Home Page - Contatti - La libreria - Link - Cerca nel sito - Pubblicità nel sito - Sostenitori |
Kosher: cibo sano e buono? Garantisce il rabbino
Marcello Pamio - 28 marzo 2011
Moltissime
persone che stanno leggendo questo articolo, mangiano senza saperlo,
cibo Kosher: cibo “puro e sano” certificato da un rabbino!
Le più grandi aziende alimentari italiane, nel silenzio più assoluto,
hanno comperato la certificazione ebraica Kosher, in pratica dichiarano
che i loro prodotti alimentari sono così puri da poter essere mangiati
dagli ebrei!
Non è certo una notizia di oggi, anche perché, fin dal 1965 l’Ente
rabbinico di Roma, legato a quello israeliano, rilascia, oltre alla
“Certificazione Kosher”, anche una periodica supervisione dei
processi produttivi, inclusi la fornitura di macchinari particolari.
Cerchiamo di capire cosa significa Kosher.
Il mondo Kosher.
Kosher
in ebraico (o Kasher) significa “atto”
o “adatto”, ed è un
termine impiegato per definire cibi preparati in conformità con le
regole alimentari ebraiche.[1]
In pratica cibo adatto agli ebrei.
Non a caso i primi
precetti impartiti agli esseri umani furono proprio per il cibo, con la
proibizione ad Adamo ed Eva di mangiare i frutti
dell’Albero, e da allora, gli ebrei di tutto il mondo hanno sempre
posto grande enfasi sull’autocontrollo alimentare.[2]
Le leggi dell’alimentazione ebraica (Kashrùt)
affondano le radici nella Bibbia e vengono osservate da più di tremila
anni.
Ma perché l’alimentazione deve essere gestita addirittura da leggi?
Semplice, secondo i rabbini del Talmud mangiando cibo non Kosher,
cioè non adatto, si riducono
le facoltà spirituali, “interferendo
la comunicazione con la propria anima”.[3]
Non inisce qua, perché per il pensiero chassidico[4]
tutto ciò che mangiamo diventa parte integrante del nostro sangue.
Religioni e dogmi a parte, queste sono profonde verità,
perché intossicando il corpo, cioè il Tempio
dello Spirito, con alimenti sbagliati, cibi putrefattivi e
putrescenti, metalli pesanti, ecc. ne risente la qualità stessa del
sangue (che non a caso è un derivato delle digestioni) e di conseguenza
anche il mondo animico e spirituale.
La Bibbia afferma che siccome “il sangue è l’anima”,
mangiando cibi vietati, considerati impuri, questi diventano parte
dell’anima rendendo impuri gli ebrei.
E’ una mezza verità, perché come la Scienza dello
Spirito del filosofo e scienziato austriaco Rudolf Steiner spiega
dettagliatamente, il sangue è il veicolo fisico dell’Organizzazione
dell’Io, cioè dell’essenza spirituale e NON dell’anima, e la
differenza è enorme.
Non è un caso: secondo le grandi religioni monoteistiche l’uomo è
costituito solamente da corpo e anima, senza lo Spirito! Questo è il
motivo per cui la chiesa cattolica nel 869 d.C. con il Concilio di
Costantinopoli ha cancellato, pena eresia, lo Spirito.
Non contemplando lo Spirito, ma fermandosi solo all’anima, che
rappresenta il mondo dei sentimenti, emozioni, brame, passioni (che
abbiamo in comune con il mondo animale), l’uomo è solo un animale!
Rabbini e preti si sono dimenticati, che ogni uomo ha la sua essenza Spirituale individuale,
mentre gli animali hanno un Io (o Spirito) di gruppo o di specie.
Vediamo adesso la classificazione degli alimenti idonei per la Kashrut.
Classificazione
cibo Kosher
Il cibo Kosher si classifica in tre diverse
categorie in base alla loro origine:
-
a base
di carne
-
a base
di latte
-
parve.
Cibo parve
Parve significa “neutrale”
e indica un cibo che non contiene ingredienti né di carne né di latte.
Per esempio la frutta e verdura allo stato naturale sono assolutamente
Kosher ma anche parve.
Fin qui nulla di strano, la faccenda si complica perché per le sacre
scritture, e per le ancor più sacre interpretazioni, il pesce con le pinne e squame è Kosher ma anche
parve! Quindi per il rabbinato talmudico, e di conseguenza per tutti gli
ebrei ortodossi del mondo, il pesce non è carne!
