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MILIARDI DI ANNI FA
Risulterebbe
troppo lungo e difficoltoso trattare,
tutte le tappe dell'evoluzione cosmica, quindi ci soffermeremo solamente su quelle
rilevanti per la nostra discussione.
Oggi, quasi tutti gli scienziati che in qualche modo sono legati alla
ricerca sulla nascita dell'universo, abbracciano la teoria del Big Bang,
la quale recita, che all'inizio, prima della manifestazione e della
nascita del tempo, tutta la materia era contenuta in un solo punto
infinitesimale.
L'enorme
temperatura e la pressione spaventosa, hanno scatenato un'esplosione
spaventosa, che come risultato ha dato l'universo come lo vediamo oggi.
Bisogna intendersi, una teoria per la scienza, non è un castello di
ipotesi proposte da qualche scienziato visionario, ma una costruzione
ragionata avvalorata da infinite serie di sperimentazioni scientifiche che
come risultato danno ragione alla teoria.
Il fatto è, che l'indagine è vastissima da una parte e dall'altra ne
possiamo osservare solamente gli effetti finali, quindi non potendo
verificare la verità delle nostre deduzioni, possiamo sempre e solo
parlare di teoria.
E' inoltre un postulato quasi assoluto quello introdotto da Popper, e cioè
che qualsiasi teoria per essere valida deve contenere in sé gli elementi
per essere falsificata.
Questo significa semplicemente, come la storia ci ha sempre mostrato, che
ogni caposaldo di qualsiasi teoria col tempo è stato confutato.
I motivi principali per cui l'idea della grande esplosione soddisfa la
scienza, sono principalmente quattro.
1)
Effetto Doppler :
Fin
dalla seconda metà del secolo scorso, era stato messo in evidenza che,
nello spettro di emissione di alcune stelle, i colori tendevano verso
lunghezze d'onda lievemente spostate verso il "Rosso", fenomeno
che può essere facilmente spiegato se si tiene in considerazione una
proprietà comune a qualsiasi movimento ondulatorio.
L'effetto Doppler, dal nome del fisico Austriaco C. J. Doppler, si
constata facilmente nel caso di onde sonore, si sente il suono più acuto
se la sorgente è vicina a chi ascolta e più grave se la sorgente si
allontana. Tutto questo significa che la frequenza delle onde emesse
appare diversa all'orecchio a seconda del movimento relativo della
sorgente.
L'ovvia conclusione era che le stelle osservate si stavano allontanando
dalla terra.
Nel 1930 l'astronomo E. Hubble, riuscì a mettere in evidenza che lo
spostamento verso il rosso delle righe spettrali delle stelle appartenenti
a una certa galassia, e di conseguenza la loro velocità di
allontanamento, aumenta in maniera proporzionale alla loro distanza da
noi. Con questa scoperta lo scienziato americano è riuscito a datare
approssimativamente l'età dell'universo, attorno ai quindici miliardi di
anni.
2)
temperatura di fondo dell'universo:
Nel 1964 grazie ad un'antenna due fisici,
Arno Penzias e
Robert Wilson, rilevano
un rumore di fondo omogeneo
che copre l'intera volta celeste, queste radiazione a pochi gradi sopra lo
zero assoluto sono una prova
importantissima perché
predetta da
Alpher, Herman e Gamow
come condizione
necessaria per una
nascita dell'universo
da una singolarità.
3)
Quantità di atomi leggeri:
Il rapporto che oggi vediamo
tra la
quantità di
atomi leggeri,
( idrogeno, elio) e quelli pesanti,
è dovuta ad un tipo
particolare di
espansione della
materia con
relativo raffreddamento, e formazione di stelle, fucine
atomiche. Una
partenza diversa
dal Big Bang non
avrebbe portato a questa proporzione.
4)
Rilevazione scientifica della diversità dell'universo:
Questo
contributo contraddice definitivamente la teoria dello stato stazionario,
che pone l'universo come una situazione che esiste da sempre, da sempre in
espansione, grazie ad una presupposta creazione continua di materia dal
vuoto.
Lo stato stazionario va definitivamente in crisi quando Martin Ryle
dimostra che in passato il numero di radiosorgenti sparse per il cosmo era
superiore a quello odierno.
L'universo non è sempre uguale a sé stesso, ma è una creatura in
evoluzione.
Queste
oltre ad altre prove inducono ormai gli astrofisici a credere in un
universo in espansione, nato da una singolarità, soggetto
a quattro forze fondamentali e composto di dodici particelle
elementari.
Queste conclusioni sono estremamente importanti per noi, perché ci
permettono di confrontare le conoscenze antiche, quelle tramandate dalle
religioni e le basi della floriterapia.
Dire che l'universo è stato creato da una unità al di fuori del tempo e
dello spazio, un luogo dove le leggi della fisica e dell'uomo non vengono
meno, non si avvicina ad una interpretazione di tipo teologico anche se
trattata con un linguaggio puramente simbolico?
Attraverso la comprensione dei numeri si accede ad una delle
manifestazioni del Divino, e quindi ad una più alta comprensione dei
fenomeni della natura.
Per i pitagorici, i numeri costituivano la chiave d'accesso privilegiata
per la comprensione delle leggi armoniche dell'universo. Ogni forma è
esprimibile numericamente, tutto è numero e i numeri stessi sono
archetipi divini.
I numeri nell'antichità erano considerati l'Archè, il principio
originario di ogni cosa.
Le lunghezze d'onda delle note possono essere espresse con proporzioni
numeriche,
Il linguaggio che ci permette di dialogare con il computer è un
linguaggio numerico,
praticamente ogni cosa può essere trasformata in numero.
La numerologia studia i numeri ed i loro significati. Si basa sulla
credenza secondo cui il nome che abbiamo ricevuto alla nascita, oltre alla
data, influenzi il nostro carattere, al pari dei pianeti in astrologia.
Attraverso i numeri abbiamo quindi la possibilità di comprendere meglio
noi stessi e di conseguenza la natura.
Zero è il punto di partenza, lo stato iniziale della successione dei
numeri naturali,
il nulla, l'assenza di quantità. La sua forma è quella di un cerchio, e
come questo, rappresenta il Sé. Il cerchio è anche simbolo di totalità,
di tranquillità, difatti in questa figura che è l'evoluzione del
quadrato, non ci sono più angoli, contro i quali andare a cozzare. La
raggiunta tranquillità però non deve divenire immobilità, altrimenti ci
si fossilizza nelle proprie conquiste, la trappola del cerchio e quindi
dello zero può essere proprio questa: dopo aver lottato si è raggiunto
la tranquillità e ci si ferma pensando di non dover procedere oltre.
Lo zero ha però altri significati, è il punto più basso da raggiungere
per poter risalire,
è
il punto di partenza per chi si è fatto da solo: " Mi sono fatto da
zero ":
-2
-1
0
+1 +2
Se
guardiamo questo grafico ci rendiamo conto che lo zero è anche un punto
limitre per un'altra dimensione, un'altra realtà, in questa ottica
diventa un ponte, un passaggio per accedere a dei contenuti che sono
lontani dal nostro mondo e dal nostro modo di ragionare.
Lo zero è l'immanifesto, il caos primigeno, la possibilità di essere, di
esistere, è un altro piano di realtà.
