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I Nobel dell’ipocrisia e della propaganda
Albert Arnold Gore junior
e l’I.p.c.c. hanno vinto l’ambito e ‘prestigioso’
Premio Nobel per
Solamente il Comitato di ‘esperti’ della Fondazione svedese
per il Nobel poteva assegnare il premio per
La spiegazione ufficiale è che Al Gore junior e l’Ipcc (il Comitato
intergovernativo per i mutamenti climatici), sono stati premiati per gli sforzi compiuti al fine di «costruire
e divulgare una maggiore consapevolezza sull'impatto del cambiamento
climatico causato dall'uomo, e per delineare le misure necessarie a
contrastare» gli effetti negativi.
Non importano le sempre più
numerose evidenze scientifiche che dimostrano la truffa colossale, il
terrorismo mediatico e psicologico portati avanti da Gore & C..
Poco importa anche che la strategia algoriana
sia quella di puntare il dito contro i Paesi in via di sviluppo,
colpevoli di una crescita demografica incontrollata (falsa pure questa),
che causerebbe il consumo delle risorse mondiali (!?). Della serie: non
siamo noi occidentali che consumiamo e sprechiamo, ma sono i “morti
di fame” del Terzo Mondo!
Quindi “maggiore consapevolezza” di cosa?
Forse che il milione e mezzo di dollari (soldi che vengono donati
assieme al Premio) è stato dato ad un miliardario guerrafondaio,
massone di alto rango, che partecipa attivamente alle strategie eugenetiste
e razziali statunitensi?
Nulla di nuovo all’orizzonte
direbbe qualcuno, visto che perfino Heinz Alfred Kissinger -
Henry per gli amici - nonostante i suoi numerosissimi crimini in giro
per il mondo - ha ricevuto il premio Nobel per
Ecco l’ipocrisia dei Nobel…
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“Ogni bambino nato
in soprannumero rispetto all’occorrente per mantenere la popolazione
al livello necessario deve inevitabilmente perire, a meno che per lui
non sia fatto posto dalla morte degli adulti...pertanto...dovremmo
facilitare, invece di sforzarci stupidamente e vanamente di impedire, il
modo in cui la natura produce questa mortalità; e se temiamo le visite
troppo frequenti degli orrori
della fame, dobbiamo incoraggiare assiduamente le altre forme di
distruzione che noi costringiamo la natura ad usare.
Invece di
raccomandare ai poveri l’igiene, dobbiamo incoraggiare il contrario.
Nelle città occorre fare le strade più strette, affollare più persone
nelle case, agevolando il ritorno della peste. In campagna occorre
costruire i villaggi dove l’acqua ristagna, facilitando gli
insediamenti in tutte le zone palustri e malsane. Ma soprattutto occorre
deplorare i rimedi specifici alla diffusione delle malattie e
scoraggiare quella persone benevole, ma tratte decisamente in ingannano,
che ritengono di rendere un servizio all’umanità ostacolando il
decorso della estirpazione completa dei disordini particolari”.
Al
Gore e il Piano per il Controllo Demografico Globale
Marcello
Pamio – 10 aprile 2007
«Alla ricerca di un nuovo nemico che ci unisca, trovammo l’idea che
l’inquinamento, la minaccia del riscaldamento globale,
dell’esaurimento delle riserve idriche, della fame et similia sarebbe
potuta andar bene […] Tutti questi pericoli hanno come causa
l’intervento umano […] Il nemico reale, quindi, è la stessa umanità»
“A
Report by the Council of the Club of Roma”, 1991
Proiezioni dentro le scuole, alle università, conferenze pubbliche in
ogni città di ogni paese del globo. Premiato con ben due Oscar, come
miglior documentario e come miglior canzone, la casa di produzione è
E’ doveroso a questo punto aprire una parentesi storica
per meglio comprendere l’indirizzo strategico di questa potentissima
casa di produzione (massonica).
Nel 1966 la Paramount viene assorbita da un grande
conglomerato industriale-finanziario, il più grande tra quelli che
hanno assorbito le majors:
I primi decenni del secolo scorso (e non è cambiato granché
oggi se non qualche fusione tra loro) sono caratterizzati da otto major,
le cinque maggiori: Paramount (Zukor),
Warner Brothers (i Warner),
Loew-Metro Goldwyn Mayer (i Mayer),
Twentieth Century Fox (i Fox) e RKO
e le tre minori, Universal (Laemmle), Columbia (fratelli Cohn) e United
Artist.
