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Studio
sull’Ogm, esperto nei guai
I Verdi: è
pagato dalla Monsanto la multinazionale delle biotecnologie
Francesco Grignetti – tratto da “
ROMA
«Quell'esperto non è in dipendente, è l'uomo delle
pubbliche relazioni della Monsanto» Loredana De Petris, senatrice dei
Verdi, non ha lasciato passare inosservato uno studio sugli ogm
presentato due giorni fa a Cremona. In estrema sintesi, la ricerca
diceva che non c'è gran pericolo di contaminazione da un campo di mais
transgenico a uno tradizionale. «Aree cuscinetto di
Se bastasse così poco a impedire la contaminazione tra una
coltivazione e l'altra, in effetti si capirebbe poco il divieto assoluto
di piantare Ogm che vige in Italia. Sennonché la senatrice De Petris s'è
presa la briga di controllare su Internet. E ha scoperto che Patrick
Trancu, il coordinatore del Cedab, è anche un consulente della Monsanto,
ovvero della multinazionale che ha inventato gli Ogm. Di qui la
denuncia: «Il signor Trancu è anche responsabile delle relazioni
esterne della Monsanto Italia. A noi piace la ricerca indipendente: ci
permettiamo di esprimere le nostre perplessità quando è l'oste ad
asserire che il vino è buono». Replica della Monsanto: «Siamo
costretti a smentire le affermazioni della senatrice Da Petris. Trancu
non è un dipendente di Monsanto, né ha un
rapporto di consulenza con la nostra società». Controreplica della Da
Petris: «La smentita della Monsanto non ci sorprende, visto che
l'aziendá è abituata a far passare i suoi spot promozionali come
ricerche scientifiche. Ribadiamo che il signor Patrick Trancu è
responsabile delle relazioni esterne dell'azienda, come è possibile
accertare anche sul sito della società per la quale lavora, TT&A,
società che annovera tra i migliori clienti proprio
A questo punto non resta che chiedere al diretto
interessato. Patrick Trancu è un signore che vive e lavora a Milano, fa
l'amministratore delegato della società di famiglia, non si tira
indietro. «Ho lavorato per
Ciò non toglie che un rapporto c’è e pure forte. Il
Cedab, questo centro di informazione sulla bioagricoltura, di cui Trancu
è il coordinatore, è pagato da un cartello di imprese del settore Ogm,
Monsanto compresa. Risponde Trancu: «Non lo nascondiamo mica. Siamo
trasparenti. Anche lo studio in questione è finanziato dalle principali
società operanti nel settore». Nessun conflitto di interessi? «Capirei
se i risultati fossero strabilianti. Ma sono allineati con gli studi che
si conducono in tutt'Europa. La contaminazione scende sotto la soglia
dello 0,9% mantenendo una zona-cuscinetto di venti metri. C'è persino
uno studio delle Coop che dà risultati meno severi del nostro. La
senatrice De Petris fa male a darci addosso, dovrebbe leggere prima lo
studio». Sì, ma questo Cedab, centro di informazione pagato dalle
industrie del settore, in conclusione, cos'è? «Una piattaforma di
comunicazione. Noi mettiamo a disposizione le informazioni. Poi se uno
vuole screditarle solo perché pagano le imprese ... ».
Ricerca
OGM: "E' come chiedere all'oste se il vino e' buono"
CBG, 30/01/2006 - tratto da http://www.amisnet.org/it/4087
Cedab presenta una
ricerca sulla coesistenza delle colture OGM con quelle biologiche.
Critiche da Legambiente e Greenpeace.
Nella
Pianura Padana il flusso genico del mais, in condizioni ottimali, scende
al di sotto della soglia critica dello 0,9% ad una distanza dalla fonte
di polline di 17,5 metri
e al di sotto dello 0,5% a 30 metri. Tra gli accorgimenti che possono essere adottati per limitare il
flusso genico si sono rivelati particolarmente efficaci l'uso di zone
buffer e l'uso di varietà con epoche di fioritura non coincidenti. Meno
efficace l'uso di spazi aperti tra le diverse colture che risultano
funzionali solo in assenza di vento o quando risultano superiori ai
Lo studio è
stato condotto in Lombardia da ricercatori e tecnici di strutture di
ricerca pubbliche e private simulando il comportamento del polline e del
flusso genico in mais utilizzando varietà convenzionali a seme
colorato. Obiettivo della ricerca: integrare e verificare, nel contesto
agricolo padano, le conoscenze disponibili in tema di coesistenza per la
coltura del mais.
Commentando i risultati dello studio, Legambiente ha affermato in una
nota: "La coesistenza tra colture transgeniche e tradizionali è
meno rischiosa di quanto si pensa, dati alla mano. Questo è quello che
sostiene il Cedab. Ma chi finanzia in sostanza questo istituto di
ricerca?". La risposta per l'associazione ambientalista è che
"L'istituto Cedab - prosegue la nota - infatti è finanziato dal
gruppo CropLife, che rappresenta le maggiori industrie nel campo delle
scienze delle piante che sviluppano, producono e distribuiscono prodotti
chimici, biologici e biotecnologici soprattutto per l'agricoltura. Tra i
membri permanenti ci sono le transnazionali leader nel settore
agro-chimico-biotecnologico: Basf (Germania); Bayer Cropscience
(Germania); Dow Agrosciences (Stati uniti); Dupont (Stati Uniti); Fmc
(Stati uniti); Monsanto (Stati Uniti); Sumitomo (Giappone); Syngenta
(Svizzera). "La conclusione dunque - dichiara Francesco Ferrante,
direttore di Legambiente - è più che lampante: non si tratta di uno
studio scientifico ma di una ricerca da osteria. E' come chiedere
all'oste se il vino e' buono".
Critica
anche Greenpeace, il cui responsabili Ogm, Federica Ferrario, ha
dichiarato: "È ora di finirla con la diffusione di studi secondo
cui la coesistenza tra agricoltura transgenica e quella
convenzionale-biologica sarebbe possibile. È una favola a cui non crede
nessuno". "L'unica vera garanzia contro la contaminazione
genetica causata dagli OGM - ha aggiunto - è un bando alla loro
coltivazione. In Spagna, Greenpeace ha fatto analizzare il mais degli
agricoltori biologici ottenendo risultati preoccupanti: il 40 per cento
dei campioni è risultato contaminato, con una percentuale che va dallo
0,23 all'1,9 per cento. Percentuale che non permette la vendita di
questi raccolti come biologici e che dimostra chiaramente
l'improponibilità della "coesistenza" tra coltivazioni
transgeniche e coltivazioni biologiche".