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Marcello Pamio

Il disease mongering è la strategia principe della creazione di malati e rappresenta un business inimmaginabile per le lobbies del farmaco. Far credere a persone sane di essere malate e di dover prendere farmaci è veramente geniale e altamente lucrativo.
All’interno di questa strategia di marketing figura da non molto tempo anche la medicalizzazione della gravidanza. Il periodo per eccellenza più meraviglioso per una donna è diventato un vero e proprio incubo costellato da esami e controlli, ma soprattutto intriso di paura (malformazioni fetali, toxoplasmi, batteri, carenze di acido folico, ferro, ecc.).
Oltre alla medicalizzazione della gravidanza oggi si assiste anche alla mercificazione della stessa, quindi non solo il periodo magico è diventato una malattia da “curare”, ma si è trasformato in una vacca grassa da mungere….
Partendo dalla vendita di ovuli, dello sperma, della fecondazione in vitro si arriva all’utero in affitto, che se anche vogliono farci credere si tratti di un gesto altruistico in realtà altro non è che la vendita di un bambino: l cessione di un neonato a terzi. Ne più ne meno una merce da scambiare e/o vendere.
In Italia l’utero in affitto è una pratica illegale anche se effettuata a titolo gratuito, però non è punibile se effettuata all’esterno. Quindi sempre più coppie italiane escono dai confini nazionali e vanno all’estero spendendo cifre fra i 30.000 e i 120.000 euro, dove questa pratica è lecita. Paesi dove la disperazione è all’ordine del giorno.

Parola alla giurisprudenza
La letteratura giuridica definisce “maternità surrogata” un accordo fra due o più parti, in forza del quale una donna (definita “madre surrogante”) per soddisfare esigenze di maternità e paternità altrui, dietro un corrispettivo o a titolo gratuito, contrattualmente noleggia il proprio utero a una coppia o a singoli, e si fa fecondare oppure impiantare un uovo fecondato, un embrione. Conduce a termine la gravidanza e si impegna a consegnare ai committenti il figlio, rinunciando a ogni diritto su di esso.
Se l’oggetto in discussione, cioè il bambino nato, ha un legame biologico con l’uomo committente e con la madre surrogante si parla di “maternità surrogata” vera e propria, se invece l’embrione è stato fecondato all’esterno dell’organismo surrogante (ovulo quindi fornito dalla madre committente o da un’altra donna ancora) e successivamente trasferito nell’utero della surrogante si parla allora di “utero in affitto”.
Trattasi di quisquilie giuridiche se si tiene conto che di mezzo c’è la Vita umana, la vita di una creatura innocente e pura che viene venduta al miglior offerente.

Distruzione della figura materna
E’ in atto la distruzione totale della figura materna e dell’atto stupendo del concepimento.
La scintilla di una nuova vita si accende quando lo spermatozoo feconda l’ovulo. Gli ovuli della madre vengono rilasciati dalle ovaie e viaggiano, circa uno ogni mese, attraverso le tube di Falloppio fino all’utero.
Gli spermatozoi del padre si spingono fino alla cervice e attraverso le tube raggiungono l’ovulo.
In un passato recente gli esperti pensarono che la fecondazione avvenisse quando gli enzimi posizionati sulla punta di ogni spermatozoo, agendo come dinamite, facevano esplodere il guscio esterno dell’ovulo in modo da far penetrare in esso il liquido seminale. Oggi sappiamo che ogni uovo seleziona lo spermatozoo con cui vuole avere a che fare compiendo così la prima irrevocabile decisione della vita. L’ovulo invece di partecipare passivamente apre il suo guscio e abbraccia lo spermatozoo dal quale si sente attratto (1).
In pratica l’ovulo sano e maturo, in grado di essere fecondato, “seduce” letteralmente lo spermatozoo disperdendo nell’apparato sessuale sottili molecole. Questo si chiama AMORE!
Il concepimento quindi non è un banale atto meccanico ma è un atto magico, un puro atto di amore cosmico. E’ l’ovulo che viene attratto dalla vibrazione di uno specifico spermatozoo.
Quindi alla fine è la donna che sceglie e non l’uomo, attirando a sé il seme prescelto che gli serve, quello la cui vibrazione è perfetta….
Oggi l’incontro magico e alchemico tra spermatozoo e ovulo è stato trasformato in un protocollo laboratoristico che avviene in una fredda e sterile provetta. Magari dopo un periodo di conservazione nel gelo assoluto dell’azoto liquido (2)
Per questo si parla di bambini venuti dal freddo!