Tutte e otto sono però consociate nella Motion
Picture Producters of America (MPPA) e quindi controllate dal gruppo
Rockefeller e/o Morgan.
I veri padroni degli oligopoli cinematografici rappresentati dalle
maggiori case di produzione sono ancora oggi i grandi finanzieri di Wall
Street. I maggiori trust finanziari e bancari statunitensi, le Big
Three, sono i gruppi Rockefeller,
Morgan e Kuhn Loeb & Co.
Ovviamente
Chiudiamo l’analisi di “An inconvenient truth” con il giovane regista Davis Guggenheim, figlio del quattro volte
premio Oscar Charles Guggenheim
(nato da una famiglia ebrea di Germania).
Decisamente Al Gore
non è quello che si può definire l’ultimo arrivato: membro del C.F.R.
(Consiglio per le Relazioni con l’estero, il governo ombra
statunitense), della Commissione Trilaterale (fondata da David Rockefeller), nonché
vicepresidente degli Stati Uniti d’America sotto William
Jefferson Blythe III, detto Bill Clinton, e candidato alle presidenziali
del 2000 contro George Walker
Bush junior. Inutile ricordare che Al Gore avrebbe vinto le elezioni
se non fosse intervenuto George
Walker Herbert Bush (massone del 33° grado del Rito Scozzese Antico
e Accettato) a sistemare il
tutto e posizionare il figliol
prodigo alla Casa Bianca…
Al Gore è l’uomo
di punta del movimento New Age che cavalca il cavallo verde
dell’ecologia.
Ecco perché vedere
un Al Gore che indossa la maschera del paladino ecologista dovrebbe
farci sorridere, anche perché, il portavoce della campagna contro il
riscaldamento globale, il cui nome completo è Albert
Arnold Gore junior (per differenziarlo dal paparino Albert Arnold Gore senior), fa parte di una delle più potenti
famiglie statunitensi, paragonali a quella dei Bush.
Il papà di Al Gore, che chiamerò Gore senior, ha fatto parte del
cosiddetto “establishment rosso”. Socio in affari con il famoso imprenditore e
collezionista d’arte, Armand
Hammer, il quale per primo portò aiuti economici a Vladimir Il'ič Ul'janov,
meglio conosciuto come Lenin.
Armand Hammer |
Albert Arnold Gore senior |
Il padre Julius Hammer ha
fondato il Partito Comunista Americano ed era amico, nonché
benefattore, di Gore senior e addirittura di Joseph Stalin.
Armand Hammer - secondo l’FBI statunitense e grazie al
FOIA[3]
- faceva sporchi affari di importazione ed esportazione con l’Unione
Sovietica e ha personalmente negoziato con Lenin durante gli anni ’20;
successivamente è entrato nel mondo del petrolio fondando
Politicamente Hammer non guardava in faccia nessuno (come nella
migliore delle tradizioni mondialiste): ha finanziato i repubblicani
come Nixon, e i democratici
come Al Gore junior!
Quindi il neo ecologista
Al Gore junior, che sta girando il mondo denunciando da tutti i
microfoni il riscaldamento del globo, è stato finanziato da una
corporation petrolifera e non solo, ma vanta addirittura legami
economici con la stessa: possederebbe infatti 500.000 dollari di azioni
della OXI!
Potrà anche essersi sbarazzato di queste poco-pulite azioni, intestate
magari a un prestanome o devolute in beneficenza, ma il discorso non
cambia di un millimetro, perché come vedremo, le finalità del
documentario, dalle stesse parole di Al Gore, rientrano nella campagna
per il controllo demografico del pianeta portato avanti da decenni da
potenti gruppi controllati dai Rockefeller!
Prima però analizziamo quali sono questi gruppi e quali
soprattutto le finalità.
“La premessa indispensabile, per
una incondizionata accettazione ai programmi di genocidio dei cosiddetti
circoli mondialisti, è l’odio per l’uomo, l’odio per il suo
diritto divino di procreare e di popolare la terra”.[4]
Forse sto esagerando? Assolutamente no.
Il 6 e 7 aprile 1968 presso l’Accademia dei Lincei alla
Farnesina a Roma, una trentina di persone si sono riunite - con la
sponsorizzazione della Fondazione Agnelli - per “cambiare
le loro idee sui grandi problemi del pianeta”.
Nasce così il “Club di Roma”!
