Home Page - Contatti - La libreria - Link - Cerca nel sito - Pubblicità nel sito - Sostenitori |
Introduzione del libro: «L’inganno a tavola»
OGM:
l’inganno a tavola!
Il 23 maggio 2003 il presidente Bush ha
avviato un’«iniziativa per mettere fine alla fame in Africa» grazie
ai cibi geneticamente modificati (OGM). Inoltre ha incolpato l'Europa di
ostacolare gli sforzi per debellare la fame, a causa di «paure
infondate e non scientifiche». Bush era convinto che i cibi
geneticamente modificati fossero la chiave per ottenere raccolti più
abbondati, per espandere le esportazioni americane e avere un mondo
migliore. Una retorica, la sua, non certo nuova: è stata tramandata di
presidente in presidente e passata agli americani attraverso regolari
servizi giornalistici e spot pubblicitari delle industrie.
Il messaggio faceva parte di un piano molto più vasto, architettato da
multinazionali decise a controllare la fornitura di cibo a livello
mondiale. Lo si è capito chiaramente nel gennaio 1999, durante una
conferenza dell'industria biotech, quando un rappresentante dell'Arthur
Andersen Consulting Group ha spiegato come la sua compagnia avesse
aiutato la Monsanto a ideare quel piano.
Per prima cosa avevano chiesto ai dirigenti Monsanto quale sarebbe stato
per loro il futuro ideale in quindici o vent'anni, e questi avevano
parlato di un mondo in cui il 100% delle sementi era geneticamente
modificato e brevettato. La Andersen Consulting, allora, aveva lavorato
a ritroso a partire da quell'obiettivo, sviluppando tattiche e strategie
per raggiungerlo e quindi proponendo alla Monsanto le mosse e i sistemi
necessari per conquistare una posizione dominante nell'industria
sementiera, in un mondo in cui i semi naturali fossero praticamente
estinti. Indispensabile al piano sarebbe stata la capacità di
Monsanto di influenzare il Governo, al quale spettava il ruolo di
promuovere la tecnologia a livello mondiale e di facilitare la veloce
immissione degli alimenti GM sul mercato, prima che insorgesse qualche
resistenza... Un esperto di biotecnologie in seguito ebbe a dichiarare:
«la speranza dell’industria è che col tempo il mercato sia talmente
inondato che non ci si possa più fare niente. Sarebbe, in un certo
senso, una sorta di resa».
L’andamento previsto della conquista
venne rivelato dal relatore di un’altra compagnia biotech, il quale
mostrò grafici che valutavano, anno dopo anno, la diminuzione delle
sementi naturali, stimando che entro cinque anni il 95% circa di tutti i
semi sarebbe stato geneticamente modificato. Mentre alcuni membri del
pubblico erano atterriti da quella che giudicarono un’arrogante e
pericolosa mancanza di rispetto verso la natura, l’industria ci vide
un buon affare. La loro posizione venne bene illustrata da un brano di
una pubblicità della Monsanto: «vi accorgerete che non c’è molta
differenza tra alimenti creati da Madre Natura e creati dall’uomo.
Quello che è artificiale è la linea che li divide».
Per mettere in atto la loro strategia, le industrie biotech dovevano
controllare le sementi quindi si lanciarono in una corsa all’acquisto,
impossessandosi di circa il 23% delle compagnie sementiere a livello
mondiale. La Monsanto raggiunse veramente la posizione dominante,
conquistandosi il 91% dell’intero mercato degli alimenti transgenici.
L’industria, però, non è riuscita a stare al passo con le sue
previsioni nel convertire la fornitura di sementi naturali. In tutto il
mondo i cittadini che non condividono la convinzione dell’industria
biotech che questi alimenti siano sicuri, o migliori, non si sono «in
un certo senso, arresi».
La resistenza a livello mondiale contro i cibi geneticamente modificati
è sfociata in un faccia a faccia globale: le esportazioni USA di mais e
soia GM sono in ribasso e neppure le nazioni africane che soffrono la
fame vogliono accettare questi cereali come aiuti alimentari.
La Monsanto sta vacillando a livello
finanziario e cerca disperatamente di aprire nuovi mercati. Il governo
statunitense è convinto che l’ostacolo principale sia la resistenza
dell’Unione Europea ed è deciso a vincerla: il 13 maggio 2003, gli
Stati Uniti hanno presentato un formale ricorso all’Organizzazione
Mondiale del Commercio (OMC o WTO), accusando l’Europa di violare gli
accordi internazionali con la sua politica restrittiva sugli OGM. Il
giorno del ricorso Robert Zoellick, il responsabile dell’US Trade
(L’Agenzia USA per il Commercio con l’Estero, NdT), ha dichiarato:
«Una massa imponente di prove scientifiche dimostra che gli alimenti
transgenici sono sani e sicuri». Questo è stato lo slogan delle
industrie sin dall’inizio ed è il presupposto che sta alla base del
loro grande piano, del ricorso al WTO e della campagna del Presidente
per debellare la fame. Eppure tutto questo è falso.
I capitoli che seguono rivelano che è stata l’influenza
dell’industria, non la scienza, a permettere che questi alimenti
arrivassero sul mercato. Inoltre, se la massa imponente di prove
scientifiche suggerisce qualcosa, è che questi cibi non avrebbero mai
dovuto essere approvati: l’entità delle falsificazioni e degli
insabbiamenti è sbalorditiva, esattamente quanto la vastità del piano
delle multinazionali. Mentre molte delle storie contenute nel in questo
libro svelano manovre del Governo e delle multinazionali degne di un
romanzo giallo, l’impatto degli alimenti geneticamente modificati
avviene a livello individuale: gran parte della popolazione
dell’America settentrionale mangia OGM a ogni pasto. I prossimi
capitoli non solo demoliscono la posizione degli USA secondo cui questi
cibi sono sani, ma vi informeranno anche su ciò che potete fare per
proteggere voi stessi e la vostra famiglia.