Nei tarocchi lo zero viene attribuito al matto, che nel suo stato di
errabondo pellegrino, ha abbandonati tutti i suoi beni per la capacità di
vedere. Questa capacità lo pone però in difficoltà perché se da una
parte attinge a delle fonti che fanno di lui un genio, dall'altra la
pazzia è sempre latente e l'incomprensione degli altri lo allontanano
dalla società.
Fin dall'antichità i pazzi sono sempre stati tenuti in certo conto,
soprattutto dalle civiltà nord americane,
e negli studi condotti da Jung le visioni di molte persone
considerate " malati mentali", sono risultate essere un contatto
con le energie degli archetipi collettivi.
Se poi compariamo lo 0 che tutto contiene all'antico simbolo del Tao,
ricaviamo delle informazioni veramente interessanti.
La condizione umana è quella della dualità, in quanto motore proprio
della creazione.
Il passaggio dal duale al dualismo comporta una visione parziale e
verticalizzata delle cose, visione che risulta riduttiva e fuorviante.
Per comprendere meglio questo concetto proviamo a fare un esempio:
all'inizio era il Caos, condizione che viene espressa numerologicamente
con il numero 0, da questa situazione al di fuori del tempo e dello spazio
vi fu la Manifestazione che prende il numero 1, il principio maschile.
Affinché questa entità potesse relazionarsi attraverso la penetrazione e
creare l'universo aveva bisogno del principio numero 2 il femminile.
L'unione dell'uno e del due, è in grado di dare vita a tutte le forme che
sono la sintesi o il figlio il numero 3.
Ci troviamo ad avere come base di tutte le forme due archetipi il maschile
ed il femminile, l'yin e lo yang.
Usando il simbolo del Tao possiamo meglio comprendere il concetto di
dualità-dualismo.
Nel
cerchio sono contenuti i principi Yin e Yiang, compenetrati e coesistenti
contemporaneamente. Se poniamo un valore di bene ad uno dei colori e
percorriamo la circonferenza del cerchio ad un certo punto ci troviamo
nell'altro colore che rappresenterà il male. In una figura di questo tipo
è molto difficile separare il bene dal male essi vivono assieme
compenetrati necessari l'uno per l'esistenza dell'altro, questo è il
dualismo.
Le cose cambiano se apriamo il cerchio e rappresentiamo la sua
circonferenza con una retta.
Questa è la dualità, la nostra condizione materiale e filtro di
percezione della realtà.
E' ovvio che con un limite di questo tipo, tenderemo sempre a polarizzarci
e dire cosa è giusto e cosa è sbagliato secondo le nostre conoscenze e i
nostri limiti percettivi.
Lo zero assume il valore di nulla, al posto del contenitore immanifesto
del tutto, ed è la nostra valutazione a porlo in un punto della scala.
E' sempre attraverso i nostri sensi limitati che decidiamo cosa è bene e
cosa è male, cosa deve avere valore e cosa no.
Le strutture arcaiche del cervello però non funzionano così, tanto che
ad un certo livello tutto diventa indistinto, il bene ha lo stesso effetto
del male diventando una risposta di tipo liquido: gli "ormoni".
Risulta a questo punto che bene e male sono due concetti dualistici di
interpretazione umana e non due principi così definiti come la nostra
cultura vuole farci credere.
Queste considerazioni ci portano a valutare il fatto che se la materia di
cui noi siamo composti, cioè gli atomi, ha delle caratteristiche e delle
leggi che sono al di fuori della nostra volontà e dalla nostra
comprensione, perché non dovremmo essere influenzati anche noi dalle
stesse leggi?
Le implicazioni che questi ragionamenti portano sono il cancello d'entrata
in una dimensione di abbandono della credenza e di ricerca delle vere
leggi della natura, che una volta comprese ci portano ad essere in armonia
con il "Tutto", condizione essenziale per la ricerca della
salute.
Anche il fatto che l'astrofisica consideri tutto l'universo soggetto a
quatto forze fondamentali e a dodici particelle elementari, non potrebbe
essere ciò che l'astrologia da migliaia di anni propone, di un cosmo
regolato da quattro elementi, fuoco, terra, aria e acqua e dodici
costellazioni che corrispondono ai segni dello zodiaco?
Nel testo Astrologia medica della dottoressa Cavadini leggiamo:
Cinque miliardi di anni fa le nubi di gas, di cui era formata la via
lattea, subirono un collasso da cui trassero origine il sole e i pianeti
che gli orbitano intorno. Una unica grande forza, che i fisici riconoscono
nella teoria unificata del campo, o Gut, attraverso la formazione di
materia produsse altre quattro forze fondamentali: la nucleare debole, la
nucleare forte, l'elettromagnetica e la gravitazionale.
Quattro sono gli stadi attraversati dal nostro pianeta prima che la vita
prendesse il sopravvento sul caos. Essi coincidono con la sequenza con cui
sono disposti gli elementi nello zodiaco, fuoco, terra, aria e acqua.
Il primo fu uno stadio di fuoco rappresentato da una massa iniziale
incandescente. Seconda si formò una solida massa terrestre dopo che il
sole si stabilizzò. Terza nacque l'atmosfera generata dalle esalazioni di
gas. Quarta e ultima fu la formazione degli oceani che generarono le prime
forme di vita.
Prendiamo ora in considerazione le tappe percorse dall'uovo fecondato
durante il suo sviluppo, dal concepimento alla nascita.
Lo sviluppo dell'embrione si svolge su due linee fondamentali:
l'accrescimento e la differenziazione delle cellule. Nell'uovo fecondato
si formano inizialmente due tipi di tessuto: l'ectoderma e l'endoderma.
Dall'ectoderma trae origine un terzo tessuto, il mesoderma, che a sua
volta darà luogo al quarto tessuto, il mesenchima. I primi tre sono i
foglietti germinativi che danno origine a tutte le strutture
dell'embrione, il quarto il tessuto connettivo embrionale. Da un sistema
binario si sviluppa un sistema terziario, dal quale se ne origina uno
quaternario. Anche lo zodiaco si fonda su una organizzazione analoga:
dapprima binaria, con segni alternati maschili e femminili, poi ternaria
con i segni cardinali fissi e mobili, infine quaternaria con i quattro
elementi.
Tradizionalmente lo zodiaco divide il corpo in dodici segmenti. Ogni
segmento corrisponde a una parte del corpo in ordine progressivo a partire
dalla testa. Alla testa, primo segmento, viene associato l'ariete, al
collo, secondo segmento, il toro, e così via per tutti gli altri segni e
metameri.
La divisione del corpo in segmenti non è un'originalità astrologica,
bensì una caratteristica biologica che accomuna parecchie forme di vita,
sia tra i vertebrati che tra gli invertebrati.
L'organizzazione metamerica risale ai primi anellidi, nei quali è ben
evidente la segmentazione: ogni segmento contiene un paio di gangli
nervosi, un pezzo di cute, alcuni muscoli e altri derivati del mesoderma
come visceri, vasi sanguigni ed altro ancora.
Si tratta di unità anatomiche e fisiologiche complete che, almeno
teoricamente, potrebbero funzionare autonomamente.
Nell'uomo la suddivisione metamerica no è così evidente come negli
anellidi, né così totale, ma risulta ugualmente fondamentale per la
differenziazione e la localizzazione astrologica delle diverse parti
dell'organismo.