Un gruppo di chiaro stampo malthusiano (vedremo in seguito chi fu Thomas
Malthus), in cui l’odio contro l’uomo non trova più limiti:
l’uomo infatti diventa “un cancro”, “un essere perverso”. Le
parole d’ordine, come scrisse il presidente Aurelio
Peccei, nella sua biografia, diventano: “Il
diritto di dar la nascita non è un diritto assoluto”.
O come disse alla Deutsche Press Agentur nel 1988, il
principe Filippo (Mountbatten)
Duca di Edimburgo massone d’alto rango e presidente internazionale
del WWF: “Nel caso io rinasca,
mi piacerebbe essere un virus letale, così da contribuire a risolvere
il problema della sovrappopolazione”
Filippo Duca d'Edimburgo |
David Rockefeller |
Aurelio Peccei |
Nel 1965 il presidente USA, Lyndon Johnson dichiarava a San Francisco durante il 20°
anniversario delle Nazioni Unite, che 5 dollari investiti nel controllo
della popolazione, valevano quanto 100 dollari investiti nello sviluppo
economico.
Per non essere da meno Nixon il 18 luglio 1969 al Congresso sottolineò
come le Nazioni Unite “dovranno
prendere l’iniziativa di reagire contro la crescita della popolazione
mondiale”, e nel 1970 la sua amministrazione emise una direttiva
che chiedeva una serie di studi per la diminuzione delle nascite.
Studio che non tardò ad essere pubblicato. Il 24 aprile 1974 Henry
Kissinger firmò il “National
Security Study Memorandum
Questo Memorandum altro non è che “uno studio sull’impatto della crescita della popolazione mondiale
sugli interessi strategici americani” mettendo ben in evidenza
quali sono “le implicazioni
politiche ed economiche internazionali” [5].
Kissinger & C. (creatura dei Rockefeller) raccomanda caldamente il
trasferimento della tecnologia contraccettiva, la sterilizzazione,
l’aborto, il condizionamento della popolazione e dei leaders politici.
Nel 1975 tali raccomandazioni vengono accolti dall’amministrazione
americana. Lo spopolamento di intere nazioni della terra entrava così,
a far parte della politica estera degli Stati Uniti. A firmare questo
atto criminale fu il Direttore del Consiglio per
Il primo di una lunga serie di esperimenti fu la guerra civile in Libano
(1975-1990)…
Passano gli anni ma la situazione non cambia di molto.
Il 24 luglio 1980, il presidente James Earl Carter junior (noto
come Jimmy Carter) firma i risultati di un nuovo studio intitolato: “The
Global 2000 – Report to the President”
Un rapporto di oltre 1600
pagine che esordisce così: “Se
proseguirà la tendenza attuale, allo sviluppo demografico ed economico,
il mondo del 2000 sarà più popolato, più inquinato, meno stabile
ecologicamente e più vulnerabile alla distruzione del mondo in cui
viviamo oggi”.
Questo Global 2000 è una
dichiarazione politica ufficiale di intenti genocidi, secondo la quale i
paesi in via di sviluppo, privati di industrializzazione, dovrebbero
regredire e ridurre le loro popolazioni! Guarda caso, la medesima
conclusione che arriva Al Gore nel suo “documentario ecologista”.
Nella conferenza del Cairo, per esempio, si è riproposto la distruzione
dell’istituzione della famiglia, che è il fondamento della società
umana, camuffando questo con lo slogan della “libertà sessuale”. I
metodi proposti? Li possiamo vedere oggigiorno: diffusione generalizzata
dell’aborto, sterilizzazione forzata, eutanasia, pornografia e chi più
ne più ne metta.
Per non parlare della cancellazione di importanti valori e/o modelli
familiari sostituendoli con beceri quanto devianti valori rappresentati
perfettamente da star dello spettacolo, della musica e della
televisione.
Tra il 3 e il 14 giugno del
Sapete da chi era guidata la delegazione statunitense?
Proprio da Al Gore in persona, il quale ha presentato il suo libro dal
titolo “Earth in the Balance:
Ecology and the Human Spirit”, (“Terra in equilibrio: Ecologia e Spirito Umano”). Un libro in cui
viene lanciata l’idea per un nuovo “Piano Marshall Globale”
sotto il controllo dell’ONU in grado di imporre uno stretto controllo
sui consumi energetici e la politica industriale degli Stati.[7]
Egli ripropone anche la furiosa campagna del governo britannico
contro i paesi inadatti allo sviluppo ai quali il principe Filippo
chiedeva insistentemente di ridurre la propria popolazione. Lo stesso
Filippo di prima, il presidente internazionale del WWF.
