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E' operativo negli Stati
Uniti un piano per piazzare il neo-malthusiano Albert Arnold Gore junior
(vice presidente di William Jefferson Clinton e Premio Nobel per la
Pace, sic!) alla Casa Bianca.
Al Gore (uomo di punta dell'establishment, finanziato da multinazionali
del petrolio), è un forte sostenitore di Paul e Anne Ehrlich, autori
nel 1968 del libro: "La bomba demografica", che vuole
attribuire alla sovrappopolazione tutti i problemi ambientali del mondo.
Come vice presidente minacciò di tagliare ogni aiuto economico al Sud
Africa se il paese non abbandonava i piani per produrre in proprio
medicinali generici contro l'AIDS...
Oggi il signor Al Gore, con la scusa del riscaldamento globale è
diventato il paladino, universalmente riconosciuto, dell'ambientalismo.
I suoi scopi invece sono quelli di portare avanti le più becere teorie
malthusiane sulla sovrappopolazione: cioè lasciar morire o aiutarli
a morire, milioni di persone nei paesi in via di sviluppo!
Redazione
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- Pagina
controllo climatico
- I Nobel dell'ipocrisia
e della Propaganda
E' gelo sul
riscaldamento globale
Di William Engdahl - Global Research
Tratto da http://www.comedonchisciotte.org
La bufala del riscaldamento globale smascherata
da un freddo da record mondiale
Il battage pubblicitario governativo e mediatico sul pericolo del
riscaldamento globale che starebbe già causando lo scioglimento delle calotte
polari e minacciando una catastrofe climatica planetaria, assume sempre di più
i connotati di propaganda politica. Finora le nevicate di quest’anno in Nord
America, Siberia, Mongolia e Cina sono state le più abbondanti dal 1966.
Per il Centro Climatico Nazionale dei Dati degli USA (NCDC), a gennaio e inizio
febbraio molte città americane hanno sofferto un freddo record. Secondo il NCDC,
la temperatura media di gennaio “è stata di 0.3 gradi Fahrenheit inferiore
alla media riscontrata nel periodo 1901-2000”.
La Cina sta subendo l’inverno più rigido da un secolo a questa parte. Nel sud
del Paese, dove in genere le temperature sono più miti, il freddo è stato così
intenso, e così a lungo, che alcune città medio-piccole hanno dovuto fare a
meno dell’elettricità per settimane, perché era impossibile riparare i
guasti per il troppo freddo o per il ghiaccio.
Nell’Ontario e nel Quebec i due mesi scorsi ci sono state così tante bufere
di neve e ghiaccio che persino il mercato immobiliare ne ha sofferto dato che le
persone preferivano starsene tappate in casa. Soltanto nelle prime due settimane
di febbraio a Toronto sono caduti 70 cm di neve, battendo il record del 1950 di
66.6 cm per l’intero mese.
I ghiacciai si ricompattano
Tra i più drammatici risultati del freddo polare su gran parte del pianeta è
il capovolgimento di quella che era la notizia più frequentemente ripetuta: lo
scioglimento dei ghiacci delle calotte polari. L’autunno scorso il mondo fu
scioccato dalle dichiarazioni di alcuni climatologi, secondo cui lo strato di
ghiaccio ai poli aveva raggiunto il “livello più basso mai registrato”.
Avevano però cautamente omesso di dire che il controllo dello spessore dei
ghiacciai era iniziato soltanto nel 1972, e che ci sono prove geologiche di
scioglimenti ben più importanti nel passato.
Adesso, a risultato della rigidità delle recenti temperature, il ghiaccio è
tornato. Secondo Gilles Langis, membro del servizio canadese delle previsioni
del tempo ad Ottawa, l’inverno polare è stato così gelido che il ghiaccio
non solo è stato recuperato, anzi, in molte zone è più spesso dello scorso
anno di 10-20 centimetri.
Pochi sanno, e i sostenitori del Riscaldamento Globale sembrano volerlo
nascondere a tutti i costi, che ci sono notevoli variazioni stagionali sulla
quantità di ghiaccio presente sull’oceano artico. Inoltre, gran parte del
ghiaccio è coperto di neve per circa 10 mesi all’anno, e i mesi di marzo e
aprile sono quelli con più neve, con variazioni dai 20 ai 50 centimetri. Lo
spessore non è sempre costante, non lo è mai stato.
