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India,
guerra sul pane «brevettato»
I
contadini contro la Monsanto
Andrea Di Stefano - «La Repubblica» 13 febbraio 2004
E’
battaglia sul pane indiano. I contadini del paese asiatico accusano la
Monsanto di aver «rubato» - attraverso il brevetto Ep445929 depositato
a maggio allo European Patent Office – il frumento Nap Hal, con
cui da secoli viene prodotto il «Chapati», il loro croccante e gustoso
pane nazionale. Sotto le insegne della Harat krisnak Samaj (la
maggiore organizzazione agricola indiana) e appoggiati dall’ecologista
Vandana Shiva, da Greenpeace e da un istituto di ricerca di New Delhi,
hanno fatto ricorso presentando il primo febbraio un’opposizione
formale all’Ufficio brevetti europeo.
Dietro lo scontro si nasconde una svolta che può essere decisiva. La
brevettazione di una specie vegetale non geneticamente modificata può
infatti aprire la strada ad un fenomeno che negli Stati Uniti è già
realtà: le piante normalmente usato in agricoltura possono essere
brevettate e gli agricoltori sono così chiamati a a pagare royalties
alle grandi aziende che hanno provveduto a depositarne il diritto di
proprietà intellettuale.
Secondo Greenpeace, il brevetto della Monsanto sul Nap Hal è un atto di
biopirateria: «Si tratta di un vero e proprio furto ai danni dei
contadini indiani – dice Christoph Then, esperto di Greenpeace per le
questioni brevettuali – con la nostra opposizione chiediamo all’
European Patent Office di rivedere la sua decisione. Secondo la
legislazione comunitaria, non è possibile brevettare piante normalmente
coltivate, ma ci sono evidentemente delle lacune nelle regole
dell’Unione Europea che devono essere riviste».
Il
primo studio scientifico sulle particolarità del Nap Hal viene
pubblicato nel 1998: questo frumento di colore giallo intenso è privo
di alcune sequenze gnomiche che ne determinano un’eccezionale capacità
nei processi di panificazione.
Secondo l’associazione degli agricoltori indiani, si tratta di un
processo naturale, frutto della tradizionale selezione effettuata dagli
agricoltori che poco per volta hanno individuato le sementi più idonee
per ottenere una farina che permette di produrre un pane molto
croccante.
La Monsanto replica che invece il brevetto riguarda una specie, chiamata
Galatea, sviluppata dall’Unilever: quando la multinazionale Usa nel
1998 ha rivelato la divisione cerealicola ha trovato anche queste
sementi, che erano state precedentemente acquistate da una banca di geni
britannica, e ha provveduto a depositarne il brevetto negli Stati Uniti,
in Giappone, Canada, Australia e Unione Europea. «Quello che raccontano
queste persone è una favoletta. Non abbiamo rubato nulla a nessuno e
siamo decisi a difendere i nostri brevetti in ogni sede opportuna»,
dice Thomas McDermott direttore delle relazioni esterne della Monsanto
Europa-Africa, «Galatea ha meno glutine delle altre varietà di
frumento e questa ridotta “viscoelasticità” ne determina una minore
espansione durante la panificazione. E comunque è assolutamente
ridicolo ipotizzare che i coltivatori indiani debbano pagare royalties
per le sementi di Nap Hal.
Monsanto
non intende commercializzare Galatea e ha deciso di uscire dal business
del frumento in Europa.