Con
queste premesse possiamo trattare l'argomento da un punto di vista più
specifico e pratico, scusando le ripetizioni e le nebulosità dovute alla
difficoltà del tema trattato e alle limitazioni dell'autore.
Intanto
vi ringrazio per la pazienza e il tempo dedicato a questo percorso nelle
pratiche naturali, tematiche che dovrebbero essere care a tutti almeno da
un punto di vista informativo, per potrsi difendere dai soprusi di chi
detiene il potere e impone le strade della "guarigione?", spesso
per meri fini economici, lontanissimo da ogni forma di Verità
e di rispetto per l'essere umano, stessa categoria che ha avuto il
coraggio di bruciare Giordano Bruno, Savonarola e incarcerare chi ha detto
che l'uomo ha diritto alla felicità, è per questo che dedico queste
riflessioni a Wilhelm Reich, sperando che ognuno di noi prima o poi arrivi
a leggere le sue opere, faro di luce su di una umanità che si sta
perdendo nelle tenebre.
INTRODUZIONE
L'intento
di questo lavoro è quello di considerare le correlazioni patogenetiche ed
i "Feedback" informativi patologici, che si possono instaurare
in due grandi sistemi assimilativi quali l'intestino e la psiche, oltre a
ricercare le cause profonde che li generano. Secondo intento è quello di
proporre un intervento che si collochi al di fuori del quadro
"sintomo" - "principio attivo", intervento proprio
della medicina moderna che considera il sintomo alla stregua della
patologia, saltando a piè pari tutto quello che rimanda l'uomo con il suo
manifestare patologia. L'uomo è un sistema olistico e al di fuori di una
visione di questo tipo si tende a ridurlo ad un sistema imput risposta,
dove qualsiasi manifestazione non è altro che un disfunzionamento locale
correggibile con interventi meccanici.
I limiti dualistici propri della condizione umana, non ci consentono di
valutare appieno il fenomeno uomo, come entità olistica, ma consci di
questa limitazione tenteremo di trattare in modo non verticalizzato i
sistemi sopracitati, memori della loro partecipazione ad un
"Tutto" che è ben di più delle semplici parti che lo
costituiscono.
La discussione di queste correlazioni e le ipotesi che verranno
presentate, si avvalgono del contributo della filosofia antica, come fonte
di conoscenza legata alle capacità empatico-intuitive dell'uomo da una
parte, e dall'altra delle scoperte degli ultimi anni della fisica
quantistica, della cibernetica e dell'astrofisica, come prodotti della
capacità razionale scientifica della mente cosciente.
Il ponte di congiunzione che le scoperte degli ultimi anni hanno
costruito, tra empatia e razionalità, sono le prove più sconcertanti di
un pensiero antico che conosceva tremila anni prima di Cristo le leggi
della materia.
Oggi con il contributo degli acceleratori nucleari costringiamo l'atomo a
svelarci i suoi segreti più intimi, e queste conoscenze esoteriche della
natura ci portano verso il punto d'inizio che è proprio di tutta la
materia.
Ormai è diventato pensiero corrente e coerente, valutare l'essere vivente
inserito nel suo ambiente, una qualsiasi valutazione che non tenga conto
di questa relazione inscindibile, può essere considerata soltanto
un'astrazione.
La biologia, dopo l'enunciazione delle leggi della termodinamica e della
cibernetica, vede il vivente, dalla cellula all'uomo, come un sistema
aperto che scambia in continuazione con l'esterno materia ed energia, con
la capacità di ricavare da energie appropriate, nuove strutture
autocatalitiche, che si
possono sviluppare verso una categoria maggiore (evoluzione).
La cibernetica vede l'individuo come un sistema intercollegato
autoregolante, che come i sistemi a rete e può essere descritto solo
attraverso i flussi di informazioni.
Gli espedienti prevalentemente usati nella regolazione dei sistemi
viventi, sono i "Feedbach negativi" da una parte, intesi come
risposte opposte allo stimolo scatenante, e le proteine "Allosteriche"
dall'altra.
La regolazione del CO2, che parte dai recettori collocati negli archi
carotidei è un esempio pratico di come la natura usa il "Feedback
negativo", mentre la regolazione di molte sostanze biochimiche
all'interno della cellula, è prevalentemente legato al cambiamento
strutturale delle proteine "allosteriche" tanto care al premio
Nobel per la medicina Jacques Monod.
