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Nel 1933, l'Istituto Microbiologico di Mosca pubblicò una ricerca sul problema del pleomorfismo, cioè la proprietà dei microrganismi di modificare la propria morfologia o forma.
Gli autori, il professor Kritschewski e Ponamarewa, osservarono diverse forme di batteri crescere in una coltura pura di B. paratyhphi per un periodo di 20 giorni in condizioni controllate.
I risultati sono chiarissimi quanto sconvolgenti: il pleomorfismo è un fatto provato! I microrganismi sono in grado di mutare forma a seconda del terreno su cui si trovano!
La loro conclusione non lascia spazio a nessun dubbio: "la dottrina del monomorfismo (inventata dal delinquente Louis Pasteur, mia affermazione) contraddice la realtà e dovrebbe essere sostituita dall'affermazione che le specie batteriche sono pleomorfe".
Avete capito? Le colossali menzogne inventate da Pasteur stanno venendo sempre più smascherate.
Questa dei ricercatori russi è l'ennesima conferma delle stupende scoperte fatte dal grande medico francese Antoine Pierre Jacques Béchamp.
Non sorprende che queste, e quelle di molte altre provenienti da istituzioni in tutto il mondo, siano state respinte e cestinate dall'establishment medico-scientifico.
Sia mai…il pleomorfismo è devastante per l'attuale paradigma basato sulle coglionaggini pasteuriane.
Se infatti venisse accettato l'intero campo della microbiologia e delle malattie infettive crollerebbe miseramente. Ed è proprio quello che avverrà, perché come dico sempre, la Verità è figlia del Tempo e non la si può segregare a lungo!
Il terreno è tutto, il microbo non è nulla!!!

Fonte originale "On the Pleomorphism of Bacteria: I. On the Pleomorphism of B. Paratyphi B"
https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/16559732/
Tratto da Humanley t.me/humanley (http://t.me/humanley)

Secondo gli insegnamenti di Bechamp, le cellule e i germi sono associazioni di microzimi.
Le caratteristiche fisiche e le attività Vitali delle cellule e dei germi dipendono dal terreno in cui i loro microzimi si nutrono, crescono e si moltiplicano. Così il microzima, crescendo nel terreno-plasma del germe procreativo, si sviluppa nelle cellule normali, permanenti e specializzate dell'organismo vivente vegetale, animale o umano.
Gli stessi microzimi che, in questi corpi viventi, si nutrono di materiali morbiferi e di tossine sistemiche si sviluppano in batteri e parassiti.
La scoperta dei microzimi conferma così meravigliosamente le asserzioni della filosofia della Cura Naturale, secondo cui i batteri e i parassiti non possono causare e istigare processi infiammatori o patologie, a meno che non trovino il proprio peculiare terreno morbifero in cui nutrirsi, crescere e moltiplicarsi.

Tratto dal libro "Bechamp o Pasteur: un capitolo dimenticato nella storia della biologia", Douglas Hume, 1932

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Antoine Bechamp* è stato un medico, scienziato e ricercatore illuminato del XIX secolo e ovviamente nessuno lo conosce, mentre il chimico Louis Pasteur suo contemporaneo è stato un vero e proprio delinquente e tutti lo osannano!
Il motivo è semplice: Pasteur, sdoganando la farmacocrazia e la vaccinocrazia, era perfetto per l'establishment dell'epoca!
La visione della Vita di Bechamp invece era a dir poco sconvolgente. Se fosse passata la sua "dottrina pleomorfica" il mondo oggi sarebbe un altro, un mondo migliore, invece hanno appositamente portato avanti l'idiozia della "Teoria dei germi" di Pasteur. E ne stiamo vedendo i risultati!
Ecco cosa ha scoperto Bechamp:

"𝘐𝘭 𝘮𝘪𝘤𝘳𝘰𝘻𝘪𝘮𝘢 𝘦‌ 𝘤𝘪𝘰‌ 𝘤𝘩𝘦 𝘱𝘳𝘪𝘮𝘢𝘳𝘪𝘢𝘮𝘦𝘯𝘵𝘦 𝘦‌ 𝘥𝘰𝘵𝘢𝘵𝘰 𝘥𝘪 𝘷𝘪𝘵𝘢 𝘯𝘦𝘭𝘭'𝘦𝘴𝘴𝘦𝘳𝘦 𝘰𝘳𝘨𝘢𝘯𝘪𝘻𝘻𝘢𝘵𝘰, 𝘦 𝘪𝘯 𝘤𝘶𝘪 𝘭𝘢 𝘷𝘪𝘵𝘢 𝘱𝘦𝘳𝘴𝘪𝘴𝘵𝘦 𝘥𝘰𝘱𝘰 𝘭𝘢 𝘮𝘰𝘳𝘵𝘦 𝘥𝘦𝘭𝘭'𝘪𝘯𝘵𝘦𝘳𝘰 𝘦𝘴𝘴𝘦𝘳𝘦.
𝘌𝘴𝘴𝘦𝘯𝘥𝘰 𝘲𝘶𝘪𝘯𝘥𝘪 𝘪𝘭 𝘮𝘪𝘤𝘳𝘰𝘤𝘭𝘪𝘮𝘢 𝘭'𝘦𝘭𝘦𝘮𝘦𝘯𝘵𝘰 𝘧𝘰𝘯𝘥𝘢𝘮𝘦𝘯𝘵𝘢𝘭𝘦 𝘥𝘦𝘭𝘭𝘢 𝘷𝘪𝘵𝘢 𝘤𝘰𝘳𝘱𝘰𝘳𝘢𝘭𝘦, 𝘦𝘴𝘴𝘰 𝘱𝘶𝘰‌ 𝘥𝘪𝘷𝘦𝘯𝘪𝘳𝘦 𝘮𝘰𝘳𝘣𝘪𝘧𝘦𝘳𝘰 𝘢𝘵𝘵𝘳𝘢𝘷𝘦𝘳𝘴𝘰 𝘶𝘯 𝘤𝘢𝘮𝘣𝘪𝘢𝘮𝘦𝘯𝘵𝘰 𝘥𝘪 𝘧𝘶𝘯𝘻𝘪𝘰𝘯𝘦 𝘦 𝘤𝘰𝘴𝘪 𝘥𝘪𝘷𝘦𝘯𝘵𝘢𝘳𝘦 𝘪𝘭 𝘱𝘶𝘯𝘵𝘰 𝘥𝘪 𝘱𝘢𝘳𝘵𝘦𝘯𝘻𝘢 𝘥𝘦𝘭𝘭𝘢 𝘮𝘢𝘭𝘢𝘵𝘵𝘪𝘢.
𝘚𝘰𝘭𝘰 𝘤𝘪𝘰‌ 𝘤𝘩𝘦 𝘦̀ 𝘰𝘳𝘨𝘢𝘯𝘪𝘻𝘻𝘢𝘵𝘰 𝘦 𝘥𝘰𝘵𝘢𝘵𝘰 𝘥𝘪 𝘷𝘪𝘵𝘢 𝘱𝘶𝘰‌ 𝘦𝘴𝘴𝘦𝘳𝘦 𝘴𝘶𝘴𝘤𝘦𝘵𝘵𝘪𝘣𝘪𝘭𝘦 𝘢𝘭𝘭𝘢 𝘮𝘢𝘭𝘢𝘵𝘵𝘪𝘢.
𝘓𝘢 𝘮𝘢𝘭𝘢𝘵𝘵𝘪𝘢 𝘯𝘢𝘴𝘤𝘦 𝘥𝘢 𝘯𝘰𝘪 𝘦 𝘪𝘯 𝘯𝘰𝘪.
𝘐 𝘮𝘪𝘤𝘳𝘰𝘻𝘪𝘮𝘪 𝘱𝘰𝘴𝘴𝘰𝘯𝘰 𝘴𝘶𝘣𝘪𝘳𝘦 𝘶𝘯𝘢 𝘦𝘷𝘰𝘭𝘶𝘻𝘪𝘰𝘯𝘦 𝘣𝘢𝘵𝘵𝘦𝘳𝘪𝘤𝘢 𝘯𝘦𝘭 𝘤𝘰𝘳𝘱𝘰 𝘴𝘦𝘯𝘻𝘢 𝘯𝘦𝘤𝘦𝘴𝘴𝘢𝘳𝘪𝘢𝘮𝘦𝘯𝘵𝘦 𝘥𝘪𝘷𝘦𝘯𝘪𝘳𝘦 𝘱𝘢𝘵𝘰𝘭𝘰𝘨𝘪𝘤𝘪.
