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Intervista a Luca Poma, portavoce nazionale di "Giù le mani dal Bambini"
Prosegue serrato il confronto con gli organismi nazionali
di controllo sanitario, sull'introduzione in Italia di Ritalin e
Strattera. Appello del nostro portavoce nazionale: "Ad ogni
associazione ed ente che è parte del nostro consorzio è richiesto di
fare la sua parte per amplificare e veicolare il nostro messaggio. Un
grazie di cuore a chi ci sostiene, ed un invito a chi è indeciso:
questa è una battaglia etica, chi non può o non vuole essere coerente
con i nostri valori riveda la propria affiliazione a Giù le Mani dai
Bambini". Proprio in questi giorni, aumenta il numero degli
affiliati! Ecco un intervista al portavoce nazionale della Campagna,
Luca Poma
Dopo la
"bagarre" dell'altro giorno in Senato, i ponti con l'AIFA e
l'Istituto Superiore di Sanità sembrano rotti definitivamente...
Mi dispiace se questo è il messaggio che è passato, noi
non abbiamo questioni personali di alcun tipo con questi funzionari
pubblici. Ma quello che dev'essere chiaro e che non siamo disponibili a
accettare supinamente delle decisioni che ledono gli interessi diffusi
che rappresentiamo.
Quali interessi,
quelli della lobby degli psicologi e dei pedagogisti?
No guardi, non costituiscono neppure la maggioranza tra
noi. Allora dovremmo parlare delle lobbies dei neuropsichiatri, dei
nutrizionisti, dei pediatri, dei capi famiglia, degli insegnanti, dei
giornalisti, dei parlamentari... Intendo far comprendere che "Giù
le Mani dai Bambini" è un movimento trasversale, non tutela alcuna
lobby specifica. Ci sforziamo di interpretare al meglio gli interessi
dei minori italiani, lottiamo contro la medicalizzazione troppo
disinvolta e contro chi la vuole agevolare, questa è la nostra
missione.
L'Agenzia Italiana
del Farmaco a Vostro avviso agevola la medicalizzazione disinvolta dei
bambini? Mi faccia capire...
Diciamo che a nostro avviso non fa abbastanza per
contrastare questa "moda" dello psicofarmaco facile, ha gli
strumenti ma si applica poco...con una battuta, possiamo dire che l'AIFA
è uno scolaro indisciplinato. Abbiamo sottoposto all'AIFA quella che è
l'opinione di una parte comunque significativa della comunità
scientifica nazionale, e non solo nazionale, ma l'AIFA ha un
atteggiamento ancora "conservativo", un pò supponente: sono
convinti di aver sempre e comunque ragione, e non devo spiegarle io
quanto è discutibile e pericoloso questo punto di vista...
Chiedete a gran
voce di bandire degli psicofarmaci dal mercato. Questo non finirà per
danneggiare i pochi casi che hanno davvero bisogno di un supporto
farmacologico?
Intanto i casi - secondo i dati stessi dell'AIFA - non sono
proprio pochi. Loro hanno sostenuto fossero pochi, in audizione al
Senato, sottostimando il fenomeno evidentemente per tranquillizzare i
Senatori: peccato che, già dal giorno dopo, dei loro funzionari abbiano
ripreso a far circolare dati inquietanti e ben più elevati sul numero
di bambini ai quali somministrare psicofarmaci, cifre che curiosamente
collimano con le ricerche di marketing di chi questi prodotti di vende.
Ma al di la di quest'osservazione, noi non siamo interessati certo a
"bandire" queste molecole dal mercato, questa è una voce
messa in giro strumentalmente da persone non genuine, le stesse
probabilmente che dopo la nostra audizione al Senato si sono attaccate
al telefono per esercitare pressioni e cercare - invano - di spaccare il
nostro consorzio. Il nostro desiderio è invece quello di arrivare a
somministrazioni davvero sicure. Stupisce che l'AIFA non l'abbia
compreso, e che invece di "cavalcare" questa sensibilità
della società civile la ostacoli.
Interessi
"trasversali", secondo lei?
Non arrivo a sostenere questo, anche se di potenziali
conflitti d'interesse si sono riempite le pagine dei giornali. Il
problema forse risiede in una certa indisponibilità dell'ente pubblico
a mettersi in discussione, siamo purtroppo ben lontani dal concetto di
co-management del nord-Europa. L'Istituto Superiore di Sanità aveva
tentato di inaugurare una nuova stagione sotto questo profilo, ma
evidentemente non è bastato.
Non vi hanno dato
abbastanza retta?
