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«Berto la macchietta» e l’epidemia inesistente di morbillo…


Marcello Pamio

I media mainstream come sempre rappresentano il megafono perfetto delle “Fake News”.
Le Fake di Stato, cioè quelle politicamente corrette.
L’ambito vaccinale ha vinto l’awards come settore maggiormente «falsificato», infatti l’ultima in ordine cronologico è la ridicola quanto inesistente “epidemia di morbillo”.
Questa volta è toccata a Bari, dove ci sono stati 8 casi di morbillo nell’ospedale pediatrico “Giovanni XXIII”. Il gravissimo “contagio” «potrebbe» essere opera di una bambina non vaccinata.
Dico potrebbe, perché nonostante le ciarlatanerie scritte dai soliti giornalisti di regime a cui fa comodo solo terrorizzare le masse, esami alla mano, non c’è ancora la prova provante che a dare origine all’infezione sia stata realmente una bambina di 8 anni non vaccinata! Per cui è vergognoso leggere cosa scrivono i pennivendoli.
Uno degli ultimi articoli riporta che «quattro dei cinque bambini contagiati sono parenti e potrebbero essersi infettati anche giocando».
Oltre alla piccola untrice «il focolaio epidemico - si legge negli articoli - sarebbe scoppiato, a quanto pare, anche per via della tardiva applicazione dei protocolli previsti dalla legge».

Per fortuna è intervenuta Cinzia Germinario, responsabile dell’Osservatorio epidemiologico della Regione Puglia, dicendo che non c’è «nessun allarme epidemia di morbillo in Puglia».
«Basta il ricovero di un bambino, come accaduto in questo caso, per innescare una normale catena di contagio tra i non vaccinati perché il morbillo è una patologia altamente contagiosa», concludendo che «la situazione non è preoccupante».
Anche l’Ordine Nazionale dei Biologi (www.onb.it) si è occupato del caso portando un po’ di luce e facendo un po’ di chiarezza nel marasma.
«Il morbillo (dal latino medievale morbillus, vale a dire piccola malattia) è una patologia infettiva assai comune, normalmente benigna, superabile senza alcuna conseguenza deleteria e, anzi, conseguendone un’immunità a vita».
Lo conferma anche l’Istituto Superiore di Sanità, il quale scrive nel sito che «il morbillo non ha sintomi gravi» e «le complicazioni sono relativamente rare». 

L’unico a confondere una malattia esantematica come il morbillo (certamente infettiva ma non più mortale nel Terzo millennio nei paesi occidentali) con l’incrocio tra peste bubbonica ed ebola, sembra essere il venerabile e diversamente-umile Roberto Burioni.
Il prof, tra il ritiro di «prestigiosi» premi, farsi fotografare per la copertina di un giornale, parlare in diretta ad ogni network radiofonico, registrare trasmissioni televisive, insegnare all’università, fare ricerca e godersi la famiglia, riesce sempre a ritagliarsi il tempo per scrivere sui social (e non solo) e commentare ogni notizia di cronaca riguardante i vaccini.
Il virolprodigo pesarese, intervistato da quotidiano.net spiega al mondo che lui a 55 anni (detto tra noi…portati maluccio) è ancora vivo, ma centinaia di suoi coetanei «che si sono ammalati negli anni ’60, non ce l’hanno fatta».

Per l’ISS «il morbillo non ha sintomi gravi e le complicazioni sono relativamente rare», ma quando il nostro parla di morbillo, sembra il Manzoni che descrive la pestilenza del 1630 di Milano, città guarda caso dove è sorta l’Università Vita-Salute San Raffaele in cui insegna il luminare…

Non è nostro intento rovinargli questi giorni di festa, è giusto che Burioni si goda il prestigioso premio «Macchianera Internet Awards 2018», ricevuto qualche giorno fa.
Premio mai sentito prima, al quale hanno votato (dicono loro) ben 3 milioni di internauti.
Ebbene sì, questo anno l’award per il «Miglior personaggio» è andato proprio (inaspettatamente) a lui, e il «miglior macchianera 2018» è riuscito - nonostante gli impegni - a fiondarsi per ritirare di persona il premio.
Per cui tanto di cappello al virologo, anche perché gareggiava con personaggi del calibro e dello spessore di Chiara Ferragni, Asia Argento, Bebe Vio, Alberto Angela, Enrico Mentana

Morbillo
L’Istituto Superiore di Sanità è chiaro sul morbillo: «una volta contratto, il morbillo dà un’immunizzazione teoricamente definitiva, quindi non ci si ammalerà più per l’intera durata della vita». La presenza costante del morbillo nella popolazione rientra nella condizione chiamata “endemia”. La sua morbilità segue l’andamento comune delle classiche malattie infettive quindi è sempre estremamente altalenante.
L’anno scorso i casi registrati da noi in Italia sono stati circa 4.000; negli anni Novanta abbiamo raggiunto i 30.000 casi/anno senza per questo vedere leggi marziali ed esercito in tuta e maschera da guerra biologica!
Dati alla mano: non possibile parlare di “epidemia”. Quindi come mai i giornalai strillano all’unisono di «epidemia»?

