Nel lontano 1951 Ray Bradbury scrisse il romanzo di fantapolizia “Fahrenheit 451” (uscito poi nel 1953).
Narra di un futuro distopico nel quale leggere o possedere libri è considerato un reato gravissimo.
I pompieri esistono ancora ma non per spegnere incendi, bensì per appiccarli in tutte le case contenenti libri, spesso con i loro proprietari dentro...
La cultura e l'informazione sono abominii da sradicare con le fiamme: “I libri sono soltanto un mucchio di spazzatura, non servono a niente..."
Da qui il titolo “Fahrenheit 451”, che sta a significare la temperatura alla quale brucia la carta secondo la scala usata nei paesi anglosassoni, corrispondente a circa 232° Celsius.
Fahrenheit ha numerose analogie con un altro memorabile romanzo: “1984” di George Orwell scritto nel 1948.
In entrambe le storie vi è la delazione (denuncia) persino tra familiari, anche se in “1984” essa è inculcata fin da bambini e considerata positiva, in Fahrenheit 451 è solo una prassi comune.
In Fahrenheit lungo le strade vi sono le “cassette degli spioni”, dove la gente in totale anonimato denuncia il vicino, l'amico o anche il parente. Le denunce saranno poi prese in carico dai pompieri...
Nei due romanzi hanno un ruolo centrale la censura e la manipolazione dell'informazione, anche se organizzata in modo differente. Nel mondo di Orwell esistono ancora i libri ma tutte le notizie vengono costantemente rimaneggiate da parte di un ministero delegato e la televisione è l'unico mezzo di comunicazione obbligatorio, al punto che non si può nemmeno spegnerla!
La realtà supera la fantascienza
Libri profetici, visionari che descrivono il degrado di una società anestetizzata e totalmente addormentata dalla tecnologia e dalla paura, dove mancano gli ideali e soprattutto i sentimenti.
Ma nemmeno Bradbury e Orwell avrebbero potuto immaginare una realtà come la nostra.
Oggi grazie alla pandemia, il controllo si sta facendo sempre più pervasivo e la censura sempre più pressante sotto tutti i punti di vista. Stanno approfittando della ghiotta occasione per stringere il cappio mortale attorno ad ogni libertà.
Per esempio un medico non può in Scienza e Coscienza esternare il suo pensiero o condividere la propria esperienza, se queste non combaciano perfettamente col paradigma scientista imposto per dogma, pena la radiazione. Bloccando i medici vogliono impedire di fatto la libertà di scelta terapeutica!
Un giornalista oggi non è libero di scrivere un articolo, se il tema trattato non è basato su “fonti accreditate”. Per fonti accreditate si intendono le veline veicolate dalle lobbies della chimica e farmaceutica.
Quindi chiunque condivida su Facebook o su Whatsapp una notizia che esca da quanto appena detto subirà la delazione e la gogna mediatica.
Sembrano esagerazioni? Purtroppo no, è notizia di oggi che l'Agcom, l’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni, (vedi documento ufficiale) ha inserito all’interno del monitoraggio delle iniziative di auto-regolamentazione delle piattaforme on-line volte a contrastare la disinformazione sulle tematiche Covid-19, un progetto proposto da Facebook, basato sulla sperimentazione di un nuovo servizio di fact-checking su WhatsApp relativo a notizie e informazioni riguardanti il nuovo coronavirus.
La proposta esce direttamente da Facebook, che così facendo ha finalmente tolto la maschera sulle vere intenzioni del colosso di Melro Park, e riguarda anche l'applicazione messaggistica Whatsapp, acquisita qualche anno fa per 19 miliardi di dollari.
In breve se una persona riceve un’informazione sul Covid-19 potrà inoltrarlo per una verifica al numero WhatsApp dedicato. Il “fact checker” invierà una notifica all’utente che ha trasmesso la richiesta e, in caso si tratti di una notizia falsa, pubblicherà il risultato dell’analisi sul sito web.
Avete capito come il Regime si sta muovendo? La “cassetta degli spioni” in Fahrenheit 451 si è trasformata in un molto più comodo e veloce messaggino Whatsapp.
Poi sarà il Ministero della Verità a sentenziare se sono Fake o notizie vere quelle trasmesse.
Se si tratta di fake allora spazio al pubblico ludibrio!
Forse è arrivato il momento di abbandonare i social come Facebook e la messaggistica come Whatsapp per trovare nuovi sistemi di comunicazione...