Non esiste più lo scambio, la relazione, l’amore: viene a mancare completamente il calore affettivo e l’incontro amoroso dei corpi di un uomo e una donna che si amano e che vogliono costruire una famiglia.
Non è un caso infatti che la fecondazione in vitro provochi la morte della quasi totalità degli embrioni. E’ come se la Natura cercasse se non di impedire ma certamente di limitare tale pratica innaturale.
Da che mondo e mondo si nasce nel corpo di una donna: la mamma.
La mamma è tutto: la certezza necessaria ad ogni bambino, la continuità con la sua vita prenatale, un prolungamento di sé da cui man mano impara a staccarsi, prendendo coscienza della propria identità (3).
Oggi la mamma in quanto tale non esiste più, perché ce ne possono essere anche quattro o cinque: due venditrici di ovuli (una il nucleo e una magari il mitocondrio), una che affitta l’utero e porta avanti la gravidanza e infine la committente, la madre legale che sgancia i soldi a tutte le altre.
Se le committenti sono due lesbiche, magicamente le mamme diventano anche cinque, se invece i committenti sono una coppia di omosessuali, il bambino sintetico non ne ha neppure una.
Stiamo inesorabilmente perdendo la basilare figura della madre, e questo non è un caso.

Business da capogiro
La commercializzazione del corpo delle donne e dei bambini rappresenta un business impressionante: uteri in affitto, cellule riproduttive (ovuli e sperma), fecondazione artificiale, fecondazione assistita, cure ormonali, esami, ecc. rappresentano solo la punta dell’iceberg di una industria multimiliardaria. Una industria che gioca in borsa con la Vita, una industria che vende la Vita!
Soltanto in India e soltanto per il mercato dell’utero in affitto il giro di affari supera i 2,3 miliardi di dollari. Solo per l’affitto uterino.
Secondo il Wall Street Journal nel 2000 il solo mercato dello sperma valeva 100 milioni di dollari, oggi molto di più.
L’industria della fecondazione artificiale viaggia a 6,5 miliardi di dollari all’anno.
Diciamo che l’intero mercato sviluppa parecchi miliardi di dollari ogni anno ed è in continua crescita.
Una madre surrogante negli USA viene pagata dai 20.000 ai 130.000 dollari, in Cina da 63.000 a 125.000 euro, in Ucraina 30-40.000 euro, in Messico 7.000 euro e in India tra i 4.500 e i 5.000 dollari. Nell’isola di Creta addirittura la gestazione è fissata per legge a 9.000 euro.
Quasi 40.000 dollari per la donazione degli ovuli.
Un mercato in costante crescita. In Gran Bretagna per esempio, secondo il quotidiano The Indipendent il numero dei bambini nati da madri surrogate è salito negli ultimi 6 anni del 255% e il trend continua a salire.
Digitando su google la parola “surrogacy”, il motore trova oltre 1.3000.000 pagine web collegate.

Eugenetica
Dalla vendita della vita all’eugenetica il passaggio è sottilissimo…
Con il termine eugenetica s’intende lo studio e la disciplina che si prefiggono di favorire e sviluppare le qualità innate di una razza umana attraverso selezioni artificiali operate tramite la promozione di caratteri fisici e mentali ritenuti positivi.
Il termine eugenetica fu coniato da Francis Galton (cugino di Charles Darwin) nel 1883 e non è nata nella Germania nazista ma si diffuse inizialmente proprio nei democratici paesi anglosassoni: Inghilterra e Stati Uniti in primis.
Adolf Hitler venne in contatto con le teorie razziali durante la sua prigionia nel carcere di Landsberg leggendo proprio i trattati razziali dei ricercatori inglesi e americani.
Oggi è possibile visionando un catalogo scegliere i caratteri positivi della mamma surrogata in base alle caratteristiche e qualità genetiche (colore occhi, capelli, pelle, ecc.) o alle caratteristiche mentali (studi, quoziente intellettivo, hobby, ecc.).
Si sta facendo una selezione genetica o eugenetica?