Possiamo vedere nella figura l'assegnazione di ogni metamero ad un segno
zodiacale.
Alcune
scuole di iridologia hanno scelto il modello del bimbo in posizione fetale
per collegare gli organi ad alcuni settori specifici dell'iride.
Nel "Tao della fisica", F. Capra sottolinea continuamente come
le scoperte della fisica moderna siano null'altro che la prova scientifica
di quello che le principali religioni del mondo asserivano e ricercavano
già migliaia di anni fa.
Una veloce trattazione delle linee guida delle religioni principali può
essere d'aiuto alla comprensione del quadro generale.
Lo
Zen
Quando
il pensiero cinese, entrò in contatto con quello indiano, attraverso il
buddismo, intorno al primo secolo d.C., si ebbero due sviluppi paralleli:
in Giappone la scuola Kejon
mentre in Cina la scuola Ch'an, Confucianesimo, Taoismo e Misticismo
indiano, più tardi, verso il 1200 d.C. originarono il pensiero Zen.
Lo Zen ha carattere
prettamente Buddista, poiché non ha altro scopo che raggiungere
l'illuminazione che prende il nome di Satori.
Lo Zen si concentra solamente su questo punto senza nessun'altra
interpretazione ulteriore.
Non ha dogmi, non ha credi, e tutti possono arrivare alla Satori.
Le parole non possono mai esprimere la verità ultima, e l'illuminazione
nello Zen non è il ritiro dal mondo ma la partecipazione alle attività
quotidiane.
Lo Zen è l'esperienza quotidiana.
Il risveglio avviene durante queste attività e non è solo la via ma
l'illuminazione stessa.
La Satori diviene l'esperienza immediata della natura, il Buddha di tutte
le cose.
Il Taoismo è vivere con naturalezza mentre il Buddismo è diventare ciò
che già siamo, è come cavalcare il bue in cerca del bue. Siedo
quietamente, senza fare nulla, viene la primavera e l'erba cresce da sé.
Pensiero
Cinese.
Quando
arrivò in Cina il Buddismo, il primo secolo d.C. , incontrò una cultura
che aveva 2000 anni. Poiché i Cinesi erano gente pratica con coscienza
sociale, le loro scuole di filosofia, si svilupparono sui problemi della
vita nella società, nei rapporti umani e morali e sui problemi del
governo. Esiste un aspetto trascendente che porta l'uomo saggio a superare
il mondo della società e della vita quotidiana, per arrivare ad un
livello superiore di consapevolezza: raggiungere l'unione con l'universo!
I Cinesi come gli Indiani, erano convinti che esistesse una realtà unica,
soggiacente alle molteplicità delle cose e degli eventi che osserviamo e
ciò che li unifica è il Tao.
Il Tao significa la via, il procedere dell'universo.
Tao
= Brahaman = Dhramakaya = Dio.
Tuttavia
il Tao, si differenzia per la sua natura dinamica che è l'essenza
dell'universo cosmico, nel quale tutte le cose sono immerse; il mondo è
visto come flusso e mutamento ininterrotto.
In questo flusso l'uomo saggio può vedere gli schemi costanti, (leggi) e
regolare il proprio agire in conformità ad essi, in questo modo diventa
tutt'uno con il Tao.
Il ritorno è il mutamento della via, allontanarsi significa ritornare,
tutto è configurazioni cicliche di andate e di ritorni, di espansione e
di contrazione, ogni volta che una situazione si sviluppa fino alle sue
estreme conseguenze, essa è costretta ad invertire il proprio corso
trasformandosi nel suo opposto.
Tutte le manifestazioni del Tao sono guidate dalle due grandi forze l'Yin
e lo Yang.
Il libro dei mutamenti basato sulle 64 figure o esagrammi è il movimento
di queste forze con tutte le loro possibilità, gli archetipi cosmici che
rappresentano il tutto.
Riconoscendo i limiti e la relatività del mondo del pensiero razionale,
il Taoismo è una via di liberazione come lo Yoga,il
Vedanta o l'Ottuplice Sentiero.
Se i Cinesi non avessero avuto idiosincrasia per il ragionamento logico,
avrebbero scoperto le regole della fisica atomica 2000 anni fa, e la loro
sarebbe stata una scienza esatta come la intendiamo noi.
Per comprendere il Tao, non ci vuole sapienza, per discernerlo non ci
vuole intelligenza, il Santo ne fa a meno. L'osservazione della natura è
il mezzo per percepire le caratteristiche del Tao.
Ogni coppia di opposti costituisce una relazione polare in cui ciascuno
dei due poli è legato dinamicamente all'altro.
Se vuoi restringere estendi; se vuoi indebolire, rafforza; se vuoi far
perire, fai fiorire; se vuoi prendere possesso, offri.
In questi pensieri troviamo
somiglianza con la filosofia di Eraclito, per i Taoisti agire in armonia
con la natura, significa agire spontaneamente e secondo il proprio
Talento, usando l'intelligenza intuitiva.
Wu-Wei, astenersi da attività contro natura = non azione, ma non come
rinuncia alla vita ma come integrazione in essa e di conseguenza
vibrazione in armonia, pena il rifiuto da parte del Tao e quindi la
malattia.
Buddismo
Indocina,
Ceylon, Nepal, Tibet, Cina; Corea, Giappone.
Questa filosofia risale ad un unico fondatore, Siddharta Gautama, o Buddha
storico, VI secolo a.C. .
L'orientamento del Buddismo è psicologica. Il Buddha non è interessato
alla natura del Divino, all'origine del mondo, ma alla condizione umana,
alla sofferenza, ai disagi….
Non è quindi una dottrina metafisica come l'induismo ma una dottrina
psicologica.
Il Buddha indicò come superare i problemi umani, allacciandosi a dei
concetti indiani, come Maya, Karman, Nirvana, dando un'interpretazione
nuova, pratica, dinamica.
In India, dopo molti secoli il Buddismo, fu assorbito dal flessibile
Induismo, e Buddha fu accettato come una incarnazione di Visnu.
Secondo il Buddismo l'intelletto è visto come un mezzo per aprire la
strada all'esperienza mistica, diretta al risveglio. Il significato di
questa esperienza consiste neòll'andare al di la del mondo degli opposti,
per raggiungere il mondo dell'A-Cintya, dove le realtà si manifesta come
essenza assoluta indivisa e indifferenziata.
Questa disciplina si basa su quattro verità fondamentali:
1)
Il dolore nasce dal fatto che non abbiamo accettato che tutto nasce
e muore, tutto attorno a noi è precario. La sofferenza nasce ogni volta
che ci opponiamo al fluire della vita e ci attacchiamo alle forme fisse,
le quali sono tutte Maya.
2)
L'ignoranza della filosofia Buddista porta sofferenza, noi
dividiamo il mondo in cose separate e distinte e cerchiamo di chiuderle in
forme fisse o categorie create dalla mente. Finché vediamo le cose fisse
e persistenti rimaniamo nel circolo vizioso noto come Samsara, il ciclo di
nascita e di morte che è guidato dal Karman, la catena senza fine della
causa e dell'effetto.
3)
Ci si può liberare dal Samsara e dal Karman, e giungere alla
liberazione, Nirvana, raggiungendo il risveglio o Buddità.
4)
L'ottuplice sentiero è la via della liberazione, retto vedere,
retto conoscere, retto agire, retta consapevolezza e retta meditazione.
