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Marcello Pamio

I vaccini sono sicuri? Domanda retorica, ovviamente per la visione ufficiale, anche se è mal posta.
La domanda corretta secondo l’establishment, dovrebbe essere: «i vaccini fanno bene o benissimo»?
Stando invece ai risultati delle analisi biologiche e chimiche finanziate dall’associazione Corvelva, quello che salta fuori dalle fialette vaccinali supera il film horror più spinto.
Questi «farmaci biologici» dovrebbero contenere SOLO antigeni (virus e/o batteri), adiuvanti e pochissimo altro, in pratica dovrebbero essere esenti da tossine e contaminanti, perché la loro sicurezza è prioritaria, e invece sono delle vere e proprie zozzerie, discariche pregne di sostanze anche sconosciute e a livelli preoccupanti.

Stiamo parlando della presenza abnorme di DNA, animale (pollo, bovino, ecc.), umano (cellule diploidi fetali) e batterico.
I virus contenuti in alcuni vaccini hanno subìto centinaia di mutazioni dando origine a qualcosa di diverso dall’originale. Addirittura alcuni virus il laboratorio non è stato in grado di trovarli nelle fiale, come quello della rosolia e della polio.
La cosa che invece è saltata agli occhi è stata la quantità industriale di proteine allergizzanti oltre a centinaia di sostanze chimiche diverse (farmaci, pesticidi, alcaloidi, ecc.).

Ha ancora senso parlare di sicurezza?
Ma nonostante dal vaso di pandora scoperchiato stia uscendo di tutto e di più, il verbo impone che i vaccini sono sicurissimi ed innocui.
Così sicuri, che qualche giorno fa la ULSS6 di Padova ha spedito a farmacisti e addetti alla prevenzione una e-mail privata informando che nel nuovo portale è «stata inserita la voce "segnalare una reazione avversa da farmaco" con il link al portale VIGIFARMACO per la segnalazione on-line delle sospette reazioni avverse da farmaco o vaccino». Come mai parlano di «reazioni avverse» e «vaccini»?

Che sia stato un gravissimo errore del webmaster, o anche questi farmaci possono avere effetti collaterali?
Lo trovo strano, perché stando alle dichiarazioni dei burioni, lopalco e villani di turno, sembra che l’acqua potabile sia molto più pericolosa di un tossico vaccino inoculato nel corpo di un neonato.
Nella stessa e-mail si avverte pure che «i medici e gli altri operatori sanitari sono tenuti a segnalare tempestivamente le sospette reazioni avverse», e che «la definizione di reazione avversa comprende qualsiasi "Effetto nocivo e non voluto conseguente all’uso di un medicinale.
Il comunicato termina con una precisazione molto interessante: «NON è necessario avere la certezza della correlazione tra farmaco e reazione avversa».

Qual è il senso di questa comunicazione partita dalla ULSS6 e destinata ai farmacisti?
Il portale Vigifarmaco è attivo da anni, ma evidentemente non così conosciuto dagli addetti del settore - benché sia proprio a loro che viene demandato il compito di rendere la farmacovigilanza uno strumento efficace.
Se i vaccini sono sicuri perché la necessità di un promemoria sul compito di segnalare le sospette reazioni avverse?
Forse si stanno accorgendo che così sicuri proprio non sono...
Per caso si stanno verificando sempre più reazioni avverse nell’ultimo periodo, grazie alla legge 119/2017 che ha fatto aumentare esponenzialmente il numero dei vaccini obbligatori, e vogliono monitorarle? O forse si sono resi conto che sempre più cittadini sono costretti a farla da sé, la segnalazione, trovando spesso un muro di gomma o personale impreparato?

Ripetiamo l’ultimo passaggio della ULSS6, proprio perché stiamo assistendo ad una gravissima e pericolosa superficialità e menefreghismo da parte di medici ospedalieri e/o pediatri: «i medici e gli altri operatori sanitari sono TENUTI a segnalare tempestivamente le sospette reazioni avverse» e «NON è necessario avere la certezza della correlazione tra farmaco e reazione avversa».
Chiaro?

Marcello Pamio

In data 16 luglio 2018 la storica Associazione Corvelva per il sostegno della libertà di scelta vaccinale ha inviato all’EMA (European Medicines Agency), l’Agenzia europea che controlla i farmaci, una lettera in cui esprimeva preoccupazione per i risultati delle analisi effettuate.
Facciamo un salto indietro nel tempo, al mese scorso, quando il Coordinamento a proprie spese ha commissionato ad un Ente scientifico altamente qualificato e specializzato nel sequenziamento del materiale genetico, l’analisi di eventuali contaminazioni biologiche in alcuni vaccini attualmente commercializzati in Italia. I vaccini analizzati sono stati sette.
Non sto qua a sottolineare le difficoltà che hanno dovuto superare per trovare un laboratorio serio che analizzi il contenuto vaccinale, e questo non certo per mancanza di laboratori. Stranamente alla parola “vaccini” moltissimi centri interpellati si sono letteralmente glissati.
Strano atteggiamento visto che le analisi erano a pagamento e non a titolo gratuito, ma forse il tema è troppo caldo e pericoloso... Come mai si ha così paura del contenuto dei vaccini pediatrici?

Comunque sia, superata l’impasse, gli esiti sono arrivati e i risultati a dir poco inquietanti.
Le analisi dimostrano che nei vaccini esaminati è presente DNA FETALE UMANO proveniente da un genoma intero in misura superiore ai limiti che EMA ed FDA hanno suggerito alla comunità scientifica. Sono, altresì, presenti modificazioni genetiche rispetto ai ceppi che i produttori indicano nella scheda tecnica del vaccino. Il quantitativo di DNA fetale contenuto nel tetravalente Priorix Tetra (morbillo, parotite, rosolia e varicella) risulta circa 140 volte superiore al limite massimo di 10 ng, e ben 140.000 volte superiore al limite minimo di 10 pg. Non solo, ma tale vaccino presenta molte più varianti genetiche degli antigeni, che potrebbero alterare significativamente sia la sicurezza che la sua efficacia.
Le conclusioni riportate dalla lettera che il Corvelva ha inviato all’EMA erano chiare e prive di fraintendimenti: vista la presenza di contaminazioni significative (DNA fetale) e di importanti varianti genetiche degli antigeni, si pongono dei dubbi sulla sicurezza dei vaccini analizzati.
I riscontri laboratoristici conferiscono ai vaccini analizzati carattere di palese NON CONFORMITA’, e di POTENZIALE NOCIVITA’!
Preoccupazioni molto serie e soprattutto più che legittime, visto che questi farmaci vengono inoculati nel corpo di neonati...

Risposta dell’EMA
L’EMA qualche giorno fa ha risposto alla missiva, facendo subito notare «che come per tutti i medicinali biologici, i vaccini possono contenere quantità residuali di frammenti di DNA che originano dal processo usato per la loro produzione e che non sono considerati contaminanti ma sostanze residue».
Una differenziazione da filo di lana caprina, che denota la chiara presa di posizione dell’ente.
Che c’azzecca sapere che non sono «contaminanti» ma «residui»? Il discorso non cambia di un nanometro il problema: questi «residui» sono legittimi o no? E soprattutto sono innocui alla salute pubblica? Tutto qua.

Precisano poi che «ogni sostanza residua risultante dalla produzione viene attentamente valutata dai regolatori durante la revisione delle autorizzazioni al commercio e ridotti a livelli accettabili».
Anche qui non specificano quali sarebbero i «livelli accettabili». Invece di fornire dati e parametri seri, si sono limitati a dire che tutto viene valutato dai «regolatori»…
L’EMA a questo punto ribadisce che «prende molto seriamente il suo ruolo nella Protezione della salute pubblica». E ci mancherebbe altro, anche perché sono pagati dai sudditi europei proprio per questo motivo. Però dato che «monitora tutti i medicinali già sul mercato, e così pure per la qualità, sicurezza ed efficacia di tutti i vaccini che sono costantemente monitorate dopo l’autorizzazione», qualche piccola perplessità nasce spontanea, visti i sempre più numerosi scandali di farmaci pericolosi ritirati dal mercato dopo aver danneggiato e ucciso persone. Qualche banale esempio?

«EMA ferma la vendita e ritira il farmaco contro la sclerosi. La decisione dell’agenzia europea del farmaco dopo i casi di infiammazione cerebrale, di cui tre mortali».

«Aifa, oltre 700 lotti di farmaci per ipertensione ritirati da commercio».

«Valsartan, l’AIFA dispone il ritiro di alcuni lotti di medicinali»…

L’elenco di farmaci ritirati è lunghissimo, e rappresenta la prova che non esiste alcuna sicurezza quando si parla di farmaci e vaccini.
Andando avanti con la risposta EMA, la chicca arriva quando nella descrizione dei vaccini Priorix Tetra, Vivotif, e Measles live vaccine BP, specificano che il rilascio dell’autorizzazione all’immissione in commercio nei paesi membri, avviene «tramite procedura di autorizzazione nazionale e non via EMA». Tradotto: non è un problema dell’EMA ma dell’ente nazionale, in pratica se ne lavano le mani e passano rapidamente il cerino acceso nelle mani dell’AIFA
Staremo a vedere se l’Agenza italiana del farmaco, ripasserà la palla all’EMA in un balletto vergognoso.

Linee cellulari
L’EMA dopo aver scaricato il barile, entra nel dettaglio sulle linee cellulari usate per far crescere e proliferare i virus che saranno usati nei vaccini.
Tali cellule (usate dalle industrie) possono essere tumorigeniche, cioè possono scatenare un tumore.
Secondo «la Farmacopea Europea le MRC-5 sono riconosciute come non tumorigeniche, come dimostrato da decenni di utilizzo e controlli, quindi ad esse non si applica un limite superiore».
Affermare che le linee cellulari MRC-5 («Medical Research Council-5», derivanti da cellule estratte dai polmoni di un feto di 14 settimane abortito nel 1966 perché la mamma ventisettenne inglese era internata per “disturbi mentali”), non sono tumorali semplicemente perché vengono utilizzate da decenni, è come dire che il fumo non fa male perché vi sono persone che tabaccano una vita senza ammalarsi. Negli anni Cinquanta erano i medici stessi che consigliavano ai pazienti di fumare sigarette, forse perché il principale sponsor del JAMA, il giornale dell’Associazione dei Medicini americani era la Philip Morris?
Come possono affermare scientificamente che non esiste nesso di causalità tra vaccino e tumore? Dove sono gli studi e i trials clinici?
Come possono stabilire se un tumore o una patologia autoimmune viene slatentizzato dal DNA umano inoculato con i vaccini?
L’oggettiva realtà è che le patologie degenerative, tumorali e autoimmuni sono oramai una vera e propria pandemia: i tumori in età pediatrica sono in crescita esponenziale, e l’Italia ha il triste primato europeo. Per quale motivo i tumori infantili e le malattie autoimmuni erano patologie rarissime ed ora un vero e proprio flagello?
Ovviamente i vaccini non c’entrano nulla perché le linee cellulari non sono «tumorigeniche»: ce lo dice l’EMA!