Errore questo che fanno anche molti vegetariani non ebrei…
Il cibo parve inoltre può diventare di
latte se cucinato con latte o derivati, e di
carne se cucinato con derivati di carne. Un cibo puro, neutrale, può
inquinarsi a seguito della lavorazione e/o cottura.
Cibi
di carne
Cosa rende Kosher un animale?
Le leggi che definiscono quali animali, uccelli e pesci sono Kosher,
sono illustrate in Levitico, cap. XI.[5]
Gli animali Kosher, secondo il Pentateuco, devono avere lo zoccolo fesso
ed essere ruminanti (mucca, capra, pecora ecc.), di conseguenza gli
animali non Kosher sono tutti gli altri: maiale, cammello, cavallo,
coniglio, ecc.
Tutti gli animali e i volatili carnivori, il loro sangue e qualunque
sostanza da essi derivata non sono Kosher; i rettili, e la maggior parte
degli insetti idem.
E’ vietato mangiare carne di coccodrillo perché non è Kosher, ma si
possono indossare scarpe e cinture di pelle di tale animale! Per cui non
va bene mangiare la carne di tale animale, ma è consentito ucciderlo
per fare cinturini...
Volatili
Qui le cose si complicano un po’ perché la Torà
(la Legge ebraica) elenca soltanto gli uccelli vietati: struzzo, gufo e
avvoltoio.
A seguito delle solite interpretazioni rabbiniche, volatili come pollo e
tacchino sono Kosher e per tradizione si possono mangiare oca, anatra,
tacchino, piccione, fagiano e pernice, tutto il resto è non Kosher.
Latte
Latte e derivati (formaggi, burro, ecc.) di qualunque
animale Kosher sono a loro volta Kosher e “cibi
di latte”. Essi però non possono essere consumati assieme a carne
o pollame, “cibi di carne”.
Formaggio
La faccenda si fa intricata, in quanto sotto qualunque
forma il formaggio deve essere controllato da un rabbino in persona, e
il motivo è che il caglio è di origine animale, visto che proviene
spessissimo dallo stomaco di vitello.
Burro
Il burro classico è nella stragrande maggioranza un
sottoprodotto di lavorazione dei formaggi. I caseifici infatti usano
recuperare il siero che si separa dal formaggio durante la produzione,
per farne burro industriale.
Il burro extrafine è invece derivato dalla panna del latte, e quindi
non pone problemi di Kashrùt.
Pertanto per i rabbini, è Kosher il
burro che deriva dalla panna e non-Kosher quello che deriva dal
siero, come se entrambi (siero e panna) non fossero un prodotto di
derivazione animale.
Carne
e Latte
Nella kashrùt è molto importante la
separazione fra carne e latte.
Dalla mescolanza di carne e latte agli ebrei non è consentito trarre
alcun beneficio. Si arriva al punto che un cuoco ebreo in un ristorante
non Kosher, oltre a non poter assaggiare il cibo, egli può preparare
gli hamburger (carne) ma non i cheeseburger (carne e formaggio).
Per poter consumare latticini dopo aver mangiato carne o derivati è
richiesta un’attesa di almeno sei ore, e benché il pesce sia parve,
esso non deve essere consumato assieme alla carne.
Questa separazione tra proteine (carne e latte) è una regola molto
importante anche nell’ambito del buon senso nutrizionale: due proteine
in un sol pasto possono infatti provocare putrefazioni intestinali.
Tale separazione talmudica fra carne e latte si applica non solo al
cibo, ma viene estremizzata anche a tutti gli utensili, posate, piatti,
e lavandini. Anche la lavastoviglie può essere impiegata o per la carne
o per il latte, ma non per entrambi.
Pesce
Gli ebrei hanno sempre avuto un debole per il pesce e questo è il
motivo per cui i rabbini hanno stabilito numerosissimi pesci Kosher!
Per essere Kosher, come abbiamo visto prima, il pesce deve avere pinne e
squame facili da rimuovere. Per esempio lo storione e le sue uova
(caviale) non sono Kosher, come tutti i crostacei e frutti di mare.
Mentre
salmone, trota, cernia, nasello, sogliola, sono Kosher.
Carne
e pesce
Abbiamo visto che è vietato mangiare carne assieme a
formaggio, ma anche pesce assieme a carne, perché tale miscuglio è
nocivo alla salute.