Anomalie del Modello Climatico
Molti tra i climatologi culturalmente onesti ammettono che le loro previsioni
contengono irregolarità. Robert Toggweiler, del Laboratorio di Dinamica dei
Fluidi dell’Università di Princeton e Joellen Russell, vice professore di
Dinamiche Biogeochimiche all’Università dell’Arizona, due importanti
fautori del Modello Climatico in discussione, di recente hanno ammesso che le
previsioni basate su test computerizzati che mostrano come lo scioglimento dei
ghiacciai raffreddi gli oceani, fermando la circolazione dell’acqua calda
equatoriale a latitudini nordiche con il possibile innesco di un’altra Era
Glaciale (come nel film del 2004 “L’alba del giorno dopo”) sono sbagliate.
In un’intervista rilasciata di recente, Russell ha detto: “Non è lo
sciogliersi del ghiaccio che porta le correnti oceaniche verso nord dai tropici,
ma piuttosto la circolazione dei venti. I modelli climatici finora studiati non
hanno tenuto ben conto degli effetti del vento sulle correnti oceaniche, per cui
i ricercatori hanno pareggiato i conti riversando sull’uomo la responsabilità
dell’aumento delle temperature e dello scioglimento dei ghiacciai.” Beh,
questo è molto interessante.
Quando i professori Toggweiler e Russell riprogrammarono il loro modello
includendo il ciclo quarantennale dei venti da e verso l’equatore, notarono
che le correnti oceaniche che portano acqua calda dal sud al nord avevano un
ovvio ruolo nel recente riscaldamento del circolo polare artico.
Climatologi russi ritengono che i recenti cambiamenti climatici riscontrati a
livello globale siano il risultato dell’attività solare, e non di emissioni
causate dall’uomo. Un membro dell’Accademia Russa di Scienze Naturali, Oleg
Sorokhtin, definisce l’incidenza dell’uomo sul riscaldamento globale come
“una goccia nel mare”. Le sue ricerche dimostrano che la recente attività
solare è entrata in una fase di inerzia, per cui ha suggerito alla gente di
“munirsi di cappotti”.
Kenneth Tapping, del Consiglio Nazionale della Ricerca canadese, che
supervisiona un gigantesco radiotelescopio puntato sul sole, è convinto che se
l’attività delle macchie solari non riprende presto, entreremo in un lungo
periodo di clima freddissimo. L’ultima volta che il sole è stato così
inerte, infatti, la terra subì una Piccola Era Glaciale che durò all’incirca
cinque secoli, finendo nel 1850. I raccolti vennero meno per colpa di gravi
gelate e siccità. Carestie, pesti e guerre si moltiplicarono. I porti gelarono,
come anche i fiumi, per cui i commerci cessarono.
Geopolitica del riscaldamento globale
L’isterismo circa il surriscaldarsi della terra è essenzialmente una trovata
geopolitica delle élite planetarie, per far sì che i popoli accettino di buon
grado drastici tagli al loro stile di vita che, se fossero pretesi dai politici
senza un buon motivo, potrebbero innescare scioperi e proteste. Il resoconto
dell’IPCC commissionato dalle Nazioni Unite sul riscaldamento globale
raccomanda che un enorme 12% del Prodotto Interno Lordo mondiale sia indirizzato
a “prevenire gli effetti dannosi dei cambiamenti climatici”, e stima che la
spesa per la riduzione di certe emissioni arriverebbe a 2.750 dollari all’anno
per famiglia, sotto forma di costo energetico.
Esistono oggi due principali opzioni politiche che il potere
dell’establishment anglo-americano può adottare per continuare a controllare
un mondo che gli sta sfuggendo rapidamente di mano. Le chiameremo Piano A e
Piano B.
Piano A è quella del duo Bush-Cheney e delle
grandi compagnie petrolifere e militari da loro rappresentate. Cheney e il suo
grande amico, Matt Simmons, divulgarono il mito del Picco del Petrolio per far sì
che la gente accettasse l’inevitabilità dell’aumento del prezzo al barile a
100 dollari e oltre. Nel frattempo il potere delle grandi compagnie petrolifere
e delle forze militari ad esse correlate cresceva con l’incremento del prezzo
del greggio.
La Guerra Globale al Terrorismo fornì un pretesto per giustificare il controllo
militare sulle maggiori riserve di petrolio e suoi transiti nel mondo.
Dall’Iraq all’Afghanistan, al Kossovo, il piano degli USA e della NATO era
il controllo futuro degli straordinari poteri emergenti, dalla Russia alla Cina,
all’India, al Brasile al Venezuela e oltre. L’efficace lavoro diplomatico
della Cina in Africa ha fatto sì che molti Paesi africani siano sul punto di
allontanarsi dal controllo USA o britannico per affidare le loro risorse
petrolifere ai cinesi oppure a gestirsele da soli.