𝘐𝘯 𝘶𝘯 𝘤𝘰𝘳𝘱𝘰 𝘮𝘢𝘭𝘢𝘵𝘰 𝘶𝘯 𝘤𝘢𝘮𝘣𝘪𝘢𝘮𝘦𝘯𝘵𝘰 𝘥𝘪 𝘧𝘶𝘯𝘻𝘪𝘰𝘯𝘦 𝘯𝘦𝘪 𝘮𝘪𝘤𝘳𝘰𝘻𝘪𝘮𝘪 𝘱𝘶𝘰‌ 𝘤𝘰𝘯𝘥𝘶𝘳𝘳𝘦 𝘶𝘯𝘢 𝘦𝘷𝘰𝘭𝘶𝘻𝘪𝘰𝘯𝘦 𝘣𝘢𝘵𝘵𝘦𝘳𝘪𝘤𝘢 𝘱𝘢𝘵𝘰𝘭𝘰𝘨𝘪𝘤𝘢.
𝘐 𝘨𝘦𝘳𝘮𝘪 𝘥𝘪 𝘶𝘯𝘢 𝘮𝘢𝘭𝘢𝘵𝘵𝘪𝘢 𝘯𝘰𝘯 𝘱𝘰𝘴𝘴𝘰𝘯𝘰 𝘦𝘴𝘪𝘴𝘵𝘦𝘳𝘦 𝘢𝘣 𝘰𝘳𝘪𝘨𝘪𝘯𝘦 𝘯𝘦𝘭𝘭'𝘢𝘳𝘪𝘢 𝘤𝘩𝘦 𝘳𝘦𝘴𝘱𝘪𝘳𝘪𝘢𝘮𝘰, 𝘯𝘦𝘭 𝘤𝘪𝘣𝘰 𝘤𝘩𝘦 𝘮𝘢𝘯𝘨𝘪𝘢𝘮𝘰, 𝘦 𝘯𝘦𝘭𝘭'𝘢𝘤𝘲𝘶𝘢 𝘤𝘩𝘦 𝘣𝘦𝘷𝘪𝘢𝘮𝘰, 𝘱𝘦𝘳𝘤𝘩𝘦‌ 𝘪 𝘮𝘪𝘤𝘳𝘰𝘳𝘨𝘢𝘯𝘪𝘴𝘮𝘪 𝘥𝘦𝘭𝘭𝘢 𝘮𝘢𝘭𝘢𝘵𝘵𝘪𝘢 𝘱𝘳𝘰𝘤𝘦𝘥𝘰𝘯𝘰 𝘯𝘦𝘤𝘦𝘴𝘴𝘢𝘳𝘪𝘢𝘮𝘦𝘯𝘵𝘦 𝘥𝘢 𝘶𝘯 𝘤𝘰𝘳𝘱𝘰 𝘮𝘢𝘭𝘢𝘵𝘰.
𝘐 𝘮𝘪𝘤𝘳𝘰𝘳𝘨𝘢𝘯𝘪𝘴𝘮𝘪 𝘤𝘰𝘯𝘰𝘴𝘤𝘪𝘶𝘵𝘪 𝘤𝘰𝘮𝘦 "𝘨𝘦𝘳𝘮𝘪 𝘥𝘦𝘭𝘭𝘢 𝘮𝘢𝘭𝘢𝘵𝘵𝘪𝘢" 𝘴𝘰𝘯𝘰 𝘥𝘶𝘯𝘲𝘶𝘦 𝘰 𝘮𝘪𝘤𝘳𝘰𝘻𝘪𝘮𝘪 𝘰 𝘭𝘰𝘳𝘰 𝘧𝘰𝘳𝘮𝘦 𝘣𝘢𝘵𝘵𝘦𝘳𝘪𝘤𝘩𝘦 𝘦𝘷𝘰𝘭𝘶𝘵𝘦.
𝘐 𝘮𝘪𝘤𝘳𝘰𝘻𝘪𝘮𝘪 𝘦𝘴𝘪𝘴𝘵𝘰𝘯𝘰 𝘱𝘳𝘪𝘮𝘢𝘳𝘪𝘢𝘮𝘦𝘯𝘵𝘦 𝘯𝘦𝘭𝘭𝘦 𝘤𝘦𝘭𝘭𝘶𝘭𝘦 𝘥𝘦𝘭 𝘤𝘰𝘳𝘱𝘰 𝘮𝘢𝘭𝘢𝘵𝘰 𝘦 𝘥𝘪𝘷𝘦𝘯𝘵𝘢𝘯𝘰 𝘱𝘢𝘵𝘰𝘭𝘰𝘨𝘪𝘤𝘪 𝘯𝘦𝘭𝘭𝘢 𝘴𝘵𝘦𝘴𝘴𝘢 𝘤𝘦𝘭𝘭𝘶𝘭𝘢!"
Antoine Bechamp (1895-1908)

