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Jim West

A quanto sembra, gli scienziati e i medici occidentali non sono a conoscenza delle tante ricerche su soggetti umani condotte in Cina che dimostrano chiaramente i danni prodotti dalle tecniche di diagnostica a ultrasuoni. È ora che tutti si documentino sull’esistenza di questi studi.

Introduzione
Secondo le autorità occidentali le tecniche diagnostiche che utilizzano gli ultrasuoni [ovvero l’ecotomografia o ecografia] sono innocue, e per motivare questa posizione si adduce la mancanza di studi su soggetti umani che avvalorino i rischi già riscontrati in alcuni studi su animali e cellule. Tuttavia, in realtà in Cina sono già stati condotti una cinquantina di test clinici moderni su soggetti umani. Con poche eccezioni, queste ricerche non sono state tenute in alcuna considerazione negli ambienti occidentali.

La diagnostica a ultrasuoni è controversa e comporta rischi noti, eppure dalla fine degli anni Ottanta non sono stati praticamente più stanziati fondi per la ricerca. Il mio libro si schiera a favore delle posizioni critiche accreditate, sostenendo che l’ecografia può causare o concorrere ai disturbi dello spettro autistico (ASD), alla sindrome da deficit di attenzione-iperattività (ADHD), ad anomalie della personalità, malattie oftalmologiche, varie malformazioni, malattie della pelle e allergie. Inoltre il libro presenta dei concetti nuovi secondo cui l’ecografia può essere causa di corioamniosite, itterizia, cancro e leucemia. Gli ultrasuoni possono essere considerati di per sé un fattore causativo, ma esiste anche il concetto pratico di sinergia tossica. In altre parole, si deve tenere conto del fatto che l’ecografia può rendere l’organismo molto più vulnerabile a fattori di stress che intervengono successivamente, ad esempio i farmaci per il concepimento e i medicinali in generale, vaccini, antibiotici, antidepressivi, ecc. Gli studi sulle sinergie tossiche degli ultrasuoni sono citati nel mio libro.

Gli studi sull’uomo esistono
I Chinese Human Studies (CHS) sono ricerche sull’esposizione umana in utero condotte in epoca moderna, dal 1988 al 2011. I feti venivano esposti all’ecografia in utero, dopodiché il materiale abortivo veniva studiato in laboratorio. Finora ho raccolto 48 CHS e 100 articoli che vedevano il coinvolgimento di circa 100 scienziati. Ai lavori hanno partecipato in totale 2651 donne volontariamente sottoposte a interruzione di gravidanza, il cui materiale abortivo è stato esaminato in varie fasi: ovociti del feto femmina, embrione e feto. Recentemente ho sfrondato questa bibliografia eliminando le pubblicazioni duplicate; alcuni degli articoli restano elencati come versioni similari o duplicati.

I CHS ci permettono di fare un’affermazione che in precedenza era impensabile, ovvero che gli studi sull’esposizione umana in utero sono la forma più abbondante di ricerca sulla diagnostica a ultrasuoni nell’era moderna. I CHS sono gli ultimi studi nel loro genere. La loro forza, cioè la loro relativa purezza, deriva dalla relativa libertà che mantengono rispetto alle politiche industriali. Sono stati condotti durante la prima fase del recente boom della scienza industriale cinese e costituiscono un fortunato sottoprodotto della grande spinta industriale della Cina. Il progresso industriale cinese ha potuto usufruire di una vasta base scientifica a partire dal 1984, quando furono istituiti i “laboratori chiave di stato”, una serie di laboratori moderni dedicati a varie specializzazioni.15

I CHS sono stati svolti durante questa fase ottimistica, prima che potessero unirsi al destino di tanti importanti studi occidentali, cioè prima di essere monopolizzati o soffocati o resi strumenti di propaganda delle aziende.

Questa finestra d’opportunità ormai si è probabilmente chiusa, adesso che la Cina è uno dei maggiori produttori di apparecchiature diagnostiche e terapeutiche a ultrasuoni.

Il destino comune della scienza ambientale occidentale è stato documentato da Dan Fagin e Marianne Lavelle in Toxic Deception, pubblicato per la prima volta nel 1996. Più di recente, nel 2013, la forte corruzione nel mondo della ricerca medica è stata documentata da un professore di giornalismo della New York University, Charles Seife, nel suo articolo per il JAMA.174

Nei CHS sono state utilizzate le più recenti tecnologie analitiche scientifiche: vari tipi di analisi biochimiche per rivelare cambiamenti nei tessuti, citometria a flusso per individuare le proprietà fisiche e chimiche delle cellule ed elettroforesi per visualizzare la frammentazione del DNA (l’elettroforesi è una procedura in cui si fa passare della corrente diretta attraverso una piastra con gel che contiene campioni di miscugli chimici come il DNA; il risultato è una diffusione grafica di vari componenti molecolari del DNA che si possono così visualizzare e misurare).

