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Ogm, pomodori viola e i grandi disinformatori di professione
Marcello Pamio - 3 novembre 2008

I Premier dei paesi dell’Unione Europea, cioè l’Unione oligarchica dei banchieri, sono impegnati a promuovere cibi geneticamente modificati e stanno preparando una campagna mediatica senza precedenti per diffondere culturalmente e colturalmente questi cibi in tutto il continente!
A rivelarlo è il quotidiano britannico Independent on Sunday, che ha pubblicato i verbali di una serie di incontri segreti tra i 27 rappresentanti dei governi.
Tali documenti dimostrano una serie di programmi per accelerare l’introduzione e l’accettazione degli OGM.
La stragrande maggioranza dei consumatori non vuole gli OGM, ma le lobbies agrosementiere (leggi lobbies del farmaco) si stanno prodigando per “servircele” in tavola.

Spendono miliardi di euro ogni anno per esperimenti sul campo e in laboratorio; milioni per corrompere funzionari e controllori; i soldi li usano anche per distruggere prestigiose carriere di tutti gli scienziati dissidenti, e pagare parcelle stratosferiche a famosi testimonial, ecc.
Perché darsi così da fare? Qual è il vero scopo?
Perché spendono e spandono per un prodotto che nessuno vuole?
Le miliardarie agenzie di P.R., pubbliche relazioni, vogliono farci credere che lo scopo è quello di sfamare i paesi poveri, sempre più alle prese con problematiche alimentari. Chi avrebbe il coraggio di denunciare cibi dagli scopi umanitari?

Vogliono anche farci credere che gli OGM forniranno in futuro farmaci anticancro direttamente nel piatto. Chi avrà il coraggio di denunciare cibi che ridurranno la moria di tumori?
Alla prima domanda si risponde velocemente: i paesi del terzo mondo vengono mantenuti artificialmente allo stato brado da secoli, dissanguati da guerre e genocidi (tutti finanziati dall’umanitario Occidente) per motivi geostrategici ed economici. Quindi gli OGM destinati a loro sono un insulto alla loro e alla nostra intelligenza! Ma vedremo che c’è dell’altro…
L'altra cosa da sapere è che gli OGM necessitano di particolari pesticidi, tutti brevettati dalle stesse lobbies delle sementi, che impoveriranno ulteriormente i già poveri contadini. Per non parlare dei semi transgenici detti “Terminator” (Monsanto-Pfizer), che sono programmati a morire dopo il raccolto, costringendo gli agricoltori a ricomperare ogni anno i semi e a pagare le royalty.

Esattamente quello che si sta verificando nell’Iraq “liberato”. I contadini iracheni stanno morendo non solo a causa delle radiazioni nucleari rilasciate nel terreno dalle armi non convenzionali usate dall’esercito statunitense, ma anche dalle restrizioni economiche provocate dai diritti che devono alla Monsanto. Nessuno ha il coraggio di denunciare questo ulteriore crimine, non di guerra, ma di pace!

Prima di rispondere alla domanda sull’utilizzo degli OGM per produrre farmaci è necessario capire perché rappresentano un pericolo per la società.
Per questo lavoro mi baserò sul recentissimo libro di Arpad Pusztai ("La sicurezza degli Ogm"), eminente studioso e autorità mondiale della biochimica, scritto assieme alla moglie, Susan Bardocz, biochimica e farmacologa.

La sua vicenda è emblematica ma esemplare: da santo difensore “molto entusiasta” - per usare le sue parole - della modificazione genetica si è trasformato in diavolo da sconfiggere e annientare con ogni mezzo.
Lo scienziato credeva in quello che stava sperimentando: ma cosa stava sperimentando?
Il suo primo errore è stato quello di “trovare” le prove che le patate geneticamente modificate che stava studiando, danneggiavano nei topi il sistema immunitario, il cervello, il fegato e i reni.

L’altro gravissimo errore, quello imperdonabile per il Sistema, è stato l’imprudenza di parlarne in televisione durante un programma. Sono cose che non si devono sapere!
Risultato immediato? Dopo quella intervista televisiva durata solo 180 secondi, cioè 3 minuti, la sua ricerca venne bloccata, il suo team sciolto, tutti i dati degli esperimenti confiscati e Arpad Pusztai costretto al prepensionamento dal prestigioso Rowett Research Institute di Aberdeen in Scozia. Stiamo parlando di uno massimi esperti mondiali di biochimica con circa 270 pubblicazioni scientifiche a suo nome. 
Oggi come ieri, l’inquisizione non guarda in faccia nessuno.

