Dopo i due precedenti lavori "La mafia uccide solo d’estate" e "In guerra per amore" Pierfrancesco Dilibero in arte Pif ci riprova con "E noi come stronzi rimanemmo a guardare", liberamente ispirato al concept "Candido" del collettivo I Diavoli.
Pif in questo caso tenta la strada della fantascienza per far passare un messaggio assai tosto.
Arturo Giammaresi, interpretato da Fabio De Luigi, è un manager che viene licenziato a causa dell’algoritmo da lui stesso creato e viene lasciato dalla fidanzata a causa di un’app che giudica le compatibilità. Scartato e isolato da un Sistema che esclude tutti gli over 40 non gli rimane che diventare un rider (tipo fattorino di Amazon) della multinazionale Fuuber.
Non vorrei spoilerare ma il messaggio che passa è importante su quanto sta accadendo nel mondo del lavoro. In un futuro non troppo lontano infatti app e algoritmi decreteranno la vita e la morte professionale di una persona. Un futuro distopico non ben definito, ma recente, dove gli strumenti tecnologici (smartphone, computer, apparecchi di riconoscimento facciale, ecc.) invece di liberare l'uomo lo rendono sempre più schiavo e imprigionato.
Pierfrancesco Dilibero è un visionario a cui interessa ammonire la popolazione sui rischi di una società troppo interconnessa, oppure è anche lui un ingranaggio della macchina propagandistica della "programmazione predittiva"? Della serie: ci stanno preparando e abituando al mondo che loro vogliono…
Nonostante abbia perso qualche punto in un paio di scene che fanno trasparire la condivisione del regista alla cagata del riscaldamento globalle (quella del Polo Nord dove la gente fa il bagno e quella delle aree eco-friendly, dove le inquinanti auto a combustione non possono entrare), il film merita di essere visto perché almeno fa riflettere!
Il finale è inquietantemente realistico!!!
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