Per visualizzare i danni subcellulari sono stati utilizzati microscopi elettronici. I CHS superano le ricerche occidentali per livello di sofisticatezza tecnica, numero di soggetti studiati, rilevanza dei soggetti e dei periodi studiati, mole di lavoro. Gli studi occidentali che esprimono critiche riguardo all’ecografia, da lungo tempo rifiutati, sono invece citati e convalidati dai CHS: ne sono esempi MacIntosh e Davey (1970)28, Liebeskind (1979)20, Anderson e Barrett (1979)43 e Saad e Williams (1982).44

Sono le autorità occidentali a imporre la percezione che si ha della diagnostica a ultrasuoni nel mondo. La loro strategia è dichiarare l’assenza di studi umani come principale giustificazione per non considerare attendibili gli studi su animali o cellule che riscontrano dei rischi. La scienza occidentale, tenuta in scacco dalla politica industriale, resta nell’immobilismo continuando a opporre un senso forte, ma sterile, di oggettività dell’indagine. In questo modo non si prende alcuna decisione, poiché esistono centinaia di studi su animali e cellule che riscontrano i bioeffetti indotti dagli ultrasuoni e altrettanti che li confutano. Come si legge nell’introduzione di uno studio di Ellisman e all.:

“Molte revisioni della letteratura sui bioeffetti dell’ecotomografia... rivelano che la maggior parte degli studi è stata progettata in modo inadeguato o non pertinente per la situazione medica umana; le informazioni sulle condizioni di esposizione erano spesso incomplete e presentavano evidenti discrepanze rispetto all’effettiva tecnica ecografica o, in alcuni casi, a essere meno che ottimali erano le dimensioni del campione e i controlli di follow-up”19 (corsivi aggiunti).

I CHS sono la soluzione a questo limbo occidentale che dura da ottant’anni. Ci offrono delle informazioni essenziali: le soglie di intensità per la sicurezza umana e gli effetti negativi. Da essi emerge che le intensità basse e le esposizioni brevi possono arrecare danni. Queste soglie di esposizione-sintomi sono basse e le loro implicazioni sono terribili, eppure io sostengo che la situazione sia ancora peggiore di quanto considerato dagli scienziati cinesi, dato che le cliniche occidentali impiegano intensità maggiori e hanno la tendenza a usare modalità Doppler ad altissima intensità. Nel 2000, il Prof. Ruo Feng, dell’Istituto di Acustica dell’Università di Nanchino, sintetizzò in questo modo i CHS:

“È bene ripetere che, nell’uso ostetrico degli ultrasuoni, le tecniche diagnostiche dovrebbero conformarsi a un atteggiamento scientifico scrupolosamente prudente. In particolare, atteniamoci ai seguenti cinque punti:

1) L’ecografia si dovrebbe usare solo per indicazioni mediche specifiche.

2) L’ecografia, se impiegata, dovrebbe limitarsi rigorosamente al principio della dose più bassa: ovvero, il dosaggio degli ultrasuoni si dovrà limitare al minimo che consenta di ottenere le informazioni diagnostiche necessarie con la minor intensità possibile e il più breve tempo di irradiazione possibile.

3) L’ecografia non si dovrebbe assolutamente impiegare sui feti a scopi commerciali o educativi. L’uso dell’ecografia per l’identificazione del sesso del feto o per visualizzare il feto a scopi ricreativi dovrebbe essere assolutamente eliminato.

4) Perché non sorgano problemi nella prima fase della gravidanza [primo trimestre], occorre evitare l’ecografia o, se non è possibile evitarla, ridurne l’uso al minimo. Anche in seguito, durante il secondo o il terzo trimestre, limitare le ecografie a 3/5 minuti sulle aree più delicate del feto, come il cervello, gli occhi, il midollo spinale e altre parti.

5) Tutti i medici che vengono formati all’uso clinico delle tecniche ecografiche dovrebbero ricevere informazioni sugli effetti biologici degli ultrasuoni e sui livelli di sicurezza dei dosaggi per uso diagnostico”.

Il Prof. Feng e i CHS confermano la validità di quanto espresso nel verbale della Conferenza per lo sviluppo del consenso dei NIH (Istituti Nazionali di Sanità degli Stati Uniti) del 1984. Tale documento era decisamente critico, e si rifiutava di raccomandare un uso di routine dell’ecografia. Come era prevedibile, è stato accantonato come “obsoleto”.

La scienza occidentale menomata

Il Prof. Feng (2000) descrive la condizione menomata della scienza occidentale:

“A livello internazionale [fuori dalla Cina], le soglie di sicurezza per gli esami ecografici vengono studiate principalmente in due modi: usando cavie animali e attraverso studi epidemiologici. Così si accumulano molti dati, ma producendo solo poche regole quantitative, che tutt’al più servono solo da riferimento per valutazioni di sicurezza clinica, ma non sono in grado di offrire dei criteri guida.