Libertà
da ogni autorità spirituale, tocca ad ogni individuo percorrere la sua
strada, esercitandosi con assiduità.
La realtà non può essere afferrata con concetti e con idee, quando ci si
rende conto di questo, si percepisce la realtà come assoluta e pura.
I pilastri del Buddismo sono Amore o Compassione e Saggezza
Trascendentale.
Induismo
Ampio
complesso socio religioso formato da un gran numero di sette, di culti e
di sistemi filosofici che comprendono vari rituali, cerimonie e discipline
spirituali, come pure il culto di innumerevoli divinità maschili e
femminili.
E' una religione socio politica Indiana, che trae le sue fonti dai Veda,
scritti composti tra il 1500 e il 500 prima di Cristo, questi libri
trattano di inni sacri e preghiere, rituali sacrificali, inni Vedici,
nelle Upanisad troviamo il contenuto filosofico e pratico, essenza dell'Induismo.
Il fondamento dell'Induismo è che la moltitudine di cose e di eventi che
ci circondano non sono altro che differenti manifestazioni della verità
ultima. Brahman è il concetto unificante dell'Induismo, che lo rende
essenzialmente monoteistico.
Brahmamè
l'anima o l'essenza ultima di tutte le cose, esso è infinito e
trascendende tutti i concetti, non può essere compreso dall'intelletto, né
descritto a parole.
Tutte le divinità Indiane, sono solo il riflesso della verità ultima. La
manifestazione di Brahman nel corpo umano viene chiamata Atman.
L'idea fondamentale è quella della creazione attraverso il Sacrificio
nell'accezione di rendersi Sacro.
Dio diventa il mondo che alla fine ritorna ad essere Dio.
Questa attività prende il nome di Lila, o gioco di Dio, la Maya è
l'influenza di questo gioco senza rendersi conto che esso stesso è
manifestazione di Dio.
Fin che si confonde quello che vediamo con la realtà, siamo sotto il
gioco di Lila, nell'incantesimo di Maya.
Non è il mondo un'illusione, ma il nostro punto di vista.
Tutte le forme sono relative a Maya, sotto il gioco di Lila, cambiano
continuamente la loro forma, la forza dinamica che le fa cambiare si
chiama Karman, azione o forza creatrica che da la vita.
Da un livello cosmico, questi concetti sono stati trasferiti ad uno
psicologico, finchè la nostra concezione del mondo è frammentata,
viviamo sotto l'incantesimo e pensiamo di essere separati dall'ambiente in
cui viviamo, di poter agire indipendentemente.
Chi è traviato dall'ego pensa: "sono io colui che fa", e non
capisce che tutto avviene per l'intrecciarsi delle forze della natura.
Liberarsi dal Karman e dalla Maya, significa provare personalmente che
tutto, compresi noi stessi, è Brahman o Dio!
Il perdersi è il
ritrovarsi, ma
in una dimensione
ben più grande,
come recita
il Tantra:
" quando un uomo si perde nelle braccia di una donna, non è più
cosciente del mondo e abbracciato da Atman conosce Brahman!".
Questi concetti distanti dalla nostra filosofia della vita, potrebbero
rendere più difficile la comprensione del nostro discorso, ma alla luce
delle scoperte sulle particelle elementari, riportano il tutto ad una
comprensione più semplice e consapevole.
Particelle
elementari e forze
Le
diverse forze che interagiscono nell'universo rendendolo possibile
attualmente sono quattro: gravitazionale, elettromagnetica, nucleare
debole e nucleare forte.
Il tentativo attuale della fisica è quello di spiegare queste interazioni
come i fondamenti elementari di tutte le manifestazioni. L'integrazione di
queste forze è enunciate nella teoria del campo o del "Gut".
Anche per quello che riguarda gli atomi si tenta di dare una teoria
semplice, in opposizione a quelle precedenti che supponevano centinaia di
particelle all'interno del nucleo.
Tra le particelle che oggi vengono ritenute indivisibili troviamo i
leptoni: elettrone, muone e tau, con carica elettrica -1, e massa
differente, e altri tre neutrini, muonico, elettronico e tauonico,
elettricamente neutri.
Per
ogni leptone vi è un antileptone, le antiparticelle hanno la stessa massa
e lo stesso spin delle rispettive particelle, ma hanno valori opposti di
altre proprietà, quli la carica elettrica.
Questo fatto è di importanza fondamentale per tutta la nostra
trattazione, perché l'incontro della materia e dell'antimateria porta
all'annichilamento, cioè alla
scomparsa della
materia,
principio base dell'omeopatia, "due forze uguali ma opposte quando si
incontrano si annullano".
E' di importanza enorme anche il fatto che le vita stessa sia resa
possibile da una momentanea impossibilità di incontro tra tutte le
particelle e le loro antiparticelle, è per questo che l'universo viene
definito un pasto gratis.
Riprenderemo più avanti questo aspetto, per compararlo con un'altra fonte
di antica saggezza, la Bibbia che in chiave simbolica aveva già informato
l'uomo di questa verità.
Nelle loro interazioni i leptoni paiono suddivisi in tre famiglie,
composte da un leptone carico e dal suo neutrino. Ad ogni famiglia si
assegna un numero leptonico. I leptoni si osservano nei decadimenti beta
di neutroni in protoni, in collisioni ad alta energia di particelle
subatomiche, negli accelleratori di particelle e in altre condizioni
particolari. Queste particelle sono soggette alla forza elettronucleare
debole, mentre le particelle soggette alla forza nucleare forte sono gli
adroni: protoni, neutroni e mesoni.
Gli adroni non sono particelle elementari in quanto posseggono struttura
interna.
Una moltitudine di adroni esiste soltanto in modo effimero come prodotto
di collisioni ad alta energia.
I costituenti degli adroni prendono il nome di quark, sono stati
identificati cinque sapori di quark ma si pensa che ne esista un sesto.
Una teoria unificata suggerisce che i quark possano trasformarsi il
leptoni e viceversa.
Questo per dire che la materia è generata dall'energia, in continua e
mutevole manifestazione, e che la materia si può ritrasformarsi in
energia, che quindi noi siamo il risultato visibile di energia che vibra
ad un livello più basso, ma dovremo, come ci suggeriscono le leggi della
termodinamica ritornare ad essere energia.
Primo
principio della termodinamica
Principio
della conservazione dell'energia.
"l'energia non può essere né creata né distrutta."
In un sistema isolato, l'energia totale è costante, anche se all'interno
del sistema può cambiare di forma. In un sistema chiuso, le variazioni di
energia interna sono pari alla somma algebrica del calore e del lavoro
acquistato o ceduto.
Le variazioni di energia di un sistema aperto sono uguali alla perdita o
al guadagno di energia dell'ambiente circostante.
Secondo
principio della termodinamica
Il
moto perpetuo non esiste.
Ogni trasformazione energetica comporta una diminuzione dell'energia del
sistema che può compiere lavoro. Un sistema aperto deve sottrarre energia
all'ambiente con conseguente aumento di entropia esterna
Terzo
principio della termodinamica "La morte termica dei sistemi
chiusi"
L'entropia
di un sistema termodinamico, quando la temperature si avvicina allo zero
assoluto, tende ad assumere un valore indipendente dagli altri parametri
che determinano lo stato del sistema termodinamico e pertanto l'entropia
allo zero assoluto può essere posta uguale a zero. Condizione
incompatibile con la vita biologica.
Secondo le leggi della termodinamica le possibili evoluzioni del cosmo
sono tre:
1)
L'universo continuerà ad espandersi all'infinito,
sempre più lentamente
2)
L'espansione avrà termine e per gravità, avrà inizio una fase di
contrazione che lo riporterà alle condizioni iniziali che hanno dato vita
al Big Bang
3)
L'universo continuerà ad espandersi ma con velocità che
all'infinito tenderà a zero.
Di
queste situazioni quella che ci interessa è la seconda perché avvalora
la tesi dell'esperienza e dell'eterno ritorno, ciò che è stato ritornerà,
dell'energia che si trasforma in materie per seguire la strada
dell'esperienza, per tornare ad essere energia arricchita nella
conoscenza.
L'idea dell'apprendimento come scopo della creazione non è poi così
assurda, poiché e il "liet
motif" della natura, messo magistralmente in atto con il D.N.A.
Ogni cosa, ogni possibilità, ogni reazione, all'interno della cellula è
comandato da questa leader-molecola. La strategia della genesi è
evidente, attraverso l'esperienza e la relazione con l'ambiente sulla base
delle informazioni possedute si crea la base di adattamento per resistere
alle condizioni esterne variabili. Non solo a livello molecolare, ma anche
a livello comportamentale questo indirizzo è palese. I meccanismi di
condizionamento acquisito costringono le specie, a trasmettere ciò che di
più importante ha la natura: il D.N.A.
In "Fare bene l'amore", E. Berne svela i sotterfugi arcani della
natura, che costringe la
gallina a covare, non per un istinto materno, ma per un calore indotto,
che trova ristoro solo sedendosi sulle uova fresche. Non da meno è quanto
riserva allo spinarello, che costringe a proteggere le uova della sua
compagna, tenendole in bocca, ma con la mandibola lussata a causa di
ormoni previdentemente secreti ad hoc.
Pensiamo alla gallina che per un po’ di refrigerio si ritrova con una
nidiata da accudire e allo spinarello, che gabbato dall'impossibilità di
ingerire quel succoso cibo, si trova anche lui con prole a carico! Di
fronte a tanta scaltrezza è veramente difficile pensare che la natura non
abbia un progetto, una finalità ed una sua intelligenza, spunto
interessante per introdurre un altro saggio "Archetipi e
creazione" di Renato de Simone. Leggiamo nelle sue pagine intense:
" oggi scienza e tecnica, pur verificando il dimostrabile fino a ieri
ignoto, ha provocato il naufragio della conoscenza nell'indimostrabile di
sempre: l'origine e la ragione del cosmo con le sue derivazioni
essenziali. Pertanto lo smarrimento odierno è ben più angoscioso di
quello degli antichi, tanto da considerare che nell'ambito concettuale, la
componente animale della natura convoglia ad una speculazione
prevalentemente materialistica, per cui i fenomeni puramente astratti
della creazione vengono trascurati o ignorati per quanto
rappresentano……Ma tralasciando alla ricerca scientifica la
speculazione materialistica sull'origine della vita, ci appare suggestivo
analizzare gli aspetti astratti della creazione universale derivanti dalle
apparenze concrete dell'esistenza e deducendoli inversamente da queste
secondo un processo teoretico. Questa indagine sull'astratto che
concretizza l'aspetto e il comportamento delle presenze terrene, ci appare
come una via coerente per scoprire i principi dell'eterna idea
creatrice…….ciò può bastare all'uomo in quanto la sua
materia-spirito, si identifica nella creazione-IDEA convogliandosi
entrambe nella terrena dimensione del concreto astratto. Non sarà "
principio inconcepibile" di un artefice inesistente la risposta al
mistero della creazione, bensì " l'esistente primordiale" quale
motore e regolatore del tangibile universale tuttora in atto. Come a dire
che è veramente difficile riscontrare un progetto se non vi è mai stato
un progettista, le teorie della nascita dell'universo per caso, sono
veramente umilianti per chi non si vuole arrendere all'ottusità della
scienza. Dire che siamo nati per caso è come gettare i componenti di un
computer in un mare primordiale e tornare dopo qualche milione di anni per
vedere se si è montato da solo! Tutte queste citazioni, questi spunti,
queste provocazioni, a volte fatti cadere dall'alto, a volte mal spiegati,
altre insufficientemente trattati, non vogliono aumentare la confusione e
rendere questo trattato un altro testo di noioso e incomprensibile
lettura, ma vogliono stimolare la curiosità, e rendere al meglio la
complessità del problema che si tenta di trattare. E' ovvio che per
penetrare la complessità degli argomenti trattati ci vogliono letture
approfondite e anni di studio, ma ritengo che per la nostra trattazione il
vespaio sollevato si più che sufficiente.
QUADRO
PATOLOGICO E OMEOPATIA
Per
la medicina scientifica diagnosticare una patologia, significa, attraverso
degli strumenti diversi come l'intervista, la visita, gli esami di
laboratorio, riconoscere una serie di sintomi che sovrapposti ad un quadro
patologico, danno il nome alla malattia.
L'intervento generalmente rimane sintomatico, come abbiamo già detto.
La visione dell'omeopatia è ben diversa.
Ogni individuo vive la sua patologia in maniera diversa e non sono i
sintomi comuni a caratterizzarla, ma appunto il modo personale che ognuno
ha di vivere il proprio disagio.
L'omeopatia si fonda su alcune leggi, la prima delle quali è quella della
similitudine.
Il grande lavoro di Samuele Hahnemann, ha regalato all'uomo questo metodo
di guarigione.
Le sue implicazioni sono veramente profonde e parlano di cause sempre
distanti dal sintomo visibile. L'omeopatia è una pratica di guarigione
antica, ricerca le vere cause della patologia, che partono sempre dai
livelli psichici profondi.
A causa delle gestione organica e della forza guaritrice interiore, dai
livelli profondi della psiche dette malattie vengono tenute negli stati
periferici dell'individuo. Se
non vi è una giusta cura delle cause scatenanti la patologia, esse si
approfondisce, e lentamente ritorna da dove è partita.
Il percorso patologico segue delle leggi ben precise, enunciate da Hering,
conoscere queste leggi vuol dire comprendere il percorso della patologia e
quindi attuare una strategia di guarigione che tenga conto delle
dell'evoluzione patologica.
La somministrazione del farmaco omeopatico, si attua attraverso il
riconoscimento di tutti i sintomi importanti e individuali della persona
sofferente, che una volta repertorizzati, consentono la sovrapposizione
con un farmaco descritto sulla materia medica.
Detto farmaco è stato in precedenza sperimentato su persone sane, in dose
ponderale, tutti i sintomi da esso indotti, sono la base della
similitudine, secondo l'antica legge di guarigione:
"Similia Similibus Curantur" .
A questo punto la sostanza viene diluita e omeopatizzata attraverso delle
succussioni, con l'intento di conferire delle qualità specifiche al
farmaco.
Dette qualità sono di tipo energetico, poiché il farmaco omeopatico
sperimentato induce praticamente gli stessi effetti della patologia da
curare, attraverso la potenziazione omeopatica si ottiene che esso sia
l'esatta frequenza opposta dell'energia perturbata scatenante lo stato
patologico.
E' per una conosciuta legge fisica che cita: due frequenze uguali opposte,
quando si incontrano si annullano, o anche materia e antimateria, al loro
incontro non possono far altro che annichilire e scomparire dalla nostra
vista, che si attua la guarigione omeopatica.
Si noti quanto differenti e che distanza filosofica hanno le due
discipline considerate.
La nostra trattazione flash ha solo lo scopo di introdurre alcuni concetti
che serviranno più avanti.
TESSUTO
CONNETTIVO
E'
impossibile non citare il tessuto connettivo come sede si scambio di
nutrienti ed informazioni, in quanto coinvolto in tutti i processi
infiammatori e in tutte le patologie croniche.
In un discorso che tenga conto dei Feed-Back negativi che possono causare
l'instaurarsi o il perdurare della patologia, si deve sempre considerare
il trattamento per via riflessa di questo importantissimo organo.
E' grazie ad esso che avvengono tutti gli scambi all'interno del corpo
umano, dai nutrienti all'asporto dei metaboliti tossici risultanti dal
lavoro cellulare.
Il tessuto connettivo per sue caratteristiche diventa anche la possibilità
per l'organismo di depositare i metaboliti esogeni, metalli pesanti,
tossine… Poiché in esso sembrano avvenire anche i tanto importanti
scambi di informazioni necessari al funzionamento dell'unità vivente,
risulta assolutamente indispensabile consideralo in qualsiasi intervento
che voglia avere un senso olistico.
L'inquinamento del tessuto connettivo e la sua alterazione comportano la
variazione della condizione
elettrica, e quindi della struttura
funzionale coerente
con la vita. L'impossibilità di gestire correttamente il neetwork
cibernetico comporta, alterazione delle funzioni in primo momento,
e con il perdurare della situazione, scatena le patologie croniche dove il
sistema immunitario, a causa della alterazione strutturale non è più in
grado di riconoscere sé stesso.
Il corretto scambio di dette informazioni sembra essere legato all'acqua e
alle sue incredibili capacità, tra le quali, la più importante resta
quella dell'informazione.
Risulta evidente che non coinvolgere il connettivo, comporta un livello,
nel quale e dal quale proviene un'informazione patogena che a lungo andare
informa nuovamente le altre strutture coinvolte nel fenomeno uomo.
Non essendo l'argomento della nostra trattazione rimandiamo il lettore
alla consultazione del lavoro eseguiti sul tessuto connettivo da Heine e
Pischinger.
Resta sottointeso che qualsiasi intervento di tipo naturopatico deve
considerare almeno un drenaggio di attivazione degli organi emuntori, una
riflessoterapia connettivale e una ricerca di foci tossiche, tra le quali
le condizioni intestinali, argomento principe del nostro lavoro.
Per quanto riguarda le caratteristiche dell'acqua si possono trovare molte
informazioni sul lavoro di Vincent e su qualunque testo di chimica
organica.
CAPITOLO
III
ANATOMIA
E FISIOLOGIA DEL SISTEMA NERVOSO
Possiamo
eseguire una grande divisione del sistema nervoso in tre sottosistemi:
1)
Sistema nervoso centrale, deputato alla vita di relazione, in
massima parte controllato dalla volontà.
2)
Sistema nervoso periferico, formato dalle vie di comunicazione tra
il SNC e le varie parti del corpo.
3)
Sistema nervoso vegetativo, deputato alla vita vegetativa, non
controllato dalla volontà.
La
caratteristica principale che ha permesso l'evoluzione di un sistema
complicato come quello nervoso, è l'eccitabilità, condizione che
permette alla cellula di percepire uno stimolo e di reagire ad esso.
Tutti gli esseri a simmetria raggiata hanno una funzionalità nervosa
estremamente semplice, composta di qualche fibrilla nervosa e di qualche
ganglio di raccordo. Per esempio il sistema nervoso del riccio di mare,
animale a simmetria raggiata, è molto semplice. Al centro troviamo un
grosso ganglio di raccordo di tutte le fibrille, che finiscono con un
piccolo ganglio all'estremità dell'animale.
Il sistema nervoso della stella di mare è leggermente più complicato di
quello del riccio, perché i gangli di raccordo, nelle sue punte sono in
comunicazione tra di loro come delle cellule fotoelettriche.
Anche i molluschi e gli anellidi hanno un sistema nervoso molto semplice,
in quanto non ancora a simmetria bilaterale. E' col l'anfiosso, che
avviene la congiunzione tra
a-cordati invertebrati e cordati vertebrati.
Nell'evoluzione
i tunicati svilupparono nell'embrione un tentativo di corda cartilaginea,
è da questa formazione che deriva il nostro sistema nervoso.
I pesci sono i primi vertebrati, dotati di un astuccio segmentato osseo,
che prende il nome di colonna vertebrale, deputato a difendere la corda
neurale in esso contenuta.
Attraverso la gestazione nella sua ontogenesi, il feto ripercorre tutte le
tappe della filogenesi, contributo importante apportato dallo studio
dell'embriologia.
Seguiamo questo percorso dalle prime tappe della fecondazione di un
cellula sessuale aploide femnminile.
|
|
|
Cellula Femminile |
Spermatozoo |
Cellula diploide |
I
gameti sono aploidi perché possiedono soltanto metà del patrimonio
genetico, cioè solamente 23 cromosomi. Con l'introduzione del gamete
maschile la cellula arriva a completare il patrimonio genetico di 46
cromosomi. Adesso la cellula è fecondata e può cominciare la sua
crescita.
Seguiamo questa evoluzione attraverso lo schema delle modificazioni
cellulari che avvengono dopo la fecondazione.
Nello
stato di morula le cellule si moltiplicano finché questa diventa una
sfera piena di cellule indifferenziate, nella blastula le cellule si
spostano alla periferia lasciando la parte centrale vuota e dando vita a
quello che sarà il primo foglietto embrionale.
Nello stato di glastula è già delineato il futuro intestino, la bocca e
due foglietti embrionali, endoderma e d ectoderma. A questo livello le
cellule sono ancora indifferenziate. Dalla glastula si formeranno tutti
gli animali a simmetria raggiata, caratterizzati da una sacca digerente.
Dopo la prima fase della glastula si passa alla simmetria bilaterale, si
forma il mesoderma, e i foglietti si dividono formando un'apertura sulla
parte posteriore dell'essere che si sta formando.
EVOLUZIONE
DEL SISTEMA NERVOSO
Dalle
immagini si può comprendere come il foglietto embrionale esterno, l'ectoderma,
dia origine anche al sistema nervoso, invaginandosi e richiudendosi, dando
vita a quello che diventerà nell'individuo adulto il sistema nervoso.
L'endoderma darà vita invece all'altro apparato che interessa la nostra
trattazione, quello digerente.
FISIONOMIA
DEL CERVELLO
La
conformazione n° 1 del cervello corrisponde ai pesci, mentre la n°2 agli
anfibi e ai rettili. La n° 3 agli uccelli, la 4 ai mammiferi e la 5
all'uomo.
Tutte queste fasi vengono ripercorse nella crescita dell'embrione.
A)
TELENCEFALO
L'ultima
parte del S.N. che si è formata, è composta da due emisferi che poggiano
su un corpo calloso, diviso in quattro lobi dalle scissure del Silvio e
del Rolando.
B)
DIENCEFALO
O
cervello intermedio, composto dal limbo, dall'epifisi o ghiandola pineale,
dai talami ottici e dall'ipotalamo a cui è attaccata l'ipofisi o
ghiandola pituitaria.
C)
MESENCEFALO
Composto
da preponte, dalla lamina quadrigemina che avvolge l'acquedotto del Silvio
che contiene il liquido cefalorachidiano.
D)
ROMBOENCEFALO
Composto
da ponte e cervelletto.
E)
MIELENCEFALO
Costituito
da bulbo e midollo spinale.
Il liquido cefalorachidiano, affiora dalla fessura del Silvio, arriva
all'interno del midollo spinale a permeare l'intero sistema nervoso fino
alle tre meningi che sono l'imbottitura della scatola cranica. Tutto
questo sistema svolge il delicato ruolo di ammortizzare il cervello da
qualsiasi urto o attrito.
La prima meninge è la dura madre, attaccata alla scatola cranica, la
seconda aderente al cervello, prende il nome di pia madre ed è composta
da una fitta rete di capillari, infine la terza detta aracnoidea è
situata tra le due meningi per impedire l'attrito tra le stesse.
Il liquido cerebrospinale oltre a servire come sostegno e come cuscino al
cervello, sembra svolgere funzioni di nutrimento e di asporto dei numerosi
metaboliti prodotti dal metabolismo dei neuroni.
Le barriere encefaliche sono delle strutture cerebrali molto importanti
che regolano lo scambio di acqua e di soluti tra plasma e cervello. Il
sistema è composto da membrane con permeabilità selettiva che
selezionano le sostanze che possono accedere al cervello. Questo sistema
ci interessa molto da vicino per l'argomento che tratteremo in questa
sede.
Possiamo dividere il cervello in tre parti, quella superiore composta
dalla corteccia cerebrale, sede della coscienza e della vita di relazione,
quella intermedia, il sistema limbico che in accordo con la sua posizione
integra la coscienza con gli istinti, e con le strutture sottostanti del
cervello antico.
Il limbo costituisce un complesso deputato all'elaborazione,
all'integrazione ed al controllo del comportamento emotivo e istintivo.
Infine la parte più antica del cervello deputata alla vita autonoma e
agli istinti primari.
Una mappa di questo tipo era cara anche a Freud, il padre della
psicoanalisi, che divideva la mente da un punto di vista anatomico
evolutivo, attribuendo le funzioni di Coscienza alla corteccia cerebrale,
la funzione di preconscio alle strutture limbiche e gli istinti primari al
cervello rettile.
Il
cervelletto è una strutture situata nella parte occipitale del cranio,
svolge funzioni prevalentemente di controllo sul tono muscolare e sui
movimenti volontari.
Il tronco encefalico è la parte del SNC in diretta continuazione con il
midollo spinale, esso continua negli emisferi cerebrali mediante i due
peduncoli cerebrali ed è connesso posteriormente al cervelletto per mezzo
di tre paia di bracci denominati peduncoli cerebellari.
Funzione del sistema nervoso è anche quella di raccogliere dati e
informazioni dall'ambiente interno e da quello esterno. La parte deputata
a questo compito è composta da lunghe terminazioni nervose che prendono
il nome di nervi.
Il tatto il dolore, il caldo, il freddo, l'equilibrio e moltissime altre
funzioni dipendono proprio dal flusso continuo di informazioni che
arrivano al cervello attraverso i nervi.
IL
SISTEMA NERVOSO PERIFERICO
Il
sistema nervoso periferico è costituito dall'insieme dei nervi e dei
gangli nervosi.
In seno a questo sistema, esiste un'importante distinzione, si considera a
parte, con il nome di sistema simpatico o vegetativo autonomo, l'insieme
dei nervi e dei gangli che trasmettono solo impulsi riguardanti quelle
funzioni viscerali che avvengono automaticamente e che non possono essere
influenzate dalla volontà.
I nervi spinali sono fasci di fibre nervose che emergono dal midollo
spinale, attraverso gli spazi tra le vertebre, e si dirigono ai vari
segmenti del corpo. I singoli tronchi nervosi che emergono in
corrispondenza di determinate regioni del midollo spinale si riuniscono
per formare plessi dai quali si originano a loro volta singoli nervi
periferici.
Un
nervo può essere classificato in base al tipo di impulsi nervosi che
trasporta
1)
NERVO SENSITIVO SOMATICO
Nervo
che raccoglie impulsi sensitivi riguardanti la vita di relazione.
2)
NERVO MOTORE SOMATICO
Nervo
che reca impulsi motori ai muscoli volontari.
3)
NERVO SENSITIVO VISCERALE
Nervo
che raccoglie la sensibilità dei visceri
4)
NERVO EFFETTORE VISCERALE
Nervo
che trasporta ai visceri impulsi motori, secretori, ecc.
IL
SISTEMA NERVOSO VEGETATIVO.
Il
sistema nervoso vegetativo è un insieme di fibre e di gangli, che
indipendentemente dalla volontà, regolano le funzioni della vita
vegetativa.
Colpisce subito il fatto che nel sistema nervoso, si possano distinguere
una porzione sotto il controllo della volontà e una autonoma, in realtà
nell'organismo, non esiste niente di autonomo. Il sistema nervoso
vegetativo è sotto il controllo costante di alcuni centri cerebrali che
assicurano l'integrazione e la coordinazione tra funzioni vegetative,
somatiche e psichiche.
Si spiegano così, ad esempio, le manifestazioni vegetative che possono
accompagnare certi stati emotivi.
Si ribadisce quindi il concetto iniziale, l'uomo è una creatura olistica
che non può essere ridotto ai sistemi che lo compongono, ma può essere
compreso solo nel suo insieme.
Perché la vita possa continuare, occorre che l'ambiente interno attui
ininterrottamente le sue funzioni, battito cardiaco, digestione,
metabolismo, controllo del pH, ecc.
E' proprio il sistema nervoso vegetativo ad essere preposto a queste
funzioni.
ORTOSIMPATICO
E PARASIMPATICO
Nel
sistema nervoso simpatico si distinguono due settori, l'ortosimpatico e il
parasimpatico.
Il primo ha i centri nevrassiali nella porzione toracico lombare del
midollo spinale e i gangli ai lati della colonna vertebrale, il secondo ha
invece i centri di origine delle fibre nel tronco encefalico e nella sola
porzione sacrale del midollo, mentre i suoi gangli sono dislocati in
prossimità degli organi innervati.
I due settori del sistema nervoso vegetativo hanno in genere funzioni
antagoniste tra di loro.
Sul cuore l'ortosimpatico agisce accelerando il ritmo, il parasimpatico
invece rallentandolo,
sulla vescica l'ortosimpatico agisce inibendo l'emissione di urina, il
parasimpatico invece determinandola, riguardo ai vasi sanguigni, l'ortosimpatico
si comporta da vasocostrittore, il parasimpatico da vasodilatatore, l'ortosimpatico
è dilatatore della muscolatura bronchiale, il parasimpatico è invece
costrittore……
E' evidente che ogni viscere ha una duplice innervazione e il normale
funzionamento è il frutto dell'azione equilibratrice dei due sistemi.