Nel suo trattato, "Il caso e la necessità", possiamo leggere
un'affermazione molto profonda e conturbante: " Tutte le religioni,
quasi tutte le filosofie, perfino una parte della scienza, sono testimoni
dell'instancabile eroico sforzo dell'umanità che nega disperatamente la
propria contingenza".
Il sistema di funzionamento cibernetico autoregolante della materia
vivente, secondo Monod, ci porta fuori dalla "Causa", però con
questo ragionamento ci troviamo nella mera sfera della mente razionale,
che tutto polarizza e concepisce le cose solo come entità opposte che non
si possono incontrare.
Uno dei problemi principali del ragionamenti umano, è dato proprio dal
bisogno della polarità, dell'appartenenza, della certezza, della legge,
base di supporto di un Io fragile, che staccato dall'armonia del cosmo,
crede di essere solo e contingente.
Ogni frittata può essere voltata, ma il fatto di poterne vedere solo una
faccia per volta, non cancella l'esistenza dell'altra.
L'abbandono del dualismo ed il ritorno naturale alla dualità delle cose,
è il ponte lanciato dalla fisica quantistica.
L'indeterminazione atomica di Heisenberg, da la prova del limite delle
leggi umane. All'interno dell'atomo, la scienza razionale della mente
cosciente finisce.
L'enunciato che la materia ha la tendenza ad esistere a causa di una
probabilità quantistica ed il fatto che detta materia ha la possibilità
di manifestarsi sia come energia sia come particella pone definitivamente
la questione oltre la ragione.
Il fatto di possedere almeno due veicoli di apprendimento, mente razionale
e mente emotiva, dovrebbe quantomeno far sorgere il sospetto che una
collaborazione tra i due poli, potrebbe portare ad uno slancio evolutivo,
verso la comprensione del fenomeno vita ed i suoi scopi reconditi.
Secondo Denis Sciama, la scoperta scientifica più importante del
ventesimo secolo è aver capito che viviamo in un universo razionale, la
conseguenza di questa scoperta è che possiamo indagare la natura e
l'universo stesso con i metodi scientifici.
La seconda scoperta in ordine di importanza è l'aver capito che viviamo
in un universo evolutivo, ciò significa che il tutto si modifica nel
tempo.
Entrambe questi enunciati comportano profonde implicazioni filosofiche, ed
hanno modificato la percezione che l'uomo ha di sé stesso.
La vera importanza di queste affermazioni sta nel fatto che noi possiamo
indagare la vita da un punto di vista scientifico, filosofico, evolutivo
soltanto per il motivo che la vita comprende nella sua complessità anche
questi aspetti.
Il progetto diventa parte essenziale della vita, poiché se questa fosse
semplicemente abbandonata al caso (caos), non si sarebbe potuto rilevare
nessun processo evolutivo.
Questo non porta assolutamente alla conclusione che la vita è causa, ma
che lo può essere a seconda del punto di vista da cui vogliamo affrontare
il problema.
Il grande contributo di Albert Einstein, ci aiuta a capire che tutto
rimane relativo al punto di vista dell'osservatore ed alla sua velocità,
neppure il tempo scorre uguale ed immutabile in un solo verso come ci è
sempre piaciuto credere!
E' ormai noto che l'investigatore, con la sua presenza modifica l'evento
che osserva.
Alla luce di queste conoscenze, un atto che sembra doveroso, dovrebbe
essere quello dell'umiltà dell'ascolto.
Lasciare l'onere della prova per incontrare l'onore della conoscenza
antica, oggi avvalorata dalla sperimentazione razionale, nella quale il
bambino uomo, cresciuto nell'esperienza, ritorna alla consapevolezza di
appartenere al "Tutto", riconciliazione interiore con l'ambiente
naturale, il cosmo.
L'uomo è prodotto e parte di una evoluzione che coinvolge l'intero
universo, le motivazioni profonde di questa esperienza si espandono su
diversi piani e a diversi livelli di consapevolezza, volerli ridurre ad
una sola lettura razionale è arrogante e antiscientifico.