Cataloghi on-line
E’ possibile vedere in cataloghi specializzati i profili delle madri surrogate. Le madri temporanee che porteranno il bambino in pancia per nove mesi e poi lo cederanno per soldi ad altri. Le donne in catalogo sono bionde, more, ricce, lisce, bianche, nere, asiatiche: per ogni donatrice è elencata altezza, peso, scuole frequentate e hobby (4). Un vero e proprio catalogo eugenetico.
Addirittura vi sono le donne “premium”, cioè portatrici che hanno già fatto da surrogata e per questa esperienza il prezzo sale di molto.
Si decide tutto a monte, in un ufficio, magari sorseggiando un caffè bollente. La vita non ha più senso. Si decide se far abortire la surrogata per un qualsiasi motivo, si decide cosa deve mangiare.
Addirittura molti acquirenti preferiscono e scelgono la madre surrogata lesbica per essere sicuri di che questa non abbia rapporti sessuali con penetrazione durante l’attesa! Non si sa mai. Ovviamente il tutto per il bene del nascituro.

I vip scelgono l’utero in affitto
I vip sembrano avere la predilezione per l’affitto dell’utero.
Non avendo problemi di soldi il giochetto è semplicissimo, esattamente come fare la spesa al supermercato.
Dopo Sarah Jessica Parker ed Elton John hanno fatto uso della cicogna a pagamento anche gli attori Nicole Kidman e Dennis Quaid. Robert de Niro è stato uno dei primi, perché già nel 1995 aveva pagato per due gemelli maschi.
I cantanti Miguel Bosè e Ricky Martin sono entrambi papà di due gemellini comprati al supermercato della vita, per arrivare al giovanissimo calciatore Cristiano Ronaldo.
Tutti questi testimonial famosi possiedono un potere di persuasione enorme perché le persone li adorano, rispettano ed emulano. Quindi invece di dare segnali educativi ed evolutivi alle masse, mostrano loro che se hai i soldi puoi fare quello che vuoi, anche comprarti un bambino.

Il caso thailandese
Una coppia australiana ha affittato per 12.000 dollari l’utero di una giovane thailandese.
Alla fine della gravidanza, la ventunenne surrogata partorisce una coppia di gemelli, uno dei quali però ha la Sindrome di Down.
Apriti cielo…. Gli acquirenti lasciano alla mamma il bambino down per portarsi in Australia la sorellina sana e senza difetti.
La coppia australiana aveva chiesto alla donna di abortire al quarto mese, dopo la scoperta del difetto cromosomico, ma la mamma per motivi religiosi (è buddista) si è rifiutata e ora il figlio handicappato le è rimasto in custodia.
Quanto lontani siamo dalla legge per “La salvaguardia della salute ereditaria del popolo tedesco”, emanata l’8 ottobre 1935 in cui si autorizzava l’aborto nel caso in cui uno dei genitori fosse affetto da malattie ereditarie?
Questo caso emblematico purtroppo non è certo l’unico: accadono sempre più spesso quando si compra e si vende la vita umana.

