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Il rosso oceano interno. Il Metodo Gerson
Dottor Howard Straus – tratto da “Scienza e
Conoscenza”
Anno 9, I° trimestre 2010 - www.scienzaeconoscenza.it
Questo intervento è tratto dalla conferenza dell’autore
alla Cancer Control Society (capitolo giapponese) del 25-26
luglio
Nel 1924, Otto Warburg (che in seguito sarebbe stato proposto due volte
come candidato al Premio Nobel) fece l’interessante osservazione che
le origini del cancro potevano farsi risalire alla ridotta capacità del
torrente sanguigno di trasportare ossigeno. Senza ossigeno, le cellule
perdono rapidamente ogni possibilità di sopravvivenza. Come reagiscono?
Chiaramente, non è che il sangue smetta improvvisamente di trasportare
ossigeno; piuttosto, la perdita della capacità di trasportare ossigeno
è un processo graduale e non necessariamente continuo, a causa del
quale gli effetti nocivi della privazione di ossigeno aumentano
progressivamente.
Prenderemo inoltre in esame l’idea di Warburg (apparentemente
sbagliata) secondo cui il deterioramento della capacità di trasportare
ossigeno da parte del sangue, una volta cominciato, non può essere
invertito.
La capacità del nostro corpo di mantenere un buono stato funzionale
dipende da molte sue proprietà chimiche, elettriche e fisiche.
I globuli rossi
Il torrente sanguigno è il nostro “oceano” interno,
il liquido che rifornisce ogni cellula dell’ossigeno e dei nutrienti
necessari per sopravvivere, portando via, allo stesso tempo, i prodotti
di scarto, in modo che il metabolismo non sia ostacolato o contaminato
dalle tossine a cui siamo soggetti per il semplice fatto che viviamo in
un ambiente imperfetto.
Le strutture che permettono al nostro sangue di trasportare ossigeno
sono i globuli rossi, piccoli emisferi vuoti che assorbono ossigeno alla
superficie e sono abbastanza piccoli e flessibili da riuscire a
insinuarsi nei minuscoli capillari che li trasportano nei punti più
distanti del sistema circolatorio. Tutti i globuli devono galleggiare
nel siero separati dagli altri globuli, altrimenti possono
“coagularsi” e perdere la loro indispensabile flessibilità (per non
parlare del fatto che diminuirebbe la superficie utile per trasportare
ossigeno).
Ogni globulo rosso trasporta in superficie una certa quantità di
elettroni, i quali gli conferiscono una carica negativa. Il pH del
sangue dovrebbe essere leggermente al di sopra di 7.0, il pH
dell’acqua neutra; al di sotto di 7.0 siamo in ambiente acido, al di
sopra in ambiente alcalino. Un pH leggermente alcalino, tra 7.35 e 7.40,
è considerato ottimale per il sangue. I nostri processi fisiologici
sono sensibilissimi a ogni minima variazione del pH, e il mantenimento
dei valori corretti è definito “omeostasi”. Se uno solo dei valori
ideali (concentrazione chimica, acidità, viscosità, temperatura,
volume, etc.) varia anche di pochissimo, la nostra sopravvivenza è a
rischio.
Se il pH del torrente sanguigno scende sotto 7.0, il sangue “diventa
acido” e gli elettroni che allontanano i globuli gli uni dagli altri
vengono meno.
Senza ossigeno
Sorge la domanda: «Cosa accade alle cellule del corpo
quando non ricevono più ossigeno?». In molti casi, le cellule prive di
ossigeno per lunghi periodi semplicemente muoiono. Decomponendosi,
creano ancora più acidità, facendo scendere ulteriormente il pH.
Alcune cellule, invece, per sopravvivere “cambiano marcia” e passano
a uno stato in cui non hanno bisogno di ossigeno per creare energia. Lo
stato sano e normale della cellula è quello del metabolismo “ossidativo”,
in cui l’ossigeno e i nutrienti vengono utilizzati per creare energia
(ATP) e sopravvivere, funzionare e riprodursi. Altrimenti lo stato privo
di ossigeno a cui passano, detto “fermentativo”, sottende, per
creare energia, il processo molto meno efficiente della glicolisi. In
tale stato, anziché produrre energia, acqua e anidride carbonica, le
cellule producono quantità minime di energia e acido lattico, il quale
diminuisce ulteriormente il pH circostante.
