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Alle soglie del Terzo Millennio - nonostante i passi avanti in alcuni settori della medicina - continua imperterrita una delle pratiche psichiatriche più criminali che si conoscano: l’elettroshock!
Ma attenzione perché oggi le parole hanno un peso diverso, come gli handicappati sono “diversamente abili” e tutti gli altri “normodotati”, come i ciechi sono “non vedenti” e i vecchi sono diventati “anziani”, anche l’elettroshock si è addolcito in “terapia elettroconvulsivante”. La terminologia “terapia” - non casuale - indica che stiamo parlando di un trattamento che in teoria cura qualcosa, ma nessuno sa bene cosa.
Anche perché per curare una patologia, cioè un sintomo (cioè un segnale di allarme), è necessario conoscerne la causa profonda che l’ha originato, la matrice, e nella psichiatria sappiamo bene che NON esistono patologie organiche ma semplici definizioni!
La cosmesi della terminologia dell’elettroshock è stata necessaria perché forse ricorda troppo da vicino denti che saltano dalla bocca e corpi che sobbalzano dal letto a causa delle convulsioni e contrazioni muscolari provocate dalle scariche elettriche, seguite dal silenzio più assordante!
La “terapia elettroconvulsivante” è decisamente più normoaccettabile, e infatti oggi viene praticata sotto anestesia e miorilassanti. Drogando e anestetizzando il corpo con farmaci di sintesi - dicono i luminari della psiche - non ci sarebbero danni e pericoli per gli essere umani: “gli effetti indesiderati sono irrilevanti”. Non è dato sapere se per “irrilevanti” intendano anche “cervelli cotti” e “cervelli spappolati”.
In questi giorni all’Hilton di Roma i grandi psichiatri hanno chiesto a gran voce alla ministra Turco più centri per la pratica della terapia a base di 220 volt, con la motivazione che gli psicofarmaci sono inutili e paragonabili al placebo. Molto interessante è venire a conoscenza che gli psicofarmaci sono degli zuccherini e che numerosissimi pazienti si sono suicidati (tra cui bambini di 10-11-12 anni) perché convinti che lo zucchero fa male!
Stanno per aprire 82 centri per la somministrazione di psicofarmaci ai bambini e ora vogliono anche centri elettroconvulsivanti (o per caso sono gli stessi?) decisamente questi ultimi meno cari, visto che basta fare un ottimo contratto con l’Enel...
Lo scopo ovviamente degli esperti della Sopsi (Società italiana di psicopatologia) è quello di sdoganare l’elettroshock a livello nazionale e farlo entrare in tutte le città italiane.
Nel 1996 ci aveva pensato la collega-ministra Rosy Bindi a sdoganare l’elettroshock (“Il Corriere della Sera”, venerdì 15 febbraio 2008), ma poi la circolare ministeriale è finita nel cassetto a causa delle numerose critiche.
Vediamo se questa è la volta buona: magari in momento particolare dove tutti sono impegnati dall’ennesime elezioni farsa…
La redazione

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PSICHIATRIA: oltre al danno anche la beffa
Quali verità nascoste sull’elettroshock e sugli psicofarmaci

Sul sito di Adnkronos,  Athanasios Koukopoulos, Presidente uscente dell'Associazione italiana per la terapia elettroconvulsivante (Aitec), afferma che gli psicofarmaci sono più costosi e letali dell’elettroshock. Oggi il Corriere riporta uno studio inglese che rivela che gli antidepressivi sono inutili e paragonabili al placebo.
Come la mettiamo ora con i milioni di persone che stanno assumendo da anni psicofarmaci decantati come assolutamente sicuri ed unica soluzione alle “malattie mentali”? Chi glielo va a dire che sono a rischio di morte? O mentono coloro che promuovono gli psicofarmaci o mentono Cassano e Koukopoulos. Sottolineiamo che Cassano promuove sia l’una sia l’altra soluzione. Come la mettiamo con i miliardi, di nostre tasse sudate, che attraverso il fondo sanitario vengono elargiti generosamente alle case farmaceutiche? Intervistato dal sottoscritto, lo Psichiatra dr. Mariano Loiacono, che da 32 anni opera con estremo successo nell’Azienda ospedaliero-universitaria “Ospedali Riuniti” di Foggia afferma: «Ricevo molte persone che, disperate, cercano di uscire dalle cure psichiatriche tradizionali, anche del dr. Cassano, provate nel fisico e nell’animo ben più di prima che finissero sotto trattamento. Mi piacerebbe che qualcuno organizzasse un confronto pubblico, magari televisivo, tra il dr. Cassano con le sue cure e i suoi collaboratori e i miei metodi e i miei collaboratori. In 32 anni di attività sono centinaia le persone che posso dimostrare sono usciti dal tunnel del disagio psichico affrontandolo col “metodo alla salute” che esclude l’uso di psicofarmaci, a conferma di quello che dice anche il dr. Antonucci sul Giorno di qualche giorno fa. Io e due “casalinghe”, usando il mio metodo, siamo in grado di aiutare un cosiddetto “schizofrenico” senza l’uso di psicofarmaci e trattamenti molto meglio del dr. Cassano e suoi collaboratori; e lo possiamo dimostrare. Inoltre questo con costi decisamente inferiori sia in termini economici ma soprattutto umani». Cassano gioca colpevolmente con le parole quando dice che oggi l’elettroshock è diverso e non provoca più danni poiché effettuato sotto anestesia e iniezione di mielorilassanti. Facciamo un esempio: se ti danno una martellata in testa mentre sei sveglio, è probabile che sentirai molto dolore oltre agli ovvi danni fisici. Se ti danno la stessa martellata mentre sei sotto anestesia, non sentirai il dolore, ma il danno resta. Inoltre nel documento, in nostro possesso, del consenso informato della Clinica Psichiatrica all’Università di Pisa, praticamente non vengono citati danni collaterali fisici che qualsiasi medico potrebbe confermare. Non solo nello stesso documento si fa del terrorismo psicologico dicendo al paziente che se non si sottopone…avrà un più lungo e grave periodo di malattia e debilitazione. Il documento afferma che eventuali ricadute dopo l’elettroshock vengono “evitate” con l’assunzione di psicofarmaci. Mamma mia è un circolo dannatamente vizioso!
La vera differenza, che Cassano e Koukopoulos non dicono tra il passato e il presente dell’elettroshock, è solo da un punto di vista estetico: non si vedono più gli aspetti drammatici delle convulsioni (mielorilassanti) quindi è accettabile per la gente, ma non per colui che lo riceve.
Una società civile non dovrebbe permettere trattamenti brutali ma proibirli, oltre ad effettuare una completa indagine per scoprire i danni causati fino a questo momento. Alla luce delle dichiarazioni di Koukopoulos bisognerebbe anche indagare a questo punto su cosa intende con “psicofarmaci costosi e letali” soprattutto sull’affermazione “letali”. Siamo d’accordo su entrambi i punti. Un appunto sul costoso: la psichiatria in America con 12 dollari di corrente incassa 5 miliardi. Sembra proprio un buon affare.

Massimo Parrino / Comitato dei Cittadini per i Diritti Umani onlus