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Riso
con geni umani
The
independent, Geoffrey Lean, redattore per l'ambiente 24
aprile 2005
Traduzione di Susanna Talia
Http://www.greenplanet.net/modules.php?op=modload&name=News&file=article&sid=9396
A Tokyo ricercatori inseriscono nel riso un gene prelevato dal fegato
umano (il "tocco" umano renderebbe la pianta resistente a una
dozzina di pesticidi...) Gli
scienziati hanno dato il via a esperimenti di introduzione di geni di
esseri umani in coltivazioni per il consumo aprendo nuovi drammatici
orizzonti alle tecniche di manipolazione genetica.
L’iniziativa, che sta causando disgusto e
raccapriccio presso gli oppositori, è destinata a rinvigorire le accuse
secondo cui la tecnologia OGM sta creando “cibi Frankenstein” e ad
infiammare il dibattito intorno a questo argomento.
Già prima di questo nuovo sviluppo, molti, fra cui
il principe Carlo, avevano contestato la tecnologia argomentando che è
come volersi sostituire a Dio creando combinazioni innaturali di esseri
viventi.
A detta degli
ambientalisti, nessuno vorrà mangiare cibo parzialmente derivato
dall’essere umano in quanto susciterebbe l’impressione di praticare
il cannibalismo.
I
sostenitori, invece, affermano che questa controversa iniziativa non
presenta alcun problema etico e potrebbe anzi comportare vantaggi per
l’ambiente.
Nella prima
manipolazione di questo genere, alcuni ricercatori giapponesi hanno
inserito nel riso un gene prelevato dal fegato umano per metterlo in
condizioni di digerire pesticidi e prodotti dell’industria chimica.
Il gene produce
un enzima, nome in codice CPY2B6, particolarmente abile nell’attaccare
le sostanze chimiche dannose presenti nell’organismo.
Le coltivazioni OGM attuali sono modificate con i geni di batteri per
renderle resistenti agli erbicidi, in modo che non vengano danneggiate
quando i campi vengono irrorati per combattere le erbe infestanti. La
maggior parte di questi geni, però, è in grado di combattere un solo
erbicida, così che deve essere usato ripetutamente, permettendo in tal
modo alle erbacce di sviluppare resistenza al rimedio.
Ma i ricercatori
dell’Istituto nazionale di scienze agrobiologiche di Tsukuba, a nord
di Tokyo, hanno scoperto che l’aggiunta del “tocco umano” rendeva
il riso immune a 13 erbicidi diversi.
Questo significherebbe che le erbe infestanti
potrebbero essere tenute a bada cambiando continuamente i prodotti
chimici utilizzati.
Gli scienziati a
favore dell’esperimento affermano che il gene potrebbe anche aiutare a
combattere l’inquinamento.
Il professor Richard Meilan dell’università di Purdue,
nell’Indiana, Stati Uniti, che ha condotto esperimenti con un gene
analogo prelevato dai conigli, sostiene che le piante manipolate
potrebbero “eliminare le tossine” dal terreno contaminato.
Potrebbero
addirittura distruggerle in modo così efficace che i prodotti coltivati
nel terreno inquinato sarebbero idonei al consumo alimentare.
Tuttavia, condividendo il parere di altri scienziati, avverte che, se il
gene migrasse in piante selvatiche affini al riso, potrebbe creare delle
supererbe infestanti particolarmente aggressive e resistenti a una vasta
gamma di erbicidi.
E aggiunge: "Non ho alcun problema di tipo etico
contro l’utilizzo dei geni umani nella manipolazione delle
piante", accantonando come “sciocchezze” la definizione di
“cibi Frankenstein”.
È infatti convinto che l’opposizione europea nei confronti delle
coltivazioni e del cibo OGM sia alimentata dal protezionismo agricolo.
Ma Sue Mayer,
direttore di GeneWatch UK, ieri ha affermato: "Non credo che
qualcuno vorrà comprare questo riso. La gente ha già espresso disgusto
nei confronti dell’utilizzo di geni umani e ha l’impressione che le
proprie preoccupazioni siano ignorate dall’industria biotech.
Questo non farà
altro che minare ancor più la loro fiducia."
Pete Riley,
direttore del gruppo di pressione contro gli OGM, Five Year Freeze,
ha affermato: "La cosa non mi sorprende. "L’industria è
capace di tutto e questa nuova idea fa certamente pensare a Frankenstein."