“Gli standard di sicurezza per le ecografie dovrebbero stabilire delle soglie di dosaggio basate su numerosi studi clinici umani sull’uso degli ultrasuoni in ostetricia. È questa la falla nella ricerca internazionale, una mancanza vistosissima!”.

Con i CHS, Feng ha potuto mettere un grosso punto esclamativo in una rivista scientifica. La sua valutazione richiama gli avvertimenti impliciti delle autorità occidentali, come quella del Dott. Jacques Abramowicz che aveva dichiarato che “la mancanza di... dati umani in questo campo è assurda”.86 Per qualche tempo questa citazione compariva anche nella voce di Wikipedia sulle “cause dell’autismo”, ma poi è stata rimossa.27

Feng e i suoi colleghi sono indiscutibilmente i leader mondiali nella ricerca sugli aspetti scientifici dell’ecotomografia. Si prospetta interessante vedere in che modo le autorità occidentali risponderanno alla sfida presentata dai CHS.

Le reazioni ai CHS nel mondo

Il Prof. Feng (2000) documenta come sono stati recepiti i CHS a livello mondiale e la particolarità della loro posizione:

“In Cina fu Yan Gong a prendere il comando e a completare il primo studio clinico umano: le conclusioni vennero pubblicate e presentate nel 1988 a Washington DC, alla Quinta conferenza mondiale sulle applicazioni biomediche degli ultrasuoni. Il suo articolo suscitò una reazione positiva nella comunità medica internazionale” (corsivi aggiunti).

L’articolo del Dott. Yan Gong è citato nelle mie note conclusive.96 La reazione positiva internazionale è descritta nella pagina Web del Dott. Joseph Woo “Storia dell’ecotomografia in Cina”:

“Nel 1988, Xin-Fang Wang, Yong-Chang Chou, Wang-Xue Guo, Zhi-Zhang Xu e il fisico Ruo Feng ricevettero il premio ‘Pionieri della storia dell’ecotomografia in medicina’ dalla World Federation Ultrasound in Medicine and Biology (WFUMB). La premiazione si tenne a Washington DC, negli Stati Uniti”.97

Il Prof. Feng (2000) prosegue descrivendo una “lettera speciale” di incoraggiamento che ricevette nel 1989 da Floyd Dunn, eminente ricercatore sull’ecografia presso il Bioacoustics Research Laboratory dell’Università dell’Illinois, USA, che aveva citato in articolo scritto nel 1990:

“Questo argomento sarebbe estremamente difficile, forse addirittura impossibile, da trattare in questo paese per via dell’opinione prevalente sull’aborto. Se fosse possibile studiarlo nel vostro paese, secondo me sarebbe un importantissimo contributo internazionale per la diagnostica a ultrasuoni’” (corsivi aggiunti).

Il Dott. Dunn dunque lodava l’ingresso della Cina nella scienza della diagnostica a ultrasuoni con le sue ricerche su soggetti umani, ma nel 1989 non aveva ancora visto granché dei risultati. Questi studi, i CHS, alla fine avrebbero messo in pericolo proprio il suo lavoro, che era volto a difendere l’uso dell’ecografia. Non ho trovato altre parole di Dunn o dei suoi colleghi fra le risorse online del Bioacoustics Research Laboratory né altrove.

Il Dott. Floyd Dunn (morto il 24 gennaio 2015) aveva raggiunto il gradino politico più alto fra i ricercatori occidentali ed era vicino a Wesley Nyborg, William O’Brien Jr ed Edwin Carstensen, che descrivono Dunn con queste parole:

“... L’uso biomedico degli ultrasuoni è un settore importante, e la ricerca di base in questo campo riceve una quota significativa del budget dei NIH. Non c’è scienziato che abbia contribuito più di Floyd Dunn a questo successo”.162

Parlando dell’economia del settore, Dunn aveva su di sé una grossa responsabilità. Dunn e Feng si conoscevano. Dunn era professore invitato presso l’Università di Nanchino, dove Feng scriveva per il Biomedical Ultrasound, una pubblicazione dell’università stessa.

Verosimilmente, in Occidente i medici non sono a conoscenza dei CHS, come si può dedurre dai loro commenti elencati nel capitolo 7 del mio libro. Dunn evidentemente non fece parola di questo “importantissimo contributo internazionale per la diagnostica a ultrasuoni” e a quanto pare l’intera “comunità dell’ecografia” si dimenticò di quella conferenza del 1988 del WFUMB.

L’articolo di Feng del 2000 è stato pubblicato 12 anni dopo quella conferenza. Dal 1990, Feng ha scritto anche molti altri articoli correlati. Il suo materiale era rivolto esclusivamente a un pubblico di lettori cinesi, tuttavia grazie a lui i CHS giunsero negli annali storici.