  • Antoine Bechamp: professore aggregato di farmacologia; dottore in medicina; dottore in scienze; professore di chimica medica e farmacologia; professore di fisica e tossicologia.

Tratto dal libro, "𝘉𝘦𝘤𝘩𝘢𝘮𝘱 𝘰 𝘗𝘢𝘴𝘵𝘦𝘶𝘳: 𝘶𝘯 𝘤𝘢𝘱𝘪𝘵𝘰𝘭𝘰 𝘥𝘪𝘮𝘦𝘯𝘵𝘪𝘤𝘢𝘵𝘰 𝘯e𝘭𝘭𝘢 𝘴𝘵𝘰𝘳𝘪𝘢 𝘥𝘦𝘭𝘭𝘢 𝘣𝘪𝘰𝘭𝘰𝘨𝘪𝘢"

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Verso la metà del diciannovesimo secolo il medico batteriologo francese Antoine Béchamp (1816-1908) presentò al mondo la teoria pleomorfica. Una visione della Vita incredibile dove i batteri non sono immutabili ma possono cambiare forma e funzione a seconda del terreno in cui vivono.

Antoine Bechamp

Le sue scoperte misero le basi per una concezione straordinaria del vivente: l’esistenza di forme parassitarie all’interno del corpo umano. Intuizione che avrebbe cambiato il paradigma scientifico se non fosse comparso sulla scena l’attore-farmacista più famoso al mondo: Pasteur!
Secondo il chimico francese Louis Pasteur (1822-1895) infatti, il sangue e i tessuti degli organismi sani sono dal punto di vista batteriologico sterili; tutti i patogeni sono esogeni, cioè arrivano dall’esterno invadendo il corpo; i microrganismi sono immutabili e dulcis in fundo: ciascun microbo è in grado di causare una sola malattia.

Louis Pasteur

La sua teoria però non spiega quello che avviene nella realtà, come ad esempio il mutamento dei microrganismi sia in vivo che in vitro quando si modifica il terreno colturale, e la presenza di agenti microbici nei tessuti di soggetti sani senza alcuna sintomatologia.
Per Béchamp invece i microrganismi vivono da sempre dentro le cellule, e noi li ospitiamo anche quando siamo in perfetta salute. Fanno parte di noi! Ecco perché i batteri non sono la causa ma il risultato di una patologia, cioè del cambiamento del terreno biologico.

La differenza tra i due era dir poco abissale!

Se non bastasse Béchamp aveva dimostrato che tutte le cellule viventi contenevano piccolissime particelle proteiche da lui chiamate “microzimi”. Questi microzimi o “granulazioni molecolari” sarebbero eterni, indistruttibili e in grado di continuare a vivere anche dopo la morte dell’organismo-ospite!
In particolari condizioni questi microzimi - originariamente non patogeni - possono trasformarsi in batteri patogeni, manifestando caratteri putrefattivi e/o fermentativi. Questa visione si chiama pleomorfismo batterico, e i microzimi sarebbero una vera e propria forma di transizione tra materia vivente (organica) e materia non vivente (in-organica). La discriminante? Il terreno che può stimolare la trasformazione di microrganismi innocui in altri più pericolosi.

