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ricerche sull'impatto degli OGM sulla salute
OGM-Vigilanza Rubrica curata dalla D.ssa Marina Mariani, autrice dei libri: "Gli organismi geneticamente modificati", ed. Xenia - "Gli additivi. Come riconoscere le sostanze nocive aggiunte in ciò che mangiamo", ed Macro - "Alimenti geneticamente modificati", ed Hoepli |
Questa è la traduzione di un articolo apparso nel marzo
del 2007 ancora facilmente consultabile in rete sul sito della CRII GEN;
mi permetto di farne una traduzione il più possibile fedele per
renderlo facilmente divulgabile. E’ troppo importante che anche gli
italiani (che notoriamente masticano poco l’inglese)
vengano a conoscenza di questi fatti ed è ora di finirla di
farci raccontare che “ gli ogm sono più controllati degli altri
prodotti” . Ai luminari che si ostinano a fare queste affermazioni
chiedo con tutto il cuore di smetterla di prenderci in giro o, in
alternativa, di informarsi meglio, perché un test di sicurezza che dura
al massimo 90 giorni è decisamente insufficiente e,
dal punto di vista scientifico, dilettantesco.
La vicenda non è purtroppo conclusa, a breve avrete le traduzioni degli
ulteriori sviluppi e dei carteggi tra CRII-GEN ed EFSA (per chi non
sapesse chi è l’EFSA chiarisco che è l’Agenzia Europea per
Marina Mariani
Un problema serio: il mais autorizzato MON 863 non è adatto al consumo
Per la prima volta al mondo uno studio indipendente sui
rischi per la salute di un mais
che è già stato autorizzato per il consumo dimostra che esistono
sintomi di tossicità epatorenale. Si tratta di una controanalisi
effettuata de CRII-GEN (Ente Indipendente Francese) di uno studio
presentato dalla Monsanto su topi nutriti con mais gm MON 863 per un
periodo di 3 mesi.
I dati grezzi sono quelli usati per ottenere il rilascio a livello
internazionale per fini commerciali di questo mais. I sintomi scoperti
nel rianalizzare i dati sono consistenti e sono evidenziati da un
confronto con topi delle stessa origine genetica, della stessa età e
allevati in gabbie nelle stesse condizioni, che però hanno assunto una
dieta equilibrata, fissata come equivalente di controllo, ma senza le
tossina Bt, che è l'insetticida prodotto dal mais in questione. In
media le femmine mostrano un
aumento di peso, un aumento significativo della glicemia e dei lipidi
ematici, un aumento del peso del fegato rispetto al peso del corpo e
danneggiamento della funzionalità renale.
Al contrario, i maschi hanno perso peso, sono risultati più sensibili a
livello renale, i reni si sono ridotti rispetto al corpo e nelle urine
si sono modificate le percentuali degli ioni analizzati. Questo induce a
pensare a un nefropatia. Questi ultimi sintomi si verificano spesso con
l’età, ma in questo caso i soggetti erano giovani ( 5 mesi al termine
del test). Sono stati anche cercati marcatori delle funzioni epatiche.
Si tenga presente che prodotti tossici come i pesticidi
provocano regolarmente effetti differenti a seconda del sesso,
come accade durante le fasi iniziali di un tumore. Non è possibile nel
caso di un esperimento avente una durata così breve (3 mesi)
identificare l’inizio di una particolare malattia. Tuttavia si può
notare una reazione degli organi deputati alla detossificazione. Le
variazioni di peso di questi animali non sono state valutate
statisticamente da Monsanto, che ha pubblicato
uno studio su questo soggetto nel 2006. Il rapporto Monsanto
omette anche le analisi chimiche delle urine. Le statistiche non erano
dettagliate e i protocolli discutibili.
1)
solleviamo
obiezioni sulle ragioni per cui le autorità non hanno richiesto uno
studio indipendente delle analisi statistiche
effettuate da Monsanto, che avrebbe evidenziato questi problemi.
2)
ci chiediamo
come mai le autorità non abbiano richiesto un prolungamento di questi
esperimenti
3)
ci
chiediamo come mai le autorità non hanno richiesto analisi relaive agli
ormoni sessuali, che possono essere modificate dai diversi effetti a
seconda del sesso.
I
dati di Monsanto che hanno permesso di fare questa controvalutazione
sono stati ottenuti per vie legali. Questi dati sono stati considerati
“confidenziali” non solo dalla compagnia ma anche dagli Stati
Europei e dalla Comunità Europea. Questi dati tuttavia erano relativi
al mais MON 863 il quale produce un insetticida chiamato “Cry3Bb1
modificato” che si supponeva uccidesse un insetto classificato come
Coleottero Crisomelide,
Dato che produce un nuovo insetticida intrinseco, questo
ogm appartiene alla seconda delle più importanti categorie di ogm
coltivati e commercializzati nel mondo. Gli altri ogm assorbono un
erbicida senza risentirne. Quindi gran
parte degli ogm sono piante diserbanti.