Il seguente scenario merita considerazione. Dunn e i suoi colleghi erano/sono i responsabili della percezione standard della diagnostica a ultrasuoni, i leader della “comunità dell’ecografia”. Questo termine era stato usato, per esempio, dal Dott. Thomas Nelson, allora viceredattore del Journal of Ultrasound in Medicine, nel 2005.26 L’articolo di Nelson “La comunicazione alla comunità dell’ecografia degli esiti delle ricerche sui bioeffetti degli ultrasuoni” descrive le formalità scientifiche e le difficoltà nell’osservare e interpretare i bioeffetti delle tecniche ecografiche. L’American Institute of Ultrasound in Medicine (AIUM) fa parte del WFUMB, e dipende dall’Organizzazione Mondiale della Sanità. Fa da collegamento fra il governo, il settore industriale, gli operatori e il pubblico, e si occupa di raccolta, distribuzione e consulenza relativamente ai finanziamenti alla ricerca.

Per qualche motivo, non c’è stato contatto fra i CHS e gli scienziati occidentali. Forse è colpa del divario culturale fra Oriente e Occidente. Forse i cinesi trovavano indisponente qualche norma dell’etichetta occidentale. Forse la “comunità dell’ecografia” era troppo occidentalizzata. O forse la “comunità dell’ecografia” sente di avere addosso le pressioni di tutto il settore industriale.

Potrebbe essere comodo pensare che la comunità dell’ecografia influenzi apertamente il dilemma della diagnostica a ultrasuoni, tuttavia anch’essa esprime delle preoccupazioni etiche. Pubblica delle linee guida ALARA [acronimo inglese di “più basso possibile nei limiti della ragionevolezza”] per ridurre l’esposizione, e si adopera perché gli operatori ricevano formazione sulla sicurezza. Purtroppo queste linee guida vengono spesso ignorate, fraintese o considerate un intralcio. La FDA degli Stati Uniti non si preoccupa di farle rispettare, e spesso sono difficili da mettere in pratica a causa della forte competitività che permea gli aspetti commerciali della medicina.

Il Dott. Floyd Dunn è stato membro onorario del Rochester Center for Biomedical Ultrasound (RCBU) presso il Medical Center dell’Università di Rochester (URMC), nello stato di New York. Fra gli altri membri figurano il Dott. Morton W. Miller, professore emerito del dipartimento di ostetricia e ginecologia dell’URMC, e il Dott. L. Carstensen, fondatore ed ex direttore del RCBU. Il Dott. Jacques S. Abramowicz è l’ex direttore dell’unità di ostetricia-ginecologia dell’URMC. Il Dott. Wesley L. Nyborg (morto nel 2011) era socio fondatore e scienziato in visita al RCBU.

Il settore supporta queste persone, e il loro lavoro supporta il settore. Potrebbero rappresentare decenni di un’invisibile evoluzione condizionata da un conflitto d’interessi inconscio. Nyborg fu presidente del Comitato sui bioeffetti dell’AIUM, che tuttora pubblica periodicamente rapporti sulle soglie di sicurezza. La figura 1 mostra i rapporti dell’AIUM del 1976 e del 1987, dove si dichiara come massima soglia sicura per l’intensità di SPTA [picco spaziale, media temporale] 100 mW/cm2. Nyborg aveva dei dubbi su questi rapporti dell’AIUM, come si vede in un commento del suo articolo del 2003: “Relativamente ai danni ai polmoni in piccoli animali a frequenze da 2 a 3 MHz, la soglia in cui il duty factor è 0,001 è di circa 33 mW/cm2. Essa è quindi più bassa dei valori per l’intensità di SPTA citati nei rapporti del 1976 e 1987 e dunque indica che il secondo potrebbe non essere valido...39 (corsivi aggiunti).

I rapporti dell’AIUM si basano sui risultati di molte ricerche, ma sono contraddetti da un numero considerevole di studi di qualità. ∞

