-sociale-TkB5XHu7ENuHWWGq999LJL/pagina.html

Avvocato Luca Ventaloro

Rifiutare la vaccinazione per i propri figli è un diritto dei genitori, che deve essere esercitato tramite l'Obiezione Attiva e il Dissenso Informato: l'avvocato Ventaloro ci spiega come fare.

In Italia, le vaccinazioni obbligatorie per l’infanzia (pediatriche), sono quattro: antipoliomielitica (Legge n. 51/1966), antidifterica (L.891/1939), antitetanica (L. 292/1963), antiepatite-b (L. 165/1991). Esse dovrebbero essere somministrate una alla volta, a distanza di tempo, e a un’età giusta onde non fare correre rischi al minore.
Invece vengono somministrate in forma esavalente o eptavalente, ovvero in un gruppo di sei vaccinazioni. Ciò vale a dire che unitamente alle quattro obbligatorie, oggi le varie ASL inseriscono altre due o tre vaccinazioni, generalmente Pertosse, Haemophilus, Antimeningococco.
Di fatto, con questa inclusione, il minore assume sei o sette vaccinazioni e un carico ‘tossico’ corrispondente.

Il genitore però, sempre nel supremo esercizio dei diritti di potestà genitoriale (ora divenuta ‘responsabilità genitoriale’ - art. 316 e segg. c.c.), ha il diritto di potere chiedere l’effettuazione di una vaccinazione alla volta, limitandosi alle sole quattro obbligatorie, e anche distanziate nel tempo.
Nessuno può essere obbligato a subire le vaccinazioni ‘facoltative’ che, per tale definizione, possono ben  essere rifiutate. Generalmente le Asl ‘spingono’ molto anche per l’effettuazione delle altre vaccinazioni non-obbligatorie, quali l’antinfluenzale, la vaccinazione MPR (morbillo, rosolia, parotite) e altre.
Va detto che sovente gli avvisi delle Asl in merito alle vaccinazioni facoltative sono piuttosto ambigui, non risultando con chiarezza che tali vaccinazioni non sono obbligatorie.
Ciò dovrebbe invece essere comunicato in maniera manifesta e ben comprensibile, onde non indurre in errore il cittadino.
Stante l’insorgere di problematiche, sin dalla loro introduzione, legate al potenziale danno, le vaccinazioni oggi sono argomento molto dibattuto.

Oggetto di leggi e di interventi ora sempre più frequenti e tutelanti da parte della Magistratura, lo stesso Stato italiano ha preso atto, già da tempo, del fattore di rischio, e ha promulgato norme di grande modernità relativamente alla cautela vaccinale.
Vediamole sommariamente:

- la L. 210/1992 che unitamente alla L. 229/2005, stabilisce un indennizzo per i danni da vaccinazione;

- il D.M. 12.12.2003, cosiddetta ‘Vaccinovigilanza’ o ‘Farmacovigilanza’, ovvero una procedura obbligatoria per le ASL di avviso agli utenti, di raccolta dati e di segnalazione, in merito ad ogni reazione avversa alla vaccinazione:

- il D.P.R. n. 355/1999 che ha sancito la libera frequenza scolastica ai soggetti non vaccinati.

Norma questa estesa in via analogica a tutte le comunità infantili (nido, materne, asili), sia pubbliche che private.

Il rifiuto alla vaccinazione: l'Obiezione Attiva
Parallelamente alla grande attenzione sulla questione vaccinale, sia da parte dei cittadini che da parte del mondo scientifico e normativo-giudiziario, nel corso dell’ultimo ventennio si è consolidata una diffusa procedura di rifiuto alla vaccinazione, procedura consentita e tutelata dall’Ordinamento.
Questa è l’Obiezione Attiva. L’Obiezione Attiva consente il rifiuto della prassi vaccinale obbligatoria, senza incorrere nella commissione di un illecito.
È stata codificata in numerose norme regionali che l’hanno disciplinata.
Le Regioni in questione sono: Veneto, Lombardia, Provincia di Trento, Piemonte, Emilia Romagna, Umbria, Toscana. Abruzzo, Sardegna.
Di fatto la procedura è comunque estesa a tutte le Regioni attraverso circolari regionali; oppure lo è per estensione analogica detta in bonam partem.
È una procedura molto importante, addirittura fondamentale, di moderna ispirazione etico-giuridica.
Vediamo in cosa consiste.

Per praticare l'Obiezione Attiva è necessario:

1) prendere posizione sulla prassi vaccinale formalmente con l’Asl a mezzo di raccomandata a.r.;

2) presentarsi sempre ai colloqui convocati dall’asl;

3) firmare il modello di Dissenso Informato, o modificandolo nella parte in cui si viene definiti ‘debitamente informati’, oppure firmarlo senza alcuna modifica, qualora ci si ritenga sufficientemente informati dall’asl.

Dal punto di vista del diritto genitoriale, è assolutamente sconsigliato nascondersi o ignorare gli inviti e le missive dell'Asl. Non sarebbe obiezione, ma semplice fuga o inerzia e rappresenterebbe un rischio per la potestà (responsabilità genitoriale).
L'obiezione di coscienza, nella forma dell’Obiezione Attiva, è un comportamento 'attivo' dal punto di vista etico e civico, serve a manifestare regolarità genitoriale (altrimenti si potrebbe sostenere che i genitori 'se ne fregano' della salute dei figli, nonchè delle Istituzioni), e a diffondere una buona cultura sanitaria.

