«La peste suina africana dilaga in Europa, 9 nazioni colpite»
Così ha aperto il quotidiano «Il Messaggero» il 19 dicembre 2018.
È quanto sarebbe emerso dalla conferenza ministeriale tenutasi a Bruxelles e convocata con urgenza dal commissario alla salute Vytenis Andriukaitis.
Gli untori questa volta sono i cugini dei maiali, i cinghiali.
Il Commissario europeo spiega che «in diverse regioni d’Europa la popolazione di cinghiali si è sviluppata in modo incontrollato, questo ha un ruolo importante nella diffusione e persistenza della malattia».[1]
Suini e cinghialate a parte, il messaggio del Sistema è chiarissimo: occhio che è in arrivo la mortale influenza H1N1.
La strage suina…
Nel mondo sono centinaia di migliaia le morti per influenze varie, eppure bastano una manciata di casi isolati per innescare il pandemonio.
Quando infatti i media si focalizzano, accendendo i riflettori, bastano pochissimi casi mirati per scatenare il panico tra i sudditi-non-pensanti.
Tra la fine del 2018 e l’inizio del nuovo anno i media hanno - non a caso - iniziato a martellare ed amplificare casi di morte avvenuti presumibilmente a seguito dell’influenza suina.
A fine dicembre una giovane giornalista americana di 26 anni, Bre Payton è stata prima ricoverata per complicanze respiratorie e poi morta a causa, dicono, del virus H1N1 e della meningite.
Dal giorno di Natale è in coma Robert Brennan, un ragazzo di 14 anni ricoverato in condizioni disperate nel reparto di terapia intensiva all’Alder Hey Children’s Hospital di Liverpool. Rischia di morire, ma anche se sopravvivrà il suo cervello ha riportato danni irreversibili[2]. Anche in questo caso si parla del virus H1N1.
Questo è l’inizio della fine…
Un po’ di storia
Facciamo un salto indietro nel tempo, a febbraio 1976 negli Stati Uniti d’America.
In quel periodo la tv mandava in onda continuamente spot pubblicitari per terrorizzare i sudditi americani e convincerli a farsi vaccinare contro l’influenza suina!
Scomodarono perfino il presidente Gerald Ford, il quale impose per legge il vaccino dopo che la presunta epidemia colpì la base militare di Fort Dix nel New Jersey, uccidendo 19 militari.
Ovviamente fu una chiara False-Flag, perché si sono scordati di dirci che molto probabilmente la vera causa delle morti è da imputare ai numerosi vaccini somministrati ai soldati… Non a caso il 27 aprile 2009 (quando ancora erano liberi di scrivere), il quotidiano «Time» riportava che il vaccino del 1976 provocò dozzine di morti e gravi effetti collaterali come la Sindrome di Guillan-Barré (progressiva paralisi agli arti), ma non solo: ci furono addirittura più morti (oltre 30) per colpa del vaccino che per il virus dell’influenza suina.[3]
La maggior parte delle persone però non ha una memoria storica, e difatti la storia si sta ripetendo.
I media veicolano solo notizie terroristiche, e i responsabili della salute pubblica, invece di fare ordine e chiarezza, spingono alle vaccinazioni di massa. Big Pharma intanto sfrega gli artigli…
Affari d’oro per Big Pharma
Forse la colossale presa in giro della finta pandemia di influenza suina del 2009 non è bastata.
La cosa certa è che ha permesso alle industrie di diventare sempre più potenti!
Ricordo che in quell’anno una delle maggiori banche d’investimento, J.P. Morgan (dell’impero Rockefeller), aveva calcolato le prenotazioni fatte dai governi «alle 3-4 aziende in grado di produrre il vaccino su larga scala, almeno 600 milioni di dosi».[4]
Non solo: sempre secondo J.P. Morgan, si dovevano sommare altre 350 milioni di dosi, che avrebbero fatto lievitare le vendite di vaccini a circa 1 miliardo di dosi. Questo solo per i vaccini!
Capito cos’è realmente stata l’operazione H1N1?
Il bottino dei vaccini è stato spartito tra i quattro big della farmaceutica: GlaxoSmithKline, Sanofi Aventis, Novartis e Astra Zeneca, a cui va aggiunto anche quello dei medicinali dove ha primeggiato Roche con il mitico Tamiflu e ancora la Glaxo con il Relenza.[5]
Qualcuno all’epoca aveva parlato di sicurezza del vaccino contro l’A-H1N1?
Macché: «sulla sicurezza del vaccino non si scende a compromessi» aveva proclamato Keiji Fukuda, vicedirettore generale dell’OMS![6]
Per coerenza, dall’11 giugno 2009 la stessa OMS ha innalzato il livello di sicurezza a 6, cioè il massimo dell’allerta: in una simile emergenza l’Organizzazione sovranazionale può legittimamente «costringere» i sudditi a farsi vaccinare, a limitare gli spostamenti e può imporre quarantene.
Infine per assicurare le centinaia di milioni di dosi entro l’autunno - scrive il britannico «The Guardian» - l’EMA (l’ente europeo dei farmaci) aveva permesso alle società produttrici di scavalcare la fase dei test su larga scala sugli uomini. D’altronde si era in piena pandemia, le strade avevano montagne di cadaveri accatastati…
In pratica l’Agenzia europea ha autorizzato, scavalcando ogni concetto di sicurezza, la «procedura rapida» perché appunto vi era la «pandemia» con livello 6.
Ci stupiamo che oggi l’EMA non intervenga nello scandalo delle analisi effettuate sui vaccini pediatrici?
La pandemia di influenza suina è stata ed è una truffa colossale assai pericolosa.
Truffa perché Big Pharma con la paura incamera miliardi di dollari; pericolosa perché nasconde un grossissimo problema di salute pubblica: i vaccini ed i veleni chimici che contengono.
Note
[1] «La peste suina africana dilaga in Europa, 9 nazioni colpite. “Abbattere i cinghiali”», https://www.ilmessaggero.it/salute/medicina/peste_suina_europa_cinghiali_19_dicembre_2018-4183187.html
[2] «Influenza suina, 14enne in coma dal giorno di Natale. La madre: «Se sopravviverà avrà danni permanenti» https://www.ilmessaggero.it/mondo/influenza_suina_coma_14_anni_natale_cervello-4213372.html
[3] «How to Deal with Swine Flu: Heeding the Mistakes of 1976» , Time, 27 aprile 2009, www.time.com/time/health/article/0,8599,1894129,00.html
[4] «Virus A, affari d’oro per Big Pharma. Il vaccino vale 10 miliardi di dollari», Maurizio Ricci, La Repubblica del 22 luglio 2009
[5] Idem
[6] “Influenza A, preoccupazione sul vaccino”, 27 luglio 2009, “Il Gazzettino”