Note

  1. The Chinese University of Hong Kong, State Key Laboratories, http://tinyurl.com/nszlzw5
  2. Ellisman, Mark H. e all., “Diagnostic Levels of Ultrasound May Disrupt Myelination”, Experimental Neurology 1987; 98(1):78-92
  3. Liebeskind, Doreen e all., “Diagnostic Ultrasound: Effects on the DNA and Growth Patterns of Animal Cells”, Radiology aprile 1979; 131(1):177-84
  4. Nelson, Thomas R., “Reporting of Bioeffects Research Results to the Ultrasound Community”, Journal of Ultrasound in Medicine 1 settembre 2005; 24(9):1169-70, http://tinyurl.com/nntwoxe
  5. “Causes of Autism”, Wikipedia, http://tinyurl.com/5hlowz. Dal 23 giugno 2013, dalla voce di Wikipedia è stato quasi del tutto rimosso il riferimento all’ecografia come possibile causa, inclusa la citazione di Abramowicz, “la mancanza di… dati umani è assurda”.
  6. Macintosh, I.J.C. e D.A. Davey, “Chromosome Aberrations Induced by an Ultrasonic Fetal Pulse Detector”, British Medical Journal 10 ottobre 1970; 4(5727):92-93
  7. Nyborg, Wesley L., “History of the American Institute of Ultrasound in Medicine’s Efforts to Keep Ultrasound Safe”, Journal of Ultrasound in Medicine 2003; 22:1293-1300, p. 1297, http://tinyurl.com/p4zlpf5
  8. Anderson, D.W. e J.T. Barrett, “Ultrasound: A New Immunosuppressant”, Clinical Immunology and Immunopathology settembre 1979; 14(1):18-29
  9. Saad, A.H. e A.R. Williams, “Effects of Therapeutic Ultrasound on Clearance Rate of Blood Borne Colloidal Particles in Vivo”, British Journal of Cancer marzo 1982; 45(Suppl.5):202-205
  10. Abramowicz, J.S., “Prenatal exposure to ultrasound waves: is there a risk?”, editoriale, Ultrasound in Obstetrics & Gynecology 2007; 29:363-367, p. 366, http://tinyurl.com/oks7sy5
  11. Gong, Y., Y.J. Zhang, B.Z. Wang, “An Assessment of the Effect of Ultrasonic Diagnostic Dosage of the Embryos In Utero”, verbali ufficiali di convegno del WFUMB del 1988, J. Ultrasound Med. 1988; 7(10)Suppl.:265-266
  12. Wang, Xin-Fang, “History of the Development of Ultrasound in China”, http://tinyurl.com/p7bxe2m. Si tratta del sito sull’ecografia del Dott. Joseph Woo.
  13. O’Brien, William D., Edwin L. Carstensen, Wesley L. Nyborg, “Acoustical Society Award 1998: Floyd Dunn”, http://tinyurl.com/oo8nqw8
  14. Seife, C., “Research Misconduct Identified by the US Food and Drug Administration: Out of Sight, Out of Mind, Out of the Peer-Reviewed Literature”, JAMA Intern. Med. 2015; 175(4):567-577

Riferimenti aggiuntivi

  • Feng, Ruo, “Safe Threshold Dose and Biological Effects of Diagnostic Ultrasound”, Chinese Journal of Ultrasound in Medicine 2000; 16(3), http://tinyurl.com/qf4lbkg (tradotto dal cinese e riveduto per la pubblicazione; non disponibile nel database PubMed)

Tratto da Nexus New Times ed. italiana nr. 119 dicembre 2015 - gennaio 2016

Marcello Pamio

Affittare il proprio ventre per vendere un bambino
o affittare le proprie braccia per lavorare nell’industria,
qual è la differenza?

Pierre Bergé ex compagno di Yves Saint-Laurent

Ogni cosa oggi è diventata merce, perfino la Vita stessa!
L’utero in affitto, lungi dall’essere la liberalizzazione della donna moderna (il cui motto era e forse è ancora: “l’utero è mio e me lo gestisco io”) ha legittimato una nuova forma di schiavismo femminile e di subordinazione al mercato delle donne stesse. La schiavitù forse più becera e squallida.
L’utero in affitto, lungi dall’essere quell’atto amorevole e spassionato come il Sistema vorrebbe farci credere è un business superegoistico multimiliardario. Il mercato della Vita, la vendita e compravendita di bambini!
L’utero in affitto è uno dei passaggi più importanti che stanno conducendo verso la distruzione totale della famiglia e la creazione dell’Uomo Nuovo.

Dall’utero in affitto all’Uomo Nuovo
Cosa c’entra il gender con l’utero in affitto?
Il gender che piace così tanto ai Poteri Forti mondialisti è la demolizione delle “vecchie” identità (siano esse sociali, religiose, politiche e ovviamente sessuali) che in qualche modo rappresentano un ostacolo all’omologazione globale. Uno degli ultimi obbiettivi da colpire è l’istituzione familiare, vista come un ostacolo alla creazione di un uomo senza punti di riferimento, affettivamente instabile: un consumatore amorfo senza identità, confuso e assolutamente precario.
Se l’individuo è solo e senza punti di riferimento, sarà più facilmente manipolabile a livello sociale e civile. Non si sacrificherà per la famiglia ma annegherà i propri dispiaceri nello shopping compulsivo, nell’alcol, nelle droghe e nel sesso.
L’utero in affitto rientra in uno dei passaggi cruciali…

“La generazione viene scollata dall’atto sessuale, dalla famiglia e diviene un lusso per pochi.

Mediante l’annullamento della filiazione, l’identità umana cessa di avere una storia e una provenienza: si riduce all’assemblaggio di una macchina e a una vera e propria fabbrica eugenetica di nascituri governata dai desideri narcisistici individuali dei consumatori”. Diego Fusaro

L’ultimo libro di Enrica Perucchietti non è solo di estrema attualità, ma per certi versi anticipa i tempi facendo intravedere dove porterà la strada imboccata dall’umanità: quello che potrà accadere in un futuro molto prossimo se non si interverrà prima…
L’oligarchia sinarchica che ci governa e controlla sta mettendo a segno passaggi cruciali verso il totale controllo della popolazione: dalla cancellazione dell’identità (gender) e di ogni valore, alla disintegrazione della famiglia per giungere alla perdita totale del senso della e per la Vita.
La Vita infatti oggi sta perdendo sempre più di significato e i bambini che ne sono la rappresentazione sono stati trasformati in oggetti di scambio, vere e proprie merci da comprare al supermercato.

