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Fuoco di Sant’Antonio, tra storia e mito

Per secoli la malattia è stata interpretata come una punizione degli Dei, e ovviamente anche per il cristianesimo, la persona che soffre sta espiando un peccato.
I santi sono le figure che meglio potevano incarnare il tramite tra l'uomo e la divinità. In mancanza di una medicina efficace la gente si rivolgeva al santo preferito, o meglio ancora, al santo specializzato.
E' così che si identificano progressivamente i santi a cui chiedere la guarigione di quella malattia particolare, esempio il Fuoco di Sant'Antonio, il ballo di San Vito, ecc.
Il santo di cui si parla qui non è il portoghese famoso in tutto il mondo con il nome di Sant'Antonio da Padova, ma Sant'Antonio Abate (252-357) vissuto ben mille anni prima.
Fu un grande taumaturgo, potremo dire il guaritore per eccellenza, colui che bisogna evocare quando la malattia è molto grave, oppure quando il dolore è insopportabile e urente. Per tale motivo dal Medioevo in poi Sant'Antonio Abate viene invocato per calmare e guarire tutti i dolori che bruciano la carne (zooster ad esempio).
La malattia in cui eccelle la potenza guaritrice del Santo viene chiamata "Fuoco sacro", ad imitazione del vecchio classico termine latino, e all'analogo francese "le mal des ardents", letteralmente "Il male di coloro che ardono".
Tutte le malattie con dolori intensi, soprattutto se accompagnate da eritema vivo sono state probabilmente chiamate con l'eponimo di "Fuoco di Sant'Antonio".
Antonio Abate è morto a 105 anni e fu il primo monaco anacoreta della Storia del cristianesimo. Nell'iconografia viene raffigurato come un vecchio con la barba bianca, il bastone a T, un maialino al suo piede sinistro e un fuoco ardente al piede destro. Questo ultimo è l'elemento caratterizzante della nomea "Sant'Antonio del Fuoco".
La lettera T (Tau dell'alfabeto greco e ultima lettera dell'ebraico) ha moltissimi significati ma certamente indica la croce Cristiana egizia, il bastone della vecchiaia del Santo.
Il maiale rappresenta invece la carnalità da condannare, e con il suo grasso si preparava l'unguento per curare proprio il Fuoco di Sant'Antonio!
Il fuoco nel pensiero arcaico appare come un dono divino e non a caso la fiaba che riguarda strettamente Sant'Antonio lo vede discendere agli inferi per rubare il fuoco che Dio aveva tolto agli uomini a causa dei loro peccati.

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