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videogiochi killer dietro il massacro della Virginia
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violenti: c’è un piano genocidi dietro la loro diffusione
Farmaci
killer e killer videoprogrammati
Marcello Pamio – 21 febbraio 2008
Verso
la fine di gennaio 2006 il New England Journal of Medicine
(NEJM) ha pubblicato uno studio dove si evidenziavano i gravi rischi di
insufficienza renale con l’Aprotinina
(il nome commerciale è Trasylol)
[1]
In questo studio l’Aprotinina – usata in sala operatoria come
coagulante per ridurre la perdita di sangue – confrontata con 3
farmaci anti-fibrinolitici è risultata essere associata ad un aumento
di ben 2 volte del rischio di insufficienza renale e di ictus nei
pazienti sottoposti ad intervento cardiochirurgico![2]
Non solo, è stato anche osservato che l’Aprotinina aumenta la
probabilità di insufficienza cardiaca o di infarto miocardio del 55%.
Fin
qui nulla di strano, visto che non esistono in commercio farmaci privi
di effetti collaterali.
Basta ricordare il caso Vioxx della corporation chimico-farmaceutica
Merck.
Secondo David Graham, un
dipendente della FDA statunitense, dal 1999 fino al giorno del ritiro
dal commercio, il Vioxx (antidolorifico e antinfiammatorio) potrebbe
avere provocato una vera e propria ecatombe: dalle 89.000 alle 140.000
vittime per infarto del miocardio e/o morte cardiaca improvvisa!
I
dirigenti Merck sapevano in anticipo dei rischi che correvano i pazienti
prendendo questo farmaco, ma nonostante tutto hanno lasciato che venisse
venduto e prescritto a centinaia di migliaia di persone nel mondo, con i
risultati che purtroppo sappiamo. Il tutto per una logica, spietata e
perversa strategia del “business
is business”, vero e unico mantra dei potenti e incravattati
manager.
Tornando
alla Bayer, durante l’anno 2004 le vendite di Trasylol hanno raggiunto
i 171 milioni di euro e nel 2005 avrebbe toccato i 500 milioni! Cifre di
tutto rispetto per una sola molecola!
Dopo la pubblicazione dello studio sul NEJM le azioni della Bayer hanno
avuto un calo del 3%.
A novembre del 2007, secondo il “Financial Times”
La settimana scorsa, il dottor Dennis Mangano, ha denunciato durante il programma “60
minuti” del network televisivo CBS,
che la casa farmaceutica tedesca sapeva della pericolosità del
Trasylol due mesi prima che il farmaco fosse ritirato dal mercato
statunitense
.[3]
La
vita di oltre 22.000 americani avrebbe potuto essere salvata se il
governo e
Secondo il dottor Mangano, l'azienda farmaceutica tedesca sapeva -
grazie a uno studio interno - della pericolosità del farmaco già dal
settembre 2006, ma aveva evitato di comunicarlo alla Food and Drug
Administration (FDA).
Era accaduto, sempre alla Bayer, pochi anni fa con il farmaco Lipobay
contro il colesterolo. Ritirato dal commercio in agosto del 2001 perché
sospettato di aver ammazzato oltre 50 persone, si è venuto a sapere
invece dall’inchiesta aperta a Torino dal Pubblico
Ministero Raffaele Guariniello
che
La dimostrazione sarebbe una lettera inviata da un responsabile della
Bayer americana alla commissione FDA nella quale si parlava di possibile
riduzione del dosaggio in relazione a sospetti casi di rabdomiolisi e
altri inconvenienti verificatisi negli anni precedenti!
Ma il “business è sempre business”!
E
mentre il dottor Mangano denunciava alla CBS la strage causata da un
farmaco della Bayer, all’università dell’Illinois si compiva invece
l’ennesima strage, l’ennesimo rituale di morte, questa volta per
mano di un giovane di 26 anni: Stephen
Kazmierczak.
Il giorno di San Valentino è entrato armato con pistola e fucile in
un’aula gremita di ragazzi e ha iniziato a sparare, uccidendo sei
persone tra cui alla fine se stesso.
Quello che non viene sottolineato adeguatamente, è che il giovane era
uno sfegatato di giochi violentissimi, sparatutto e sanguinolenti, come Counter-Strike della società Valve
e distribuito dalla Microsoft
del filantropo stramiliardario Bill
Gates.
Era così appassionato del gioco che le armi acquistate qualche giorno
prima e usate per compiere l’efferato assassinio di massa, erano
uguali a quelle usate videoludicamente:
pistola Glock e fucile a pompa Remington!
|
|
Immagini
del gioco Counter-Strike: a sinistra la pistola Glock, a destra
il fucile Remington (a pompa) |
L’altra
cosa da sapere - che ritorna sempre o quasi sempre in simili azioni
criminali - è che il giovane era stato psichiatrizzato tempo addietro,
ed era in “cura” con Prozac,
anche se una sua amica ha dichiarato alla stampa che da qualche giorno
non prendeva più la “pillola della felicità”.