È importante praticare correttamente l’Obiezione Attiva, poiché recentemente alcuni Tribunali per i Minorenni hanno riattivato procedure sulla potestà, proprio nei confronti degli obiettori silenti e inattivi, ovvero coloro che non avevano praticato Obiezione Attiva.
Inoltre praticare l'Obiezione Attiva serve a dare all'Asl la dimensione del dissenso sul territorio, altrimenti sovente si è sentito dire che "l'obiezione non esiste!".

Che cos'è il Dissenso Informato
Vale la pena di esaminare la procedura di Dissenso Informato, che è parte integrante dell’Obiezione Attiva.
La procedura di Dissenso Informato, istituita dalla Conferenza di Oviedo del 4 aprile 1997 (partecipazione e adesione consapevole e formale dei cittadini europei alle procedure sanitarie che li riguardano), non prevede alcun obbligo di forma, né obbligo di modulistica.
Prevede che l’adesione consapevole del cittadino europeo alla procedura sanitaria sia manifestata in maniera personale, libera, cosiddetta 'di scienza'.
Tale volontà dei genitori quali cittadini europei, non è subordinabile a nulla, né coercibile o richiedibile come conforme a modulistica, a prestampati, o contenuti già preparati (come vorrebbero le Asl).
Secondo la normativa uscita dalla Conferenza di Oviedo e secondo tutta la normativa italiana che ne ha dovuto recepire i contenuti, la procedura di Dissenso Informato tutela la consapevole partecipazione del cittadino all'iter sanitario, non certo il 'banale' rispetto della modulistica.

In ossequio a ciò, come è ovvio, il genitore dichiara ciò che vuole e nella forma che vuole.
Poiché il Dissenso Informato proposto dall’Asl è un modulo ministeriale "di comodo", si suggerisce per fare accettare meglio le eventuali aggiunte (così come indicate nell’Obiezione Attiva) senza che nascano controversie inutili, e prima di redigere un modello ex novo, di utilizzare quello dell'Asl, opportunamente modificato, se lo si ritiene necessario.
L’Asl è obbligata ad accettare tutto ciò che viene dai dichiaranti, liberi e identificati come cittadini, e non può subordinare nulla al rispetto della modulistica: sono successi casi di denunce e cause già risolte in favore dei dichiaranti.
Qualora l’Asl non accetti la dichiarazione o le modifiche dei genitori, allora il Dissenso Informato lo si può inviare modificato, inviandolo con spedizione raccomandata a/r. o consegnandolo all'Ufficio Protocollo dell'Asl.
Non partecipare all'iter del dissenso rappresenta un addebito genitoriale (fuga e menefreghismo).

Le vaccinazioni sportive
Altra questione di grande importanza è quella delle vaccinazioni sportive, in relazione, generalmente, alla richiesta vaccinazione antitetanica
Le vaccinazioni cosiddette "sportive" sono un retaggio di norme vecchie, obsolete e paradossali.
La Costituzione ha l'assoluta preminenza in base a un semplice e doveroso rapporto di gerarchia di norme. Infatti in ogni caso, in ossequio alla nostra Costituzione, non è possibile subordinare la pratica sportiva all'effettuazione delle vaccinazioni, soprattutto quando questa sia rifiutata con serie motivazioni.
Il diritto alla libera determinazione dei cittadini nelle forme ritenute congrue (sport, associazionismo, ecc.) è preminente rispetto alla norma vetusta che impone le vaccinazioni sportive. E poi c’è l’invalicabile diritto alla salute (art. 32 Cost), di fronte al quale ogni norma deve arretrare.
Quindi sussiste il pieno diritto alla frequenza sportiva anche senza le vaccinazioni.
In tal senso è sovente risultato risolutivo e perfettamente in linea con la normativa, fare un dosaggio anticorpale antitetanico (semplice esame del sangue) e verificare la presenza di anticorpi del tetano. Generalmente tale dosaggio è in misura più che sufficiente, cosa che rende assolutamente superflua la vaccinazione.
In ultima istanza si potrà proporre al centro sportivo una liberatoria con assunzione di responsabilità dei genitori quanto alla mancata pratica vaccinale.
Se tutto questo non bastasse, allora bisogna intervenire legalmente. Le stesse considerazioni valgono per le cosidette "vaccinazioni lavorative".

Articolo pubblicato per Gentile concessione di Scienza e Conoscenza n. 50

Scritto da Luca Ventaloro
Avvocato Cassasionista, esperto di Diritto Familiare-Minorile, Diritto Penale, Diritto Sanitario. Docente di Diritto di famiglia e sanitario presso l'ISSPOS, Membro dell'Ufficio del Garante per l'Infanzia della Regione Emilia Romagna, Esperto Giuridico AUSL di Rimini U.O. Tutela dei Minori. Relatore a convegni universitari e giuridici di Diritto minorile e familiare, Docente in Corsi di Formazione per Servizi Sociali, Avvocati e Giuristi autore di articoli su riviste specializzate di Diritto di Famiglia, autore di pubblicazioni giuridiche di diritto minorile.
Fa parte del Consiglio direttivo del Comilva, il Coordinamento del Movimento Italiano per la Libertà delle Vaccinazioni.
Per info: ventaloro.avv@libero.it