Natura docet
La scelta omosessuale, cioè di vivere assieme ad una persona dello stesso sesso va assolutamente rispettata. Della propria vita si è liberi di fare ciò che si vuole, nel rispetto però degli altri e della vita stessa. Proprio per questi motivi non ci si può dimenticare le conseguenze e le responsabilità che questa scelta comporta. Bisogna infatti ricordare e accettare una realtà inequivocabile: il concepimento e quindi la nascita di un figlio richiedono sempre la partecipazione di una donna e un uomo.
Questo avviene in Natura da millenni e avverrà anche in futuro se l’uomo non interverrà modificando e sconvolgendo le leggi perfette.
Si può andare contro le leggi perfette e armoniose della natura, ma bisogna ricordare che il rovesciamento di principi e regole (antinatura) ha sempre conseguenze inevitabili e poco piacevoli…

Conclusione
Quello che manca in tutto il mercato materialistico-egoistico è una concezione spirituale.
Possedere una visione che trascende la mera materia, che trascende l’egoismo umano di avere per forza un figlio, anche quando tutte le condizioni lo impediscono, farebbe comprendere che la Vita è sacra e va rispettata, e il bambino è un essere spirituale frutto dell’amore tra un uomo e una donna.
Dal punto di vista spirituale i genitori (madre e padre) fanno avvicinare e richiamano un’anima piuttosto che un’altra. Ma è l’anima del bambino che dai mondi spirituali decide di incarnarsi e scendere in questa esperienza terrena scegliendo quei genitori in linea con la propria interiorità perché gli servono per fare determinate esperienze di vita.
Se questo è vero, ciò che sta accadendo oggi apre uno scenario molto interessante per non dire inquietante...
Se una donna e un uomo non riescono ad avere un figlio dipende dal caso, dalla sfortuna o ci sono delle motivazioni più sottili? Motivazioni che sempre più spesso non vengono prese in considerazione… Stessa cosa nel caso di due donne lesbiche o due uomini gay che non possono per ovvi motivi avere un figlio naturale.
In questi casi è possibile invertire il processo di incarnazione?
Cosa accadrebbe infatti se le attuali tecniche innaturali di concepimento forzassero la mano e facessero scendere anime non ancora pronte per tale esperienza? Quali sarebbero le conseguenze se queste anime venissero letteralmente strappate e fatte precipitare nel mondo terreno da un uomo e una donna che non erano stati scelti, o addirittura da due uomini o due donne che pagano il noleggiare di un utero inseminato?
Chi ne paga le conseguenze ovviamente sono i bambini che diventano il gioco egoistico di adulti privi di morale.
Non più il calore e l’amore al centro del creato, ma il bisturi, la provetta, gli ormoni, l’utero affittato e il denaro assieme all’egoismo umano che fanno muovere le fila di tutto.
Ecco perché i bambini sintetici venuti dal freddo rappresentano, non per colpa loro, il degrado e il totale allontanamento della società moderna da una sana visione spirituale della Vita.

(1) "Bambini si nasce”, Thomas Verny, ed. Bonomi
(2) "La fine della maternità” Eugenia Roccella, ed. Cantagalli
(3) Idem
(4) “Non si può sdoganare l’utero in affitto. E’ e resta una compravendita di bambini”, Caterina Giojelli, www.tempi.it

Marcello Pamio

Affittare il proprio ventre per vendere un bambino
o affittare le proprie braccia per lavorare nell’industria,
qual è la differenza?

Pierre Bergé ex compagno di Yves Saint-Laurent

Ogni cosa oggi è diventata merce, perfino la Vita stessa!
L’utero in affitto, lungi dall’essere la liberalizzazione della donna moderna (il cui motto era e forse è ancora: “l’utero è mio e me lo gestisco io”) ha legittimato una nuova forma di schiavismo femminile e di subordinazione al mercato delle donne stesse. La schiavitù forse più becera e squallida.
L’utero in affitto, lungi dall’essere quell’atto amorevole e spassionato come il Sistema vorrebbe farci credere è un business superegoistico multimiliardario. Il mercato della Vita, la vendita e compravendita di bambini!
L’utero in affitto è uno dei passaggi più importanti che stanno conducendo verso la distruzione totale della famiglia e la creazione dell’Uomo Nuovo.