Diciamo che hanno ignorato molte proposte concrete,
circostanziate, dettagliate, che se accolte - a detta non solo nostra,
ma di molti specialisti - avrebbero migliorato di gran lunga i
protocolli diagnostico-terapeutici. Invece hanno avviato - interpreto,
magari sbaglio - una campagna di "blanding", come se a noi
importasse qualcosa del sedere ad un tavolo Ministeriale: non abbiamo di
queste velleità, ci interessano invece i risultati, e se i risultati
mancano e inevitabile che noi ci si faccia sentire.
A voce un pò
troppo alta, dicono alcuni, tanto che due enti associati al Vostro
consorzio si sono defilati.
Vorrei precisare: un ente se n'è andato, un altro è stato
allontanato da noi, perchè di certe adesioni solo formali non sappiamo
cosa farcene. Chi è a caccia di visibilità o difende interessi
particolari può e deve trovare un'altra collocazione che non nella
nostra "casa associativa". Idem per chi ci dice "aderiamo
alla Vostra campagna, ma nei comunicati stampa dove picchiate duro il
nostro logo preferiamo non ci sia". Questo atteggiamento è davvero
ridicolo, non è questo lo spirito con il quale condurre questa
battaglia, preferiamo rinunciare a queste adesioni "di
comodo". In ogni caso, sono due sole associazioni su
centoventisette, non ci turbiamo certo per questo, i generali mettono
sempre in conto qualche diserzione quando la battaglia si fa davvero
dura, i pavidi sono sempre esistiti. L'appello ai membri del consorzio
è di serrare i ranghi: ognuno deve fare il proprio lavoro - ora più
che mai - per divulgare il messaggio, messaggio che non è mai cambiato:
quello era all'inizio della Campagna, quello è adesso, di tutto ci si
può accusare tranne che di mancanza di coerenza. Questo premia, tanto
che abbiamo già nuove richieste di adesione, che stiamo vagliando
proprio in questi giorni.
E i pediatri?
Veramente non ci ha mai appoggiato, non ha mai fatto parte
del nostro consorzio, ne mai gli abbiamo chiesto di aderire. Vede, c'è
una differenza sostanziale tra la ristretta cerchia del direttivo della
FIMP ed i pediatri italiani, quelli che fanno con coscienza il loro
lavoro sul territorio, e siamo certi che al loro prossimo congresso
anche questi argomenti saranno oggetto di discussione.
A cosa porterà
quindi questa specie di "guerra"?
Noi chiediamo una cosa molto semplice: una revisione in
senso più prudenziale dei protocolli per le diagnosi e per le terapie.
Non chiediamo la luna, è evidente a chiunque sia in buona fede. Questo
abbiamo chiesto fin dall'inizio, e questo continuiamo a chiedere. Finchè
questi protocolli non verranno rivisti, il tono del confronto non potrà
che alzarsi sempre più. Se l'AIFA avesse accettato un confronto serio,
e non solo su aspetti marginali, a quest'ora sarebbe tutto risolto ed
rapporti non sarebbero così tesi. Non è complicato, posso solo sperare
che finalmente capiscano. Noi non siamo soggetti a pressioni politiche
ne di altro tipo, non molleremo mai la presa, ognuno di noi ha un
potenziale sostituto già formato,
Luca Yuri Toselli - coordinatore
operativo
Campagna Nazionale "GIU' LE MANI DAI BAMBINI"
Non
ETICHETTARE tuo figlio, ASCOLTALO!