Oggi infatti i bimbi si possono prenotare per tempo, si comprano attraverso cliniche lussuosissime, si assemblano come meglio si crede scegliendo su cataloghi ad hoc e si fanno partorire attraverso donne schiavizzate, vere e proprie incubatrici di carne umana. E se la “merce” dovesse per qualche motivo essere difettosa o non andar bene agli acquirenti, si può sempre portarla indietro o gettarla nella pattumiera o peggio ancora donarla a qualche clinica interessata a smembrarla per usarne gli organi e trasformarli in creme anti-aging, lozioni solari, farmaci, vaccini, ecc.
Non è fantascienza purtroppo: oggi moltissime ricerche vengono effettuate su neonati sopravvissuti all’aborto. In Inghilterra per esempio la Langham Street Clinic vendeva feti vivi tra la 18ma e la 22ma settimana al Middlesex Hospital, mentre in Russia vi è una florida industria che fornisce materiale abortivo alle aziende farmaceutiche e a quelle che producono cosmetici.

La sacralità della Vita è stata distrutta mercificandola per denaro, cupidigia ed egoismo.
Quello che sta accadendo sotto gli occhi di tutti è eugenetica allo stato puro.
Chiariamo fin da subito: l’utero in affitto è un business mondiali sta eugenetico. Un business da svariati miliardi di dollari ogni anno.
L’indottrinamento mentale è in atto da anni grazie a pubblicazioni editoriali e film, e purtroppo i risultati dimostrano che il lavoro è stato fatto molto bene. Oggi l’utero in affitto è percepito dalle masse come un gesto di altruismo invece che per quello che realmente è: una vendita di bambini!
La nascita tramite maternità surrogata altro non è che una “cessione di neonato” a pagamento.

Quante persone “donerebbero” o “venderebbero” il proprio figlio di 3 anni? Invece ci vogliono far credere che un neonato nei primissimi giorni di vita sia un’altra cosa rispetto a un essere vivente: un bene che può entrare a far parte di un accordo privato preventivo fra due parti contraenti.
La Vita stessa è diventata un oggetto di scambio. Vita poi strettamente legata alla morte se entriamo nelle cliniche dove si esegue la fecondazione artificiale…

Il primo bambino sintetico
Nel 1978 ebbe inizio lo sviluppo delle tecniche di fecondazione.
Nasce il primo bambino in provetta. Evento spacciato al mondo come passaggio storico, ma pochi considerano il rovescio di tale fecondazione: la morte di tutti gli altri embrioni in gioco. Per una vita si distruggono tutte le altre: mors tua vita mea direbbe il machiavellico e ben stipendiato camice bianco che lavora in tali cliniche.
Oggi, per tornare alla fecondazione naturale, non è più necessaria la relazione, il calore affettivo, l’amore di coppia, l’unione tra uomo e donna perché tale atto magico si può sostituire con l’incontro forzato in una fredda provetta tra ovocita e spermatozoo, spesso con la conservazione nel gelo dell’azoto liquido. Da qui la definizione delle creature innocenti nate in provetta come “bambini venuti dal freddo”.

Nonostante si usino termini edulcorati come “fecondazione in vitro” o l’ancora più sobrio “fecondazione assistita” il termine corretto è “fecondazione artificiale”. È un artificio e quindi totalmente innaturale.
La forma più estrema di fecondazione eterologa è la pratica dell’utero in affitto.
Essendo la fecondazione artificiale omologa (se i gameti appartengono alla stessa coppia) oppure eterologa (se uno o entrambi i gameti appartengono a estranei) si apre un mercato illimitato legato a gameti, ovuli, spermatozoi, farmaci, ormoni, ecc.

Ovuli a suon di ormoni
Si cercano ovuli freschi, di giovane donne atletiche, belle e intelligenti. Meglio ancora se laureate. Perché l’ovulo non è meno importante, anzi, della madre surrogante.
La realtà è questa: giovani donne economicamente disperate si sottopongono per denaro a devastanti bombardamenti ormonali ai fini della produzione massiva di ovuli. Per poche centinaia di dollari rischiano letteralmente la vita. Pubblicità ingannevoli girano anche sui social network tipo Facebook: “Se sei alta, attraente e magra… e hai il desiderio di aiutare qualcuno, fai la differenza, dona i tuoi ovuli”.
Molte ragazze spinte dal denaro ma anche dal messaggio altruistico si imbarcano in un viaggio a volte senza ritorno. Senza alcuna visita medica preventiva che accerti patologie o altro, ricevono a casa il kit con le istruzioni dettagliate per cominciare ad assumere ormoni per stimolare le ovaie.
I contatti inizialmente avvengono tramite internet o per telefono.