Dall’utero in affitto all’Uomo Nuovo
Cosa c’entra il gender con l’utero in affitto?
Il gender che piace così tanto ai Poteri Forti mondialisti è la demolizione delle “vecchie” identità (siano esse sociali, religiose, politiche e ovviamente sessuali) che in qualche modo rappresentano un ostacolo all’omologazione globale. Uno degli ultimi obbiettivi da colpire è l’istituzione familiare, vista come un ostacolo alla creazione di un uomo senza punti di riferimento, affettivamente instabile: un consumatore amorfo senza identità, confuso e assolutamente precario.
Se l’individuo è solo e senza punti di riferimento, sarà più facilmente manipolabile a livello sociale e civile. Non si sacrificherà per la famiglia ma annegherà i propri dispiaceri nello shopping compulsivo, nell’alcol, nelle droghe e nel sesso.
L’utero in affitto rientra in uno dei passaggi cruciali…

“La generazione viene scollata dall’atto sessuale, dalla famiglia e diviene un lusso per pochi.

Mediante l’annullamento della filiazione, l’identità umana cessa di avere una storia e una provenienza: si riduce all’assemblaggio di una macchina e a una vera e propria fabbrica eugenetica di nascituri governata dai desideri narcisistici individuali dei consumatori”. Diego Fusaro

L’ultimo libro di Enrica Perucchietti non è solo di estrema attualità, ma per certi versi anticipa i tempi facendo intravedere dove porterà la strada imboccata dall’umanità: quello che potrà accadere in un futuro molto prossimo se non si interverrà prima…
L’oligarchia sinarchica che ci governa e controlla sta mettendo a segno passaggi cruciali verso il totale controllo della popolazione: dalla cancellazione dell’identità (gender) e di ogni valore, alla disintegrazione della famiglia per giungere alla perdita totale del senso della e per la Vita.
La Vita infatti oggi sta perdendo sempre più di significato e i bambini che ne sono la rappresentazione sono stati trasformati in oggetti di scambio, vere e proprie merci da comprare al supermercato.

Oggi infatti i bimbi si possono prenotare per tempo, si comprano attraverso cliniche lussuosissime, si assemblano come meglio si crede scegliendo su cataloghi ad hoc e si fanno partorire attraverso donne schiavizzate, vere e proprie incubatrici di carne umana. E se la “merce” dovesse per qualche motivo essere difettosa o non andar bene agli acquirenti, si può sempre portarla indietro o gettarla nella pattumiera o peggio ancora donarla a qualche clinica interessata a smembrarla per usarne gli organi e trasformarli in creme anti-aging, lozioni solari, farmaci, vaccini, ecc.
Non è fantascienza purtroppo: oggi moltissime ricerche vengono effettuate su neonati sopravvissuti all’aborto. In Inghilterra per esempio la Langham Street Clinic vendeva feti vivi tra la 18ma e la 22ma settimana al Middlesex Hospital, mentre in Russia vi è una florida industria che fornisce materiale abortivo alle aziende farmaceutiche e a quelle che producono cosmetici.

La sacralità della Vita è stata distrutta mercificandola per denaro, cupidigia ed egoismo.
Quello che sta accadendo sotto gli occhi di tutti è eugenetica allo stato puro.
Chiariamo fin da subito: l’utero in affitto è un business mondiali sta eugenetico. Un business da svariati miliardi di dollari ogni anno.
L’indottrinamento mentale è in atto da anni grazie a pubblicazioni editoriali e film, e purtroppo i risultati dimostrano che il lavoro è stato fatto molto bene. Oggi l’utero in affitto è percepito dalle masse come un gesto di altruismo invece che per quello che realmente è: una vendita di bambini!
La nascita tramite maternità surrogata altro non è che una “cessione di neonato” a pagamento.