Per la cronaca, questi test sono stati oggetto di controversia in
Francia e nel 2003 hanno provocato un disaccordo tra esperti, in
particolare nella commissione francese di genetica biomolecolare
(CGB). CRIIGEN (la commissione di ricerca indipendente e
informazione sull’Ingegneria Genetica) era preoccupata della possibile
debolezza scientifica e ha chiesto alle autorità incaricate di
regolamentare gli ogm (EFSA N.d.t.) di visionare i dati grezzi.
Questi dati sono stati tenuti secretati come confidenziali fino a quando
Greenpeace Germania non ha vinto la causa legale contro Monsanto; questo
fatto ha costretto la compagnia a rendere pubbliche le analisi di sangue
e urine dei topi usati nell’esperimento. I dati grezzi erano contenuti
in oltre 110 pagine di tabelle di numeri e calcoli. Un gruppo di lavoro
CRIIGEN, comprendente il Prof. Seralini (Ricercatore in pesticidi ed
esperto governativo di ogm, Università di Caen), Prof. Collier (Biostatistico,
Università di Rouen) e Dott. Spiroux de Vendomois (fisico e specialista
in tutela ambientale) hanno concluso uno studio e rivalutato questi
dati. Il lavoro è stato condotto indipendentemente da Monsanto o altri
produttori di ogm.
Queste valutazioni certamente sufficienti a richiedere una immediata
moratoria del mais MON 863
e di tutti i suoi ibridi per alimentazione umana o animale, oltre
a più attenti studi di nutrizione. Questo mais non può essere
considerato sicuro da mangiare. Chiediamo urgentemente una moratoria
sugli altri ogm già approvati dopo aver corretto gli attuali metodi
usati per stabilirne la salubrità.
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Una
vergognosa decisione
giovedì 14
giugno 2007
Apprendo da greenplanet: Dopo il voto di marzo del
Parlamento Europeo che, con la scelta di una soglia di contaminazione
accidentale dello 0,1% per gli alimenti da agricoltura biologica aveva
fatto sperare in una maggiore tutela per il settore, è un preoccupante
il passo indietro il voto dei ministri dell’agricoltura
dell’Unione europea. E' stato raggiunto infatti, un accordo politico
su un nuovo regolamento per il biologico, che ha portato i ministri
dell'UE ad abbandonare l'idea di una soglia di contaminazione di pura
rilevabilità tecnico-strumentale (lo 0,1%), a favore di un ben più
pericoloso 0,9%. Niente da fare quindi per il Parlamento Europeo che,
nel corso della votazione di marzo, aveva reclamato il proprio diritto
alla co-decisione in materia, un primo passo importante a garanzia delle
vere istanze democratiche in seno all'Unione Europea, rappresentate
appunto dal Parlamento, unico organo elettivo a Bruxelles.
Ma ci sono ancora speranze per i sostenitori dello zero assoluto o dello
0,1%?".
Insomma vogliono farceli mangiare a tutti i costi. Assisteremo
rassegnati a questa imposizione? Tutto ormai è affidato al buon senso e
alla serietà delle singole aziende del biologico, che saranno
costrette, se vorranno tutelare se stesse e la propria immagine, a
spendere più soldi per fare verifiche e per trovare materie prime
decenti.
Un grazie davvero a questi illuminati ministri che, occupandosi di
agricoltura, qualcosa dovrebbero pure conoscerla sugli ogm. Si vede di
no. Di fronte a una simile decisione tuttavia non si può fare a meno di
chiedersi fino a che punto questa gente sia in buona fede. E fino a che
punto gli interessi il parere di quelli che li hanno eletti.
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Massachusetts:
parere negativo sull'ingegneria genetica
martedì 12
giugno 2007
A partire dal 1 maggio, nel consiglio annuale cittadino
9 città del Massachusetts hanno espresso parere negativo
sull’ingegneria genetica delle colture alimentari agricole. Si
tratta di Charlemont, Shutesbury, Bernardston,
Queste risoluzioni rappresentano l’ultimo atto di un
vasto movimento regionale iniziato nel 2002 e una profonda opposizione
alle colture gm da parte delle associazioni di agricoltori.
Ogni città ha formulato una petizione nella quale si chiede:
- etichettatura obbligatoria per gli alimenti geneticamente
modificati (da noi è obbligatoria da un pezzo ma a quanto pare gli
Statunitensi non hanno ancora il diritto di sapere cosa mangiano);
- protezione dei diritti degli agricoltori nei confronti dalle
corporazioni biotecnologiche
- una moratoria su ulteriori colture gm fino a quando sia provato da
parte di scienziati indipendenti che sono sicure e che non possono
danneggiare o creare pericolo per le coltivazioni familiari.
Una della tante informazioni che agli italiani non arrivano è che
dall’inizio del 2000 sono ormai 111 le città del New England ad aver
votato mozioni che sollevano dubbi sulle le colture gm.
Con queste ultime nove sono ormai 21 le città del Massachussetts e in
più c’è Boston, nel Vermont sono 85 e molte altre in altri
stati.