La conclusione è sconvolgente:

l’origine di ogni evento patologico risiederebbe nell’organismo stesso!

Rivoluzione copernicana che avrebbe sconvolto le fondamenta non solo della biologia ma anche della medicina: l’eziologia delle malattie non arriva da fuori come proponeva Pasteur, ma da dentro!

A questo punto si può meglio comprendere come la dittatura sanitaria dell’epoca (le case farmaceutiche sono nate in quel periodo, alla fine del Diciannovesimo secolo) accolse a piene mani la concezione monomorfica di Pasteur, cancellando dalla storia Béchamp! Quasi nessuno conosce le ricerche e le scoperte del grandissimo medico francese.

Il monomorfismo venne abbracciato dal complesso industriale medico-farmaceutico e fu usato da Big Pharma per instaurare la farmacocrazia e la vaccinocrazia.

Se infatti la teoria di Pasteur venisse ufficialmente dimostrata falsa, tutto il sistema scientifico ed economico della medicina crollerebbe, assieme all’indotto: banche, governi e soprattutto Big Pharma. Stiamo parlando di un mercato incommensurabile di svariati trilioni di dollari all’anno: il business dei business!
Oggi sappiamo che i microrganismi esistono da sempre in ambiente endocellulare e il nostro organismo li ospita in qualunque condizione, anche in perfetta salute. Fanno parte di noi: dentro e fuori.
La medicina ha scoperto che siamo costituiti da quasi 2 chilogrammi di microrganismi di ogni specie, e questi sono suscettibili di metamorfosi da stadi inferiori e apatogeni di colloide o protide a stadi superiori patogeni come funghi e/o batteri.
Un altro illuminato che ha fatto tremare il paradigma dell’establishment è stato il grande Günther Enderlein...

Günther Enderlein
Il dottor Günther Enderlein (1872-1968) è stato zoologo e professore di entomologia all'Istituto Zoologico dell'Università di Berlino. Trascorse gran parte della sua vita nella capitale tedesca dove divenne Direttore del Museo zoologico.

Günther Enderlein

Allo scoppio della prima guerra mondiale si offrì volontario come batteriologo e sierologo al secondo corpo d'armata in Germania. Come chirurgo dal 1914-1916 ebbe invece l'opportunità di studiare una varietà di microbi patogeni, tra cui quello del colera. Le sue conclusioni furono che il vibrione del colera era in grado di passare vari cicli di sviluppo molto complessi, che lui definì tramite il termine “ciclogenia”. Enderlein riprese le scoperte di Bechamp dimostrando che tutti gli organismi sono “infettati” da forme primitive di microrganismi (in particolare miceti come Mucor racemosus e Aspergillus niger), che assorbiti in forma colloidale vanno incontro poi ad una trasformazione verso forme di vita più complesse, anche patogene per l’uomo.

Dopo molti anni spesi in ricerche ed esami sul sangue con il microscopio in campo oscuro, nel 1925 Enderlein pubblicò la sua opera omnia: la “Ciclogenia batterica” con la quale intendeva presentare argomenti e prove inconfutabili a sostegno del pleomorfismo.
Si rese conto che i microrganismi svolgono un ruolo importantissimo sia nel causare malattie che nel ripristinare lo stato di salute. E ancora la differenza la fa il terreno!
I microrganismi (batteri, funghi) in forma colloidale, quando si trovano in presenza di uno stato di immunità alterato e/o di un disequilibrio del microbiota, attuano il proprio ciclo vitale nell’intestino e una volta raggiunta la forma matura, passano nel sangue e nella linfa.