Quante persone “donerebbero” o “venderebbero” il proprio figlio di 3 anni? Invece ci vogliono far credere che un neonato nei primissimi giorni di vita sia un’altra cosa rispetto a un essere vivente: un bene che può entrare a far parte di un accordo privato preventivo fra due parti contraenti.
La Vita stessa è diventata un oggetto di scambio. Vita poi strettamente legata alla morte se entriamo nelle cliniche dove si esegue la fecondazione artificiale…

Il primo bambino sintetico
Nel 1978 ebbe inizio lo sviluppo delle tecniche di fecondazione.
Nasce il primo bambino in provetta. Evento spacciato al mondo come passaggio storico, ma pochi considerano il rovescio di tale fecondazione: la morte di tutti gli altri embrioni in gioco. Per una vita si distruggono tutte le altre: mors tua vita mea direbbe il machiavellico e ben stipendiato camice bianco che lavora in tali cliniche.
Oggi, per tornare alla fecondazione naturale, non è più necessaria la relazione, il calore affettivo, l’amore di coppia, l’unione tra uomo e donna perché tale atto magico si può sostituire con l’incontro forzato in una fredda provetta tra ovocita e spermatozoo, spesso con la conservazione nel gelo dell’azoto liquido. Da qui la definizione delle creature innocenti nate in provetta come “bambini venuti dal freddo”.

Nonostante si usino termini edulcorati come “fecondazione in vitro” o l’ancora più sobrio “fecondazione assistita” il termine corretto è “fecondazione artificiale”. È un artificio e quindi totalmente innaturale.
La forma più estrema di fecondazione eterologa è la pratica dell’utero in affitto.
Essendo la fecondazione artificiale omologa (se i gameti appartengono alla stessa coppia) oppure eterologa (se uno o entrambi i gameti appartengono a estranei) si apre un mercato illimitato legato a gameti, ovuli, spermatozoi, farmaci, ormoni, ecc.

Ovuli a suon di ormoni
Si cercano ovuli freschi, di giovane donne atletiche, belle e intelligenti. Meglio ancora se laureate. Perché l’ovulo non è meno importante, anzi, della madre surrogante.
La realtà è questa: giovani donne economicamente disperate si sottopongono per denaro a devastanti bombardamenti ormonali ai fini della produzione massiva di ovuli. Per poche centinaia di dollari rischiano letteralmente la vita. Pubblicità ingannevoli girano anche sui social network tipo Facebook: “Se sei alta, attraente e magra… e hai il desiderio di aiutare qualcuno, fai la differenza, dona i tuoi ovuli”.
Molte ragazze spinte dal denaro ma anche dal messaggio altruistico si imbarcano in un viaggio a volte senza ritorno. Senza alcuna visita medica preventiva che accerti patologie o altro, ricevono a casa il kit con le istruzioni dettagliate per cominciare ad assumere ormoni per stimolare le ovaie.
I contatti inizialmente avvengono tramite internet o per telefono.

Queste ragazze costringono il loro corpo a suon di ormoni sintetici a produrre un numero elevatissimo di ovociti (normalmente se ne producono al massimo due in un mese), con tutti i rischi che ne conseguono. Il 70% dei cicli di stimolazione ormonale ovarica fallisce miseramente ma i rischi per le donne sono altissimi: cancro al seno, cancro all’ovaio e all’endometrio, sterilità, infertilità, emorragie, ictus, infarti e paralisi.
A queste giovani ragazze viene dato per esempio il Lupron che è un farmaco approvato dalla FDA per la cura del cancro alla prostata alla stadio terminare e non per la super-ovulazione. Quindi un utilizzo off-label fuori etichetta vitatissimo dalla legge statunitense.
Ma alla florida industria della fecondazione artificiale poco importa se una donna-cavia si ammala o muore perché ce saranno altre che prenderanno il suo posto.
D’altronde gli interessi in gioco solo per gli ovociti sono enormi: oltre 6 miliardi e mezzo di dollari all’anno. Mercato in costante crescita.

