Home Page - Contatti - La libreria - Link - Cerca nel sito - Pubblicità nel sito - Sostenitori |
COMUNICATO EQUIVITA 18/05/10
Olanda: principale stabilimento della Monsanto fatto chiudere dagli attivisti
Una manifestazione del gruppo “Round
Up Monsanto” svoltasi ieri in Olanda davanti allo stabilimento di
Bergeschenhoek (Rotterdam), a partire dalle 6 del mattino, è riuscita a
far chiudere, temporaneamente, la principale sede olandese della nota
multinazionale, fino al 2008 sede dell’azienda sementiera De Ruiter
Seeds. Thierry Boyer, capo della divisione europea per l’agricoltura
della Monsanto, ha cercato di evitare, non adottando un’opposizione
forte, altra pubblicità negativa per la sua azienda, da tempo oggetto
di contestazione nel mondo intero.
L’iniziativa rientra in un’azione di resistenza globale alla
Monsanto, come pure in un’azione globale contro i brevetti sulla
materia vivente. La Monsanto e altre aziende biotech stanno, infatti,
facendo pressione sul governo olandese per ottenere modifiche
legislative che facilitino il loro controllo del mercato sementiero e
dell’alimentazione.
“NO al monopolio sul cibo, NO all’agricoltura tossica”,
“Vogliamo un mondo senza veleni e senza Ogm, un mondo senza
Monsanto”: questi alcuni degli slogan esposti sugli striscioni.
L’organizzazione “Round Up Monsanto” (che potrebbe tradursi
“aggiriamo la Monsanto”, con un gioco di parole, poiché il Roundup
è il famoso erbicida prodotto dall’azienda, che ha dato il suo nome a
tutti gli Ogm ”Roundup-ready”, ovvero modificati per resistere al
Roundup) chiede nel comunicato diffuso ieri che
“la Monsanto si ritiri dal mercato delle sementi” e che
“si metta fine ai brevetti sulle sementi, e su tutti gli organismi
viventi”.
Il comunicato prosegue affermando:
“L’azienda chimica Monsanto detiene il 23% del mercato mondiale
delle sementi. Negli ultimi 5 anni essa ha acquistato, solo in Olanda,
tre grandi società sementiere internazionali: De Ruiter Seeds, Western
Seeds e Seminis. Risultato: essa domina il mercato mondiale delle
sementi. Ma la Monsanto è anche leader nel mercato degli Ogm, in
particolare con la soia, il mais, le barbabietole e il cotone. Essa
detiene, inoltre, una grande parte del mercato dei pesticidi (legato
alla vendita degli Ogm, ndt). “Gli agricoltori e i coltivatori vedono
di continuo crescere la loro dipendenza da queste grandi società
sementiere. I brevetti sulle sementi (sugli Ogm, nonché talvolta e,
tendenzialmente, sempre più sulle piante non geneticamente
modificate: vedi comunicato EQUIVITA 27/04/10, ndt) aggraveranno
ulteriormente la situazione”, dice Flip Vonk, agricoltore biologico
presente alla manifestazione.
Le piante Ogm vengono coltivate in monocolture di grande estensione, con
impiego esorbitante di fertilizzanti e pesticidi.
La Monsanto promuove un modello di agricoltura basata sulla chimica
dagli effetti devastanti.
Infatti il sistema agricolo attuale (basato sull’importazione ed
esportazione massiccia, interamente dipendente dal consumo di energia
fossile) è responsabile di un quarto fino a un terzo di tutte le
emissioni di gas serra del pianeta. Più dell’80% degli Ogm coltivati
sono resistenti ai pesticidi (dei quali determinano dunque un consumo
assai maggiore, ndt) mentre il residuo 20% produce una tossina
all’interno della pianta stessa.
Questa forma di produzione alimentare è assai dannosa per l’uomo, la
natura e il clima. L’ingegneria genetica non recherà soluzioni per i
cambiamenti climatici.
L’ingegneria genetica viene spesso presentata come soluzione ai
problemi alimentari globali, ma nonostante 15 anni di coltivazioni, la
fame nel 2009 ha raggiunto livelli record nel pianeta. Gli Ogm non hanno
aumentato i raccolti. Dice Miranda de Boer di “Round Up Monsanto”:
“Abbiamo bisogno di cambiare tutto … il problema della fame richiede
soluzioni del tutto diverse. Dobbiamo abbandonare l’agricoltura
chimica intensiva e produrre localmente, senza pesticidi e senza Ogm.”
Contatto in Olanda: verdelg-monsanto@riseup.net
Comitato Scientifico EQUIVITA
Tel. + 39. 06.3220720, + 39. 335.8444949
E-mail: equivita@equivita.it
Sito internet: www.equivita.org