Tutto questo per aver scoperto e dimostrato che l’alimentazione animale con piante geneticamente modificate provoca serissimi problemi alla salute.
Veniamo ora al tema centrale di questo articolo e cerchiamo di capire se gli alimenti transgenici possono essere un pericolo per la salute umana? Per quella degli animali abbiamo visto che lo sono.
L’handicap della modificazione genetica riguarda il determinismo genetico.
Ecco un esempio pratico:
Quando venne modificato il tabacco affinché producesse un certo composto chimico, i ricercatori ottennero non il tabacco che si aspettavano, ma un altro tipo, che produceva un veleno non presente nella pianta naturale”.[1]

Questi errori, che accadono costantemente in genetica, sono gravissimi e dimostrano la nostra totale ignoranza nei meccanismi che governano i geni e il DNA. Ma l’uomo con il camice bianco, lo sciamano con le provette, si è sostituto a Dio nella manipolazione della Natura.
L’altro punto oscuro è l’incorporazione, cioè l’inserimento fisico dei transgeni nelle piante e/o animali. Uno dei metodi utilizzato si chiama “Metodo del Cannone”. La superficie di particelle di oro o tungsteno viene ricoperta di DNA in cui è presente il transgene. Queste particelle vengono accelerate e letteralmente “sparate” dentro la cellula.
Ma dove si vanno a collocare questi geni “sparati”? Nessuno lo sa con precisione, anche se biotecnologi si sgolano nel dire che si tratta di una metodologia sicura.

Il determinismo genetico
L’errore forse più grande si chiama “determinismo genetico”. Il punto di partenza della grande Scienza genetica è totalmente errato.
La teoria della genetica classica sostiene da decenni che ciascun gene determina un’unica proteina.
Quindi
à UN GENE = UNA PROTEINA

Il discorso è semplicissimo.
Basandosi su questo assioma i genetisti ortodossi portano avanti la strampalata ipotesi di poter estrarre dal genoma di un dato organismo il gene che codifica una specifica proteina (per esempio la proteina del freddo in un pesce del Mare del Nord). Di impiantare questo gene in un altro organismo (pianta o animale che sia) per produrre la medesima proteina (fragola che resiste al freddo) che fabbricava nell’organismo donatore. Questo in via teorica, ma nella realtà non è assolutamente così!
Nell’uomo si conoscono circa 100 mila proteine diverse, per cui i genetisti si aspettavano di trovare 100 mila geni (1 gene = 1 proteina). Ma quando l’enorme e dispendioso lavoro (miliardi di dollari) di mappatura genetica - chiamato Progetto Genoma Umano - è stato terminato, si sono contati solo 30 mila geni!

[ 30.000 GENI 100.000 PROTEINE ]
???

Questo significa, con il rammarico della genetica e la soddisfazione dell’epigenetica, che ogni gene può codificare diverse proteine e non una sola.

[ 1 GENE à (codifica) 1,2 o anche 3 PROTEINE ]

Un tale numero di geni, non riusciva a spiegare, in base al fallimentare determinismo genetico classico, l’esistenza di tante proteine.
Prima abbiamo parlato dell’incorporazione, ma anche quando il gene entra nel genoma di una cellula ricevente, possono verificarsi dei cambiamenti drastici e pericolosi. Il docente dell’Istituto di Patologia molecolare londinese, Michael Antoniou avverte che la tecnica d’inserimento geni: «…può trasformare il genoma dell’organismo ricevente, con conseguenze che non possono essere calcolate a priori»[2]

Perfino Marcia Vincent, portavoce della Monsanto Corp. riconosce la possibilità che si verifichi una riorganizzazione genetica intorno al punto d’inserimento del gene estraneo o esogeno.
Con le attuali conoscenze è impossibile predire dove andrà a collocarsi il gene esogeno del genoma dell’organismo che lo riceverà. Il punto cruciale è che a seconda del punto esatto di inserimento il transgene può causare errori nel funzionamento di numerosi altri geni!
Ecco l’indeterminismo della genetica.
In pratica la genetica molecolare è lontana anni luce da quella che si può definire vera e propria Scienza, ma nonostante questo, si continua a parlare di OGM, di organismi transgenici e dei loro benefici per l’umanità e la salute umana.