Se John McCain sarà scelto come presidente dalle élite di potere americane,
significherà che quel programma militare e petrolifero si accentuerà,
specialmente ora che gli USA stanno per affrontare una grave depressione
economica.
La seconda opzione per mantenere il controllo su
gran parte dell’economia mondiale, il Piano B, vede nel Riscaldamento Globale
e nei “poteri deboli” delle Nazioni Unite, del Fondo Monetario
Internazionale e della Banca Mondiale, un veicolo più adatto per convincere la
gente ad accettare di buon grado cambiamenti drastici al loro stile di vita.
Barack Obama, che sembra essere la scelta delle stesse élite, la loro
“ventata d’aria fresca” per rimettersi in sesto dopo il fallimento degli
anni del duo Bush-Cheney, tenderebbe ad adottare l’opzione del Riscaldamento
Globale dell’establishment anglo-americano, il “Piano B”, per abbassare il
tenore di vita. In un suo intervento durante la campagna presidenziale a
Wallingford in Pennsylvania, Obama rispose ad una domanda circa Al Gore,
l’eroe del Riscaldamento Globale. Come presidente, Obama disse che avrebbe
valutato l’opportunità di assegnare ad Al Gore una posizione ministeriale –
o più rilevante, dicendo: “Mi premurerò di avere Al Gore seduto al tavolo di
discussione, con un ruolo centrale per risolvere questo problema. Gli parlo
spesso e già mi sto consultando con lui circa il da farsi, ma il cambiamento
climatico esiste.”
Due grandi fazioni
Sono due i raggruppamenti principali all’interno dei poteri politici
dell’establishment occidentale, e a grandi linee condividono gli stessi fini
elitari, pur divergendo sul come raggiungerli. Il loro scopo principale è
quello di controllare la crescita economica e demografica del pianeta.
Il primo gruppo è definito come il gruppo di Rockefeller. Ha una base di potere
estesa su tutto il globo ed oggi è ben rappresentato dalla famiglia Bush, che
ha iniziato proprio come braccio destro della potente macchina di Rockefeller,
la cui fazione da più di un secolo basa il suo potere e prestigio sul controllo
del petrolio usando interventi militari per ottenerlo. La fazione è
personificata dall’uomo che dal 2001 è in effetti il presidente per quanto
riguarda le decisioni da prendersi, Dick Cheney. Cheney è stato direttore
generale della Halliburton Corp., che è sia la più grande società al mondo di
assistenza per i giacimenti petroliferi, sia il maggior costruttore di basi
militari.
Il secondo gruppo si potrebbe chiamare “la fazione dei poteri deboli”, la
cui filosofia può essere riassunta in una frase: “si prendono più mosche con
una goccia di miele che con un barile di aceto”. La strada che hanno scelto di
percorrere per contenere il processo demografico e per abbassare il tasso delle
nascite in Cina e altrove è quella di promuovere l’inganno del riscaldamento
globale e di un’imminente catastrofe climatica. Al Gore appartiene a questa
fazione, come la sostiene il Primo Ministro inglese Gordon Brown, i due vedono
nelle istituzioni come le Nazioni Unite un buon veicolo per propagandare il
periodo di vacche magre.
L’IPCC (Pannello Intergovernativo sui Cambiamenti Climatici) è stato ideato
dalle Nazioni Unite nel suo Programma per l’Ambiente. Nonostante sia
dimostrato che la metodologia scientifica usata per stilare i suoi dossier sul
clima è alquanto imprecisa, essi sono sbandierati come verità sacrosante dai
potenti mezzi di comunicazione che hanno alle spalle. Fanno parte di questa
fazione anche il faccendiere miliardario George Soros, alcuni membri della
famiglia reale inglese e diverse vecchie famiglie di ereditieri europei.
La prova ambientale del riscaldamento globale sta rapidamente sciogliendosi come
ghiaccio al sole, per cui non ci sorprenda che notizie sul raffreddamento delle
calotte polari ed altre contrarie a quanto asseriscono i profeti del malaugurio
non siano trasmesse dai media internazionali.
F. William Engdahl è autore del libro
di prossima pubblicazione, “Seeds of Destruction: The Hidden Agenda of Genetic
Manipulation” (”I semi della distruzione, l’agenda segreta della
manipolazione genetica”), Global Research Publishing, e autore di “ A
Century of War: Anglo-American Oil Politics and the New World Order” (“Un
secolo di Guerra: la politica petrolifera anglo-americana”), Pluto Press. Può
essere contattato presso il suo sito web, www.engdahl.oilgeopolitics.net
Titolo originale: " Global Warming gets the Cold Freeze "
Fonte: http://www.globalresearch.ca/
Tradotto per www.comedonchisciotte.org da Gianni Ellena