Se oggi l'uomo non ha i mezzi per misurare lo Spirito, non può continuare
a cadere nel solito errore e concludere che esso non esiste, errore
analogo è il dogmatismo che lo porta a credere senza la "Fede".
Non è certo di fede religiosa che stiamo parlando, ma di quella
"Fides" che sottointende la certezza della conoscenza.
Fede, una parola, un indirizzo, un sentiero da seguire verso la
liberazione dell'intelletto.
La vera Fede è la certezza assoluta della verità, condizione che
attraversa molti piani e molte realtà, percorso di vita e di esperienza
che l'uomo paga quasi sempre con il dolore.
L'interpretazione dovrebbe lasciare il posto all'ascolto, alla sintonia,
al ritmo della natura, alla ricerca del Talento, all'euritmia con il
cosmo, poiché essere in armonia con il "Tutto" è un sistema
per non essere rifiutati dal "Tutto".
Per comprendere meglio queste affermazioni, ci faremo guidare
dall'astrofisica, che passo dopo passo, ci porterà al concetto dell'unità,
del dualismo, della dualità, del bene e del male, energie cosmiche che
agendo come Archetipi intelligenti sono responsabili del risultato
osservabile del mistero della vita.
La relazione stretta che ci lega all'ambiente, può essere considerata un
monito della natura, che ci avverte continuamente della nostra
indivisibilità dal totum in cui viviamo, la fisica subatomica è arrivata
a considerare privo di significato il concetto di particella, in quanto
essa non può esistere se non collegata all'ambiente, e come risultato di
esso, in un tipico aspetto strettamente legato al momento in cui la
osserviamo.
La vitamina C, gli acidi grassi polinsaturi con catene omega 3 e 6, gli
aminoacidi essenziali e altri principi indispensabili alla vita umana,
evocano continuamente un memento naturale: "Credere di essere
individui, svincolati da progetti inconsci e mete universali, ci porta a
non incontrare il nostro ruolo naturale nella grande macchina cosmica e a
operare contro di essa". Poiché la natura ha i suoi mezzi per
contrastare ciò che impedisce la sua evoluzione, possiamo pensare che la
malattia sia un mezzo per riportare l'armonia o per cancellare
drasticamente l'elemento di disturbo".
Sarebbe veramente simpatico poter chiedere ad un batterio intestinale o ad
una cellula del parenchima epatico, se sono a conoscenza del fatto di
esistere all'interno di un individuo, che ha scopi e mete ben differenti
dalle loro!
Lo stupore del batterio o della cellula epatica è lo stesso stupore che
si riscontra nell'uomo quando arriva a pensare che anche lui potrebbe
essere la cellula inconsapevole di un organismo più grande.
L'ilozoismo ci propone che tutto abbia vita, dalla particella di polvere
più piccola al mammifero più grande che la natura sia riuscita a
progettare, e mano a mano che la scienza abbatte i pilastri delle vetuste
credenze dogmatiche, il confine tra vivente e non vivente si assottiglia
sempre più.
Tutte queste informazioni dovrebbero portarci a capire che non esistono
diverse medicine ma una sola Medicina, il cui scopo è quello di guarire
l'uomo malato.
Altra pretesa di questo lavoro è quella di tentare di definire nel modo
più ampio cosa significhino i concetti di salute e di malattia,
conoscenze indispensabili per poter operare una strategia di guarigione.
L'intento è altresì quello di ricercare le cause profonde generanti lo
stato di malessere che comunemente chiamiamo malattia e non la mera
applicazione di rimedi sintomatici, in grado solo di tacitare un
campanello di allarme, che la natura previdente ha progettato per
avvisarci di un qualche cosa che non va.
La scelta di parlare prevalentemente dell'opera del dott. E. Bach, è
dovuta al fatto che nel suo lavoro si riscontrano le linee guida di una
nuova medicina, concepita dall'uomo per l'uomo, medicina dolce, non
invasiva, autogestibile, sempre rivolta verso le cause profonde della
sofferenza umana, motivata da linee guida di evoluzione genetica e
spirituale, finestra di consapevolezza sui grandi quesiti che accompagnano
l'uomo da sempre.