Burioni il mongolo
Quasi ad ogni intervista Burioni estrae dal cappello magico il caso del Messico, dove dal 1996 non si registrano casi autoctoni di morbillo, a parte alcune infezioni recenti dovute - dice lui - da «pazienti italiani».
Il mago in erba, dovrebbe prima cambiare pusher e poi anche trucchetto, perché dal suo cilindro non esce mai il nome di un altro paese che inizia sempre con la emme, ma si scrive Mongolia.

Una recente epidemia di morbillo ha colpito la Mongolia e ha interessato quasi esclusivamente le persone vaccinate. Ma la notizia non è questa: in questo paese vi era il 97% di copertura vaccinale!
Copertura quasi totale della popolazione dal morbillo, eppure ci sono stati tantissimi contagiati: come mai?
Anche i dati dell’OMS relativi al morbillo in Ucraina sono interessanti e poco noti ai virologi mainstream. Nel 2010 i casi furono 39 (copertura del 56%); nel 2012 furono 12.744 (copertura al 79%). Nel 2016 si abbassarono a 90 (42% di copertura) per risalite nel 2017 a 4.782 con una copertura dell’86%. Come detto prima: l’andamento del morbillo è sempre stato molto altalenante.
L’Ordine nazionale dei Biologi spiega che «tutti i dati sono concordi a mostrare come la copertura vaccinale non abbia mai comportato una diminuzione della morbilità, dimostrando, anzi, il contrario».
Come dirglielo questo a Burioni?
Forse invitandolo alla premiazione degli Oscar: candidato come «miglior attore non protagonista»?

Conclusione
Come sempre le fonti d’informazione sono di parte, schierate ovviamente con i padroni del vapore: le lobbies farmaceutiche in questo caso.
I media hanno volutamente sottolineato che la colpa è di una bambina non vaccinata, e che il morbillo comporta necessariamente effetti gravissimi! Hanno invece sorvolato per esempio sul fatto che i contagiati (non vaccinati) da questo virus «mortale» sono tutti usciti sani e salvi senza complicanze. Mi pare una ottima notizia questa da dare o no? O forse qualcuno si augurava il morto per poi poter attaccare violentemente il movimento di genitori che mettono in discussione le vaccinazioni di massa?
Comunque sia queste sono gravi scorrettezze nell’informazione, che violano il codice deontologico perché dicono il contrario di quello che afferma l’Istituto di Sanità!
In un paese di diritto interverrebbe l’ordine professionale a sistemare queste cose, ma da noi gli ordini professionali servono a tappare la bocca ai soci che non si adeguano ai diktat del Sistema, non certo a redarguire chi commette errori per nome di quel Sistema.
Anche il Ministero degli Interni o qualche magistrato potrebbe intervenire visto che i quotidiani nazionali stanno da una parte «procurando allarme» tra la popolazione in maniera scorretta e fraudolenta e dall’altra «istigando all’odio» per il continuo mettere alla gogna i genitori che obiettano le vaccinazioni.

Mi riferisco alle parole di Gianni Rezza, direttore del Dipartimento malattie infettive: «i no vax sono degli egoisti sociali, sono pochi ma pericolosi», e a quelle dell’ex attore e attualmente direttore dell’ISS Walter Ricciardi: «la situazione è allarmante. Se il paese non si rende conto che questa battaglia va fatta in maniera convinta, continueremo a vedere tanti fenomeni di questo tipo».
A Rezza ricordo che in Italia ogni anno muoiono oltre 7000 persone per infezioni ospedaliere e non per morbillo o pertosse, quindi sarebbe ora che si preoccupasse di cose serie!
A Ricciardi ricordo che l’Italia è al primo posto in Europa per tumori in età pediatrica e per obesità infantile, quindi per il bene dell’intero paese, invece di intervenire solo in tema vaccinale, sarebbe il caso si preoccupasse di emergenze serie!

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