Ciclogenia batterica

La “Ciclogenia” descrive le fasi di sviluppo dei microrganismi che dallo stadio colloidale passano attraverso la fase virale e batterica fino a giungere all’evento microscopicamente descritto come fungo o micete. Enderlein scrisse e pubblicò tra articoli, testi e pubblicazioni, più di 500 opere su simbiosi e pleomorfismo. La simbiosi è appunto la convivenza tra due o più organismi appartenenti a specie, generi e regni differenti.
Nel 1916 analizzando i sieri di malati di tifo con il microscopio in campo oscuro si accorse della presenza nel sangue di un microrganismo vegetale: l’endobionte, che nella serie evolutiva poteva diventare apatogeno con forme che chiamò “Protidi” e “Condriti”. Queste vere e proprie forme di vita, a contatto con inquinanti dell’aria, conservanti e coloranti, pesticidi, farmaci, alimentazione ricca di zuccheri e proteine, possono evolvere in forme patogene quali virus, batteri (cocchi e batteri a bastoncello) fino alla fase culminante dei funghi.

Se questi batteri saprofiti patogeni, virus e funghi fanno parte della stessa famiglia che si è evoluta all’interno del corpo: perché distruggerli con farmaci e antibiotici?
L’essere umano condivide la vita in simbiosi con gli endobionti, che non a caso sono presenti in tutti i tessuti e in tutti i liquidi organici, persino nel liquido seminale e negli ovociti.
L’endobionte è ovunque e la sua trasformazione verso forme patogene dipende dalla fase evolutiva verso la quale è spinto dalle condizioni ambientali in cui si viene a trovare (epigenetica): il terreno visto prima!

Enderlein riuscì a dimostrare qualcosa di magico: le diverse forme di microrganismi presenti nel nostro corpo hanno in realtà la stessa origine, e lo stadio di sviluppo in cui si trovano dipende dal pH del mezzo nel quale essi vivono!

La prima fase di sviluppo ha luogo in un ambiente fortemente alcalino, la seconda fase, quella batterica, in un ambiente mediamente alcalino e la terza fase, quella micotica, in un ambiente mediamente acido; la fase virale, infine, in un ambiente fortemente acido.

Geerd Ryke Hamer
Il dottor Geerd Ryke Hamer (1935-2017) ha studiato l’importanza dei microbi nel contesto dell’evoluzione umana e in relazione ai tre foglietti embrionali (endoderma, mesoderma, ectoderma) a partire dai quali si originano tutti i nostri organi, nessuno escluso! Così importanti sono i microrganismi nella sua straordinaria concezione della Vita che gli ha dedicato la Quarta Legge Biologica.

G. R. Hamer

La classificazione dei microbi è in relazione alla loro, per così dire età ontogenetica e al foglietto embrionale specifico. Questo perché quando i nostri organi si svilupparono nel corso dei milioni di anni, tipi specifici di microbi presenti all’epoca si svilupparono di pari passo.

Lo scopo biologico dei microorganismi che ci accompagnano da sempre vivendo dentro e fuori di noi è quello di mantenere in buono stato tutti i differenti tessuti organici e di ripulirli.

Quindi funghi, batteri e (in teoria) virus sono leali alleati indispensabili per la nostra sopravvivenza e guarigione.
Funghi e micobatteri sono i microorganismi più antichi nel pianeta Terra ed “operano” in tutti i tessuti e organi che originano dal foglietto “Endodermico” (diretto dal cervello rettile, arcaico: il Tronco Cerebrale) e in tutti gli organi derivati dal foglietto “Mesodermico” (diretti dal Cervelletto).
Quindi la candida (e tutti i funghi) o i micobatteri come il bacillo della tubercolosi aiutano e permettono la decomposizione negli organi appartenenti a questi due tessuti!

I batteri invece “lavorano” nei tessuti che derivano dal foglietto embrionale “Mesodermico”, ma quello controllato dalla Sostanza Bianca cerebrale. Anche in questo caso i batteri partecipano alla ricostruzione e pulizia. Infine i virus in teoria agiscono in tutti i foglietti embrionali di derivazione “Ectodermica” (controllati dalla corteccia cerebrale), ma per quanto riguarda questi c’è un piccolo problema che vedremo nel capitolo seguente.

