
La Banca d'Inghilterra abbandonò di fatto il Gold standard nel 1914 adottando poi tra il 1925 e il 1931 il Gold bullion standard.
Gli Stati Uniti sospesero il Gold standard nel 1917, per introdurlo nel 1922 e abbandonarlo nuovamente nel 1934.
Gran Bretagna e Stati Uniti adottarono il gold-exchange standard nel 1922.
Nel 1944 si introdusse a livello internazionale un Gold-exchange standard basato sulla valuta americana che nel 1971 lasciò definitivamente il posto a un puro Fiat standard basato sul dollaro.
Dal 1914 dollaro e sterlina hanno perso oltre 95% del loro valore nei confronti dell'oro.
Il processo di introduzione del Fiat standard è stato lungo e tortuoso ma ha mostrato tratti distintivi ricorrenti: confisca dell'oro, aumento dei prezzi, controllo dei prezzi, pianificazione centralizzata, espansione inflazionistica del credito, cicli economici di boom e crisi, tentativi di esportare inflazione monetaria scaricando la propria valuta Fiat sui regimi monetari stranieri.
In conclusione il Fiat standard non è il risultato di un progetto ordinato e preciso. Costituisce invece l'inevitabile esito geopolitico del matrimonio tra Stato e moneta durato 60 anni, sempre impegnato nella ricerca di una qualche disperata soluzione al problema dell'incombente insolvenza del settore bancario.
Detto più semplicemente, le banche centrali di tutto il mondo hanno seguito le orme di Gran Bretagna e Stati Uniti andando tutte quante in default sulla convertibilità aurea e imponendo di conseguenza l'uso di valuta Fiat.
Il processo di attuazione di questo standard monetario, iniziato nel 1914, ha trovato la sua piena realizzazione nel 1971.
Tratto dal libro "Il Fiat Standard", Saifedean Ammous, ed. Usemlab