Gore arriva ad affermare che la minaccia nucleare che aveva
caratterizzato gli anni della Guerra Fredda sia stata sostituita “dalla
natura strategica della minaccia che ora la civiltà umana pone
all'ambiente globale e dalla natura strategica posta alla civiltà dai
cambiamenti nell'ambiente globale”. Chiese per tanto ai leader
mondiali di non lasciarsi distrarre dall'intraprendere questo nuovo
corso anche se questo avrebbe lasciato “milioni
di persone ... a soffrire nella povertà e a morire di stenti, guerre, e
malattie”.
Certamente in tutto questo, il documentario propagandistico
della Paramount Classics gioca un ruolo fondamentale e soprattutto
funzionale.
E’ bene anche ricordare che dalla fine degli anni ’80 Al Gore junior
promuove l’embargo della tecnologia moderna verso il Terzo Mondo, con
la scusa ufficiale che si tratta di “tecnologia duale”, ovvero
utilizzabile sia per scopi civili che militari.[8]
Perché rischiare che questi popoli certamente inferiori si dotino di
armamenti? Meglio non dare nulla, per il loro e soprattutto per il
nostro bene
Tutto questo nel ricco documentario si può “leggere”
se e solo se si hanno gli strumenti conoscitivi adeguati: tra
numerosissimi e complicati grafici sull’aumento dell’anidride
carbonica nel pianeta, prove fotografiche dello scioglimento dei
ghiacciai sia al nord che al sud del globo, che porteranno
all’innalzamento del livello dei mari di svariati metri e la
conseguente cancellazione di centinaia di milioni di persone,
soprattutto nel sud-est asiatico, Al Gore svela i suoi veri
intendimenti, si toglie la maschera e dice:
“Stiamo assistendo
alla collisione tra la nostra civiltà e
Ci sono volute 10
mila generazioni per arrivare a 2 miliardi di persone, ma se nell’arco
di una vita dai 2 miliardi si
passa a 9, questo significa che sta accadendo qualcosa di diverso.
Stiamo creando sempre più pressione sulla terra, e
la maggior parte di questa pressione viene esercitata dalle nazioni
più povere del mondo. C’è una maggiore richiesta di cibo,
una maggiore richiesta di acqua, ma le
risorse naturali sono limitate”.[9]
Avete capito dove vuole arrivare?
Ho sottolineato appositamente i passaggi chiave che rientrano nel
pensiero malthusiano.
Secondo il democratico ecologista del Tennessee, la prima causa di tutto
questo surriscaldamento globale è da imputarsi all’aumento delle
popolazioni e alla pressione esercitata dalle nazioni più povere!
Conclude dicendo che le risorse naturali sono limitate. Ricordate prima
quando vi ho accennato a Thomas Malthus?
Bene, oltre due secoli fa il reverendo Thomas
Robert Malthus elaborò una teoria che pone in relazione la crescita
della popolazione con lo sviluppo economico. Il pastore anglicano
sosteneva che la tendenza della popolazione di un paese è di crescere a
tasso geometrico (per esempio 1–2–4–16-32), mentre l’offerta di
cibo segue invece un tasso aritmetico (per esempio 1-3–5–7–11).
Quindi siccome l'offerta di cibo non riesce a tenere il passo della
crescita della popolazione, i redditi pro-capite tenderanno a diminuire
sino ad arrivare al livello di sussistenza. Il solo modo per evitare
bassi livelli di vita o di assoluta povertà è di limitare il numero di
nascite! Ma guarda caso…
Non solo, ma per Malthus, come per Al Gore, le risorse sono
limitate, e questo implica una sola cosa: se una nazione vuole mantenere
il proprio standard di benessere, come per esempio gli Stati Uniti, dovrà
far di tutto per impedire che queste risorse (appunto limitate) vengano
distribuite equamente. Ecco le guerre, le carestie e i genocidi.
Thomas Malthus è l’ideologo del controllo demografico, e le sue
teorie demografiche saranno riprese e studiate da Charles Darwin, applicate sulla popolazione da Adolf Hitler, e propagandate dal nostro “sempre-verde” Al Gore.
L’altra cosa che il documentario non lascia spazio è
alla speranza. Una persona, che non ha le conoscenze adeguate, come la
maggior parte dei giovani, dopo aver visto il dvd potrebbe senz’altro
pensare e dire: “non c’è più
nulla da fare”.