Il paradosso dei virus
Quando si parla di batteri e funghi ci si riferisce ad esseri viventi veri e propri: questi microrganismi infatti hanno un loro apparato respiratorio, digestivo e si possono muovere. I virus al contrario sono difficilmente inquadrabili non solo per le loro dimensioni (nell’ordine dei nanometri: miliardesimi di metro), ma anche perché non si nutrono, non dormono, non respirano e non possono spostarsi senza un veicolo come la cellula. Ecco perché sono catalogati dalla medicina come frammenti di DNA ricoperti da una proteina!
Quindi i virus non possono essere considerati viventi! Se questo è vero, come si fa ad uccidere un qualcosa che tecnicamente non è vivo? Come fanno dei cadaveri a causare infezioni ed epidemie?

Per comprendere questi punti è necessario fare la conoscenza degli “esosomi”.

Quando le cellule sono intossicate e/o avvelenate, la Natura mette in atto dei programmi specifici atti a ripulire i tessuti. Cercando quindi di provvedere all’eliminazione portando all’esterno detriti, cellule morte o morenti e varie scorie. Tali detriti si chiamano “esosomi”, e sono frammenti variegati di DNA ricoperti da una proteina.

Il punto cruciale è il seguente: all’esame microscopico gli esosomi vengono riconosciuti come “virus” perché identici nella forma e nella dimensione.

Quindi i virus sono pezzetti di DNA dalla dimensione nanometrica privi di vita, eppure secondo il paradigma sarebbero così astuti e infingardi da riuscire a moltiplicarsi alla faccia del sistema immunitario e causare infezioni.
Le cosiddette “malattie virali” non sono causate da virus, ma sarebbero il risultato di avvelenamenti profondi delle cellule, causati da agenti fisici, chimici ed elettromagnetici.
Il discorso fatto prima su batteri, micobatteri e funghi è completamente diverso. Questi esseri rientrano nella ciclogenia e possono modificare la forma e il comportamento a seconda del terreno.

Lo stesso dottor G.R. Hamer preferiva parlare di “virus ipotetici” in quanto la loro esistenza è messa in discussione da moltissimi ricercatori nel mondo.
Se esistessero sarebbero i ricostruttori allo stato puro: causano un forte gonfiore e riempiono i deficit di sostanza cellulare in tutti quei processi ulcerosi degli organi di derivazione ectodermica.
Nel processo di ricostruzione dei tessuti controllati dalla corteccia (epidermide, collo uterino, dotti biliari, epitelio della piccola curvatura gastrica, mucosa bronchiale e membrana della mucosa nasale) si attiverebbero i cosiddetti virus dell'herpes, dell'epatite e del raffreddore.

Ma va sempre ricordato che ad oggi non c'è nessuna prova scientifica ancora mai prodotta che un virus sia la causa di una qualche malattia. Li trovano spesso assieme alla malattia (o processo di fisiologia speciale) ma a volte assolutamente no, e allora come la mettiamo? Avrebbe molto più senso il concetto esosomico descritto prima.
Il virus è solo un frammento di DNA con una proteina: non è un qualcosa di vivo, con un suo arbitrio, una sua teleologia, un desiderio o un bisogno. E’ solo un pezzetto di materia!

I microbi sono gli spazzini dell’organismo
In biologia la coerenza è la condizione primaria senza la quale non potrebbe esistere la materia vivente: tutti gli eventi che avvengono all'interno di un organismo sono guidati da un ordine preciso, sono per così dire eventi corali, orchestrati da un maestro che guida una meravigliosa sinfonia. Gli scambi molecolari, la biosintesi di proteine ed enzimi, il passaggio di membrana e tutti gli infiniti processi biologici sono la conseguenza di un coro di frequenze di lavoro.

E’ necessario fare una sottile distinzione per comprendere la differenza che c’è tra “reazione” e “risposta”. Se per esempio una goccia di acido cade sopra la mano, istantaneamente l’organismo metterà in atto una “reazione”. L’acido infatti reagirà con i vari componenti della pelle producendo un effetto. Dopo la reazione subentra la seconda fase: quella della risposta!

Il livello della risposta è quello in cui secondo il quale il corpo-cervello-mente conosce l’evento, e la perturbazione dello stato che si produce è già la configurazione di una risposta adeguata allo stimolo! Avremo infiammazione (funzionale a trasportare il sangue), afflusso di globuli bianchi, linfociti (funzionali alla difesa), piastrine, modifica dei fattori di coagulazione (per evitare perdite ematiche e rimarginare i tessuti), aumento della vascolarizzazione, ecc.

