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Studio conferma: le coltivazioni Ogm disastro per l’ecosistema
Fonte “Il Gazzettino” 23 marzo 2005

Londra.
L’introduzione in Gran Bretagna di colture geneticamente modificate non ci sarà, almeno per il prossimo futuro: l’ultima di una serie di sperimentazioni indipendenti attuate negli ultimi quattro anni su ordine del governo per verificare i pericoli degli Ogm per l'ambiente ha infatti dimostrato, per l'ennesima volta che tali colture sono pericolose per l’ecosistema. Le coltivazioni erano state modificate geneticamente per essere resistenti a potenti erbicidi: ma proprio queste sostanze, ha rilevato lo studio, si sono rivelate un autentica catastrofe per l’ecosistema delle zone interessate, già massacrato dall'agricoltura intensiva.
L’esperimento è stato condotto in 65 campi in diverse parti del paese su due piantagioni di colza, una derivata da semi convenzionali, l’altra da semi Ogm. Gli scienziati hanno osservato attentamente l’impatto delle due coltivazioni sulla flora e la fauna nelle aree adiacenti. Risultato: fiori, farfalle, api, altri insetti e perfino gli uccelli sono stati danneggiati dagli erbicidi utilizzati nella coltivazione di colza Ogm.

Les Firbank del centro per l’ecologia e l’idrologia di Lancaster, che ha guidato lo studio, ha dichiarato che nel caso delle coltivazioni Ogm era stato riscontrato un calo del 33% dei semi di fiori e piante circostanti. La colza Ogm è infatti in grado di resistere ad erbicidi che normalmente ucciderebbero la colza convenzionale e permette quindi agli agricoltori di usare sostanze chimiche molto più aggressive per proteggere il raccolto, sostanze che però, da quanto è stato dimostrato, hanno un impatto devastante sull’ecosistema delle campagne.
«Tutte le prove raccolte nella sperimentazione indicano che la differenza tra le due colture è dovuta agli erbicidi. E’ la natura delle sostanze usate ed i tempi in cui vengono usate», ha dichiarato Firbank.

I tre esperimenti precedenti erano stati condotti sul granturco, sulla barbabietola e su un altro tipo di colza. Nel caso della barbabietola e della colza, i risultati erano stati simili a quelli ottenuti in quest’ultimo esperimento, mentre nel caso del granturco la sperimentazione aveva dato risultati positivi dimostrando che l’erbicida usato per il mais Ogm faceva in realtà meno danni di quello impiegato nelle colture tradizionali. 
La validità dell’esperimento era stata però messa in discussione, in quanto l’erbicida usato sul granturco tradizionale era talmente distruttivo che stava per essere messo al bando dall’Unione europea.
Nonostante ciò il governo britannico lo scorso anno aveva dato l'autorizzazione per la coltivazione di quel tipo di mais Ogm, chiamato Chardon LL, aprendo di fatto le porte alle colture geneticamente modificate nel paese, con grandi proteste degli ambientalisti. Poche settimane dopo però la Bayer, società produttrice del Chardon LL, aveva ritirato la propria richiesta sostenendo che le condizioni imposte dal governo a tali coltivazioni erano troppo restrittive. Alla Bayer poco dopo aveva fatto seguito un altro gigante del biotech, Monsanto, ritiratosi dall’intero mercato europeo.


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