Spegnere la speranza, soprattutto in un ragazzo (l’adulto di domani),
è una delle cose più criminali che si possano fare, e naturalmente
questo rientra in una strategia deviante creata ad hoc.
Al Gore dimentica di dire nel suo documentario che
Basta snocciolare qualche dato per comprendere che non lo è affatto.
Il 70% dell’intera coltivazione cerealitica degli Stati Uniti
d’America (il 36% nel mondo!) serve per allevare gli animali da
macellazione. Animali che naturalmente non saranno mangiati dai paesi in
via di sviluppo, ma da noi occidentali!
Secondo il World Resources
Institute gli americani ingurgitano 122 chili di carne a
testa ogni anno, mentre noi italiani “solamente” 88 chili!
Quasi il 50% dell’acqua consumata, sempre negli Stati Uniti, serve
proprio per le coltivazioni che andranno per questi animali. Pensate che
per produrre solamente 5 chili di carne bovina serve tanta acqua quanta
ne consuma una famiglia media (occidentale naturalmente) in un intero
anno.
Ecco perché a livello globale, il 70% dell’acqua utilizzata dal
pianeta è usato dalla zootecnia e dall’agricoltura!
Possiamo ancora parlare di utopia? O questo termine è
comodo perché ci evita di mettersi davanti allo specchio tutti per
intonare un bel “mea culpa”?
Ma andiamo avanti. Per produrre un paio di jeans è richiesto oltre
L’elenco sarebbe lunghissimo, ma penso basti per far comprendere come
le risorse (in questo caso l’acqua, ma è valido per qualsiasi altro
bene) non sono certamente distribuite. Nel mondo infatti 400 milioni di
bambini non hanno accesso all’acqua potabile e 2 milioni ne muoiono
per la sua mancanza.
Ma per fortuna che ci sono le teorie di Malthus e il documentario di Al
Gore: d’altronde che colpa ne abbiamo noi se le risorse del pianeta
sono limitate e se siamo nati in un opulento occidente!
Grazie Malthus e soprattutto grazie Al Gore
Non ho voluto commentare i dati riportati dal documentario
per non dilungarmi troppo, perché penso sia sufficiente il background
di Al Gore per comprendere cosa e soprattutto chi c’è dietro.
Comunque sia, recentemente la rivista tedesca Bild
[10]
L’articolo presenta tre tesi che contraddicono quelle di Al Gore.
1)
I
periodi di caldo e freddo si alternano da sempre a prescindere dalla
concentrazione di anidride carbonica.
2)
Gli
inverni caldi non costituiscono la prova di un reale cambiamento
climatico. Sono esistiti sempre, come l'estate del 1904, quando l'Europa
fu investita da un caldo tropicale, tanto che il grande fiume Elba
rimase quasi a secco. L'inverno del 1907 fu così mite che le piante
cominciarono a fiorire in dicembre, come in primavera. Il motivo è
l'aumento delle radiazioni solari e gli scienziati danesi hanno
dimostrato che il sole alla fine del 20mo secolo ha emesso radiazioni
tanto intense come non è mai accaduto negli ultimi mille anni.
3)
La terza tesi afferma che il quantitativo di CO2 nell'atmosfera non
dipende quasi affatto dalle automobili, ma che l'attività umana
contribuisce solo dall'1 al 4 per cento delle emissioni mondiali. La
respirazione degli esseri umani produce 2,5 milioni di tonnellate di C02
e le macchine ne producono 6,7 milioni. Il grosso del CO2 viene dalla
respirazione animale e dagli oceani.
Con quanto ho riportato non è mia intenzione far finta di
non vedere le gravissime colpe ambientali che ha la nostra società
industrializzata. Anzi, l’unica cosa certa che si evince da questa
diatriba (non certo sterile dal punto di vista evolutivo), oltre alla
strategia dei nuovi demografi malthusiani come Al Gore, è che tutti noi
occidentali dovremo rivedere assolutamente il nostro stile di vita in
molti dei suoi aspetti fondamentali, ecco qualche piccolo esempio:
- Consumo alimentare: quanto di quello che mangiamo serve ad una sana nutrizione e quanto è inutile spazzatura chimica indotta dalla pubblicità? E’ davvero fondamentale, per noi italiani, mangiare 88 chili di carne all’anno?
-
Riciclo
e riutilizzo: quanti sono gli oggetti che vengono effettivamente
riutilizzati e riciclati e che non vanno a finire in discarica
inquinando il paese?