Tutti processi specifici perfettamente sensati e biologici specializzati in milioni di anni atti a far fronte ad una emergenza il cui scopo è produrre un processo che riporti alla coerenza.
Tutto è ordinato e tutto ha un senso bio-logico!
Quindi i batteri sono gli “spazzini” superspecializzati dell’organismo che crescono e arrivano dove serve, quando è presente materiale putrescente, cellule morenti da distruggere, caseificare e trasportare. I microbi crescono perché il cervello li richiama in servizio (modificando il terreno) e questi giungono nel luogo preciso dove è necessario il loro lavoro, per poi ritornare nel microbiota una volta terminato. E’ tutto un lavoro costruttivo comune: le cellule costruiscono i tessuti e gli organi mentre i microrganismi ripuliscono i tessuti liberandoli da ogni accumulo di muco e materiale patogeno.

I Postulati di Koch
I postulati di Henle-Koch sono dei criteri utilizzati per stabilire la relazione di causa-effetto che lega un microrganismo a una malattia. Robert Koch (1843-1910) fu il primo ad adottare sperimentalmente alcuni criteri, già in precedenza formulati da Friedrich Gustav Jakob Henle (1809-1885).

Robert Koch

In pratica sono quattro regole generali per stabilire se un certo microrganismo sia o meno la causa di una certa malattia. La teoria dogmatica di Louis Pasteur afferma che il patogeno (“pathos” = malattia e “gènesis” = origine, cioè il generatore di malattia) risponde ai Postulati.

Eccoli riassunti in quattro punti:

1° Il patogeno deve essere presente in tutti i casi della malattia
2° Il patogeno non deve essere presente in altre malattie o in individui sani
3° Il patogeno deve essere isolato in coltura pura dai tessuti colpiti
4° Il patogeno inoculato in una persona sana (suscettibile o recettiva) deve riprodurre malattia

Il primo postulato non regge alle prove della Vita: a parità di malattia ci sono persone che presentano il microrganismo e altre assolutamente no. Il secondo idem: ci sono persone che presentano il patogeno senza manifestare alcun sintomo, oggi diremmo: “asintomatico”.
E anche il quarto punto crolla a livello clinico perché non tutte le persone a cui viene inoculato un patogeno si ammalano.
In conclusione, se i Postulati di Koch non vengono rispettati, di cosa stiamo parlando?

Conclusioni
I microrganismi sono importanti e funzionali per il sistema ecologico, energetico e metabolico dell’organismo animale. Dobbiamo rivedere la ben radicata idea del germe come ad un essere cattivo e malvagio, perché esiste solo una condizione: eubiosi (eu-bios: buona vita), cioè equilibrio.
La Vita infatti è basata sull’equilibrio, sull’omeostasi, sulla simbiosi (sim-bios: vita assieme).
Mentre la medicina contempla esclusivamente la disbiosi (dis-bios: cattiva vita), per cui vede batteri/funghi e tutti i microrganismi come causa dei problemi!
Non è infatti un caso se da secoli la medicina allopatica confonde causa ed effetto, e questo rappresenta uno degli errori madornali costati la vita a milioni di persone!
In realtà dietro questa visione nichilista del microbo, c’è un altro tipo di paradigma: l’incapacità di contemplare la relazione come substrato fondamentale dell’esistenza, in particolare della dinamica vivente. Volendo vedere la perfetta armonia del tutto, si focalizzano sui singoli eventi e sulle singole parti, ma così facendo viene persa la visione d’insieme: la straordinaria e magica bellezza del dipinto completo lascia il posto ad un piccolo e insignificante pezzetto di cornice.

Il risultato di questa concezione volutamente travisata, la vediamo riflessa nella salute sempre più cagionevole delle persone!

Se potessi vivere la mia vita una seconda volta,
la dedicherei a provare che i germi cercano soltanto il loro ambiente naturale,
ossia i tessuti malati, piuttosto che essere essi stessi causa di malattia”

Rudolf Virchow (1821-1902), padre della moderna patologia

Rudolf Virchow