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- Asteroide
sfiora la Terra
- Scoperto
Pianeta X
Nemesis,
compagno oscuro
tratto da Hera nr.25
- gennaio 2002
La principale affermazione
dell'orientalista Zecharia Sitchin, come molti avranno potuto leggere
dai suoi libri, è l'esistenza di un compagno del Sole che lo studioso
chiama "Nibiru", desunta attraverso lo studio degli scritti
sumeri e babilonesi. Nel suo libro "The 12th Planet" (Il
Pianeta degli Dei ed. Piemme) l'autore interpreta un sigillo
accadico del III millennio a.C. catalogato con la sigla VA/243,
conservato al Museo di Berlino, in cui è riprodotto il Sistema Solare,
costituito dal Sole e da altri undici globi o pianeti. E' risaputo che i
pianeti del nostro sistema solare sono nove ma nel sigillo, oltre alla
Luna, considerata un pianeta, appare un undicesimo corpo. Secondo
Sitchin si tratta di Nibiru, un membro della famiglia solare ancora
sconosciuto, catturato dal sistema solare in un periodo imprecisato.
Indipendentemente dal ritenere se tale corpo celeste, come afferma
Sitchin, sia abitato o meno, l'effettiva esistenza di questo pianeta o
stella sembra trovare conferma nelle ultime scoperte astronomiche. Il 27
settembre 1999 la BBC NEws divulgava una notizia legata alla sonda
Pioneer 10 in cui si spiegava che un team del Qeen Mary and Westfield
College a Londra e del Jet Propulsion Laboratory di Pasadena,
California, aveva rivelato nel 1992 la deviazione della sonda Pioneer 10
a causa della forza gravitazionale di un oggetto sconosciuto situato
all'esterno del sistema solare. La BBC News replicava con una seconda notizia, il 7 ottobre dello stesso anno, secondo la quale: "Un astronomo britannico potrebbe avere scoperto un nuovo pianeta che orbita attorno al Sole. Forse un pianeta nato altrove che ha vagabondato nella galassia per poi essere catturato alla periferia del nostro sistema planetario, oppure un gemello della nostra stella mai accesosi. La controversia ipotesi è del dr. John Murray, della Open University della Gran Bretagna. Analizzando le orbite di 13 comete, il dr. Murray ha individuato il segno rivelatore di un unico oggetto gigante che le ha deviate tutte nelle loro attuali orbite. Murray suggerisce che il pianeta invisibile sia diverse volte più grande di Giove. Così distante dal Sole - 4800 miliardi di km - impiegherebbe quasi sei milioni di anni per orbitargli attorno". La ricerca di questo corpo e la sua esistenza sono sostenute da numerosi studiosi, fiduciosi che l'annuncio ufficiale della sua scoperta avverrà entro una decina d'anni. La genesi della teoria "Nemesis" risale al 1983, quando il prof. Louis Alvarez dell'Università di Berkeley, California, avanzò la teoria che i dinosauri si estinsero a causa di un gigantesco meteorite che impattò con la Terra. Contemporaneamente, altri ricercatori suggerirono che le estinzioni di massa rivelate sul pianeta e causate da impatti celesti erano avvenute ad intervalli regolari, ogni 25 milioni di anni circa. Fu Richard A. Muller, allievo di Alvarez, ad ipotizzare che questi "bombardamenti" fossero causati da un corpo celeste che, ad intervalli regolari, penetra nel sistema solare generando il caos. Nemesis, nome che Muller diede a questo corpo celeste, sarebbe pertanto un compagno del Sole, una nana rossa ancora da scoprire, e ciò farebbe del nostro sistema solare un sistema binario (cioè con due stelle sorelle). Orbitando intorno al Sole spinge verso il centro del nostro sistema planetario le rocce presenti nella fascia di asteroidi conosciuta come Nube di Oort. La teoria fu pubblicata su Nature già nel 1984. Le notizie su Nemesis nel tempo sono andate accumulandosi, apportando sempre più conferme alla sua esistenza e alla possibilità che i Sumeri ne fossero a conoscenza. La rivista Le Scienze, versione italiana di Scientific American, il 3 aprile scorso diramava attraverso il suo sito internet la seguente notizia dal titolo "Un pianeta Nascosto" del quale si ipotizza la presenza ai limiti del sistema solare: "Una cometa gigante nelle lande più distanti del nostro sistema solare ha un'orbita talmente grande e allungata che non può essere spiegata con l'attrazione gravitazione dei pianeti giganti. La scoperta rappresenta la prima prova certa del fatto che, nel passato un pianeta gigante potrebbe essere transitato nelle regioni più esterne del sistema solare. La supercometa, che si chiama 2000 CR105, fu scoperta nel febbraio del 2000 e ha un diametro di 400 chilometri, enorme per questo tipo di oggetti (...) L'ipotesi più affascinante prevede che questa cometa sia stata catturata nel sistema solare a causa della forza gravitazionale di un pianeta di medie dimensioni che si trova a circa 10 miliardi di km dal Sole". Informazioni che, direttamente, danno spessore alla teoria di "Nemesis". Un'altra notizia proviene dall'inglese BBC che, il 15 agosto 2001, spiegando la formazione della Luna, ha chiamato in causa un corpo celeste di notevoli dimensioni. "Una nuova simulazione al computer sulla nascita della Luna indica che il nostro satellite è più recente di quanto si pensasse. Ci sono voluti quasi 50 anni ed il lavoro congiunto di fisici russi, statunitensi e di altre nazionalità per creare un modello in grado di spiegare la nascita del nostro satellite. La simulazione indica che un corpo celeste grande quanto Marte colpì la Terra, ormai quasi formata, circa 4,5 miliardi di anni fa, lanciando tutt'intorno i detriti che formarono la Luna. Il lavoro è stato svolto da Robin Canup dell'Istituto di Ricerca di Boulder, in Colorado e Erik Asphaug dell'Università della California. Il nuovo modello computerizzato è quello a più alta risoluzione finora realizzato sulla nascita della Luna. I dettagli della ricerca sono stati pubblicati sulla rivista Nature" Insomma, la storia del nostro sistema solare sembra davvero costellata di eventi a tutt'oggi spiegabili solo con la presenza di un corpo errante ancora non individuato. Se avesse ragione Sitchin, ci sarebbe da chiedersi come i Sumeri potessero avere queste conoscenze astronomiche. L'assirologo italiano Giovanni Pettinato dell'Università La Sapienza di Roma, sebbene si trovi molto lontano dalle idee di Sitchin, è certo che il sapere astronomico dei Sumeri derivasse da un'acuta quanto sistematica osservazione del cielo. Pettinato afferma che quasi 3000 anni fa gli Assiri inventarono il cannocchiale e lo impiegavano per comprendere il movimento degli astri. La sua affermazione è basata su una lente di cristallo ritrovata a Ninive e sulle raffigurazioni di tavolette assire nelle quali alcuni sacerdoti maneggiavano dei cannocchiali puntati verso il cielo. tratto da Hera nr.25 - gennaio 2002 |