Poiché producono molta meno energia che nello stato ossidativo (solo
circa il 7%), le cellule in stato fermentativo possono soltanto
scindersi e crescere, scindersi e crescere, anziché contribuire
all’efficienza del corpo. Esse non sono più cellule
“differenziate” dei muscoli, dei nervi, delle ossa o dei grassi, con
un’utile funzione all’interno del corpo; sono diventate cellule
“indifferenziate” o cancerogene. È importante capire che le
cellule cancerogene non sono nemici che vengono dall’esterno. Esse
rappresentano il tentativo disperato da parte di alcune cellule di
sopravvivere anche quando non ricevono abbastanza ossigeno per un
metabolismo sano. Dire che stiamo
“combattendo il cancro”, quindi, rappresenta un fraintendimento
totale: il “cancro” è solo il tentativo disperato delle nostre
cellule di restare vive! Combattere contro di esse, in realtà, vuol
dire combattere contro noi stessi.
Acqua salata
Molti libri e documenti che abbiamo consultato per
studiare questo fenomeno affermano senza ombra di dubbio che il cancro
non può sopravvivere in ambiente alcalino. Provate a immaginare cosa
accade a un pesce sano di acqua salata se viene improvvisamente messo
tra le chiare, fresche acque di un lago: i suoi organi interni,
perfettamente funzionanti nell’acqua salata, nel nuovo ambiente si
deteriorano e muoiono. La stessa cosa accade alle cellule cancerogene
quando l’ambiente acido in cui prosperano diventa alcalino. Dunque,
mantenere il nostro ambiente interno a un pH ottimale di 7.35 dovrebbe
prevenire il cancro, e persino invertirlo! La chiave per prevenire il
cancro sta nel non lasciare mai che il pH del corpo scenda al di sotto
di 7.35, se possibile.
Ci sono cibi e cibi
Ora dobbiamo tornare al punto di partenza e scoprire perché
i sistemi corporei non sono riusciti a espletare la loro funzione
principale.
Scopriamo che i cibi che mangiamo, le scelte alimentari che compiamo più
volte al giorno, hanno effetti notevoli sull’equilibrio acido/base del
nostro torrente sanguigno. Ci sono cibi che creano e mantengono un sano
ambiente alcalino, incoraggiando la circolazione dell’ossigeno nel
nostro sangue, mentre altri creano e rafforzano un pericoloso ambiente
acido. Questi non sono necessariamente cibi che risultano acidi o
alcalini al gusto o alla misurazione, nella loro forma naturale: i
limoni, per esempio, nonostante la loro acidità, quando vengono
metabolizzati (digeriti), creano alcali nel nostro corpo.
È la natura chimica del residuo (le “ceneri”) rimanente dopo che
l’alimento è stato metabolizzato a determinare se un alimento crea
alcalinità o acidità.
Quando mangiamo prodotti vegetali, in genere, le ceneri rimanenti
dopo che il nostro corpo “brucia” il carburante creano condizioni
alcaline. All’altro estremo, quando consumiamo e metabolizziamo
prodotti animali – per esempio pollo, pesce, bistecca, maiale, uova e
latte (proteine animali) – le ceneri restanti tendono a creare acidità,
a causa dell’elevato contenuto fosforico degli alimenti. Il fosforo
delle ceneri si combina con l’acqua del nostro corpo, creando acido
fosforico.
Se mangiamo sempre alimenti che creano acidità, senza bilanciarli con
alimenti che creano alcali, costruiremo e manterremo per le nostre
cellule un ambiente acido, quindi anaerobico (privo di ossigeno). Questa
condizione, come ha fatto notare Warburg, favorisce il cancro. Possiamo
vedere i risultati della succitata sequenza nello stato di salute della
popolazione degli Stati Uniti, dove il consumo di carne e di alimenti
animali è maggiore che nel resto del mondo: l’incidenza dei tumori,
negli Stati Uniti, è oggi di una persona ogni 2.3, e aumenta sempre di
più.
T. Colin Campbell, PhD, il più insigne nutrizionista degli Stati Uniti
(e forse del mondo intero) ha analizzato i rapporti tra proteine animali
e cancro in uno studio condotto nelle Filippine. In certi casi,
riducendo l’assunzione di proteine animali, la crescita del tumore
s’invertì.
Un genio della medicina
Il dottor Max Gerson, il famoso medico tedesco definito
dal suo amico premio Nobel Albert Schweitzer “Uno dei più importanti
geni della Medicina mai esistiti”, scoprì che facendo seguire ai
pazienti una dieta strettamente vegetariana, eliminando dall’ambiente
tutti i fattori noti come cancerogeni e “inondando” il corpo di
nutrienti vegetali bio-disponibili, essi rispondevano in modo molto
positivo dopo appena una settimana o meno! La circolazione migliorava,
il trasporto dell’ossigeno era ripristinato e il sistema immunitario
tornava ai compiti che gli erano propri, ovvero: proteggere il corpo
dalle infezioni e dalle cellule anomale, e ricostruire le strutture
danneggiate. Si tenga presente, per favore, che uno degli importanti
effetti di una dieta strettamente vegetariana è il rapido ripristino
del giusto livello di pH nel sangue, e quindi della sua capacità di
trasportare ossigeno, o ciò che Warburg riteneva impossibile!