Queste ragazze costringono il loro corpo a suon di ormoni sintetici a produrre un numero elevatissimo di ovociti (normalmente se ne producono al massimo due in un mese), con tutti i rischi che ne conseguono. Il 70% dei cicli di stimolazione ormonale ovarica fallisce miseramente ma i rischi per le donne sono altissimi: cancro al seno, cancro all’ovaio e all’endometrio, sterilità, infertilità, emorragie, ictus, infarti e paralisi.
A queste giovani ragazze viene dato per esempio il Lupron che è un farmaco approvato dalla FDA per la cura del cancro alla prostata alla stadio terminare e non per la super-ovulazione. Quindi un utilizzo off-label fuori etichetta vitatissimo dalla legge statunitense.
Ma alla florida industria della fecondazione artificiale poco importa se una donna-cavia si ammala o muore perché ce saranno altre che prenderanno il suo posto.
D’altronde gli interessi in gioco solo per gli ovociti sono enormi: oltre 6 miliardi e mezzo di dollari all’anno. Mercato in costante crescita.

Un business spaventoso
A questo bisogna aggiungere il business della fecondazione artificiale, che secondo uno studio realizzato da Allied Analytics llp e pubblicato su Research and Markets, istituto leader a livello internazionale per le ricerche e l’analisi dei dati di mercato, si attesterebbe attorno ai 9 miliardi di dollari ed entro il 2020 potrebbe salire a 21 miliardi.
Secondo l’American Society for Reproductive Medicine dal 2004 al 2011 il numero delle nascite da utero in affitto aumentato del 200%.
Il tutto a vantaggio delle case farmaceutiche che hanno in mano il mercato degli ormoni, delle banche del seme, di chi vuole sperimentare sugli embrioni e naturalmente le cliniche specializzate.
Dobbiamo infine aggiungere il business legato direttamente alla maternità surrogata.
Una madre surrogante americana per esempio può venire pagata dai 20.000 e 25.000 dollari, in India tra 4.500 e 5.000 dollari.
Ovviamente il cliente finale che ordina il bambino paga sei, sette volte tanto!
Più ci spostiamo nei Paesi poveri e in via di sviluppo e meno le donne guadagnano per la gestazione. Sono tutte donne disperate, molte di loro hanno già diversi figli e lo fanno esclusivamente per denaro. Accettano il contratto legale che le costringe alla fine delle quaranta settimane, se il figlio è sano (altrimenti sono costrette ad abortire o a tenerselo senza soldi ovviamente), a cederlo ai genitori acquirenti.

E i diritti dei bambini?
Fanno crescere dentro di loro una Vita per poi abbandonarla e qui subentrano altri grossissimi problemi che nessuno sottolinea sufficientemente.
Tutti si riempiono la bocca di diritti. Diritti delle donne, diritti delle copie eterosessuali che non possono avere figli, diritti delle coppie gay che pretendono di averne uno, ecc. Nessuno però si preoccupa minimamente dei diritti del bambino, della creatura che è diventata merce di scambio.
Per il neonato la mamma non è colei o purtroppo colui che sgancia migliaia di euro per comprarlo, ma quella donna che lo ha portato in grembo per circa nove mesi, della quale conosce tutto: il battito cardiaco, l’odore, il respiro, la voce, i pensieri e perfino le emozioni.

Quella mamma alla quale verrà strappato e portato via non appena verrà al mondo.
Una separazione forzata, innaturale e prematura costituisce uno dei traumi più difficili da rimarginare e che molto probabilmente la creatura pagherà per tutta la vita: ferite da abbandono e da separazione.
La scienza odierna non contempla queste dinamiche perché vede ancora il neonato come un essere vivente ma privo di coscienza e consapevolezza. Le ultime ricerche in ambito psichiatrico e comportamentale dimostrano invece il contrario.
Tutto quello che è successo nel momento del concepimento, durante la gravidanza, la nascita e nei primi anni di vita, è registrato.
Tutto quanto, che ci piaccia o meno.

Il bambino dentro il grembo è in grado di percepire e memorizzare quello che avviene nell’ambiente esterno e una parte della scienza sta finalmente prendendo coscienza di tali fenomeni.
Il periodo prenatale e perinatale fa parte a tutti gli effetti del percorso della vita, l’inizio di un continuum che è la nostra esistenza fisica e psichica.
Già a partire dal 1924 Otto Rank ipotizzò un legame fra il parto e molti problemi esistenziali e psicologici visti come reazioni o conseguenza al trauma della nascita e concepì l’utero come un “paradiso perduto” a cui si tende nella ricerca del piacere.
Addirittura il dottor Frank Lake arriva ad affermare che l’esperienza più formativa per un essere umano è quella prenatale, specialmente quella del primo trimestre intrauterino! Cosa succede alla coscienza del bambino che dopo nove mesi viene letteralmente strappato da sua mamma? Nessuno lo prende seriamente in considerazione.