www.giulemanidaibambini.org - www.donttouchthechildren.org
COMUNICATO STAMPA DEL
14/05/2007
RITALIN, CONFRONTO GIU LE MANI DAI BAMBINI/AGENZIA DEL FARMACO IN
SENATO. NOSTRO PORTAVOCE: "POTERI FORTI PREMONO PER SPACCARE IL
NOSTRO COMITATO, MA IL COMITATO CRESCE COMUNQUE. CHI NON E‘ COERENTE
CON IL NOSTRO MESSAGGIO SE NE VADA. SE PROSEGUONO ESPOSTO A MAGISTRATURA
PENALE"
Torino - Dopo la polemica a mezzo stampa seguita all'audizione in Senato di martedì scorso, si sono segnalate dure pressioni da parte di enti ed individui in corso di identificazione al fine di spingere alcuni organizzazioni membre del Comitato "Giù le Mani dai Bambini" ad abbandonare il consorzio. Due realtà hanno deciso di non proseguire oltre nell'impegno a difesa del diritto alla salute dei bambini, ma altre cinque nuove realtà invece hanno fatto domanda di adesione - in corso di valutazione – adesioni che porteranno così il numero dei membri a complessivi 130. "Quando ci si scontra con poteri forti è da mettere in conto, ma appare comunque sconcertante: stiamo raccogliendo informazioni ed elementi certi per identificare gli autori di tali sconsiderate pressioni e valutando l'ipotesi di depositare un esposto penale in magistratura". Rispondendo ad un'intervista di un periodico, Poma ha dichiarato: "Mi dispiace se è passato il messaggio che noi si sia in guerra contro l'AIFA, non abbiamo problemi con questo ente pubblico, ma dev'esser chiaro che non siamo disponibili ad accettare supinamente decisioni che a ns. avviso rischiano di ledere il diritto alla salute dei bambini. L'AIFA non contrasta abbastanza la "moda" dello psicofarmaco facile: con una battuta, possiamo dire che l'AIFA è uno "scolaro indisciplinato", si applica poco. Abbiamo sottoposto all'AIFA l'opinione di una parte significativa della comunità scientifica nazionale, e non solo nazionale: non si vogliono "bandire" questi psicofarmaci dal mercato, questa è una voce messa in giro strumentalmente da persone non genuine, il nostro desiderio è quello di arrivare a somministrazioni davvero sicure. Stupisce che l'AIFA invece di "cavalcare" questa sensibilità della società civile la ostacoli: siamo purtroppo ben lontani dal concetto di co-management del nord-Europa, l'Istituto Superiore di Sanità aveva tentato di inaugurare una nuova stagione sotto questo profilo, ma non è bastato". Riguardo alla situazione interna del Comitato, Poma ha dichiarato: "un ente se n'è andato, un altro è stato allontanato da noi, perchè di certe adesioni solo formali non sappiamo cosa farcene. Chi è a caccia di visibilità o difende interessi particolari deve trovare un'altra collocazione che non nella nostra "casa associativa". Idem per chi ci dice "aderiamo alla Vostra campagna, ma nei comunicati stampa dove picchiate duro il nostro logo preferiamo non ci sia". Questo atteggiamento è ridicolo, non è questo lo spirito con il quale condurre questa battaglia, preferiamo rinunciare a queste adesioni inutili. In ogni caso, sono due sole associazioni su centoventisette, non ci turbiamo per questo, i generali mettono sempre in conto qualche diserzione quando la battaglia si fa davvero dura, i pavidi sono sempre esistiti. Abbiamo scritto una lettera aperta ai membri del consorzio, invitandoli a serrare i ranghi: ognuno deve fare il proprio lavoro - ora più che mai - per divulgare il messaggio, messaggio che non è mai cambiato: quello era all'inizio della Campagna, quello è adesso, di tutto ci si può accusare tranne che di mancanza di coerenza, e questo premia, tanto che abbiamo nuove richieste di adesione, che stiamo vagliando proprio in questi giorni". Poma ha anche risposto alla Federazione Medici Pediatri, che si era "dissociata" dalla linea di Giù le Mani dai Bambini: "Veramente la FIMP nazionale non ci ha mai appoggiato, non ha mai fatto parte del nostro consorzio, ne soprattutto gli abbiamo mai chiesto di aderire. C'è una differenza sostanziale tra la ristretta cerchia del direttivo FIMP ed i pediatri italiani, quelli che fanno con coscienza il loro lavoro sul territorio, e siamo certi che al loro prossimo congresso anche questi argomenti saranno oggetto di discussione. La FIMP ha contestato le nostre posizioni senza neppure essersi pronunciata sulla nostra documentazione scientifica, è evidente che il loro direttivo ha necessità di mostrarsi ossequioso nei confronti dei poteri forti. Ma molti pediatri nella penisola sono con noi, lo vediamo girando per conferenze e seminari: a noi interessa rinnovare l'invito alla prudenza circa il tema psicofarmaci ai bambini, e questo pensiero fa anche parte del comune sentire della classe pediatrica, checchè ne dica il direttivo FIMP. Noi chiediamo una cosa molto semplice: una revisione in senso prudenziale dei protocolli per le diagnosi e per le terapie. Finchè questi protocolli non verranno rivisti, il tono del confronto non potrà che alzarsi sempre più. Se l'AIFA avesse accettato un confronto serio, e non solo su aspetti marginali – ha concluso Poma - a quest'ora sarebbe tutto risolto ed rapporti non sarebbero così tesi".
Per media relation: portavoce@giulemanidaibambini.org - 337/415305.