Malattie tumorali e altre malattie
Il Promotore del virus del mosaico del cavolfiore, la cui sigla è CaMV 35S, è un virus usato dai genetisti per via della sua capacità di indurre la cellula a produrre infinite copie di se stessa e del frammento di DNA inserito nel suo genoma, modificando così le istruzioni originali della cellula.
Nelle cellule endoteliali, il CaMV 35S può riattivare non soltanto geni virali e latenti, ma anche altri geni.
In parole semplici: sapete quali implicazioni ha tutto ciò?

Secondo il patologo dell’Università di Aberdeen, Stanley Ewen, nell’intestino umano i transgeni possono causare uno sviluppo incontrollabile il quale, alla lunga, potrebbe condurre allo sviluppo del tumore al colon.[3]
Oggi i biotecnologi per produrre le piante GM utilizzano spesso proprio il promotore CaMV 35S…
Si parla tanto di pomodori transgenici anticancro e qualcuno denuncia che gli stessi transgeni possono indurre il cancro? C’è qualcosa che non torna
Ma allora cosa succede quando mangiamo piante GM?

State tranquilli che non ci sono problemi per l’essere umano: la digestione degrada il DNA transgenico, e che anche se il transgene superasse tale barriera, non potrebbe trasferirsi nei batteri intestinali. Questo è quello che ci dicono…
Purtroppo la realtà, come spesso accade, è molto diversa: “il DNA non si degrada completamente attraversando i succhi gastrici e il consumo di un solo pasto a base per esempio di soia GM è sufficiente per trasferire i geni dal cibo ai batteri”.[4]
Un solo pasto a base di OGM è in grado di trasferire a livello batterico intestinale DNA estraneo con le conseguenze e/o modifiche genetiche che nessuno può lontanamente immaginare.
“Le allergie delle piante GM è minima”, ricorda sempre la voce del padrone.
Peccato che “dal momento dell’introduzione della soia GM l’allergia a tale alimento è cresciuta del 50%[5]. Alla faccia del “minimo”: l’allergia è raddoppiata!

Il pomodoro viola e altri cibi-farmaco
Finalmente arriva in tavola il pomodoro viola dalle proprietà anti-cancro.
A tale importante e fondamentale studio (Progetto Flora, un nome un programma!) ha partecipato anche l’Istituto Europeo di oncologia dell’oncologo Umberto Veronesi, dove lavora assieme alla figlia Giulia.
Si tratta di un pomodoro a cui sono stati impiantati - nel modo scientifico visto sopra - i geni del fiore “Bocca di Leone”. Questa succosa prelibatezza da color violaceo sarebbe in grado di produrre molte più antocianine, cioè un pigmento (colorante) idrosolubile della famiglia dei flavonoidi. Un semplice antiossidante.

«Sappiamo da tempo – c’illumina il Veronesi - che il cibo è responsabile di un’ampia quota di tumori e che alcuni alimenti come frutta e verdura hanno un valore protettivo»[6]
Verissimo, lo diceva oltre 2500 anni fa il Padre della medicina moderna: Ippocrate di Cos.
Padre che molti medici oggi hanno rinnegato.
«In futuro – continua l’Umberto - la conoscenza del genoma delle piante ci permetterà di individuare meglio veri cibi anti cancro. L
a genetica applicata alla produzione alimentare è una delle aree in cui la ricerca scientifica può migliorare la nostra vita. È uno degli strumenti offerti dalla conoscenza del Dna e con cui possiamo combattere le grandi piaghe del pianeta: fame, malattie tumorali o cardiache».

Siccome la mappatura del genoma umano è stata un totale fallimento della genetica classica - forse uno dei più bei autogol mai visti - oggi stanno dirottando la ricerca, i nostri soldi, alla scoperta del  genoma delle piante. Il tutto ovviamente per il nostro bene e il nostro palato.
Lo ricorda benissimo Veronesi: con “la genetica applicata alla produzione alimentare (…) possiamo sconfiggere: fame, malattie tumorali o cardiache”. Chi avrà il coraggio di mettere i bastoni tra le ruote a simili ricerche?