Un business spaventoso
A questo bisogna aggiungere il business della fecondazione artificiale, che secondo uno studio realizzato da Allied Analytics llp e pubblicato su Research and Markets, istituto leader a livello internazionale per le ricerche e l’analisi dei dati di mercato, si attesterebbe attorno ai 9 miliardi di dollari ed entro il 2020 potrebbe salire a 21 miliardi.
Secondo l’American Society for Reproductive Medicine dal 2004 al 2011 il numero delle nascite da utero in affitto aumentato del 200%.
Il tutto a vantaggio delle case farmaceutiche che hanno in mano il mercato degli ormoni, delle banche del seme, di chi vuole sperimentare sugli embrioni e naturalmente le cliniche specializzate.
Dobbiamo infine aggiungere il business legato direttamente alla maternità surrogata.
Una madre surrogante americana per esempio può venire pagata dai 20.000 e 25.000 dollari, in India tra 4.500 e 5.000 dollari.
Ovviamente il cliente finale che ordina il bambino paga sei, sette volte tanto!
Più ci spostiamo nei Paesi poveri e in via di sviluppo e meno le donne guadagnano per la gestazione. Sono tutte donne disperate, molte di loro hanno già diversi figli e lo fanno esclusivamente per denaro. Accettano il contratto legale che le costringe alla fine delle quaranta settimane, se il figlio è sano (altrimenti sono costrette ad abortire o a tenerselo senza soldi ovviamente), a cederlo ai genitori acquirenti.

E i diritti dei bambini?
Fanno crescere dentro di loro una Vita per poi abbandonarla e qui subentrano altri grossissimi problemi che nessuno sottolinea sufficientemente.
Tutti si riempiono la bocca di diritti. Diritti delle donne, diritti delle copie eterosessuali che non possono avere figli, diritti delle coppie gay che pretendono di averne uno, ecc. Nessuno però si preoccupa minimamente dei diritti del bambino, della creatura che è diventata merce di scambio.
Per il neonato la mamma non è colei o purtroppo colui che sgancia migliaia di euro per comprarlo, ma quella donna che lo ha portato in grembo per circa nove mesi, della quale conosce tutto: il battito cardiaco, l’odore, il respiro, la voce, i pensieri e perfino le emozioni.

Quella mamma alla quale verrà strappato e portato via non appena verrà al mondo.
Una separazione forzata, innaturale e prematura costituisce uno dei traumi più difficili da rimarginare e che molto probabilmente la creatura pagherà per tutta la vita: ferite da abbandono e da separazione.
La scienza odierna non contempla queste dinamiche perché vede ancora il neonato come un essere vivente ma privo di coscienza e consapevolezza. Le ultime ricerche in ambito psichiatrico e comportamentale dimostrano invece il contrario.
Tutto quello che è successo nel momento del concepimento, durante la gravidanza, la nascita e nei primi anni di vita, è registrato.
Tutto quanto, che ci piaccia o meno.

Il bambino dentro il grembo è in grado di percepire e memorizzare quello che avviene nell’ambiente esterno e una parte della scienza sta finalmente prendendo coscienza di tali fenomeni.
Il periodo prenatale e perinatale fa parte a tutti gli effetti del percorso della vita, l’inizio di un continuum che è la nostra esistenza fisica e psichica.
Già a partire dal 1924 Otto Rank ipotizzò un legame fra il parto e molti problemi esistenziali e psicologici visti come reazioni o conseguenza al trauma della nascita e concepì l’utero come un “paradiso perduto” a cui si tende nella ricerca del piacere.
Addirittura il dottor Frank Lake arriva ad affermare che l’esperienza più formativa per un essere umano è quella prenatale, specialmente quella del primo trimestre intrauterino! Cosa succede alla coscienza del bambino che dopo nove mesi viene letteralmente strappato da sua mamma? Nessuno lo prende seriamente in considerazione.

Nella vita prenatale si posano i mattoni fondamentali per la costruzione di un essere umano, non solo dal punto di vista fisico ma anche dal punto di vista emozionale e caratteriale del futuro adulto. Come sarà da adulto quel bambino strappato via per soldi dagli affetti materni? Il grande psichiatra statunitense Thomas Verny, uno dei massimi esperti mondiali sugli effetti che l’ambiente prenatale e postnatale possono avere sullo sviluppo della personalità, spiega cosa avviene durante il concepimento:

«La scintilla di una nuova vita si accende quando lo spermatozoo feconda l’ovulo.

Gli spermatozoi, prodotti in grande quantità – almeno 300 milioni per ogni eiaculazione – si spingono fino alla cervice e attraverso le tube di Falloppio fino a raggiungere l’ovulo.