FISIOLOGIA
DEL CERVELLO
Generalmente
le cellule sono a perimetro chiuso. La membrana dei neuroni è invece
discontinua, perché munita di dendriti che terminano con una sinapsi e
di una propagine detta neuroassone o neurite. Il neuroassone è avvolto
dalla guaina mielinica che funge da isolamento elettrico.
Le fibre nervose funzionano sempre a coppie, fibra afferente centripeta
sensitiva e fibra centrifuga efferente motoria.
Le varie fibre si avvolgono si sé stesse e formano il nervo.
Poiché la nostra origine è marina, questo comporta che nel nostro corpo
ci siano dei sali come il cloruro di sodio e il bromuro di potassio. L'NaCl
e il KBr si scompongono in ioni sodio e potassio Na+ e K+ , la differenza
di potenziale tra le due cariche sarà usata dal cervello per poter
condurre lo stimolo nervoso.
POTENZIALE
DI RIPOSO E POTENZIALE DI AZIONE
In
condizione di riposo esiste un potenziale elettrico di membrana di circa
70 millivolts, con l'interno del neurone negativo rispetto all'esterno,
poiché all'interno del neurone abbonda il potassio e all'esterno abbonda
il sodio.
Va inoltre ricordato che la membrana in condizioni di riposo è 50 volte
più permeabile al potassio che al sodio.
Quando uno stimolo agisce sul neurone, la membrana reagisce modificando la
sua permeabilità, adesso la membrana è più permeabile al sodio che al
potassio di circa 200 volte, in questo modo tutto il potassio esce dalla
cellula lasciando entrare il sodio, con questo meccanismo si crea una
differenza di potenziale che genera la trasmissione dell'impulso nervoso.
Lo
stimolo nervoso arriva in fondo al neuroassone, dove stimola la membrana a
rilasciare i neuromediatori, sostanze chimiche che partecipano alle
comunicazioni del
Sistema nervoso.
La sinapsi è lo spazio che si trova tra le due vescicole terminali del
dendrita e dell'assone.
L'impulso arrivando all'estremità della fibra nervosa, mette in movimento
le vescicole sinaptiche che lasciano uscire delle sostanze chimiche, che
vengono raccolte dai recettori situati sulla membrana sottosinaptica.
Questo modifica la permeabilità del secondo neurone e così ha inizio la
propagazione di un altro stimolo nervoso.
I
mediatori chimici usati principalmente dal cervello sono l'acetilcolina
anche se altre sostanze come la noradrenalina sembrano possedere una
simile prerogativa.
Con
questi rudimenti del sistema nervoso possiamo passare ad analizzare
l'altro grande sistema di nostro interesse:
IL
SISTEMA DIGERENTE ANATOMIA E FISIOLOGIA
Il
sistema digerente deriva dal foglietto embrionale interno o endoblasta per
quanto riguarda le mucose, il fegato e il pancreas, invece per quanto
riguarda la muscolatura deriva dal foglietto medio il mesoblasta.
Come abbiamo già visto fin dalle prime tappe dell'evoluzione embriologica
si delinea un sacco interno con un apertura da una
parte che sarà la futura bocca, e un'apertura dall'altra, il
futuro ano.
Svolgendo l'intestino il canale digerente risulta un lungo tubo attraverso
il quale passano i nutrienti ingerita attraverso la bocca , per essere
digeriti e utilizzati dallo
Organismo che necessita di energia e materiale strutturale.
Nella digestione avvengono complicate trasformazione chimiche per rendere
compatibili i cibi con l'organismo.
Le grandi classi di cibi possono classificarsi in:
Carboidrati
o idrati del carbonio, che seguono la forma chimica Cn(H2O)n, I grassi o
lipidi, sostanze insolubili in H2O, formati generalmente da lunghe catene
polari.
Le proteine o protidi, sono i mattoni che costituiscono le strutture
funzionali del corpo.
Il cibo ingerito è costituito generalmente da macromolecole che devono
essere scomposte nei loro costituenti essenziali, per poter essere
utilizzate.
Seguiamo quindi le fasi della digestione.
Il cibo viene ingerito attraverso la bocca, viene masticato, e impregnato
con la saliva, secrezione contenente un enzima digestivo, la ptialina,
deputato alla scomposizione degli amidi. Sono le ghiandole salivari,
all'interno della bocca a produrre tale fermento. Col il meccanismo della
deglutizione, il cibo masticato che prende il nome di bolo viene spinto
attraverso la faringe nell'esofago. Delle ghiandole situate lungo questo
tubo secernono del muco che aiutato dalla peristalsi esofagea, spinge il
cibo verso il cardias, la valvola di accesso allo stomaco.
Questa fase iniziale della digestione attiva dei meccanismi riflessi sia a
livello dello stomaco che a livello del pancreas e del fegato.
Nello stomaco a causa della masticazione, dell'odore del cibo, del buon
sapore si attivano dei meccanismi riflessi che inducono la secrezione
gastrica di acido cloridrico, di muco, di fattore intrinseco e dell'enzima
gastrina. Tutti questi meccanismi servono per ricevere il bolo in maniera
adeguata affinché la digestione continui in maniera corretta.
Si vede come è difficile studiare un sistema isolandolo dagli altri, le
interazioni sono così tante e profonde che non esiste nessun sistema
veramente isolato all'interno del corpo umano.
Da parte sua anche il sistema circolatorio concorre alla digestione
portando sangue ai visceri e togliendolo ai muscoli, attraverso il sistema
nervoso autonomo.
Il sistema endocrino concorre alla digestione attraverso degli ormoni che
servono per la fase di passaggio tra stomaco e intestino.
Ritorniamo allo stomaco, dove il cibo si ferma per 2/4 ore a seconda della
digestione e del cibo ingerito. In questo organo viene assorbita
direttamente l'acqua, l'alcool e il glucosio, mentre attraverso l'HCl il
cibo viene disinfettato, e la digestione degli amidi continua attraverso
la gastrina. L'HCl attiva il pepsinogeno in pepsina, e così può
cominciare anche la digestione delle proteine.
Il
cibo viene mescolato attraverso dei movimenti che prendono il nome di
peristalsi, e quando il chimo è pronto l'altra valvola dello stomaco, il
piloro si apre, e il cibo si riversa nel duodeno, che sempre ad opera di
stimoli nervosi riflessi e ormonali si è attivato per ricevere il bolo
acido con sostanze basiche di tampone.
Il succo pancreatico e la bile continuano la digestione del chimo,
incominciando anche ad intaccare le sostanze grasse.
Il cibo ormai di consistenza liquida, passa nell'intestino tenue, dove
incomincia ad essere assorbito attraverso i villi intestinali. E'
opportuno ricordare che nel tenue per continuare la digestione, molte
cellule contenenti enzimi si suicidano, per liberare appunti i fermenti
necessari.
Il viaggio del chimo è quasi giunto alla fine , adesso siamo
nell'intestino crasso, dove le sostanze indigerite trovano i batteri che
le trasformano in importanti vitamine, anche l'acqua in eccesso viene
riassorbita.
Le feci a questo punto sono formate e possono essere espulse attraverso il
meccanismo della defecazione.
In una digestione vengono usati normalmente 9 litri di acqua, da questo si
può desumere quanto importante sia bere in maniera adeguata.
Ritorniamo all'assorbimento intestinale punto chiave della salute
dell'organismo.
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