Nella vita prenatale si posano i mattoni fondamentali per la costruzione di un essere umano, non solo dal punto di vista fisico ma anche dal punto di vista emozionale e caratteriale del futuro adulto. Come sarà da adulto quel bambino strappato via per soldi dagli affetti materni? Il grande psichiatra statunitense Thomas Verny, uno dei massimi esperti mondiali sugli effetti che l’ambiente prenatale e postnatale possono avere sullo sviluppo della personalità, spiega cosa avviene durante il concepimento:

«La scintilla di una nuova vita si accende quando lo spermatozoo feconda l’ovulo.

Gli spermatozoi, prodotti in grande quantità – almeno 300 milioni per ogni eiaculazione – si spingono fino alla cervice e attraverso le tube di Falloppio fino a raggiungere l’ovulo.

Uno spermatozoo vincerà la gara, penetrando nell’ovulo e innescando la reazione biochimica a catena che presumibilmente porterà alla nascita di un bambino nove mesi dopo.

Mentre la maggior parte degli spermatozoi si spinge verso l’ovulo a una velocità di 10 centimetri all’ora, alcuni mostri di velocità compiono lo stesso tragitto in circa 5 minuti.

In un passato recente gli esperti pensarono che la fecondazione avvenisse quando gli enzimi posizionati sulla punta di ogni spermatozoo, agendo come dinamite, facevano esplodere il guscio esterno dell’ovulo in modo da far penetrare il liquido seminale.

Oggi sappiamo che ogni uovo seleziona lo spermatozoo con cui vuole avere a che fare compiendo così la prima irrevocabile decisione della vita.

L’ovulo, invece di partecipare passivamente a questa pièce teatrale, apre il suo guscio e abbraccia lo spermatozoo dal quale si sente attratto».

Questa è alchimia e amore allo stato puro, ben diverso dalla provetta e dall’azoto liquido.
In pratica l’ovulo in grado di essere fecondato “seduce” letteralmente lo spermatozoo disperdendo nell’apparato sessuale sottili molecole…
Tale straordinaria immagine ci fa intravedere un po’ più da vicino la scintilla che innesca la Vita, il processo che avviene tra un ovulo femminile e uno spermatozoo maschile.
La Vita procede così da sempre.
Nella maternità surrogata avviene l’inversione di questi processi perché invece di due figure genitoriali − la madre e il padre − entrano in gioco fino a sei figure genitoriali: due committenti (quelli che sganciano i quattrini) che diventano i genitori legali; due genitori biologici, i venditori di gameti (che però potrebbero anche essere tre, perché la cellula uovo potrebbe essere di una donna che fornisce il mitocondrio e di un’altra che fornisce il nucleo) e infine la madre surrogante, il vero e proprio utero affittato e noleggiato.

Entriamo così nell’anti-natura.
Allargando il discorso non è impossibile assistere a legami paradossali di parentela: la nonna che partorisce il nipote, sorelle che partoriscono fratellastri e via dicendo.
La Vita perde così la sua magia per trasformarsi in un mercato dove colui che paga ha sempre ragione.

Love is love?
Il mantra del Love is love dura finché il capriccio del committente non si scontra con un “difetto di fabbrica”. Se ad esempio il bambino nasce malato o con qualche malformazione (come è accaduto diverse volte), essendo stato concepito a priori come una merce, viene rimandato indietro al mittente, cioè alla madre surrogante.

L’utero artificiale
Ma non finisce qua perché lo scopo ultimo della Sinarchia è creare la vita fuori dall’utero: ectogenesi!
Le ricerche infatti oggi sono indirizzate verso la creazione di un utero artificiale.
La gestazione sarà definitivamente separata dall’utero materno.
Hollywood ha già fatto intravedere questa strada. Una strada terribile che apre scenari inquietanti sotto tutti i punti di vista. Dalla nascita di vere e proprie fabbriche di neonati per soddisfare le voglie e i desideri, per non dire i capricci di coppie etero, coppie gay e anche single molto ricchi; ad allevamenti di cloni umani da usare come serbatoi o depositi di organi nel caso servissero ai ricchissimi proprietari…

Sta a noi prendere coscienza dei gravissimi pericoli a cui conduce la strada che abbiamo intrapreso.
Pericoli per l’intera umanità e per la sua evoluzione spirituale.
Possiamo rimanere seduti comodamente sul divano davanti all’omnipervasiva e lobotomizzante tv e accettare impassibili che la Vita venga sacrificata sull’altare del dio denaro, che la Vita diventi un prodotto acquistabile, interscambiabile e smontabile, oppure possiamo intervenire cercando di cambiare l’attuale deriva.
Leggere questo libro è il primo passaggio…

Tratto dal libro "Utero in affitto" di Enrica Perucchietti, ed. rEvoluzione