Pure questo precetto religioso ha la sua ragione d’essere: due
proteine assieme provocano putredini e tossine intestinali.
Vino
Vino e succo d’uva devono essere esclusivamente di
origine approvata dai rabbini. I saggi bandirono il vino di produzione
non ebraica essenzialmente per evitare i matrimoni misti, poiché il
bere può portare poi all’incontrarsi e magari all’innamoramento tra
ebreo e goym.
Pane
I rabbini sconsigliano di mangiare pane non prodotto da
ebrei.
Vi è la possibilità che contenga grassi animali, emulsioni o gelatine
sulla crosta o che le teglie vengano oliate con grassi non Kosher, i
quali per legge non comportano l’obbligo di essere riportati e
dichiarati sulla lista degli ingredienti.
Il pane è inoltre esposto al rischio che venga cotto negli stessi forni
di pane o dolci non Kosher, il che lo renderebbe automaticamente non
Kosher: di fatto, nessun pane non controllato può essere considerato
Kosher.
Margarina
La margarina contiene grassi ed emulsionanti che
possono essere di origine animale e di conseguenza, si può impiegare
solo quella controllata da un rabbino. In Israele il consumo di
margarina è esagerato e dopo vedremo con quali conseguenze per la
salute.
La
Shekhità - Macellazione
Veniamo al punto dolente del marchio Kosher.
La carne Kosher deve essere preparata in base al metodo della shekhità,
ossia un taglio rapido alla gola dell’animale con un coltello
affilatissimo privo di qualsiasi imperfezione sulla lama.
I rabbini rincuorano subito gli animi dicendo che “si
tratta di un metodo indolore, nel rispetto della sofferenza
dell’animale”!
Indolore e nel rispetto della sofferenza???
Questo tipo di macellatura è estremamente dolorosa per
gli animali poiché non prevede lo stordimento preventivo ed essi
restano pienamente coscienti fino alla morte, che avviene lentamente e
con grandissima sofferenza.[6]
Il dissanguamento rituale è puramente strumentale al
desiderio di mangiare carne, poiché come vedremo successivamente con la
salatura, il sangue non può venire eliminato totalmente dai capillari.[7]
Per tanto si tratta di un mero espediente per conciliare le Sacre
Scritture (“non uccidere e non
cibarsi di sangue”) con il desiderio degli uomini invece di
mangiare carne animale.
Non va dimenticato che la macellatura nel mondo musulmano è identica,
anche perché l’islam è la giudaizzazione del mondo arabo. Con il
rituale Qurban si
prevede il taglio della gola con una lama affilata e il
dissanguamento degli animali, e durante tutto questo tempo occorre
recitare delle preghiere propiziatorie, continuando a guardare
l’animale negli occhi finché l’anima non se ne sia andata da lui.[8]
La
Melikhà -
Salatura
Come abbiamo detto, la carne deve essere privata dei
resti di sangue, la cui consumazione è strettamente vietata dalla Torà.
Essa perciò viene messa a bagno per un’ora e poi sotto sale grosso e
risciacquata tre volte prima di essere cucinata. Ma questo rituale è
propagandistico e inutile, perché il sangue dai capillari non può
essere eliminato e rimosso completamente.
Il Nikùr
- Purificazione
Infine, prima di raggiungere la macelleria, la carne
deve essere sottoposta ad alcuni procedimenti, detti nikùr, che
comportano la rimozione di alcune vene e di grassi vietati.
La
kasherizzazione
Cibo Kosher prodotto con utensili precedentemente
impiegati per la cottura di cibo non Kosher, diventa a sua
volta non Kosher.
Il procedimento che rende tutti gli utensili, pentolame, piatti, forni e
lavabi Kosher viene comunemente chiamato kasherizzazione.
Essa deve essere effettuata sotto la scrupolosa osservazione di un
rabbino esperto, poiché la sua esecuzione varia in base al genere di
oggetto o utensile
Le aziende italiane
Veniamo
in Italia.
Sarebbe molto interessante conoscere, quanto questa “certificazione
ebraica”, costi a noi ignari consumatori. E’ infatti fuori da ogni
discussione che questo “valore
aggiunto”, mascherato da speciale certificazione ha una
ripercussione economica sul prodotto finale, per non parlare dei
macchinari e delle consulenze rabbiniche.
