Al centro della storia un personaggio femminile interpretato magistralmente dalla bravissima Valentina Lodovini, che personalmente adoro...
Giulia è la classica donna che vive in funzione degli altri. Subisce continue vessazioni da parte di tutti: dai colleghi che non riconoscono le sue competenze, alla sorella che pensa solo al gatto, al compagno di vita, un pittore fallito parassita, che la sfrutta. Per non parlare del peso che lievita ogni volta che si mette sulla bilancia...
Va tutto storto, ma la vita deve andare avanti, esattamente come le frustrazioni che l'accompagnano giornalmente.
Dopo anni di questa non-vita camuffata da falsi sorrisi di circostanza e da una pressoché totale disponibilità, Giulia non ne può più. E’ sempre più stanca di fare lo zerbino, lo stress le impedisce di dormire per cui è sull'orlo dell'esaurimento. La notte sta sul divano a sfondarsi di gelato al pistacchio.
Il destino di Giulia cambia dopo il fortuito incontro con un counselor in stile santone, interpretato dal bravo Neri Marcorè, che l'aiuta a liberasi da tutta quella energia negativa che reprimeva dentro di sé.
Detto in parole povere: sbrocca!
Questa è la parte più bella e divertente del film.
Dalle ceneri rinasce la nuova Giulia, una donna libera che senza peli sulla lingua e senza mezze misure dice ad ognuno quel che pensa, in pratica lascia fluire tutto quel che ha tenuto dentro e castrato in anni di repressione. Il risultato come potete immaginare è una bomba atomica. Alla gente infatti non fa molto piacere sentirsi dire tutto quello che si pensa di loro!
Non dico altro per non spoilerare.
Il film è simpatico perché tra una risata e l’altra mostra la molla che ha fatto scattare in Giulia il desiderio di dare una svolta alla propria vita.
Ma prima di farlo ha dovuto passare frustrazioni di ogni tipo, rischiando di fatto la malattia. Lo so cambiare, non è facile per via di tutti i condizionamenti, i sensi di colpa e le pippe mentali. Serve coraggio infatti essere se stessi in una società dove tutto è finto, dove il bon-ton deve mantenersi all’interno di cliché prestabiliti e politicamente corretti.
Ma se non lo fai paghi pegno: la malattia è dietro l'angolo.
Il regista Guido Chiesa affronta il pesante esaurimento al quale tutti noi siamo sottoposti nel quotidiano, sottolineando anche come sia più facile auto limitarsi nel dire le cose che pensiamo e proviamo per paura delle reazioni altrui, piuttosto che esternare il vissuto!
Cambio tutto insegna che non è mai troppo tardi per reimpossessarsi della propria vita! Non sto parlando di un capolavoro, ma è un film che merita assolutamente di essere visto!