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Partorire senza doglie
Tratto dal libro: “Gli inventori delle malattie: come ci hanno convinti ad essere malati
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Venti minuti di anestesia, una piccola incisione alla parete addominale e il bambino è in braccio alla mamma. Il taglio cesareo un tempo tanto temuto oggi è di moda. Sembra che in Germania il 43,2% delle donne sia favorevole all'intervento. Il numero dei tagli cesarei eseguiti in Germania cresce in maniera vertiginosa: dal 6% dell'inizio degli anni '80 al 20% attuale, mentre nelle cliniche universitarie si arrivano addirittura al 28%.
E’ vero che il più delle volte i medici decidono di praticare questo intervento perché vedono minacciata la salute del bambino o della madre. Va però detto che un numero che va dal 6 all'8% circa delle donne interessate decide di propria iniziativa di sottoporsi all'operazione. «Vi sono coppie che appena arrivate in ambulatorio chiedono informazioni sul taglio cesareo», osserva Hans-Jurgen Kitschke, direttore della clinica ginecologica di Offenbach.

    Sembra che il primo taglio cesareo al quale sono sopravvissuti sia la madre che il bambino abbia avuto luogo nella località svizzera di Siegershausen nell'anno 1500, a opera di un certo Jakob Nufer. Quest'uomo era un maestro nel maneggiare lame affilate, visto che il suo mestiere era quello di castrare i maiali (i maiali castrati ingrassano più alla svelta). Da giorni sua moglie aveva le doglie e nessuno tra le tredici levatrici e i diversi chirurghi che l'avevano visitata sapeva cosa fare. Allora decise di intervenire lui. In un resoconto dei fatti che ci è stato tramandato leggiamo quanto segue: «Poi l'uomo sprangò la porta, pregò Dio di aiutarlo e di assisterlo, stese sua moglie sul tavolo e le tagliò la pancia, non diversamente da come avrebbe fatto con un maiale».
Stando a quanto riportato, il disperato intervento di Nufer ebbe buon esito. «Il primo taglio praticato nella pancia è riuscito cosi bene, che si è potuto subito portare alla luce il bambino integro e sano.» La ferita della madre venne chiusa nella maniera in cui «si è soliti cucire le scarpe vecchie». La donna guarì.

Dopo questo episodio, che sa un po' di aneddoto, l'operazione restò per secoli uno spauracchio. Nell'Europa del XIX secolo soltanto il 14% delle donne sopravviveva a un intervento del genere. La situazione mutò quando nel 1876 il ginecologo milanese Edoardo Porro introdusse un nuovo modo di operare. Questo medico usava asportare chirurgicamente il bambino insieme all'utero ed era in grado di arrestare le emorragie. Da allora in poi metà delle donne operate riusciva a sopravvivere all'intervento.
    Il metodo chiamato inter faeces et urinam (tra le feci e l'urina) era considerato fino ad alcuni anni fa il modo migliore di venire al mondo. Negli anni '70, nella maggior parte dei paesi industrializzati una percentuale molto bassa di bambini (dal 3 al 5%) veniva alla luce con il parto cesareo. E gli ospedali nei quali i medici ricorrevano troppo spesso al bisturi godevano di cattiva fama: era palese che in quelle sale parto non si conosceva gran che l'arte dell'ostetricia. Il parto con taglio cesareo era ritenuto pericoloso, e una madre che aveva dato alla luce il figlio in quel modo era commiserata. Essa infatti aveva «perso» il momento della nascita del suo bambino a causa dell'anestesia totale a cui era stata sottoposta. Inoltre doveva restare per due settimane a letto in ospedale per curare una dolorosa cicatrice provocata dall'intervento.

Oggi in Brasile le donne delle classi elevate considerano poco elegante partorire un figlio dalla vagina. A Rio de Janeiro 85 donne su 100 ricorrono al parto cesareo e conservano così la «vagina di una teen-ager». A Monterrey, in Messico, le donne in procinto di diventare madri fanno stampare in anticipo i biglietti che annunciano la nascita del loro figlio, con tanto di data del lieto evento. «In paesi quali l'ex Unione Sovietica, circa il 96% dei parti sono naturali», dice la ginecologa messicana Viviane Brunet. «Là la gente è abituata così, mentre qui non lo è». E negli Stati Uniti una donna su tre tra quelle che aspettano un figlio e hanno un'assicurazione sanitaria privata tiene conto dello slogan che dice: «Preserve your love channel, take a Cesarean» (tieni integro il canale dell'amore, fatti fare un taglio cesareo). In Thailandia, infine, molte donne scelgono di partorire in questo modo perché vogliono che loro figlio venga al mondo il giorno che un indovino ha stabilito essere propizio.

Il «British Medical Journal» riporta le considerazioni di alcuni esperti, i quali dicono che da alcuni anni il parto, da normale processo fisiologico, è diventato «un evento medico che ha luogo con la supervisione di un ginecologo».
    (E’ interessante notare come alcuni psichiatri cerchino di trarre profitto dalla tecnicizzazione del parto. L’Associazione tedesca di psichiatria, psicoterapia e neurologia, in un lavoro intitolato L'esperienza del parto come trauma, scrive che dopo aver subito un taglio cesareo molte madri «si sono sentite afflitte da gravi depressioni, che possono durare a lungo». E continua sostenendo che «conseguenza di ciò possono essere problemi di allattamento difficili da risolvere e l'irrequietezza dei bambini».
    Da un'inchiesta condotta tra un certo numero di ostetriche è risultato che addirittura il 31% di esse farebbe partorire le gestanti col taglio cesareo, anche nel caso di gravidanze senza particolari problemi. «II parto con il taglio cesareo è oggi diventato una vera "alternativa terapeutica" al parto vaginale», commenta Peter Husslein della clinica ginecologica dell'Università di Vienna. «Obiettivo di un'ostetricia moderna deve quindi essere quello di permettere a ogni donna di partorire nel modo che più le aggrada».

Oggi c'è grande concorrenza tra le sale parto degli ospedali, perché i bambini che vengono al mondo sono sempre di meno. Anche per questo motivo i medici cedono alle richieste delle future madri più di quanto sarebbe necessario dal punto di vista clinico. Il dottor Kitschke, un ginecologo di Offenbach, osserva che «chi offre il parto più confortevole riceve spesso un supplemento di onorario, e per un parto col taglio cesareo le casse malattia pagano anche il doppio di quanto pagano per un parto normale». Un parto col taglio cesareo costa mediamente 1500 euro in più rispetto a un parto naturale.
    L'Organizzazione mondiale della sanità crede sia ragionevole supporre che nel mondo i parti che avvengono col taglio cesareo ammontino al 15% del totale (ricordiamo che in Germania sono il 20%). Oltre questa soglia un di più di assistenza medica non serve certamente a migliorare le condizioni di salute della donna e del bambino. In Olanda e in Svezia la quota dei parti con taglio cesareo si colloca tra il 10 e il 12%, e in quei paesi non è che le madri e i neonati corrano più pericoli che altrove.

Occorre invece dire che il parto con taglio cesareo che la donna sceglie di sua volontà comporta maggiori rischi rispetto al parto normale. Circa il 20% delle donne che scelgono questo tipo di parto dopo l'intervento ha la febbre, perché la ferita si infiamma. E il 2% dei bambini che nascono in questo modo apparentemente facile è sfiorato al viso dal bisturi e viene al mondo con uno sfregio. Malgrado tutti i progressi che sono stati fatti nel campo della tecnica chirurgica e anestetica, col parto avvenuto con taglio cesareo muore ancora più del doppio delle donne che muoiono col parto normale. Per citare qualche cifra, diciamo che dopo un parto avvenuto con taglio cesareo muore una partoriente su 17.000, mentre dopo un parto vaginale ne muore una su 47.000. Inoltre il parto con taglio cesareo fa lievitare i costi del sistema sanitario. Se in Germania il numero dei parti con taglio cesareo cresce dell'1%, i costi aumentano moltissimo. La dottoressa Birgit Seelbach-Góbel, primario della clinica ginecologica St. Hedwig a Regensburg, dice in proposito: «In effetti la sola conseguenza di ciò, potrà essere che le donne che vorranno scegliere di partorire con il taglio cesareo dovranno pagarsi l'intervento».

E tuttavia la marcia trionfale del taglio cesareo sembra ormai inarrestabile. Nella primavera del 2002 anche l'Associazione tedesca di ginecologia e ostetricia ha liberalizzato il «taglio cesareo scelto volontariamente». In un documento dell'associazione si legge quanto segue: «Ma anche nel caso in cui manchi un'indicazione del medico a favore del parto con taglio cesareo, a meno che esso non sia controindicato, l'ostetrico può assecondare l'esplicito desiderio della donna di partorire in quel modo».

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