Se qualcuno sta pensando che il cibo Kosher interessi poche e ristrette
realtà, si sbaglia di grosso. Tale certificazione è ormai riconosciuta
e popolare nei 5 continenti con circa 7000 aziende che la vantano e che
offrono ad ebrei e non, oltre 40.000 prodotti alimentari.[9]
Il
fenomeno è così in ascesa che solamente negli Stati Uniti ormai la metà
del cibo venduto nei supermercati è marchiato Kosher,[10]
stiamo parlando di un mercato da capogiro: oltre 150 miliardi di dollari
ogni anno.[11]
Uno studio della Cornell University attesta che il 40% di tutti i cibi
in circolazione sono Kosher e questo potrebbe spiegare la scelta della
maggiori catene di distribuzione alimentare (Wal-Mart,
Costco, ecc.) di offrire questi prodotti.[12]
Anche
in Italia la tendenza è la medesima: 200 sono le aziende autorizzate
Kosher nel nostro paese, ma solo 20 usano il marchio.
Come mai questa reticenza a farsi pubblicità?
Sarebbe interessante domandare ai dirigenti di aziende tipo Algida, Mutti, L’Angelica,
Barilla, Buitoni, Agnesi, Loacker, San Benedetto, Zuegg, Dietorelle,
Ferrero, Unilever, Mulino Bianco, Pavesi, Nestlé, Rigoni d’Asiago,
Perugina, Amaretti di Saronno, Rio Mare, Ferrarelle, Colussi, Scotti,
Cirio, De Rica, Bertolli, De Cecco, Carapelli, Olio Sasso, Monini,
Lazzaroni, Amica Chips, Heinz, Lavazza, Kimbo, Segafredo, Esselunga,
Kellog’s, Santa Rosa, Eismann il motivo per cui hanno adottato la certificazione Kosher.
Per
interessi economici, allargando il bacino di vendita alle comunità
ebraiche e musulmane? Per compiacere ad una minoranza religiosa, non
numerosa ma certamente importante ed influente dal punto di vista
economico-finanziario?
Domande prive di risposta, l’unica cosa oggettiva è che i
supermercati sono pregni di prodotti certificati Kosher, che costano di
più e che nessuno ha chiesto.
Kosher, significa salute e
benessere?
Forse
le industrie alimentari stanno puntando nei salutisti, nei vegetariani e
in tutte quelle persone sensibili all’aspetto nutrizionale?
Indubbiamente il numero delle persone che stanno prendendo coscienza
dell’importanza dell’aspetto nutrizionale è in costante crescita,
anche perché il termine vegetariano
non deriva da vegetale come qualcuno potrebbe pensare, ma da “vegetus”
che significa “in salute”,
“sano”, "vivo”.
Il grosso problema, che pochi mettono in risalto, è che il cibo Kosher
non è sinonimo di salubrità, anzi.
Se
così fosse la popolazione israeliana dovrebbe essere la più sana e
longeva del mondo, ed evidentemente non è così, anzi è esattamente il
contrario: è una delle popolazioni più malate del mondo. A livello
medico si parla del “paradosso
israeliano”. Le prescrizioni religiose vietano di consumare carne
assieme a prodotti caseari nello stesso pasto, quindi vengono usate le
margarine. Risultato? Gli israeliti hanno il tasso di colesterolemia fra
i più bassi, associato però ad un’incidenza di infarto e obesità
fra i più alti in assoluto!
Inoltre
le aziende italiane sopra elencate, sono le classiche industrie
globalizzanti che producono alimenti industriali raffinati, prodotti
totalmente privi di vitamine, minerali, enzimi e fibre, ricchi di grassi
saturi, grassi idrogenati e zuccheri, quindi prodotti morti e mortiferi
per l’organismo umano.
Questi pseudo-cibi potrebbero avere una qualsivoglia certificazione
mirabolante o salutistica, ma la loro pestilenza
organica rimarrebbe la
medesima.
Un cibo per essere tale, cioè per alimentare correttamente le cellule,
deve essere vivo, fresco, vitale e stracarico di princìpi nutrizionali
fondamentali (enzimi, vitamine, minerali, ormoni e fibre).
Tutto
il resto intossica l’economica organica.
Torniamo
al Kosher.
Dal punto di vista del metabolismo umano, un animale sgozzato
velocemente non è certamente più sano di un animale macellato; un
pesce con le pinne ucciso non è certo più sano di un pesce senza le
pinne; un volatile come il pollo non è più sano di uno struzzo; il
latte di mucca Kosher intossica come quello di mucca allevata
industrialmente.
Fare distinzioni di questo genere, denota ignoranza e anche una buona
dose di furberia. Siccome gli ebrei amano molto il pesce, i saggi
rabbini hanno pensato bene di stabilire che il pesce non è carne;
siccome le Sacre scritture impedivano di consumare
sangue, cioè di mangiare animali, i rabbini hanno ideato il
dissanguamento lento.
Proprio
quello che accade qui in Occidente e non per dogmi religiosi, dove
moltissimi cosiddetti vegetariani mangiano pesce, uova e latte, come se
non fossero di provenienza animale e come se non provocassero sofferenza
animale.
Tutte le proteine di derivazione animale (carne, pesce, uova, latte e
formaggi) dopo la digestione rilasciano ceneri che acidificano il
terreno biologico interno, creando putrefazioni e tossine a livello
intestinale, che predispongono l’organismo a qualsiasi malattia.
Questo
dal punto di vista salutistico, perché da quello morale ed etico,
l’uccisione di un animale per soddisfare il palato è un crimine
contro Natura, un crimine contro noi stessi.
Tutti gli animali del mondo, Kosher e non Kosher, mangiano per vivere,
mentre gli uomini ebrei e non ebrei, vivono per mangiare!
La conferma dell’olocausto che gli uomini provocano, per riempire gli
stomaci, sono i numeri degli animali ammazzati: 48 miliardi all’anno,
che corrispondono a 131.000.000 ogni giorno, 5.500.000 ogni ora, 91.000
ogni minuto e 1500 ogni secondo.[13]
Quindi
la certificazione Kosher, lungi dall’essere un indice di benessere per
uomini e animali, è un marchio commerciale - seppur intriso di
misticismo - che sperpera inutilmente denari (diverse centinaia miliardi
di dollari all’anno), fa ingrassare i soliti noti e certifica con il
sigillo di Salomone, sofferenza animale e malattia umana.
Per tanto Kosher è sinonimo di sofferenza!
Sono cinquecento i rabbini certificatori nel mondo intero con sede
centrale a New York! Questi hanno il controllo totale del cibo Kosher e
quindi gestiscono la pancia e la salute di centinaia di milioni di
persone, ebrei e non...
Quali sono i marchi Kosher?
Come
riconoscere un prodotto Kosher?
I marchi riportati nelle etichette sono numerosi. Quelli ammessi per
Italia e l’Europa, sono i cinque riportati a sinistra nella tabella
sotto.
Marchi usati in Italia
|
Marchi internazionali
|
|
Dovremo
addirittura abituarci all’idea di vedere McDonald’s Kosher con
hamburger di carne di animale Kosher, con ketchup, verdure e salse
Kosher, cucinato rigorosamente da un ebreo Kosher!!!
Tutto
il materiale, la storia e i nomi delle aziende certificate, è stato
preso dai seguenti siti ufficiali:
-
“Italy Kosher Union” http://www.italyKosherunion.it/whatKosher.html
-
“Italy Kosher” http://www.italyKosher.com/
[1]
“Il Mondo Kosher”, dal sito ufficiale http://www.italyKosher.com/
[2]
Idem, http://www.italyKosher.com/articoli/Default.asp?id=15
[3]
Idem
[4]
Filosofia chassidica (o hassidismo, chassidismo) sono gli
insegnamenti dell’ebraismo del movimento religioso chassidico
fondato da Israel ben Eliezer
[5]
“Il Mondo Kosher”, dal sito ufficiale
http://www.italyKosher.com/
[6]
“La cucina etica” Emanuela Barbero, Alessandro Cattelan,
Annalaura Sagramora, ed. Sonda
[7]
Idem pag. 31
[8]
Idem pag. 31
[9]
Idem
[10]
Italy Kosher Union http://www.italyKosherunion.it/articoli/16.html
[11]
“Cibo buono? Garantisce il rabbino”, di Giorgia Maria Pagliaro, http://www.italyKosherunion.it/articoli/05.html
[12]
“Il cibo kasher che piace ai non ebrei”, Maurizio Molinari http://www.italyKosherunion.it/articoli/15.html
[13]
“La cucina etica” Emanuela Barbero, Alessandro Cattelan,
Annalaura Sagramora, ed. Sonda