-
Mezzi
di trasporto: servono davvero 2/3 automobili e due scooter per famiglia?
-
Spreco
di risorse: quanto oro blu (acqua) buttiamo via tenendo aperto il
rubinetto durante una bella doccia calda? Oppure quando laviamo i piatti
o la macchina?
-
Ecc.
-
Ecc.
Solo una seria presa di coscienza del problema, può dare
dei risultati importanti anche a livello planetario, visto che siamo
tutti, che ci piaccia o non ci piaccia, nella stessa barca. Dare la
colpa ai paesi poveri del Terzo Mondo, come fa Al Gore & C., denota
solo una strumentale e criminale malafede!
Per
approfondire l'argomento:
- Bild
sulla frode del riscaldamento globale
- Il
razzista Al Gore
- Da
Hitler a Gore, la strategia ecologista dell'Impero Britannico
- Gore
denunciato a Washington e in Canada
Note
[1]
“Dietro il sogno americano:
il ruolo dell’ebraismo nella cinematografia statunitense”
Gianantonio Valli, ed. Barbarossa
[2]
Idem
[3]
FOIA: Freedom of Information Act) la legge sulla libertà
d’informazione
[4]
“ONU: gioco al massacro” di Franco Adessa, ed. Civiltà.
[5]
Sommario del “National Security Study Memorandum
[6]
“Massoneria e sette segrete: la faccia occulta della storia”
[7]
Idem
[8]
Movisol
[9]
“An inconvenient truth”, documentario di Al Gore, prodotto dalla
Paramount Classics
[10]
http://www.movisol.org/07news051.htm
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Nuove critiche alla truffa di Al Gore sul riscaldamento globale
5 settembre
2007 – Un ufficio della Commissione Ambiente del Senato USA
ha annunciato il 30 agosto un nuovo studio del dott. Klaus-Martin
Schulte, secondo cui meno della metà degli scienziati che esaminano
il riscaldamento globale credono che le cause siano da attribuire
all'attività umana. Lo studio di Schulte passa in rassegna i
trattati sul cambiamento climatico pubblicati tra il 2004 e il 2007.
Sui 539 trattati presi in esame solo 38 - cioè il 7% - appoggia
esplicitamente la teoria del riscaldamento dovuto all'attività
umana. Complessivamente i sostegni espliciti e quelli impliciti a
tale teoria arrivano al 45%. Il “consenso” di cui parla Gore
sembra dunque limitarsi agli impresari dei suoi concerti e non al
mondo scientifico.
James Hansen, direttore dell'Istituto Goddard della NASA, una delle
“autorità” più citate da Al Gore, si è recentemente
screditato quando è stato costretto ad “aggiornare” i dati
della temperatura globale riportati sul sito web dell'istituto dopo
che il collega canadese Steve McIntyre aveva reso noto che i dati
per gli Stati Uniti impiegati da Hansen sono i dati grezzi
provenienti dalle stazioni meterologiche del Global Climate
Historical Network e non le medie aggiustate delle rilevazioni. Ad
Hansen risultano temperature molto elevate negli anni Novanta,
presentati come come il decennio più caldo della storia. Ma una
volta fatta la media e gli aggiustamenti secondo le regole
stabilite, risulta che il decennio più caldo furono gli anni Trenta
e non gli anni Novanta. L'anno più caldo è il 1934 e non il 1998,
come piace alla propaganda di Gore. La correzione di McIntyre,
inoltre, riduce la media del periodo “anomalo” 2000-2006 di 0,15
gradi.
La falla apertasi in tal modo nella teoria del riscaldamento
provocato dall'industrializzazione diventa irrimediabile. Sul sito
dell'Institute adesso si può leggere una nota in cui si ringrazia
il prof. McIntyre per aver indicato l'errore. http://data.giss.nasa.gov/gistemp/
In passato McIntyre fu tra coloro che dimostrarono la falsità del
grafico delle temperature dell'ultimo millennio redatto da Michael
Mann, che presentava un abnorme riscaldamento nell'ultimo periodo,
secondo un andamento definito “mazza da hockey”. (vedi http://www.movisol.org/clima.htm).
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Il
razzista Al Gore
30
marzo 2007 – Lyndon LaRouche ha lanciato negli USA una
campagna di denuncia del razzismo che anima l'intera carriera di Al
Gore, primo responsabile delle ripetute sconfitte elettorali e
politiche dei democratici. La rivista EIR ha già pubblicato
e continuerà a pubblicare dossier e documentazioni su questi temi: