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A Niscemi in Sicilia, nasce l’H.A.A.R.P. italiano!
Antonio
Mazzeo tratto da http://www.peacelink.it/disarmo/a/31939.html
Tenta
di superare il lungo empasse il movimento di cittadini e associazioni
che si battono contro l’installazione a Niscemi (Caltanissetta) del
terminale terrestre del sistema di telecomunicazioni satellitari MUOS
delle forze armate USA.
Sabato
12 giugno, alle ore 18, il Comitato NO MUOS di Niscemi, in
collaborazione con la Campagna per la smilitarizzazione di Sigonella, ha
indetto il convegno regionale dal titolo “Il MUOS e le onde
elettromagnetiche: convivenza pacifica o conflitto” a cui sono state
invitate le forze politiche, sociali e le istituzioni impegnate contro
quello che è stato definito a ragione “l’EcoMuostro di Niscemi”.
All’evento che vede il patrocinio del Comune di Niscemi,
interverranno, tra gli altri, l’avvocato Giovanni Di Martino (sindaco
di Niscemi), il dottor Massimo Corraddu (Istituto Nazionale di Fisica
Nucleare ed esperto sugli effetti nocivi delle onde elettromagnetiche),
il professore Rosario Mascara (Comitato delle Associazioni
Ambientaliste).
Il terminale di Niscemi sarà una delle quattro infrastrutture militari
che assicureranno il funzionamento dell’ultima generazione della rete
satellitare che collegherà tra loro i Centri di comando e controllo
delle forze armate USA, i centri logistici e gli oltre 18.000 terminali
militari radio esistenti, i gruppi operativi in combattimento, i missili
Cruise e i velivoli senza pilota Global Hawk, buona parte dei quali
destinati alla vicina base di Sigonella. Il sistema MUOS consentirà di
propagare universalmente gli ordini di guerra, convenzionale e/o
chimica, batteriologica e nucleare. Uno strumento di altissimo valore
strategico, dunque, che si caratterizza per il suo violentissimo impatto
ambientale. Sotto accusa ci sono infatti le pericolosissime onde
elettromagnetiche che saranno emesse dalle tre grandi antenne circolari
e dalle due torri radio del sistema satellitare che sorgerà
all’interno della Riserva naturale “Sughereta di Niscemi”, Sito di
Importanza Comunitaria (SIC). Un progetto dissennato fortemente
osteggiato dai cittadini e dagli amministratori di tre province
(Caltanissetta, Ragusa e Catania) e di decine di comuni del sud-est
della Sicilia.
I tecnici chiamati dal Comune di Niscemi ad analizzare lo studio per la valutazione d’incidenza ambientale presentata nel 2008 dalla Marina militare statunitense in vista dell’installazione del MUOS hanno evidenziato un impressionante numero di lacune ed omissioni del progetto, rilevando la scarsissima attenzione prestata dai militari statunitensi allo straordinario patrimonio ospitato in una delle più importanti riserve ecologiche siciliane. Per tutto questo, qualche mese fa l’amministrazione comunale ha disposto l’annullamento in autotutela dell’autorizzazione ambientale rilasciata nel settembre 2008 per la costruzione del potente impianto a microonde e, congiuntamente ad altri enti locali, ha richiesto alla Regione Siciliana di porre il veto al MUOS in tutte le sedi istituzionali, nazionali ed internazionali. La risposta del presidente Raffaele Lombardo non si è fatta attendere. Dopo aver inviato a destra e manca comunicati di fuoco contro il programma satellitare, Lombardo si è fatto convincere dal ministro La Russa e dai generali del Pentagono sull’assoluta innocuità degli impianti MUOS. Successivamente ha avviato il pressing su sindaci e presidenti provinciali invocandone la conversione e il sostegno al megaprogetto militare a cui il Pentagono ha destinato 43 milioni di dollari (13 per la predisposizione dell’area riservata alla stazione terrestre e 30 per gli shelter e le attrezzature tecnologiche del sistema satellitare). Il governatore della Sicilia ha pure offerto contropartite e compensazioni per rendere più “digeribili” le microonde del MUOS: la possibile rimozione a medio termine delle 41 antenne già esistenti nella base dell’US Navy di Niscemi, utilizzate per le telecomunicazioni con i sottomarini nucleari; interventi finanziari per «valorizzare il richiamo del patrimonio naturalistico locale»; l’attivazione all’interno dell’ospedale Basarocco di Niscemi di un “centro di monitoraggio permanente” sui rischi alla salute delle emissioni elettromagnetiche.
Sino
ad oggi la monetizzazione del rischio ambientale e militare è stata
fermamente respinta dalle amministrazioni e dai cittadini. Ma le lobby
pro-MUOS non demordono e promettono dure offensive contro i
recalcitranti oppositori.
Un grande aiuto all’implementazione del programma militare potrebbe
arrivare dal Decreto di riperimetrazione della Riserva “Sughereta”,
approvato il 30 dicembre 2009 dall’Assessorato regionale Territorio ed
Ambiente, che ha ridotto sia la superficie della riserva, che
l’estensione delle aree classificate “zona A”, quelle cioè dove
è vietato realizzare nuove costruzioni ed esercitare qualsiasi attività
comportante trasformazione urbanistica ed edilizia del territorio e la
realizzazione di elettrodotti, acquedotti, linee telefoniche ed impianti
tecnologici a rete, ecc.. Con la nuova classificazione il territorio
protetto è stato profondamente e pericolosamente frammentato.
Contro il decreto che vede la firma del Dirigente generale del
Dipartimento Regionale Territorio ed Ambiente, Rossana Interlandi
(avvocata di origini niscemesi), è stato presentato ricorso al TAR dal
Comune di Niscemi, che si è visto stravolgere la regolamentazione di 32
particelle di terreno, tutte censite come bosco comunale. Nello
specifico, 24 particelle, precedentemente ricadenti nella “zona A”,
adesso si trovano completamente fuori dal perimetro della riserva,
mentre altre 8 particelle, per una superficie complessiva di 28 ettari,
sono state declassate dalla “zona A” alla “zona B” di
pre-riserva. Va tuttavia rilevato che la riperimetrazione dell’area
protetta era stata richiesta dallo stesso Comune, fattosi portatore
delle istanze di alcuni proprietari di terreni all’interno della
riserva, i quali lamentavano «un’eccessiva penalizzazione dei vincoli
che impediscono l’incremento delle colture». Una scelta fortemente
censurata da molti “No MUOS”, sia perché sul tema non risultano
essere stati mai informati e/o consultati tecnici ed esperti in gestione
ambientale né le organizzazioni ambientaliste locali e regionali; sia
per l’inopportunità dei tempi prescelti per promuovere l’iter per
ridisegnare il perimetro della riserva, data la spada di Damocle
rappresentata dai paventati lavori di realizzazione delle infrastrutture
MUOS.
Al
convegno regionale del 12 giugno, la Campagna per la smilitarizzazione
di Sigonella presenterà le conclusioni di uno studio sulle possibili
connessioni tra il programma MUOS e le cosiddette “guerre climatiche
ed ambientali”. «Crediamo che sino ad oggi non sia stata data la
giusta attenzione alle analogie esistenti tra il MUOS e il cosiddetto
“HAARP - High Frequency Active Auroral Research Program”, il
supersegreto Programma di Ricerca Attiva Aurorale con Alta Frequenza che
dal 1994 l’US Air Force e la US Navy portano avanti dalla base di
Gakona (Alaska), 200 km a nord-est del Golfo del Principe Guglielmo»,
affermano i rappresentanti della Campagna. «In questa grande
infrastruttura sono state installate centinaia di antenne che
trasmettono in “banda bassa” (da 2,8 a 7 MegaHerz) e “banda
alta” (da 7 fino 10 MegaHerz), cioè lo stesso range delle frequenze
del MUOS. Stando al Pentagono, lo scopo di questa installazione sarebbe
quello di studiare la ionosfera per migliorare le telecomunicazioni, ma
sono numerosi gli scienziati che denunciano che con il programma HAARP,
gli Stati Uniti, al di fuori di ogni controllo internazionale, stanno
creando nuove armi geofisiche integrali che possono influenzare gli
elementi naturali con onde radio ad alta frequenza».
Oltre ad interferire sulle comunicazioni radio, televisive e radar, le
antenne HAARP possono influenzare i circuiti elettrodinamici delle
aurore, consistenti in una corrente naturale di elettricità che varia
da 100 mila ad 1 milione di megawatt. In questo modo è possibile
utilizzare il vento solare per danneggiare i satelliti e le
apparecchiature installate sui sistemi missilistici nemici. Secondo il
fisico indipendente Corrado Penna, da anni impegnato nel denunciare il
controverso fenomeno delle scie chimiche, «è forte il sospetto che il
sistema di antenne del MUOS possa servire anche per fini non dichiarati
di modificazione ambientale in sinergia con il sistema HAARP dislocato
in Alaska. La modificazione ambientale realizzata attraverso l’uso di
forti campi elettromagnetici e scie chimiche è responsabile di alcuni
disastri recenti. Sappiamo con certezza che queste tecnologie possono
servire a causare terremoti o altri disastri naturali (siccità,
uragani, inondazioni, ecc.), sia indirizzando le emissioni sul nucleo
della terra (influendo così sul magnetismo terrestre), sia
indirizzandole sulla ionosfera».