Perché allora gli OGM?
Lo scienziato Arpad Pusztai ha dimostrato in maniera inconfutabile che gli OGM fanno ammalare gli animali in maniera molto grave. E nell’uomo?
Come mai sono stati tolti dal commercio prodotti che ricerche in laboratorio hanno dimostrato essere pericolosi, mentre gli OGM ce li vogliono far mangiare anche contro la nostra volontà?
Forse vogliono farci ammalare?
Abbiamo visto che il DNA transgenico è in grado di superare la barriera gastrica e di giungere nell’intestino, dove mescolandosi con i batteri che vivono al nostro interno, potrebbe indurre proprio quel cancro che i pomodori viola dovrebbero prevenire o curare!

Le persone ammalate o sempre malaticce, dipendenti da medici e farmaci di qualsiasi genere e sorta, non sono veramente libere, e quindi facilmente manipolabili e controllabili, rispetto ad una persona totalmente sana e forte.
Gli oncologi vedono di buon occhio gli alimenti transgenici: i cibi anticancro.
Se questi cibi effettivamente riducessero il cancro che lavoro andranno a fare gli oncologi?
Un Umberto Veronesi o un Umberto Tirelli e le loro rispettive istituzioni miliardarie (l’Istituto europeo di oncologia di Milano e l’Istituto di oncologia di Aviano) cosa faranno se il cancro, domani, grazie al pomodoro viola, sparisse?

Solo le coscienze di coloro che propagandano mediaticamente certa spazzatura alimentare lo sanno.
Dico forse!
E’ sottinteso che non può esistere un cibo anticancro (questo gli esperti non possono non saperlo), perché il cancro è un disagio che comprende tutto l’Essere umano nella sua completezza e interezza.
Non solo il corpo fisico, perché se fosse solo così, invece dell’assurdo quanto ridicolo pomodoro viola basterebbe aumentare la dose di Vitamina C (acido ascorbico) o di frutta fresca di stagione.

Perché gli oncologi invece di consigliare gli antiossidanti contenuti in un pomodoro creato in laboratorio, con tutti i rischi che la manipolazione genetica comporta, non consigliano dosi quotidiane di Vitamina C (acido ascorbico) o di Sodio Ascorbato o di Ascorbato di Potassio?
Forse perché i risultati non tarderebbero a manifestarsi? 

La fine della scienza
Quando si accorgeranno che anche la mappatura del genoma delle piante condurrà nel medesimo binario morto, dirotteranno i nostri soldi e la ricerca (tanto le persone non si ricorderanno) verso lo studio, che ne so, del “Riccio di mare”. Perché, dovete sapere, che il riccio è immune dal cancro.
I grandi geni, allora, partoriranno in provetta il primo “pomodoro spinato”, che se ti punge mentre lo lavi, ben venga, perché i suoi aculei inietteranno nel sangue una sostanza anti-tumorale...

A quel punto partiranno le campagne di PR con il loro prezzolati testimonial, cioè quei personaggi illustri e altamente considerati dalle masse (scienziati, oncologi, uomini dello spettacolo, ecc.) pagati profumatamente per andare in televisione a decantare le proprietà curative del “pomoricci” o a farsi fotografare mentre lo mangiano, o mentre si puliscono in denti a fine pranzo con uno degli aculei.
Quando verrà scoperto che il “pomoricci” è l’ennesima bufala mediatica creata ad arte dalle lobbies per occupare il cervello delle persone e distogliere l’attenzione dal problema vero (il cancro), se ne inventeranno un altro, e un altro ancora.
La storia lo insegna alla perfezione, e nel frattempo, le persone continuano a morire…e continuano a sperare nel medicamento o nell’ortaggio miracolosi.  

"La sicurezza degli Ogm", Arpad Pusztai e Susan Bardocz


[1] “La sicurezza degli ogm”, Arpad Pusztai e Susan Bardocz, ed. Edilibri
[2] Idem, pag. 71
[3] Ewen S.w.B, Pusztai, Lancet 16 ottobre 1999, vol. 354, pp. 1353-1354
[4] “La sicurezza degli ogm”, Arpad Pusztai e Susan Bardocz, ed. Edilibri, pag. 92
[5] Idem, pg. 93
[6] “E’ solo l’inizio. Basta con i pregiudizi”, Umberto Veronesi

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