Non ci si lasci ingannare dal linguaggio semplice e dall'esiguità delle
sue opere, poiché esse non sono rivolte all'operatore arrogante e
arroccato nella sua credenza di conoscenza, ma all'uomo malato, alle
orecchie semplici di chi vuol semplicemente condurre la sua vita in
armonia con le leggi del cosmo.
Grandi libri di saggezza antica sono le opere spirituali, e proprio in
esse si legge: " La verità sarà rivelata ai semplici".
Ed è proprio qui che dovremo trovare l'umiltà di chinare il capo e
ascoltare le parole di un altro uomo che alle stregua di Hahanemann, di
Reich, di Jung, di Kent, e tanti altri, ha lavorato al servizio della
libertà e della felicità dell'uomo.
Dall'omeopatia alla naturopatia, alla medicina quantistica, troviamo le
dimensioni di una nuova medicina, spesse volte di confine, ma che tenta
sempre di reinserire l'uomo come fenomeno olistico in relazione
all'ambiente.
Guglielmo Arcieri, nella sua "Introduzione alla medicina cibernetica
e quantistica", pone il
rapporto terapeuta cliente su un piano di parità, e lo intende come
incontro di due precarietà, rappresentanti contempora- neamente una realtà
individuale ed un progetto globale espressioni legate ineluttabilmente ad
un fine comune.
La vita è una malattia mortale dove ognuno incontrerà la sua esperienza
finale, come, secondo le leggi della termodinamica lo stesso universo, sarà
probabilmente costretto a fare, in questo spazio temporale siamo chiamati
all'esperienza, compito fondamentale di ogni essere vivente, per
arricchire il grande progetto di una nuova esperienza, la nostra!
Un lavoro molto interessante è quello di Pischinger e di Heine, che
propongono la matrice, come terreno nel quale si svolgono tutte le
reazioni e gli scambi che permettono alle cellule dell'organismo di
collaborare in un totum differente dalla loro specifica individualità.
Sarebbe in questo tessuto, il connettivo, che per sue proprietà
specifiche, avverrebbero non solo le regolazioni biochimiche della vita,
ma anche lo scambio di informazioni cibernetiche proprie della vita, nonché
tutti i processi infiammatori, che sono alla base dell'autoregolazione
patologica.
Il lavoro sui metameri come elementi funzionali basilari indipendenti,
retaggio della passata evoluzione, aiuta a comprendere su quanti livelli
si può esprimere e operare la regolazione e la disregolazione dell'unità
uomo.
Gli stessi
metameri, possono
ricollegare l'uomo
all'astrologia medica,
che ritenuta
antiscientifica è
stata allontanata dalle università circa trecento anni fa.
E' il lavoro di Jung che attraverso gli archetipi, l'inconscio collettivo
e il principio del sincronismo, ricolloca l'astrologia come chiave di
lettura di una relazione uomo-cosmo sincronica acausale, non
deterministica soggetta al libero arbitrio, dove l'influenza del cosmo è
risentita dall'uomo, ma anche l'azione dell'uomo modifica il cosmo.
Così in cielo come in terra, così in alto come in basso, il piccolo nel
grande, il grande nel piccolo, come a dire che è tutto legato in una rete
inestricabile, individuo olistico che come un ologramma, riporta la sua
totalità in ogni frammento di sé stesso.
Questa è la base delle riflessoterapie, dell'iridologia, dell'auricoloterapia,
strumenti olistici di un intervento diagnostico terapeutico indirizzato
verso la regolazione del sistema e non verso la soppressione del sintomo.
Sono così tanti e vari gli approcci all'entità vivente e ai sui problemi
peculiari che è veramente troppo riduttivo abbracciare una sola
disciplina, forte tentazione di ogni terapeuta, sarà quindi nel tentativo
di trovare il centro e valutare solo quello che comporta beneficio alla
malattia nel senso più ampio del termine, che ci muoveremo in questa
ricerca.
Dalla nascita dell'universo, alle leggi della fisica, dalla medicina
antica, ai postulati dell'omeopatia, alle leggi della floriterapia,
tenteremo di percorre un viaggio alla ricerca di un filo conduttore che
come il filo di Arianna mostri l'uscita del labirinto nel quale l'umanità
sembra essersi persa.
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