Uno spermatozoo vincerà la gara, penetrando nell’ovulo e innescando la reazione biochimica a catena che presumibilmente porterà alla nascita di un bambino nove mesi dopo.

Mentre la maggior parte degli spermatozoi si spinge verso l’ovulo a una velocità di 10 centimetri all’ora, alcuni mostri di velocità compiono lo stesso tragitto in circa 5 minuti.

In un passato recente gli esperti pensarono che la fecondazione avvenisse quando gli enzimi posizionati sulla punta di ogni spermatozoo, agendo come dinamite, facevano esplodere il guscio esterno dell’ovulo in modo da far penetrare il liquido seminale.

Oggi sappiamo che ogni uovo seleziona lo spermatozoo con cui vuole avere a che fare compiendo così la prima irrevocabile decisione della vita.

L’ovulo, invece di partecipare passivamente a questa pièce teatrale, apre il suo guscio e abbraccia lo spermatozoo dal quale si sente attratto».

Questa è alchimia e amore allo stato puro, ben diverso dalla provetta e dall’azoto liquido.
In pratica l’ovulo in grado di essere fecondato “seduce” letteralmente lo spermatozoo disperdendo nell’apparato sessuale sottili molecole…
Tale straordinaria immagine ci fa intravedere un po’ più da vicino la scintilla che innesca la Vita, il processo che avviene tra un ovulo femminile e uno spermatozoo maschile.
La Vita procede così da sempre.
Nella maternità surrogata avviene l’inversione di questi processi perché invece di due figure genitoriali − la madre e il padre − entrano in gioco fino a sei figure genitoriali: due committenti (quelli che sganciano i quattrini) che diventano i genitori legali; due genitori biologici, i venditori di gameti (che però potrebbero anche essere tre, perché la cellula uovo potrebbe essere di una donna che fornisce il mitocondrio e di un’altra che fornisce il nucleo) e infine la madre surrogante, il vero e proprio utero affittato e noleggiato.

Entriamo così nell’anti-natura.
Allargando il discorso non è impossibile assistere a legami paradossali di parentela: la nonna che partorisce il nipote, sorelle che partoriscono fratellastri e via dicendo.
La Vita perde così la sua magia per trasformarsi in un mercato dove colui che paga ha sempre ragione.

Love is love?
Il mantra del Love is love dura finché il capriccio del committente non si scontra con un “difetto di fabbrica”. Se ad esempio il bambino nasce malato o con qualche malformazione (come è accaduto diverse volte), essendo stato concepito a priori come una merce, viene rimandato indietro al mittente, cioè alla madre surrogante.

L’utero artificiale
Ma non finisce qua perché lo scopo ultimo della Sinarchia è creare la vita fuori dall’utero: ectogenesi!
Le ricerche infatti oggi sono indirizzate verso la creazione di un utero artificiale.
La gestazione sarà definitivamente separata dall’utero materno.
Hollywood ha già fatto intravedere questa strada. Una strada terribile che apre scenari inquietanti sotto tutti i punti di vista. Dalla nascita di vere e proprie fabbriche di neonati per soddisfare le voglie e i desideri, per non dire i capricci di coppie etero, coppie gay e anche single molto ricchi; ad allevamenti di cloni umani da usare come serbatoi o depositi di organi nel caso servissero ai ricchissimi proprietari…

Sta a noi prendere coscienza dei gravissimi pericoli a cui conduce la strada che abbiamo intrapreso.
Pericoli per l’intera umanità e per la sua evoluzione spirituale.
Possiamo rimanere seduti comodamente sul divano davanti all’omnipervasiva e lobotomizzante tv e accettare impassibili che la Vita venga sacrificata sull’altare del dio denaro, che la Vita diventi un prodotto acquistabile, interscambiabile e smontabile, oppure possiamo intervenire cercando di cambiare l’attuale deriva.
Leggere questo libro è il primo passaggio…

Tratto dal libro "Utero in affitto" di Enrica Perucchietti, ed. rEvoluzione