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Il juice jacking è una tecnica di cyber attacco che colpisce gli smartphone e tutti i dispositivi sfruttando la porta di ricarica USB.
Oggi tutti hanno uno smartphone con la batteria integrata (non a caso), e questa è programmata per durare pochissimo. Si è sempre infatti alla ricerca di prese e/o stazioni di ricarica USB nei ristoranti, bar, mezzi di trasporto, ecc.
Questo però ha messo le basi per questa nuova forma di attacco informatico: il juice jacking, nome che deriva da "cavo" (jack) di alimentazione (juice) USB.

Si sa che lo smartphone è penetrabile facilmente: Wi-Fi, Bluetooth ed NFC, il lettore per le schede di memoria SD, mancava ora pure il cavo di alimentazione USB utilizzato per ricaricare il dispositivo.
In pratica ci fottono i dati contenuti nello smartphone utilizzando come canale di comunicazione proprio il cavo di alimentazione!
Cavo con cui è possibile ricaricare il telefono ma anche trasmettere dati e informazioni.
Tutto questo per dire che collegare il telefono ad una presa USB pubblica è assai rischioso.

I produttori hanno cercato di trovare una soluzione al problema, come le notifiche popup che chiedono una conferma prima di consentire la comunicazione con un pc, ma dall'altra parte hanno sviluppato nuove forme di attacco…
Le soluzioni come sempre sono semplici. Se volete evitare di incappare in questo tipo di attacco, non collegate lo smartphone ad una presa di energia elettrica pubblica. Procuratevi una batteria di riserva (power bank), oppure dotatevi di un cavo USB per sola alimentazione/ricarica. A prescindere da cosa farete, spegnete sempre il telefono prima di ricaricarlo!

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Marcello Pamio - 29 dicembre 2023

Netflix, senza dubbio l'etichetta più deviante dell'intrattenimento cerebrale globale, ha sfornato un film sull'attacco informatico.
Attenzione non la classica pellicola su atti pirateschi, ma roba da fine del mondo.
Si intitola “Il mondo dietro di te”, ed è un film apocalittico che inizia con una petroliera che spiaggia a Long Island. Da quell'incidente in poi è tutto un crescendo di sfighe…
Il film interpretato da Julia Roberts ed Ethan Hawke è tratto da un romanzo di Rumaan Alam scritto tre anni fa.
Ma la cosa intrigante è la società che lo ha prodotto: la Higher Ground Productions la casa di produzione di Barack Obama e del marito Michelle!
Il caso non esiste, e qui siamo in piena "Programmazione Predittiva"!
L'élite hanno creato il mondo dell'intrattenimento per sfruttare l'enorme potenzialità di questi mezzi di influenzare e manipolare le menti e le coscienze delle masse.
Una di queste tecniche di ingegneria sociale è la "programmazione predittiva": una forma sottile di condizionamento psicologico per informare il pubblico dei cambiamenti o degli eventi sociali pianificati. Se e quando questi cambiamenti saranno attuati il pubblico li conoscerà già e li accetterà come "naturali".
Avete presente il mantra: "è tutto normale", vero?
La "programmazione predittiva" può quindi a tutti gli effetti essere considerata una forma velata di manipolazione preventiva di massa o di controllo mentale.
Lo scopo come detto, è di allentare la resistenza del pubblico ai cambiamenti e renderli accettabili.
Quindi: siete pronti o no per il "cambiamento"?

Tratto da Hacker Journal, n.271 maggio/giugno 2023May 01, 2023

Nome Gary McKinnon, noto anche con il soprannome di “Solo”, è un hacker britannico che ha ottenuto notorietà internazionale, dopo essere stato accusato dagli Stati Uniti di aver effettuato quello che è stato ribattezzato come il più grande attacco informatico mai registrato ai danni del governo americano.

La storia di Gary McKinnon
Nnato a Glasgow nel 1966, McKinnon cresce a Londra e sviluppa fin da giovane un interessa maniacale per l'informatica. Nel 2001 a seguito degli attentati dell'11 settembre decide di intraprendere un'azione di protesta contro la politica estera degli Stati Uniti.
Utilizzando il suo computer personale, inizia a cercare informazioni segrete sulle attività militari americane e sulla presenza di tecnologia aliene. Il suo obiettivo è dimostrare che il governo americano sta nascondendo informazioni sulla presenza di extraterrestri sulla terra.

Per farlo, attacca i server di diverse agenzie governative americane, tra cui: il Dipartimento della Difesa, la NASA e la Marina americana. McKinnon riesce ad accedere a questi server grazie a una serie di vulnerabilità di sicurezza, tra cui password deboli e software non aggiornato.

Una volta entrato nei sistemi, modifica i file e lascia messaggi provocatori per dimostrare la sua presenza.
L'attacco di McKinnon dura circa un anno, dal 2001 al 2002. A fine dicembre il governo americano scopre tutto e inizia a investigare sulla sua identità.
Nel 2005 gli USA presentano una richiesta di estradizione al governo britannico chiedendo che McKinnon sia processato negli Stati Uniti per il 14 accuse di reato informatico, tra cui accesso non autorizzato a computer e danneggiamento intenzionale di sistemi informatici.

McKinnon e l’estradizione
Accusato, McKinnon sostiene di essere stato vittima di un complotto da parte del governo americano e di essere a rischio di un processato per terrorismo.
Si è giustificato dichiarando di sapere per certo che i militari americani stessero nascondendo una tecnologia antigravità di derivazione aliena, in grado di sopprimere la diffusione della “free energy” o energia libera...

La sua causa attira ben presto l'attenzione dei media e divide, da subito, l'opinione pubblica.
Da un lato è visto come un eroe che ha cercato di svelare le verità sul governo americano, mentre dall’altro è considerato un criminale informatico che ha violato la sicurezza nazionale!
Nel 2012, dopo dieci anni di battaglie legali, il governo britannico decide di non concedere l’estradizione. La decisione viene presa a causa delle preoccupazioni per la sua salute mentale in quanto McKinnon ha la sindrome di Asperger.

La decisione segna una vittoria per i suoi sostenitori. Dopo l'annullamento della richiesta di estradizione McKinnon continua a vivere nel Regno Unito e rilascia alcune interviste in cui spiega le motivazioni delle sue azioni.
Parla degli effetti dell'attacco sulla sua vita personale professionale, affermando di essere stato ostracizzato dal mondo dell'informatica e di aver difficoltà a trovare lavoro.
Nel frattempo negli Stati Uniti il suo attacco ha generato un impatto significativo sulla sicurezza informatica governativa. Così hanno investito milioni di dollari per riparare i danni causati e per migliorare la sicurezza dei loro sistemi...

Marcello Pamio

Qualcuno forse ricorderà che il 18 ottobre 2019 (poche settimane prima del Covid) il Johns Hopkins Center for Health Security in collaborazione con il World Economic Forum (di Klaus Schwab l'economista ideologo del Grande Reset) e la Fondazione Bill & Melinda Gates hanno ospitato l’EVENT-201: una simulazione di pandemia globale causata da coronavirus! Quando si dicono le coincidenze, vero?

Ora lo stesso World Economic Forum sostiene il Cyber Poligon: un evento unico sulla sicurezza informatica globale che si svolgerà il 9 luglio prossimo.
Sappiamo che il mondo sta diventando sempre più interconnesso e la velocità di sviluppo rende difficile valutare l’impatto del cambiamento e soprattutto l’impatto di un attacco informatico. Ma per fortuna ci pensano loro a prevenirli o causarli…

Il 9 luglio 2021 quindi i grandi esperti del pianeta si troveranno non solo a discutere i principali rischi della digitalizzazione e le migliori pratiche per lo sviluppo sicuro degli ecosistemi digitali, ma faranno una vera e propria esercitazione in cui si cercherà di mitigare un attacco informatico mirato alla catena di approvvigionamento in modo reale!
Avete letto con attenzione?

Attacco informatico alla catena di approvvigionamento: energia, telecomunicazioni, distribuzione alimentare, banche...

Gli stessi che a fine 2019 hanno fatto l’esercitazione di una pandemia globale da coronavirus, pochi giorni prima che si realizzasse, ora simuleranno un attacco informatico su vasta scala. Molto interessante e al contempo inquietante!

Sicuramente non sarà il Grande Reset, ma queste simulazioni rientrano nelle prove generali di qualcosa di ben più grande, ma per sicurezza è bene procurarsi un po’ di soldi in contanti, qualche scatola di cibo a lunga conservazione, e un paio di piccioni viaggiatori..

Tra i relatori del Cyber Poligon figurano alcuni individui molto interessanti come i capi di Mastercard e Visa...

Chris McCurdy, Vice President and General Manager, IBM Security
Eva Chen, CEO, Trend Micro
Eugene Kaspersky, Chief Executive Officer, Kaspersky Lab
Jürgen Stock, Secretary General, INTERPOL
Petr Gorodov, Deputy Prosecutor General of the Russian Federation
Peter Maurer, President of the International Committee of the Red Cross
Vuk Žugić, Ambassador, Co-ordinator of Economic and Environmental Activities, OSCE
Mandy Carver, SVP, Government and Intergovernmental Organization Engagement, ICANN
Henrietta H. Fore, Executive Director, UNICEF
Mark Barnett, President, Europe, Mastercard
Matthew Dill, Senior Vice President, Visa
Craig Jones, Cybercrime Director, INTERPOL
Michael Daniel, President and CEO, Cyber Threat Alliance
Teresa Walsh, Global Head of Intelligence, FS-ISAC