Secondo l’Associated Press
Kazmierczak ha passato più di un anno alla Maryhill House, alla fine degli anni ’90, una scuola per così
dire alternativa per bambini sofferenti di disturbi mentali…Dopo il
diploma nel
Quindi il giovane assassino - che da piccolo era un vero e proprio genio
- è passato dal gioco degli scacchi (partecipava a numerose gare con
discreto successo) a quello dei games sanguinolenti. Cos’è accaduto
nel frattempo? Cosa ha provocato questo cambiamento comportamentale?
Nessuno ovviamente lo sa, se non che nel frattempo è stato
psichiatrizzato!
L’altra
cosa certa è che l’ennesimo caso di cronaca nera ha come filo
conduttore sempre la medesima dinamica: psicofarmaci associati a
violenza indotta dai videogiochi sanguinolenti!
Un esempio per tutti, alla scuola superiore Columbine (riportata alla
cronaca dal documentario di Michael Moore), il giovane Eric
Harris era in “cura” con lo psicofarmaco Adderall ed era un appassionato del violentissimo gioco Doom!
Lui e il suo amico, hanno ammazzato ben tredici persone, e alla fine
anche loro stessi!
Idem per il ventitreenne sudcoreano Cho Seung-Hui, incallito giocatore pure lui di Counter-Strike, con
una calibro 22 al Virginia Tech Institute lo scorso aprile ha ucciso
trentatrè persone, tra cui se stesso. Nello zainetto la polizia ha
trovato la ricevuta di acquisto di una pistola Glock da
Sempre la medesima strage, medesima strategia e sempre lo stesso
passato.
Qualcuno
oggi si preoccupa dei pericolosi kamikaze islamici, che zainetto in
spalla si fanno saltare in aria nelle stazioni, ma nessuno parla invece
dei nuovi kamikaze del terzo millennio: giovani programmati,
che sotto effetto di droghe legali, eccitati emotivamente da una
violenza estrema indotta da videogiochi, televisione e film, si alzano
dal letto una mattina, impugnano le armi e in maniera spietata come
sanno fare i robot, vanno a compiere una strage in qualche college.
L’epilogo è sempre il suicidio.
Simili casi di cronaca nera hanno già iniziato manifestarsi anche in
Europa: Svizzera, Germania e Inghilterra. Manca solo l’Italia...
A
questo punto il quadro si complica di molto, perché le lobbies del
farmaco vogliono aprire in Italia ben 82 centri per la somministrazione
di psicofarmaci!
Il podio va alla Lombardia con 19 centri, il Veneto 13 e a seguire le
altre regioni.
Gli esperti hanno già calcolato anche il numero approssimativo di
bambini e/o giovani italiani che entreranno in tale screening
psichiatrizzante. In Italia su una popolazione infantile di 8.103.185
bambini da
Oltre settecentomila bambini italiani potrebbero quindi rientrare in
terapie più o meno farmacologiche!!!
Nonostante
la nota positiva che ci separa (non si sa ancora per quanto) dagli
States, dove per fortuna le armi non si possono comperare
tranquillamente nei supermercati o in banca, rimane sempre la
pericolosità di una società basata sulla violenza e la perdita di
valori.
Educatori, insegnanti e genitori hanno una grandissima responsabilità,
perché la strada che stiamo percorrendo è estremamente pericolosa.
Iniziamo col prendere coscienza - prima di ritrovarci anche qui in
Italia a commentare fatti di cronaca nera - del problema violenza &
psicofarmaci e a responsabilizzarci nei confronti dei nostri figli,
evitando per quanto possibile l’utilizzo di videogiochi violentissimi
e sanguinolenti, e dando loro molta più attenzione. Impariamo ad
ascoltarli, a condividere giochi e passatempi possibilmente all’aria
aperta, piuttosto che rimbambirsi il cervello davanti al tubo catodico o
allo schermo piatto del pc! Tutto questo, condito ovviamente
dall’amore famigliare, è quello che gli “adulti in divenire”
hanno bisogno.
Concludo
con una nota curiosa dell’ultimo kamikaze statunitense: Stephen
Kazmierczak.
Il cognome Kazmierczak è di origine polacca, ed è il patronimico
dal nome personale Kazimierz, composto dal sostantivo polacco kazic:
"distruggere", più l'elemento mir: "pace".
In pratica il nome significa “Distruggere
Mai nome per un assassino è stato più azzeccato!
Ovviamente si tratta di una semplice coincidenza…
“Ordo
ab Chao”
Motto universale della
massoneria che significa “Ordine dal Caos”