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I pericoli delle statine!

Tratto dal libro di Marcello Pamio: "Colesterolo: avete rotto i grassi"

La storia delle statine inizia quasi mezzo secolo fa nei laboratori della compagnia farmaceutica statunitense Merck & Co. Qui infatti partirono le ricerche sulla biosintesi del colesterolo.
Nel 1956 venne isolato l’acido mevalonico da un estratto di lievito di birra per opera del biochimico statunitense Karl August Folkers (1906 – 1997), Carl Hoffman ed altri della Merck.

La formazione dell’acido mevalonico è stata la tappa intermedia che ha portato alla prima statina della storia nel 1976: la mevastatina. Non era così potente, ma Big Pharma si stava avvicinando alla scoperta del secolo e il Nobel ha certamente spianato la strada.
Nel 1964 infatti i biochimici Konrad Bloch (1912 – 2000) e Feodor Felix Konrad Lynen (1911 – 1979) condivisero il Premio Nobel per la Medicina e Fisiologia “per le loro scoperte riguardanti il meccanismo e la regolazione del metabolismo del colesterolo e degli acidi grassi”.

Poi Akira Endo riuscì ad isolare il primo inibitore dell’enzima HMG-CoA reduttasi. Nel 1979 Carl Hoffman e colleghi isolarono la lovastatina dal fungo Aspergillus terreus. Mentre studiavano questa molecola quelli della “Merck & Co.” sono riusciti a sintetizzare un altro inibitore della HMG-CoA reduttasi, più potente: la Simvastatina.
Da allora il mercato è stato inondato da decine di molecole attive che combattono il colesterolo.

Inutile dire che l’ipercolesterolemia e tutte le malattie cardiovascolari rappresentano un mercato da mille e una notte per le lobby del farmaco. Decine di miliardi di dollari ogni anno entrano nelle casse degli azionisti di Big Pharma. E nonostante tutti i farmaci messi a disposizione le persone sono sempre più ammalate e continuano a morire. Ma la cosa sulla quale nessuno riflette è che non si guarisce da nessuna patologia. Le droghe si devono prendere a vita.
Il motivo è molto semplice:

le statine sono i farmaci più prescritti al mondo, per cui chi ha interessi a risolverle? Ovviamente nessuno.

Un report della società di ricerca, analisi e consulenza GlobalData afferma che entro il 2023 il mercato globale dei farmaci contro il colesterolo arriverà a raddoppiare il suo valore, passando dai 15,4 miliardi di dollari del 2013 a quasi 38 miliardi. Solo negli USA il mercato vale 20 miliardi di dollari annui.

Una recentissima meta analisi di 21 studi randomizzati ha messo in luce una cosa interessante: l'uso di statine riduce il rischio di morte di 0,8%. Ora potete ridere!
Sì, avete letto benissimo: una percentuale che non fare alcuna differenza. Per cui uno dovrebbe rischiare il diabete, dolori articolari, perdita di forza e massa muscolare, disturbi cognitivi e molto altro, per ridurre il rischio di morte dello 0,8%?

Le statine presentano sempre problemi, ma questi si verificano tardi nel tempo, anche mesi dopo.
La loro funzione è quella di inibire la sintesi del colesterolo nel fegato, ma oltre a questo impediscono anche la sintesi di altre molecole essenziali come l’Ubiquinolo, noto come Coenzima-Q10. Si tratta di una sostanza importantissima utilizzata da tutte le cellule per produrre energia che funge da antiossidante e si trova nei mitocondri, le centrali energetiche cellulari.
Senza il Q10 non si produce energia e questo è particolarmente grave nelle cellule muscolari. Così potete spiegarvi i dolori muscolari che moltissime persone manifestano a causa dei farmaci.
Ricordo infine che il cuore è un muscolo, quindi la carenza del Q10 può essere nociva anche per questo organo, peggiorando le funzioni cardiache. Prendo il farmaco per il colesterolo e mi ritrovo un problema cardiaco, non male direi.

Ma non finisce qua. La statina inibisce anche il Dolicolo, centrale nella produzione di molte proteine utilissime per il corretto funzionamento delle cellule. Gli effetti del Dolicolo sono impossibili da prevedere, il che significa che possiamo aspettarci di tutto…
Pochi sanno che le statine riescono a penetrare la Barriera emato-encefalica del cervello andando a disturbare la sintesi del colesterolo al suo interno. Questo effetto collaterale è terribile e completamente ignorato dalla classe medica.

Così si spiegano le problematiche neurologiche che purtroppo non vengono menzionate nei bugiardini in quanto inferiori allo 0,5%.
Tenendo conto del numero esagerato delle prescrizioni, anche mezzo punto in percentuale indica che tali effetti interessano tantissime persone.
Mi riferisco a: perdita di memoria, amnesie, disturbi del sonno, cambiamenti comportamentali, attacchi collerici e/o depressivi, ecc.
Questi sintomi sono dovuti all’alterazione delle funzioni cerebrali: neurotossicità.

L’alternativa è il riso rosso fermentato? Assolutamente no, perché il riso rosso abbassa i valori del colesterolo nel sangue, esattamente come la statina.
Sebbene sia un integratore ha gli stessi potenziali effetti dei farmaci in quanto i meccanismi sono i medesimi.

Tratto dal libro "Colesterolo: avete rotto i grassi"

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