Quelli che propagandano l’assoluto favore degli americani nei
confronti delle piante geneticamente modificate, o sono bugiardi, o sono
poco informati.
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Annullato
il brevetto Monsanto sulla Soia GM
giovedì 17
maggio 2007
Secondo
l'Ufficio del Brevetto Europeo manca di innovazione.
Revocato per motivi tecnici il brevetto della multinazionale Monsanto su
tutti i tipi di semi e di piante di soia geneticamente modificati.
Dopo 13 anni la corte d'appello dell'Ufficio del Brevetto Europeo, EPO,
con sede a Monaco, ha infatti accolto le argomentazioni di un ampio
fronte di organizzazioni della società civile, non riconoscendo al
brevetto EPO301749 un elemento di novità e giudicando la documentazione
insufficiente a rendere l'invenzione replicabile da altri
scienziati.
La vicenda risale al 1994, quando Agracetus, una piccola impresa biotech
statunitense, ottenne il brevetto per una tecnologia che copriva
un'ampia varietà di piante e semi di soia trasformati geneticamente. Il
gruppo ambientalista canadese RAFI, oggi ETC, organizzò una battaglia
legale con il supporto di Greenpeace e di altre associazioni critiche
verso il sistema di proprietà intellettuale sulla materia vivente,
giudicato immorale e non valido sul piano tecnico.
Il monopolio garantito dal brevetto spinse anche alcune grandi industrie
agrochimiche e sementiere ad unirsi al ricorso contro Agracetus, e fra
queste la stessa Monsanto, che nella sua opposizione chiese il ritiro
del brevetto in quanto privo dell'elemento innovativo. Ma le possibilità
di profitto spinsero poi la multinazionale a cambiare strategia: nel
1996 Monsanto acquistò la matrice originaria dal centro di ricerca
Agracetus e ne fece il più grande laboratorio di ricerca e
trasformazione della soia.
Oggi l'azienda detiene il monopolio su tutte le varietà e i semi di
soia ingegnerizzate, indifferentemente dal tratto o dalla tecnica
impiegata, il che equivale a circa il 90% del mercato mondiale di soia
transgenica. La sentenza dell'Ufficio del Brevetto Europeo rappresenta
un traguardo importante nella lotta contro la privatizzazione della
materia vivente in quanto ne intacca il principio cardine, quello della
presunta innovazione.
“Consiglio dei Diritti Genetici”, 17 maggio 2007
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Friuli:
“STOP agli ogm fino al 2008
mercoledì 16
maggio 2007 - “Il
Messaggero Veneto”
Vietare l'utilizzo di organismi geneticamente modificati (Ogm) fino alla
fine del 2008 aspettando il risultato del comitato tecnico nazionale che
entro il 30 giugno dovrebbe prenda posizione in materia, fornendo alle
Regioni le linee guida per legiferare. Sembra questo il risultato che
uscirà dalla II commissione che oggi alle 14.30 avvierà la discussione
sul disegno di legge proposto dall'assessore alle Risorse agricole Enzo
Marsilio. Ma oggi probabilmente i commissari non arriveranno al voto
facendo slittare ancora la decisione sul ddl e in attesa quindi del
responso nazionale.
«Prima
dell'inizio dell'estate il Comitato tecnico nazionale dovrebbe trovare
un accordo - spiega il presidente della commissione Mirio Bolzan (Ds) -
e considerato che questo tavolo è stato istituito tra tutte le Regioni,
attendiamo di conoscere le conclusioni di questo lavoro legiferando poi
secondo le indicazioni di questo gruppo di lavoro. Per questo motivo il
discorso della data, se cioè proibire l'utilizzo degli Ogm fine alla
conclusione del 2007 o del 2008, non rappresenta un problema perché -
conclude Bolzan - naturalmente si tratta di un provvedimento necessario
proprio in attesa del risultato del tavolo tecnico».
Il ddl è costituito da cinque articoli e, in assenza di norme
specifiche per l'applicazione del principio di coesistenza tra Ogm e
agricoltura convenzionale e biologica, contiene le norme per la
salvaguardia delle colture da possibili contaminazioni di Ogm. Per
questa ragione i governi regionali hanno istituito un tavolo comune il
cui risultato è atteso entro la fine dell'anno. Nel frattempo esisterà
il divieto a coltivare e utilizzare a fini agricoli specie geneticamente
modificate.
«Quest'iniziativa in breve tempo - scrive l'associazione - ha portato
moltissimi Comuni del Fvg ad adottare delibere contro il biotech, grazie
anche al supporto del vasto movimento di opinione trasversale sia
politicamente sia socialmente riunito nella coalizione "Liberi da
Ogm" che ha anche predisposto un manifesto per impedire che la
contaminazione da biotech del biologico italiano possa concretizzarsi».
Coldiretti
non è contraria alla ricerca scientifica, ma «oggi non abbiamo alcuna
certezza che i prodotti Ogm non siano dannosi per le colture e
l'ecosistema».