Dopo un anno e mezzo-due, la terapia dietetica di Gerson, unita a una
potente disintossicazione del fegato, può invertire e riparare i danni
provocati da una vita di scelte nutrizionali inadeguate, invertire un
tumore avanzato, ricostruire i sistemi di organi danneggiati e
ripristinare una salute duratura. Per esempio, uno dei pazienti del
dottor Gerson, William Schickel, cominciò la terapia Gerson all’età
di 32 anni, mentre stava morendo per un linfoma avanzato e incurabile.
Guarito, ha avuto una lunga vita produttiva ed è morto solo qualche
mese fa, a quasi novant’anni.
Ebbene,
Nel mondo di oggi il cancro è diventato molto diffuso a causa del modo
in cui mangiamo; degli inquinanti chimici che immettiamo continuamente
nell’aria, nell’acqua e nel cibo; del fatto che le piante crescono
su suoli carenti, con fertilizzanti artificiali e pesticidi velenosi;
dei farmaci tossici che prendiamo su prescrizione o agli angoli della
strada; della mancanza di informazioni da parte delle istituzioni
mediche, farmaceutiche, agricole e scientifiche sugli effetti nocivi
delle loro pratiche redditizie, ma tossiche e dannose. Da quasi 100
anni, benché vi siano stati investiti centinaia di miliardi di dollari,
la “ricerca” sul cancro ha accuratamente evitato di prendere in
considerazione l’opera di Gerson e Warburg, che già da molto tempo
l’avrebbe condotta a una cura efficace del cancro. È sufficiente
considerare ciò per concludere che gli interessi commerciali delle
agenzie mediche, farmaceutiche e governative non hanno nulla a che fare
con la cura della malattia cronica, poiché nessuno si può arricchire
raccomandando una dieta sana.
Sta ai singoli individui riscoprire da soli l’opera di chi ha svelato,
nel corso dei secoli, i segreti della salute e della guarigione.
Box
I clisteri per sostenere il fegato
Uno degli elementi più importanti della Terapia Gerson
sono i clisteri disintossicanti al caffè. Quando il corpo riceve una
grande quantità di nutrienti, attraverso 13 succhi di frutta e verdure
al giorno, appena spremuti, e tre abbondanti pasti vegetariani,
l’ambiente interno del corpo diventa alcalino. Non solo le tossine
accumulatesi tutta la vita all’interno delle cellule fuoriescono, ma
le cellule maligne cominciano a morire. I residui di questi due processi
devono essere trasportati dal torrente sanguigno, condotti al fegato e
filtrati per essere espulsi. Ma il fegato di un malato di cancro è già
molto compromesso e potrebbe essere sopraffatto dal carico addizionale
di tossine e cellule cancerogene morte. Senza un adeguato supporto per
espellere le tossine dal fegato, il paziente potrebbe cadere in coma
epatico (del fegato) e persino morire. Nei primi stadi della terapia
Gerson anticancro, sono necessari fino a cinque o più clisteri
quotidiani di caffè, per favorire il deflusso delle numerose tossine
dal fegato e dal tratto intestinale. Attenzione, per favore: il clistere
di caffè non è finalizzato a svuotare il colon; il suo preciso compito
è quello di far defluire le tossine dal fegato. È anche un
potente analgesico, in quanto la tossicità è la causa fondamentale
praticamente di ogni dolore cronico.
Scritto da:
Howard Straus, nipote del Dottor Max Gerson, si è
laureato al Massachusetts Institute of Technology (MIT), e attualmente
vive a Carmel, in California. Da 20 anni si impegna per la terapia
Gerson, come uno dei direttori del Gerson Institute, redattore capo del
Notiziario Gerson Healing Newletter, Presidente del Cancer Research
Wellness Institute e come editore di numerosi volumi e opuscoli sulla
Terapia Gerson.
Ha negoziato la pubblicazione in 9 lingue del volume
Healing the Gerson Way (Guarire con il Metodo Gerson,
pubblicato in Italia dalla Macro Edizioni nel 2009) ed è l’autore di
una biografia di suo nonno: Dr. Max Gerson: Healing the Hopeless,
tradotto anche in tedesco.
Howard Straus ha tenuto conferenze in Tailandia, Malesia, Singapore,
Giappone, Canada e in molte località negli Stati Uniti, ed è spesso
ospite su programmi radiofonici che trattano il tema del benessere. E’
apparso sulla TV nazionale in Singapore e Colombia.