Limiti consentiti
«Un limite superiore accettabile per i residui di DNA cellulare estraneo deve essere stabilito solo quando il processo di produzione utilizza certe linee cellulari con capacità di moltiplicazione illimitata in vitro». Qui si riferiscono alle cosiddette «linee cellulari continue» (CCLs, Continuous cell lines), cioè a quelle usate nei vaccini dagli anni Ottanta in poi.
Queste cellule particolari, a differenza delle precedenti (non continue) possono potenzialmente mantenersi in vita indefinitamente, in pratica sono cellule immortali.
Derivano direttamente da cellule tumorali umane o animali, oppure dalla trasformazione di una cellula normale (con durata di vita finita) mediante un virus oncogeno o sequenza virale.[1]
Sapere che i medici stanno inoculano nei neonati delle cellule immortali, rese tali grazie a «fattori di crescita tumorali», dovrebbero far venire i brividi a tutti.
Quali sono i rischi dell’utilizzo di queste cellule? Ce lo dice il documento dell’OMS dal titolo: «Raccomandazioni per la valutazione delle colture di cellule animali come substrati per la produzione di medicinali biologici prodotti e per la caratterizzazione di banche di cellule»[2]
Le CCLs possono esprimere virus endogeni e alcuni tumorigenici (nei modelli di animali immunodepressi). Rischi teorici identificati dal gruppo di studio del 1986 (ad esempio acidi nucleici, trasformazione di proteine ​​e virus) devono essere presi in considerazione.
Queste sono le raccomandazioni del WHO.
Nel capitolo «Tumorigenicity» dello stesso documento, molti CCLs (ad esempio BHK-21, CHO, HeLa) sono classificati come tumorigenici perché possiedono la capacità di formare tumori in animali immunodepressi come i roditori. Quindi gli studi dicono semplicemente che sono state testate sui topi, ma non sull’uomo: come mai? Esistono studi seri che vanno oltre la ridicola, disumana e ascientifica sperimentazione sugli animali? Un neonato di qualche mese di vita è paragonabile a un topo cresciuto e vissuto negli stabulari?
Se invece di un topo immunodepresso queste cellule tumorigeniche vengono inoculate nell’organismo di un bambino immunodepresso, qual è il risultato?
Non lo sapremo mai perché i camici bianchi all’unisono sconsigliano quegli esami prevaccinali che potrebbero invece fugare il dubbio di una qualche soppressione del sistema immunitario...

Conclusione
Nessuno sperava nel ritiro immediato di alcuni lotti vaccinali, ma certamente le risposte fornite dall’Agenzia europea non sono sufficienti a garantire quella sicurezza che farmaci biologici come i vaccini, dovrebbero avere. Sembra quasi che l’EMA stia giocando al classico «gioco delle tre carte». Le carte in questo caso non c’entrano, ma il truffaldino giochetto è oramai diventato un modo di dire, ci si riferisce infatti a qualcuno in grado di parlare di una cosa negativa presentandola come positiva e quasi sempre per un tornaconto personale….
Stiamo parlando qui di farmaci iniettati nell’organismo di neonati, quindi non ingeriti per bocca ma somministrati per via parenterale, bypassando le normali vie di entrata del corpo, cioè saltando l’importantissimo MALTmucose-associated lymphoid tissue»), il tessuto linfoide delle mucose (presente sul tratto gastrointestinale, uro-genitale, nei polmoni, occhi e pelle).
Un virus, un batterio o un microrganismo patogeno penetra naturalmente nel corpo attraverso il MALT, quando viene mangiato, bevuto o respirato. Solo l’uomo in camice bianco ha trovato il modo di andare contro natura, saltando questa via naturale di entrata usando una siringa e impendendo quindi l’intervento corretto e sano del sistema immunitario, con tutti i rischi che possiamo solo immaginare.
Attendiamo con trepidazione la risposta dell’AIFA, in vista anche dell’esposto in Procura che verrà depositato a breve, dal momento che gli enti regolatori sembrano assai poco interessati ai gravi problemi evidenziati dalle analisi.
Nella speranza che in Italia vi sia ancora in qualche Procura un magistrato onesto intellettualmente, contrario ai soprusi che stanno vivendo i nostri bambini con la vergognosa imposizione coercitiva della legge 119/2017, e soprattutto che abbia il coraggio di andare contro gli interessi delle lobbies chimico-farmaceutiche.
La speranza, come si dice, è l’ultima a morire…

 

[1]http://www.who.int/biologicals/vaccines/TRS_978_Annex_3.pdf?ua=1

[2]«Recommendations for the evaluation of animal cell cultures as substrates for the manufacture of biological medicinal products and for the characterization of cell banks», http://www.who.int/biologicals/vaccines/TRS_978_Annex_3.pdf?ua=1